Un
coleottero è per sempre
Storia ©
Akami
Personaggi © Masashi
Kishimoto
Parte
prima:
L’incontro
tra la principessa e il maggiolino
C’era una volta, tanto
tanto tempo fa, una principessa che abitava in un grande castello sulla cima di
una collina fiorente.
Questa principessa si
chiamava Shiho ed era conosciuta in tutto il regno per la sua bruttezza. A causa
del viso coperto da grandi occhiali e dai capelli sempre scompigliati, nessun
principe voleva chiederle di sposarla. Per questo motivo, la principessa era
sempre molto triste e trascorreva le giornate seduta alla finestra a leggere
libri. Nonostante fosse brutta, era una principessa davvero intelligente; ma
cosa poteva essere l’intelligenza in confronto alla bellezza delle molte regine
e principesse che abitavano non troppo lontano dal suo
regno?
Un pomeriggio, Shiho
stava seduta su una panciuta poltrona, sfogliando uno dei suoi libri preferiti,
quando vide un grosso maggiolino depositarsi mollemente sul davanzale della
finestra, ronzando.
La principessa, che al
contrario delle altre non temeva i coleotteri, osservò incuriosita il viscido
esserino, sistemandosi per bene gli occhiali sul naso.
Poi, il maggiolino
parlò. «I miei omaggi, principessa Shiho.» la salutò accennando ad una
reverenza, per quanto fosse possibile a quelle piccole
zampette.
Shiho rimase a bocca
aperta, senza sapere cosa rispondere: non aveva visto un coleottero inchinarsi.
E, ora che ci pensava, non lo aveva mai visto nemmeno
parlare.
«Grazie, Sir
Maggiolino.» rispose, appena stordita. «A cosa devo la vostra tanto gradita
quanto inaspettata visita?» domandò, sorridendo.
«Mi chiamo Shino.» si
presentò il maggiolino, con voce burbera. «È da tempo che sento i vostri sospiri
e vedo la tristezza nei vostri occhi: sono qui per aiutarvi,
principessa.»
Shiho si sentì
lusingata dalle attenzioni del maggiolino e gli prestò attenzione. «Ma cosa
potrà mai fare un maggiolino come voi, per quanto coraggioso possiate
essere?»
«Voi mi sottovalutate,
principessa. Dovete sapere che molti anni or sono, io ero un bellissimo
principe. Purtroppo, nei miei vent’anni di vita, poche volte mi comportai bene:
non parlavo, non aiutavo ed ero sempre burbero e astioso. Perciò fui punito
dalla Principessa del Lago: fui trasformato in un maggiolino, e per tornare
nella mia forma umana avrei dovuto aiutare una principessa a trovare il Vero
Amore.»
«Che triste storia,
Sir Shino.» la principessa si asciugò una lacrima che le aveva solcato il viso
pallido, giallastro, come malato. Era commossa dal fatto che Sir Shino l’avrebbe
aiutata.
«Ora che conoscete la
mia storia, vi prego di ascoltare anche il mio consiglio: toglietevi gli
occhiali.» il maggiolino gracchiò, alzandosi sulle stecchite zampette. Shiho
fece come le era stato detto: senza occhiali vedeva tutto
sfocato.
«Abracadabra!» disse
il coleottero, e subito la principessa riacquistò la vista. I grandi occhi verde
smeraldo si aprirono, stupiti.
«Come… come…»
biascicò, incapace di parlare. La voce mozzata dallo stupore e dalla
felicità.
«Magia dei
coleotteri.» sussurrò Sir Shino, guardingo. «Con qualche trucchetto umano…»
ridacchiò, sistemandosi un paio di occhialetti scuri che teneva per coprire gli
occhi.
«Avete un sacco di
assi nella manica, vedo…» sorrise a sua volta Shiho, guardandolo con gli
splendidi occhi finalmente non più coperti dai grandi
occhiali.
Sir Shino rimase
strabiliato dalla bellezza degli occhi della ragazza: così grandi e smeraldini
che tanto ricordavano il riverbero della luce che si rifletteva nel sottobosco.
A quel pensiero si sentì estremamente poetico.
«Ma non finisce qui,
principessa.» riprese il maggiolino, strofinandosi le zampette e frinendo. «Con
un secondo abracadabra renderò i
vostri capelli lisci come la seta e la vostra pelle candida come la porcellana,
così da assomigliare alla mia signora, la Principessa del Lago. Abracadabra!»
disse di nuovo e, magicamente, i lunghi capelli fulvi di Shiho diventarono lisci
e brillanti, morbidi e lucidi come la più preziosa delle sete. Voltò il viso a
guardarsi nello specchio della sua stanza e vide il riflesso di una donna
bellissima: una pelle non più giallognola e malata, ma bianca e dalle guance
rosate; capelli non più crespi e impossibili, ma soffici e setosi; degli occhi
non più costretti in grandi e tondi occhiali, ma liberi e raggianti. Quella del
riflesso era la nuovo Shiho, della vecchia Shiho non rimaneva che un pallido
spettro, nascosto dalla bellezza di quella donna allo
specchio.
Sir Shino si strofinò
gli occhietti come meglio poteva, folgorato da cotanta meraviglia tutta in un
colpo solo. Shiho si avvicinò al suo benefattore e lo prese tra le mani,
stringendolo a sé. Il maggiolino si ubriacò del profumo della giovane e, una
volta riposto sul davanzale, ancora la testa gli girava.
«Grazie, grazie di
cuore, Sir Shino.» sussurrò la principessa, con le lacrime agli occhi.
«Qualsiasi cosa voi vogliate, di qualsiasi cosa voi abbiate bisogno, non esitate
a chiedermi.»
Il maggiolino,
inebetito, riuscì appena a dire: «Innamoratevi, e rendetemi di nuovo umano.»
prima di volare via in un ronzio.
Il silenzio calò nella
torre della principessa, pesante come un macigno. Era facile per Sir Shino
chiedere che si innamorasse, ma meno lo era per lei trovare il principe
giusto.
Si riguardò alla
specchio e vide la nuova donna che era. Forte della sua beltà chiamò a gran voce
un servitore.
«Avete chiamato, mia
signora?» domandò il giovane, una volta entrato ed inchinatosi al cospetto della
padrona. «Qual è il vostro comando?»
«Giovanotto, fa’
sapere ai regni vicini che ho indetto una grande festa. A questa festa devono
partecipare tutti i principi: uno di loro diverrà mio
sposo.»
Il servitore alzò la
testa appena per vedere in volto la padrona: non l’aveva mai vista così radiosa
e sicura. «Anche un povero partito come il mio potrebbe avere speranze con una
principessa come voi?» domandò, incerto.
«No. Ora va’.» lo
liquidò freddamente, voltando le spalle al giovane. Il lungo abito mulinò
intorno alle sue gambe.
Ora che era diventata
bella come il sole, poteva permettersi di essere superba.
Parte
seconda:
Il
maggiolino e la Signora del Lago: la storia di Sir
Shino
«Oh, Sir Shino, che
piacere riaverti a corte.» disse con voce dolce una donna, bellissima e
sfavillante, seduta su un trono di cristallo, mentre applaudiva alle danze delle
driadi e delle naiadi.
Il maggiolino,
ronzando, atterrò sulla spalla della donna. «Mia signora, il piacere è tutto
mio.» s’inchinò.
«Cosa ti ha portato a
stare così lontano dalla tua casa?» domandò, scuotendo i lunghi capelli
biondissimi.
«La missione che voi
mi avete affidato per espiare le mie colpe più di dieci anni fa.» mormorò il
maggiolino, perdendosi nei ricordi.
«Già, ricordo ancora
quando ti vidi, dieci anni or sono: eri un giovane di belle speranze, ma il tuo
cuore era corrotto dalla malvagità. Non t’importava della vita altrui purché la
tua fosse perfetta. E quando uccidesti il mio caro marito…» la principessa si
zittì, soffocando un singhiozzo.
«Mia signora, come
potevo sapere che quel cervo volante era vostro marito? Mi ronzava intorno
dandomi fastidio…» tentò di giustificarsi Sir Shino, proprio come quella volta
dieci anni prima.
«Ma non è il momento
di crogiolarsi nel dolore di una perdita. Ormai sono vecchia, Sir Shino. Ho già
trentacinque anni. La mia vita non durerà ancora per molto e ho deciso di
trovare un sostituto al Trono del Lago, per questo motivo ho deciso di scegliere
te e la tua eventuale e futura sposa come miei
successori.»
Sir Shino strabuzzò
gli occhi, incredulo. «Mia signora! Non dite così! Come potete scegliere me? Chi
mai seguirà gli ordini e i consigli di un semplice maggiolino?» domandò in preda
al panico.
«Silenzio!» tuonò la
Signora. Le danze si fermarono di colpo e driadi, naiadi e le altre ninfe si
dispersero sottoforma di petali, rendendo il bosco nuovamente silenzioso. «Non
ti permetto di insultare la condizione nella quale io ti ho trasformato!» gli
occhi acquamarina saettarono, pieni di rabbia.
«Non sia mai, mia
signora!» si difese il maggiolino, allontanandosi dalla sua signora. «Ma perché
proprio me?»
«Perché io ho Visto,
Sir Shino.» e con questo, Sir Shino capì di essere stato
congedato.
Camminava, anzi,
svolazzava, intorno ai petali delle driadi, facendosi strada tra loro, boriose e
superbe come zitelle qual’erano.
Una sinuosa ninfa gli
si parò davanti, ancheggiando sensualmente e mettendosi in
mostra.
«Vattene, figlia di
Narciso!» esclamò Sir Shino, scagliandosi contro il naso di Lisan, la ninfa
delle querce e degli alberi robusti e possenti.
La creatura emise un
grido stridulo, prima di scomporsi in altri petali e volare
via.
«Bah, boriose…»
sbuffò, sedendosi sul ramo di un albero, annoiato dalla frivolezza delle
creature del bosco.
«Ehi! Shino!» lo
chiamò una vocina lontana e gracchiante.
Era l’ape Naruto, un
suo caro amico. «Mio svolazzante amico, come mai quella faccia da mantide
religiosa?» gli domandò, appollaiandosi accanto a lui.
«Ho conosciuto
un’umana.» rispose Sir Shino, sbuffando.
«Un’umana? Davvero?
Una di quelle che ti potrà salvare?» continuò imperterrito. Aveva gli occhi che
brillavano di gioia per l’amico.
«Esattamente. L’ho
resa bellissima, solo che…»
«Ahi! Ti ha bellamente
fregato, eh?» lo interruppe, sgomitandolo con una zampetta e l’aria
complice.
La mente del
maggiolino proiettò due grandi occhi di smeraldo e i setosi capelli rossicci,
che dovevano essere così morbidi al tatto e profumati. Ripensò al fisico
slanciato, alla mente brillante, a quella pelle che sembrava molto più reale
quando era giallognola e quasi malaticcia. Sì, l’aveva proprio
fregato.
«Domani darà una
grande festa per trovare marito…» balbettò Sir Shino,
tristemente.
«E tu sei ancora qui?
Ronza via, razza di mosca!» gridò Naruto, sbattendo le lunghe ali e
minacciandolo con il pungiglione. «Sappi che ho un pungiglione e non ho paura di
usarlo!»
«Non sono una mosca,
sono un maggiolino, stupido insetto!» Sir Shino si librò in volo, in direzione
della sua amata.
Da dietro l’albero dal
quale si era partito, in un turbine di petali rosa porcellino, apparve la
Signora del Lago, ridacchiando.
«Io ho Visto, e tu
anche.»
Parte
Terza:
E
vissero per sempre felici e coleotteri
Shiho tamburellava le
dita contro il tavolo, annoiata. Aveva ballato con una decina di cavalieri belli
e aitanti, eppure erano tutti così stupidi, così infarciti di paroloni dei
quali non conoscevano nemmeno il significato.
Nella sua mente
turbinavano le parole di Sir Shino: rassicuranti, scorrevoli, che denotavano non
poca cultura e conoscenza della lingua.
«Mia Signora, vorreste
concedermi l’onore di questo ballo?» domandò una voce nel suo
orecchio.
Shiho si domandò chi
potesse essere così maleducato da parlarle nell’orecchio, voltò lo sguardo e si
scontrò con il suo maggiolino.
«Sir Shino!» lanciò un
gridolino con voce stridula.
«Gli ultrasuoniii…»
gridò il maggiolino, venendo catapultato via.
Si fermò sbattendo
contro un arazzo, sotto il quale un paio di comari stavano chiacchierando. Sir
Shino cadde sul tavolo e le ragazze corsero via, strepitando e
urlando.
Shiho corse verso il
maggiolino, che sembrava morto.
«No, Sir Shino! Vi
prego, non potete morire!» le lacrime di Shiho cadevano copiose, inzuppando il
coleottero, che sembrava riprendere appena conoscenza.
Con estrema
drammaticità e teatralità, Shiho disse: «Sir Shino, io vi
amo.»
Improvvisamente i due
vennero inghiottiti da una nuvola di fumo, scomparendo alla vista. Quando il
fumo si diradò, la principessa era sparita.
Invano i cortigiani
tentarono di ritrovarla, ma la donna sembrava essere sparita nel
nulla.
Intanto, nei boschi a
nord, dopo la morte della Signora del Lago, Sir Shino, il maggiolino, regnava
serenamente con la sua consorte Shiho, la più bella maggiolina del
regno.
La maledizione era
stata spezzata: Sir Shino era tornato ad essere umano, nel cuore. E i due
vissero per sempre felici e coleotteri.
A/N
Muahaha! Eccomi anche
io! Un commento? Mi piacciono quei due assieme! Sono stupendamente insettuosi!
XD
Okay, avrei potuto
descrivere meglio i sentimenti dei protagonisti… ma la fic è sulla linea di una
fiaba, quindi… XD
Spero vi siate incuriositi su questa coppia! Per problemi di vario genere (ossia in questo momento non sono io a pubblicare ma la zia Ele, grazie zia Ele! XD) non posso lasciarvi i link delle altre ShinoShiho, ma vi consiglio di leggere anche le altre!
Buon green lettura!
Coleottero
Akami, a rapporto!
P.S.
Adoro il verde: il colore di mio maritooo! Giovinezza
110%!