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Autore: CrisNialler    18/12/2015    1 recensioni
Sentii dei rumori di passi dietro di me. Erano degli zombie? Speravo solo non fossero i miei amici, non potevano vedermi così, ero scappata proprio per questo: morire da sola. Ma no, dietro di me non c'erano i miei amici: c'era l'uomo spietato che aspettavo con ansia, solo che non mi uccise come desideravo.
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daryl Dixon, Nuovo personaggio, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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“Sure everything is ending, but not yet.”
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Mi risvegliai con un forte dolore alla testa e alle articolazioni.
Mi svegliai.
Dannazione.

Ero cosciente, ero io, ero viva, stavo morendo ma non nel luogo che avevo scelto: ero in una casa.

"Buongiorno principessa." Una voce dietro di me mi face venire i brividi, diversi da quelli che la febbre mi provocava.

"Ch-chi sei?" Chiesi cercando di girarmi, ma delle spesse fascette nere mi laceravano i polsi appena provavo a muovermi.

Ti hanno raccolto in strada e sei legata perché  tra poco ti trasformerai, non perché vogliono farti del male.

"Io sono Clide, cerco una cura a questa merda e tu sei la mia cavia." Disse diretto, parandosi davanti a me con il camicie bianco che risplendeva sotto le luci chiare del locale. Guardandolo riuscivo a pensare solamente a rabbia repressa e voglia di uccidere.
Mi si inumidirono gli occhi.

"No, no, non piangere, tanto sei già morta ragazza." 

Non aiuta.

La spalla non faceva male stranamente. Forse il corpo era concentrato sul dolore dei polsi e caviglie per preoccuparsi di uno stupido morso.
Sudavo, la febbre aumentava velocemente.

"Lasciami andare." Non lo stavo pregando anzi, lo meritavo. Stavo morendo e volevo farlo secondo le mie regole, come avevo deciso: lontano da tutti.

"Non credo sia un'opzione possibile bimba." 

"Non mi chiamo bimba." 

"Oh bene, hai anche un nome?" 

"Sì, ce l'ho mi chiamo Crys-"

"Non ho detto che volevo saperlo."

Il dialogo mi lasciò senza forze, volevo solamente dormire, per sempre questa volta.
Entrò nella stanza un ragazzo poco più grande di me, speravo fosse la mia salvezza. Volevo dicesse una qualche frase come "Che sta succedendo qui? Lascia stare questa ragazza!" Sì lo desideravo, volevo solamente morire in santa pace

"Stiamo iniziando dottore?" 

Ovviamente non era ciò che mi aspettavo, ma in fin dei conti cosa poteva andare storto? Nel giro di due giorni sarei diventata una mangia-cervelli, dovevo solamente stringere i denti.

La prima cosa che fecero fu quella di infilarmi un ago nella vena del braccio sinistro, estraendo diverse fiale di sangue. Non riuscii a protestare ero debolissima. Il sangue estratto mi tolse molte delle poche energie che già  venivano divorate dalla febbre.

"Sei stata brava, non come otto, lei sì che si è lamentata." sogghignò Clide seguito dal ragazzo che nel frattempo stava spostando una fiala su un piano pieno di strumenti medici.

"Otto? Io cosa sono io? Un dodici?" risi sarcastica forzando i polsi per cercare di liberarmi. L'uomo non rispose, continuò il suo lavoro in silenzio, nonostante sapesse benissimo di aver ricevuto una domanda.

"Allora, brutto figlio di puttana a che numero di fallimenti sei arrivato con me?" sputai.

Da parte sua non arrivò una risposta bensì un pugno sordo, che mi zittì per una buona ora, facendomi svenire.

"Guarda un po' chi è tornata."

Il ragazzo di cui ignoravo il nome, sorrise freddo finendo di pulire degli attrezzi. Eravamo solo noi due nella stanza. Stavo per rispondere quando mi resi conto che la mascella mi faceva troppo male per colpa del destro di Clide.

Bisbigliai un 'fanculo' che lo fece ridere, in quanto nonostante le parole dure che oramai uscivano a fatica, ero pur sempre un'infetta senza forze legata ad una sedia.
Mi fece bere un anti dolorifico che nel giro di pochi minuti ridusse il dolore del viso e mi diede poche energie in più.

"Però- iniziò il ragazzo - stai bene per essere una che è stata morsa da un giorno."

"Ho la febbre che mi divora, 'bene' non credo sia la parola giusta per descrivere la mia salute."
Senza degnarmi di uno sguardo se ne andò.
Scusa se ti stavo parlando. Sbuffai, ma notai che quella era un'ottima occasione per cercare di capire come scappare, perché continuavo ad odiare l'idea di passare i miei ultimi giorni qui dentro con due maniaci che cercavano una cura a qualcosa che non voleva essere curato.

La stanza era molto grande, per lo più scura se non fosse stato per la grande lampada neon che mi illuminava costantemente il viso. Davanti a me c'era una gabbia, avevo paura di trovarci altre persone all'interno, che avrebbero dovuto subire le mie stesse torture.

Avevo le mani e i piedi addormentati perché le fascette nere erano decisamente troppo strette e non lasciavano scorrere il sangue facilmente.

Troppo vicino il mio corpo c'erano bisturi e forbici: guardandole capii subito che sarebbero diventate le mie migliori amiche di lì a poco. E in un angolo c'era davvero una vecchia conoscenza: la katana. Ora si poteva davvero dare inizio alle danze.
 

*_*_*_*_*_*_*_*_*
Hola mishamigos  :)
spero vi piaccia!
Un bacio a voi lettori, recensori e non. ❤

  
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