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Autore: Akami92    06/03/2009    5 recensioni
Shiho rimase a bocca aperta, senza sapere cosa rispondere: non aveva visto un coleottero inchinarsi. E, ora che ci pensava, non lo aveva mai visto nemmeno parlare.
«Grazie, Sir Maggiolino.» rispose, appena stordita. «A cosa devo la vostra tanto gradita quanto inaspettata visita?» domandò, sorridendo.
«Mi chiamo Shino.» si presentò il maggiolino, con voce burbera. «È da tempo che sento i vostri sospiri e vedo la tristezza nei vostri occhi: sono qui per aiutarvi, principessa.»
Genere: Generale, Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Shino Aburame
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Un coleottero è per sempre

Storia © Akami

Personaggi © Masashi Kishimoto

 

Parte prima:

L’incontro tra la principessa e il maggiolino

 

C’era una volta, tanto tanto tempo fa, una principessa che abitava in un grande castello sulla cima di una collina fiorente.

Questa principessa si chiamava Shiho ed era conosciuta in tutto il regno per la sua bruttezza. A causa del viso coperto da grandi occhiali e dai capelli sempre scompigliati, nessun principe voleva chiederle di sposarla. Per questo motivo, la principessa era sempre molto triste e trascorreva le giornate seduta alla finestra a leggere libri. Nonostante fosse brutta, era una principessa davvero intelligente; ma cosa poteva essere l’intelligenza in confronto alla bellezza delle molte regine e principesse che abitavano non troppo lontano dal suo regno?

Un pomeriggio, Shiho stava seduta su una panciuta poltrona, sfogliando uno dei suoi libri preferiti, quando vide un grosso maggiolino depositarsi mollemente sul davanzale della finestra, ronzando.

La principessa, che al contrario delle altre non temeva i coleotteri, osservò incuriosita il viscido esserino, sistemandosi per bene gli occhiali sul naso.

Poi, il maggiolino parlò. «I miei omaggi, principessa Shiho.» la salutò accennando ad una reverenza, per quanto fosse possibile a quelle piccole zampette.

Shiho rimase a bocca aperta, senza sapere cosa rispondere: non aveva visto un coleottero inchinarsi. E, ora che ci pensava, non lo aveva mai visto nemmeno parlare.

«Grazie, Sir Maggiolino.» rispose, appena stordita. «A cosa devo la vostra tanto gradita quanto inaspettata visita?» domandò, sorridendo.

«Mi chiamo Shino.» si presentò il maggiolino, con voce burbera. «È da tempo che sento i vostri sospiri e vedo la tristezza nei vostri occhi: sono qui per aiutarvi, principessa.»

Shiho si sentì lusingata dalle attenzioni del maggiolino e gli prestò attenzione. «Ma cosa potrà mai fare un maggiolino come voi, per quanto coraggioso possiate essere?»

«Voi mi sottovalutate, principessa. Dovete sapere che molti anni or sono, io ero un bellissimo principe. Purtroppo, nei miei vent’anni di vita, poche volte mi comportai bene: non parlavo, non aiutavo ed ero sempre burbero e astioso. Perciò fui punito dalla Principessa del Lago: fui trasformato in un maggiolino, e per tornare nella mia forma umana avrei dovuto aiutare una principessa a trovare il Vero Amore.»

«Che triste storia, Sir Shino.» la principessa si asciugò una lacrima che le aveva solcato il viso pallido, giallastro, come malato. Era commossa dal fatto che Sir Shino l’avrebbe aiutata.

«Ora che conoscete la mia storia, vi prego di ascoltare anche il mio consiglio: toglietevi gli occhiali.» il maggiolino gracchiò, alzandosi sulle stecchite zampette. Shiho fece come le era stato detto: senza occhiali vedeva tutto sfocato.

«Abracadabra!» disse il coleottero, e subito la principessa riacquistò la vista. I grandi occhi verde smeraldo si aprirono, stupiti.

«Come… come…» biascicò, incapace di parlare. La voce mozzata dallo stupore e dalla felicità.

«Magia dei coleotteri.» sussurrò Sir Shino, guardingo. «Con qualche trucchetto umano…» ridacchiò, sistemandosi un paio di occhialetti scuri che teneva per coprire gli occhi.

«Avete un sacco di assi nella manica, vedo…» sorrise a sua volta Shiho, guardandolo con gli splendidi occhi finalmente non più coperti dai grandi occhiali.

Sir Shino rimase strabiliato dalla bellezza degli occhi della ragazza: così grandi e smeraldini che tanto ricordavano il riverbero della luce che si rifletteva nel sottobosco. A quel pensiero si sentì estremamente poetico.

«Ma non finisce qui, principessa.» riprese il maggiolino, strofinandosi le zampette e frinendo. «Con un secondo abracadabra renderò i vostri capelli lisci come la seta e la vostra pelle candida come la porcellana, così da assomigliare alla mia signora, la Principessa del Lago. Abracadabra!» disse di nuovo e, magicamente, i lunghi capelli fulvi di Shiho diventarono lisci e brillanti, morbidi e lucidi come la più preziosa delle sete. Voltò il viso a guardarsi nello specchio della sua stanza e vide il riflesso di una donna bellissima: una pelle non più giallognola e malata, ma bianca e dalle guance rosate; capelli non più crespi e impossibili, ma soffici e setosi; degli occhi non più costretti in grandi e tondi occhiali, ma liberi e raggianti. Quella del riflesso era la nuovo Shiho, della vecchia Shiho non rimaneva che un pallido spettro, nascosto dalla bellezza di quella donna allo specchio.

Sir Shino si strofinò gli occhietti come meglio poteva, folgorato da cotanta meraviglia tutta in un colpo solo. Shiho si avvicinò al suo benefattore e lo prese tra le mani, stringendolo a sé. Il maggiolino si ubriacò del profumo della giovane e, una volta riposto sul davanzale, ancora la testa gli girava.

«Grazie, grazie di cuore, Sir Shino.» sussurrò la principessa, con le lacrime agli occhi. «Qualsiasi cosa voi vogliate, di qualsiasi cosa voi abbiate bisogno, non esitate a chiedermi.»

Il maggiolino, inebetito, riuscì appena a dire: «Innamoratevi, e rendetemi di nuovo umano.» prima di volare via in un ronzio.

Il silenzio calò nella torre della principessa, pesante come un macigno. Era facile per Sir Shino chiedere che si innamorasse, ma meno lo era per lei trovare il principe giusto.

Si riguardò alla specchio e vide la nuova donna che era. Forte della sua beltà chiamò a gran voce un servitore.

«Avete chiamato, mia signora?» domandò il giovane, una volta entrato ed inchinatosi al cospetto della padrona. «Qual è il vostro comando?»

«Giovanotto, fa’ sapere ai regni vicini che ho indetto una grande festa. A questa festa devono partecipare tutti i principi: uno di loro diverrà mio sposo.»

Il servitore alzò la testa appena per vedere in volto la padrona: non l’aveva mai vista così radiosa e sicura. «Anche un povero partito come il mio potrebbe avere speranze con una principessa come voi?» domandò, incerto.

«No. Ora va’.» lo liquidò freddamente, voltando le spalle al giovane. Il lungo abito mulinò intorno alle sue gambe.

Ora che era diventata bella come il sole, poteva permettersi di essere superba.

 

Parte seconda:

Il maggiolino e la Signora del Lago: la storia di Sir Shino

 

«Oh, Sir Shino, che piacere riaverti a corte.» disse con voce dolce una donna, bellissima e sfavillante, seduta su un trono di cristallo, mentre applaudiva alle danze delle driadi e delle naiadi.

Il maggiolino, ronzando, atterrò sulla spalla della donna. «Mia signora, il piacere è tutto mio.» s’inchinò.

«Cosa ti ha portato a stare così lontano dalla tua casa?» domandò, scuotendo i lunghi capelli biondissimi.

«La missione che voi mi avete affidato per espiare le mie colpe più di dieci anni fa.» mormorò il maggiolino, perdendosi nei ricordi.

«Già, ricordo ancora quando ti vidi, dieci anni or sono: eri un giovane di belle speranze, ma il tuo cuore era corrotto dalla malvagità. Non t’importava della vita altrui purché la tua fosse perfetta. E quando uccidesti il mio caro marito…» la principessa si zittì, soffocando un singhiozzo.

«Mia signora, come potevo sapere che quel cervo volante era vostro marito? Mi ronzava intorno dandomi fastidio…» tentò di giustificarsi Sir Shino, proprio come quella volta dieci anni prima.

«Ma non è il momento di crogiolarsi nel dolore di una perdita. Ormai sono vecchia, Sir Shino. Ho già trentacinque anni. La mia vita non durerà ancora per molto e ho deciso di trovare un sostituto al Trono del Lago, per questo motivo ho deciso di scegliere te e la tua eventuale e futura sposa come miei successori.»

Sir Shino strabuzzò gli occhi, incredulo. «Mia signora! Non dite così! Come potete scegliere me? Chi mai seguirà gli ordini e i consigli di un semplice maggiolino?» domandò in preda al panico.

«Silenzio!» tuonò la Signora. Le danze si fermarono di colpo e driadi, naiadi e le altre ninfe si dispersero sottoforma di petali, rendendo il bosco nuovamente silenzioso. «Non ti permetto di insultare la condizione nella quale io ti ho trasformato!» gli occhi acquamarina saettarono, pieni di rabbia.

«Non sia mai, mia signora!» si difese il maggiolino, allontanandosi dalla sua signora. «Ma perché proprio me?»

«Perché io ho Visto, Sir Shino.» e con questo, Sir Shino capì di essere stato congedato.

 

Camminava, anzi, svolazzava, intorno ai petali delle driadi, facendosi strada tra loro, boriose e superbe come zitelle qual’erano.

Una sinuosa ninfa gli si parò davanti, ancheggiando sensualmente e mettendosi in mostra.

«Vattene, figlia di Narciso!» esclamò Sir Shino, scagliandosi contro il naso di Lisan, la ninfa delle querce e degli alberi robusti e possenti.

La creatura emise un grido stridulo, prima di scomporsi in altri petali e volare via.

«Bah, boriose…» sbuffò, sedendosi sul ramo di un albero, annoiato dalla frivolezza delle creature del bosco.

«Ehi! Shino!» lo chiamò una vocina lontana e gracchiante.

Era l’ape Naruto, un suo caro amico. «Mio svolazzante amico, come mai quella faccia da mantide religiosa?» gli domandò, appollaiandosi accanto a lui.

«Ho conosciuto un’umana.» rispose Sir Shino, sbuffando.

«Un’umana? Davvero? Una di quelle che ti potrà salvare?» continuò imperterrito. Aveva gli occhi che brillavano di gioia per l’amico.

«Esattamente. L’ho resa bellissima, solo che…»

«Ahi! Ti ha bellamente fregato, eh?» lo interruppe, sgomitandolo con una zampetta e l’aria complice.

La mente del maggiolino proiettò due grandi occhi di smeraldo e i setosi capelli rossicci, che dovevano essere così morbidi al tatto e profumati. Ripensò al fisico slanciato, alla mente brillante, a quella pelle che sembrava molto più reale quando era giallognola e quasi malaticcia. Sì, l’aveva proprio fregato.

«Domani darà una grande festa per trovare marito…» balbettò Sir Shino, tristemente.

«E tu sei ancora qui? Ronza via, razza di mosca!» gridò Naruto, sbattendo le lunghe ali e minacciandolo con il pungiglione. «Sappi che ho un pungiglione e non ho paura di usarlo!»

«Non sono una mosca, sono un maggiolino, stupido insetto!» Sir Shino si librò in volo, in direzione della sua amata.

Da dietro l’albero dal quale si era partito, in un turbine di petali rosa porcellino, apparve la Signora del Lago, ridacchiando.

«Io ho Visto, e tu anche.»

 

Parte Terza:

E vissero per sempre felici e coleotteri

 

Shiho tamburellava le dita contro il tavolo, annoiata. Aveva ballato con una decina di cavalieri belli e aitanti, eppure erano tutti così stupidi, così infarciti di paroloni dei quali non conoscevano nemmeno il significato.

Nella sua mente turbinavano le parole di Sir Shino: rassicuranti, scorrevoli, che denotavano non poca cultura e conoscenza della lingua.

«Mia Signora, vorreste concedermi l’onore di questo ballo?» domandò una voce nel suo orecchio.

Shiho si domandò chi potesse essere così maleducato da parlarle nell’orecchio, voltò lo sguardo e si scontrò con il suo maggiolino.

«Sir Shino!» lanciò un gridolino con voce stridula.

«Gli ultrasuoniii…» gridò il maggiolino, venendo catapultato via.

Si fermò sbattendo contro un arazzo, sotto il quale un paio di comari stavano chiacchierando. Sir Shino cadde sul tavolo e le ragazze corsero via, strepitando e urlando.

Shiho corse verso il maggiolino, che sembrava morto.

«No, Sir Shino! Vi prego, non potete morire!» le lacrime di Shiho cadevano copiose, inzuppando il coleottero, che sembrava riprendere appena conoscenza.

Con estrema drammaticità e teatralità, Shiho disse: «Sir Shino, io vi amo.»

Improvvisamente i due vennero inghiottiti da una nuvola di fumo, scomparendo alla vista. Quando il fumo si diradò, la principessa era sparita.

Invano i cortigiani tentarono di ritrovarla, ma la donna sembrava essere sparita nel nulla.

Intanto, nei boschi a nord, dopo la morte della Signora del Lago, Sir Shino, il maggiolino, regnava serenamente con la sua consorte Shiho, la più bella maggiolina del regno.

La maledizione era stata spezzata: Sir Shino era tornato ad essere umano, nel cuore. E i due vissero per sempre felici e coleotteri.

 

 

 

 

 

 

A/N

 

Muahaha! Eccomi anche io! Un commento? Mi piacciono quei due assieme! Sono stupendamente insettuosi! XD

Okay, avrei potuto descrivere meglio i sentimenti dei protagonisti… ma la fic è sulla linea di una fiaba, quindi… XD

Spero vi siate incuriositi su questa coppia! Per problemi di vario genere (ossia in questo momento non sono io a pubblicare ma la zia Ele, grazie zia Ele! XD) non posso lasciarvi i link delle altre ShinoShiho, ma vi consiglio di leggere anche le altre!

Buon green lettura!

 

Coleottero Akami, a rapporto!

 

P.S. Adoro il verde: il colore di mio maritooo! Giovinezza 110%!

 

   
 
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