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Autore: SagaFrirry    16/12/2015    1 recensioni
Esattamente come per il numero 2, il 3 non era previsto ma alla fine la follia ha avuto la meglio. Il tempo è trascorso e Apollo, colui che ha preso il posto del defunto padre Zeus sulla cima dell'Olimpo, vuole finalmente mettere a tacere le voci che lo definiscono "inadeguato a quel ruolo". Per farlo, seguirà il consiglio della gemella Artemide ed organizzerà una grande sfida fra Dei e loro Campioni. In tutto questo ovviamente verranno coinvolte vecchie conoscenze, nuovi arrivi e personaggi ormai già noti. Una corsa per raggiungere e conquistare la cima del Monte più ambito del mondo Greco, per svelare inganni e sotterfugi e scoprire che l'Olimpo fa gola a molte più persone del previsto! E voi per chi fate il tifo?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Olympus Chapter'
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II

INCANTO

 

Kiki stava camminando lungo lo stretto sentiero che correva lungo un terreno molto poco ospitale. Non era certo un problema, abituato com’era alle scale del Tempio ed i pendii di casa Jamir, perciò voltò l’angolo con il sorriso sulle labbra. In lontananza, vicino alla costa, protetto da alti scogli ed alture, si ergeva il palazzo che intendeva raggiungere. Non vi era mai entrato, né lo aveva mai visto. Solo dicerie erano giunte al suo orecchio e, da quel che vedeva, erano del tutto esatte. Lo descrivevano come un luogo meraviglioso e lo era per davvero. Il sole al tramonto illuminava il mare e la sagoma della dimora ormai vicina.

“E Voi chi siete?” si sentì chiedere, da una voce gentile.

Kiki si guardò attorno, cercando la fonte di quella voce, ed individuò quel che a prima vista gli sembrò un ragazzo. Osservandolo meglio però si accorse che, probabilmente, il suo aspetto celava un’età ben diversa. Con capelli color rosso cupo lunghi fino a metà schiena, che in parte ne coprivano il viso, lo sconosciuto ripeté la domanda, con maggior convinzione. Kiki non rispose subito, lo osservò ancora, vedendolo muovere qualche passo leggero. Il Sacerdote era prudente. Attorno a quella creatura aleggiava una strana energia, che non riusciva a catalogare.

“Sono Kiki” si decise a rispondere “Gran Sacerdote di Atena. Sono qui per vedere il mio predecessore Arles”.

“Arles?” sorrise l’essere “Erano anni che non sentivo chiamare il mio padrone così”.

“Padrone?”.

Lo sconosciuto ridacchiò, ed un ciuffo di capelli andò a coprirgli l’occhio sinistro. Kiki continuava ad osservarlo, senza comprenderne la natura.

“Non ho cattive intenzioni” continuò il Sacerdote “Voglio solo parlargli. Siamo colleghi..”.

“Il mio Signore ha espresso il desiderio di non venire ulteriormente disturbato. A quanto pare..è molto gettonato ultimamente e si è stancato di ricevere visite”.

“È una questione molto importante!”.

“Dicono tutti così, soprattutto negli ultimi tempi. Riguarda le strane idee di Apollo, immagino”.

“Sì, esatto. Spero capiate che è una questione che..”.

“Mi spiace. Io ho ricevuto un ordine”.

“Ma..io e Arles siamo amici. Non sono qui per infastidirlo. Solo per..”.

“Non posso. Io devo obbedirgli. Se la tua Dea ti desse un ordine, immagino obbediresti. Qualsiasi sia la circostanza”.

“Mi prendo io la responsabilità. Fammi passare e dirò che è stata colpa mia, che mi sono teletrasportato”.

“Il mio Signore sa che sono in grado di intercettare anche coloro che, come te, usano la telecinesi”.

“Allora gli dirò che ti ho minacciato, cosa che intendo fare!”.

“Dovrai uccidermi. Quello è l’unico modo per farmi infrangere l’ordine del mio Signore”.

“Ma andiamo! Non sono un nemico!”.

“Per quel che mi riguarda, potresti anche essere suo padre. Solo un contrordine mi farà smuovere”.

“Ed un cazzotto su quel bel faccino angelico? Che dici? Quello ti fa finalmente scansare?”.

“Voi cavalieri sapete risolvere le questioni solo a suon di pugni?”.

“No, sono bravo anche con gli insulti. Voi che ne usi?! Levati! Non sono come Aphrodite, a cui dispiace spaccare la faccia a quelli belli!”.

Kiki strinse i pugni, espandendo il cosmo. Colui che aveva di fronte mosse solo leggermente l’occhio scoperto, di un intenso color ambrato, illuminandolo.

“Kiki!” esclamò una voce di donna.

Lo sconosciuto, che nel frattempo si era leggermente sollevato da terra, ebbe un sussulto ed il suo sguardo tornò quello di sempre. Rimise i piedi in terra e si voltò, raggiunto da Eleonore.

“Kiki!” parlò proprio lei “Sei proprio tu? Che piacere vederti! Ho percepito il tuo cosmo e ti sono venuta a cercare”.

“Eleonore!” la riconobbe il Sacerdote “Non sei cambiata..”.

“Merito del marito divino, cavaliere. Vieni, ti mostro casa! Non l’hai mai vista, dico bene?”.

“Non sono mai stato qui, esatto”.

“Allora cosa aspetti? Seguimi! Non preoccuparti, ti lascerà passare. Dico bene?”.

Eleonore fissò con leggero rimprovero la creatura dai capelli rossi, che distolse lo sguardo.

“Dico bene?” ripeté lei.

“Sì, Signora” fu la risposta.

Lei sorrise, soddisfatta, e guidò Kiki fino al palazzo vicino.

 

“Un posto sull’Olimpo..tuo marito che pensa al riguardo? Cercherà di accaparrarsi quel ruolo?” domandò Ipazia rivolta ad Anfitrite, moglie di Poseidone.

“Non l’ho ancora capito” ammise la Dea “Ed il tuo? Hades che intenzioni ha?”.

“Ha chiesto a me se volevo divenire regina degli Dei”.

“E tu che cosa hai risposto?”.

“Che già il controllo dell’Oltretomba mi basta. E Poseidone? Come ha reagito?”.

“Sta soppesando i pro ed i contro. Tutti noi lo stiamo facendo, alla fine. Vale la pena scoprirsi, affrontare parenti e amici per divenire signori degli Dei?  Ammetto che l’idea di divenire regina dell’Olimpo mi alletta alquanto..ci sono troppi fighetti e primedonne attorno a quel trono. Tutti pronti a discutere per cretinate, ma poi..”.

“Io non saprei. Non sono al fianco di Hades da abbastanza tempo da poter dire di conoscere bene le divinità. Come regina, che cosa faresti? Nel senso..che ordine daresti per primo?”.

“Bella domanda! Non ci ho pensato!”.

“Ma quindi tu spingerai tuo marito a combattere?”.

“Spingerò mio marito a risvegliare i suoi Generali. Zeus e la sua stirpe ha governato fin troppo, portando il nostro culto alla rovina”.

“Non so se sono stati loro..”.

“E tu? Gli Specter e i Giudici non sono disposti a lottare per Hades?”.

“Non vedono l’ora. Quel che mi chiedo è se è giusto. Gli Specter sono anime morte, a cui Hades concede un ruolo negli inferi. Il mio sposo controlla le anime e non credo che debbano governare sul mondo esterno. Sarebbe qualcosa di..”.

“Favoloso! Ipazia, se il tempo della luce di Zeus è terminato, forse è venuto il nostro turno. Come regine delle tenebre e dei mari, possiamo cambiare questo mondo!”.

“E gli esseri umani?”.

“Quelli nascono e muoiono continuamente, lo sai bene. basterà farne degli altri..”.

 

Eleonore aveva condotto Kiki lungo le stanze del palazzo, che l’ospite osservava con incanto. Dopo un bel giro, si decise a condurre il Sacerdote dal padrone di casa.

“Entra pure, immagino dobbiate discutere di cose importanti perciò vi lascio da soli. Ci vediamo dopo” sorrise lei, aprendo la porta e incrociando per solo pochi istanti gli occhi di Arles.

“Ti è piaciuto il tour?” commentò, divertito, il Dio delle illusioni quando vide entrare il Sacerdote.

“Sì, direi di sì” ammise Kiki, mentre Eleonore chiudeva la porta e si allontanava.

 “Che è quella faccia?” domandò Arles, seduto su una sorta di trono complicatissimo, invitando l’ospite a sedersi al tavolo con lui.

“Niente” scosse la testa il Sacerdote, guardandosi attorno e notando che quella stanza doveva essere una sorta di studio, pieno di libri e oggetti strani “È che questo palazzo è immenso e splendido”.

“Ti ringrazio. Però..” con un cenno, l’aspetto della stanza e del paesaggio che si scorgeva dalla finestra alle spalle di Arles mutò.

“Cosa..cosa è successo?!” si stupì Kiki, mentre il palazzo continuava a cambiare più volte.

“Nulla. Mi diverto..”.

“Qual è il vero aspetto di questo luogo?”.

“Lo so solo io”.

Sconcertato da questo, Kiki sedette, non molto convinto che quel tavolo fosse reale. Ora dalla finestra si scorgeva il mare ed il tramonto, come quando l’ospite era arrivato.

“Non sei cambiato, Arles. Ma potrebbe essere tutta un’illusione, dico bene?”.

“Dici bene. Com’è andato il viaggio? Hai avuto problemi? Ammetto di aver faticato per trovare un luogo difficile da raggiungere..”.

“Nessun problema. Salvo uno scocciatore proprio qua fuori, poco distante dal palazzo, che non voleva farmi passare”.

“Uno scocciatore?”.

“Sì, una creatura che non so come definire”.

La porta si aprì e l’essere dai capelli rossi entrò con un vassoio, versando del tè nella tazza appena posata davanti a Kiki. Senza dire una parola, si congedò con un inchino ed uno strano sguardo, che il Sacerdote non seppe interpretare.

“Kiki, che c’è? Il tè non ti aggrada?” domandò Arles “Preferisci i superalcolici? Sei già giunto a questo punto, nella tua carriera da Sacerdote?”.

“Ma no!” scosse la testa l’ospite “È solo che è quello il tizio che ho incontrato prima. E stava per beccarsi una Starlight Extinction in piena faccia!”.

“Chi? Keros?”.

“Si chiama così?! Non lo so”.

“Poverino. Obbedisce solo ai miei ordini. Non maltrattarlo”.

“Non lo maltratto. Solo che è irritante. Non voleva farmi passare”.

“Perché era quello che gli avevo ordinato di fare. Suvvia..non ti scaldare. Tu eri molto più petulante quando si trattava di avere udienza da Atena”.

“Non è vero!”.

“Sì che è vero! E poi dai..è carino, perdona la sua testardaggine”.

“Carino?!”.

“Sì. Non sembra una ciliegia, con quel colore di capelli? Una ciliegia vestita di bianco..”.

Kiki rimase perplesso, non sapendo bene che dire e Arles rise, divertito dalla sua faccia.

“Alla salute” ridacchiò ancora, sollevando una coppa d’oro.

“È ambrosia?” domandò Kiki, allungando il collo cercando di scorgere il colore del liquido.

“Mortaluccio curioso” ghignò il padrone di casa “Ne vuoi un goccio?”.

“Ah, magari!”.

“Sto scherzando! Non posso!”.

“Lo so. Poi vivere per sempre non mi interessa. Già come Lemuriano romperò le palle al mondo per un paio di secoli, forse anche di più..”.

“Sinceramente, devo ancora abituarmi a questo intruglio”.

“Il tè è delizioso”.

“Dopo lo dirai a Keros, così non vi lancerete altri sguardi di odio nel mio palazzo. E adesso coraggio, dimmi tutto quel che hai da dirmi. Nessuno giunge fin qui solo perché vuol fare una passeggiata..”.

 

Keros raggiunse silenziosamente la stanza di Eleonore, che leggeva un libro. Le versò il tè, che le lasciò accanto, e fece per andarsene. Lei alzò gli occhi.

“Fammi compagnia” invitò lei “Siediti. Oggi la mia ancella ha il giorno libero”.

Con un po’ di riluttanza, Keros sedette. Riempì la tazza libera e la strinse fra le mani per scaldarle. Eleonore sorrise a quella scena.

“Guarda che se hai freddo si può..” iniziò, ma lui la interruppe, scuotendo la testa e ripetendo più volte che stava bene.

“Cosa ti preoccupa, Keros? Hai una strana faccia..”.

“Niente..”.

Spostando il ciuffo rosso dal viso, sorseggiò un po’ di tè bollente, tentando di sfuggire allo sguardo indagatore di Eleonore.

“Keros..non puoi mentirmi. Ormai ti conosco. Da quanti anni sei qui?”.

“Una decina, mia Signora”.

“Forse anche qualche anno di più. So che per te probabilmente non è molto, vista la tua età..”.

“Chiedo perdono per prima, Lady Eleonore”.

“Per che cosa?”.

“Non ho obbedito immediatamente al vostro ordine di far passare il Sacerdote di Atena”.

“Tu sei a servizio di mio marito ed è giusto che prima obbedisca alle sue disposizioni. Tranquillo. Piuttosto..cosa c’è?”.

“Nulla. Solo che..io ho seguito il mio Signore nel suo addestramento fra le varie divinità, ed erano tutte pronte a trattarlo come qualcosa di inutile, di superfluo. Prendere in giro perché giovane ed inesperto, perché sangue misto. Poi ne hanno avuto paura, perché hanno visto parte del suo potere. Angeli e Demoni lo temono, lo evitano. Il Santuario, i suoi colleghi..tutti..d’un tratto rispuntano. Tutti d’un tratto sono qui, ad elemosinare. D’un tratto sono tutti amici, tutti simpatici, tutti che..”.

“Capisco quel che vuoi dire. Infastidisce pure me, lo ammetto. Ma purtroppo la faccenda di Apollo e l’Olimpo coinvolge tutti noi, volenti o nolenti. Io spero, sinceramente, che non si cacci in una nuova guerra. Ma, se lo dovesse fare, il mio compito è stargli accanto, come ho sempre fatto”.

“Lo so..”.

“Lo sosterrò, anche se vorrei portarlo via con me in un luogo lontano che non conosco, in modo che non vengano a cercarlo. Ma tu sei libero, Keros. Se ti infastidisce questa gente e non vuoi avere a che fare con Apollo, sei libero di andare”.

“Madama Eleonore, io seguirei il mio Divino Signore fino in capo al mondo, se me lo chiedesse. Non mi spaventano di certo le conseguenze”.

“Oh, Keros..sono davvero tanto felice che tu sia qui. Condividiamo in parte le preoccupazioni per la stessa persona. È meno faticoso. Il fatto che tu gli stessi vicino mentre affrontava tutte le prove a cui lo hanno sottoposto gli Dei, mi ha dato coraggio. Perché so che tu lo aiuti sempre e gli impedisci di compiere madornali cazzate. Sei il mio sostituto, sotto certi aspetti..”.

“Lieto che la cosa non la infastidisca”.

“E perché dovrebbe?”.

Keros non rispose, bevve un altro sorso di tè e poi si alzò, portando via le tazze vuote.

“Solo una cosa..” lo fermò Eleonore “..io apprezzo la tua fedeltà però..sei libero di andare e venire quando vuoi, sai? Ne abbiamo già parlato. La mia ancella ha giorni liberi e la sera torna sempre a casa. Potreste mettervi d’accordo, dandovi i turni e..”.

“Non è necessario. Questo è il posto in cui voglio stare. Ovunque il mio Signore sia. Da nessun’altra parte”.

Senza lasciare tempo alla padrona di casa di replicare, Keros lasciò la stanza. Eleonore lo osservò, seguendo con lo sguardo il rosso dei capelli ed il bianco della veste che scompariva dietro la porta, tornando poi a leggere.

 

“E quindi che cosa vuoi da me, Kiki? Che combatta in nome di Atena?” chiese Arles.

“No, non potrei mai chiedertelo. Chiedo un parere. Che dovrei fare, secondo te? Mur ha detto che devo farmi i cazzi miei”.

“Mur ha perfettamente ragione..”.

“Ma..come? Non sei preoccupato?!”.

“Entro un certo limite”.

“In che senso?! Dovresti esserlo! E molto!”.

“Ah sì?”.

“Io lo sono..vorrei sapere chi potrebbe vincere, che cosa accadrà e..”.

“È l'incontenibile irruenza umana, mio caro. L'imprescindibile desiderio che avete voialtri mortali nel cercare di ottenere tutto, di comprendere tutto, qui e ora. Un tempo ero anch'io come voi, come te. Ma, sollevando lo sguardo dal reale presente si può scorgere, a volte, l'impalpabile futuro ed a cosa determinate scelte possono portare. Tu non lo puoi vedere, perché cieco uomo nelle cui vene scorre sangue rosso”.

“Ma che stai blaterando?! L’ambrosia è alcolica, per caso?! Che ti sei fumato?!”.

“Smettila di porti tante domande, Kiki. Lascia che io ti guidi, in modo che tu sia in grado di rispondere da solo alla tua domanda. Lascia che ti mostri fin dove il mio ikor può giungere. Lascia che ti insegni come sollevare quello sguardo umano e perduto, finalmente aprendo gli occhi verso la conoscenza. Lungi da me d'aver compreso ogni cosa ma..concedimi di mostrarti SOPHIA"

 “Sophia? Mi fai paura. Sembri Shaka dopo un paio di canne. Cos’è Sophia?!”.

“Il termine con cui indico la CONOSCENZA. La vado ancora cercando per il mondo, ma alcune cose posso già comprenderle”

“Chi vincerà? Tu lo sai? Puoi vederlo?”

“Ti rispondo con un’altra domanda: chi governa il mondo, impaziente Sacerdote?”.

“In che senso?”.

“Gli Dei sono più potenti se tanta gente crede in loro o agisce secondo la loro mansione. Quando la gente si illude, io mi potenzio. Quando suoni uno strumento, alimenti l’anima di Apollo e le sue muse. Quando godi con una donna, appaghi Afrodite. Chi prevale per il mondo? Cosa vedi, fra i mortali?”.

“Domanda impegnativa. Parli di mortali in generale?”.

“Sì, lascia perdere i casi umani che conosciamo noi. Guarda il mondo nella sua interezza. L’umanità nel suo insieme. Cosa ti sembra che segua?”.

“Direi i piaceri terreni. Il divertimento, i piaceri della gola e dell’ebbrezza di Dioniso. Ma anche le tentazioni della carne, l’unione sessuale, l’amore. Afrodite ed Eros”.

“Bravo. Se rifletti manca solo una pedina in questo bel quadretto. Colui che tutti codesti soggetti sopracitati hanno in comune”.

“Che hanno in comune Dioniso, Eros ed Afrodite? Non sono dei guerrieri, è questo che intendi dire?”.

“Secondo molte fonti, Dioniso è figlio della figlia di Cadmo ed Armonia”.

“Armonia? Tua sorella?”.

“Già..”.

“Ma quindi..la pedina di cui parli è..la guerra? Ares?”.

“I mortali e gli Dei si fanno la guerra fin dagli albori. Da prima che mio padre nascesse dal tocco di Era su un fiore che pare sia stato un pruno selvatico. Si fa la guerra da sempre e mai si smetterà. Anzi, secondo me, l’umanità finirà col distruggersi proprio facendosi la guerra”.

“Quindi dici che Ares sia potente in quest’epoca?”.

“Ares lo è sempre stato. Ma ha un problema: il cervello altalenante. Non è in grado di focalizzare le cose a lungo termine. È istinto, e lo guida la rabbia. Con un’alleanza, però, sarebbe molto più potente. E Afrodite, con Eros, di certo si alleerebbero con lui. Sarebbero tre delle forze più influenti del mondo, unite. Dioniso sinceramente non so che farebbe, ma conoscendo il suo odio nei confronti di Apollo credo che sarebbe disposto a tutto pur di prenderlo a calci in culo”.

“Ma è terribile! Ares è un Dio spaventoso! Orrendo!”.

“Se magari la pianti di insultare gratuitamente parte del mio patrimonio genetico..”.

“Ma è la verità!”.

“Calmati! Respira, Lemuriano!”.

“E tu..combatterai per lui? Al suo fianco?”.

“No”.

“No?”.

“No per un semplice motivo: mio padre non combatterà. Lo ha già deciso”.

“Come sarebbe a dire?!”.

“Non vuole divenire Dio supremo dell’Olimpo. Preferisce il suo Tempio solitario”.

“Quindi..tutta la conversazione di prima..”.

“Kiki, le divinità più influenti sull’umanità non hanno intenzione di prenderne le redini, perché hanno già molto più del dovuto. Perciò, chi sia a capo dell’Olimpo che differenza fa? Non riuscirà a cambiare i mortali”.

“Ma potrebbe portare a conseguenze pesanti sulla Terra, se ne modificasse gli equilibri”.

“Le divinità in grado di modificare gli equilibri sono poche. E quasi tutte incatenate in luoghi ben nascosti”.

“E non potresti essere tu?”.

“Io che cosa?”.

“Tu il Dio che comanda l’Olimpo”.

Arles rimase in silenzio qualche istante e poi scoppiò a ridere.

“Che hai da ridere?!” si indispettì Kiki “Trovi la cosa divertente?!”.

“Molto. Kiki, io non ho un esercito di guerrieri, e non intendo averlo. I miei figli cresceranno in un modo diverso dal mio”.

“Nulla ti vieta di avere dei soldati di supporto, provenienti da altri Templi”.

I due si fissarono. Il padrone di casa smise di ridere, inclinando leggermente la testa.

“Sacerdote..” mormorò “..tu..stai chiedendo di poter essere un soldato a mio supporto? Come tuo Dio, se pur momentaneamente? Tu..stai chiedendo una cosa del genere..a me?!”.

“Se necessario, sì”.

“Te lo ha suggerito Atena?”.

“No, non è ancora rinata”.

“E allora perché? Ti rendi conto di quel che dici? L’Olimpo in mano alle illusioni?”.

“Il mondo intero è avvolto dalle illusioni! Io stesso lo sono! Credevo che avrei servito per sempre la mia Dea, che lei mi avrebbe sempre sostenuto, ma sono solo! Mi sono illuso di poter ascoltare e trasmettere la sua voce, così come altri mi hanno seguito illudendosi che io potessi guidarli! Ma non è così! Il tuo potere è immenso ed è ovunque, nemmeno te ne accorgi. Preferisco un’umanità illusa ma felice, in cerca di quel che tu chiami SOPHIA, piuttosto che un branco di animali alcolizzati e maniaci, che san solo scopare e fare la guerra!”.

“Kiki..Kiki io..non so che dire..”.

“Dì quello che vuoi, incantami pure con i tuoi poteri. Le illusioni sono come miele per l’anima, quando la realtà è crudele”.

“Kiki..l’umanità intera non potrà mai essere come vuoi tu. Già in passato si è tentato di creare un luogo perfetto, avvolto dall’illusione dell’eterna letizia, ma è stata proprio la voglia di conoscenza dell’uomo che ha demolito questa illusione. È bastato il morso di una mela, offerta da un serpente che conosco fin troppo bene. Le religioni nascono e muoiono, Sacerdote. Nessuno sa come saranno le credenze nel cuore degli uomini, se ci saranno ancora, fra duemila anni. Probabilmente l’inferno ed il paradiso in cui ora credono con tanto fervore non saranno altro che mitologia, come lo è ora il regno di Hades. Ma la verità qual è? Chi ha ragione? Il serpente, il paradiso, Hades, gli nuovi Dei che verranno?”.

“Questi discorsi sono complicati. Per me la verità è una: io credo in Atena e faccio ciò che mi dice”.

“E se lei non parla?”.

“Se..”.

“Se lei non dovesse tornare, tu cosa faresti?”.

“Come sarebbe a dire?”.

“Atena ha sacrificato se stessa per porre fine ad una guerra e ridare vita a degli innocenti. Forse, così facendo, ha consumato tutto il suo animo. E questo rende impossibile il suo ritorno”.

“Ipotesi spaventosa!”.

“Spaventosa ma possibile”.

“Io sto chiedendo a te di aiutarmi. E tu mi fai deprimere”.

“Io, che creo illusioni, sono il più adatto a mostrare  com’è la dura realtà”.

“Che dovrei fare, secondo te?”.

“Sono lusingato dal fatto che tu voglia combattere come mio soldato, ma ti consiglio di darti tempo. Il tuo animo ed il tuo cosmo sono turbati e non riescono a sentire la voce della tua Dea. Se essa ancora esiste, ed attende di rinascere, saprà comunicare con te, se saprai ascoltarla. Perciò torna al tuo Tempio, riposa, calma la mente. So che suona strano detto da me..”.

“E tu che cosa farai?”.

“Io? Tutti vogliono vedermi fare qualcosa. Lucifero vuole che combatta, per potersi prendere un pezzo d’Olimpo. Mihael vuole che difenda le forze del bene, che solo lui sa che cosa siano. Io..ho piena intenzione di sbattermene dell’Olimpo e di tutti i suoi abitanti! Questo mese è pieno di cerimonie molto carine in varie religioni ed ho intenzione di parteciparvi”.

“Andrai in cielo per Natale?”.

“In paradiso, intendi? No, non mi chiamo Dante. Poi, tecnicamente non sono un angelo puro, quindi non ci posso andare”.

“La cosa ti fa incazzare?”.

“No. Chissenefrega”.

“Ma hai ancora le ali, vero? Intendo dire..non sei diventato un demone o un’altra cosa strana..”.

“Non sono abbastanza strano già così?”.

Arles ghignò, alzandosi e facendo comparire le ali, ancora di colore rosso.

“Sì..” ridacchiò “..lo zio Lucifero tenta di farmi cadere e mutare il loro colore. Prima o poi ci riuscirà, ma fin ora non è successo”.

“Sono bellissime. Perché le nascondi?”.

“Perché sono scomode. Sono peggio delle Armature divine, che per fortuna tu non hai dovuto provare! Ed ho già Aphrodite dei Pesci che mi rompe le palle dicendomi che sono  magnifiche, sexy e cose simili..”.

Kiki non riuscì a trattenere una risata, immaginando Arles che camminava fiero con le ali spalancate e dietro Aphrodite che gli urlava contro che era splendido.

“Torna a casa, Kiki” sorrise il padrone di casa “E rilassati. Vedrai che Atena saprà parlarti, se è destino che accada. Altrimenti non preoccuparti. Sull’Olimpo litigano da sempre ed il mondo non è mai giunto alla fine! E nemmeno l’umanità”.

“Forse hai ragione..”.

Entrambi si incamminarono lungo il corridoio. Il Sacerdote, convinto solo in parte, si apprestava a tornare  a casa. Incrociò con lo sguardo una giovane donna e la riconobbe a stento.

“Sophia?” chiese.

“Sì” confermò Arles, mentre lei proseguiva il suo cammino “La primogenita figlia mia e di Eleonore. È cresciuta, vero?”.

“Molto”.

“Sono parecchie le divinità che la chiedono in sposa, ma sarà lei a decidere, quando lo vorrà”.

“Le auguro di trovare un amore come quello che lega te ed Eleonore. Il vostro sguardo è come quello che vi scambiaste la prima volta che vi ho visti accanto”.

“Sì. Io amo Eleonore. Ed è l’unica donna di cui mi sono innamorato. Che cosa schifosamente romantica, vero?”.

“Io la trovo carina. Di amori così non ce ne sono molti”.

“Credo che mio fratello Eros abbia esagerato con le frecce, nel mio caso. Ma ora vai, che già si fa buio”.

“Hai ragione..”.

Kiki salutò Eleonore ed intravide Keros. Ormai oltre la soglia del Tempio, si girò un ultima volta e sorrise proprio alla creatura dai capelli rossi.

“Perdonami se sono stato scortese” gli disse “La prossima volta non ti minaccerò, promesso. Ed il tè l’ho gradito molto. Spero mi perdonerai, angelo”.

“Angelo..” sorrise Keros, a braccia conserte “..che bel complimento..”.

“Non lo sei?!” si stupì il Sacerdote.

“Muoviti, Kiki! Non ti tengo qui per la notte!” sbottò Arles, divertito “Devo andare a vedermi il duello fra il re Quercia dell’Estate e il monarca dell’Agrifoglio d’Inverno!”.

“Ma di che parli?!”.

“Divinità celtiche”.

Kiki finse di comprendere e si allontanò. Ad ogni passo i dubbi più assurdi iniziarono ad insinuarsi nella sua mente. Era vero quel che aveva visto e quel che era successo? Ormai non era più in grado di capirlo.

 

Ed eccoci qui, secondo capitolo. Più lunghetto e “introspettivo”. Ed eccovi la prima “new entry”: Keros. Tenetelo bene a mente perché al ciccino ciliegino farò fare un sacco di cose strane e spero impariate a volergli un po’ di bene ;) a presto!

   
 
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