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Autore: Annaira998    20/12/2015    1 recensioni
Arianna, Bibì, Silvia e Samantha sono quattro migliori amiche, pronte finalmente per vivere una vacanza insieme dopo un lungo duro anno di scuola. Si prospettano quattro settimane di rilassamento e divertimento, ma cinque ragazzi, i loro vicini, faranno cambiare le cose stravolgendo le loro vite. Harry, Louis, Liam, Niall e Zayn faranno impazzire le ragazze, imbarazzare, ubriacare, innamorare, arrabbiare e le metteranno a dura prova. Riusciranno le ragazze a superare tutto e a non perdere il controllo della situazione?
Un'avventura da non perdere.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Domenica.

“Harry aspetta!” dice Niall.

“No, ragazzi non potete capire”

“Ragiona prima di fare qualunque cosa!” riconosco la voce di Liam.

Delle voci provengono dal corridoio facendomi svegliare e velocemente scendo dal letto per poi andare in cucina e trovare la porta spalancata, Harry con un borsone in mano e tutti gli altri che cercano di convincerlo a non partire.

Partire per dove?

“Che succede?” mi avvicino e il riccio si gira verso di me.

“Devo partire, mia madre mi sta aspettando” mi sorride teneramente.

“Centrano quelle chiamate, vero?” annuisce “vengo con te” dico sicura come non mai.

“No Arianna, non c'è bisogno” nega con la testa.

“Si invece. Ti ho visto mentre parlavi al telefono e se stai partendo è qualcosa di grave. Voglio starti vicino” mi accarezza una guancia “dammi un quarto d'ora di tempo e sono pronta” sorrido per poi correre in bagno.

Lavo velocemente i denti e metto della matita e del mascara agli occhi, poi vado in camera per cambiarmi.

Indosso un pantaloncino di jeans, una canotta bianca e le converse. Prendo lo zaino di Bibì e ci metto dentro qualche cambio, non so quanto tempo resteremo fuori.

“Quello è mio” mi giro per trovarmi la rossa appoggiata allo stipite della porta.

“Lo so” le sorrido.

Mentalmente cerco di ricordare tutto ciò che devo prendere e quando penso di aver ricordato tutto quello che mi serve, porto lo zaino in cucina, dove Harry mi sta aspettando.

“Sono quasi pronta” dico prima che possa aprire bocca e lui annuisce sorridendo.

“Il portafoglio!” torno in camera per prenderlo, poi metto gli occhiali da sole sulla testa e saluto le mie amiche.

“Fai attenzione” mi sorride maliziosa Samantha.

“Dai!” le do un pugno sul braccio “è una cosa seria” annuisce.

“Ci sono” raggiungo il riccio che saluta a sua volta i suoi amici.

“Chiamaci se hai bisogno” sento dire da Louis mentre si abbracciano.

Amo così tanto la loro amicizia, qualcosa di unico, che solo loro possono avere.

Do a Harry il mio zaino in modo che possa metterlo nel porta bagagli, poi saliamo. Ci incamminiamo verso l'autostrada per poi sfrecciare nelle corsie quasi deserte. Giro lo sguardo per vedere le mani di Harry stringere forte il volante, il suo sguardo immobile sulla strada.

“è tutto ok?” gli chiedo con un filo di voce.

“Si” risponde soltanto con la sua voce roca.

“Hai voglia di parlarne?” lascia un sospiro.

“No, ma è giusto che tu sappia visto che hai deciso di venire con me” mi guarda per un attimo “io avevo 12 anni, è successo tutto nel momento peggiore della mia vita. I miei genitori litigavano sempre in quel periodo, per qualunque cazzata partiva una discussione, fino a quando mio padre ha deciso di andare via di casa. È stata una forte mancanza per me, non avere un padre è come non avere niente. Avevo più che mai bisogno di lui, di un uomo che mi potesse aiutare, che mi potesse far sfogare giocando con me a calcio, come qualunque padre fa con il proprio figlio, ma con me no, non è stato così. Mia madre dovette fare anche la sua parte, cercare di interagire con me come se fosse un padre e sai quante volte l'ho vista piangere perché non riusciva come voleva? Per molto tempo non ho avuto più notizie di lui, poi 5-6 anni dopo abbiamo scoperto che si era risposato con una donna e aveva avuto due figli, tutti e due maschi. Da allora non si è fatto più vivo, anche se mia mamma lo sentiva spesso al telefono, non ha mai voluto parlare né con me né con mia sorella” dice tutto di un fiato senza spostare lo sguardo.

“Mi dispiace Harry, non immagini quanto” appoggio una mano sul suo ginocchio e lui appoggia a sua volta la sua sulla mia, stringendola “e volevi partire da solo, menomale che non ti ho ascoltato” ride.

“Sei molto testarda” mi guarda sorridendo.

“Si lo so, una cosa di famiglia. Se mi impunto in qualcosa nessuno riesce a farmi cambiare idea” dico.

“Ho visto” toglie la sua mano dalla mia per cambiare marcia e io sento freddo senza il suo tocco.

“Dove stiamo andando?” gli chiedo mentre mi sistemo sul sedile.

“Londra, ci vogliono più o meno due ore di viaggio, se vuoi dormi”

“No, ti faccio compagnia” accendo la radio.

 

Arriviamo a Londra a ora di pranzo. Il sole batte forte sopra le nostre teste e la fame inizia a farsi sentire.

“Quali sono i nostri piani?” chiedo al riccio.

“Non lo so, potremmo mangiare in qualche posto e poi andare da mia mamma” annuisco.

Harry cerca qualche ristorante non troppo caro per fermarci e una volta trovato, parcheggiamo. Una ragazza ci fa accomodare in un tavolo e ci lascia i menù, Harry intanto chiama sua sorella.

Cerco di concentrarmi su quello che devo prendere, ma la conversazione del riccio mi incuriosisce, quindi faccio solo finta di leggere.

“Gemma, si sono a Londra” sento una voce femminile dall'altra parte del telefono, ma non riesco a capire quello che dice.

“Certo, mamma mi ha quasi costretto a venire, non potevo fare altrimenti” alza gli occhi al cielo e a me scappa quasi da ridere.

“Si mangiamo e poi vengo. Mi mandi un messaggio con il nome dell'ospedale?” chiede prima di attaccare poi “Cosa prendi?” si rivolge a me, prendendomi impreparata.

“Emh.. un insalata di pollo” dico la prima cosa che leggo “tu?”

“Anche, sembra buona” mi sorride per poi chiudere il menù e chiamare la cameriera.

 

Mangiamo silenziosamente, tutte e due immersi nei proprio pensieri.

“Non hai fame?” gli chiedo quando lo vedo spostare il cibo nel piatto.

“Si” mette in bocca un pezzo di insalata “stavo solo pensando.. Perché sei voluta venire fin qui con me?” mi domanda dopo qualche minuto di silenzio.

“Te l'ho già detto, non bisogna passare queste cose da soli. Anche se lo neghi, hai bisogno di qualcuno che ti stia vicino” gli rispondo semplicemente.

“Ma non ho detto che voglia te vicino” mi provoca.

“Ah beh, allora torno al mare se ti do fastidio” mi alzo dalla sedia ma lui mi blocca il braccio.

“Scherzavo, mi piace stare con te” gli sorrido poi finisco il mio pranzo.

 

Usciamo dal ristorante quasi alle due del pomeriggio e ci rimettiamo in macchina per raggiungere la famiglia di Harry.

“Non ho idea di dove sia l'ospedale. Potresti cercare su Google Maps?” mi chiede e io annuisco per poi prendere il mio telefono.

Rimaniamo dentro al parcheggio fino a quando la mia baracca di telefono si carica e una volta uscita la strada che dobbiamo fare, ci incamminiamo.

Man mano gli spiego dove andare e quando girare, fino a leggere in lontananza il nome dell'ospedale.

“È li” glielo indico e lui annuisce per poi girare in una strada che porta all'entrata.

Cerchiamo parcheggio, e dopo aver fatto minimo due giri, ne troviamo uno sotto un albero. Scendiamo contemporaneamente dalla macchina e una volta entrati dentro l'ospedale chiediamo a un'infermiera.

“Scusi, sa dirmi dove si trova Des Styles? Sono il figlio” la ragazza cerca sul computer per poi comunicarci la stanza 216 al secondo piano.

La ringraziamo gentilmente e raggiungiamo l'ascensore che ci porta direttamente al piano interessato.

Harry sbatte il piede sul pavimento e per tranquillizzarlo gli stringo la mano. Le porte si aprono e due figure mi saltano all'occhio: Sono due donne, una più bella dell'altra. Tutte e due assomigliano a Harry, una la fotocopia al femminile del riccio.

“Mamma” dice con un filo di voce per poi abbracciare la donna dai capelli neri.

“Oh Harry sei arrivato” piange sulla spalla del figlio e una volta staccato abbraccia la sorella.

“Chi è questa bella ragazza?” Chiede la madre notandomi in un angolino per non interrompere il loro momento.

“Lei è Arianna” il riccio mi presenta e io mi avvicino per salutarle.

“È la tua fidanzata?” chiede.

“Oh no, sono una sua amica” commento prima di stringerle la mano.

“Sono Anne, piacere di conoscerti. Questa è Gemma, la sorella di Harry”

“Il piacere è mio” sorrido educatamente.

“Allora? Ci sono novità?” il riccio chiede scocciato.

“No, per adesso non ci sono miglioramenti”

“Cosa è successo?” chiedo timida, non vorrei passare per un'impicciona.

“Potevi dirglielo visto che è venuta fin qui con te” Anne da uno schiaffo sul braccio ad Harry e io sorrido “il mio ex marito ha avuto un infarto tre giorni fa e uno ieri, adesso è in coma” spalanco la bocca.

“Mi dispiace tanto”

“Se lo merita dopo tutto quello che ci ha fatto” sputa Harry arrabbiato.

“Non dire così, è sempre tuo padre” lo riprende Anne e io vorrei diventare talmente piccola da non essere visibile.

“Un padre non fa una cosa del genere ai suoi figli mamma, sii ragionevole” sospira per poi incamminarsi verso la porta alla fine del corridoio.

Mi siedo vicino a Gemma, lei ha le mani tra i capelli, i gomiti appoggiati sulle ginocchia.

“Scusaci, di solito non facciamo queste scenate” dice girandosi verso di me.

“No tranquilla, può succedere”

“Harry tende a perdere il controllo quando si tratta di nostro padre. È quello che ha sentito di più la sua mancanza” spiega.

“Si, mi ha raccontato mentre venivamo qui, si è un po' sfogato” abbasso lo sguardo.

“Wow.. non è da Harry aprirsi con le persone che lo circondano” sorrido “vado giù a prendere un caffè, vuoi qualcosa?” si alza dalla sedia.

“No grazie” annuisce e si dirige verso le scale.

Alla mia destra rientra Harry con gli occhi rossi. Lo seguo con lo sguardo, fino a sedersi vicino a me.

“Tutto ok?” gli chiedo dolcemente.

“Dovevo solo sfogarmi” annuisco “avevi ragione. Quando succedono queste cose bisogna che qualcuno ti stia vicino.. e ti ringrazio per essere qui con me” mi prende la mano e la incrocia con la sua.

“Non mi conosci ancora bene, ma sappi che ho sempre ragione” scoppia a ridere.

“Lo terrò a mente” mi accarezza una guancia.

“Come ti senti riguardo tutta questa storia?” gli chiedo tornando seria.

“Non sento nulla se non disprezzo per quel uomo”

“Harry, è sempre tuo padre. In fondo gli vuoi ancora bene, devi solo perdonarlo” gli stringo la mano.

“Non posso perdonare una persona del genere, mi chiedi troppo”

“Ragazzi” mi giro verso la voce della madre “ops, non volevo interrompere” il suo sguardo cade sulle nostre mani intrecciate.

“No mamma non hai interrotto nulla” stacchiamo le mani.

“Se volete andare non c'è nessun problema, magari siete stanchi dal viaggio e volete riposare” dice dolcemente Anne.

“Penso rimarremo ancora un po' qui, se per te va bene Ari” mi guarda con quei occhi verdi.

“Certo”

“Sapete già dove stare? La tua camera è sempre libera a casa”

“No mamma, staremo in un hotel”

“Siete sicuri?” annuiamo contemporaneamente.

 

Rimaniamo in ospedale fino alle sei del pomeriggio, poi decidiamo di andare via e cercare un posto dove dormire la notte.

“Grazie per essere venuta fin qui con Harry. Mi dispiace ti abbia rovinato le vacanze” mi dice la madre.

“Non c'è problema, è stata di mia spontanea volontà venire qui” le sorrido per poi salutarla.

Lascio due baci sulla guancia a Gemma e mi incammino verso l'ascensore, Harry mi segue. In silenzio scendiamo al piano terra e salutando l'infermiera dietro il banco, usciamo.

Entriamo in macchina e Harry parte alla ricerca di un Hotel poi ci fermiamo in uno non troppo lontano. Da fuori sembra bello e quando entriamo rimango a bocca aperta. C'è una grande hall con poltrone, divani e un grande televisore. Un signore ben vestito ci saluta ed Harry chiede una stanza per due con i letti singoli.

“Mi dispiace, sono tutte occupate, ne abbiamo da un posto oppure con letto matrimoniale”

“Ok, allora prendiamo quella matrimoniale” spalanco la bocca.

Santo cielo.

Il signore mi passa le chiavi e dopo averlo salutato saliamo le scale. Troviamo subito la nostra camera, la numero 73.

“Carina” dico una volta entrata.

Non è molto grande, c'è subito un grande letto con i comodini e di fronte l'armadio con lo specchio, a fianco al letto il bagno.*

Poso il mio zaino a terra prima di sedermi.

“Vado a farmi una doccia” dice Harry prima di scomparire dietro la porta.

Dalla tasta del jeans tiro fuori il cellulare per chiamare mia madre.

“Ciao mamma”

“Tesoro, ti stavo per chiamare. La mamma di Bibì mi ha detto che sei partita” dalla sua voce capisco che è preoccupata.

“Tranquilla, sto bene se è questo che ti stai chiedendo” alzo gli occhi al cielo.

“Allora perché non sei a casa con le altre?”

“Ho accompagnato un mio amico a Londra perché ha dei problemi.. non volevo lasciarlo da solo”

“Un amico?”

“Uno dei nostri vicini di casa mamma” dico esasperata.

“E dove alloggiate?”

“In un Hotel, non so per quanto restiamo” mi guardo intorno.

“Se ti mancano soldi mandami la via dell'appartamento e io e tuo padre te li spediamo, non farti problemi a chiederceli”

“Mamma ho tutto, non preoccuparti” la interrompo.

“È che non sei mai stata lontana da casa per così tanto tempo. Ci manchi e vogliamo che tu abbia tutto”

“Anche voi mi mancate. Dovete stare tranquilli, non mi manca niente ma se dovessi aver bisogno di qualcosa, ti faccio sapere” cerco di tranquillizzarla.

“Ok” sospira.

 

Quando attacco con mia madre Harry è già tornato in camera. Indossa solo i pantaloni, lasciando il petto scoperto.

“Che fai?” gli chiedo.

“Cerco una maglia da mettermi, ma se vuoi posso rimanere così” si gira con tutti i ricci bagnati che gli cadono sulla fronte.

“Nono, cerca pure” rido e mi giro per non guardarlo.

Verso le 19:30 scendiamo nella hall per cenare, poi un signore dell'hotel ci informa che è stato aperto all'ultimo piano il terrazzo con la visione di Londra.

“Andiamo?” mi giro verso Harry che annuisce.

Entriamo dentro l'ascensore e le porte si chiudono una volta pigiato il decimo piano. Quando esse si riaprono, la mia bocca si spalanca. Diversi palazzi illuminati, grattacieli, macchine che sfrecciano per le strade, tutto rende l'atmosfera di Londra magica, romantica.

“È stupendo” appoggio le mani sulla ringhiera fredda.

“Già” Harry si ferma dietro di me.

“Non ho mai visto niente di così spettacolare”

“Neanche io” sento le sue mani appoggiarsi sui miei fianchi, provocandomi tanti brividi a partire dalla schiena.

“Vorrei rimanere qui per sempre”

“Potremmo farlo” propone.

“I soldi non mi crescono sulle piante” dico ovvia.

“A te no? A me si” scherza.

“Wow, allora puoi pagare tu la mia parte” rido.

“Ci sto, se posso passare tutto il tempo con te” il mio cuore perde un battito.

“Scusate avete un accendino?” un uomo sulla cinquantina interrompe il nostro momento romantico.

“No” risponde il riccio scocciato e il signore si scusa per averci interrotto.

 

“Vado a fare la doccia” dico prima di chiudermi dentro il bagno.

Lentamente mi spoglio ed entro nella piccola doccia, il getto d'acqua freddo dritto in faccia per sciogliere i muscoli.

Sembra di essere un sogno. Io, in un hotel, con il ragazzo che mi piace, nella stessa stanza e tra poco nello stesso letto.

Wow, non ci credo. Tra poco neanche nei film succedono cose così.

Mi insapono con il bagno schiuma ai lamponi e dopo essermi sciacquata esco per coprirmi con un mini asciugamano.

Velocemente mi rivesto, mi strucco e mi lavo i denti, poi esco dal bagno.

Harry è già sdraiato sul letto con il suo telefono in mano, tanto da non accorgersi subito che sono uscita.

“Niente pigiamino sexy?” mi chiede mentre sistemo lo zaino.

“Ho optato per qualcosa di più soft visto che sono in camera da sola con te”

“Non dirmi che vorresti essere al mare”

“Beh, è estate, sono in vacanza, quindi si” mi giro per sorridergli.

Giro attorno al letto per sedermi nella mia parte, cercando di tenere le distanze di sicurezza.

“Pensi di dormire a filo del letto?” mi chiede girandosi verso di me.

“Non so cosa potresti fare di notte, magari violentarmi”

“Oppure baciarti”

“Ti immagino più come Christian Grey”

“È questa l'idea che hai di me?” scoppio a ridere “e comunque hai visto quel film?” mi chiede schifato.

“È bellissimo, sei solo invidioso di Christian perché tu non hai tutte ai tuoi piedi”

“Questo lo dici tu” mi sorride malizioso.

“Ok, io dormo. Buona notte” mi giro dall'altra parte e delle risatine provengono da dietro di me facendomi sorridere.

 

*Appartamento ispirato alla camera d'hotel di 50 sfumature di grigio

 

 

HOLAAAAAAAA

Scusate per questo enorme ritardo, ma quest'anno la scuola è impossibile e non riesco a trovare il tempo per aggiornare :(

Per farmi perdonare ho pubblicato il capitolo che darà una svolta alla storia :) cosa succederà secondo voi?

Fatemi sapere cosa ne pensate lasciando una recensione :) e grazie a tutte/i quelli che continuano a seguirla :)

Baci.

Arianna.

  
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