6.
Digitalis Purpurea
Non ho
mai avuto così tanta paura come in questo momento.
Sapete,
ovvio che lo sapete, vi parlo di me da molto tempo ormai e chi mi conosce, sa
che io non sono una persona che ama spiattellare i fatti propri con chiunque ma
voi mi ispirate fiducia.
Penso
che non mi abituerò mai a questa situazione. D’altronde, chiunque direbbe che
non è facile. No, non è fottutamente facile!
Harry mi ha aperto gli occhi, in un certo senso. Infondo io sono stato la sua
nemesi per anni e lui la mia. Ora invece è qui a prendersi cura di me e
davvero, non avrei mai pensato che ne fosse stato in grado. Mi spiego meglio,
Potter è in grado di tenere a bada un esercito di Mangiamorte, fronteggiare il
Signore Oscuro ma è sempre stato un imbranato in quanto rapporti sociali. D’accordo,
ha il complesso dell’eroe, su questo non c’è dubbio, ma guardate bene - tanto perché
mi piace essere masochista ed usare termini come guardare, osservare e altri
sinonimi che chiedono l’utilizzo della vista – è diventato meno imbranato, - e non negatelo – e molto più..come
dire..non trovo un vocabolo corretto ma malleabile, penso si avvicini molto a
ciò che voglio capiate.
Questa esperienza ha fatto bene e male ad entrambi. Ho iniziato ad essere più
positivo, infondo, il tempo sistema tutte le ferite del corpo e dell’anima. E
poi senza guardare il bicchiere mezzo vuoto, devo dire che le mie nuove
capacità non mi dispiacciono. Avere degli “ultrasensi” non mi dispiace. Per una
volta, non mi dispiace essere diverso dagli altri, avere qualcosa che non ha nessun
altro.
Ho
paura.
Ho una paura fottuta.
Perché Piton viene proprio ora a lanciare le sue novità come se fossero un’Atomica?
Mi chiedo se abbia pensato un po’ – anche se ne dubito – ai miei sentimenti.
Facciamo
una piccola premessa. Da quando ho perso la vista, sono diventato molto più
timoroso di ciò che non è me ed Harry, anche se a volte mi sento intimorito
anche da lui. Impossibile vero?
Sono un bravo attore ovviamente. La maggior parte della mia vita ho recitato
una parte ma quando accadono eventi di questo genere, non riesci più a fingere
e devi effettivamente gettare la maschera e scendere dal palco.
Ora,
ritornando a noi e a me, la nuova Hiroshima su cui Piton aveva sganciato la sua
Atomica senza preavviso. Avevo
finalmente deciso di uscire dalla mia stanza e scendere a lezione. Harry era
talmente eccitato che iniziavo a dubitare del suo stato d’eccitazione nei
momenti in cui scopavamo. Non lo avevo
mai visto così su di giri. Evidentemente
aspettava questo giorno da mesi, anche per lui era stata dura, vedermi
rintanato nel mio pozzo senza fondo, da cui non volevo uscire.
“Ho trovato un rimedio”
Erano state le parole
di Piton.
“Come ha trovato un
rimedio??” chiese d’istinto Harry che aveva
la mano stretta nella mia. La sua pressa si fece più ferrea.
“Seguitemi” disse ancora il professore di Pozione guardando poi Draco. Il
biondo aveva una espressione pietrificata.
Harry si mosse per fare un passo ma sentì che Draco non aveva intenzione di
muoversi. si volse verso di lui guardandolo impensierito da quel blocco
momentaneo.
“Draco? Vieni”. Draco però aveva una strana espressione in viso, piuttosto
intimorita.
“Ehi Draco, che succede?” domandò ancora il moretto che gli passò una mano sul
viso con fare istintivo, fregandosene altamente di chi era li e li guardava. Draco
emise un respiro profondo.
“Professore!” Chiamò Harry verso Piton. “Arriviamo a breve”.
Draco era sempre
immobile, non voleva muoversi dalla sua posizione, come se fosse stato
inchiodato al terreno.
“Harry..”. Il moretto guardò il biondo
chiamarlo e gli sorrise capendo al volo cosa gli stesse succedendo. Aveva
paura.
“Stai tranquillo. Se Piton ha trovato una contro-pozione, potrai tornare ad
essere te stesso”
Te
Stesso.
Draco non mutò la sua
espressione ansiosa. Voleva tornare ad essere quello di prima? E poi, tra l’altro,
ci sarebbe davvero riuscito? Voleva davvero tornare ad essere sé stesso?
“Si, hai ragione Harry”. Non era per nulla sicuro della sua scelta.
“Forza andiamo..” lo
rassicurò Harry pensando di aver risolto quella piccola preoccupazione nel volto
del biondo. Ma Draco, rimaneva sempre un bravo attore.
La strada per lo
studio di Piton non glie era sembrata così breve. Eppure era nei sotterranei.
“Entrate” parlò il
professore da dentro la stanza, una colta che Harry ebbe bussato.
Draco si andò a
sedere su una delle poltrone davanti alla scrivania, Harry al suo fianco in
piedi.
“Professore ha trovato una contro-pozione?” chiese Draco riacquistando, dopo
minuti che pareva una statua, la capacità di parola.
“Per averla trovata,
l’ho trovata signor Malfoy ma non ho modo per sperimentarla” disse Piton mentre
ritornava dalla sua dispensa privata di pozioni.
“Cosa vorrebbe dire di preciso?”domandò stavolta Harry non capendo a pieno le
parole del professore. Piton rivolse al
Grifondoro uno dei suoi sguardi arcigni e tetri.
“Vuol dire Potter che Malfoy potrà prenderla questa pozione ma a suo rischio e
pericolo. Ora prima che vai in escandescenza come sempre, quando si parla di
Malfoy, sarò più chiaro. gli antidoti vengono prima testati e poi utilizzati.
Questa pozione..” indicò la piccola beuta che aveva tra le mani e che appoggiò
sul tavolo “Non è stata sperimentata, e non conosco gli effetti che potrà avere
sul corpo di Malfoy. Ora ti è tutto più chiaro?” fece con un tono acido e
sprezzante in fine verso quello che per lui era uno dei ‘peggiori incubi’.
Harry emise un’espressione
contrariata verso il professore per poi scendere a guardare Draco che non aveva
più proferito parola ed era rimasto zitto in silenzio ad ascoltare. Anche Piton guardava Draco. Il biondo era
pensieroso, non per il fatto che conosceva zero effetti ma per perché non era
più molto sicuro di voler tornare a vedere.
“Signor Malfoy non ho
tutto il giorno per aspettare che lei decida cosa fare” gli parlò chiaro e
tondo – e anche cinico – il professore.
“Certo che lei è meno
gentile di un Folletto della Cornovaglia!” esclamò Harry stufo marcio di quel
comportamento menefreghista da parte di Piton. Era o meno il padrino di Draco?
“E lei Potter
dovrebbe imparare a tenere a freno quella lingua che si ritrova”. Draco a
quella frase, presa ovviamente in un altro senso, scoppiò a ridere come un
matto cogliendo così l’attenzione massima da parte di entrambi gli altri due
presenti nella stanza.
“La prego no, non gli dica una cosa del genere,
glie la lasci dove si trova e con tutti i suoi movimenti”. Harry afferrò
subito il senso della frase e divenne di un colore prossimo al rosso pomodoro,
mentre Piton assunse un’espressione schifata.
“Tenga i suoi pensieri per sé Malfoy, vorrei fare sogni tranquilli questa notte
e non incubi!”.
questa volta fu il turno di Harry a ghignare ma senza farsi vedere dal
professore.
“E’ un problema per lei se porto la pozione nella mia stanza? Preferisco
pensarci sopra” concluse Draco alzandosi e allungando la mano a prendere la
pozione. sapeva benissimo da che parte del tavolo si trovava, come se la
vedesse veramente.
Poi alzò il viso verso il professore. “Se le fanno ribrezzo i miei pensieri,
eviti di leggerli la prossima volta”. Draco vedeva l’espressione di Piton, o
meglio, sentiva gli spostamenti del suo viso e da quelli capiva le sue
espressioni facciali.
Harry, rimasto a fianco del biondo osservava la pozione. “Con cosa è fatta?”
chiese d’istinto incuriosito dal colore rosa acceso.
Piton volse lo sguardo verso Potter come se non fosse uscita da lui una domanda,
tanto inerente, alla materia Pozioni.
“Pozioni. Tomo secondo.
Sezione preparazione erboristica. Digitalis Purpurea” spiegò burbero come
sempre e con le mani incrociate al petto.
Draco emise una
piccola risata per quella sottointesa affermazione di Piton verso Harry, come a
dire ‘studia Pozioni capra ignorante’.
“Arrivederci” sibilò Harry affrettando il passo verso la porta. Draco salutò
Piton con un tono che indicava la sua gratitudine e il suo interesse per la
cosa. Harry non lo sapeva ma Severus si era messo al lavoro fin da subito. Però
per trovare una contro-pozione, occorreva parecchio tempo e soprattutto
pazienza.
Ad ogni modo il biondo, nonostante la gratitudine verso il suo padrino, non
aveva dimenticato i propri dubbi sul tornare a vederci. Draco non è che non
voleva, per carità! Ma effettivamente si stava abituando a tutta quella
situazione, la sua vita ora stava prendendo una piega che per una volta,
riusciva a gestire da solo.
“Dray, cosa vuoi fare
ora?”
Draco perso tra i suoi pensieri e preso a rispondere a qualche saluto o a
qualche cenno che percepiva venire verso di sé, dagli altri studenti, non sentì
le parole di Harry.
“Draco?” lo chiamò ancora il moretto voltandosi verso di lui. Era la prima volta da quella mattina che non
camminavano tenendosi per mano. Harry credeva che l’avere un contatto con
Draco, desse sicurezza al biondo, invece ora, sembrava essersi ambientato da
solo.
“Cosa? Hai detto qualcosa?” . Harry sospirò.
“A cosa pensi?” gli chiese subito dopo il Grifone vedendolo perso tra i suoi
pensieri. Come se dovesse capire a cosa Draco stava pensando.
“Un po’ a tutto. La
situazione mi ha lasciato molto di sasso.”. Harry aspettò alcuni attimi per
chiederglielo.
“Senti..cosa hai intenzione di fare?” chiese poi mentre camminavano nel
corridoio, vicino alle scale per salire verso la Sala Grande. Draco parve
indeciso.
“Non saprei…cioè ho desiderato tanto per questi mesi ritornare a vedere. Ma
ora..”
“Ora..?” chiese Harry continuando a guardarlo.
“Ora non sono più sicuro di voler tornare a vedere di nuovo.” Si fermò all’imbocco
del corridoio che si affacciava sul cortiletto vicino alla biblioteca. Harry
ascoltò stupito quella confessione.
“Non fare quella faccia..”. Sorrise “E’ solo che mi sto abituando a questa
nuova situazione e devo ammettere che non mi dispiace il poter sentire tutte
quelle cose che prima non mi sarei mai immaginato di ascoltare. In un certo
senso mi piace poter ascoltare quando qualcuno sta arrivando riconoscendolo dal
suo passo, dal suo modo di muoversi o dal suo odore. Sentire la pioggia prima
che cada, percepire il vento ancora prima che mi soffi addosso. Sono sensazioni
che non avrei mai provato se non mi fossi trovato in una situazione come
questa. Ed ora sorridi Harry”
Harry infatti sorrise, sia per le parole che aveva sentito venire da Draco, sia
per la sua previsione riguardo al proprio imminente sorriso.
“Però allo stesso
tempo sono comunque preoccupato per quello che potrebbe succedere se tornassi a
vederci.”. La voce del biondo si fece più cupa.
“Cosa ti preoccupa?”. Fu Draco stavolta a sorridere mentre si avvicinava al
muretto e con un salto, tenendosi con le mani, ci si sedette sopra.
“Tornare a vedere vorrebbe dire, tornare ad essere quello di prima, essere di
nuovo immischiato nei progetti assurdi di mio padre e del Signore Oscuro, tornare
dalla mia famiglia e quindi primo fra tutti, tornare ad essere un Malfoy, ed io
sto bene come sto. Non mi è mai piaciuto così tanto, essere solo Draco, come in
questi pochi mesi. Tutto questo vorrebbe dire, tornare all’Inferno.”
Harry si era avvicinato a lui mentre lo sentiva parlare. Quelle parole venivano
davvero da qualcuno che non era lo stesso Malfoy che aveva avuto modo di
conoscere in quegli anni di scuola. Sembrava quasi un’altra persona. Quello era
il vero Draco Malfoy.
“Draco..” iniziò
Harry appoggiandosi con le braccia al muretto e guardando verso il cortile
vuoto.
“Io posso solo seguirti nelle tue scelte, posso consigliarti in quello che
credo sia più giusto fare ma la scelta devi farla tu. Qualsiasi decisione tu
prenda alla fine, avrai il mio appoggio, perché io non ti mollerò mai da solo. E
anche se questo è l’ultimo anno di scuola, non è detto che tu debba seguire le
orme di tuo padre solo perché potresti riprendere a vedere. Anche se tu ora
potessi vedere, non ti lascerei mai diventare uno di loro. Non ti lascerei mai
a nessuno, e so di essere egoista a volte pensando di avere un ascendente tale
su di te da non poterti mai fare andare via da me. “ Sorrise sedendosi anche
lui, con uno slancio, sul muretto.
“E’ proprio vero..” proferì questa volta Draco sorridendo amichevolmente verso
Harry che si era voltato verso di lui.
“Cosa?”
“Siamo cresciuti
entrambi in questi due anni” disse subito Draco. Era vero, erano maturati
molto, avevano smesso di farsi quegli scherzetti stupidi che ricorrevano tra
loro nei primi tempi della loro pseudo - relazione, dove Draco era Malfoy, il
Furetto ed Harry era Potter, lo Sfregiato.
“In effetti è molto tempo che non ti chiamo Furetto” buttò li Harry sapendo già
la risposta ma ridendosela comunque.
“Oh, Sfregiato sei simpaticissimo, devo dartene atto” lo sbeffeggiò anche Draco
ridendosela subito dopo.
Ci voleva effettivamente per entrambi un piccolo momento di ilarità. Ma si sa
sempre come vanno queste cose, dopo la tempesta, torna sempre la quiete.
Et
Voilà!
il
sesto capitolo!
Chiedo venia per l’attesa ç__ç
Penso si sia capito il motivo del titolo anche se ho fatto lacune ricerche su
alcune piante particolari per creare gli ingredienti per l’antidoto, ma non
voglio spoiler are nulla del prossimo cappy.
Due parole ancora su Draco e Harry. Questo capitolo è completamente diverso
dagli altri, cioè non è che è diverso ma prende i pg
sotto un aspetto psicologico più profondo rispetto agli altri. Draco in questo capitolo parla e agisce in
maniera molto profonda, come anche Harry
ma credo che lui , a differenza di Draco, si noti di meno. Del resto
questa storia è tutta incentrata su Draco e il suo problema.
Ed ora passiamo ai ringraziamenti.
Ringrazio
la Canzone ‘Samarcanda’ che mi ha ispirato per tutto il tempo della stesura di
questo capitolo.
Grazie alla Kry
e al suo Harry che mi hanno ispirato a scrivere questo cappy.
Per Alicesimone ecco
i futuri aggiornamenti che speravi, in ritardo ma ho la velocità e l’ispirazione
di un Bradipo a volte. Chiedo venia ^^
Per ShortMaggot soddisfatta
la tua curiosità?? Spero di si dato che mi sono qusi
prosciugata per scriverlo xD
Al
prossimo capitolo!
baci!
THE