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Autore: Inquisitor95    17/12/2015    1 recensioni
L'ultimo anno scolastico: il più memorabile, il più tormentato e difficile da affrontare. Nove ragazzi decidono di andare per il fine settimana nella baita di montagna sul Crow's Peak vicino Seattle. La notte di Halloween non è mai stata così divertente per loro, tuttavia qualcosa turberà la loro notte che si trasformerà in un incubo ad occhi aperti nel quale la paura sarà l'elemento base.
[Storia Interattiva]
Genere: Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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9.

Misterioso






Alex
Diga – 0.40



« Va bene, ti aiuterò a cercare Violet... non penso che stare qui tutta la notte sia d'aiuto a qualcuno. E poi l'idea di stare chiuso con te mi porterebbe al suicidio! » dice Samuel dopo aver riflettuto.
Non è necessario che venga con me, non lo voglio! Mi sarebbe d'intralcio, voglio solo cercare Violet e incrocio le dita perché stia bene, avrei dovuto subito correre in suo aiuto, però ho deciso di scappare dall'altro lato.
« Resta qui, finocchio altrimenti ti troverai una pallottola nel cervello! » dico ignorando le sue parole, rimetto le mani sulla porta e ne tolgo il perno che la chiude, l'assassino potrebbe anche essere dietro la porta di ferro e starei rischiando di mettere in pericolo anche Samuel.
« E che ti frega se mi sparano? » dice lui, sbuffo infastidito. Non mi importa nulla, mi farebbe un piacere se morisse, però mi darebbe fastidio se uno dei suoi amichetti mi desse la colpa dell'accaduto in qualche modo.
« Come ti pare. » dico lapidario, apro la porta e il freddo entra subito all'interno del nostro rifugio, c'è silenzio e neanche il vento riesce a spirare visto come l'aria sia tesa: apparentemente non c'è una singola forma di vita nella foresta, la cosa mi sembra però impossibile da credere.
Samuel scatta in avanti e io richiudo la porta; ci guardiamo intorno aspettando che da un momento all'altro qualcuno dei nostri amici ci trovi e ci dia buone notizie. Tutto questo forse non sarebbe successo se avessi creduto a Violet, e forse se fossi rimasto dentro invece di andarla a cercare... magari sarebbe tornata prima alla baita. Mi sento colpevole di tutto.
« Dove potrebbe essere andata? » dice Samuel dandomi le spalle, è ad un metro o due avanti me, siamo distanti dal bosco e ci teniamo a distanza come se potessimo morire.
« Forse alle piste sciistiche. Magari sta cercando l'aiuto di Nicole; magari potrebbe incrociare Ben e le altre se erano vicini a noi... » cammino appena dietro di lui e si volta per darmi la risposta, lo posso guardare negli occhi, così pieni di coraggio e così pieni d'odio, non riesce a fissarmi.
Apre la bocca ma non ne escono parole, o forse sono io a non riuscire a sentirle visto che un rombo echeggia nell'aria silenziosa e fredda della notte; Samuel si porta subito entrambe le mani alla coscia dove una grande macchia di sangue comincia ad allargarsi a causa di un foro; non esito un istante e lo spingo a terra buttandomici di sopra per evitare altri spari. « Cazzo! » lo sento urlare e piangere allo stesso tempo e cerco di restare lucido e di riflettere.
-Non può correre, forse faticherebbe a camminare!- nell'attimo in cui sto pensando di fare qualcosa, il mio corpo istintivamente agisce: mi rimetto in piedi, le gambe flesse appena così da poter scattare a correre nel bosco, con un braccio prendo Samuel e lo rimetto in piedi, lo stringo forte in vita e comincio a correre trascinandolo con forza e facendogli strisciare i piedi per terra, non sento neanche il suo peso vista la carica di paura che mi invade.
L'assassino è venuto per noi. Non ha pensato di seguire Violet, ci stava aspettando e ha previsto il nostro passo falso.
« Forza, Sammy fai l'uomo e corri! » gli urlo, se non si mette d'impegno non riuscirò a trasportarlo e dovrò lasciarlo qui in balia del pazzo assassino!
Tra le lacrime e i lamenti di dolore riesce però a poggiare entrambi i piedi a terra, non mi aspetto di certo che corra da solo quindi lo sostengo con il braccio; scompariamo nella boscaglia, è tutto assurdo, così incredibile. La strada si biforca: il sentiero innevato ci conduce da una parte lungo la boscaglia più fitta, potremmo perderci. L'altro sentiero invece avanza fino ad una grande apertura simile ad una caverna, c'è solo una piccola luce in fondo al quel passaggio; sembra la strada oscura che Violet mi aveva indicato poco prima che Ben ci facesse prendere lo spavento.
« Andiamo da questa parte! » dico rivolgendomi a Samuel, non sento passi o echi di spari alle nostre spalle quindi suppongo che nessuno ci stia seguendo per ora.
Ci avviciniamo correndo alla grande bocca oscura che si rivela essere una costruzione in cemento armato nascosta tra i vari arbusti, dalla struttura del corridoio sembra quasi il tunnel di un ingresso, mi ricorda molto quei bunker che si vedono nei film o nei videogiochi. Samuel non può chiaramente decidere, non può correre da nessun'altra parte quindi mi vedo costretto a decidere per lui: entriamo nel corridoio e corriamo fino a che l'ingresso scompare dalla nostre spalle in un punto di luce bianca mentre noi ci troviamo circondati dalle luci del tunnel che si accendono al nostro passaggio; sono giallastre, illuminano le pareti di un colorito sbiadito. Finalmente ci concediamo un attimo di pausa dopo una lunghissima corsa!
Faccio appoggiare Samuel alla parete con le spalle, lui però crolla subito a terra senza riuscire a sostenersi da solo, si tocca la gamba e si morde il labbro con i denti, la bocca gli diventa subito di un rosso simile al sangue. « Ti farai male se continui a morderti! » gli dico, non che mi importi, ma ho faticato per metterlo in salvo quindi mi aspetto che resti vivo.
« La gamba... mi fa malissimo! » dice lui stringendo sempre di più i denti attorno al labbro, mi abbassò così da poterlo vedere il viso e con le dita gli tiro la pelle del mento così che il labbro torni al suo posto. « Non mi toccare! »
« Dovresti ringraziarmi succhiandomelo visto che ti ho appena salvato il culo, finocchio! » gli rispondo alzando la voce, subito dopo cala il silenzio in quanto nessuno di noi vorrebbe farsi sentire dal pazzo che spara.
« Grazie, Alex. » dice lui dopo svariati minuti che siamo fermi, guardo l'orologio che segna l'una di notte, siamo fermi da molto ormai e potremmo cercare una via d'uscita. Non mi fido a tornare indietro, se non avessi insistito nel cercare Violet probabilmente non mi sarei dovuto accollare Sam.
« Non voglio che me lo succhi! Scherzavo prima, non è necessario! » dico sbuffando ed evitando il suo sguardo, sono incredibilmente a disagio ora che sono solo con lui.
« Preferisco farmi ammazzare piuttosto che farlo! » risponde lui, sposto gli occhi su di lui: ha l'espressione coraggiosa, simile a quando nella baita voleva tirarmi il soprammobile sul tavolino, mi scappa un ghigno.
Mi piace quell'espressione: tiene il viso inclinato in un certo modo, e ciò dipinge una leggera linea nel collo. Stringe la labbra con risentimento e i suoi occhi sono appena chiusi.
« Sai? Con l'ultima ragazza che mi ha guardato così ci ho fatto sesso... » mi scappa, è stata proprio Violet, dal sesso poi siamo passati a qualcosa di molto più serio perché lo voleva lei, e col tempo ammetto di essermici abituato.
« Andiamo via da qui! » dice lui alzandosi, si regge appena in piedi e scatto anch'io cercando di dargli una mano visto come traballa, poggia il peso sul gamba ferita e butta la testa indietro per cercare di non urlare per il dolore.
« Ti aiuto io! Tieniti a me, finocchio. » dico, lo prendo quasi con forza, anche se lui vorrebbe essere lasciato a cavarsela da solo ma non lo voglio permettere.
Camminiamo per molto tempo in quella galleria, potrei vedere l'orologio per sapere che ore sono ma non ci riuscirei visto che sono io il sostegno di Sam; è così strano sentirlo stretto al mio fianco, è l'ultima persona che avrei desiderato finisse con me in una situazione simile.
Immagino però che con i miei muscoli e la sua intelligenza possiamo cavarne qualcosa di buono e uscirne insieme. « Da quanto stiamo camminando? Sono stanco e non mi sento più la coscia! » dice Sam lamentandosi, sospiro infastidito.
Lancio poi un'occhiata al foro nella sua gamba, ha perso molto sangue e continua a perderne in quantità, i miei occhi si alzano nuovamente e trovo il suo viso notevolmente più chiaro rispetto a quasi un'ora prima. « Non so dove finiremo. Spero solo che ci porti in un posto sicuro! » dico.
I miei pensieri viaggiano con la mente: mi dispiace che Sam sia stato ferito, se fossimo rimasti dentro il rifugio del guardiano della diga probabilmente non avremmo dovuto affrontare tutto questo, anche se avrei dovuto fare i conti con la mia claustrofobia visto quanto quel posto era piccolo!
« Ci siamo quasi, vedo una porta... credo. » dico io quando sembra che finalmente abbiamo raggiunto la fine del lunghissimo corridoio illuminato, dietro di noi ci sono solo le ombre in quanto le luci si sono spento subito dopo il nostro passaggio. Cerco di scrollarlo. « Andiamo, Sammy! »
« Non mi chiamare Sammy! Mi fa schifo e io e te non abbiamo la confidenza per fare gli amiconi, neanche con questa situazione di merda! » mi risponde.
Siamo davanti alla porta adesso e lo faccio appoggiare alla parete così che possa cercare di aprirla, la maniglia fa un po' di resistenza ma cerco di forzarla lo stesso e la sento quasi aperta. « Da dove ha sparato? Dal bosco? Non ho visto nessuno in giro... » dice lui pensando, non sono certo che stia ponendo la domanda a me.
Questo mi fa riflettere: prima il colpo alla spalla di Violet, una distanza molto ravvicinata, poi il colpo alla coscia di Sam, non c'era nessuno intorno a noi però; l'assassino deve avere un'ottima mira per sparare a distanza... « Ecco, Prima le “signore”... » dico sarcasticamente aprendo la porta, l'ambiente è luminoso, probabilmente il bagliore della luna che riflette la neve. Sam mi mostra il dito medio ma entra.
Chiudo la porta alle nostre spalle e osservo la stanza: un grande bancone si trova nella successiva nel quale posso vedere le macerie del piano di sopra di questa nuova struttura, sembrano bloccare l'ingresso in questo posto ma la neve riesce ed entrare dalle vetrate delle finestre sfondate. Un suono lontano echeggia in questo nuovo posto e guardandomi intorno cerco di capire dove siamo. L'unico dettaglio che colpisce la mia attenzione è una grande bacheca con moltissime chiavi elettroniche numerate.
« Che posto è questo? » chiede Sam cadendo a terra, lo aiuto a spostarsi in modo da farlo tenere poggiato alla parete quando vedo finalmente una sedia, lo tengo sospeso con entrambe le mie braccia e lo aiuto a sedersi comodamente.
« Resta qui, vado a cercare un qualcosa per fermare il sangue o per ricucirti! » dico ignorando la sua reazione.
« Vuoi lasciarmi solo qui!? » dice, non sono sicuro di poter trovare ciò che cerco per aiutarlo e non posso pretendere che mi dia una mano visto che fatica a camminare, potrei restare con lui. E anche vero che se non aiutassi le cose non migliorerebbero e lui continuerebbe a perdere sangue, col freddo che fa poi... potrebbe andare in setticemia.



Nicole
Centrale elettrica – 0.55



Cerco di passare per l'ultimo ostacolo prima di essere finalmente dentro la centrale: mi arrampico aiutandomi con le crepe nel condotto dei liquami, la centrale però è abbandonata da quanto lo Stato ha preferito fare tutto in maniera elettronica così da non dover pagare più gli operai quindi il condotto è pulito, e alla fine di esso mi aspetta James.
Mi è bastato insistere di nuovo affinché si convincesse che fosse giusto aspettarmi, e non vedevo l'ora di restare sola da quando mi ha detto cosa prova realmente per Blair: non è stato necessario che parlasse, che dicesse davvero che le piace, l'ho sentito dalla sua voce e ogni sua parola per me è stata come una coltellata al cuore. Me ne farò una ragione, ma ci starò comunque male visto che ci speravo.
Spunto in un angolo della centrale a me familiare, si tratta dell'ufficio centrale, mi tiro su mettendoci tutta la mia forza: è come allenarsi in palestra, anzi, quella è meno faticosa. Riesco a rimettermi in piedi e vedo un serpente che sgattaiola via da una scrivania, salto in aria abbastanza schifata ma non terrorizzata, è Violet quella col terrore dei serpenti.
Cammino da sola facendomi luce con la torcia visto che la luce lunare non riesce ad entrare fin qui: l'ambiente è austero, spoglio di qualunque bene e solo pochi mobili sono stati risparmiati, solo quelli che non potevano essere rivenduti o quelli inchiodati alla centrale come le pareti attrezzate. Entro in una nuova stanza e supero un lungo corridoio, lontano da qualche parte nella centrale sento un rumore: si tratta di una finestra che sbatte per via del vento, non ci faccio caso se non fosse per qualcosa che sento vicino me: proprio alle spalle!
Mi giro di scatto ma non trovo nulla, solo le porte chiuse delle varie stanze, ho i brividi lungo la schiena e mi giro sbuffando, per un breve attimo ho avuto l'impressione di aver visto qualcuno in fondo al corridoio; mi faccio coraggio: non ci sono altri ingressi! Di fatti quando arrivo finalmente nella stanza dei controlli la trovo vuota. C'è solo il grande generatore, uno sgabello rotto di recente coglie la mia attenzione: qui non ci viene mai nessuno, sospetto che qualcuno si sia addentrato per farci paura!
Ciò si collega alla visione di Blair. Ancora una volta cerco di chiamare Ben aprendo il cellulare, con grande sorpresa però trovo un messaggio; quasi piango di gioia. Si tratta di un numero sconosciuto che dice di essere Ben, potrebbe essere il numero di Blair o quello di Ingrid! Leggo il testo velocemente e altrettanto veloce sono nel giocherellare con i pulsanti della centrale. In pochi istanti riesco ad attivare nuovamente il corso d'elettricità che arriva alla baita e posso quindi tornare indietro da James cercando di lasciare questo posto lugubre, ritorno nella stanza iniziale che sento ancora qualcuno alle mie spalle, pronto per prendermi e farmi del male. Rientro nel condotto e cammino fino alla grata dove James mi aspetta con le braccia conserte.
« Fatto? » chiede lui. Annuisco felice e sospiriamo entrambi di gioia, a quel punto gli faccio vedere il messaggio che mi è arrivato sul cellulare. « È il numero di Blair, lo conosco a memoria... » dice imbarazzato. « Altre baite? »
Annuisco. « Sì, c'è un indiano strampalato fissato con gli spiriti. Io e Ben ci siamo andati alcune volte, quando i nostri genitori ci hanno scoperto però lo hanno vietato! » dico mentre ritorniamo al sentiero che ci conduce alla baita, la strada è lunga ma adesso che abbiamo finalmente notizie buone mi sembra che voliamo per ritornare indietro.
« Suppongo riguardi le visioni... » chiede James restando vicino a me, ritorniamo al bivio che porta all'hotel abbandonato, non ci sono più stata da quando lo hanno chiuso ma suppongo che non abbia più un bell'aspetto.
« Sì, cercavamo una soluzione. Come poter evitare la morte... come riuscire a sfuggirle. » mi sembra strano parlarne con qualcuno che non sia mia fratello, James è ben disposto ad ascoltarmi però. « Non c'è modo per lui. Non capisco quindi perché Ben stia andando lì... »
Restiamo a lungo in silenzio. È quasi pauroso fino a che non scorgiamo il profilo della nostra baita, penso che non resteremo a lungo dentro visto che so dov'è Ben e voglio raggiungerlo al più presto possibile. Anche se ho una brutta sensazione al riguardo... « E tu? Voglio dire... tua zia ti ha mai detto come morirai? » chiede a fatica. Riconosco subito se qualcuno si vuole impicciare, James è molto curioso, e forse anche spaventato ma cerca di non farlo vedere.
« Mia zia diceva: “Morirai per un errore, varcando la porta sbagliata inseguendo il tuo assassino, a quel punto aprirai la porta e riceverai tre colpi di pistola, morirai sulla neve.” » recito le parole che ogni anno della mia vita mi hanno accompagnata, ho sempre immaginato la mia morte: vecchia e brutta con l'uomo della mia vita; non di essere sparata improvvisamente per sbaglio e di morire sulla neve!
James annuisce e resta in silenzio, saliamo il porticato così da entrare finalmente nella baita. « Serena siamo noi! » le urlo, lei esce dalla stanza correndo e venendoci contro, ci butta le braccia attorno così da abbracciarci entrambi. Sembra parecchio sconvolta, come se l'avessero minacciata.
« Hanno bussato alla porta. Ho sentito che era la poliziotta... non le ho aperto però! » dice lei rispondendo alla domanda che avrei comunque fatto, sospiriamo. Meglio così anche se è possibile che l'Agente Hills avrebbe potuto aiutarci; scuoto il viso e le accarezzo i capelli.
« Tranquilla, prendiamo l'auto e raggiungiamo Ben e gli altri, stando tutti insieme non possono farci del male! » cerco di consolarla e lui annuisce anche se non è chiaramente convinta di uscire; Ben non mi ha chiesto di uscire, anzi, probabilmente vorrebbe che restassi alla baita con gli altri.
« E se dovessero trovarci? » Serena è molto spaventata, potremmo lasciarla qui se la fa sentire sicura ma deve reagire; inoltre penso che restare qui non le faccia bene. Se solo Sam non l'avesse lasciata da sola qua dentro... e dov'è lui? Alex e Violet? Sento l'ansia crescere in me e divorarmi lo stomaco.
« Prendiamo la mia auto! » dice James; usciamo quindi tutti e tre dalla porta principale lasciando le luci spente, se qualcuno verrà a farci visita è meglio che pensi di non trovare nessuno. Altrimenti avranno un punto di riferimento troppo centrale; chiudo la porta a chiave mentre James e Serena camminano sul pianerottolo, fiancheggiamo la finestra della stanza dov'era nascosta la nostra amici e raggiungiamo il garage vedendo solo tre auto: la mia gialla, quella di Alex verde e quella di James bianca. Tutte e tre le auto però sono più basse del solito, è quel dettaglio che ci fa subito spostare gli occhi verso il basso così da notare le ruote scoppiate.
« Tutte e quattro le ruote!? Cazzo! » urla James, non abbiamo come muoverci, questo è davvero grave. Possiamo solo spostarci a piedi e la strada è davvero lunga, però non dobbiamo desistere, se prendiamo il sentiero principale raggiungeremo gli altri in poco tempo.
« Andiamo! Possiamo raggiungerli! » dico infine.



Blair
Sentiero per le altre baite – 1.00



Nuove immagini si susseguono nella mia mente senza limiti, il mio corpo è immobile, in balia degli urti della macchina nella stretta e malandata strada che porta alle altre baite. Le mia mente non è cosciente in quanto i miei occhi mostrano immagini differenti dal bosco intorno a noi: vedo una piccola chiesa nel bosco, una leggera luce riempie il cielo stellato, forse è quasi l'alba, poi l''immagine si sposta all'interno della struttura, tra le panche e le foglie degli alberi che sono entrate dalle finestre spalancate, sento delle urla e poi vedo una ragazza che viene buttata a terra, è spaventata e ne posso vedere il viso: Serena si trova in una piccola chiesa nel bosco, qualcosa le salta addosso schiacciandola col suo peso, dalla stazza sembra un orso anche se ha le articolazioni di una persona comune; non riesco a vedere cosa sia ma vedo solo che affonda i suoi denti nello stomaco della ragazza che comincia ad urlare mentre il sangue le sgorga via.
Tutto si interrompe e ritorno a guardare la realtà, sospiro in quanto sono ormai abituata a vedere queste terribili visioni di morte, stavolta però ho avuto un indizio più grande: la ragazza della prima visione è Violet; ma ancora mi sfugge chi sia la persona bruciata dalle fiamme della seconda visione: che io abbia visto due modi di morire della stessa persona?
« Blair, ti hanno risposto? » chiede Ben facendomi svegliare dai miei pensieri, alzo il viso di scatto, mi guarda con occhi indagatori ma non come le precedenti volte in cui ho avuto una visione. Scuoto il viso in quanto né James né Nicole sembrano aver ricevuto il messaggio, è possibile che non ci sia ancora campo. « Tutto bene? » chiede lui.
Riesco a mantenermi calma ormai, durante le visioni. È come se mi ci fossi abituata, non che sia una bella cosa. « Ecco, ho avuto... » ci fermiamo di botto ma le ruote della macchina non sembrano intenzionate a farlo, di fatti Ingrid storce il manubrio violentemente e ciò fa quasi rivoltare la macchina che sembra scivolare sui pattini.
Riusciamo a fermarci: sono col cuore alla gola per lo spavento preso e lei si gira verso di noi. « Scusatemi ragazzi, avevo perso il controllo dell'auto! » dice bianca in volto, questa notte è davvero strana per tutti quanti ed è tardi, avremmo bisogno di riposare!
« Non importa. Siamo arrivati... » risponde Ben in tono molto vago, scendiamo tutti quanti dalla macchina prima che possa raccontare la nuova visione su Serena, l'indizio più importante di queste visioni.
Le baite che si presentano davanti ai nostri occhi sono tutte allineate su un'unica grande via desolata, le cui luci traballarono debolmente ma restano accese; l'unica abitazione illuminata è la più vicina a noi, si tratta di una piccola casa con due piani fuori-terra, il tetto spiovente solo da un lato e fatta interamente di legno. Degli scalini portano alla porta d'ingresso, anch'essa piccola come il resto della casa.
Ci avviciniamo silenziosamente mentre il vento spira sempre più forte, dei fiocchi di neve cominciano a cadere dal cielo, sono lenti anche se il vento sembra quasi tirarli verso di noi con la forza; una bufera è l'ultima cosa ti cui abbiamo bisogno in questo momento! Ben suona al campanello ma non riceviamo risposta, almeno finché non sentiamo i passi dell'uomo da cui vorremmo ricevere aiuto.
La porta si apre con uno spiffero, vedo solo il muro coperto dalla carta da parati ingiallita, poi una catenella che tiene la porta ancora chiusa. « Chi siete? » è una voce profonda a parlare, sia io che Ingrid sobbalziamo dal suono che l'uomo ha emesso. Ben risponde per tutti noi.
« Sono Benjamin, qualche anno fa venivo con mia sorella Nicole, abbiamo lo stesso problema... » risponde Ben, l'uomo sempre esitare pochi istanti, ci chiude la porta in faccia e penso che non voglia sentirne, poi però sento il rumore di sblocco della catenella e la porta si apre nuovamente.
L'uomo che si presenta a noi è molto alto, circa due metri e quindi più di tutti i ragazzi presenti sulla montagna, in confronto sembro Puffetta! I suoi occhi sono scuri così come i capelli che tiene rasati ai lati e lunghi e intrecciati sopra, si congiungono in modo da creare una lunga treccia.
Indossa abiti quasi comuni, un po' malandati ma normali. Ci invita ad entrare con la mano e tutti noi entriamo affidandoci alla buona parola di Ben riguardo l'uomo, ci fa segno di accomodarci nel salotto e seguiamo il ragazzo che sembra conoscere la casa; passiamo il corridoio ed entriamo in una piccola stanza stretta e scura, dentro vi è un odore così forte da farmi girare la testa, somiglia molto all'incenso.
« Qual è il problema stavolta? Altra morte? » l'uomo indiano di colore scura sembra indovinare subito il nostro problema e il perché siamo qui. Tutti quanti annuiamo.
« Riguardano la mia amica, » mi indica con un cenno spostando i suoi occhi verso di me e poi di nuovo verso l'interlocutore. « so quello che hai da dire, ma ci dev'essere una soluzione a tutto questo. » conclude Ben.
L'uomo mi guarda compiendo grandi respiri, socchiude gli occhi e mi sento pervasa da una strana sensazione, è come se mi stesse mettendo a nudo e provo imbarazzo, cerco di stringermi i vestiti addosso e poi riapre gli occhi. « Non è un caso che siano ricominciate: le visioni però che le vengono mostrate riguardano questa notte stessa. Non vanno più avanti dell'alba... stando alle sue visioni, morirete stanotte. »
Lo dice come se fosse normale, come se dovessimo semplicemente arrenderci a qualche strano sogno! « Ci dev'essere qualcosa che possiamo fare. Aiutaci a uscirne, magari con un rituale o il voodoo... » Ingrid cerca soluzioni che non credo possano realmente aiutarci.
L'indiano di fatti scuote il viso restando sempre serio in volto. « Qualcuno è già sulle vostre tracce, e non ci vorrà molto affinché le tue visioni diventino realtà... non c'è modo di sfuggire alla Mietitrice! » quando rafforza l'ultima parola provo dei brividi lungo tutta la schiena, non si tratta più di disagio, è come se tutto andasse a rotoli.
« Perché proprio a me però? Perché non a Ben o Nicole che sono già stati in contatto con queste cose? » chiedo incuriosita, l'indiano si alza quindi dalla sua postazione, restando nella stanza comincia a cercare un libro.
« Secondo alcune tradizioni indiane, ogni clan detiene almeno una persona in grado di compiere viaggi spirituali nel regno dei sogni; quando viene in contatto con uno spirito della preveggenza, i suoi sogni e le sue emozioni si trasformano in orrore che mostra la morte più prossima. Noi lo chiamiamo “incubo del sognatore”. » si avvicina nuovamente a noi, scuotendo il viso come se non avesse null'altro da dirci. « Suppongo che gli spiriti abbiano scelto te come loro Sognatrice e portatrice di sventure! »
Scatta qualcosa in me. Rabbia: mi alzo e faccio per andarmene con Ben e Ingrid che mi intimano di fermarmi, non voglio nulla di tutto questo, non voglio essere la portatrice di sventure definita dall'indiano. « Attenta ragazza: » comincia a parlare nuovamente con me mentre percorro il corridoio di gran carriera per avvicinarmi alla porta. « Non puoi evitare ciò che hai visto perché siamo noi stessi gli artefici della nostra rovina! »
Sono già nel vialetto anche se sono riuscita a sentire le sue parole, ritorno vicina alla macchina rossa di Ingrid, i due ragazzi mi raggiungono preoccupati in volto ma i miei pensieri vagano sulle parole dell'uomo adesso: portatrice di sventure, siamo gli artefici della nostra rovina. E se cercando di impedire la realizzazione della visione finissimo proprio con l'andarle contro? Forse ho messo in pericolo i miei amici parlando loro della visione, forse non dovrei parlare riguardo quella di Serena che ho appena avuto. Tuttavia una parte di me si rifiuta di stare nel silenzio.
  
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