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Autore: alone18    13/12/2015    0 recensioni
Le dieci sorelle Thompson sono costrette all'ennesimo trasferimento. Ma come verranno accolte dagli abitanti della cittadina di Wells?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Non ci pensare neppure papà. Non di nuovo." Esclamò indignata la sedicenne, fronteggiando il genitore ormai affranto. Incrociò le braccia in segno di protesta, lanciando un'occhiata truce all'uomo, che ormai non poteva fare più nulla per calmare una delle sue figlie. 
"Te lo scordi. Non puoi trascinarci in giro per il mondo solo per quel tuo stupido lavoro" Si impuntò. 
La situazione era abbastanza delicata, o almeno così la vedevano tutte e undici le ragazze di casa Thomson. Dopo l'ennesimo cambio di impiego di loro padre, erano di nuovo costrette a fare i bagagli per trasferirsi in una nuova città, e ricominciare una nuova vita, come se quella che si erano già creata potesse essere paragonata ad un libro, da chiudere e riporre sugli scaffali, pronti per scriverne un altro. 
La loro biblioteca era già formata da nove libri, che avevano avuto il potere di creare attorno a quelle ragazze una realtà fatta di bagagli, treni, aerei e viaggi continui.
"Serena, mi spiace. Non posso rifiutare questo lavoro, ci guadagneremo tutti. Potremmo stare in una casa più grande, con anche un giardino e —"
"Davvero credi che a noi importi di tutte quelle cavolate? Dio, papà" Lo interruppe, alzando le braccia al cielo e passandosi le mani nervosamente tra i lunghi capelli marroni "A noi non frega nulla di avere una camera più grande, o un parco con fontane e cavalli. Noi vogliamo fermarci in un posto da poter chiamare casa" Esclamò "Vogliamo poter dire di vivere in una città, fare quello che fanno tutti i normali adolescenti. Non vogliamo vivere tra scatoloni"
Dei passi interruppero il suo discorso, entrambi si girarono verso la porta della cucina per vedere chi stesse per entrare. La figura della piccola Ashley fece capolino dalla porta, affiancata da Lisa. La maggiore si scambiò un'occhiata con Serena, che sbuffò leggermente, capendo cosa intendesse la diciannovenne. 
"Lascia perdere papà. Tanto va sempre a finire uguale" Sbuffò, dando le spalle all'uomo e superando le due figure appoggiate allo stipite della porta. 
"Magari questa volta sarà meglio" La richiamò la voce calma di Elena, che probabilmente aveva sentito tutto il litigio, essendo seduta sul divano del soggiorno. 
"Fino a quando non dovremo fare di nuovo i bagagli e partire...." Borbottò, salendo le scale che portavano a quella che sarebbe stata la sua camera ancora per poche ore.

Serena finì di impacchettare anche l'ultimo scatolone, infilando la foto di famiglia sopra alla pila delle vecchie cose che si portava dietro ad ogni trasloco. Ognuna di loro aveva imparato a tenere sempre una valigia pronta dentro l'armadio, e a non comprare troppe cose, perché nel giro di qualche mese se ne sarebbero andate, e avrebbero dovuto lasciarsi dietro molte delle cianfrusaglie comprate. 
Il rumore di qualcuno che bussava alla sua porta, la riportò alla realtà, facendole spostare l'attenzione sulla figura alta della maggiore delle sorelle.
"Ti serve qualcosa Chrissy?" 
La castana scosse la testa, entrando nella stanza, e si sedette sul letto della più piccola, accavallando le gambe come faceva quando era leggermente preoccupata. "Elena e Lisa mi hanno detto del litigio..." Disse dopo qualche secondo "Stai bene?" 
Ricevette in risposta un sorriso stanco, prima che Serena la raggiungesse, sedendosi vicino a lei. 
"Si, credo di sì...." Disse, alzando le spalle e lasciando che lo sguardo vagasse fuori dalla finestra, tra le stradine affollate che presto non avrebbe più visto. 
"Voglio dire, non è che sia nuova la situazione, ma....boh, sai, speravo che magari questa volta sarebbe stato diverso...." Confessò, giocherellando con l'anello che portava al dito indice. Un signore si era fermato davanti al chioschetto di zucchero filato in fondo alla strada, e Serena restò ipnotizzata dai gesti del venditore, mentre si immaginava di poter vivere in un luogo per così tanto tempo da stancarsene. Era una cosa che aveva sempre desiderato, smettere tutti quei viaggi continui, e scegliere un posto da chiamare Casa con la C maiuscola, non quelle patetiche imitazioni di abitazione nelle quali passavano si e no tre mesi. 
Sentì la mano di Christina che si posava sul suo ginocchio, e riportò l'attenzione verso la ventiduenne "So che papà lo dice sempre, ma magari questa è la volta buona. Non era mai stato così entusiasta di un nuovo incarico e anche la mamma sembrava eccitata all'idea di andare a vivere in Inghilterra" 
Serena rise leggermente "Come fate tutte ad essere sempre ottimiste?" 
"Perché altrimenti la vita sarebbe uno schifo, Sere" Disse la voce di un'altra ragazza, che stava entrando in quel momento nella stanza "Anche noi odiamo trasferirci di continuo, ma almeno cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno" Aggiunse Mila buttandosi sul letto.
La sedicenne scosse la testa, spostandosi i capelli sulla spalla "Come farei senza di voi...." Scherzò, facendo ridere entrambe le sorelle. Si accasciò sul materasso, mentre Christina si alzava e rivolgeva la sua attenzione alla diciottenne. "Ti occupi tu della drastica pessimista?" Domandò, facendo l'occhiolino alla minore, che si accoccolò al fianco della sorella. 
Mila rise "Vai, ci penso io, tanto ho finito di impacchettare" Confermò, avvolgendo Serena con un braccio, mentre lei si appoggiava al corpo caldo della più grande. "Posso dormire un po'?" Chiese con il viso nascosto contro il maglione dell'altra, facendola ridere leggermente. 
"Dormi pure, ti sveglio se serve" Acconsentì, mettendosi un po' più comoda, e lasciando che Serena si accoccolasse al suo fianco, alla ricerca di un po' di calore. Tirò sopra di loro il plaid abbandonato ai piedi del letto, e appoggiò il viso contro il cuscino, prendendo con il braccio non occupato uno dei libri sparsi sul comodino. Lanciò un'ultima occhiata alla sedicenne, addormentata contro di lei, prima di immergersi nella lettura di Orgoglio e Pregiudizio.
   
 
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