Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Lady Lara    13/12/2015    4 recensioni
"Anno domini MDCCXXVI XV giorno del V Mese . Diario di bordo .."
L'Irlanda e la Scozia subiscono il dominio dell'Inghilterra e le angherie di RE Guglielmo III. L'eroico pirata Captain Hook combatte la sua guerra personale. Qualcuno gli ha insegnato che si combatte per onore, per giustizia o per amore. Lui sceglierà quale uomo essere.
Chi è Lady Barbra, che lo assolda per una missione in incognito? E la donna che tutti chiamano "La Salvatrice"? Killian Jones è troppo scaltro per non capire che c'è altro oltre le apparenze.
Due anime che sanno leggersi l'un l'altra. Che succederà quando intenti e passione si incontreranno?
"Preferisco non averti che averti una sola volta e perderti per sempre .." Il dolore vissuto che rende oscuri e una nuova luce che permetterà loro di trovarsi ed amarsi anche se sembrava impossibile. Ciò che hanno fatto nella loro vita e ciò che faranno sarà per amore. Solo per amore.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
VII Capitolo
 
Ora di partire
Quante volte aveva asciugato le lacrime di Emma! Quante volte l’aveva consolata dopo che, correndo dietro di lui, si era sbucciata un ginocchio cadendo! Ma queste lacrime, ora, gli straziavano il cuore. Quale unguento poteva usare per medicare la sua profonda ferita? Cosa dire per rincuorarla? Lei, che era una donna forte, battagliera, coraggiosa e impavida, aveva solo un punto debole … l’amore. Il suo cuore era come una fiamma, pronta a scaldare chiunque avesse avuto bisogno. Era pieno d’amore per tutti, ma il dolore che Neal le aveva procurato, dal giorno delle nozze, aveva rischiato di spegnerla. Solo l’arrivo di Hanry l’aveva rinfocolata e per amor suo e di quello che era diventato il suo popolo, ora era pronta per quell’impresa.
 
August pensò che questi potevano essere gli argomenti per farla reagire. Era stretta a lui, il volto affondato nel suo petto, le sue lacrime calde che gli stavano bagnando la camicia bianca. Smise di cingerla e portò le mani al suo viso arrossato e umido. Le accarezzò le guance, cercando di scacciare quelle stille di dolore che inondavano i suoi occhi verdi.
 
- Emma! Piccola … lui non vale una goccia del tuo pianto. Non è mai stato degno di te. Non perderti per lui! Ci sono altre vie che potrai percorrere. Sono sicuro che la felicità che meriti e soprattutto l’uomo che meriti e che ti merita è da qualche parte e ti sta aspettando. L’unica cosa che di buono ti ha dato Neal è stato Hanry … Tutto quello che hai sopportato è stato per amor suo e tutto quello che vuoi fare, sarà anche per il suo bene oltre che per quello di tanta gente. Vai dal tuo bambino ora, ma prima togliti quella parrucca nera, rinfrescati gli occhi e torna a sorridere riportandomi il sole sul tuo viso e fai lo stesso con il piccolo.
Neal sicuramente è corso da Frate Benny, il colpo che gli hai assestato temo che gli abbia fratturato il setto nasale, non che non se lo sia meritato … Certo che hai un pugno micidiale! E io che ieri mi preoccupavo del Pirata! Farà bene a preoccuparsi lui!
Riuscì a strappare un sorriso alla sorella.
– Grazie August, non so veramente come farei se non avessi te al mio fianco. Comunque hai ragione, non vale la pena soffrire per un uomo come lui. Quando arriverò da nostro padre, nel Maine, gli chiederò di annullare il matrimonio. Di motivazioni valide, ce ne sono abbastanza.
Ti devo chiedere un favore adesso … Riaccompagna tu stesso Anny dai genitori. Dì che la sua incolumità sarà tutelata meglio da loro e che, se si dovesse far vedere Neal, gironzolare da quelle parti, sappiano come comportarsi. Betty presto starà meglio, più tardi le darò una nuova cura, con un paio di settimane starà bene. Se Mary vuole e se Angus consente, potrà venire lei a dare una mano, lasciando Anny ad aiutare il padre.
– Come vuoi Emma, provvedo subito. Tu intanto sai cosa devi ancora fare per preparare il viaggio.
 
Le depose un fraterno bacio sulla fronte e andò a cercare Anny per ricondurla a casa.
 
 
 
Anno Domini 1726  giorno diciassettesimo del quinto mese …
Partenza dal porto di Storibrook prevista per Sabato 20 Maggio.
Completato il rifornimento di viveri e il riassetto della nave.
Ultimare dettagli per acquisti inerenti passeggero a bordo …
 
Killian Jones, si era alzato presto, come suo solito. Aveva dormito serenamente quella notte, come da tanto non gli capitava. Nessun incubo lo aveva destato nel buio della sua stanza. Si sentiva stranamente il cuore leggero e l’adrenalina gli scorreva nel sangue al solo pensiero che tra pochi giorni Lei sarebbe stata lì,  separati solo dal tramezzo che divideva la stanza del Capitano da quella dell’ex Tenente di bordo.
 
Già quella stanza! Non era la prima volta che ospitava una donna. A guardarla, effettivamente, anche la stessa Lady Barbra aveva notato il particolare dello specchio sulla scrivania. Uno specchio tipicamente da toeletta per signora.
 
Lo aveva comprato otto anni prima, per la donna che aveva amato e perduto. Ricordò la sua figura, seduta a quello scrittoio, la prima volta che l’aveva portata con se in mare. Era stato un breve viaggio privo di pericoli, per questo l’aveva portata con sé. Si conoscevano da un paio d’anni, la vita di lei non era facile, con una madre vedova e malata ed un fratellino da accudire. Lavorava in una taverna del porto dell’isola di Arran. Approdando lì, dopo una delle sue incursioni ai danni di un mercantile inglese, l’aveva incontrata. Una giovane donna di circa 24 anni, capelli corvini, occhi del colore delle nuvole in inverno. Alta e con un corpo da mozzare il fiato. Si destreggiava bene tra quei rozzi marinai che frequentavano il locale. Sapeva tenerli a bada e la vide mollare un ceffone ad uno di loro che aveva provato a palpeggiarla. Con lui non fu così. Non si staccarono gli occhi di dosso per tutta la serata e quando lui le offrì da bere e la invitò con galanteria a sedersi al suo tavolo, lei accettò. Le raccontò di alcune sue avventure per mare, lei rimase affascinata a sentirlo ... a guardarlo. Non era una sgualdrina, non si concedeva a nessuno, ma tra loro era scattato un sentimento, collegato al loro bisogno di riscatto e rivincita da una vita crudele. Le chiese di sé, la ascoltò, capì, provò tenerezza per quella giovane che per aiutare i suoi cari si costringeva a lavorare in un posto che non faceva per lei.
 
Quella sera stessa fu sua. Così, teneramente e dolcemente la prese e tenendola tra le braccia, lei che non aveva conosciuto uomo, gli regalò se stessa. Si lasciarono all’alba, le disse che sarebbe tornato, lei annuì, sapeva che era vero. I suoi occhi azzurri non potevano mentirle, non dopo quella loro preziosa notte. Doveva andare, era un pirata, era un uomo che stava compiendo la sua vendetta ed un atto di giustizia, anche se di fronte alla legge del Re d’Inghilterra era un pericoloso criminale. Tornava da lei ogni volta che finiva il compito che si era prefisso. Lei sembrava sentirlo arrivare a distanza, tutte le volte la trovava al molo.
 
Le aveva promesso di condurla con se sulla Jolly Roger e aveva voluto darle il suo vecchio alloggio, rendendolo confortevole per una signora. Quello specchio era un regalo per lei, lo aveva apprezzato. Poi all’improvviso, quando la raggiunse in cabina, la trovò accigliata, ancora seduta alla scrivania, ma con un foglio di carta tra le mani. Curiosando ne aveva aperto i cassetti per deporvi i suoi oggetti e l’aveva trovato in uno di essi. Stava guardando attentamente l’immagine che vi era stata disegnata con il carboncino. Non si voltò nemmeno nel dirgli:
- Ne sei ancora innamorato Killian?
– Cosa? Di che parli tesoro?
– La tua principessa! Emma Swan …
- Ero uno sciocco ragazzo di 20 anni allora, non l’ho neppure vista in viso! Non ti nego che mi incuriosì molto. Ma non ho avuto occasione di vederla più. Magari era pure brutta …
- Non lo so Killian, bella o brutta come fosse, come hai eseguito questo perfetto ritratto, lascia intendere che non era solo curiosità per te … tu … tu ancora la stai cercando …
- Amore mio! Se stavo cercando qualcuno che mi amasse, io l’ho trovato in te!
– Avrei preferito che tu dicessi “ se stavo cercando qualcuno da amare” …
- Ma io ti amo! Sei parte di me adesso! Perché ti vuoi tormentare per il ritratto di un fantasma del passato?
– Se dopo tutto questo tempo è ancora qui, non è un fantasma. Tu le hai fatto una promessa … e ti conosco troppo bene per sapere che tu le promesse le mantieni.
- Basta! Abbracciami adesso, non voglio saperne più niente di principesse con la puzza sotto il naso e chissà quanto sciocche e viziate. Buttalo in mare quel foglio, non mi interessa di tenerlo.
 – No, non lo farò, è un tuo ricordo e non sparirà buttandone via il segno sul foglio, preferisco che sia chiuso tra le cose del tuo passato.
Aveva richiuso il cassetto con la sua chiave, si era alzata tenendola stretta in mano e dirigendosi verso l’oblò lo aprì e la gettò in mare.
– Questo per dirti che l’argomento per  me è chiuso e può restare nella tua mente come nel cassetto della tua scrivania.
Si era avvicinata a lui con sguardo dolce, gli aveva posato la testa contro il torace e lui l’aveva cullata tra le braccia, finché la passione non aveva prevalso sulla malinconia, regalando ad ambedue un’altra notte indimenticabile. Quando la riportò sulla terra ferma si scambiarono la promessa di rivedersi presto. La prossima volta non l’avrebbe più lasciata, aveva un progetto per il loro futuro. Lei lo avrebbe atteso sul molo come sempre, ma quell’ultima volta non fu così. Ora di lei restava solo il nome, inciso nella sua carne, come era inciso il suo ricordo nella sua mente.
 
 
Gli sfuggì un sospiro, poi tornò con lo sguardo sul diario di bordo e aggiunse l’ultima nota:
 
Acquistare entro oggi una tinozza da bagno.
 
Angus gli aveva parlato degli empori gestiti dalla stessa Lady Barbra. Sarebbe andato al porto da lì a poco per procurarsi il necessario, se erano così ben forniti, come diceva l’oste, l’avrebbe trovata di sicuro, magari vi trovava anche la proprietaria!
 
Dopo aver passato gli ordini del giorno al nostromo, era sceso dalla nave e aveva preso la via del villaggio. Era ancora presto, ma i pescatori già stavano partendo, qualcuno lo riconobbe e si scambiarono un gesto di saluto con la mano. La taverna di Angus era vuota e Mary era già affaccendata, la vide dentro il recinto dell’orto che affiancava il loro locale,  mentre si occupava dei cespugli di rose che in quel periodo primaverile vivevano la loro massima fioritura, il loro delicato profumo si spandeva nell’aria fresca del mattino, aiutato dalla leggera brezza marina. Un profumo così inebriante era quello che per Killian si addiceva di più ad una donna e pensando ad un esempio di donna rivide gli occhi verdi di Lady Barbra.
 
 
Emma aveva seguito il suggerimento di August, si era tolta parrucca e pantaloni. Dopo essersi rinfrescata era pronta a sfoggiare il più smagliante dei suoi sorrisi al figlio Hanry. Era ora di svegliarlo, gli avrebbe fatto una sorpresa portandogli i biscotti freschi fatti da Betty.
Tornata nelle cucine fece in tempo a salutare Anny ed a scusarsi per il comportamento vergognoso del Duca. La ragazza era ancora scossa, ma aveva già indosso la mantella con cui era arrivata il giorno prima, stava a testa bassa mentre Emma le parlava e non riusciva a guardarla per quanto si vergognava. La rabbia nei confronti del marito le tornò a pungere il cuore, ma la scacciò ricordando di dover prendere i biscotti per suo figlio.
 
 
Entrò nella stanza dipinta di azzurro. Aveva scelto quel colore perché somigliava molto a quello degli occhi del suo bambino e le dava un gran senso di serenità. Hanry dormiva tranquillo nel letto a baldacchino, forse troppo grande per lui, avvolto da lenzuola di seta e da una morbida coperta di lana blu. Indossava un camiciotto da notte di lino e dormiva rannicchiato in posizione fetale, tenendo la manina sinistra sotto la guancia destra, poggiata al guanciale ripieno di piume d’oca. I capelli neri dritti sulla fronte, il nasino all’in su. Era meraviglioso, un piccolo tesoro, da amare e proteggere. Rimase a guardarlo estasiata, nella penombra, poi decise di aprire le tende e la finestra. I raggi di sole invasero la stanza con la loro luce accecante. L’improvviso bagliore destò Hanry, si stropicciò gli occhi assonnati e balzò sul letto, per la gioia, quando vide sua madre. Le si buttò tra le braccia, contento che fosse tornata e a raffica le raccontò le mille cose che aveva fatto in quei due giorni, compreso lo scherzo alla povera Betty che l’aveva portata ad una rovinosa caduta dalla sedia, tolta inaspettatamente da dietro il suo sederone da un birbante Hanry.
– Tesoro! Non è stato un bello scherzo, sai che Betty sta soffrendo molto per la sciatica in questo periodo. Una caduta così, per quanto divertente possa essere a guardarla, per lei non è stata piacevole, anzi può averle danneggiato ancora di più la gamba malata.
– Mamma io non ci avevo pensato, mi era sembrata una cosa spiritosa, ma quando ho visto che non riusciva a rialzarsi per il dolore, me ne sono pentito, ho cercato di aiutarla a rimettersi su, ma le sono caduto addosso! Mi sono scusato e lei poverina non mi ha neppure rimproverato, mi sono sentito proprio uno stupido.
– Non sei stupido ed il fatto che ti sia sentito in colpa è segno che la tua coscienza aveva iniziato a capire l’errore.
– Comunque sai mamma! Quando Betty è caduta è finita a gambe all’aria, sapessi che mutandoni grandi ha sotto quella gonna! Ci verrebbe un vestito intero per Anny! Lì ho proprio riso, ma ora mi dispiace veramente di quello che ho fatto!
 
 Emma immaginò la scena. Effettivamente un capitombolo di quel genere poteva essere veramente comico. Ma data la mole di Betty anche pericoloso.
 
- Non farlo più amore mio. Ora mangia i biscotti che Betty ha preparato per te. Come vedi ti ha perdonato. Cerca di farti ben volere e mostrale più gentilezza. È una persona buona e ti vuole molto bene.
 
Qualcuno bussò alla porta, era Belle che veniva a dare il buon giorno al suo allievo preferito.
– Dopo i biscotti vai con Belle nelle cucine e finisci la colazione con un bel bicchiere di latte. Io ora scendo in giardino da padre Benny, più tardi ti devo dire delle cose importanti.
 
 Si scambiarono un altro abbraccio e lasciato suo figlio a Belle, Emma scese a cercare il vecchio frate.
 
Il giardino botanico della rocca occupava una vasta area di forma quadrata, recintata da un alto muro. Da anni Emma ed il Frate vi coltivavano varie specie di erbe medicinali che, grazie alle tecniche di conservazione del religioso, venivano da lui trasformate in tisane, sciroppi, unguenti, pomate o addirittura pastiglie, grazie al piccolo laboratorio chimico che Emma stessa gli aveva voluto far costruire.
 
Padre Benedictus Dotto era un frate Benedettino. Era nato affetto da nanismo, ma compensava la brevità delle sue gambe con un grandissimo ingegno. Non era facile attribuirgli un età, era sicuramente molto anziano e la sua barba canuta con i radi capelli, contribuivano a conferirgli l’aspetto del vecchio saggio. Veniva da una singolare penisola che si trovava nel bacino del Mar Mediterraneo, una terra pregna di storia, cultura, arte e paesaggi meravigliosi. Sulle carte geografiche era rappresentata come un perfetto stivale ed Emma trovava che fosse un paese che già per la forma parlava di eleganza, originalità, affettività e bontà. Purtroppo era un paese non ancora Nazione e chissà se mai avrebbe raggiunto l’unità. Era spezzettata in tanti staterelli e ducati, molti di essi gestiti da gente straniera che rubava i tesori di quella fertile terra, rendendone gli abitanti muti servi che stentavano a sopravvivere alla fame e alle malattie. Lei chiamava quel paese Italy, Fra Benny la chiamava sempre con il nome dato dalla sua melodiosa lingua madre: Italia.
 
 Aveva un accento particolare Fra Benny. Pur parlando correttamente l’inglese ed altre lingue, quando pronunciava una C dura tendeva spesso ad aspirarla. Egli diceva che ciò era dovuto al dialetto della sua città, veniva dal Ducato di Toscana, era nato nella meravigliosa capitale: Firenze. Quando raccontava della sua patria e descriveva le meravigliose opere artistiche, di cui Firenze sembrava il centro principale, ad Emma sembrava di poter toccare il liscio marmo del Davide di Michelangelo o il bronzo brunito del Perseo di Cellini, mentre fiero mostrava al mondo la testa mozzata di Medusa. Aveva viaggiato molto nella sua vita il vecchio Frate. Aveva ricevuto gli ordini in un’antica Abazia che si trovava su un monte circondato da colline disseminate di verdi campi, come si chiamava? Ah si! Montecassino. Quell’abazia possedeva una biblioteca ricchissima di manoscritti. Grandi libri formati da pergamene vergate a mano da attenti frati che, nella loro regola di “orare et laborare”, conducevano la loro esistenza lodando il Signore e occupandosi di tramandare il sapere attraverso quelle meravigliose opere miniate, vivendo nella povertà e semplicità, data da una vita bucolica. Emma conosceva quei maestosi volumi. Padre Benedictus ne aveva portati alcuni con se. Quante volte Emma li aveva esaminati con lui, per trovare rimedi naturali per combattere le malattie che infettavano  periodicamente il suo popolo!
Il buon frate conosceva Emma fin dalla sua nascita, era stato lui ad aiutare White Margaret a partorire, essendo, oltre che un grande studioso di botanica, un esperto cerusico. Emma lo ricordava da sempre così, come lo vedeva adesso, con la pelle rosea grinzosa, le spesse sopracciglia bianche ad ombreggiare due vispi ed intelligenti occhi chiari, il sorriso sulle labbra ed un’espressione paciosa.
Lo trovò che armeggiava non tra le piantine appena travasate, bensì alla voliera dei piccioni, che si trovava nell’angolo opposto del giardino, di ridosso all’alto muro di cinta. Li aveva addestrati lui stesso ed aveva insegnato ad Emma come trattarli per renderli fiduciosi e fedeli.
Lo sentì che parlava amorevolmente con quelle creature pennute, prendendoli uno alla volta delicatamente, carezzandogli la schiena e rimettendoli poi nella loro gabbia. Aveva già distribuito una parte di becchime e ad ogni colombo, che riponeva, poi ne dava individualmente dell’altro. Serviva per ricompensarli della fiducia mostrata nei suoi confronti e per insegnar loro che lui era l’amico da cui tornare. Si tornare! Poiché, quelli erano piccioni viaggiatori e il bravo prelato li usava per provvedere alla comunicazione con gli elementi della rete che Emma era riuscita a creare.
– Padre Benny, sono tornata!
– Figliola eccoti! Allora sei riuscita a reclutare il Capitano Jones?
– Si! È andato tutto secondo i nostri intenti, ma partiremo prima del previsto, questo sabato.
– Così presto?
 – Sembrerebbe che il Pirata abbia finito prima del previsto la manutenzione alla nave e i suoi affari.
– Lo chiami Pirata ormai! Non è più il tuo Tenente Killian Jones? – Rise divertito il monaco.
– Non è mai stato il mio niente Fra Benny! Se ti riferisci alle mie fantasticherie di ragazzina che ti ho confessato anni fa, beh ora sono passate da un pezzo!
– Uuuh! Come ti scaldi piccola mia! Lo so che non lo avevi neppure visto in viso. La cosa fu singolare, visto l’effetto che comunque ti ha fatto per un bel pezzetto!
– Che vai blaterando?
– Emma! Figliola, mi vuoi dire che ora che lo hai conosciuto non ti ha provocato turbamenti di sorta?
 Emma si vergognò di se stessa, per quello che effettivamente aveva provato. Distolse lo sguardo arrossendo leggermente. Frate Benedictus captò il segnale e sorrise.
– Sai Emma, le persone, come tutto ciò che Dio ha messo su questa terra, creano dei campi magnetici e trasmettono onde come le onde del mare provocate dal vento. Quando si entra in qualche modo in contatto,  che sia visivo o anche semplicemente per una vicinanza spirituale, capitano dei fenomeni di attrazione e quando è così, se l’attrazione è sentita molto forte da uno, molto facilmente è sentita allo stesso modo anche dall’altro. Non voglio sapere cosa hai sentito e se hai sentito qualcosa per lui. Ti voglio solo mettere in guardia. Ho sempre pensato che quel giovane Tenente che venne a palazzo dai tuoi genitori, fosse entrato nel tuo campo magnetico e tu nel suo ... Ma posso aver sbagliato …
 – E’ stato molto galante ed educato con me, un vero gentiluomo. Non so cosa lo ha indotto a diventare un feroce pirata.
– Emma, un uomo può scegliere che tipo di uomo voler essere. Jones è cresciuto tra buoni principi, ha avuto un’ottima educazione. Sa come comportarsi, di sicuro. Non conosco la sua indole. Quella non cambia mai. Se in lui c’è del buono, resterà anche se è diventato un pirata. Se in lui c’è malvagità, la mostrerà anche se dovesse essere apparentemente il più nobile degli uomini.
– Non lo so Padre! Ma io ho sentito di potermi fidare di lui da subito, non sono in grado di spiegartelo. I suoi occhi … parlano per lui e mi sembra di leggervi dentro …
- Già lo specchio dell’anima! - Disse a bassa voce il prelato, poi preferì cambiare discorso, preso da un presentimento nei confronti di Emma e del Capitano Jones.
– Gli hai detto della necessità di portare con te i piccioni?
– Si, anche questo è stato inserito nel contratto, mi ha detto che li potrà tenere sul ponte di comando, in un punto arieggiato e facile da igienizzare.
– Si, l’igiene è importantissima, lo sai!
– Lo sa anche lui. Ho notato che è un uomo che ci tiene alla precisione e alla cura di sé.
– Come vedi ciò che si impara, profondamente, non viene abbandonato!   
Emma sorrise ripensando alla sua prima visita al Capitano sulla Jolly Roger.
– Il mio bagaglio è già alla taverna di Angus, devo prendere la spada ed il pacco che mi dovevi preparare. È pronto?
 – E’ tutto pronto, ti ho aggiunto anche diversi sacchettini di cacao, ti conforterà e potrà avere anche altre utilità, come tu sai. Hai studiato bene la fisionomia del Rubeus Noctis?
– Certamente! Spero in questo viaggio di poter trovare notizie su  dove cercarlo, i tuoi tomi ne parlano in modo approfondito ma sul luogo sono rimasti così generici riguardo alla costa tra le due Americhe! Potrebbe essere ovunque!
– Se tu riuscissi a trovarlo sarebbe una grande fortuna, è l’additivo necessario per la miscela di guarigione che stiamo creando. Comunque, non dovessi riuscirci, ce la caveremo con i soliti rimedi, l’importante è che tu riesca a trovare gli alleati di cui abbiamo bisogno.
 – Intanto tra tutto questo abbiamo una bella notizia! – Gli disse ad un certo punto Emma
–  Quale?
– August finalmente si è dichiarato a Belle e lei ha ammesso di ricambiarlo! Dovrai prepararti a celebrare un bel matrimonio cattolico, tra breve!
– Si, li ho visti l’altra sera che passeggiavano in giardino … Sono preoccupato per Belle. È ancora molto fragile. Tu sai cosa ha passato. Pensi che ne abbia parlato con il suo futuro sposo?
– Non lo so, ma temo di no. Ha subito un forte trauma, lo farà approfondendo la fiducia nei confronti di mio fratello e lui riuscirà a capirla, ne sono sicura.
 
Emma rivolse un ultimo sorriso di assenso al monaco prima di rientrare a palazzo, ma lui la fermò.
– Poco fa ho visto Neal. È venuto da me sanguinante e con il naso rotto. Ho risistemato la frattura ma ha la faccia completamente livida per il sangue pesto. Ricordati quello che ti ho detto prima, riguardo alle persone ed al loro magnetismo. So cosa è successo tra te e tuo marito. Tu pensi che non ti ami ed effettivamente hai sofferto a causa sua, ma io so che ti ama teneramente da quando ti ha conosciuta. Se puoi, dagli ancora una possibilità e se lui riuscirà a non deluderti, potrai portare con te, in questo viaggio, qualcosa che ti aiuterà a mantenere salde le tue promesse matrimoniali, va ora, non posso dirti altro.
 
Emma lo guardò interrogativamente, cosa le stava suggerendo Frate Benedictus? Doveva mettere da parte il suo orgoglio? Non sapeva se ne sarebbe stata capace. Restando con i suoi dubbi, girò sui tacchi e rientrò. Doveva ancora parlare a Neal della prossima partenza e voleva passare il tempo restante con suo figlio. Il monaco la guardò allontanarsi. Lui custodiva i segreti del cuore di Emma, ma anche di Neal, di Belle ed August. Sapeva come interagivano e ne conosceva le motivazioni. Non poteva rivelare l’un l’altro quello che i loro cuori celavano, ma poteva aiutarli a trovare dei punti d’incontro.
 
 
Trovò il marito nel salotto del suo appartamento, seduto, sprofondato in una poltrona, stava bevendo del brandy già a quell’ora. Il volto era tumefatto, l’edema partiva dai lati del naso, deformandone la fisionomia. La vide e distolse lo sguardo, alzando il calice di cristallo verso le labbra e ingurgitando il liquido velocemente senza sentirne neppure il gusto.
 
– Se ti fa male, credimi, fa più male a me per averlo dovuto fare!
 
Neal non rispose. Lei continuò a parlargli, raccontandogli degli accordi con Jones e della prossima partenza. Neal sembrava concentrato sul contenuto del bicchiere che teneva in mano e non ribadiva a nulla di quanto Emma stava dicendo. Appena lei finì la comunicazione, rimase a guardarlo, aspettandosi una qualche risposta. Neal si alzò, posò il bicchiere sul tavolo, si voltò verso la finestra, scostò la tenda e guardò fuori dal vetro chiuso, le dava le spalle, Emma odiava questo modo di fare. All’improvviso, mentre lei rassegnata stava per andarsene, Neal in un sospiro le disse, ancora gli occhi alla finestra:
- Stai per correre incontro a gravi pericoli, nonostante l’importanza di ciò che fai, io non voglio che tu vada, ma so che non riuscirei a fermarti. Ti chiedo solo di farmi un favore …
 
- Cosa?
 
– Torna sana e salva da me Emma!
 
Non riuscì a voltarsi verso di lei, non voleva mostrarle ancora una volta quanto era debole. Non voleva mostrarle i suoi occhi castani che iniziavano a lacrimare.
Emma rispose che sarebbe tornata, si voltò verso la porta di legno intarsiato e andò da suo figlio che sicuramente era in biblioteca con Belle.
 
Dovette parlare anche con il piccolo del viaggio così vicino. Hanry reagì molto bene. Era già da un po’ che la madre lo stava preparando a quell’evenienza ed ora il momento di partire era giunto. Avrebbe lasciato la rocca il giorno seguente per passare la notte della partenza alla locanda di Angus, era la cosa migliore per farsi vedere arrivare come Lady Barbra e non destare sospetti.
 
 
 
Captain Hook aveva trovato quello di cui aveva bisogno, il pomeriggio gli recapitarono quanto aveva richiesto. Due dei suoi uomini scesero dal carretto dell’emporio una tinozza da bagno, nuova di zecca, percorsero la passerella facendo attenzione a non farla cadere, sotto gli occhi vigili del loro Capitano. Ebbero qualche piccola difficoltà ad introdurla attraverso la porta dell’alloggio predestinato, ma con qualche imprecazione alla fine la deposero ai piedi del piccolo letto che avrebbe ospitato la loro passeggera. Killian rimase solo in quella stanza, sull’uscio, appoggiato con la spalla allo stipite della porta. Tutto era in ordine e pronto … no forse mancava un piccolo dettaglio … avrebbe provveduto quella sera. Guardò la tinozza volta con la sponda più alta verso la porta, immaginò una donna che vi faceva il bagno. Vide le sue spalle candide poggiate alla sponda più alta, la testa che reclinava all’indietro, poggiandosi sul bordo e lunghi capelli biondi che arrivavano quasi sul tavolato, appena cerato, del pavimento. Sgranò gli occhi a quella fantasticheria.
 
– Bloody hell! Devo smettere di sognare ad occhi aperti, possibile che quella ragazza dopo tutti questi anni è ancora nel mio immaginario?! Basta! Dopodomani la donna che sarà qui, non sarà un fantasma!
 
Chiuse la porta arrabbiato con se stesso e si infilò nella sua cabina, doveva rivedere gli ultimi dettagli della rotta.
 
 
 
Emma e la sua famiglia pranzarono come loro solito insieme, a parte Neal che non voleva farsi vedere da Harry. Cosa gli avrebbe detto di fronte alla sfrenata curiosità di quel piccoletto? Il resto del pomeriggio trascorse serenamente e la sera, quando fu il momento del bagno per il bambino, fu lei ad accudirlo, come di solito amava fare.
 
Hanry giocava nella tinozza, immerso nel calore dell’acqua che evaporava in volute umide espandendosi nella stanza. August gli aveva scolpito con il  legno un cavalluccio marino, un pesce ed un anatroccolo. Era il suo hobby preferito, una passione che aveva ereditato da suo padre Sir Marcus. Hanry non faceva il bagno se non immergeva con sé quegli oggetti e si divertiva a farli galleggiare e a schizzare sua madre, finendo poi anche lei bisognosa di farsi un bagno. Riuscì a calmare quel temperamento vivace, ad insaponarlo e finalmente risciacquarlo. Harry continuava a far interagire i suoi giocattoli, inventando per loro ruoli che nulla avevano a che fare con le loro sembianze. Emma sorrideva ad ascoltarlo ed il suo cuore già sentiva la nostalgia di quei momenti, all’idea di partire. Avvolto nell’asciugamano di pesante lino bianco, bordato di merletto, lo prese in braccio e lo mise in piedi sulla sedia vicina alla tinozza. Lo sfregò delicatamente, per asciugarlo dalle gocce d’acqua che tracciavano rigagnoli sulla sua tenera pelle di bimbo. Gli depose un bacino sul petto all’altezza del suo purissimo cuore, lo abbracciò forte ed il piccolo ricambiò con tutto l’affetto di cui era capace. Gli diede altri piccoli bacini sulla spalla, lì dove sulla pelle di Harry si disegnavano quattro piccole macchioline di un marroncino chiaro, l’unica imperfezione di quella pelle perfetta.
 
– Mamma mi racconti una favola prima di addormentarmi?Non ci sarai per un po’ … chi mi racconterà …?
 
 – Tesoro mio, papà ti potrà raccontare tante favole, è bravissimo lo sai. Belle poi ne sa più di me, si occupa della nostra biblioteca e per le storie ha una grande passione e c’è, se vuoi, anche zio August, con storie di cavalieri e dame in pericolo, ne sa tante anche lui, qualcuna è anche vera! Comunque! Dimmi che favola vuoi che ti racconti?
 
 – Una che parli di pirati, sono i miei preferiti!
– Perché ti piacciono tanto i pirati?
 
– Perché sono uomini coraggiosi, disprezzano il pericolo, sono liberi di viaggiare per il mare e fare ciò che vogliono! Da grande anche io vorrei una nave e andarmene in giro come un pirata. Sarò il coraggioso capitano di una nave pirata!
 
– Piccolo, per quanto ti possano affascinare i pirati, sai che sono ricercati dalla legge? Depredano e saccheggiano, non sono un modello di virtù.
 
– Ma io non voglio essere un pirata così, io voglio essere un Corsaro. Attaccherò i nemici che vogliono fare del male alla mia famiglia e alla nostra gente mamma!
 
 Emma pensò ad una frase che le aveva detto Padre Benedictus quella mattina
 
 – L’ indole di un uomo si manifesta in ogni circostanza, a prescindere se sia un pirata o un nobiluomo. Hanry ha un’ indole buona e generosa, saprà scegliere che tipo di uomo voler essere.
 
Prese il libro di favole che sua madre aveva regalato ad Hanry al suo terzo compleanno. Un grosso volume rilegato in pelle e scritto a mano come uno dei libri di Fra Benny. Hanry non se ne separava mai, lo sfogliava e guardava le figure dipinte e tracciate talmente bene da far sembrare vivi i personaggi. A volte parlava di loro come se fossero persone reali e attribuiva ai suoi familiari i ruoli che ne leggeva. Emma per lui era la principessa de “ L’ incantesimo del lago ”, una incantevole principessa dai lunghi capelli biondi, trasformata in un candido cigno da un mago crudele, che con i raggi della luna riprendeva le vere sembianze, fino a che il suo amato principe la salvava con il bacio del vero amore e con il sacrificio più grande. Emma immaginava che Hanry avesse facilmente associato i suoi capelli biondi ed il suo secondo nome, Swan, a quella favola.
Sfiorò la scritta dorata sulla copertina, diceva: “Once upon a time …”, trovò una favola su un eroico pirata e la lesse finché non vide suo figlio addormentarsi. Gli rimboccò la coperta di lana blu e decise di fare anche lei un bagno prima di andare a dormire.
 
L’acqua nella tinozza le scaldò le membra, si appoggiò con le spalle allo schienale, facendo ricadere i lunghi capelli dorati fuori dal bordo. Mentre poggiava la testa, un pensiero le attraversò improvvisamente la mente:
 
- Chissà se Killian da piccolo sognava di diventare un pirata?
 
A quel pensiero ebbe la sensazione di averlo evocato, si sentì addosso i suoi occhi penetranti che la osservavano, fu una sensazione così reale che, istintivamente, portò la schiuma soffice che galleggiava sull’acqua, verso il suo seno nudo, per coprirsi e nascondersi al suo sguardo. Rimase costernata per i suoi stessi pensieri, si sbrigò ad uscire dall’acqua, si asciugò, infilò la camicia da notte di lino e si infilò a letto.
 
 Non riusciva a dormire, possibile che continuava a tornargli in mente? Lì alla taverna la sera prima, quando sembrava voler salire da lei e poi se ne era andato inviandole un bacio con la mano. Se fosse salito? Lo immaginò salire velocemente le scale, lei che apriva la porta camminando all’indietro e lui che la prendeva per la vita baciandola con foga e passione.
 
 – No! No! Decisamente non ci siamo! Dopodomani sarò con lui sulla sua nave, devo darmi un contegno. Sono una donna sposata e devo seguire il consiglio di Fra Benny. Ho un marito, mi ha chiesto di tornare da lui. È l’ultima notte che gli sono vicina, è a lui che devo i miei pensieri.
 
 
Si alzò velocemente, si tolse la camicia da notte restando nuda, poi infilò la vestaglia e uscì dalla sua stanza per dirigersi verso quella di Neal. Non bussò, la stanza era aperta e lui sveglio era sdraiato nel letto a baldacchino con le braccia incrociate dietro la testa. Rimase ad occhi sbarrati per la sorpresa, a bocca aperta, incapace di dire qualsiasi cosa, ma aveva capito … Emma, in piedi davanti a lui, aprì l’unico indumento che indossava e lo fece cadere a terra. Neal deglutì vistosamente, emozionato e commosso.
 
– Sono tornata da te. - Gli disse semplicemente.
 
 Si mosse verso di lui sensuale, scoprì le coperte e si sporse sopra suo marito. Sapeva leggere nei suoi occhi, vi vide gioia, ammirazione … amore? E poi vide il suo terrore! Neal non reagiva, nonostante la accarezzasse con dovizia e nonostante lei lo aiutasse con le sue carezze più intime. Le tornò in mente la loro prima e unica notte. Cosa stava succedendo? Neal ora aveva gli occhi umidi.
 
 - Perdonami Emma! Sei troppo per me, se meravigliosa … non ci riesco …
 
Neal, l’ennesima delusione per lei, come?! L’aveva tradita in mille modi e con lei … non riusciva?! Non poteva crederlo, la stava rifiutando?! Dopo tutto quel tempo e tutte le chiacchiere di quella mattina, su ciò che gli era dovuto, la rifiutava?! Era la sua vendetta? Non aveva bisogno di lui! Anzi non aveva bisogno di nessuno! Aveva cose più importanti da pensare, non certo ad un codardo come suo marito ne ad un affascinante pirata e poi chi aveva detto che era affascinante? Semplicemente era un altro maledetto damerino. Ne aveva abbastanza di uomini così! Uscì dal letto senza degnarlo di uno sguardo, si rimise la vestaglia e, con passo deciso ed evidente rabbia, uscì battendo la porta di quella stanza. Si era umiliata abbastanza. Mai, mai più se lo sarebbe consentito!
 
 
 
Note dell’autrice
A tutti coloro che mi stanno seguendo e a tutti quelli che questa sera avranno una crisi d’astinenza da Once upon a time, eccovi un piccolo regalo per passare la serata.
Grazie ancora a chi ha recensito, non siete tanti, ma vedo che parecchi lettori seguono in silenzio. Spero che questa storia vi stia appassionando poiché avrei intenzione di farvi anche un regalo di Natale. Fatemi sapere che ne pensate. Un saluto speciale a Kerry e Gio.
Vostra Lady Lara
 
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Lady Lara