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Autore: Sanae77    17/12/2015    8 recensioni
Sinapsi
si•nà•psi
1. In neurofisiologia, la connessione funzionale tra due cellule nervose o fra una cellula nervosa e l'organo periferico di reazione.

E se questa connessione avvenisse anche tra due persone?
Svegliarsi e non sapere dove si è collocati.
Non ricordare come ci si è arrivati.
Essere da soli, ma essere coscienti che di solito accanto a noi c’è un'altra persona, che però non c’è.
Un percorso particolare per scoprire la vita della coppia più famosa di CT.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sanae

Ho appena finito di lavorare sono le cinque del pomeriggio. Ho trovato questo posto come cameriera, così da poter mettere via un po’ di soldi. Il mio obiettivo sarebbe quello di raggiungere Tsubasa, in Brasile, per qualche giorno. È già passato un anno dalla sua partenza, è nuovamente l’estate, e con questo lavoro a conti fatti prima del prossimo anno non credo di poter riuscire a permettermi un viaggio così oneroso.

Sbuffo al pensiero che passeranno due anni prima che possa rivederlo.

Allora sei pronta?” irrompe Kumiko nel retro bottega. Mi sto cambiando per poter uscire con loro, oggi andiamo tutti al luna-park.

Sì, Kumi sono pronta arrivo” rispondo alla mia amica.

Usciamo dal locale e gli altri sono già fuori che parlottano, mi stavano aspettando. A piedi ci dirigiamo al parco del paese dove è stata allestita la struttura. Chissà se Tsubasa ha vinto, so’ che ieri avevano la finale di campionato. Stasera appena rientro a casa, mi collegherò per controllare.

Con questo pensiero arriviamo a destinazione e ci mettiamo subito in fila per la ruota panoramica. Sollevo lo sguardo al cielo e osservo quanto sia alta, sento una strana eccitazione all’idea di andare così in alto da sola.

Il tornello fa passare due persone alla volta, improvvisamente mi sento afferrare per un braccio e tirare indietro, mentre vedo passare in avanti un ombra che affianca la mia amica, volto lo sguardo verso il mio sequestratore e mi muore il sorriso in gola quando Kanda è vicino a me.

Torno a guardare Kumi, ma oramai è troppo tardi perché è dall’altro lato della barricata già pronta a salire con l’eterno amico di Kanda, non posso crederci ci hanno fregato.

Non faccio in tempo a ragionare sull’accaduto che lui mi spinge in avanti e superiamo il tornello, mentre l’uomo della giostra c’inviata a sederci.

Non provarci neppure” sibilo tra i denti. La sua presa si fa più salda mentre quasi mi obbliga a mettermi seduta sulla poltrona della ruota.

Non fare la bambina” mi intima.

Siamo soli quando seduti uno al fianco dell’altro, vedo la sbarra chiudersi di fronte a noi. Incrocio le braccia al petto e mi volto dall’altro lato.

Ho dovuto escogitare un modo per parlarti, sei sempre insieme a quel branco di calciatori” dichiara improvvisamente.

Mi volto, sono livida. “IO, non ho niente da dirti, non ti è bastata la lezione che ti ha dato Tsubasa?!” sarò stronza, ma meglio fargli ricordare che cosa era accaduto in quell’occasione; casomai avesse intenzione di superare ogni qualsivoglia… limite.

Sì, ma adesso non è qua e… - fa finta di pensarci dopo prosegue – a conti fatti in un anno non è che si sia visto molto da queste parti; vieni a cena fuori con me stasera” lo sputa fuori così, come se fosse la cosa più normale del mondo.

Scordatelo” ringhio tra i denti mentre i rumori della ruota stridono come la mia voce. Il vento prodotto dallo spostamento dell’aria mi scompiglia leggermente i capelli, più volte passo la mano per rimetterli al loro posto dietro l’orecchio, o forse è solo la crescente tensione. Lui si sta avvicinando, e io non ho via di fuga.

Afferra le mie spalle e si avvicina alla mia bocca e prima che possa dire qualcosa si avvicina fino a sfiorarla per poi esclamare: “Scommetto che Ozora non ti ha mai baciata così” e lo fa.

Le sue labbra toccano le mie, sento la brace che saetta sulle mie guance. Punto i pugni al petto e cerco di allontanarlo, ma non ci riesco, è forte, dopo avverto la sua lingua che cerca di farsi strada nella mia bocca, serro ancora di più le labbra e finalmente ce la faccio a voltare il viso di lato, riuscendo nuovamente a prendere respiro. Mi lascia, e io ne approfitto mollando un ceffone da manuale che rimbomba insieme alla giostra che adesso si è fermata. La sbarra si apre e io schizzo fuori, ma lui è dietro, mi afferra nuovamente per un gomito e mi tira verso di lui.

Poi quella voce, la SUA voce per l’esattezza; che gli intima: “KANDA LASCIALA NON MI SEMBRA CHE SANAE GRADISCA LE TUE ATTENZIONI!!!”

Mi volto è Tsubasa, che diavolo ci fa qua? Ho le lacrime agli occhi mentre velocemente vedo arrivare tutti gli altri, perché Tsubasa è livido e si sta avvicinando un po’ troppo velocemente, poi capisco e con uno strattone mi metto tra i due, spero solo di aver fatto in tempo.

 

 

Tsubasa

Sono arrivato all’aeroporto, appena uscito dal Gate vedo la mia famiglia tutta in attesa del mio arrivo, forse avrei potuto chiamare anche Sanae, almeno potevamo già vederci, scuoto la testa pensando che no, le farò una sorpresa e sarà felicissima.

La mamma mi abbraccia stretto, seguito a ruota da mio padre, poco dopo aggrappato alla mia gamba, sento strattonare la stoffa, giro lo sguardo verso il basso e mio fratello richiede la mia attenzione, quindi mi chino e lo sollevo da terra: “Dachi, come sei cresciuto!”

Anche tu fratello mio sei tanto alto” dice buttandomi le braccia al collo. Lo abbraccio stretto, sa di buono, sa di casa, sa di mamma, sa della mia famiglia, sì, mi sono mancati anche loro.

Tutti insieme andiamo verso l’auto pronti a sfrecciare verso casa, giusto il tempo di posare i bagagli e dopo voglio andare da lei.

Il viaggio mi permette di soddisfare tutte le domande di mia madre.

Una volta varcata la soglia di casa, lascio veloce le valigie, mi affaccio sulla soglia di cucina e dico alla mamma. “Non aspettatemi per cena”

Tsubasa Ozora, sei appena arrivato e già sparisci nel nulla?” mi rimprovera, non ha tutti i torti, ma io devo stare con lei.

Incasso le spalle per parare il rimprovero, dopo mi porto una mano dietro la nuca e arrossendo fino alla punta dei capelli esclamo: “Voglio portare Sanae a cena fuori è un anno che non la vedo… per favore mamma.”

Si volta, i suoi occhi a cuoricino, non sa che stiamo insieme, non ho mai avuto occasione di dirglielo, ma adesso non potevo certo esimermi, e so per certo che dopo questa uscita mi concederà ogni giorno libero… adora Sanae.

Va bene, ma domani a pranzo stai con noi!”

Promesso mamma!” Faccio un accenno di uscita, ma lei mi blocca il braccio. “Se domani a pranzo vuole venire anche Sanae?!”

Avvampo, mi libero dalla sua stretta e balbetto un: “Ma… Mammaaa” ed esco di corsa dalla porta diretto a casa Nakazawa.

 

Disdetta! Sua madre mi ha detto che appena finito il turno di lavoro, le amiche sarebbero passate a prenderla per andare al luna-park.

Infatti adesso a grandi falcate sto seguendo la strada per raggiungerla, in realtà sto quasi correndo, ma tanto sono più che allenato.

Vedo Taro, Ryo, Mamoru sotto la ruota panoramica sembra che stiano aspettando qualcuno, quindi li raggiungo velocemente, evidentemente le ragazze sono ancora sopra. Appena mi vedono, la loro espressione cambia, solo Ryo mi viene incontro abbracciandomi con calore.

Beh, che succede?” chiedo appena arrivo dagli altri.

Abbiamo un problema, Kanda – dice Taro indicando un punto verso l’alto della ruota – non so com’è riuscito a salire con Sanae.”

Alzo lo sguardo e vedo che stanno discutendo, poi i vari bracci della ruota mi offuscano a tratti la visuale. Volevo farle io una sorpresa e da quello che vedo forse è lei che l’ha fatta a me. Era meglio se l’avvisavo del mio arrivo, ma non posso credere che stia uscendo con un ragazzo. No, non posso crederci!

Prima di tirare conclusioni affrettate decido di indagare.

Com’è questa storia?” chiedo continuando a guardare i due e aspettando una spiegazione dai miei amici.

Semplice, Tsubasa, tu non ci sei; e lui non si arrende” espone Taro.

Adesso mi sente” sibilo tra i denti.

Stai calmo e non fare cavolate” mi consiglia Ryo.

 

Appena la ruota si blocca e le sicurezze si aprono, vedo lei schizzare fuori come se stesse fuggendo; sento la gelosia scorrere nelle mie vene, mentre le mie gambe in automatico si stanno muovendo nella sua direzione .

L’argine però si spezza quando vedo Kanda afferrare il suo braccio poco delicatamente e strattonarla indietro, non mi hanno visto ma io praticamente inizio quasi a correre. Non voglio che la tocchi, vedo perfettamente che lei NON VUOLE ma visto che sono ancora troppo lontano da poter impedire ogni contatto mi metto a gridare: “KANDA LASCIALA, NON MI SEMBRA CHE SANAE GRADISCA LE TUE ATTENZIONI!”

 

Lei si volta il nostro sguardo s’incrocia per un secondo, e quando si rende conto che ho perso la ragione per paura di un nuovo scontro si mette tra di noi.

Alle mie spalle sento dei passi concitati e delle braccia che mi afferrano.

Sono Taro e Mamoru che mi stanno trattenendo, continuo nel mio monologo, perché il mio rivale è talmente scioccato nel vedermi che è rimasto ammutolito.

Pensavo di essere stato chiaro l’altra volta Kanda, o la lezione non ti è ancora bastata eh? SPARISCI!” L’ultima parola viene gridata, la mia voce vibra, come il mio corpo, il respiro è veloce e corto. Non è certo dovuto alla corsa appena fatta, questo respiro così affannato. La gelosia s’impossessa di me, sto per perdere la ragione.

Adesso Sanae è di fronte a me, le sue mani appoggiate al mio petto, ho la maglietta, ma avverto comunque che sono gelide, è tesa, ha gli occhi smarriti, mentre il suo esile corpo cerca di trattenermi.

Nel frattempo Ryo si è portato di fronte a Kanda, lo sento parlare pacatamente, forse è l’unico che sta mantenendo un certo contegno.

Kanda, ti è già stato spiegato più volte che Sanae non gradisce le tue attenzione ti prego di desistere.”

Il mio sguardo incollato a quello del ragazzo che importuna Anego, finalmente parla, ma quello che esce dalla sua bocca non mi rassicura per niente. “Va bene, va bene Ozora finché starai qua non preoccuparti nessuno te la tocca.”

 

Si volta indietro e sparisce dalla nostra visuale, anche se gli grido dietro: “Fa che non sappia che le hai dato fastidio quando non ci sono, perché quando tornerò non ci saranno i miei amici a trattenermi ricordatelo.”

 

Sento i miei compagni mollare la presa sulle mie braccia, le lascio scendere lungo i fianchi, mentre lei è ancora aggrappata alla mia maglietta. Non la sfioro, mi sembra impossibile che sia qua di fronte a me, avevo immaginato il nostro incontro totalmente differente.

Dai lasciamoli soli” è Taro a parlare, adesso sono sopraggiunte anche Yukari e Kumiko, che dopo aver esclamato un: “bentornato Capitano” hanno seguito gli altri.

 

Adagio le mani sulle sue spalle, ha un fremito, siamo soli, metto le mie labbra sui suoi capelli e le regalo un delicato bacio. “Ehi, tutto bene?”

Da lei un grande respiro e poi un sussulto, “Adesso sì” la sento rispondere con voce stentata. L’abbraccio, l’avvolgo , cerco di trasmetterle un po’ di sicurezza, ma anche il mio corpo è agitato per quello che è appena accaduto quindi decido di cambiare strategia.

Faccio scendere le mie mani fino a prendere le sue. Ne intreccio una e me la tiro dietro. “Andiamo a prendere qualcosa da bere, così parliamo con calma.”

 

 

Sanae

 

Non riesco a credere di essere appoggiata al petto di Tsubasa, il momento non è dei migliori, ma il suo profumo, oddio il suo profumo, temo di averlo dimenticato in questo lungo anno, in cui ho praticamente abbracciato soltanto il suo amato pallone.

Tutto bene? Sì, adesso è tutto perfetto, perché ci sei tu, perché mi sento completa, perché mi sento appagata, soddisfatta. Mi abbraccia, il suo corpo, il suo calore, sento male al petto per quanto mi è mancato. Sento intrecciare un amano alla mia e trascinarmi da qualche parte, dice qualcosa, che francamente non ascolto neppure, non m’importa, è qui; tanto basta.

Arriviamo a un piccolo chiosco mi fa accomodare, non riesco a togliere gli occhi da lui, dal suo corpo che tanto mi è mancato, dal suo calore, dal suo odore.

È di spalle sta ordinando due bibite, lo osservo attentamente, è cambiato tantissimo, è più grande, più a uomo, le spalle si sono allargate, è alzato, ed è abbronzato.

Il mio stomaco non vuole sentir ragioni, continua a svolazzare e a mandarmi chiari messaggi.

È un languore che lento sale mentre osservo quello che è il mio ragazzo da un anno e mezzo a questa parte.

Ha finito, si volta e mi raggiunge, si mette seduto di fronte a me mi porge la bibita, l’afferro con entrambe le mani dopo aver mormorato un: “Grazie”.

Ci guardiamo ogni tanto arrossendo a turno, poi prendo coraggio e parlo. “Capitano che cosa ci fai qua?” chiedo con un sorriso, finalmente sono più rilassata, l’agitazione per Kanda sta svanendo piano piano.

 

Abbiamo vinto il campionato e visto che ci hanno concesso una settimana di vacanza premio, ho deciso di tornare a casa, - si ferma un secondo poi mi fissa negli occhi, allunga una mano sul tavolo, io lascio la bibita e intreccio le sue dita con le mie, dopo continua – da te… mi sei mancata Anego” i suoi occhi nei miei.

Non li ricordavo così profondi, così… così , innamorati.

Mi guarda e improvvisamente arrossisce.

Inclino la testa con fare curioso “Che c’è?”

Sei… sei come dire, cambiata, non mi aspettando di trovarti così diversa, sei cresciuta”

Abbasso lo sguardo, chissà se le mie guance sono andate a fuoco e non le sento più.

Per togliermi dall’impiccio dico: “Anche tu sei cambiato moltissimo in questo anno, stentavo a riconoscerti” ammetto.

Le nostre dita giocano intrecciate l’une alle altre.

Cosa mi racconti del Brasile Tsubasa?” cerco di portare la conversazione in altri lidi, visto che ci siamo incantati sui nostri reciproci corpi cambiati e cresciuti da questo tempo trascorso lontano.

Tutto un altro mondo, Sanae, mi piacerebbe portarti un giorno, il mare è bellissimo, e la cultura brasiliana è totalmente differente dalla nostra, sono così solari, espansivi… e tu? La scuola? Il lavoro? Come va? Come passi le tue giornate?”

Sempre la solita vita, scuola, lavoro e le amiche che non mi lasciano un attimo sola”

Sono contento” dichiara.

Di cosa?”

Che non ti lasciano mai sola. Senti, c’è da preoccuparsi per Kanda? Oppure pensi che la smetterà?” mi chiede con una punta di preoccupazione.

 

Avvampo, ancora Kanda, adesso che non ci pensavo più. Mi affretto a rispondere: “Io spero che dopo oggi si arrenda e che se ne faccia una ragione, sono stata piuttosto chiara, comunque non temere, cercherò di evitarlo come la peste.”

Annuisce, poi sorride “Argomento chiuso!” sentenzia.

Argomento chiuso” ribadisco.

Le bibite sono finite, lui si alza, le nostre mani ancora intrecciate, camminiamo fianco a fianco, per mano.

Avevo pensato di andare a cena fuori; se non hai altri impegni stasera” mi chiede.

Dovevo andare con gli altri, ma sono felicissima di rinunciare.”

Se vuoi andiamo tutti insieme, come preferisci.”

Mi blocco, lui si gira adesso siamo di fronte.

Sollevo lo sguardo e incrocio il suo.

Voglio passare ogni istante con te Tsubasa, gli altri ho tutto il tempo che voglio per vederli, con te ho solo una settimana prima che tu parta nuovamente” il mio tono si fa più triste, anche se non voglio.

Annuisce, si china e mi sfiora la fronte con un tenero bacio. Quelle labbra sulla mia pelle, così morbide, così calde, chiudo gli occhi e assaporo il momento.

   
 
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