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Autore: io_sono_nessuno    19/12/2015    0 recensioni
Piacere! Sono Agnese e ho deciso di scrivere quella che forse si potrebbe definire la mia storia, non tanto perché credo che vi freghi qualcosa della mia vita, figuriamoci, più che altro perché se io sono riuscita a superare l'adolescenza allora potrà farcela chiunque. Questa è la storia di come sono cresciuta e uscita dallo sfondo dove tendevo a rintanarmi, perché, diciamocelo chiaro, a nessuno piace essere quello che guarda, ma in pochi hanno il coraggio di diventare quello da guardare.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Le bombolette sono state un'idea mia e di Jack inizialmente, le abbiamo comprate tutti conviti la poi non ci abbiamo fatto nulla. Adesso le vorrebbero usare, l'idea non mi dispiace affatto, sarebbe divertente, ma ci serve un posto isolato.

-Sì ma dove? È mezzanotte, sarà pieno di gente-

-Al parco qui vicino, è abbandonato- Amo i posti abbandonati, ho una specie di passione per le cose vecchie e decrepite, parchi inclusi.

-Voi siete fuori-

-Thommy ragionaci un momento: il parco è abbandonato quindi non ci vedrà nessuno, sempre per lo stesso motivo non importerà a nessuno se ci disegniamo e poi sarà divertente! Potrai fare la tua firma e scrivere MATES-

-Vero! Dobbiamo scriverlo assolutamente- E io che ho detto, Jack?

-Non ho scelta vero?-

-No! Vestitevi e usciamo!-

Nonostante sia dicembre non fa poi così freddo, basta una felpa, felpa che mi ha prestato Orlando. Il problema era che sia la mia camicia che la giacca erano rosse e non ci serviva un semaforo, quindi adesso ho indosso la felpa del maggiore dei Hongen, sì, è questo il cognome di Jacopo e Orlando, è davvero calda e anche se mi va grande l'adoro lo stesso; è nera con disegni sul blu, al buio non si nota.

Tutti gli altri sono vestiti di scuro, l'unico con una borsa è Jack che si è portato uno zaino per portare le bombolette, ne abbiamo tre: una giallo fluo, una nera e una blu. Spero proprio che non ci siano casini.

Finalmente raggiungiamo il parco, o almeno, raggiungiamo il cancello chiuso del parco, guardo interrogativa Orlando, cosa che fanno tutti.

-Dobbiamo scavalcare, mettetevi il cappuccio- Noto che Thomas sta per dire qualcosa mi avvicino per sussurrargli: -Abbiamo fatto 30, facciamo 31- spero che si dica così.

-A dir la verità abbiamo fatto sì e no cinque, ma se scavalchiamo quel cancello allora sì che avremo fatto 31- Lo guardo sorridendo e mi attacco ai pali del cancello, a dir la verità è facilissimo: basta mettere i piedi nei punti giusti e farsi forza con le braccia, in pochi secondi sono dall'altra parte che guardo Thommy e la sua faccia scocciata. So che ci raggiungerà e in meno di cinque minuti avrà dimenticato tutto, però mi dispiace abbattere i suoi principi così.

Iniziamo a scrivere sul primo muro che troviamo, appena mi passano una bomboletta scrivo subito: MATES e lo sottolineo, devo ammettere che è decente. Mattia mi si avvicina da dietro, mi sfila la bomboletta e aggiunge: &M-O, giusto, mi ero completamente dimenticato che loro non fanno parte dei mates.

-Eddai! Così hai rovinato tutto!-

-Lo so, io rovino sempre tutto- Gli faccio la linguaccia ridendo, non so nemmeno io perché, magari quel goccio che mi hanno fatto bere prima sta facendo effetto, oppure mi sto solo divertendo.

-Agni mi passi la bomboletta?-

-Certo- Risponde Mattia con una voce terribilmente acuta mentre gli lancia il contenitore, il non ho la voce così! Anzi, mi hanno fatto più volte notare che ho una voce molto bassa per una ragazza.

Alzo gli occhi al cielo e vado da Riccardo che nel frattempo a scritto “basket” e sta cercando di disegnare una palla da basket, a me sembra più un fagiolo.

-Sempre e comunque basket, eh?-

-Che avrei dovuto scrivere? Thalia con il cuoricino?-

-Perché no- Mi guarda come solo lui sa guardarmi, è un misto tra: mi stai prendendo in giro e vaffanculo, devo dire che è efficacie, scoppio a ridere.

-No ok, basket va benissimo, mi passi la bomboletta?-

-Certo, tanto ho finito la palla- Non commento, meglio.

Prendo la bomboletta nera e vado a cercare uno spazio vuoto, peccato che i miei compagni nel frattempo se ne stiano andando, li raggiungo correndo.

-Hei! Dove andate?-

-Alla ricerca di uno spazio vuoto-

-I giochi vanno benissimo!- Orlando? I giochi per i bambini? Seriamente?

-NO!- Rispondiamo in coro io e Thommy, mentre invece Riccardo e Jack si limitano a una scrollata di spalle. Prendo entrambi i fratelli per la manica e li tiro via sperando che mi segua tutto il gruppo, noi sui giochi non scriviamo.

I ragazzi mi seguono scuotendo la testa, ci cercheremo un altro posto.

-Quel muro invece?- È un muro che segna la fine del parco, per me va bene. Visto che nessuno si oppone andiamo verso quel muro, io sono la prima ad arrivare e guardo la bomboletta indecisa, poi faccio un bel respiro e scrivo: “Fuck You”, Orlando che è dietro di me, probabilmente per chiedermi l'aggeggio, scoppia a ridere.

-Volevo scriverlo io, ogni vandalo che si rispetti deve scriverlo almeno una volta-

-Quindi ora sono una vandala che si rispetta?- Mi da una pacca sulla spalla sorridendo e poi prende la bomboletta e si mette a disegnare sul muro, io preferisco fare un passo indietro e guardare il tutto da lontano, va detto che non siamo niente male come vandali, vandali, questa parola pesa e mi suscita vari sentimenti: provo orgoglio nell'aver fatto finalmente qualcosa di “trasgressivo” da adolescente repressa, ma allo stesso tempo sono stata educata al rispetto delle cose altrui e pensare di star vandalizzando un muro di un parco dove una volta ci andavano i bambini a giocare mi fa strano, anche se ora è chiuso. A dirla tutta non si nota molto che è abbandonato, certo, le piante sono un po' troppo cresciute, ma questo in tutti i parchi qui a Berlino, la cosa che fa capire che non ci viene più nessuno a giocare sono proprio i giochi: sono sporchi e arrugginiti, su alcuni è persino cresciuto del muschio, mette tristezza pensare che su quel dondolo che adesso è attaccato da rampicati e ruggine una volta i bambini ci passavano le giornate.

Mentre fisso i giochi immaginandomi tanti bambini felici noto una luce in lontananza, come i fari di una macchina, solo che non sono due, ma uno, come una torcia, si avvicina, passo dopo passo, a questo punto mi rendo conto che è davvero una torcia, qualcuno sta arrivando.

-Orlando...Il parco ha un guardiano?-

-Non so, perché?- Indico la torcia che è sempre più vicina, dobbiamo correre, ora.

-Merda! Correte! Ci vediamo alla fermata della metro!- E inizia a correre, subito imitato da tutti noi.

Io e Thommy andiamo verso le piante e scavalchiamo velocemente la recinzione, una volta giù ci rendiamo conto di non avere la più pallida idea di dove siamo, nel dubbio corriamo. Sento in lontananza delle sirene, possibile che abbiano chiamato la polizia solo per sei ragazzi che hanno scritto sul muro di un parco abbandonato? Acceleriamo entrambi quando ci rendiamo conto che le sirene sono sempre più vicine, svolto in vicolo che sembra cieco e Thommy mi segue.

-Agni che fai? Dobbiamo muoverci-

-Thommy...Avevamo il cappuccio tutto il tempo, vero?-

-Sì, perc...No, non vorrai farlo davvero-

E tu che vorresti fare? Seminarli in velocità? Togliamoci i cappucci e camminiamo normalmente, tanto non abbiamo nemmeno le bombolette, non ci possono beccare- Non sembra convinto, ma io so benissimo che è l'unica possibilità e lo guardo convinta. Si toglie il cappuccio.

-Okay, ora dobbiamo solo fare i disinvolti-

 

Dopo vari giri a vuoto finalmente riusciamo a trovare la fermata, dove ci sono tutti ad aspettarci, sembrano preoccupati, meglio spiegare tutto: -Scusate, ci siamo persi e poi c'era la polizia...hanno seriamente chiamato la polizia per noi?-

-Ho sentito anche io le sirene, mi sono nascosto dietro un cassonetto- Scoppiamo tutti a ridere all'idea di Jacopo che si nasconde dietro un cassonetto e intanto iniziamo ad incamminarci verso casa.

-Già è tanto che non ti ci sei nascosto dentro- Rido alla battuta di Mattia e guardo tutti sorridendo, dopotutto non è stato così male, sono anche scampata al mio primo inseguimento!

Una volta a casa accendo la tv in automatico, non so bene perché, lo faccio e basta e tutti la guardiamo stupiti: il tg sta mostrando le immagini del nostro inseguimento, o meglio della polizia, il giornalista dice qualcosa ma non riesco a capire, parla troppo veloce ed è troppo tardi per il tedesco, guardo quelli che hanno sicuramente capito: -Allora?-

-Stavano inseguendo un ladro che aveva rapinato una banca- Mattia passa una birra a tutti e alza la sua: -Al nostro primo non-inseguimento- Alziamo tutti la bottiglia e poi beviamo un sorso, Thommy incluso.

   
 
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