Teatro e Musical > Romeo e Giuletta - Ama e cambia il mondo
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Autore: Red_and_blue96    20/12/2015    4 recensioni
NOTE: Rileggendola ho notato che mancava un capitolo! Parlo del capitolo 25: Fino alla tappa di Verona. Se volete potete rileggerla e lasciare qualche recensione! Vi chiedo scusa se l ho notato solo ora.
Giulia Luzi, l’attrice che veste i panni di Giulietta nel famosissimo musical made in Italy “Romeo & Giulietta- Ama e cambia il mondo”, a causa di un infortunio durante una replica dello spettacolo è costretta ad abbandonare il ruolo. Al suo posto viene scelta Martina, una diciottenne che ha sempre adorato i musical.
Questa è la sua storia: dalla vita comune al provino, dalle prove al debutto, dall’ infatuazione al vero amore.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per farmi perdonare per la lunga astinenza da capitoli ho deciso di pubblicare sia il 25 che il 26, nonchè ultimo capitolo! Siamo arrivati alla fine di questa storia, che spero vi abbia fatto provare le stesse emozioni che ho provato io mentre la scrivevo e mentre ripensavo alle scene del nostro adorato musical! Ringrazio sia i recensori che i lettori, che mi hanno incoraggiata a continuare la storia...buon finale e ci si rivede alla prossima!


  Nei giorni a seguire non mancarono le riflessioni, ma anche lo svago: grazie ad altre mie amiche e a Gioia, che nel frattempo era tornata anche lei in Calabria per trovare i suoi genitori, riuscì a distrarmi da quel meraviglioso pensiero fisso chiamato Davide.
“Mettiti con lui e fatela finita!” mi supplicò esasperata Gioia per l’ennesima volta.
“Non è così semplice Giò! C’è tutto un percorso intricato dietro…” replicai andando avanti e dietro ai piedi del suo letto, dove lei era seduta e mi fissava.
“Ma ti rendi conto che è proprio per questo che dovete stare insieme? È la storia che c’è stata dietro di voi che vi obbliga a stare insieme: litigi, baci, regali e incomprensioni fanno parte di voi!” disse sdraiandosi sul cuscino. Io la raggiunsi con fare di un cane bastonato.
“Gioia io…non resisto più senza vederlo…ma allo stesso tempo non vorrei mai che arrivasse la tappa di Verona…sono divisa a metà!” conclusi coprendomi il volto con le mani.
“Marti vedi di finirla adesso! Forza, scendi dal letto e andiamo a prenderci un gelato…così smetti di delirare per il caldo!”
Ho sempre pensato che il gelato fosse la cura di tutto, ma il vero miracolo risiede nel gusto: la zuppa inglese è imbattibile in certe questioni!
“Ma tu e Gian? Come vanno le cose? Parliamo sempre di me ma di voi due…”
“Andiamo alla grande, mi chiama spesso e appena può manda sms…è dolcissimo lo sai…” disse arrossendo.
“Sono contenta per voi, almeno tu stai bene!!!” e ridemmo divertite.
“Ma Luca? L’hai più sentito?”
“No…poverino, ha cercato di essere mio amico, ma non è semplice: ha sempre il modo di fare di un fidanzato ed è troppo opprimente per me…mi dispiace per lui, ma non ce la fa proprio a starmi lontano!”
“Un po’ è anche colpa sua se sei in questo casino, perché se lui si sarebbe controllato…”
“Basta! Ormai è andata come è andata…” sbottai. Non volevo ripensare a lui adesso…
“Marti…domani partiremo per raggiungere Verona, e fra due giorni avremo la prima all’Arena… hai le idee mezze chiare almeno?”
“Si…non preoccuparti…”
 
Verona. La città in cui è iniziato tutto: è grazie a questa città se io ricopro il ruolo di una sua cittadina, Giulietta, se è esistito Romeo e di conseguenza tutta la vicenda che ha ispirato Shakespeare. È sempre grazie a lei se è scoccata la scintilla tra me e Davide…visto che Gioia non aveva visitato la città , pensammo di fare un giro per le sue strade, e gira che ti rigira arrivammo al palazzo di Giulietta e i ricordi si accesero in me…
***Dietro di me sentì una presenza ma non mi voltai, era familiare e l’avevo riconosciuto…Davide mi cinse i fianchi con le mani, si avvicinò al mio orecchio e disse con voce bassa: “A quale stella, a quale Dio, devo il tuo immenso splendore?”. Restai immobilizzata all’udire quelle parole. Mi girai lentamente per guardarlo negli occhi; brillavano di una strana luce…poi spostai lo sguardo sul suo viso, era leggermente arrossato e le labbra erano semi aperte e colorate di un rosso intenso. Guardandomi ancora negli occhi, si avvicinò di più, abbassò la testa fino a far sfiorare la sua fronte con la mia e la stessa fine stavano per fare le nostre labbra…mancava così poco, ma gli altri ci raggiunsero interrompendo quel magico momento.***
C’era mancato poco quella volta, e ripensandoci mi venne un sorriso che non passò inosservato agli occhi di Gioia, che però non disse nulla. Alzai gli occhi sulla statua di Giulietta e corsi verso il palazzo:
“Dove vai Marti?” mi urlò Gioia.
“Devo fare una cosa, ci metterò poco…”
Dopo circa 5 minuti ritornai da lei, che spazientita decise di tornare in albergo…


Ed eccoci alla sera tanto attesa, l’Arena già è illuminata dai riflettori e il pubblico è più accogliente che mai; i ragazzi del cast sono tutti felici, non stanno nella pelle…Riccardo sta guardando il pubblico nascosto dietro una delle tante strutture, Gianluca si sta rilassando ad occhi chiusi in corridoio, Luca si guarda allo specchio pensieroso, le tre donne, Silvia, Barbara e Roberta, parlano tra loro cercando di coprire l’emozione…si respira un’aria diversa dal solito questa sera. Sono tutti qui, ma non trovo ancora Davide…ma ormai non ho più il tempo per cercarlo perché mancano solo 2 minuti alle 21!
“Nel cuore di Verona, teatro della storia…” …è già iniziato lo spettacolo. Arrivò il momento di cantare “Quando” e non avevo ancora trovato Davide, ma appena partita la base, sentita la sua voce mi calmai subito: era li, a un pannello da me! Ed ecco che mi tornò in mente la prima prova fatta con lui e il nostro imbarazzo… ma appena me lo ritrovai davanti fu come svegliarsi da un lungo sonno e assistere alla creatura più bella sulla faccia della terra. Davide era più robusto, probabilmente aveva fatto palestra per via della riabilitazione dei muscoli delle gambe e delle braccia, aveva cambiato taglio di capelli e adesso li portava ricci, la barba non era stata tagliata questa volta, ma era lo stesso cortissima, quasi invisibile. L’espressione che aveva dipinta sul volto andava oltre la semplice felicità e quando le nostre labbra si unirono per dare inizio alla storia d’amore di Romeo e Giulietta, un applauso ci investì e staccandoci ci sorridemmo a vicenda…alla fine del primo atto, quando ebbi un po’ di tempo per me, ripensai alle parole di Gioia: “È la storia che c’è stata dietro di voi che vi obbliga a stare insieme”. Alla fine dello spettacolo, ci ritrovammo soli dietro le quinte per il momento dei saluti e dell’uscita finale:
“Ciao Giulietta!” disse sorridendomi.
“Ciao Romeo!” dissi io prendendogli la mano e subito uscimmo da dietro le quinte e corremmo verso il pubblico. Stremati da tutte quelle emozioni, facemmo ritorno in albergo ma io non potevo permettermi di andare a dormire, avevo un conto in sospeso con Davide:
“Posso entrare?” chiesi davanti alla sua porta aperta.
“Ti stavo aspettando!” esordì lui chiudendo la porta dietro di me.
“Bene, siamo al 15esimo giorno, e io ti devo una risposta…Davide , io voglio stare con te…” dissi sottovoce ridendo di me stessa perché non mi ero mai sentita in imbarazzo come quella volta!
“Come scusa non ho sentito bene!” disse lui stuzzicandomi.
“Davide Merlini ti ho detto che voglio stare con te!” gli urlai buttando le braccia intorno al suo collo e baciandolo. Fui accolta tra le sue braccia forti e muscolose, che mi sollevarono da terra per adagiarmi sul suo letto. Stavo per ribattere ma venni zittita dalle sue labbra che prepotenti avevano rapito le mie. Fu un bacio casto e delicato, che servì a farmi sentire al sicuro con lui al mio fianco... Scese con le dita sul mio collo per arrivare alla spalla lasciata scoperta dall'ampia scollatura della maglia, mi circondò la spalla con la mano e mi baciò l'incavo tra il collo e la spalla. A quel contatto bollente, un sospiro scappò dalla mia bocca e indusse Davide a lasciarmi una scia di baci che raggiunse la spalla; con un movimento rapido si spostò imprigionandomi sotto di lui: i suoi gomiti lo reggevano sopra di me e le sue gambe mi tenevano stretta. Mi guardava come un leone guarda la sua preda, pronto all'attacco per conquistarla. Mi si avvicinò ad occhi chiusi e iniziò a baciarmi lentamente, stuzzicava le mie labbra con la lingua e quando stavo per accoglierla, la spostava mordendomi il labbro; alzai le mani per accarezzargli i capelli ma le prese sbattendole ai lati del cuscino, imprigionandomi i polsi fra le sue mani: mi stava torturando. Non avrei mai pensato che fosse così, giuro ero rimasta di sasso! Si staccò dalle mie labbra e scese sul collo e sulla spalla...si sollevò da me tenendomi stretta tra le sue gambe, mi tirò dai polsi verso di lui, li racchiuse entrambi con una mano e con l'altra si sbarazzò della mia maglia, lasciandomi in intimo. Poi mi ributtò sul letto e continuò a baciarmi da dove era rimasto, scese al centro del mio seno e baciò ogni centimetro disponibile. Passò le labbra sul pizzo che teneva unito al centro il reggiseno e ricominciò a baciare la mia pelle appena la ritrovò; scese ancora fino al mio fianco e lo morse leggermente nel punto in cui era più stretto.
Mi lasciò un polso e posizionò le sue dita sul bordo dei miei slip, accarezzò il contorno di esso per poi salire con la mano aperta fino alla mia guancia. Mi baciò a stampo e mi guardò alzando un sopracciglio: mi stava invitando a fare qualcosa. Adesso toccava a me: lo spinsi sul letto e lo bloccai tra le mie gambe, mi appoggiai al suo corpo e iniziai a baciarlo, scesi con le labbra sul suo mento, poi il contorno della mascella fino al lobo dell'orecchio, baciai la parte sottostante e lo vidi chiudere gli occhi e leccarsi le labbra; continuai a scendere fino al collo, arrivata all'incavo, lo morsi piano e iniziai a succhiargli quel lembo di pelle: lo avrei torturato così. Al mio gesto, reagì portando una mano tra i miei capelli e con l'altra stringeva il lenzuolo in preda al piacere; mi staccai poco dopo, soddisfatta dal segno che gli avevo lasciato. Istintivamente, si portò la mano sul punto in questione e mi guardò con un mezzo sorrisetto. Sorrisi di rimando e ricominciai a baciargli il petto, mi soffermai sul suo tatuaggio, percorrendo con la lingua le sue linee per poi arrivare al capezzolo, che baciai e morsi delicatamente. Davide aprì la bocca di poco e lasciò che ne uscisse un gemito, oh era musica per le mie orecchie! Baciai ogni solco che evidenziava i suoi addominali e arrivata al basso ventre mi fermai: vedevo l'effetto che gli avevo provocato a stento trattenersi sotto la stoffa dei boxer neri...con le labbra sulla sue pelle, alzai lo sguardo per vedere la sua espressione: mi guardava con occhi di fuoco, cercando di capire cosa avrei fatto. Mi fermai a pensare: era giusto lasciarmi andare? Davide è così dolce, mi ha sempre fatto stare bene in precedenza e mi fa sentire al sicuro... Notando la mia esitazione, Davide si mise a sedere, mi alzò il viso e disse:
"Se non te la senti io non ti forzo, devi volerlo tu, io non farò mai nulla contro la tua volontà, non sarai mai costretta a fare cose che non vuoi...aspetterò se necessario, l'attesa non cambierà i miei sentimenti per te". Quella frase mi fece capire cosa dovevo fare: così gettai le mie braccia al suo collo e lo baciai con foga, mi prese i fianchi tra le sue morbide e bollenti mani, gli strinsi i capelli stringendolo a me. Ci stendemmo nuovamente sul letto, mi accarezzò la schiena lentamente fino ad arrivare al gancio del reggiseno, allora si staccò dalle mie labbra e mi guardò come quando un bambino chiede il permesso di fare qualcosa alla mamma; annuì con la testa e sentì il reggiseno aprirsi, lo allontanò lentamente dalla mia schiena, abbassò una spallina, poi l'altra e infine lo tolse, gettandolo a terra...mi abbracciò e cambiò la posizione: accarezzò il mio seno mentre mi baciava, poi scese a baciare anch'esso. Dei gemiti di piacere mi salivano dalla schiena fino alla bocca...Davide fece scendere le sue mani sui miei slip, ne afferrò il bordo e, guardandomi negli occhi, li tolse. Si mise in ginocchio sul letto e con sguardo ammiratore mi disse: "Sei la perfezione fatta donna". Distolsi lo sguardo dal suo diventando rossa...si stese al mio fianco e mi passò una mano dal fianco fino alla coscia, che tirò verso di sé. Lo liberai, poco dopo, dai boxer e sentì sul mio basso ventre il calore che emanava... lentamente mi aprì le gambe accarezzandole, si sistemò tra di esse e, lanciandomi un ultimo sguardo, iniziò poco a poco a entrare dentro di me. Quando entrò completamente, lo vidi inarcare la schiena e reclinare la testa all'indietro sospirando: era una visione celestiale quella... cominciò a muoversi con spinte al limite della lentezza, piano piano scese su di me e mi accarezzò il viso. Sospiravo ad ogni affondo e i sospiri si trasformarono in gemiti quando aumentò il ritmo delle spinte... le nostre mani erano intrecciate e le altre ci sostenevano a vicenda dalle braccia. Goccioline di sudore iniziavano a bagnare la fronte di Davide; anche il mio viso era imperlato di sudore...Eravamo quasi arrivati al piacere, così decise di andare ancora più veloce e di dare colpi secchi; ora non stavo più gemendo ma cacciavo dei piccoli urletti mentre Davide chiudeva gli occhi e contorceva il viso in un espressione di godimento estremo...
"M-Martinaaa..."sussurrò
"Davide...." sospirai
"Ti amo!!!" Quasi urlò dando le ultime spinte e raggiungendo il piacere, per poi gemere soddisfatto. Lo seguì anche io e cercai di riprendere fiato...si buttò sfinito al mio fianco e voltò la testa per cercare i miei occhi, li trovò e mi fece un enorme sorriso. Era felice, glielo si leggeva in faccia, io ero stremata ma contenta...aprì le braccia per stringermi a sé, mi appoggiai al suo petto e gli accarezzai il viso, si voltò verso di me e mi baciò i capelli, stringendomi le spalle con il braccio.
"È stata la volta più speciale della mia vita, credimi" disse spezzando il silenzio. "Mi sono sentita tranquilla e protetta tra le tue braccia...mi hai fatto provare delle bellissime sensazioni..."
"Andrei a fare una doccia, posso vero?"
"Certo che si!”
Così si alzò per recarsi in bagno; sentivo il rumore dell’acqua scorrere mentre mettevo in ordine la stanza e cercavo i miei vestiti. Mi raggiunse dopo qualche minuto: i capelli erano bagnati e ricci e aveva un asciugamano legato intorno alla vita, gocce d’ acqua gli ricoprivano il corpo e scendevano accarezzandolo. “Perché sei qui? Vai a vestirti no!”
“Volevo assicurarmi che tu stessi bene…” Stava per andare in bagno ma lo fermai…
“Davide?” si voltò.
“I capelli…asciugali al naturale, li preferisco così…”. Mi sorrise abbassando il viso e si richiuse in bagno per cambiarsi. Io nel frattempo ero tornata in camera mia per farmi anche io una doccia… uscita dal bagno, trovai Davide seduto sul mio letto.
“Splendore vieni qui!” e mi abbracciò “Sogno da una vita questo momento e adesso me lo voglio solo godere…”
“Davide vuoi dormire con me stanotte?”
“Certo bambolina…”
La mattina successiva, mi svegliai prima di Davide, che riposava beato tra le lenzuola bianche del mio letto. Uscì fuori sul balcone per prendere un po’ d’aria e per pensare a quante cose mi erano successe in questi mesi…
“Buongiorno amore mio…” disse Davide assonnato, circondandomi la vita  con le mani e baciandomi la guancia destra.
“Buongiorno a te…” risposi voltandomi verso di lui e baciandolo sulla fronte.
“Scendiamo a fare colazione?”
“No, andiamo a farla in centro, voglio farti vedere una cosa…” e così ci vestimmo e andammo al bar a fare colazione con un bel frappè!
“Che mi devi far vedere?” chiese curioso.
“Dobbiamo andare dove è iniziato tutto…a Palazzo Capuleti!”
“Guarda che forse ti stai confondendo Marti…” disse Davide non capendo…
“Seguimi e basta!” e lo trascinai fino alla statua di Giulietta.
“Guardala bene!” dissi sorridendo.
“Ma io ho già la mia Giulietta, perché guardarne un'altra!” disse baciandomi.
“Ti ringrazio ma vorrei che ci facessimo un foto con la statua…mettiti qui!” e lo portai alla destra di Giulietta.
“Ma che cos…”esclamò notando che la statua indossava il bracciale che mi aveva regalato lui tempo fa.
“Voglio che lo tenga lei, così proteggerà il nostro amore, nato grazie alla sua storia…”
“Non potrei essere più d’accordo con te, ti amo Martina”
“Anche io Davide…”
 
  
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