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Autore: FeBookworm    18/12/2015    3 recensioni
Rimasero in silenzio per un po’, non essendo ancora pronti ad aprirsi totalmente l’un l’altro. Ma Hermione doveva per forza dirgli che lei sapeva, che lei lo capiva. Era dal giorno in cui l’aveva visto a King’s Cross che voleva dirglielo.
“Io so quello che hai fatto quel giorno”.
Draco gettò via la sigaretta e alzò un sopracciglio:”Ah sì? E cos’ho fatto?”
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nota dell'Autrice:
Ciao a tutti!!!!! Sono finalmente tornata a scrivere su questo fandom con una mia OS.
Spero vi piaccia perché era da un po' che volevo scriverla ma aspettavo di trovare un finale adatto alla storia. Credo che questo lo sia.
Vi lascio il link della mia pagina autrice di Facebook, in caso a qualcuno venisse voglia di seguirmi o scrivermi qualcosa in privato!^^
https://www.facebook.com/FedeMorningRockEFP-663566033691978/?ref=hl

Buona giornata e buona lettura!^^

-Fé-



 
Settimo anno, in riva al Lago Nero, Hogwarts.

Hermione stringeva forte al petto il libro che aveva appena preso in prestito in biblioteca. Si stava dirigendo verso il Lago nero nella speranza di trovare un po’ di pace e di silenzio.
Era stata l’unica a tornare a Hogwarts dopo la riapertura dopo la fine della Guerra Magica. Tutti i suoi amici, che avevano combattuto orgogliosamente e con maestria, avevano deciso di non tornare in quel luogo che era stata come una seconda casa per loro, ma che adesso era solo un cimitero buio, silenzioso testimone degli orrori dell’anno precedente. Aveva avuto paura a tornare, paura di rivedere a occhi aperti quegli incubi che l’avevano tormentata in quella lunga estate. Ma, quando il Ministro della Magia le aveva scritto per darle l’opportunità di iniziare subito l’addestramento Auror senza dover prendere ufficialmente i MAGO, aveva deciso di tornare.
Cos’altro poteva fare, ora che non aveva più una casa e una famiglia?
Aveva provato a ridare la memoria ai suoi genitori, ma inutilmente. Aveva provato a vivere coi Weasley, ma, quando lei e Ron si erano lasciati, anche la Tana era diventata soffocante per lei.
E allora era tornata a Hogwarts,la sua vera casa nel Mondo Magico, anche se da sola.
No, non sola. Del suo anno era tornato anche Draco Lucius Malfoy.
Non riuscì a crederci, quando l’aveva incrociato alla stazione di King’s Cross. Eppure era lui: i suoi capelli biondissimi, i suoi occhi argentei e la sua postura aristocratica erano inconfondibili.
In quei due mesi non si erano quasi mai rivolti la parola. Si facevano un breve cenno di testa se si incrociavano nei corridoi, in biblioteca o in Sala Grande, a lezione di Pozioni si chiedevano a vicenda gli ingredienti, ma niente di più.
Ed era…bello, tranquillizzante per lei.
Certo, il fatto che loro due fossero gli unici a Hogwarts ad aver vissuto sulla propria pelle la guerra, anche se nei due fronti opposti, e nonostante questo non ne avessero mai parlato era paradossale, ma non negativo. Tutti i ragazzi degli altri anni la importunavano con le loro domande assillanti e fuori luogo e trovava giusto per lei che ci fosse almeno una persona con cui non dovesse parlarne per forza o parlare in generale.
Per questo lo cercava costantemente. Gli altri studenti lo evitavano come la Morte a causa del tatuaggio che aveva sul braccio sinistro. E così, se lei si trovava nelle sue vicinanze, evitavano anche lei.
Mai aveva pensato che un giorno avrebbe benedetto quel maledetto tatuaggio, ma era così. E anche adesso lo stava benedicendo, quando finalmente lo trovò seduto in riva al Lago Nero.
Gli si sedette accanto e iniziò a leggere. Lui non disse niente, non diede nemmeno segno di essersi accorto della sua presenza. L’unica cosa che fece fu spostare la sigaretta nell’altra mano, di modo che il fumo non le desse fastidio.
Rimasero così in silenzio per alcune ore, finché Hermione non finì il libro.
Vide Draco accendersi l’ennesima sigaretta e sbuffò:”Lo sai che è vietato fumare dentro il castello.”
“Tecnicamente sono fuori dalle mura del castello” le rispose lui meccanicamente.
Hermione non rispose, non diede nemmeno segno di averlo sentito perché la sua attenzione era stata catturata dal tatuaggio che era in bella mostra sul braccio sinistro.
Non era per niente come se lo ricordava. Quando l’aveva visto sulle braccia dei Mangiamorte durante la battaglia era più…oscuro, quasi vivo. Quello sul braccio di Draco era completamente diverso. Era come un peso morto all’interno della sua carne viva e… grigio, appassito come le foglie sugli alberi di quella giornata autunnale.
“Si sta sbiadendo” sussurrò Hermione sovrappensiero.
Lo sguardo di ghiaccio di Draco guardò distrattamente il braccio e diede un’altra tirata alla sigaretta.
“Severus me lo aveva detto il giorno della mia… ‘iniziazione’. Se il Signore Oscuro fosse morto, morte per davvero, allora pian piano il Marchio sarebbe sparito, lasciando posto a una cicatrice quasi invisibile.”
Hermione annuì meccanicamente:”Anche la mia sta sbiadendo pian piano” gli disse, sollevando la manica sinistra del maglione, per fargli vedere come la scritta ‘Mezzosangue’ che Bellatrix le aveva fatto da rosso sangue era diventata rosa scura.
Draco distolse lo sguardo a quella vista. Ogni notte riviveva quel giorno, quella tortura e nel sogno sentiva un dolore tale, quasi fosse stato lui quello torturato.
“Non ti ho mai chiesto scusa per quello che accadde quella notte.”
Hermione tirò giù la manica nervosamente e fece un’alzata di spalle:”Non hai niente di cui scusarti. Non potevi fare niente.”
Lui la guardò con aria interrogativa e lei continuò, dicendogli:”Ti ho odiato per un po’ di tempo, devo ammetterlo. Sia Harry sia Ron quando guardavano la cicatrice si accanivano su di te, non capivano perché non avessi fatto niente, ti hanno dato del codardo e altri epiteti che non sto a ripeterti. Ma poi ti ho capito. Non potevi fare niente perché ci saresti andato di mezzo un’altra volta, vero?”
Lo guardò per un attimo e poi continuò:”Ho visto la tua faccia quando Bellatrix mi stava cruciando e come tua madre ti stesse tenendo fermo. Hanno torturato anche te, immagino anche più volte di seguito. Sei rimasto bloccato dal tuo stesso dolore, non perché eri un codardo.”
Draco distolse lo sguardo da lei, fissandolo sulle onde del lago:”Prima di farmi il Marchio mi ha torturato. Mia zia intendo. Diceva che qualcuno doveva pagarla per gli errori che mio padre aveva commesso. E dopo la Cruciatus mi ha fatto il Marchio. Al sesto anno, quando tutti i miei blandi tentativi di uccidere Silente fallivano, mi torturavano. Non fisicamente, quello avrei anche potuto sopportarlo. Erano riusciti ad entrare nella mia mente. Ti auguro di non dover mai sperimentare la tortura psicologica e onirica. E’ mille volte più terribile.”
“Per questo studiavi Occlumanzia…” sussurrò Hermione:”Quando ti ho beccato in biblioteca durante una ronda notturna, avevi un libro di Occlumanzia avanzata tra le mani. Non avevo capito che era per quello, pensavo non volessi che scoprissimo che eri un Mangiamorte.”
Draco fece spallucce:”Non importa più ormai. L’importante è che ottenni il mio risultato. Non sono più riusciti ad entrarmi nella mente, nemmeno quando mi torturavano.”
Rimasero in silenzio per un po’, non essendo ancora pronti ad aprirsi totalmente l’un l’altro. Ma Hermione doveva per forza dirgli che lei sapeva, che lei lo capiva. Era dal giorno in cui l’aveva visto a King’s Cross che voleva dirglielo.
“Io so quello che hai fatto quel giorno”.
Draco gettò via la sigaretta e alzò un sopracciglio:”Ah sì? E cos’ho fatto?”
“Hai ucciso tuo zio Lestrange quando stava lottando contro Neville. E anche suo fratello Rabastan quando…quando ha provato ad uccidermi.”
Draco rimase in silenzio per un po’, poi disse semplicemente:”Meritavano di morire dopo quello che avevano fatto. Un altro al mio posto avrebbe fatto lo stesso.”
“Hai schiantato Blaise quando l’hai visto combattere contro Ginny” continuò Hermione.
“Blaise non era in sé. Era offuscato dal potere che il Signore Oscuro gli aveva promesso.”
“Hai tentennato quando i tuoi genitori ti hanno chiesto di unirti a loro quando pensavano che Harry fosse morto. L’ho visto, Draco. Ti sei irrigidito e, solo quando tua madre ti ha pregato con voce strozzata, sei andato da loro. Tu non sei come loro, Draco.”
Il ragazzo fece un mezzo sorriso, come se non ci credesse nemmeno lui.
“Perché mi stai dicendo questo?”
Hermione gli sorrise dolcemente:”Perché non voglio che tu ti senta un mostro per quello che hai fatto. Non sei poi così diverso da Severus dopo tutto”.
Rimasero di nuovo in silenzio e Draco non si oppose quando lei appoggiò la testa sulla sua spalla.
   
 
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