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Autore: Frasca94    18/12/2015    4 recensioni
I due visitatori non persero tempo e si avviarono lungo il corridoio opposto, dove, dietro a una tenda che faceva da divisorio, c’erano due persone, sedute di spalle su un letto, a guardare fuori dalla finestra la neve che cadeva.
“Buon Natale Alice cara e Buon Natale a te, figliolo” li salutò la signora Paciock, ponendosi davanti a loro insieme al nipote.
I due spostarono lo sguardo su di loro con enorme fatica e fecero un debole sorriso.
TERZA CLASSIFICATA al Contest “Accadde in una notte di Natale” indetto da pasionbertotti sul forum di EFP.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Paciock, Augusta Paciock, Frank Paciock, Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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LA MAGIA DELLA NEVE
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La neve cadeva leggera e pigra sopra Londra il giorno di Natale, donando a tutti la tipica atmosfera natalizia.
Le vie erano deserte. Tutti avevano raggiunto la famiglia e gli amici per trascorrere la festa con le persone più care.
Tuttavia, due persone arrancavano nella neve intonsa, per raggiungere un vecchio grande magazzino abbandonato, di mattoni rossi, sul quale campeggiava la scritta: Purge & Dowse Ltd.
Certamente non erano lì per fare gli ultimi regali.
Infatti, sulle porte, molti cartelli impolverati dicevano: Chiuso per ristrutturazione; anche se quel posto sembrava chiuso da almeno dieci anni.
Nonostante ciò, i due si avvicinarono a una vetrina per osservare da vicino un brutto manichino con un grembiulino di nylon verde.
La signora avvicinò il viso al vetro, tanto da far sbattere il grande cappello che portava in testa, mentre il suo respiro appannava il vetro.
“Siamo Augusta e Neville Paciock” disse con una voce profonda.
Il manichino annuì, facendo vacillare le ciglia finte, mentre lei e il ragazzo entravano nella vetrina.
Si trovarono in una grande sala di accettazione vuota, ad eccezione di una donna bionda e paffuta, seduta al banco informazioni, che rivolse loro un bel sorriso.
Neville la salutò velocemente con un “Buon Natale”, lanciando uno sguardo al ritratto di un’anziana strega con lunghi boccoli argentei che gli fece l’occhiolino, mentre la Signora Paciock ripuliva dalla neve il grande avvoltoio, che ornava il suo copricapo.
“Odio la neve!” sbottò, risistemandoselo sulla complicata acconciatura.
Suo nipote sospirò senza farsi sentire, non riuscendo a capire perché si ostinasse a indossare sempre quell’orribile uccellaccio e sorrise al ricordo di quel cappello in testa al professor Piton.
Camminarono in silenzio lungo un corridoio con le pareti rivestite di legno, oltrepassarono una porta a due battenti e salirono le scale scricchiolanti, mentre evitavano il via vai di Guaritori.
Arrivarono finalmente al pianerottolo del quarto piano e aspettarono, mentre la signora Paciock riprendeva fiato.
Finalmente arrivò ad aprire una delle Guaritrici, che per le feste indossava un luccicante cerchietto di lamé.
“Buon Natale Signora Paciock, prego, entrate” cinguettò lei, facendoli passare e chiudendo di nuovo con un colpo di bacchetta la porta.
Da quando, l’anno scorso, un paziente era stato strangolato da un Tranello del Diavolo, portata in dono, la sorveglianza era aumentata notevolmente.
“Sono di là a distribuire i regali, se avete bisogno chiamatemi” concluse la Guaritrice, prima di sparire in fondo a un corridoio.
I due visitatori non persero tempo e si avviarono lungo il corridoio opposto, dove, dietro a una tenda che faceva da divisorio, c’erano due persone, sedute di spalle su un letto, a guardare fuori dalla finestra la neve che cadeva.
“Buon Natale Alice cara e Buon Natale a te, figliolo” li salutò la signora Paciock, ponendosi davanti a loro insieme al nipote.
I due spostarono lo sguardo su di loro con enorme fatica e fecero un debole sorriso.
“Mamma, Papà… Buon Natale” mormorò Neville, avvicinandosi e abbracciando prima uno e poi l’altra, mentre sua nonna appellava una poltrona per sedersi lì vicino.
“Vi ho portato un regalo” annunciò il ragazzo emozionato, sedendosi sul letto in mezzo ai suoi genitori ed estraendo una busta dalla tasca del cappotto.
Ricordò la sua felicità al ritorno dall’ultima uscita a Hogsmeade, dopo aver trovato il regalo perfetto.
“E’ un abbonamento annuale a Mielandia, così avrete dolci tutto l’anno, anche quando io sarò ad Hogwarts e non potrò venirvi a trovare” spiegò lui, sventolando davanti al naso dei due il pezzo di carta, dal momento che erano tornati ad osservare la neve.
“Che idea meravigliosa, caro” commentò sua nonna con fin troppo entusiasmo.
Da quando aveva combattuto nell’Ufficio Misteri contro i Mangiamorte, la nonna era un po’ più contenta di lui. Purtroppo, però, le sue parole, pronunciate esattamente un anno prima, lo tormentavano spesso: “E’ un bravo ragazzo… Ma non ha il talento di suo padre, temo”.
Il ragazzo scacciò quei pensieri, cercando sui volti dei genitori un indizio di felicità, ma Alice e Frank erano assorti, osservavano lo spettacolo che offriva la finestra davanti a loro. Gli occhi di solito persi e sognanti, erano vigili e attenti nel seguire i percorsi dei fiocchi.
Neville, per un attimo, desiderò ardentemente essere neve per poter essere guardato in quel modo.
“Mamma, avrai tutte le gomme Bolle Bollenti che vuoi e per te, Papà, ci saranno le Api Frizzole” provò a richiamare la loro attenzione.
I due, sentendo i nomi dei loro dolci preferiti, si girarono verso di lui, facendogli un sorriso felice, ma poi tornarono alla neve che cadeva lenta e silenziosa, ignara della tristezza che stava procurando.
“Forse ha ragione la nonna a odiare la neve” pensò Neville afflitto, sospirando e rimettendo l’abbonamento nella busta.
“Caro, dammela. La consegno alla Guaritrice, così da domani avranno tutto ciò che vogliono” gli disse la nonna, facendosi consegnare il regalo e dirigendosi alla ricerca della donna.
Il ragazzo la guardò allontanarsi e solo allora notò le miriadi di lucine che illuminavano di una luce dorata il soffitto della lunga stanza.
Sembravano stelle.
Tante piccole stelle che illuminavano il reparto per creare un’atmosfera familiare.
Quelle lucine natalizie insieme agli oggetti personali dei suoi genitori sul comodino gli fecero pensare a come sarebbe stato il Natale tutti insieme a casa: i regali glieli avrebbero fatti i suoi genitori, avrebbero mangiato insieme i dolci dell’abbonamento di Mielandia e avrebbero riso e scherzato.
E, invece, erano lì al San Mungo a guardare fiocchi di neve che danzavano e si scontravano, seguendo una musica tutta loro.
Neville cercò le mani dei suoi genitori che risposero, stringendo a loro volta le mani del figlio che non potevano riconoscere.
“Hai visto quelli, Papà?” chiese, riferendosi a dei fiocchi indisciplinati che cadevano più velocemente.
Suo padre rise.
“Invece quelli sono più bravi… cadono con grazia” spiegò a sua madre, facendola ridacchiare a sua volta.
E in quel momento si rese conto che non poteva essere per loro magico come la neve, ma poteva unirsi a loro nell’osservare quella magia.
Erano uniti e quindi erano una famiglia anche così.
Forse non era solo la neve a essere magica, erano anche le lucine, le foto di Alice e Frank sorridenti sul tavolino e loro tre mano nella mano.
Era l’atmosfera del Natale che rendeva tutto speciale.
Anche lui si perse tra i fiocchi argentei e freddi che roteavano oltre il davanzale.
La realtà sembrava lontana, esistevano solo loro, immersi in un mondo candido e sospeso.
Neville si diede dello sciocco per aver pensato a come sarebbe stato il Natale a casa… sarebbe stato esattamente così.
Perché il Natale è stare insieme, non importa dove.
“Vi renderò fieri di me” disse con un filo di voce, stringendo più forte le loro mani.
Rimasero assorti per molto tempo, finché il ragazzo si alzò e fece il giro del letto per osservare una foto, nella quale sorridevano felici i suoi genitori e i loro due amici: James e Lily Potter.
Si morse il labbro, pensando che almeno lui poteva almeno stare con loro davanti a una finestra, al contrario di Harry.
“Caro, è ora di andare” esclamò la signora Paciock, comparendo da dietro la tenda.
Suo nipote scosse il capo, ridestandosi da quei tristi pensieri.
Tornò da Alice e Frank e fece loro di nuovo gli auguri di buon Natale, ricevendo come risposta un sorriso.
Stava per attraversare la tenda, quando sentì un dolce: “Buon Natale anche a te!”
Si girò in fretta e, con gli occhi lucidi, rimase ancora un attimo ad ammirare le due persone di spalle che osservavano la neve, sovrastati dalle brillanti lucine sul soffitto.
Ci mise un po’ di tempo a staccarsi da quella visione, ma, alla fine, raggiunse la nonna che lo aspettava all’uscita del reparto.
“Tutto bene?” chiese lei, osservandolo di nascosto, mentre iniziava a scendere le scale.
“Sì… Vorrei che fosse sempre Natale” ammise il ragazzo con tono malinconico, affiancandosi a lei.
La signora Paciock si fermò di scatto a quelle parole, facendo spaventare il nipote.
“Neville… Il Natale non è un periodo o una stagionalità, ma uno stato della mente. Deve portare tra la gente pace e buoni propositi, essere pieni di misericordia significa avere il vero spirito natalizio. Se pensiamo a queste cose dentro di noi rinascerà il Salvatore e su di noi brillerà il raggio di una stella che porterà un barlume di speranza per il mondo” spiegò lei con un tono pieno di convinzione, stringendogli una spalla.
“E’ importante che tu lo capisca, soprattutto in tempi difficili come questi” concluse, ritornando al solito tono severo.
Neville annuì, guardandosi le scarpe per evitare il suo sguardo duro.
La signora Paciock sembrò indecisa se rimanere in silenzio e continuare a scendere le scale oppure dire ancora qualcosa.
Il suo viso si aprì in un sorriso triste, prima di dire con dolcezza: “Loro sono sempre con te qui dentro”
Neville rimase sorpreso dalla mano di sua nonna, posata sul suo cuore e dalle sue parole; così con uno slancio di coraggio la abbracciò senza che lei si lamentasse per quella manifestazione di affetto in pubblico.
“Grazie nonna” sussurrò lui, prima di staccarsi da lei.
“Ringrazia che è Natale, giovanotto” brontolò lei, raddrizzandosi l’avvoltoio impagliato, senza riuscire a nascondere un sorriso pieno di felicità.
 
Uscirono dall’edificio all’apparenza abbandonato e si trovarono di nuovo sotto la neve.
“Alla fine, non è poi così male” commentò la signora Paciock con uno sguardo d’intesa al nipote che le sorrise, mentre la neve li accarezzava e cullava il senso di speranza e di felicità che erano nati nei loro cuori.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice:
 
Eccomi qui,
Quando ho letto tra i pacchetti “Abbonamento annuale a Mielandia” mi si è accesa la famosa lampadina in testa: una carta di Bolle Bollenti mi è apparsa nella mente e da lì è nata questa storia.
Ho pensato subito a Neville che regala un abbonamento per far avere ai suoi genitori dolci tutto l’anno, perché lui a causa della scuola non può portarglieli sempre.
È il Natale del sesto anno di scuola di Neville, quindi successivo allo scontro con i Mangiamorte all’Ufficio Misteri.
Il paziente ucciso dal Tranello del diavolo è Broderick Bode, che, costretto dalla maledizione Imperius a prendere la profezia, subisce gravi lesioni. Si stava riprendendo al San Mungo e per questo qualche Mangiamorte deve avergli consegnato la pianta per eliminarlo.
“E’ un bravo ragazzo… Ma non ha il talento di suo padre, temo” è ciò che dice Augusta Paciock, esattamente un anno prima a Harry e agli altri, quando incontrano Neville e sua nonna al san Mungo.
 
Grazie per essere arrivati fino a qui,
FRASCA
 
  
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