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Autore: LadyElizabeth    05/03/2009    19 recensioni
Cosa potrebbe succedere se un bel giorno un attore di fama mondiale sbagliasse a mandare una mail?
E se la ragazza che la riceve, invece di ignorarla, rispondesse?

[...]
Era il messaggio di un ragazzo che non conosceva, che era convinto di aver scritto a sua sorella.
Le sembrava piuttosto tormentato.
Così, lei che aveva sempre avuto una innata passione per i casi difficili da risolvere, decise di rispondergli.
Tolse un ciuffo di capelli da davanti agli occhi e iniziò a digitare sulla tastiera.[...]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata a Stelly, 

colei che mi supporta e che inconsapevolmente mi ha dato lo spunto per questa storia.

Quando Orlando tornò a casa la prima cosa che fece fu sbattere la porta.

La seconda fu precipitarsi ad accendere il computer, regalo di sua sorella Sam per il suo compleanno.

Dopo l’ennesima litigata con Miranda aveva bisogno di sfogarsi e sapeva che con sua sorella, che non aveva mai amato molto l’attuale fidanzata dell’attore, avrebbe potuto farlo tranquillamente.

Si sedette sul divano col portatile in grembo ed iniziò a scrivere.

 

Cara Sam,

come va lì?

Qui Los Angeles è sempre la stessa: calda e movimentata.

Purtroppo anche Miranda è sempre la stessa…perché non riesce a capire che non deve intromettersi nel mio lavoro?

Tu pensa che oggi è persino piombata nella sala del provino per chiedere al regista se per caso gli avanzava una parte…che figura che mi ha fatto fare!

E quando ho tentato di spiegarglielo mi ha accusato di star rovinando la sua carriera con la mia gelosia…

Io geloso?

Quando sono io quello che può uscire solo con lei e dove dice lei, io che non accetto lavori che mi portino per troppo tempo lontano da lei quando invece lei se ne sta per un mese in Giappone!

Abbiamo litigato di brutto ma tornerà, lo so.

Torna sempre.

Perché tutto sommato le faccio comodo.

Forse avevi ragione tu.

Finchè ero lì a Londra ero “protetto”, ma qui a Los Angeles nessuno ci pensa due volte prima di fare ciò che più gli conviene.

Sono stufo.

Avrei bisogno di una pausa.

O di un bel film da girare.

O di amici veri.

Chissà, forse riuscirò a venire lì per Maggio.

Tu che ne dici?

Vorresti rivedere il tuo fratellone?

Ti voglio bene piccola.

Saluta mamma e papà.

Orli.

 

Soddisfatto, digitò l’indirizzo e-mail della sorella e inviò il messaggio.

Ora doveva solo attendere la sua risposta.

E chissà, magari nel frattempo sarebbe tornata Miranda.

 

 

 

Nello stesso istante, a Londra, una ragazza chiuse un pesante tomo e si alzò dalla scrivania alla quale era seduto.

“Per oggi basta studio! Non è vero Milly?” disse rivolgendosi alla gatta che la osservava sbadigliando.

Rise.

“Chissà cosa te ne importa a te! Mah…”

Mentre l’acqua per il the bolliva Charlotte accese il pc.

Una casellina segnalava un nuovo messaggio di posta.

“Magari è Alexis!” pensò.

Una volta pronto il the, si sedette per leggere la mail.

Che non era quello che si aspettava.

Era il messaggio di un ragazzo che non conosceva, che era convinto di aver scritto a sua sorella.

Le sembrava piuttosto tormentato.

Così, lei che aveva sempre avuto una innata passione per i casi difficili da risolvere, decise di rispondergli.

Tolse un ciuffo di capelli da davanti agli occhi e iniziò a digitare sulla tastiera.

 

 

 

Orlando si stupì.

Va bene che Sam usava molto il computer, ma che gli rispondesse dopo soli dieci minuti gli sembrava davvero strano.

Forse era successo qualcosa di grave.

Allarmato, alzò il volume della musica ed iniziò a leggere il nuovo messaggio ricevuto.

 

Ciao straniero!

Ok, suona troppo come un film.

Fatto sta che per me sei davvero uno straniero.

Credo tu abbia sbagliato indirizzo e-mail.

Io non sono tua sorella Sam.

Ti ho risposto per dirtelo, così magari non aspetti invano che ti risponda.

Ah…lasciati dire un’altra cosa.

Non so chi tu sia, però mi sembri piuttosto infelice.

Lo vuoi un consiglio?

Visto che è una mail non puoi dire di no, quindi te lo do in ogni caso.

Quando ti senti così devi andare dai bambini.

Prenditi una giornata di pausa e vai al parco.

Troverai tanti bimbi: unisciti a loro.

Giocaci a palla, a nascondino, segui i loro discorsi incomprensibili…alla fine starai meglio.

Perché i bimbi sono capaci di amare davvero.

Non hanno ancora conosciuto cose come la falsità, la cattiveria, l’egoismo.

Se tu passi cinque minuti con loro si apriranno a te completamente.

Sono capaci di amarti senza riserve.

E spesso i sorrisi che ti regalano, e che immancabilmente contraccambi, sono i più veri della tua vita.

Provaci.

E poi magari dimmi com’è andata.

Ciao.

 

Arrivato al fondo della mail Orlando si ritrovò a sorridere.

Non sapeva neanche il nome di colei che gli aveva scritto ma già gli sembrava fosse una persona speciale.

Dalle sue parole sembrava testarda, determinata e profondamente ottimista.

Proprio per questo decise di salvare il suo indirizzo e-mail.

Poi telefonò a Sam.

Era meglio non fidarsi dei computer!

Anche se lo sbaglio che Orlando aveva commesso non era poi così grave…

 

 

 

 

Salve straniera.

Non mi hai nemmeno detto come ti chiami.

Posso sapere il tuo nome?

Io sono Orlando.

Solo Orlando.

Non credo che ti interessi sapere nient’altro della mia vita.

E tanto non te lo dirò, perlomeno fino a quando non saprò abbastanza della tua.

Chi sei?

Dove abiti?

Ah, comunque…

Grazie per aver risposto alla mia mail.

Ho seguito il consiglio.

Ed ora mi ritrovo con una fidanzata vera più altre cinque baby mogli…

Avevi ragione sai?

Sono adorabili.

Anche se mi hanno fatto il solletico fino a quando non ho implorato pietà, anche se ho il naso gonfio per via di una pallonata, anche se ho dovuto prenderle in braccio fino ad avere le braccia a pezzi.

Ora però un consiglio voglio dartelo io.

Prova ad uscire stasera.

Mi sembri una ragazza troppo seria.

Magari chiama le tue amiche, provate i vestiti, o quello che fate voi ragazze prima di uscire, e poi vai a divertirti.

Sarà solo per una sera.

Domani tornerai tu.

Ma scoprirai quanto è più facile essere se stessi dopo una notte di follie.

Aspetto una tua risposta,

ci conto.

Orlando.

 

Orlando.

Orlando.

Charlotte lo ripetè più volte tra sé.

Era un bel nome.

Musicale, antico, come la letteratura che lei tanto amava.

E chissà perché, sentiva che lui aveva centrato in pieno il suo carattere.

Come cavolo aveva fatto a capire che era una ragazza introversa e riflessiva?

Una che usciva poco, che al liceo era chiamata secchiona ma che era anche molto corteggiata, una ragazza diventata adulta troppo in fretta.

In fondo lui aveva dimostrato di fidarsi di lei.

Aveva fatto ciò Charlotte gli aveva consigliato.

Perciò forse toccava a lei seguire le sue parole.

Sorridendo prese il telefono.

Doveva assolutamente chiamare Suze.

 

 

 

 

Ciao Orlando.

Come va?

Io ho un mal di testa tremendo.

Tutta colpa tua…

Ho seguito il tuo consiglio ieri sera, e mi sono presa una bella sbronza.

In effetti era da tempo che non bevevo così tanto.

Credo perfino di aver cantato al karaoke.

E credo fosse una canzone terribilmente imbarazzante…che figura!

Io normalmente non faccio queste cose.

A proposito, io sono Charlotte.

Vivo a Londra, come hai fatto tu, mi sembra di poter dire dalla tua prima mail.

Comunque…

Sto per laurearmi in Letteratura e nel frattempo lavoro come bibliotecaria.

Inutile dire che ogni giorno mi perdo in mille e più libri…sono la mia droga.

Amo alla follia Shakespeare, Tolkien, Jane Austen e Virginia Woolf.

Mentre piango sempre con le poesie di Neruda, di Aragon e della Dickynson.

Nel tempo libero sto a casa a giocare con Milly, la mia gatta.

E ci parlo anche.

Può sembrare una cosa senza senso, lo so.

Però lei mi guarda solo, senza esprimere giudizi.

Così posso pensare.

Senza essere però davvero sola.

Comprendi?

Spero di si.

Non vorrei sembrarti una pazza oltreoceano.

Mi sono raccontata abbastanza?

Credo di si.

Perciò ora vorrei sapere qualcosa in più su di te.

 

Orlando sorrise quando vide quella mail.

Inutile dire che la ragazza, Charlotte, era diventata una piacevole sorpresa.

Aveva seguito il suo consiglio come lui aveva seguito quello di lei.

Si fidavano l’uno dell’altra anche se tra loro vi erano un oceano e un continente.

Strana la vita a volte!

E così faceva la bibliotecaria e amava Tolkien…

Sorrise al pensiero di lei che parlava con l’attore che aveva interpretato Legolas senza neanche saperlo.

Chissà cosa avrebbe detto.

Però aveva paura di aprirsi del tutto.

Paura di caderci di nuovo.

Miranda era tornata, ma avevano litigato di nuovo.

Nonostante questo non si erano lasciati.

Non sapeva nemmeno spiegarsi il perché.

Forse prima aveva paura di restare solo, ma ora c’era Charlotte con lui.

E anche Sidi.

 

 

 

 

Erano passati circa due mesi dalla prima mail e ormai Charlotte si portava dietro il computer ovunque andasse.

Le mail di Orlando arrivavano in qualunque momento della giornata, anche più volte al giorno.

Ormai si raccontavano tutto quello che succedeva nelle loro vite e quello che era già successo.

Spesso poi si interrogavano sull’amore e sulla vita.

Orlando aveva lasciato Miranda e ne stava ancora soffrendo.

Charlotte era uscita un paio di volte con un ragazzo ma lo aveva liquidato quando aveva capito che non riusciva a parlare come faceva con Orlando.

Ormai poteva dire di conoscerlo benissimo, anche se non si erano mai scambiati una foto.

Le amiche dicevano che era pazza ma lei non gli dava retta.

Era testarda, istintiva…e sentiva di potersi fidare completamente.

In quell’istante le arrivò una mail di Orlando.

Il rumore del messaggio ricevuto rimbombò nella sala vuota della biblioteca e la giovane arrossì come se fosse stata colta in flagrante durante una rapina.

Sorridendo scosse la testa e lesse la mail.

 

Char,

ciao piccola.

Come stai?

Stanotte non riesco a prendere sonno e così, dopo un paio d’ore di riflessione al buio, ho deciso di scriverti.

Più precisamente volevo scriverti solo una frase, ma poi mi avresti preso per pazzo.

Comunque…

La seguente frase è: “E ogni angoscia che ora par mortale, di fronte al perder te, non parrà uguale”.

So che sai chi l’ha scritta.

Ma ti starai chiedendo perché te l’ho scritta io.

Perché….perchè mi sono reso conto che sono due mesi che un raggio di sole è entrato nella mia vita.

Sei tu Charlotte.

Mi hai saputo aiutare nei momenti critici, come l’aver lasciato Miranda, mi hai regalato serenità, citazioni meravigliose, risate al pensiero di te che fai una figuraccia.

E mi sono reso conto che, ora come ora, aspetto una tua mail ogni secondo.

Sono la cosa più importante che mi stia capitando.

E quindi nulla equivarrebbe a perdere te.

Ti ho spiazzato lo so.

Però non ti preoccupare.

Non sei obbligata ad entrare nel merito del discorso.

Puoi fare finta di niente e passare a raccontarmi cos’hai fatto oggi.

Come sta Milly?

E Suze?

Ha deciso di sposarsi in chiesa o in municipio?

Ah, oggi ho portato Sidi al parco.

I bimbi hanno giocato con lui un sacco.

Si sono divertiti tantissimo, ed io con loro.

La mia vita sta cambiando.

E lo devo a te.

Buona giornata tesoro,

Orlando.

 

Finito di leggere, Charlotte si sentiva le guance in fiamme.

Era la primo volte che Orlando si apriva così tanto…

Inutile dire che la citazione di Shakespeare l’aveva colpita in pieno.

In quel momento capì che per lei era tempo di riflettere.

Perché sentiva anche lei di non poter più fare a meno di Orlando?

Era amore quello?

L’amore è cieco diceva Shakespeare.

E forse con lei lo era stato sul serio.

Si era innamorato di qualcuno senza mai vederlo.

E non era forse l’amore più puro e profondo del mondo?

 

 

 

 

Orlando vagava per la casa come un leone in gabbia.

Aveva paura che Charlotte non gli rispondesse più.

Che stupido era stato!

Sicuramente una ragazza intelligente come lei come poteva innamorarsi di un “amico di mail”?

Si poteva davvero chiamare amore il rapporto tra loro due?

Non lo sapeva.

Probabilmente non lo sapeva nessuno.

Però sentiva le farfalle nello stomaco quando doveva leggere una sua mail, poteva dirsi davvero felice da quando l’aveva conosciuta, ma…iniziava a sentire la mancanza di qualcosa.

E così le aveva rivelato il suo cuore, o meglio, una minima parte di esso.

Ma se l’aver agito così d’istinto l’avesse spaventata?

Sarebbe stato capace di rinunciare a lei?

La conosceva bene la risposta.

Era un no.

 

 

 

 

“Chi sei tu, che nel buio della notte osi inciampare nei miei più profondi pensieri?”

Non credere di sentirti l’unico a pensare a “noi” di notte.

Lo faccio anche io.

E molto spesso.

Ancora non mi capacito di come sia potuto diventare così forte questo nostro legame.

Credo sia perché ci siamo trovati in un momento difficile per entrambi.

E così noi due, due anime affini, forse gemelle, siamo subito entrati in sintonia.

Parlando con il cuore e con l’anima.

Lasciando che ogni parola fluisse liberamente, senza paura di venire giudicati…

O almeno, per me è stato così, e per te?

Scusa se sono breve nello scriverti ma ho una gran confusione in testa, e sento di dover fare chiarezza.

A presto,

Char.

 

Orlando, lette quelle parole, chiuse il pc e si mise a saltellare nella stanza.

Allora anche lei provava qualcosa…

Però era confusa.

Poteva capirla benissimo.

Anche lui spesso si sentiva spaesato, stordito dalla potenza di quel sentimento che gli stava avvolgendo il cuore con le sue dolci spire.

Voleva fare qualcosa per aiutarla a fare chiarezza, ma cosa?

“Ci sono!” urlò.

 

 

 

 

 

Char,

tesoro.

Le tue parole mi hanno reso davvero felice.

Sapere che non sono il solo a sentire il cuore battere più veloce…beh…wow.

Comunque ho deciso!

Tra due settimane ho una pausa dal lavoro.

Vengo a Londra.

A trovarti.

Vuoi?

Mi accetterai per quello che sono?

Perché io sono quello che hai potuto leggere…

Indipendentemente da tutto il resto, io con te sono sempre stato il vero Orlando.

Ti voglio bene.

 

Charlotte dovette chiudere gli occhi.

Sentiva lo stomaco in subbuglio come mai le era capitato.

Lui voleva venire a trovarla.

E lei aveva paura.

Una paura folle.

E se poi Orlando si fosse tirato indietro?

Se avessero scoperto che andare d’accordo vedendosi era molto diverso dal farlo scrivendosi?

E se poi lui si fosse accorto di non essere innamorato e di aver preso solo un abbaglio?

Come avrebbe fatto senza di lui?

Non era forse meglio così?

Certo, così si sarebbero chiariti le idee una volta per tutte.

 

 

 

 

 

Orlando,

sono sorpresa.

La tua ultima mail mi ha lasciato a dir poco senza parole.

Tu vuoi venire qui?

E…se poi non funzionasse?

Non mi fraintendere, anche io voglio conoscerti, ma se poi scoprissimo di aver preso solo un abbaglio?

E poi…

Io ho mille difetti.

Sono distratta, vivo con la testa tra le nuvole.

Amo i libri come se fossero figli miei.

Sono the-dipendente.

Mi perdo per ore a guardare la pioggia cadere.

Mi faccio circa centomila paranoie al giorno.

Sono disordinata.

Canto a squarciagola per ore, senza un motivo apparente.

Piango per ogni canzone o frase che mi rapisce il cuore.

Sono cocciuta.

Ho paura di abbandonarmi nelle mani di qualcuno.

Ne troverei altri mille di difetti, ma credo che questi bastino a farti cambiare idea…

Se per caso tu dovessi scoprire, una volta arrivato qui, che i miei pregi non bilanciano i miei difetti?

Sarebbe una tragedia.

Per me e per te.

Pensaci…

Char.

 

Orlando sorrise nel leggere la mail.

Quanto era dolce la sua Charlotte.

Così fragile…

Era per quello che voleva andare a trovarla: voleva stringerla tra le braccia, andare a vedere il sole sorgere con lei, voleva danzare sotto la pioggia…

Erano molte le cose che voleva fare con lei.

E le avrebbe fatto passare la paura.

Lui ne era sicuro.

 

 

 

 

“Non ama colui al quale i difetti della persona amata non appaiano virtù”.

Questo era Goethe.

E credo avesse ragione.

Lo sai che non mi spaventi.

Non sono uno che cambia idea facilmente.

Anche io ho un po’ di paura.

Ma so che passerà non appena ti vedrò.

Ne sono certo.

Quindi, tesoro, devi esserne certa anche tu.

Prometti che cercherai di stare tranquilla?

Ps. Atterro a Heathrow martedì alle sei del pomeriggio. Gate 12. Ci sarai? Io si. Sarò quello con la sciarpa rossa al collo.

Ti aspetto Char.

 

“Oddio! Pazzo! È pazzo!” esclamò Charlotte.

Guardò Milly.

“E si aspetta che io dopodomani vada a prenderlo all’aereoporto? Beh, ha ragione. E va bene…”

Milly si mise a fare le fusa.
La ragazza sorrise.

Forse doveva fidarsi dell’istinto animale.

Sarebbe andata a Heathrow.

 

 

 

 

Certo che ci sarò.

Io sarò quella col basco rosso.

Come Kristen Dunst in Elizabethtown, hai presente?

Ti aspetto anche io Orlando.

Char.

 

 

 

Inutile dire che le ore che separavano i due ragazzi dal martedì sembravano non passare mai.

Orlando ostentava una certa tranquillità, mentre invece dentro era ansioso come un bimbo di fronte ai regali di Natale.

Charlotte si era invece abbandonata volentieri all’isteria e non faceva altro che fare lunghi discorsi a se stessa, convincendosi ora che era sbagliato vederlo, ora che era l’unica cosa da fare.

 

Quando arrivò il martedì tanto agognato Charlotte arrivò all’aereoporto alle cinque.

Sperava che l’aereo non facesse ritardo, se no sarebbe morta di certo con tutta l’ansia che aveva addosso.

Si piazzò di fronte al gate 12 ma, poco prima delle sei un folto gruppo di ragazzine la superò urlando.

“Chissà, magari vedrò anche qualche vip...se tutte queste ragazze sono qui un motivo ci sarà no?” pensò.

L’interfono comunicò che l’aereo proveniente da Los Angeles era appena atterrato.

A quelle parole le ragazzine iniziarono a urlare, Charlotte a tremare.

I primi passeggeri sbucarono dalle porte e, inutile a dirlo, neanche uno di loro aveva una sciarpa al collo.

Poi le ragazzine iniziarono a sgomitare e ad urlare per gli autografi.

Charlotte si alzò sulle punte per vedere chi fosse il vip arrivato da L.A ma, bassina com’era, non riuscì a vedere nulla.

Sospirò rassegnata.

Orlando non sarebbe venuto.

Sistemò il cappello e decise che se non l’avesse visto entro dieci minuti se ne sarebbe andata.

Le ragazzine iniziarono ad andare via: chi piangeva dalla felicità, chi sorrideva, chi non staccava gli occhi dalla macchina fotografica…

Charlotte si girò per vedere se c’era ancora qualcuno che arrivava dal gate 12.

E rimase pietrificata.

A pochi metri da lei c’era Orlando Bloom

Con una sciarpa rossa al collo.

Non poteva essere vero.

Era solo una casualità.

 

Orlando era riuscito ad accontentare tutte le fans che per qualche motivo lo aspettavano all’uscita del gate.

Era la prima volta nella sua vita che di quelle ragazzine non gliele importava niente.

Lui voleva vedere Charlotte.

E quando la calca si diradò trovò una sola persona che guardava verso il gate.

Ed aveva un basco rosso calcato sui capelli castani.

Sorrise e si incamminò verso di lei.

 

“Charlotte, sei tu?”

“Orlando?”

Lui la abbracciò.

“Si, sono io”.

Charlotte si divincolò.

“L’Orlando con il quale io ho parlato per tre mesi era Orlando Bloom? L’interprete di Legolas, nonché Drew, che nel film cerca una ragazza con un cappello rosso ad una fiera?”.

Orlando le prese le mani e la guardò negli occhi.

“Lo so, avrei dovuto dirtelo. E volevo farlo, ma avevo paura che questo potesse cambiare il nostro rapporto. Io con te volevo essere quello che sono, non l’attore. Puoi perdonarmi?”

La ragazza aveva gli occhi lucidi.

Non poteva crederci.

Lei era innamorata di Orlando Bloom.

Si strinse a lui.

“Certo che ti perdono… come potrei non farlo?”

Orlando rise.

“Non lo so. Dovresti dirmelo tu”.

“Non c’è nulla da dire visto che sei perdonato”.

“Veramente io qualcosa da dire ce l’avrei…”

Charlotte alzò lo sguardo fino ad incontrare il suo.

“Ti amo. L’ho sempre saputo”.

La ragazza sorride.

“Ti amo anche io Orlando”.

Lui le posò un timido bacio sulle labbra, che ben presto diventò qualcosa in più.

 

La mattina dopo Charlotte accese il pc, più per abitudine che per altro.

Quindi si stupì moltissimo nel trovare una mail.

La lesse senza esitare.

 

“Amore,

buongiorno.

So che accenderai il pc non appena ti sveglierai.

Sono andato a prendere la colazione, ma lo sai già visto che ti ho lasciato un biglietto sul cuscino.

Stamattina, mentre ancora dormivi, sono sgattaiolato qui al tuo computer per scriverti.

Questa sarà l’ultima mail che riceverai da me.

Perché ora che ti ho trovata non ho intenzione di separarmi da te per nulla al mondo.

Sapevo che eri speciale.

E volevo iniziare la nostra storia vera e propria con una mail, per ricordarti come ci siamo incontrati.

Ti amo.

Ps. Prepara il the, io torno con le brioche!

Orli.





Buonasera.
Grazie per aver letto questa storia, nata da un'idea folle e scritta in maniera altrettanto folle.
Adesso fate le brave e, invece di lanciarli a me, usate i pomodori che avete in mano per fare una bella insalata...
Molto meglio vero? XD
Ah già...sfortunatamente non ho mai scambiato alcuna mail con Orlando, lui non mi appartiene e questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.
Ma tanto dovreste già saperlo.
Un bacio,
Liz.

Vincitrice delle categorie “best plot” e "best original character" del quarto turno dei Neverending Story Awards (www.neverendingstoryawards.forumfree.net), 30 Settembre 2009.
  
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