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Autore: _f r a n c y_    14/12/2015    5 recensioni
Dopo tanti anni passati in mare e dopo aver finalmente concretizzato le proprie aspirazioni, alcuni Mugiwara maturano aspettative che l'avventura da sola non può soddisfare. Forse per questo Roronoa Zoro siede da giorni all'angolo di una strada di Roguetown? Liberamente ispirata dall'omonima canzone dei The Script.
"Anche tu hai realizzato le tue vecchie ambizioni, no?" continua Roronoa, "I giornali ormai ti chiamano 'La regina delle katane'."
"Sì..." mormora Tashigi, sfuggendo il suo occhio, "Sì, le ho recuperate quasi tutte."
"Quindi, cosa farai quando sarà tutto finito?" ripete lui e ogni sillaba le si avviluppa nel petto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roronoa Zoro, Tashiji
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Going back to the corner where I first saw you
Gonna camp in my sleeping bag, I'm not gonna move [...]
Maybe I'll get famous as the man who can't be moved
Maybe you won't mean to but you'll see me on the news
And you'll come running to the corner
'Cause you'll know it's just for you

(The Script)




The Man Who Can't Be Moved







In tutta Roguetown non si parlava d'altro: Roronoa Zoro, il vice-capitano della ciurma del Re dei Pirati, sedeva per terra nel centro della città. Precisamente all'angolo tra via De' Medici e vicolo Speziali.
Capelli color prateria, l'occhio sinistro chiuso da una cicatrice, tre spade poggiate contro la spalla ed un'aura intimidatoria. Non vi erano dubbi che fosse lui.
Che cosa lo avesse spinto ad appostarsi in mezzo alla polvere era un enigma. Quando gli ufficiali di Marina di stanza sull'isola lo circondarono, disse semplicemente:
"Sto aspettando una persona. Nessuno si farà del male, voglio solo un po' di pubblicità. E del sake, grazie."
Dovettero rinunciare ad arrestarlo. Roronoa era il migliore spadaccino al mondo: avrebbe decapitato le canne dei loro fucili in un unico sibilo, ad una velocità superiore a quella afferrabile dalla vista umana. Loro avrebbero percepito soltanto lo schiaffo dell'aria sulla guancia.
Inoltre era uno dei Mugiwara, i pirati che avevano conquistato l'opinione pubblica. Nel corso degli anni, invece di saccheggiare, avevano ristabilito giustizia ed equità ovunque fossero state negate, senza chiedere nulla in cambio. Avevano riconsegnato all'ordine persino il Nuovo Mondo, il famigerato mare dei fuorilegge. Un traguardo inarrivabile persino per la Marina.
Era grazie a loro se l'epoca dei pirati predoni stava finalmente estinguendosi. 
Roronoa ottenne così di restare. Le botteghe chiusero e riaprirono più volte sotto il suo sguardo pigro. Gli abitanti di Roguetown gli offrivano di cenare nelle loro osterie, di dormire nel retro del loro negozio, ma lui declinava puntualmente. Fece di quel lembo di strada la sua mensa ed il suo giaciglio. Lo custodiva come un tesoro.
Le sue foto approdarono presto in ogni base della Marina.
Quando il vice-Ammiraglio Tashigi se le ritrovò fra le mani, il suo stupore elettrizzò l'aria dell'intera sala caffé.
"Dannazione. Speravo che almeno tu ci capissi qualcosa." L'Ammiraglio Smoker varcò la soglia con passo esasperato.
"Io, Signore?"
"E chi altri? Quell'uomo è stato la tua nemesi per quasi un decennio. E siete tonti nella stessa misura. Potete capirvi soltanto tra di voi."
In uno svolazzo dell'impermeabile bianco, l'Ammiraglio Smoker si buttò su una delle sedie.
Rosicchiava i due sigari accesi tra le labbra, come se al loro interno potesse scovare la risposta al suo tormento.
"Vuole del caffé, Signore?"
"Appunto."
Tashigi si appoggiò con la schiena al mobile e nascose il viso nella propria tazza. Dal ripiano, accanto alla caraffa, Roronoa continuava a sorriderle spudorato.
Non lo vedeva da undici mesi.
"Il resto della ciurma è stato avvistato nel Mare del Nord. E' lì da solo." borbottò Smoker in piccole nuvole grigie, "I giorni passano, ma lui non si schioda. Che cosa vuoi, Roronoa?"
"Secondo la Marina di Roguetown, sta aspettando qualcuno. Abbiamo dei sospetti su chi...?"
"Si sta prendendo gioco di noi, Tashigi! È tutta una farsa! Andiamo, perché proprio Roguetown? A lui non è mai importato del mito di Gold Roger. Ci mancano dei tasselli... perché per quanto ne sappiamo, per Roronoa quella città è solamente il luogo dove lui e Cappello di Paglia ci hanno incontrati per la prima vol... Oh, merda."
Nella saletta si espanse il silenzio. Si poteva distinguere il canto dei gabbiani risalire dal porto.
"Signore?" fece Tashigi, quando avvertì il magnetismo del suo sguardo. 
"C'entra con quello che ti ha detto un anno fa, vero? Quando li abbiamo raggiunti sull'isola di Kronos. Quella conversazione che non hai voluto inserire nel rapporto."
Lei esitò. Nessuna tazza sarebbe stata abbastanza larga per celare il suo disagio.


"Che cosa farai quando tutto questo sarà finito?"
La voce di Roronoa è un graffio segreto, nel clamore del banchetto. "Parlo con te, Capitano Quattrocchi."
Tashigi solleva il capo dal piatto fumante, ma lui seguita a offirle il proprio profilo. In una panoramica, lei cattura gli uomini della divisione G-5 della Marina, i suoi uomini, festeggiare e cantare insieme ai Mugiwara. Ormai quell'ossimoro di fratellanza non la sorprende nemmeno più.
"Nel verbale scriveremo che ci avete aiutati a rovesciare la dittatura. E' già il quarto che inoltriamo alla sede centrale: non potranno più ignorarli."
Lui sbuffa.
"Questo lo so già. Non mi riferivo a stasera."
"Allora impara ad esprimerti in maniera più chiara."
Roronoa finalmente si volta, ma respinge l'impulso di controbattere. La guarda come non ha mai osato prima. Il suo occhio pettina i lunghi capelli color della notte. Disegna il profilo degli occhiali, fiammanti sulla pelle albina. Scivola lungo la curva del suo naso e accarezza le labbra, riscaldate dalla cena piccante.
Poi torna al banchetto davanti a loro.
"Io ho sconfitto Occhi di Falco" si schiarisce la gola, "e Rufy è diventato il Re dei Pirati. Per lui questo titolo significa sconfinata libertà, tanto per sé quanto per i suoi compagni. Alcuni di noi cominciano a fare progetti per un futuro più... stabile. Dopo tanti anni, navigare non soddisfa più tutte le nostre aspirazioni."
Tashigi affonda la forchetta nel pasticcio, pur sapendo che non ne mangerà più.
"Anche tu hai raggiunto i tuoi vecchi obiettivi, no? I giornali ormai ti chiamano 'La regina delle katane'."
"Sì... Sì, le ho recuperate quasi tutte."
"Quindi, cosa farai quando sarà tutto finito?" ripete Zoro e ogni sillaba le si avviluppa nel petto.
"Io... Sono un ufficiale di Marina. Continuerò a servirla."
In risposta, una nota di scherno.
"Non ti comporti da ufficiale di Marina più di quanto non faccia io, Capitano Quattrocchi."
"Questo è davvero oltraggioso, Roronoa!"
Lo affronta, ma quando trova l'occhio del pirata ad aspettarla il furore si aggroviglia sulla punta della lingua. La domanda che lei si ostina a eludere continua a vibrare, in ogni sfumatura di quell'iride.
"Tu... Tu mi stai dicendo che da domani l'equipaggio della vostra nave ammiraglia si dimezzerà? Mi stai prendendo in giro."
"Non ho mai parlato di domani. Ci sono ancora isole che vogliamo visitare tutti insieme; persone nel Nuovo Mondo che potrebbero avere bisogno di noi." beve un sorso generoso dal boccale, "Un giorno. Quando arriverà lo capirai."
"Mi credi davvero tanto ingenua? E smettila di usare quel tono superiore con me!"
"Lo capirai, Capitano Quattrocchi. Fidati."


"Sveglia, Tashigi!"
Il liquido bruno ondeggiò tra le sue mani. Lo finì in un respiro, quasi strozzandosi.
"È-è stata una conversazione priva di rilevanza, Signore."
"Ma per favore! Sei più rossa dei tuoi occhiali! Lo vedrebbe persino un cieco che stai mentendo!"
"E va bene! Sì, era importante! Molto importante! E' contento adesso?"
Il suo fervore rimbalzò contro le pareti della saletta. Un marinaio con la tazza vuota fece un impacciato dietrofront prima ancora di entrare. Persino l'Ammiraglio era disarmato.
"Ma è passato troppo tempo." aggiunse Tashigi con ritrovata pacatezza, strattonando la camicetta. "E' improbabile che ci sia un collegamento."
Smoker si alzò per agguantare le foto. Le sventolò davanti a lei.
"Questo è improbabile. Ho imparato delle cose inseguendo quei ragazzi. Una è che in tua presenza Roronoa assume un atteggiamento tale da sorprendere i suoi stessi compagni."
"Davvero?"
Coprì la bocca troppo tardi.
Smoker scosse la testa. Si allontanò con un passo più nervoso rispetto a quando era entrato.
"Sistema questa faccenda, Tashigi. Una volta per tutte."
A dispetto del suo alto grado, Smoker nutriva una buona opinione dei Mugiwara. Tashigi lo sapeva bene.
Nemmeno lui però poteva accettare che stima e collaborazione cedessero il posto a sentimenti che infangassero la divisa.


***


Roronoa russava senza pudore, il braccio intorno a una bottiglia di sake. Non era ancora l'alba; le strade di Roguetown si esprimevano in tutta la loro ampiezza.
La lama di una spada catturò le luci di via De' Medici mentre si avvicinava al suo mento.
"E questo sarebbe il migliore spadaccino al mondo?"
Lui sorrise. Spalancò la bocca in uno sbadiglio leonesco.
"Ce ne hai messo di tempo. Voi della Marina siete sempre così lenti."
"Ci sono procedure burocratiche da rispettare. Un pirata non può capire."
Tashigi rinfoderò la katana. Roronoa la osservò: indossava dei jeans, una camicia fiorata e una giacca blu. Come nel giorno del loro primo incontro, nulla in lei suggeriva che appartenesse alla Marina.
Tashigi si strinse nelle spalle e si inginocchiò di fronte a lui.
"Non potevo sporcare l'impermeabile. Ma non illuderti che io diventi un pirata, Roronoa."
"Non dovrai farlo." Zoro fece scorrere le dita lungo una ciocca dei suoi capelli. Seta sui suoi calli. "Sei già libera."
L'emozione tradita dalle guance di Tashigi fu una delizia per lui. Amava la limpidezza del suo animo.
In un attimo, lei annullò la distanza di un decennio e lo baciò.
Avevano respinto così a lungo l'impulso di creare quel contatto, che ne rimasero storditi. Eppure non lo spezzarono. Ubriachi, continuarono a cercarsi, a reclamare ed assaporare la presenza l'uno dell'altra. Ossessionati dall'annichilire ogni minimo spazio tra di loro.
Accompagnata dalle braccia di Zoro, Tashigi si distese e gli occhiali scivolarono dal suo capo. Lui rise nel riprenderli.
"Sempre la solita, Capitano Quattrocchi."
"Non smetterai neppure ora di chiamarmi così?"
"Mai."
Un altro bacio.
"A questo punto," Tashigi accennò agli occhiali tra le sue dita, "dovremmo reincontrarci all'armeria di Ipponmatsu." Sorrise. Radiosa nella polvere come mai prima.
"Quel vecchio strambo! Gli prenderebbe un colpo nel vederci insieme."
Si guardarono, negli occhi i primi raggi di sole.
"Andiamo."
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Grazie di essere arrivati fino a qui!
A ben pensarci, il primo incontro tra Tashigi e Zoro è incredibilmente shoujo. No?
Nella fanfic mi riferisco alla versione contenuta nel manga. Quella dell'anime la disconosco, ahahah. I nomi delle vie sono prodotto della mia fantasia malata.

La canzone è una delle mie preferite in assoluto. Al centesimo ascolto, ho riconnesso il cervello e realizzato che si adattava abbastanza a loro due. Qui il link al video ufficiale.

Il finale è volutamente aperto. Cosa faranno del resto della loro vita? Navigheranno insieme? Viaggeranno per scoprire le origini dell'arte della spada? Si trasferiranno nel paese di Wa? A me piace pensare che aprano un dojo. L'idea non è mia ma di Joanna, blogger di askzotash e askcaptaintashigi. Non inserisco i link per timore di fare spam. Comunque i credits sono tutti suoi. Mi piacerebbe scrivere una long-fic al riguardo.

Ma prima meglio vedere le reazioni a questa one-shot! Vi è piaciuta? Non vi convince? Scrivetelo pure! :)

francy
  
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