Cuffed
Will
diede uno debole
strattone alle bronzee manette che lo attaccavano al letto di Nico,
pianificando maledizioni che avrebbero fatto parlare gli Stoll in
limerick fino
alla morte. Avrebbe voluto poter trasportarsi via da quelle manette
come
avrebbe potuto fare Nico.
Onestamente,
non trovava
granché piacevole l’essere bloccato sul pavimento
e legato al letto, lasciato
in balia di se stesso.
Per
fortuna, non
dovette aspettare ancora molto perché improvvisamente
entrò Nico, con un’aria
comicamente sorpresa per lo stato in cui si trovava Will.
“Ciao,”
disse Will,
docilmente.
“Ciao
anche a te. E questo
a cosa è dovuto, esattamente?” chiese Nico,
accovacciandosi di modo da poter
vedere meglio Will.
“Gli
Stoll.”
“Oh.”
“La
chiave è sul
comodino,” disse Will, puntando in direzione del tavolo con
la sua mano libera.
“Qualcosa sul mio essere un regalo per te? L’avermi
legato, intendo.”
“Ne
sono certamente
deliziato,” disse Nico, non muovendosi per prendere la
chiave, ma piuttosto
sistemandosi sulle gambe di Will, baciando avidamente il fidanzato da
fargli
momentaneamente dimenticare della sua scomoda situazione fino a che
cercò di
portare la mano ai capelli di Nico.
“Un
po’ mi piace
averti alla mia mercé.”
“Sì?”
disse Will,
gemendo quando Nico si spostò sul cavallo dei pantaloni. La
pressione stava
rendendo i boxer sempre più stretti e ogni tentativo di
porre rimedio al
problema era futile perché Will non era mancino.
“Mhmm.”
Disse Nico,
baciando e mordendo il collo di Will fino a lasciargli un succhiotto
per poi
continuare, “Ma questo dovrà aspettare, devo
andare a lezione.”
“Cosa?”
esclamò Will,
non particolarmente fiero di come la sua voce si spezzò nel
dire ciò.
“Già,
allenamento di
scherma. Aiuto Percy perché, per un qualche motivo
conosciuto solo agli dei,
pensa che io sia bravo con i bambini. Ci vediamo in giro,
Solace.”
“Non-
non puoi
lasciarmi qui così!”
“Lo
sto facendo. Ora,
sii buono, e più tardi avrai il tuo premio” Nico
fece un sorriso smagliante e
scomparve dalla camera da letto attraverso le ombre.
Will
gemette,
lasciando cadere la testa sul materasso e ricominciò a
pensare a maledizioni da
infliggere ai fratelli Stoll.