Quando si era conclusa la vicenda di Khan Spock si era chiesto cosa fare di se stesso. Era anziano ...e solo. I suoi amici si trovavano addirittura in un altro universo. Aveva cercato di stabilire un rapporto con le loro controparti in questo universo, ma erano solo dei ragazzi, che non sapevano cosa farsene di un residuato bellico come lui. Aveva anche cercato di farsi assumere come consulente dalla federazione. In fondo, lui, di cose da raccontare e di consigli da dare ne aveva. Ma la cosa alla fine non si era concretizzata. Certo poteva limitarsi a godersi gli ultimi anni della sua vita in tranquillità , ma non era nella sua natura. Dopo aver solcato i cieli, per anni, sull'enterprise, incappando in situazioni al limite dell'incredibile , tutto il resto gli pareva noioso, inutile e grigio. Poi un giorno l'aveva colto l'ispirazione. Se nel suo mondo non era riuscito a riportare alla ragione i romulani, e riunificarli con i loro lontani cugini vulcaniani, perchè non poteva riuscirci in questo? Aveva lavorato parecchio per cercare dei contatti diplomatici su Romulus, ad un certo punto aveva pensato anche di rivolgersi a Sarek, ma poi aveva desistito. Questo Sarek non era suo padre , ma glielo ricordava parecchio. Alla fine si era fatto avanti il senatore Thokax. Filosofo, filantropo, collezionista d'arte, illuminato nel pensiero, pronto ad ascoltare le sue teorie e ad accoglierlo, come amico, nella sua dimora. Erano state giornate produttive, in cui aveva incontrato gent, spiegato il suo punto di vista e guadagnato consensi e seguaci. Giornate serene e memorabili ....fino a quel momento in cui la verità gli si era presentata davanti in tutta la sua crudeltà.
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Ora giaceva per terra sul pavimento della navetta. Ogni respiro gli procurava un dolore indicibile che lui tentava di tenere a bada con le tecniche di meditazione vulcaniana. Ma era troppo tardi, un pezzo di lamiera, della consolle esplosa, gli aveva trafitto la gola. Sentiva il sangue gorgogliare ad ogni respiro. Quanto gli rimaneva ? Non aveva importanza , ormai la sua vita era giunta al termine e non era riuscito a compiere la sua ultima missione. La più importante. Quella da cui sarebbero dipese migliaia di vite e il futuro della federazione. Lo consolava il fatto che forse avrebbe rivisto i suoi amici. Perchè ultimamente aveva maturato una convinzione. Che il katra ,(cioè l'anima , l'essenza di ciò che era stata una persona in vita) ,disgiuntosi dalle spoglie mortali che lo imprigionavano, raggiungesse un luogo dove incontrare l'anima delle persone con cui era stato affine in vita. Non importa in quale universo si trovassero queste persone. Alla fine tutte si riunivano in un luogo comune. Questo perchè era la cosa più logica da fare!