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Autore: Lady Lara    15/12/2015    3 recensioni
"Anno domini MDCCXXVI XV giorno del V Mese . Diario di bordo .."
L'Irlanda e la Scozia subiscono il dominio dell'Inghilterra e le angherie di RE Guglielmo III. L'eroico pirata Captain Hook combatte la sua guerra personale. Qualcuno gli ha insegnato che si combatte per onore, per giustizia o per amore. Lui sceglierà quale uomo essere.
Chi è Lady Barbra, che lo assolda per una missione in incognito? E la donna che tutti chiamano "La Salvatrice"? Killian Jones è troppo scaltro per non capire che c'è altro oltre le apparenze.
Due anime che sanno leggersi l'un l'altra. Che succederà quando intenti e passione si incontreranno?
"Preferisco non averti che averti una sola volta e perderti per sempre .." Il dolore vissuto che rende oscuri e una nuova luce che permetterà loro di trovarsi ed amarsi anche se sembrava impossibile. Ciò che hanno fatto nella loro vita e ciò che faranno sarà per amore. Solo per amore.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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VIII Capitolo
 
La Jolly Roger
 
La mattina arrivò in tutto il suo splendore primaverile. Il giorno dopo, venerdì 19 di maggio 1726, Emma si sarebbe ritrasferita alla taverna da Angus per salpare poi con la Jolly Roger il sabato 20. Restavano da sistemare soltanto i piccioni. La voliera con 10 di essi era pronta per essere caricata sul carro coperto, sarebbe stata una delle ultime cose ad essere imbarcate. Due sacchi di mangime erano poggiati di fianco alla gabbia.
 
La mattinata passò in modo ordinario, il solito allenamento con August, la sveglia e la colazione con Hanry, alcune ore passate sui libri di Padre Benedictus e soprattutto due chiacchiere con lui.
 
Il Frate conosceva troppo bene Emma per non accorgersi che era furiosa.
 
 – Ho seguito il tuo consiglio Fra Benny. Non ne valeva la pena. Con Neal è veramente tutto finito. Quando sarò nel Maine chiederò l’annullamento del matrimonio a mio Padre.
 
Il Frate emise un sospiro scuotendo la testa in segno di diniego.
 
 – Emma non essere frettolosa, dagli altre possibilità. Più lo tratti duramente e peggio sarà per lui!
– Frettolosa?! Ma ti rendi conto di quanto tempo è passato? Mi ha rifiutata! Non mi umilierò più come ho fatto ieri sera!
– Non hai pensato che tuo marito possa avere un problema di salute in riguardo?
 – Certo come no? Soltanto con me a quanto pare! Con le altre non ha nessun problema di salute, anzi addirittura l’opposto contrario! Comunque non ne voglio più parlare. Ormai ho preso la mia decisione.
– Sei sicura di non essere un po’ influenzata dall’idea di partire con il Capitano Jones?
– Non vedo cosa possa entrarci la mia missione e la partenza con il Pirata!
 
Il Frate si rese conto che Emma era in piena fase di negazione, quell’uomo doveva averle scatenato forti emozioni, ma lei stava cercando di rimuovere tutto. Il disprezzo nei confronti del marito e la rabbia li avrebbe probabilmente spostati sullo stesso Capitano. In un certo senso iniziava a trovare una strategia per proteggersi da lui, stava alzando barriere. Questo bisogno faceva capire, al vecchio Frate, che i sentimenti di Emma nei confronti del Capitano della Jolly Roger rischiavano di diventare più profondi di quanto lei stessa potesse mai immaginare. Non volle dirle nulla, le aveva già fatto le sue raccomandazioni il giorno prima e se Dio aveva scritto nel destino di quei due giovani che un giorno si sarebbero rincontrati, il suo disegno aveva delle buoni motivazioni. Lui era solo un piccolo uomo a cui il Signore aveva dato il compito di aiutare il prossimo a trovare la giusta via. Forse la giusta via per Emma era in Killian Jones e per lui era in Emma.
 
Si accordarono per la gestione del laboratorio; durante l’assenza di Emma sarebbe stata Belle a dare una mano al Frate per le sue ricerche, aveva già dimostrato di essere una ricercatrice attenta e puntigliosa, non per niente Emma le aveva affidato la gestione della biblioteca della rocca.
 
Arrivò il pomeriggio del 19 maggio, Emma si raccolse nella piccola cappella privata della rocca. Le aveva sempre dato un gran senso di intimità, se mai avesse avuto un matrimonio religioso, cosa che con Neal non era stata e che ora non sarebbe mai più stato, avrebbe desiderato una cerimonia in un ambiente così, lei ed il suo sposo davanti a Dio a giurarsi amore eterno.
L’amore! Che illusione che era questo sentimento! Quanto dolce poteva essere e quanto doloroso! Emma pregò il Signore di proteggere suo figlio durante la sua assenza e i suoi cari.  Per lei chiese la forza per affrontare ciò che il destino avrebbe voluto. Si alzò dall’inginocchiatoio per tornare nella sua stanza, dove prese l’ultima cosa che mancava, la spada con la lama ondulata. La sguainò, ruotò il polso con essa nella mano, la rimise nella sua guaina e l’allacciò in vita. Aveva indossato i suoi amati pantaloni aderenti e gli stivali di morbido cuoio conciato, il panciotto di pelle marroncina ed infine il suo mantello nero. Scese in cortile, diede un ultimo bacio ad Hanry, abbracciò Belle e con Augus, che le teneva le briglie del cavallo, scambiò le ultime indicazioni sui codici che avrebbero usato con i piccioni viaggiatori. Un “In bocca al lupo” da parte di suo fratello e spronando il cavallo partì alla volta del porto. L’avventura era iniziata, sapeva cosa lasciava dietro di sé, ma non conosceva ancora cosa l’attendeva. Neal era rimasto dietro il vetro della finestra a guardarla, non si erano salutati, sentiva che la stava perdendo definitivamente, ancora una volta una lacrima scese a bagnargli la guancia.
 
Fu accolta dalla famiglia O’ Danag con il solito calore, ma quella sera aleggiava sui loro visi un’ ombra di tristezza. Sapevano che pericoli poteva incontrare la loro amata Lady Emma e la preoccupazione per lei era molto forte. Quando Mary andò a portarle la cena, si trattenne più lungamente del solito e prima di riscendere aveva gli occhi lucidi per la commozione. Emma l’abbraccio con affetto, dicendole di non preoccuparsi per lei e di pensare ai suoi ragazzi, in particolare ad Angel che era il suo pupillo. Nel momento che fu per aprire la porta, Mary le disse che da basso c’era il Capitano Jones che stava cenando con parte della ciurma e che aveva chiesto di lei, Emma rispose che comunque l’avrebbe visto l’indomani. Mary scese con il vassoio. Killian era da un po’ che guardava verso quella porta con la speranza di vederla o intravederla, ma lei questa volta non schiuse l’uscio. Il Capitano pensò che avesse semplicemente bisogno di riposare, in fin dei conti non avrebbe visto un letto veramente comodo per circa tre mesi. Un po’ deluso non finì neppure di cenare e andò via, non prima di aver saldato il conto e ringraziato la coppia di osti. Emma non guardò neppure dalla finestra, voleva dormire senza la sua immagine a tormentarla nei sogni, così non lo vide quando si intrufolò nel giardino di Mary per raccogliere un fascio di rose.
 
Il baule di Emma era depositato nell’ultima stanza della taverna di Angus, vi depose all’interno la spada, mentre il pacco preparato da Fra Benny era posto sul vecchio comò che adornava la stanza. A vederlo poteva sembrare un forziere per gioielli, in realtà, nel momento in cui veniva aperto, mostrava al suo interno una serie di cassetti, in cui il previdente frate aveva raccolto diversi medicinali e vari rimedi che Emma conosceva bene e che avrebbero rivelato, probabilmente, la loro utilità durante un viaggio come quello che stava per intraprendere. Per Emma era più prezioso di un vero forziere di gioielli.
 
Alle cinque del mattino, di quell’atteso sabato, Angus aveva già caricato il carro coperto con gli effetti di Lady Emma e la voliera con i piccioni, che iniziarono a tubare, spaventati dal movimento oscillatorio della loro gabbia, quando questa fu sistemata sul carro. Emma si preparò con cura: arrotolò intorno al capo i lunghi capelli, tenendoli schiacciati il più possibile con delle mollette e indossò la parrucca di fluenti capelli corvini. Una camiciola di lino bianco, con le maniche a sbuffo, che le arrivavano a metà avambraccio, finendo con un elegante pizzo bianco, venne infilata nei pantaloni attillati, un corsetto rosso vi venne applicato sopra, stretto con stringhe di nastro in tinta che si incrociavano dal basso verso l’alto, finendo in un fiocchetto. Una gonna di pesante tela blu  fu calata sopra i pantaloni ed un paio di stivali in cuoio morbido vennero calzati dagli affusolati piedi della donna. Un foulard di seta rossa con eleganti ricami blu completò la mise di Emma, venendo allacciato a triangolo sui fianchi, dandole un’immagine vagamente zingaresca. Si guardò allo specchio mentre indossava il mantello nero e si calava il cappuccio sul capo; era nel complesso elegante, senza essere assolutamente sfarzosa.
 
Da basso l’attendeva la famiglia O’ Danag al completo. Abbracciò tutti, soffermandosi sul piccolo Angel e baciandolo sulle morbide guance rosee. Mary le mise tra le mani un fagottino di biscotti che aveva appena sfornato
– Per la sua cioccolata My Lady, so che non ci rinuncerebbe, la prego di accettarli.
Emma sorrise grata e prese il pacchetto.
 
Fu Angus ad accompagnarla al porto. La Jolly Roger svettava nella maestosità della sua elegante linea, tra le barche ed i pescherecci ormeggiati al molo. La passerella era già stata agganciata al suolo e c’era un certo movimento a bordo, poi lo vide, lui, Captain Hook, nel suo solito abbigliamento in pelle nera. Era appoggiato con il braccio uncinato all’albero maestro, mentre la mano era posta sulla alta cintura che portava in vita e a cui si scorgeva attaccata la guaina della spada che portava sempre con sé. Una gamba tesa in piedi e l’altra piegata al ginocchio in posizione di riposo. Aveva un’espressione pensierosa, ma appena vide arrivare il carro, guidato dall’oste e posò gli occhi sulla passeggera, la sua espressione si illuminò con un sorriso radioso che scoprì i suoi denti regolari. In un balzo fu sulla passerella.
 
– Chiedo il permesso di salire a bordo Capitano Jones. -  Pronunciò Emma rispettando la prassi.
 – Permesso accordato My Lady. -  Rispose di rimando il pirata, di ottimo umore, andandole incontro e guardandola nel solito modo intenso, studiandone ogni particolare del viso.
 
Quando fu ad un soffio da lei le prese galantemente la mano, vi depose un bacio sul dorso e guardandola con uno sguardo malizioso aggiunse:
 
 - La mia nave è la vostra My Lady, benvenuta a bordo.
 
Tenendole ancora la mano la precedette sulla passerella.
Gli uomini dell’ equipaggio si erano schierati sull’attenti. Emma notò qualcosa di diverso rispetto alla volta precedente che era salita sulla nave. Tutti gli uomini della ciurma indossavano abiti puliti, avevano la barba curata e qualcuno completamente rasata.
 
– My Lady, credo sia doveroso che io vi presenti uno ad uno i miei uomini, in fin dei conti passerete con noi i prossimi tre mesi, dovrete pur sapere i loro nomi.
 
 Emma fece un segno di assenso con la testa.
 
 – Il Nostromo: Jack detto “Spugna”, il cuoco di bordo Paul detto Jambon  
- Etes vous francais monsieur?
 
 Chiese Emma, in un perfetto accento francese, all’omone di circa 52 anni che aveva davanti;
 
– Oui Madam!
Rispose questi entusiasta di sentirla parlare nella propria lingua. 
 
– Je aime beaucoup votre cuisine!
– Je ne suis honoré madam!
– Bene! Basta così Jambon, avrete altre occasioni per conversare con Lady Barbra!
 
Passò a presentare poi il pirata sbarbato: un bell’uomo dai tratti regolari, i capelli castano scuro e gli occhi chiari, alto più o meno come il Capitano e al pari della stessa età.
 
- Jefferson, detto “Fox”, il mio secondo timoniere.
 
Jefferson fece un profondo inchino alla donna, squadrandola dalla testa ai piedi e facendo lo stesso quando lei passò oltre, mostrando, senza essere visto da lei, un’espressione di apprezzamento che venne captata da Hook che gli rivolse un’occhiataccia più che eloquente, tanto più che fu associata ad una forte gomitata nel costato. Emma si accorse solo di un mugolio soffocato dietro di sé.
 – Guardiamarina Max, detto “Brontolo”.
 
Un uomo barbuto di una cinquantina d’anni, non molto alto e con un’espressione piuttosto corrucciata sul volto.
 
– Guardiamarina Dave, detto “Moscerino”.
 
Un marinaio dal viso simpatico e privo di barba, con i capelli biondi ed uno strano tic; sembrava avere qualcosa sul naso che lo infastidisse ed ogni tanto lo torceva insieme al labbro come, effettivamente, per scacciare un moscerino.
 
– Marinaio Anton, detto “Prete”
 
Un uomo sui 45 anni, con una evidente calvizie tra i capelli castani ed un grosso crocifisso ligneo che gli pendeva dal collo, attaccato con un laccetto di cuoio.
 
– Il nostro carpentiere Nicodemo, detto “Nico”.
 
Nico aveva i capelli lunghi,  grigiastri, allacciati in un codino ed uno sguardo vivace da uomo creativo. Ad Emma ispirò subito simpatia e gli regalò un sorriso che provocò una punta di invidia ad Hook , il quale, da ché era arrivata, non era stato degnato di un suo sorriso, nonostante la sua galante accoglienza.
 
L’ultimo della fila era Steve, che Jones aveva soprannominato “Il Bardo”. Emma gli chiese se suonasse uno strumento e l’uomo, sui 40 anni, gli rispose che da piccolo aveva imparato a suonare il violino.
 
Improvvisamente, interrompendoli, Hook gridò:  
 
- Eddy! Dov’è quello scansafatiche? Possibile che non è in grado di capire nemmeno l’ordine di stare in riga per accogliere una Signora? Spugna! Portamelo immediatamente qui sul ponte!
– Signore, Eddy è  rimasto nella cuccetta questa mattina. È Tutta la notte che si lamenta per un forte mal di stomaco!
- Mal di stomaco?! E da quando un semplice mal di stomaco impedisce di fare il proprio dovere? Vallo a chiamare e fallo venire immediatamente qui o digli che vado io a farlo uscire dal letto a suon di calci nel culo! Qui siamo pirati non “mammolette”!
– L’ho detto pure io, capo, quando ci hai ordinato di lavarci – Asserì Brontolo
– Ti ho dato il permesso di parlare guardiamarina! Taci se non sei interpellato! Sulla mia nave pretendo disciplina! Lo devo ripetere?
 
Hook stava esercitando il suo potere intimidatorio da capitano pirata, pensò Emma, ma a lei non piacque quel tono.
 
– Capitano Jones, ho già conosciuto Eddy, se non sbaglio è il giovane che avete minacciato di frustare perché ancora non aveva riparato la passerella, quando sono venuta da voi la prima volta. Non è necessario che sia qui ora, se sta male forse è il caso che riposi!
 
– My Lady, vi devo ricordare che il comandante su questa nave sono io e che i miei uomini debbono obbedire ai miei ordini? Evitate di interferire, non è il vostro compito!
 
 – Interferire Capitano?! Se trovo il comportamento di un uomo su un altro crudele e prepotente, è mio dovere morale interferire. Se il ragazzo sta male qualche motivo c’è. Se siete il loro capitano dovreste anche tenere alla loro salute o sbaglio?
 
  La ciurma ebbe un moto di approvazione per quanto detto dalla donna. Hook la fissava e sentendo dietro di sé le recriminazioni degli uomini, li guardò sottecchi inducendoli a tacere, dopodiché afferrò la donna per l’avambraccio sinistro e l’accostò con uno strattone a sé. Questa volta le parlò in modo che potesse udire solo lei:
 
 – Maledizione donna! Cosa vi prende a sfidarmi davanti ai miei uomini?! Ovviamente tengo a tutti loro ed in particolare al ragazzino. Cerco di trasformarlo in un vero uomo, altrimenti non sopravvivrà alla vita che conduciamo! Sono un Capitano pirata, Barbra e devo incutere timore nei miei uomini per avere anche il loro rispetto! Se avete qualcosa da ridire sui miei metodi, da ora in poi vi prego di dirmelo in privato!
– Allora lasciate che io veda il ragazzo, forse ho un rimedio che può aiutarlo.
 
Hook  non sapeva cosa rispondere per non fare una figura indegna davanti alla ciurma che li guardava incuriosita, si portò vagamente l’indice verso la guancia e l’orecchio, passandosi poi la mano a grattarsi la nuca, guardò ancora di sottecchi gli uomini, mordendosi il labbro e sollevando un sopracciglio. Riportò la mano alla cintura.
 
- Spugna e Anton, portate Eddy nel mio ufficio, io intanto accompagno Lady Barbra al suo alloggio.
 – Capitano, posso chiedere una cortesia al vostro cuoco di bordo?
 - Visto che me lo chiedete così gentilmente …
- Jambon, si vous plait, potreste prepararmi una teiera di acqua bollente e portarla nel mio alloggio tra una ventina di minuti con una tazza?
– Oui Madam avec plaisir!
– Avrei bisogno anche del mio bagaglio, se per cortesia me lo fate portare nell’alloggio, soprattutto quella specie di forziere.
– Vi siete portata i gioielli appresso My Lady!
 
Si sorprese Jones nel vedere il forziere.
 
– Non amo i gioielli, per quanto belli e preziosi possano essere, li trovo poco pratici da indossare e, comunque, non li avrei portati, non credo che sia il caso di fornire tentazioni ad un gruppo di pirati.
– Per quello bastate voi stessa Tesoro!
 
 Rispose Hook con il suo solito sorriso sghembo. Poi fece un fischio verso Brontolo e Jefferson
 
– Caricate il resto dei bagagli sulla nave e portate la voliera sul ponte del timone, assicuratevi che sia agganciata bene e riparata su un lato con il telo.
 
Dati gli ordini ai suoi uomini fece cenno con la mano a Lady Barbra di seguirlo verso l’alloggio a lei destinato. Le aprì la porta, da perfetto padrone di casa e la fece accomodare. Emma si guardò intorno. Notò per prima la tinozza da bagno, il pavimento lucidato con la cera, lo scrittoio sormontato dallo specchio e vicino … non poteva credere ai suoi occhi, un dettaglio così … intimo? … Uno stupendo fascio di rose rosse dava un tocco di colore alla stanza, oltre che un soave profumo. Il Capitano si accostò ai fiori, prese una rosa, dal lungo gambo, portandola verso le labbra, si diresse verso la donna e gliela porse
 
– Con i miei omaggi Tesoro, vi auguro una buona permanenza sulla Jolly Roger. 
 
Emma accettò la rosa, ne aspirò il delicato profumo e con sguardo che il Capitano giudicò malizioso gli rispose:
 
 - Siete talmente abituato a dare soprannomi che adesso mi chiamate Tesoro, Capitano?
 
Lui sorrise, si avvicinò, quasi sfiorando con le labbra la rosa che lei teneva poggiata sulle sue e prendendole delicatamente la mano che reggeva il fiore rosso le rispose:
 
 – Dovessi darvi un nomignolo io vi chiamerei … Swan.
 
Per poco ad Emma non si fermò il cuore, quello era il suo secondo nome, oddio! Cercò di reagire.
 
– Per quale strano motivo sarei un cigno per voi?
– E’ quello che ho pensato quando vi ho vista la prima volta, il vostro collo … così elegante, il vostro modo di inclinare il capo su di esso, la vostra leggiadria … mi avete fatto pensare ad un cigno …
 
Intanto le aveva lasciato la mano e con il dorso dell’indice le si era accostato ancora di più carezzandole la linea soave del collo, lì, dove la giugulare di Emma, stava pulsando forte. Inclinò ed abbassò il capo verso quel punto. Emma ebbe fortemente la sensazione che stesse per baciarla sul collo e si distaccò da lui bruscamente.
 
 – Non posso evitarvi di avere le vostre impressioni, ma preferirei che mi chiamaste per nome. C’è solo una Swan a Storybrook ed è la Principessa Emma, non vorrei essere scambiata per lei.
– La conoscete bene Barbra?
– Chi non la conosce a Storybrook! Non vi è capitato di imbattervi in lei? Spesso gironzola per il villaggio!
– No non l’ho mai vista. Mi hanno detto che è molto bella!
– Non so giudicare la bellezza di un’altra donna, ma molti mi dicono che ci somigliamo.
 – Se è bella anche solo la metà di quanto lo siete voi, allora è di certo bellissima!
 
Emma pensando di arrossire si voltò dando le spalle al Capitano che continuava a guardarla intensamente con i suoi occhi azzurri, mentre teneva nuovamente la mano poggiata sulla cintura.
L’imbarazzo di Emma non ebbe fortunatamente l’occasione di mostrarsi, poiché Jefferson bussò alla porta dicendo a Jones che avevano portato Eddy nel suo ufficio.
 
Emma chiese al giovane Eddy di sdraiarsi sul letto del Capitano, gli chiese dove aveva dolore e tastò alcuni punti del suo addome.
 
 - Eravate alla taverna ieri sera?
 – Si Signora! – Rispose il ragazzo tra i denti per il dolore
– Ditemi cosa avete mangiato …
- Uova sode, peperoni …
- Cibi poco digeribili e male associati di sicuro! Avete aggiunto anche birra o rum?
– Sissignora … aargh! – Rispose ancora più dolorante.
 – Giovanotto voi avete un fegato delicato e ieri sera lo avete intossicato. Fortunatamente ho con me qualcosa che vi farà stare bene in una mezz’ora. Jefferson, potete vedere per favore se Jambon ha preparato l’acqua e la tazza?
– Sissignora - Rispose questi sparendo velocemente per andare in cucina.
 
Hook era leggermente disorientato, Lady Barbra stava prendendo la situazione in pugno e con gentilezza stava dando ordini a tutti, facendosi obbedire come se fosse un favore e un piacere per loro farlo.
 La donna si allontanò per andare nel suo alloggio e prendere quanto le serviva. Jambon e Jefferson erano arrivati insieme, sembravano fare a gara per compiacere la Signora, Hook diede loro un’occhiataccia delle sue.
Velocemente Emma pose nella teiera il contenuto giallo-verdognolo di una bustina e un misurino di polvere gialla, mescolò il tutto per tre - quattro minuti, filtrò poi con il colino annesso alla teiera, versò nella tazza e la porse al ragazzo, sedendosi accanto a lui, lo spronò a bere tutto il liquido caldo.
 
– Restate sdraiato per circa tre quarti d’ora sul lato che vi duole, poi starete molto meglio. Jambon, per cortesia, a cena, per il giovane Eddy, questa sera solo tre patate lesse prive di olio, domani potrà mangiare qualcosa di più consistente, ma evitate pancetta e altri grassi per tre giorni almeno.
– Oui Madam, ogni vostro desiderio è un ordine per me!
 
 Detto ciò Jambon le fece un inchino e tornò in cucina. Jefferson era incantato a guardare la dama, Hook se ne accorse e lo apostrofò
 
– Non hai nulla da fare Fox? Qui non abbiamo più bisogno di te!
 
Anche Jefferson in un attimo sparì verso la sua mansione. Killian Jones era esterrefatto nel notare l’ascendente che la bella Lady Barbra aveva avuto sui suoi uomini e … non solo su di loro.
 
Il giovane Eddy non si lamentava più, il rimedio di Barbra evidentemente stava avendo i suoi effetti.
 
– Siete una donna singolare Barbra: bella, intelligente, coraggiosa, generosa e … umana. Avete conquistato i miei uomini in pochi minuti. Non so se siete una strega o una fata, ma visto l’effetto del vostro intruglio sul ragazzo, credo che opterò per la fata.
– Capitano sono semplicemente madre di un bambino, non è la prima volta che vedo un’indigestione e si da il caso che qualcuno mi abbia aiutata in circostanze di questo genere e mi abbia insegnato come provvedere. Ho dato ad Eddy una tisana a base di fiori di camomilla con un cucchiaio di polvere di buccia di cedro e limone. Sono un vero toccasana per il fegato. E un altro toccasana sarebbe trattare il ragazzo con un po’ di gentilezza in più. Lo aiuterebbe a sviluppare una maggiore sicurezza di sé.
 
Emma vide Killian portare nuovamente l’indice tra la guancia e l’orecchio, sfiorando leggermente il lobo, era in imbarazzo e si sentiva in colpa verso il giovane.
 
Si, quello era Il Killian Jones che Emma aveva immaginato, non la dura maschera del Captain Hook. Se era vero quanto detto da Frate Benedictus, riguardo all’indole, dentro quell’uomo, da qualche parte, ancora si celava il giovane Tenente Jones. Emma si voltò per celargli la gioia che in quel momento questa consapevolezza gli aveva suscitato.
 
Si ritirò nella sua stanza lasciando il Capitano nella sua con Eddy che, iniziando a sentirsi meglio, sotto l’effetto calmante e soporifero della camomilla, si era addormentato. Killian si sedette sul bordo del letto, restando a guardarlo un momento, era effettivamente poco più di un ragazzino, gli venne spontaneo un sorriso, allungò la mano e gli scompigliò i capelli rossi sulla fronte. Quel ragazzo era per lui come il figlio che non aveva mai avuto. Si alzò ed uscì per andare sul ponte della nave. Voleva vedere come erano stati sistemati i colombi di Lady Barbra.
 
La voliera era stata disposta precisamente come aveva ordinato, si accostò a guardarne il contenuto e contò dieci pennuti.
 
– Vi intendete di piccioni viaggiatori Capitano?
 
Barbra era silenziosamente arrivata dietro di lui ed ora si affiancava alla sua sinistra.
 
– No My Lady, non ho esperienza in merito, non me ne sono mai occupato.
 – Non è difficile, bisogna solo stimolare la fiducia dell’animale nei confronti del suo padrone, la fedeltà ne è poi una conseguenza. Volete vedere come?
 – Mostratemi pure come ve la cavate con gli uccelli!
 
Emma notò il sorriso malizioso di Hook ed il doppio senso delle sue parole, gli rivolse un’occhiata severa.
 
– Fossi in voi non sminuirei l’importanza che queste creature possono avere. Fatevi poggiare sull’uncino un piccione, non fuggirà perché io sono con voi e di me si fida, poi con la mano carezzatelo sulla schiena, ripetutamente e delicatamente. Prima di rimetterlo in gabbia dategli del becchime. Con i piccioni che tratterete in questo modo si creerà un legame, sarete loro amico e torneranno da voi quando sarà necessario.
 
Il Capitano eseguì le indicazioni della donna ed effettivamente il piccione, dopo le carezze ed il cibo, rimase sull’uncino, si alzò in volo, fece un giro intorno a lui, come per studiarlo bene, tornò sull’uncino e si fece rimettere in gabbia.
 
–Sapete Barbra – disse rivolto alla donna portando la mano, come al solito alla cintura – Ho fortemente l’impressione che voi trattiate gli uomini come questi piccioni
 
Barbra scoppiò in una risata cristallina e con sguardo malizioso e voce suadente gli rispose:
 
- Può darsi Capitano, può darsi!
 
Killian la guardò vagamente sorpreso e i suoi occhi si strinsero un attimo, mentre in una frazione di secondo esaminò ogni dettaglio del suo viso, come a cercare qualcosa su di esso. Quella risata cristallina aveva smosso una corda nel suo cuore che adesso stava vibrando fortemente. Una risata così non si poteva dimenticare. Ebbe l’impressione di averla già sentita ma, guardandola negli occhi verdi, questi riuscirono a distrarlo ed il pensiero appena formulato sparì dalla sua mente.
 
 
 
Nota dell’autrice
Finalmente Killian ha potuto smettere di contare i giorni, Lei è finalmente con lui sulla sua nave ma è intenzionata a mostrare freddezza nei suoi confronti. Ci riuscirà?
Per Luana, è bello che i lettori silenziosi si facciano sentire, ho postato prima del previsto per non farti aspettare troppo, come mi hai chiesto. Spero che anche questo capitolo ti piaccia.
Un grazie a chi ha recensito e a chi spero lo farà ancora.
A prestissimo dalla vostra
Lady Lara
 
   
 
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