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Autore: Yami_No_Alice    16/12/2015    4 recensioni
Spesso Dio può cambiare la nostra vita, ma sta a noi decidere se in meglio o in peggio.
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Sette adolescenti, vite diverse, situazioni differenti, destini che si mescolano tra di loro. Troveranno la risposta ai loro quesiti. Come andrà a finire?
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Un viaggio all'interno delle vite più disastrose della nostra società.
Occhi che hanno visto di tutto, mani che hanno doccato di tutto e labbra che hanno detto di tutto.
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Quanto si può essere egoisti nel corso propria vita?
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Taehyung/ V, Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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                                                        The priest.


« Mi dispiace ma non voglio una relazione con qualcuno che non avrà un futuro. Mi dispiace.» queste sono state le uniche parole che la mia ragazza, anzi, ex ragazza, ha pronunciato prima di lasciarmi.

Ragazzo senza futuro, beh, forse ha ragione, in fondo chi può avere una vita peggiore della mia? Strascico i piedi per terra mentre cammino per una via senza meta nel centro di Seul, le sfarzose luci delle strade mi abbagliano e ancora un po' non inciampo, tanto la mia vista è opaca a causa delle lacrime.
Mi accendo un sigaretta, so che per un ragazzo di diciotto anni fumare fa male ma alla fine le sigarette sono le uniche cose che mi restano. Sono le mie migliori amiche.
Oggi era stata una giornata veramente di merda, un vandalo ha imbrattato l'aula dei professori e loro hanno incolpato me, facendomi espellere dalla scuola; inoltre, la ragazza che credevo mi avrebbe sempre sostenuto mi ha piantato appena saputa la notizia.

« Jungkook, sei un emerito idiota!» mi urlo da solo. Una vecchia per strada si volta a guardarmi, ma tanto ormai che m'importa, l'orgoglio e il pudore non sono più cose che devo salvaguardare. Sono un rifiuto umano dopotutto. Nella società coreana, dove il percorso di studi è molto importante per prefissarsi una carriera, per quelli come me non rimane che pulire la merda dalle strade.

Lancio la sigaretta per terra, buttando fuori l'ultima boccata di fumo. Osservo il fumo uscire dalle mie labbra e me lo immagino come se fosse la mia anima, la mia anima che vuole uscire dal mio corpo. Mi guardo attorno, sono a Jung-gu, e la strada è piena di un via vai di gente.
Perchè queste persone stanno correndo? Ah già, è iniziato a piovere. Come se non potesse andare peggio.

No, può andare peggio.

Cerco di scansarmi tra la gente che tenta di trovare disperatamente un riparo, neanche la pioggia fosse acido. In quel momento un furgone di media grandezza sfreccia sulla strada e, come se non mi fosse già capitato di tutto, prende in pieno una pozzanghera catapultandomi un'enorme massa di acqua putrida addosso.

Bene, sono anche fradicio adesso.

Accolgo l'idea di cercare anch'io un tetto sotto cui ripararmi e l'unica cosa che trovo è una chiesa, forse di religione cattolica. Spingo forte il portone e entro senza far rumore, non sono mai entrato in una chiesa ma so bene quando devo fare silenzio. Sono praticamente solo, l'unica persona a farmi compagnia è un vecchio inginocchiato su una delle panche di legno. Lo scruto con attenzione: ha le mani giunte e sembra stia sussurrando qualcosa. Improvvisamente una voce rompe la mia attenzione.

«Sei nuovo da queste parti?» Mi volto, un ragazzo alto, con i capelli rossi e con un sorriso da ebete stampato in faccia si avvicina verso di me, tenendo in mano uno strano oggetto che emana fumo profumato. Perché questo ragazzo ha iniziato a parlarmi. Mi ripete la domanda, forse pensa che sia scemo.

« N-no... Non è la prima volta che vengo a Jung-gu.»

Sorride. Perché cavolo mi guarda in quel modo? E' come se stesse provando compassione per me. «No haha... Volevo chiederti se è la prima volta che entri nella casa del Signore.»

Che imbarazzo. Arrossisco, quel tipo mi mette soggezione. Con una mano mi sistemo la frangia scura. Lo guardo meglio, è vestito completamente di nero a parte un lembo di stoffa bianco vicino al colletto. Perfetto, mi è capitato un prete. Devo ringraziare la mia grande conoscenza dei film horror, dove i preti sono sempre presenti, almeno ne riconosco uno quando lo vedo.

« Ah, eh... si, padre. Stavo cercando un riparo dalla pioggia»

Lui inizia a ridere, tentando di non fare rumore per disturbare quell'anziano. «Hahahaha! Non serve che mi chiami padre!» si sposta i ciuffi rossi dietro le orecchie, permettendomi di vedere i suoi occhi scuri, penetranti « In fondo abbiamo circa la stessa età...Puoi chiamarmi Jimin.»

Jimin...Davvero un bel nome.

«E tu come ti chiami?»

«Jun- Jungkook.» tossisco, quel fumo va a colpire i miei occhi facendoli lacrimare. Jimin sembra divertito mentre posa su una panca quello strano oggetto.

« Vuoi che ti spieghi com'è fatta la nostra Chiesa?»

«Ehm, okay. In fondo con questo tempo non c'è niente di meglio da fare ahah...» che battuta di cattivo gusto, potevo starmene zitto. Jimin mi guarda con aria inquisitoria senza perdere il suo sorriso.

«Seguimi.»
Mi prende per un braccio. Che tocco delicato, quasi quello di una donna. Mi trascina fino al centro dell'edificio facendo cadere il mio sguardo su un grande tavolo che domina su tutta la chiesa. Sopra di esso c'è una tovaglia, dei fiori e vari oggetti come bicchieri e piattini.

«Questo è l'altare.»

«Altare?»

«Si, è quasi sempre rivolto verso Est, perché il sole nasce a Est, e così noi, quando professiamo la nostra religione, rinasciamo davanti a Cristo. Qui è dove il prete celebra la messa.» sembra molto contento di dirmi queste cose, si vede che è felice di svolgere questa professione.

«Quindi tu fai la messa da lì?»

«A volte. In fondo, io sono venuto qui subito dopo il seminario per aiutare il prete di questa chiesa, Eun-soo. Quando lui non c'è professo io la messa.» c'è un po' di amarezza nelle sue parole. «Ad ogni modo, vieni che ti mostro i bellissimi dipinti fatti arrivare dall'occidente.»

«Jimin, che cos'è un seminario?»

«E' lo studio che si percorre per diventare preti.»

«Prima hai detto che abbiamo circa la stessa età... posso sapere quanti anni hai?»

«Ho vent'anni.»

Così giovane... Lui sta chiuso qui dentro ogni giorno mentre i suoi coetanei si divertono? Vengo richiamato alla realtà quando Jimin mi invita a sedermi vicino a lui su una panca. Si è seduto nel punto più esterno, quindi, se voglio sedermi anch'io, lo devo scavalcare.
Metto una gamba oltre suo corpo e gli do la schiena, almeno così non si vede la mia faccia paonazza. Che scena stupida, stavo in piedi con le gambe aperte sotto quelle di Jimin; se i miei amici fossero qui avrebbero iniziato a ridere di sicuro. Cerco di spostare anche l'altra ma, un po' per l'imbarazzo e un po' per sfiga, mentre cerco di sollevarla il mio corpo perde l'equilibrio. Improvvisamente sento una mano appoggiarsi sul mio fondoschiena, tentando di restituirmi l'equilibrio. La gamba finalmente passa dall'altra parte e io posso sedermi. Solo adesso mi rendo conto che Jimin, per aiutarmi, mi ha appena palpato il sedere. Mi sento avvampare, nessuno mi aveva mai toccato così, a parte il mio amico Taehyung quando è ubriaco o la mia ragazza. Mi torna in mente il suo sorriso, i suoi capelli corvini e la sua voce dolce quando mi chiamava oppa.
Perché era finito tutto in quel modo? Mi aveva mai amato? Una lacrima mi bagna il viso.

Basta, voglio farla finita.

Vengo svegliato dai miei pensieri da una mano calda che mi asciuga la lacrima. E' la mano di Jimin, e lui è li che mi guarda, seduto accanto a me, con quel sorriso come se non conoscesse i mali della vita.

«Tutto bene?»

«No...» trattengo un singhiozzo, le lacrime cominciano a sgorgare di nuovo. « Niente va bene.»

La sua mano si sposta dal mio volto alla mia schiena, accarezzandola dolcemente, in segno di consolazione.

«La mia ragazza mi ha lasciato questa mattina.» sbotto. Sono peggio di quando sono ubriaco, sto raccontando la storia della mia vita a un prete appena conosciuto. «Mi ha lasciato perché mi sono fatto espellere dalla scuola. Dice che sono senza futuro.» Continua ad accarezzarmi. Non dice nulla.

«Cosa posso fare?» sono disperato, non so più come andare avanti. «Tutte le mie certezze sono crollate lasciandomi un vuoto.»

«Sei una pecorella smarrita.» mi sussurra con dolcezza. «E per ritrovare la strada hai bisogno dell'aiuto di Dio.»

«Non penso che Dio mi possa aiutare.»

«Perché Jungkook?»

«Hai mai avuto una ragazza?»

«No» parla con voce ingenua. Questo ragazzo non sa niente sul mondo là fuori e io dovrei farmi consolare da lui? «Noi preti non possiamo avere nessuno. Noi siamo sposati con Dio e abbiamo fatto un voto di castità.»

Questo è troppo. E' impossibile. Sono sicuro al cento per cento che un prete possa sposarsi, l'ho visto nei Simpson, ma non mi va di fargli questo esempio idiota. Forse lui non sa neanche chi sono.

Sbuffo « Mi stai dicendo che sei vergine?»
Merda, dannazione a me a alla mia lingua che non sta mai ferma. Jimin non sembra essere sorpreso da quelle parole, continua a fissarmi con quell'aria da cucciolo.

«Sì» mi risponde secco «E sono felice di esserlo. Ovviamente non voglio importi di fare un voto di castità ahahah.»

Sorrido. Sembra un ragazzo simpatico.

«Jimin, posso farti una domanda?» chiedo con voce rauca, ancora scosso dalla sua risposta precedente. « Tu sai cosa fanno i ragazzi della tua età là fuori giusto?» indico la porta. Lui annuisce a testa bassa. «Non sei invidioso di loro?»

Non risponde. Forse gli ci vuole tempo per metabolizzare la mia domanda o forse ho toccato un tasto dolente. Comunque, la risposta da lui non è arrivata.

«Jimin per l'amor del cielo non sei ancora pronto? Fra mezz'ora inizia la messa!» una voce attira la nostra attenzione.

«Jin, sei qui? Adesso mi preparo subito.» risponde Jimin poi, voltandosi verso di me dice « Jungkook, lui è Seok Jin, anche lui è un aiuto-prete e quando Eun-soo non ci sarà più prenderà il suo posto.»

Questo tizio mi ha squadrato dall'alto in basso. Chi si crede di essere. Decido di farlo anch'io. I capelli scuri gli cadono sul viso, delineando il suo volto magro, dove le sue labbra carnose fanno da padrone. Un bel ragazzo insomma. Mi tende la mano.

«Piacere, Seok Jin.» gliela stringo con forza.

«Piacere, Jungkook, la pecorella smarrita.» dico guardando Jimin, che scoppia in una risata fragorosa, non curandosi più del volume della sua voce, tanto siamo solo noi tre all'interno della chiesa (Il vecchio se n'è andato da tempo ormai).

«Noto che hai gran un senso dell'umorismo.» dice Jin schiarendosi la voce, per attirare la mia attenzione. « Ma questo non è un cabaret quindi i tuoi commenti spiritosi li fai al di fuori della casa del Signore.»

«Scusa.» Jimin mi posa una mano sulla spalla, il suo sguardo dice lascia perdere. Sorrido, non ho mai sorriso così tanto, neanche il giorno del mio compleanno, è solo che lui è così radioso, così solare.

« Ti fermi per la messa serale?»

«Mi piacerebbe molto...» guardo il telefono. Le 17.45. Merda dovrei essere già a casa. « Ehm, ritiro quello che ho detto! Devo scappare a casa se no mio fratello mi ammazza...Ci vediamo un altro giorno Jimin.» Gli faccio un cenno con la mano e mi dirigo a passo svelto verso il portone.

«Non si corre qui dentro!» mi richiama la voce di Jin.

«Ciao Jungkook!» mi saluta Jimin.

Gli faccio l'occhiolino «Chiamami pure Kookie!» e esco dall'edificio. Una volta fuori mi rendo davvero conto di quanto sia tardi, siamo in inverno ed è quasi buio. Ha smesso di piovere. Inizio a correre come un matto in mezzo alla via, devo tornare il più presto possibile.



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Dopo cinque minuti di corsa raggiungo finalmente il mio appartamento. La porta è aperta. Abbasso la maniglia e entro velocemente in salotto, stranamente è tutto buio. Non vedo niente...Mi avvicino a tentoni all'interruttore e, dopo aver acceso la luce, feci una bruttissima scoperta. Mio fratello maggiore era seduto sul divano e mi guardava con occhi inquisitori, da quanto tempo era li?

«Bentornato Kookie.»

«Ciao.» dico a testa bassa. Mi dirigo verso il piano cucina e mi verso un po' di Cola in un bicchiere, per poi berla tutta. La casa è un disastro, è tutta sporca e la spazzatura e i vestiti sono tutti per terra «Scusa, ho fatto un po' tardi.»

«Ha chiamato la scuola.» mi si gela il sangue nelle vene. No, no, no! « Mi hanno detto che hai compiuto degli atti di vandalismo.» si alza in piedi di scatto e mi raggiunge con due falcate.

«Ti giuro non sono st-» mi afferra il volto con una mano, stringe così forte, sembra che stia per rompermi la mascella.

«Non me ne frega un cazzo se sei stato tu o no, resta sempre il fatto che sei stato espulso.» la presa si fa più forte. I miei lamenti provocati dal dolore non lo impietosiscono «Oggi è l'anniversario della morte di papà e mamma, e tu hai il coraggio di tornare a quest'ora dopo essere stato espulso da scuola.» Toglie la mano dal mio volto...Finalmente.

«Perdonami, non me lo dimenticherò più mai più.» faccio per andarmene in camera mia ma lui mi blocca la strada. Solleva un braccio e mi colpisce con un pugno fortissimo. Sentio il mio corpo essere spinto completamente a terra, perdo sangue dalla bocca. Una mano mi afferra il collo e inizia a stringerlo con forza.

«Ah...Non...Riesco a respirare...»cerco in tutti i modi di divincolarmi.

«Per me potresti anche morire qui.» sento le forze che mi stanno abbandonando...Forse è giunta la mia ora...Adesso che finalmente avevo trovato qualcuno disposto ad ascoltarmi...

«Jimin...»

Improvvisamente incomincio di nuovo a respirare. Mio fratello ha mollato la presa e si è alzato in piedi.

«Chi è questo Jimin?»

Non vorrei rispondergli, ma devo «Uhm...Un prete...Della chiesa di Jung-gu.» cerco di rimanere il più vago possibile mentre tento catturare più aria possibile nei miei polmoni.

Rimango disteso per terra e lo osservo, non ho mai visto un'espressione così arrabbiata. Mi sputa addosso.

«Un prete eh? E dimmi Kookie...Dov'era Dio quando nostro padre guidava la macchia ubriaco quella sera?»

Mi inginocchio per terra, mi avvinghio alla sua gamba «Non c'era.»

«E dov'era Dio quando nostra madre si è suicidata cinque anni dopo durante l'anniversario per la morte di nostro padre?»

«Non c'era.»

«Esatto Kookie...C'eravamo solo tu ed io. Nessun altro.» si china e mi bacia in fronte «Non voglio che tu veda mai più quel prete. Domai cercherai un lavoro.»

«Va bene» inizio a piangere e a singhiozzare.

«Ti amo Kookie.»

«Anche io.»

Non dubito che mio fratello abbia qualche problema...Ma lui non è cattivo, lui mi ama, vuole solo il meglio per me. Vado a dormire piangendo, le emozioni che provo sono troppo forti. La mia ex, mio fratello, Jimin, Dio... Dio...Dio non c'era.

Il giorno dopo mi alzo presto. Mi fa strano prepararmi per cercare un lavoro, cerco di vestirmi il più elegante possibile.



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Mi avvio verso il centro di Seul e ad un certo punto squilla il cellulare.

«Pronto?»

«Ciao Kookie, sono io, Taehyung. Ho saputo le nuove notizie sia riguardo alla scuola che la tua ragazza. Mi dispiace.»

«Tranquillo.» sospiro «Ormai me ne sono fatto una ragione...»

«Non disperare, ieri Namjoon ha ricevuto la paga per aver cantato in quel bar, così pensava di offrirci qualche bottiglia...»

«Non lo so Tae, mio fratello non vuole che io beva.»

«E chi se ne frega di tuo fratello! Questa sera pensiamo solo a divertirci.»

«Tae io...»

«Bene allora ci vediamo a casa di Namjoon per le sette! Mi raccomando...» Mi ha chiuso il telefono in faccia, c'è da aspettarselo da uno come lui. Sta sera mi toccherà andare, inventerò una scusa con mio fratello.



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E' da più di quattro ore che giro per locali, uffici e negozi elemosinando un'occupazione. Ho cercato ti tenermi il più distante possibile da Jung-gu ma è inevitabile, visto i miei scarsi risultati di ricerca lavorativa, che passi di li.
Mi fermo davanti alla chiesa...Jimin, addio,non ti rivedrò mai più...Mi ha fatto piacere parlare un po' con te.

«Hey Kookie!»

Merda, merda! Non ci voleva. Mi volto. Quei capelli rossi e quel sorriso, era lui.

«Ciao Jimin!» fingo un sorriso,ma in realtà sto morendo dentro. «Come stai?»

«Bene t-» si blocca fissandomi in modo molto ambiguo. Cosa c'è adesso? « Kookie...Perchè hai un livido sulla guancia?»




Ecco...Ora sono nella merda.
   
 
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