Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: J_Jace    20/12/2015    2 recensioni
Perché delle volte hai solo voglia di abbandonare tutto, di rinchiuderti nel tuo guscio e serrare gli occhi per non vedere ciò che ti circonda. Ma questo non vuol dire che ciò che ti sta intorno non riesca a vedere te.
E se ci pensi, è questo che ti frega.
[Ho scelto questo titolo perché è un'espressione che apparirà spesso nella One shot, ma ho realizzato due secondi fa che suona qualcosa della serie: "Guida per le ragazze: quando in quei giorni vi arriva il ciclo mestruale potreste essere portate a pensare che tutti siano all'improvviso stupidi, ma non vi preoccupate! Non è una vostra allucinazione ormonale: tutti sono effettivamente stupidi! Specie l'autrice di questa... 'cosa'." E forse voi non l'avevate realizzato finché non l'ho evidenziato io: faaantastico.]
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
In quei giorni
 

Il fatto è che io penso di essere, oh, così incredibilmente intelligente e che se volessi, perché no?, una sequenza di eccellenze le avrei anch'io. Ma il fatto è che a volte mi sento stanca (D'informarmi, d'acculturarmi e perfino di leggere ed ascoltare) e forse questo perché più so, più è difficile ignorare che il mondo sa fare schifo e che, buona volontà o meno, da soli non lo si cambia.

E quando capita chiudo semplicemente tutto e mi dico: "Sei stanca. Va' a dormire." E non lo so, forse mi aspetto di svegliarmi e vedere tutto in colori diversi. A volte succede, mi sento rinata e riprendo voracemente quel libro che, ohmioDio!, come ho anche solo osato non finire!

Ma talvolta sono solo più... beh, scazzata. Le canzoni che amo non hanno più lo stesso sapore e, benché io sappia che il loro significato mi calzi a pennello, le sento strette e usurate. E inizio a pensare che Matts abbia ragione quando ride di me e fa: "Ma ascolti ancora questo rock praticamente superato? Trovati alcune band con un dj dentro se proprio non ti piace Tiesto e simili. Voglio dire: non è incredibile quello che si fa col computer, oggi?"
Perché lui infondo è il mio fratellone, quello di quasi dieci anni più grande che si preoccupa di me prendendomi in giro e facendomi esasperare fino a spingermi a rintanarmi di nuovo in camera mia. Perché, Santo Cielo!, giuro che gli voglio un bene dell'anima, ma come fa a non capire che la mia generazione è rivoltante e che al giorno d'oggi uscire con gli amici non significa più andare a casa loro per cazzeggiare, ma vuol dire andare a drogarsi in qualche vicolo dimenticato e sballarsi in discoteca fino alle tre bevendo un bicchiere dopo l'altro di roba annacquata che è comunque sempre troppo alcolica? Come fa a non capire che ormai la musica che ascolta è scivolata nel trash e ci sono solo più canzoni tunztunz che propagano stili di vita alla "Sesso, droga e Rock'n'roll", ma senza il rock e a ragazzini sempre più giovani? Ti è difficile credere che io rientro, incredibilmente, nella fascia delle brave ragazze anche se, prendendo unicamente in considerazione i suoni che escono dai miei auricolari, presumeresti anche tu che io stia ascoltando qualche gruppo satanista? Ma se ha avuto ragione sui Linkin Park, perché non dovrebbe averla anche sul resto? Infondo è stato anche lui un dj: l'ho visto smanettare per ore sul pc creando pezzi che alla fine mi portavano ad esclamare stupita, incredula che proprio lui, lui!, fosse riuscito a creare una cosa simile da sé - e desiderando di impressionarlo alla stessa maniera, un giorno, ma questa è un'altra storia. 

'Musica soffocatrice', ecco come penso a questa. Ti impedisce di formulare qualsivoglia pensiero, te li soffoca, appunto, sul nascere e non ti resta che ascoltare il suo avvolgersi di suoni ipnotizzanti e senza senso. Non suona affascinante? Non sembra allettante l'idea di mettere fuori uso il tuo cervello, per un po', ma restando sveglia e lucida e senza strane sostanze in circolo a parte l'adrenalina e la confusione?

Talvolta mi capita di finire sulla chat delle uniche altre due dementi che mi capiscono e sopportano (Ma io lo so che a volte sentono il desiderio di sbarazzarsi di me, che così forse la chiudo quella mia boccaccia e la smetto di voler analizzare tutto. E va bene, perché lo farei anch'io fossi in loro), e sentire come la voglia di prenderle a testate. Perché per quanto tutte e tre siamo così brave a ridere e sparare cavolate, il passato non lo abbiamo dimenticato e lo sappiamo che a volte soccombe ancora su di noi.

E talvolta ci sono quei momenti in cui rimpiango di non essere un'altra adolescente - e 'quei momenti' sono quelli di cui mi rammarico di più, appena torno in me.

Perché io credo di essere intelligente, ma le persone che lo sono veramente accetterebbero di esserlo e non si chiederebbero come sarebbe essere un altro idiota qualunque. Non dovrei chiedermi: "Ma se io avessi avuto fin fa subito tutto quello che loro hanno sempre posseduto e io mai anche solo sfiorato... non sarei più io, vero? Ci sarebbe un'altra persona al mio posto, più o meno col mio stesso aspetto, la mia stessa famiglia e la mia stessa vita, non è così? Ma tutti i miei pensieri, tutte le mie emozioni, i miei problemi e i miei ricordi... spariti, mai esistiti." E il brutto è che in quei giorni non so convincermi che sarebbe una cosa orribile una me stessa così drasticamente diversa dalla vera e attuale ed esistente me.

Quindi ci sono ancora quei momenti in cui voglio dormire, e risvegliandomi scoprire che non esistono più i due classici stili di vita.
Stupida, ma felice, libera, menefreghista, viva.
Intelligente (O, per lo meno, consapevole) e, per questo, infelice, ansiosa, sociopatica, terrorizzata dalla vita che può essere o che non è.

In quei giorni mi devo ricordare che io un po' di felicità l'ho trovata: certo, più tardi che gli altri, ma non per questo è meno bella o speciale ai miei occhi. Anzi, averla bramata per otto, solitari, anni l'ha resa solo più lucente e preziosa.

In quei giorni mi devo ricordare che se fossi stata felice fin da subito, ora ci sarebbero altre due persone incapaci di trovare il loro posto nel mondo. Di solito non ripongo molta fede nel destino, ma che questo sia stata una coincidenza o meno, sono lieta che le cose siano finite così. Li ripeterei tutti, quegli anni orribili, e questa volta li trascorrerei col sorriso sapendo che quello che mi aspetta al fondo vale tutta la sofferenza passata e ancora di più. La mia vita è incastrata con la loro, adesso, e non potrei immaginare di non averle incontrate, di non esserci cambiate la vita a vicenda - e in meglio.

Prima di loro non avevo mai provato quel sapore in bocca, quello che dopo un litigio ti fa venire da ridere, perché, dannazione, ormai abbiamo così bisogno l'una delle altre, che rinunciarvi sarebbe come strappare un pezzo di sé troppo grande e indispensabile per poter riprendere a vivere come se nulla fosse successo.
Il fatto è che so che nonostante tutto (Nonostante quanto io possa essere stronza, difficile, egoista, arrabbiata, stanca), il sapere che loro ci saranno sempre mi alleggerisce il cuore e mi rende un po' meno ingestibile - ma solo per loro, perché sono loro e per tutto ciò che mi sarei persa se non le avessi incontrate.

In quei giorni mi devo ricordare che sì, okay, forse mi possono bruciare gli occhi e il cervello può sembrarmi sul punto di esplodere, e forse ha ragione mamma e spendo troppi soldi in libri, troppo tempo in camera e troppa vita su fanfiction. Ma domani è un altro giorno e con un po' di fortuna non sentirò il bisogno di cavarmi i bulbi oculari, perché di sfregarmi le palpebre per la trecentesima volta non se ne parla. E forse il mio unico neurone, proprio domani, deciderà che di festini a base di sangue ne è pieno le scatole, almeno per un paio d'ore. E non me ne fregherà niente se il boss ha ragione nel dire che le centinaia di euro a forma di carta e inchiostro sulle mensole (E sul comodino, perché non c'è posto e perché magari domani coinciderà con una delle mie notti insonni) sono tutti sprecati.

Intanto io li leggo, e lo rifarò finché non mi verrà una nuova emicrania che mi costringerà ad andare in cucina a piagnucolare per un'aspirina. E sì, mamma, sentirò il tuo lamentarti e le tue prediche infarcite di ricordi sulla tua adolescenza che ho sentito miliardi di volte, e non ti dirò di tacere che altrimenti alzerai solamente la voce e mi dirai ancora una volta che "Io quei tuoi libri te li brucio tutti!" Non è che tanto ci farò molto caso, a quello che dirai domani. Perché il seguito di quel libro mi aspetta e forse dovrò attendere fino al giorno dopo ancora per non rendere vano l'effetto del medicinale, ma sarà un'attesa dolce che mi terrà compagnia la notte quasi quanto avrebbe fatto il libro stesso.

In quei giorni mi devo ricordare che la musica mi ha salvata. Forse perché anche nelle canzoni ci sono parole, e le parole mi hanno sempre colpito - anche più dei fatti. La lettura mi rilassa, m'imbarazza, mi commuove, mi sensibilizza, m'irrita. E mi apre la mente. Mi spinge a pensare, sì - e questo lo amo; beh, finché non arriva un altro mal di testa. La musica mi elettrizza invece, rendendomi incapace di ascoltare senza muovermi, senza camminare per la mia stanza fino a consumare l'ennesimo paio di calzini antiscivolo che (Non servono ad una beata m-) non mi hanno comunque impedito di sbattere mignoli e stinchi e faccia un po' ovunque. Dio solo sa quante volte sul bus ho dovuto interrompere un pezzo, solo per farlo ricominciare da capo quando il mezzo ripartiva perché, diavolo, il ritmo è un movimento e non staticità come le parole stampate. La melodia necessità di essere seguita senza interruzioni, senza fermate.

La musica mi apre il cuore, mi spinge a prendere in considerazione le mie emozioni e ad accettarle così come sono, con la consapevolezza che, no tesoro, queste non puoi analizzarle come fai con tutto il resto. Sono libere, sono selvagge. In mutamento. Sono variabili, imprevedibili. Ti possono piacere o puoi odiarle. Ma restano musica per il tuo cuore, che tu lo voglia o meno.

In quei giorni, infine, mi devo ricordare che ho pur sempre due dementi che mi capiscono e sopportano con cui poter essere idiota e felice e che, soprattutto, non mi abbandoneranno come gli altri - anche perché ormai sanno troppe cose compromettenti sul mio conto perché possa permettermi il lusso di perderle.

E che i libri mi aspetteranno sempre sulle mensole e sul comodino perché per bruciarli c'è bisogno di un accendino e fra una famiglia di non fumatori non è poi un oggetto così facilmente reperibile - e comunque entro domani si sarà già dimenticata della sua minaccia, come sempre sommersa dai suoi mille impegni di cui mi farà un resoconto dettagliato non una, ma ben tre volte. (Quattro componenti famigliari sono già troppi. Giuro che non capisco come riescano a non impazzire chi ha tipo tre fratelli. Si vede che non hanno la mia stessa, ripetitiva, madre - o almeno lo auguro loro e alla loro sanità.)

E che la musica mi aiuterà sempre a calmare il mio cervello o a darmi una scossa di vita, senza che debba essere soffocante - e tanto lo so che Matts ascoltava rock e nu-metal e pop-punk quando anche lui era un adolescente: se no non si spiega come mai riconosce gran parte dei gruppi che ascolto; e ad ogni modo è sempre stato contro la musica commerciale e scommetto che sotto sotto gli fa piacere che non sono come tutti gli altri.

In quei giorni mi devo ricordare di quel sant'uomo di mio padre e di come, quando da piccola gli chiedevo perché avesse sposato mia madre, dopo un'estenuante giornata passata a cercare ad evitare gli scappellotti (Meritati, ma questo è un dettaglio) di quest'ultima, lui mi rispondesse: "Se non lo avessi fatto, ora tu non saresti qui. E questo mi dispiacerebbe molto, perché sono felice di essere il tuo papà."

Al tempo ci capii una cippa, ma ora ritorno a quel giorno (E a quello successivo che mi avrebbe vista domandare di nuovo la stessa cosa solo perché, benché non la capissi, mi piaceva la risposta) e non posso far a meno di pensare che anch'io sono lieta di avere lui come mio padre, quella banshee come mia madre e quel rompiscatole come mio fratello.

E lo sono perché ho appena raggiunto quel momento nella vita in cui ti guardi indietro e ti ritrovi a pensare qualcosa tipo: "Beh, che bella merda che mi sono lasciata alle spalle, non c'è che dire!" Ma questo perché davanti hai tutto.

E quindi alla fine quei momenti ora mi servono solo a ricordarmi di essere intelligente, e dimostrarlo anche agli altri di esserlo, non sprecando quest'unica opportunità - forse frutto dei mille desideri espressi alle stelle cadenti (E anche a quelle che invece in cielo restano belle fisse, perché non si fanno discriminazioni quando sei disperata e vuoi incrementare la possibilità di veder realizzato il tuo sogno) o forse un regalo da parte del mio angelo custode che, per Dio, dopo un po' si deve anche essere rotto le palle di seguirmi nella mia vita monotona e in un atto di magnanimità (O pietà) ha deciso di illuminarmela.

Chi può dirlo? Il dato è tratto, ad ogni modo, e direi che è mio compito costruire il mio futuro da qui, sfruttando ciò che posso e godendomi ciò che è mi è stato offerto.

E tu?
Adesso tu sarai capace di trovare la forza di trovare ciò che ami, i veri pilastri della tua vita, quando attraverserai quei giorni?

Perché delle volte hai solo voglia di abbandonare tutto, di rinchiuderti nel tuo guscio e serrare gli occhi per non vedere ciò che ti circonda. Ma questo non vuol dire che ciò che ti sta intorno non riesca a vedere te.
E se ci pensi, è questo che ti frega.

Quindi spalancali, i tuoi occhi, e guarda tutto. Può non essere piacevole, può disgustarti e portarti a pensare come faccia ad esistere gente del genere. Ma questo ti aiuterà solo ad impedirti di diventare come loro. E se mai arriveranno i primi segnali, quelli che gridano che senza volerlo ti stai strasformando in ciò che non vorresti diventare, saprai riconoscerli e cambiare strada e trovare quella adatta a te.


(Sai, il motivo per cui credo di essere, oh, così incredibilmente intelligente è che ho iniziato a scorgere la natura umana. E ne sono dannatamente terrorizzata. Non c'è mai stato nessun mostro sotto il letto - quelli veri si nascondono sotto la pelle.)

Angolo Autrice_
Ehilà!
Esordisco per la prima volta in questa categoria con una One shot che mi è nata a caso, precisamente tre ore e qualcosa fa (Forse non era così 'preciso', uhm) che è nientepopodimeno che il mio primo tentativo di scrittura da quasi un anno (Olè! - Dubito ci sia qualcuno felice di questo, ma io lo sono, quindi mi frega daaaaavvero poco della vostra opinione)
Okay, scherzavo.
M'importa tantissimo della vostra opinione! Anche perchè, seriamente, non so nemmeno se questa roba quassù si possa considerare introspettiva! E' un breve squarcio della mia mente, ma è stata, uh, modificata perché la mia testa non è tutta sta gran cosa ed è pure più incasinata della mia stanza - Il che è tutto dire.
Quindi... niente. Scusate per gli eventuali errori, ecco tutto.
Spero che qualche buon'anima legga sta cosa così non mi sentirò un'idiota, e spero che una persona di gran cuore ne abbia pietà/schifo/sìinsommaabbiaqualcosa e decida di lasciarmi una recensione.
Anche piccola piccola e non chilometrica come quelle che lascio di solito io: mi va bene tutto!
Direi che... non ho altro da dire? Sì, penso che abbia finito.
A presto(?) :3
#J_J
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: J_Jace