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Autore: lukespj    14/12/2015    8 recensioni
Eppure, uno di loro, non riusciva ad essere completamente felice.
Ogni giorno, sentiva sempre di più la mancanza di una persona.
Era consapevole di essere stato lui ad allontanarla dal suo nuovo mondo per paura di perderla, finendo con il perderla davvero.
***
Prese un respiro profondo scendendo dalla macchina.
Era tremendamente felice di rivedere i suoi amici, anche se questa volta avrebbe rivisto anche lui.
Da quando erano partiti nel 2013, aveva iniziato ad evitarla per non si sa che motivo, e lei aveva finito per fare lo stesso.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Grazie per aver viaggiato con noi. Buona permanenza e speriamo di rivedervi presto su uno dei nostri voli” disse la vocetta metallica di una delle hostess mentre l’aereo stava facendo le ultime manovre nell’aeroporto di Sydney.
“Non vedo l’ora di dormire nel mio letto” disse il riccio, stiracchiandosi.
“A me mancherà la mia cuccetta del tour bus” disse il rosso con un po’ di malinconia.
“Oh andiamo, Michael! Tra una settimana ci dormirai ancora e-”
“Zitto Calum” lo interruppe Michael. “Ovvio che niente è paragonabile al mio letto, ma ormai la cuccetta è una parte di me e mi mancherà, fine della storia”
Calum alzò gli occhi al cielo, tirando poi una gomitata a Luke, che ancora dormiva, ricevendo un grugnito in risposta.
“Siamo arrivati, muovi il culo Lemmings” lo spronò Ashton.
Il biondo sospirò pesantemente, aprendo lentamente gli occhi e mantenendo il broncio ai suoi amici.
Appena l’aereo si fermò, i ragazzi si alzarono e aspettarono il loro turno per scendere.
Erano così elettrizzati di essere tornati a casa per un po’. Avrebbero avuto una settimana di stacco, per poi avere i concerti della leg Australiana e poi un mese di meritato riposo, prima di ripartire alla volta degli Stati Uniti.
Si diressero verso i nastri e rimasero in attesa dei loro bagagli.
 
 
Appena arrivata in aeroporto, parcheggiò la macchina nel primo posto libero ed espose il bigliettino bianco che le sarebbe servito poi per pagare.
Prese un respiro profondo prima di scendere dalla macchina. Era tremendamente felice di rivedere i suoi amici, anche se questa volta avrebbe rivisto pure lui. Da quando erano partiti nel 2013 aveva iniziato ad evitarla per non si sa che motivo, e lei aveva finito per fare lo stesso.
Si diresse a grandi passi verso l’entrata degli arrivi, autoconvincendosi che sarebbe andato tutto bene. O almeno ci sperava.
“Giuls! Tesoro!”
Si girò di scatto sentendosi chiamare, vedendo le tre super donne – così chiamava le mamme dei ragazzi- venire verso di lei.
“Liz, ciao!” rispose salutandola, salutando poi anche Anne e Karen.
Liz le si avvicinò e la abbracciò. Abbraccio che la ragazza ricambiò più che volentieri. Nonostante tutto quelle che era successo con Luke, aveva ancora un bellissimo rapporto con gli Hemmings , soprattutto con Jack, con il quale aveva legato tantissimo ed era felice che fossero rimasti amici.
“Avevo detto a Joy che ci avrei pensato io a Calum, ma lei non ha voluto e ora capisco il perché” disse Karen, sorridendo, mentre tutte e quattro entravano e si dirigevano verso il punto da cui sarebbero arrivati i ragazzi.
“Me lo ha detto, ma voglio proprio vedere come sarà Cal mentre guido” disse la ragazza, ridacchiando.
Infatti, era andata lei a prendere il suo migliore amico dato che la famiglia Hood e la famiglia Jonas erano andate a farsi una vacanza perché dicevano che avevano bisogno di una pausa – ed era vero.
Le tre donne e la mora iniziarono a parlare del più e del meno, finche videro le prime persone arrivare.
Non appena vide una chioma mora fin troppo famigliare, la ragazza si mise a correre, facendo a slalon tra le persone, per poi mollare la sua borsa e saltare addosso al ragazzo, inizialmente colto di sorpresa, che la strinse forte a se.
“Mi sei mancata anche tu, pulce” disse, sorridendo, facendola tornare con i piedi per terra – senza però interrompere l’abbraccio.
“Grazie per la considerazione, eh” disse una voce alle loro spalle, ponendo fine al loro più che caloroso abbraccio.
“Mikey!” sorrise la ragazza, avvicinandosi al rosso e abbracciandolo a sua volta.
“Ecco, così si inizia a ragionare” scherzò il ragazzo, stringendo le braccia intorno al bacino della mora e facendo una linguaccia a Calum, che scoppiò a ridere scuotendo la testa.
Sciolsero l’abbraccio poco dopo e Michael si diresse verso la madre, abbracciandola calorosamente, mentre anche Ashton comparse dalla porta degli arrivi.
“Nana da giardino! Che piacere vederti!” salutò la ragazza sorridendo appena la notò di fianco  al bassista.
“Oh andiamo! Sono solo 14 cm più bassa di te” ripetè per la milionesima volta lei, facendo alzare un sopracciglio al riccio, che poi scoppiò a ridere e l’abbracciò.
“Appunto, nana da giardino” sottolineò, per poi andare anche lui dalla madre.
“Ragazzi dove lo avete lasciato Luke?” chiese Liz, non vedendo arrivare il figlio.
“E’ dovuto andare in bagno, ma lo avremmo lasciato più che volentieri a Londra” rispose Michael, strappando una risata a tutti.
E fu allora che successe.
Giulia guardò verso le ultime persone che uscivano e lo vide.
Dopo tre lunghi anni, ecco a pochi passi da lei il ragazzo che più aveva amato – e che ancora amava.
Iniziò ad osservarlo dalla testa ai piedi, rendendosi conto che, ormai, quel ragazzino di 14 anni era diventato un uomo. Non che non lo sapesse, seguiva i ragazzi – a volte anche letteralmente, andando con loro di nascosto in tour- e di conseguenza vedeva di continuo sue foto, ma vederlo di persona a così poca distanza era tutta un’altra cosa.
Indossava i suoi soliti skinny jeans neri, una maglia nera con una stampa, una camicia nera tenuta aperta sopra alla maglia e degli stivaletti neri. Sulle spalle teneva la sua chitarra e il borsone, e in mano aveva delle cuffie.
Il suo viso era contornato da una barbetta bionda come i suoi capelli, che erano tutti scompigliati per il viaggio. Gli occhi erano lo stesso oceano che ricordava, l’oceano in cui era affogata anni prima e dal quale non era mai stata salvata.
Si soffermò a guardare l’anellino nero sul suo labbro inferiore. Quante volte si era chiesta come sarebbe stato a contatto con le sue labbra e al solo pensiero, si sentì le gambe molli.
“Stai bene?” le sussurrò Cal, che era un po’ preoccupato per la situazione.
La ragazza annuì, senza staccare un attimo gli occhi dal biondo, che ormai era vicinissimo a loro.
Sentì il cuore battere a mille, per poi fermarsi nell’esatto momento in cui Luke alzò lo sguardo, facendo sì che i loro occhi si incontrassero.
Verde nell’azzurro. Speranza e ghiaccio. Erba fresca e oceano profondo.
Il ragazzo, che stava trattenendo il respiro, si prese qualche secondo per osservare la ragazza di fronte a lui.
Era ancora più bella di quanto ricordasse.
I lunghi capelli castani, leggermente più chiari sulle lunghezze, le ricadevano morbidi sulle spalle, arrivandole fin sotto il seno. Indossava una gonna a vita alta bordeaux e sopra una canotta bianca, che aveva del pizzo sulle spalline. Ai piedi le sue converse bianche, che ormai erano quasi del tutto sbiadite e consumate per quanto le aveva messe.
Senza nemmeno accorgersene, entrambi fecero un passo verso l’altro, ritrovandosi a pochi centimetri di distanza.
I loro profumi si stavano mischiando, permettendo ad entrambi di risentire quel profumo che tanto amavano l’uno dell’altra.
Luke continuava a chiedersi se era reale, se davvero la ragazza era proprio lì, di fronte a lui e moriva dalla voglia di abbracciarla e chiederle scusa per tutto.
Ma proprio mentre Giulia stava per dire qualcosa, Luke si girò di scatto verso Liz e “Andiamo mamma?” disse, dirigendosi a grandi passi verso l’uscita.
Sentiva che stava per crollare, ma non voleva e non poteva farlo lì.
Liz sussurrò un scusa alla ragazza, che era rimasta impietrita, e si affrettò a raggiungere il figlio.
“CHE DIAMINE ERA QUELLO?” urlò Michael, dopo alcuni attimi di silenzio.
Stavano tutti guardando Giulia, aspettando una sua reazione.
“E’.. E’ tutto okay” sussurrò lei, alzando lo sguardo e tirando un respiro.
“Andiamo dai” disse Calum, passandole la borsa e recuperando le sue cose.
Uscirono tutti insieme dall’aeroporto e, dopo essersi salutati, andarono ognuno verso la propria macchina.
Mentre Calum sistemava bagaglio e basso in macchina, Giulia andò a pagare il ticket del parcheggio.
Quando tornò alla macchina e fece per salire dalla parte del guidatore, il ragazzo la bloccò.
“Che c’è?” chiese, guardandolo confusa.
“Non crederai davvero che ti faccia guidare, quindi a me le chiavi prego” le rispose, allungando la mano.
Giuls sospirò, alzando gli occhi al cielo e gli passò le chiavi.
“Solo per questa volta, Hood” disse, mentre saliva sulla macchina dalla parte del passeggero.
“Vedremo Jonas, vedremo”
Salì in macchina a sua volta, trattenendo un sorriso mentre metteva in moto la macchina.
 
 
*angolo autrice*
Hello people!
Sono felice di essere riuscita ad aggiornare dopo una settimana, spero di riuscire a farlo sempre ma ne dubito ( nonostante io abbia già del materiale pronto) perché tra lavoro e università non so cosa mi sta facendo impazzire di più.
Btw, parlando di cose serie, volevo dirvi un paio di cose. La prima è che ho messo ancora il mio nome alla protagonista, non perché sono egocentrica anzi, solo che mi piace immaginare me stessa mentre scrivo e quindi tengo il mio nome, tutto lì.
La seconda è che la storia è ambientata nel 2016, quindi durante il Sounds Live Feels Live Tour, anche se le date non le tengo uguali a quelle reali.
Detto ciò, spero che questo capitolo vi piaccia e mi piacerebbe sapere che ne pensate.
Un bacione e alla prossima,
Giuls xx
   
 
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