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Autore: LittleMissMaddy    07/03/2009    2 recensioni
Diciassette anni e non lo sa. Zingara. Additata come Strega, accusata ingiustamente e torturata per mesi. La pazzia si è intrufolata nella sua mente in punta di piedi. Non ha assolutamente niente da perdere, adesso.
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Generi Sovrannaturale, Dark.
Rating Giallo.
Personaggi Zsuzsanna e la sua Sire Vampiro, Jillian.



Hold me



Un topolino nero sfrecciò accanto al suo corpo. Lei non diede segno di averlo notato.
Teneva gli occhi chiusi e le mani imprigionate accanto al volto, sul pavimento sporco e lercio di quella minuscola cella dove l'avevano buttata, come un fantoccio usato, gettato - e dimenticato - in fondo ad un pozzo.
Da giorni aveva smesso di parlare, di supplicare. I lamenti di dolore si erano seccati sulla sua lingua abituata a cantare di viaggi e terre lontane: non ricordava più che cosa significasse dormire sulla morbida e fresca erba di un prato, con i raggi del sole che filtrano tra i capelli ed accarezzano una pelle così bianca, fino a bruciarla.
Il sapore del sangue che le si era accumulato in gola non la infastidiva quasi più, mentre ingoiava ancora, ancora e ancora, ignorando quell'odore che era il suo corpo che si stava gradualmente sgretolando, finendo in briciole sotto quelle spine in cui l'avevano avvolta. Giorni, mesi, anni!
Il tempo non era più importante. Il clima all'esterno non destava preoccupazioni nella zingara stesa a terra con il volto di bambina rigato di sangue e lacrime silenziose.
Quando dei passi risuonavano fuori dalla sua cella, l'unico disperato bisogno era quello di schiacciarsi contro il muro ed implorare pietà, mentre qualcuno - forse era sempre la stessa persona? - le gridava « Strega! », prendendola a calci e a pugni. Allora tutto ricominciava. Le torture, il silenzio spezzato da feroci lamenti, la fame e la sete.
Tutto. Ricominciava. Inesorabilmente.

« Qual'è il tuo nome, bambina? »
« Zsuzsanna. » bisbigliò con un fil di voce mentre la straniera si abbassava per farle trovare il terreno con i piedi spezzati.
Il tentativo di guadagnare una postura vagamente umana fallì e Zsuzsanna cadde a terra. La straniera si chinò su di lei e la raccolse con dolcezza, prendendola tra le bianche braccia che spuntavano sotto al mantello.
« Sei salva, gitana. »
Capì che era vero.
« La Morte è misericordiosa, bambina mia. »
I denti della donna penetrarono il collo della giovane e sotto la pioggia il cuore di Zsuzsanna s'impennò, rallentò e poi cedette all'abbraccio della Morte. E non è pazzia, non è sogno, è lei, e sta morendo. E' tutto vero, questa volta.
  
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