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Autore: a k u r o s a    19/12/2015    2 recensioni
"Alcuni giorni, sono le cose ridicolmente piccole che li fanno a pezzi e li fanno ricominciare di nuovo." Due anni di lontananza sono molti da trascorrere in solitudine. Quando la ciurma torna insieme, alcune cose non sono più le stesse e ognuno di loro deve di nuovo imparare. Molto angst, siete avvisati.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Mugiwara
Note: Raccolta, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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n/t: ecco un'anteprima di una nuova serie che verrà pubblicata dopo la pausa natalizia. Si tratta di una raccolta di storie ambientata subito dopo la pausa dei due anni. Ogni storia sarà dedicata a due personaggi della ciurma dei Mugiwara e tratterà delle piccole parti di ognuno che sono cambiate in quei mesi della loro separazione e a cui ora i membri della ciurma devono fare l'abitudine, perché due anni sono tanti da passare separati. La caratteristica principale di questa raccolta è che sarà particolarmente angst e non mancheranno linguaggi un pò brutali, per questo è classificata in giallo.
Vi lascio quindi questo capitolo di assaggio e ci risentiamo a gennaio. Buona lettura!



this is the price that has been paid in full
(questo è il prezzo che è stato pagato per intero)

1. Sanji & Rufy

Quando Sanji si rende conto, è del tutto casuale.

Era accaduto perché la bella Nami-san, la radiante e abbagliante come il sole Nami-san, era disperata ad allontanare Rufy dalle mappe che stava disegnando e Sanji si era buttato a salvarla trascinando Rufy in cucina con la scusa di aver bisogno di aiuto. Naturalmente Sanji non aveva bisogno di aiuto in cucina, e anche se ne avesse avuto, l'aiuto non sarebbe arrivato dal suo appena-poco-stupido capitano. Tuttavia, il sorriso di onesta gratitudine della sua preziosa Nami-san valeva anche gli spuntini che Rufy senza dubbio avrebbe inalato quando credeva che Sanji non stesse guardando.

Così Sanji aveva detto al suo capitano di pelare la patate che aspettavano impotenti in un mucchio sul tavolo e lo avvertì che avrebbe avuto la sua testa se non fossero rimaste patate per cena. Rufy chinò la testa furiosamente e fu tutto.

Lasciando Rufy alle patate e rassicurato dal fatto che ce n'erano ancora altre in magazzino, Sanji iniziò i suoi preparativi per la cena. Il menù della sera consisteva in aragosta alla Thermidor accompagnato da mais e purè di patate; aveva dell'ottimo vino bianco che sentiva Robin-chan avrebbe gradito con il suo pasto. La salsa gravy, avrebbe dovuto prepararla da zero ma non era un problema perché era ciò che la delicata Nami-san e la bella Robin-chan avrebbero mangiato ed erano passati due anni e Sanji si era assicurato che avessero nulla più del meglio in assoluto per rimediare a quel tempo.

Fu a quel punto che Sanji si rese conto che Rufy era troppo tranquillo, e all'improvviso il silenzio pacifico sembrò invece inquietante. Mise il mais in una ciotola e lentamente si voltò.

Ciò che vede non è quello che si aspettava di vedere.

Il mucchio di patate è già significativamente più piccolo di come Sanji lo aveva lasciato, ma tutto ciò che Sanji vede è il suo capitano seduto tra i due mucchi di patate pelate e quelle ancora da pelare. Rufy sta strizzando gli occhi per concentrarsi mentre sbuccia con attenzione una patata con un coltello, e Sanji guarda con stupore perché Rufy lo sta facendo incredibilmente bene.

E poi la sua memoria si porta la passo con il resto del suo cervello incespicante e la sua consapevolezza arriva devastante, del perché esattamente il suo capitano è così capace, e mentre il suo stupore si trasforma in qualcosa di più oscuro, una parte del suo cuore che non sapeva esistesse si contorce brutalmente.

I lunghi passi di Sanji ingoiano la distanza tra loro in pochi secondi e lui strappa il coltello dalla mano di Rufy.

«Non lo stai facendo come si deve», Sanji scatta perché il suo cuore fa male, la sua gola brucia e preferirebbe morire piuttosto che ammettere la verità. «Non avrei dovuto contare su una stupida scimmia fin dall'inizio; vai fuori e di' allo spadaccino di merda di portare qui il suo culo».

Lui non ha bisogno di Zoro più di quanto ha bisogno di Rufy ma sta tenendo un coltello, e coltello-lama-Zoro è l'unico collegamento logico che il suo cervello strillante riesce a fare al momento. Fortunatamente, Rufy è stato cacciato via dalla cucina troppo spesso per prenderla come un'offesa e saltellando allegramente fa come gli è stato detto. È quando la porta della cucina si chiude che Sanji sprofonda in una sedia vuota e digrigna pesantemente su una sigaretta che tira fuori.

La sigaretta è consumata a metà quando lo spadaccino entra annoiato con un insulto pronto ma Zoro coglie l'espressione sconvolta di Sanji e inclina la testa curioso. Sanji pensa di dire allo spadaccino smetti di guardare come un idiota e inizia quel cazzo di lavoro o forse solo un inizia quel cazzo di lavoro. Quello che Sanji non pensa è maledizione Zoro, risolvi tutto questo e invece, senza dire una parola fa un gesto verso il mucchio di patate, ma in qualche modo, solo in qualche modo, vuole dire la stessa cosa.

Zoro segue il gesto del suo compagno e quando trova le due patate finemente sbucciate vicino ai piedi di Sanji e il broncio di Rufy per essere stato cacciato dalla cucina anche se aveva cercato di aiutare, fa due più due. E non può fermare la dolorosa rivelazione che sfugge.

Perché due anni fa, Rufy non riusciva a sbucciare una patata senza tagliare via metà della patata stessa e Sanji finiva sempre per farlo per lui. Due anni dopo, Rufy riesce.


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