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Autore: BreakingMind    20/12/2015    0 recensioni
Vampiri. Creature affascinanti e pericolose che saranno il fulcro di questa storia. Erika Lamberti è una giovane liceale insicura e riservata che, a causa di un particolare avvenimento, è costretta a trasferirsi in una misteriosa città circondata dai boschi. Inizialmente, credeva di poter ricominciare da capo, ma si troverà, suo malgrado, coinvolta in una lotta fra delle creature che mai avrebbe immaginato reali, e che sembrano in qualche modo legate al suo passato.
Spero che quesa intro vi abbia incuriositi. Invito tutti quelli che leggerano a recensire per dirmi che cosa ne pensa. Grazie a tutti e buona lettura!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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CAPITOLO 3

NUOVA VITA

                                              




Harry Blaze correva veloce, facendosi agilmente strada fra gli alberi scuri, attirato da un odore per lui inconfondibile. Stava ispezionando i dintorni del bosco, quando l’improvviso richiamo del sangue lo invogliò ad addentrarsi al suo interno. Più avanzava, più l’odore diventava intenso. Iniziò a temere il peggio e aumentò la velocità della corsa, fino a che il suo corpo non divenne una scia nera; al suo passaggio, seguiva una folata di vento che scuoteva violentemente gli alberi, sollevando dai rami stormi di uccelli spaventati.
Dopo pochi secondi, si fermò di colpo, e la fonte dell’odore gli fu chiara; poco distante da lui, accasciato su un letto di foglie ingiallite, c’era il corpo di una giovane ragazza con dei lunghi capelli biondi.
≪Dannazione!≫ disse stringendo i pugni, infuriato con se stesso per non essere arrivato in tempo. Infilò una mano nella tasca interna della sua giacca nera ed estrasse una lunga pistola argentata; poi avanzò verso il corpo, la pistola puntata in avanti, pronta per essere usata al minimo segno di minaccia. I suoi occhi rossi scrutavano con attenzione ogni angolo della zona, nella speranza che il colpevole fosse ancora nei dintorni, ma non trovò nulla; su tutta la zona regnava il silenzio, e il rumore dei suoi passi pesanti era l’unico percepibile perfino per il suo udito sviluppato.
Arrivato in prossimità del copro, vi si chinò accanto per esaminarlo. Mosse una mano e spostò delicatamente i capelli biondi dal viso della ragazza. Contro ogni aspettativa, vide un’espressione così rilassata, serena, del tutto opposta da quella che era solita trovarsi sui volti delle vittime dei vampiri; se non avesse avuto quell’orribile squarcio sul collo, a chiunque l’avesse vista avrebbe dato l’impressione di dormire beatamente.
Harry rimase a contemplarla per qualche minuto, silenzioso, come in preghiera, con una nota di malinconia negli occhi rossi, che splendevano nell’oscurità come due piccoli rubini. Poi si alzò in piedi, rimise la pistola nella tasca interna della giacca e tirò fuori il telefono da quella dei Jeans; premette il display un paio di volte e lo portò all’orecchio.
≪Brendon, sono io. Abbiamo un’altra vittima!≫ disse amareggiato, passandosi una mano fra i capelli lunghi e spettinati.
≪Capisco≫ sussurrò la voce di Brendon al telefono. ≪È la quinta questa settimana≫.
≪Lo so! E ho paura che, se non fermiamo il responsabile, a breve ce ne sarà un’altra≫. Mentre parlava, Harry aveva un’aria risoluta, e la sua voce calma non rifletteva affatto la sua rabbia impetuosa che ardeva come il fuoco dentro di lui. ≪Tuttavia, sono sicuro che lo troveremo presto. Chiunque sia, non è molto furbo, lascia tracce. Al minimo passo falso, sarà mio!≫.
≪Che cosa facciamo adesso?≫ chiese Brendon.
≪Per prima cosa, voglio seppellire la vittima≫.
≪Cosa? Per quale motivo?≫. Brendon sembrava piuttosto contrariato. ≪Perché non avvisare la polizia come hai fatto con le altre vittime?≫.
≪Perché con questa le morti sono troppe. Tutte le vittime sono state dissanguate e rinvenute con un morso sul collo; se continuano ad esserci morti simili, gli umani potrebbero insospettirsi e iniziare a teorizzare l’esistenza dei vampiri. Inoltre... così tante vittime potrebbero attirare anche la loro attenzione≫.
≪Va bene...≫ sussurrò Brendon, la voce tediata che manifestava chiaramente il suo disappunto. ≪Allora fai quello che devi!≫
≪Una volta che avrò seppellito il cadavere, tornerò da te e pianificheremo la prossima...un momento!≫ Improvvisamente, un particolare insolito catturò l’attenzione di Harry, che si inginocchiò di nuovo per studiare il morso sul collo della ragazza. ≪Ma tu guarda...≫ disse incredulo, alzando un sopracciglio con aria stupefatta.
≪Harry, va tutto bene? Che è successo?≫domandò Brendon, preoccupato.
≪Abbiano delle novità interessanti...≫ rispose Harry. ≪Il morso sul collo della vittima... è guarito!≫.
≪Cosa? Stai scherzando, vero?≫
≪Affatto! Non c’è più traccia del morso. Si è completamente rimarginato≫. Sia lui che Brendon rimasero in silenzio per qualche secondo, cercando di assimilare la cosa, poi Harry chiese: ≪Sai questo che significa?≫.
≪Che abbiamo un grosso problema≫.
≪Esatto≫.
Senza aggiungere parola, Harry chiuse la telefonata e rimise il telefono nella tasca dei Jeans. ≪E va bene!≫ disse rassegnato. ≪Ora, ci penso io a te≫. Infilò le mani sotto il cadavere e lo sollevò delicatamente da terra. E dopo essersi guardato intorno un’ultima volta, sfrecciò via con la rapidità di un fulmine.


Brendon irruppe nella sua camera e rivolse subito lo sguardo verso la giovane fanciulla sdraiata nel suo letto. ≪Dunque, è lei?≫
≪Si≫ gli rispose schietto Harry, che osservava la ragazza con grande attenzione da un angoletto della stanza, le spalle appoggiate al muro e le braccia incrociate. Da quando l’aveva adagiata sul letto, non aveva mai distolto gli occhi da quella ragazza, neanche per un istante; aveva continuato a guardarla assorto nei suoi pensieri, attendendo impaziente il suo inevitabile risveglio.
≪Quanto manca?≫ chiese Brendon.
Harry guardò l’orologio argentato che aveva intorno al polso sinistro. ≪Non molto. Ormai, dovrebbe essere questioni di minuti≫.
 Brendon si diresse verso una poltroncina poco distante dal letto e vi si sedette. ≪Che cosa hai intenzione di fare di preciso con lei?≫.
≪Aiutarla≫ rispose Harry, la voce bassa e controllata, quasi avesse timore di svegliare la fanciulla dormiente.
≪Certo che...non avrei mai immaginato che ci fossero altri come te...≫
≪Nemmeno io... Credevo che, ormai, fossero tutti in mano loro...ma a quanto pare ci sbagliavamo entrambi≫.
All’improvviso, un urlo straziante li interruppe bruscamente e attirò la loro attenzione sulla ragazza, che aveva iniziato a dimenarsi e a gridare come in preda ad atroci dolori. Con un unico, rapido scatto, Harry era già accanto a lei sul bordo del letto. Le sollevò il busto e la strinse forte a se, poi le accarezzò dolcemente i capelli, pregandola di resistere.
≪Che cosa le succede? Perché urla così?≫ chiese Brendon in preda al panico, scattando in piedi.
≪La trasformazione è molto dolorosa≫ gli rispose Harry, premendo dolcemente la testa della ragazza sul suo petto. ≪In questo momento≫, lo guardò avvilito con la coda dell’occhio ≪il virus sta distruggendo ogni muscolo del suo corpo, ogni cellula, ogni osso...e ti posso assicurare che non è piacevole!≫.
Passarono i minuti, ma la ragazza non sembrava intenzionata a smettere; con la fonte premuta contro il petto di Harry, le sue grida si facevano sempre più sofferenti. Poi, finalmente, le grida si placarono, e Harry sciolse il suo abbraccio e la distese di nuovo sul letto.
≪È finita?≫ chiese Brendon, mentre si asciugava la fronte sudata con la manica del camice.
Harry non rispose, la sua attenzione completamente rivolta alla ragazza, voglioso di assisterla in ogni fase della trasformazione. La prima, la distruzione e ricomposizione del corpo, era conclusa. Ora, toccava alla seconda: il cambiamento. E infatti, l’aspetto della ragazza iniziò lentamente a cambiare; la sua pelle rosea si fece pallida come l’avorio, i tanti brufoli e punti neri che le invadevano il viso scomparvero nel nulla, lasciando la pelle liscia e senza la minima imperfezione. Infine, i capelli sporchi e scompigliati divennero splendenti, lisci e leggermente ondulati, trasformandosi in una meravigliosa chioma dorata.
≪Brendon, vai a prendere una sacca di sangue≫ ordinò Harry. Brendon fece cenno di si con la testa e uscì rapidamente dalla stanza.


Erika aprì lentamente gli occhi e si mise a sedere sul letto. Guardò l'ambiente intorno a se con un'espressione vaga e confusa, domandandosi dove fosse. Sembrava trovarsi nella stanza da letto di un piccolo appartamento; era tutto parecchio in disordine, con scartoffie e fogli appallottolati radunati su una grande scrivania, sopra la quale c’erano due grandi finestre le cui pesanti tende erano accuratamente chiuse, lasciando che ad illuminare la stanza fosse un vecchio lampadario che pendeva dal soffitto.
 Erika provava una strana sensazione. Poteva sentire il sangue pulsare veloce nelle sue vene, i muscoli fremere e una grande energia traboccare da ogni centimetro del suo corpo. Non ricordava di essersi mai sentita meglio di così.
≪Ciao≫ disse qualcuno accanto a lei. Erika guardò in direzione della voce e vide che apparteneva ad un misterioso ragazzo; indossava una giacca nera e dei Jeans blu, aveva dei capelli castani, semi-lunghi e spettinati, che incorniciavano un viso dai lineamenti delicati, sul quale risaltavano due penetranti occhi verdi.
Erika lo guardò con circospezione; avrebbe voluto porre molte domande a quel giovane: chi era? dove si trovava? che cosa era successo? Ma l’unica cosa che riuscì a dire fu: ≪Ho fame...≫
≪Lo so≫ disse il giovane, chiudendo gli occhi e abbozzando un sorriso malinconico.
Proprio in quel momento, un signore con un camice bianco entrò nella camera. Stringeva fra le mani una piccola sacca di plastica contenente del liquido rosso.
≪Grazie, Brendon≫ disse il giovane. Prese la sacca e la offrì ad Erika. ≪Tieni! È sangue. È questo che vuoi, vero?≫.
Erika guardò intensamente quel liquido rosso. Lo sentì pulsare, attrarla a se; anche attraverso la plastica, poteva sentirne l’odore, così delizioso e invitante. Un leggero formicolio attraversò i denti, e i canini si allungarono fino a sfiorare la lingua. Poi, con un gesto rapido, afferrò la sacca e la morse con violenza. Iniziò a bere il suo contenuto, gemendo di piacere mentre un’espressione inquietante e maligna le compariva sul volto pallido.
Quando ebbe finito, posò la sacca prosciugata sul letto e si rivolse al giovane. ≪Chi siete voi due? Ditemi dove sono e perché mi avete portata qui!≫. La sua voce era calma quanto minacciosa. Brendon dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non svenire davanti alla furia omicida che Erika emanava dai suoi occhi rossi.
Il giovane sospirò e si passò una mano fra i capelli castani. ≪Sei stata aggredita nel bosco. Io mi chiamo Harry, Harry Blaze. Ti ho trovata e portata qui. In questo momento, ti trovi a casa mia e del mio caro amico qui presente, il dottor Brendon Smith≫.
Erika rivolse uno sguardo veloce a Brendon. Era un individuo sulla quarantina, con degli occhiali da vista davanti agli occhi piccoli e maliziosi; indossava il tipico camice bianco dei medici, e i suoi capelli neri, accuratamente pettinati all’indietro, risplendevano per via del sudore di cui erano impregni.
Dopodiché, Erika tornò a fissare Harry. I due si guardarono silenziosi, studiandosi a vicenda, ed Erika rimase abbagliata dal fascino di Harry; i suoi occhi verdi le fecero provare un dolce formicolio nel basso ventre. “Occhi verdi”, queste due parole rimbombarono nella sua testa. Chiuse gli occhi e tentò di ricordare dove avesse già visto degli occhi simili. E dopo pochi secondi, l’illuminazione: “Elisabeth!” pensò. E i ricordi di ciò che era avvenuto nel bosco iniziarono a tornarle in mente uno dopo l’altro. Si portò le mani alla testa, chiuse gli occhi e tentò di concentrarsi su Elisabeth.
E così facendo, ogni tassello andò al suo posto. Ricordò tutto: di aver sentito una voce chiamarla dalle profondità del bosco, la grande quercia, gli occhi verdi di Elisabeth che diventavano rossi, la corsa disperata nel buio e infine il morso doloroso. Si toccò d’impulso il collo e si sorprese di non trovarvi alcuna ferita.
≪Che succede?≫ chiese Harry.
≪Mi ricordo tutto≫ rispose Erika. Tentò di dare un ordine ai tanti frammenti di immagine che aveva nella sua mente, e iniziò a descrivere in sequenza gli avvenimenti. ≪Stavo tornando a casa da scuola, quando ho sentito qualcosa provenire dal bosco. Non so dire di preciso cosa fosse, ma sembrava una voce che mi incitava a raggiungerla. Ero come stregata≫. Harry e Brendon si lanciarono un’occhiata d’intesa e proseguirono con l’ascolto. ≪Nel bosco, c’era Elisabeth, una mia compagna di classe, che mi ha morso sul collo e...≫ si accarezzò la fronte, tentando di ricordare altro. ≪Ah, è inutile≫ sbottò con rabbia. ≪Poi è tutto confuso≫.
≪La tua amica Elisabeth era un vampiro e ti ha uccisa≫ disse Harry senza tanti convenevoli, guardandola impassibile.
≪Che cosa? Un...vampiro?!≫.
≪Sì! E ora lo sei anche tu≫.
Erika trasalì e il suo volto si corrucciò in un’espressione inorridita. ≪No! Non scherzare. Non è possibile!≫.
≪Tu dici?≫ disse Harry, alzando un sopracciglio. ≪Eppure, uno dei tuoi primi pensieri appena sveglia è stato il sangue≫.
Erika deglutì a fatica, e sentì il sapore metallico del sangue rimastole sui denti. ≪No!≫ urlò con rabbia, e si sfregò disgustata la bocca con il palmo della mano, per poi ritrovarselo sporco di sangue.
≪Che cosa mi è successo?≫ sussurrò in preda all’angoscia, la voce stridula e gli occhi che le bruciavano.
≪Te l’ho detto≫ disse Harry in tono bonario. ≪Sei un vampiro. Sì, lo so, ti sembra assurdo, ma è la pura verità! I vampiri esistono...e tu sei diventata questo≫.
≪Oh, mio dio!≫. Erika si portò le mani al viso e si accasciò al suolo. Qui, si lasciò andare ad un pianto disperato.
≪Ascolta...≫ disse Harry, piuttosto avvilito. ≪Non preoccuparti, starai bene, te lo prometto!≫ aggiunse poi, e si stagliò davanti a lei. La osservò mentre piangeva, e nonostante la sua espressione fredda e distaccata, i suoi occhi verdi esprimevano con sincerità tutto la tristezza che provava nei confronti di quella ragazza innocente, che da quel giorno sarebbe stata per sempre schiava del sangue. Dopo essersi inginocchiato anche lui, le afferrò le mani e con molta delicatezza gliele tolse dal viso, in modo da poterla guardare negli occhi. ≪Ascolta, ora cerca di calmarti. Sei appena trasformata, quindi tutte le tue emozioni sono amplificate. Non preoccuparti...io ti aiuterò. Anche io sono un vampiro...so esattamente quello che stai passando. Ora come ora, ti sembra che la tua vita non abbia più un valore. Ti chiedi perché una cosa del genere sia successa proprio a te. Vorresti non provare quella fame insopportabile che ti fa bruciare la gola. Ma tutte queste sono cose con le quali dovrai convivere per sempre. Devi solo imparare a gestirle, a controllarle, e io te lo insegnerò, ok?≫.
La voce di Harry, così gentile e sicura di se, riuscì ad entrare nel cuore di Erika e a scaldarlo, dandole un po’ di conforto. Così, si lasciò trasportare da quella sicurezza, e si asciugò le lacrime.
≪Brava≫ disse Harry con un ampio sorriso; poi si mise in piedi e tese una mano ad Erika per aiutarla ad alzarsi. Lei la afferrò immediatamente, quasi per istinto, e si tirò su.
≪Come ti chiami?≫ chiese Harry.
≪Erika≫.
≪Erika...è un bel nome≫.
≪Grazie≫ balbettò Erika mentre tirava su col naso. ≪Tu, invece, ti chiamavi...≫
≪Harry, Harry Blaze≫. E detto il suo nome, cambiò subito argomento. ≪Ora, Erika, ho bisogno che tu mi dica con esattezza come ti senti≫.
Erika chiuse gli occhi e pensò a quali potessero essere le parole più idonee a descrivere l’incredibile energia di cui si sentiva traboccare.
≪Mi sento...come se il mio corpo fosse sul punto di esplodere! Tutto mi sembra cambiato, pur restando lo stesso. Questa stanza, per esempio, mi sembra che sia viva. I colori sono più vividi, brillanti...meravigliosi≫.
≪È una bella sensazione, vero?≫
≪Eccome! Riesco perfino a sentire il battito del cuore del tuo amico, quindi deduco che lui non sia un vampiro come te≫.
≪No, Brendon è un essere umano. Dopo ti parlerò anche di lui, ma ora, dimmi, provi dolore o avverti qualche bisogno insolito?≫.
≪Beh, provo un forte bruciore alla gola. E malgrado faccia di tutto per ignorarlo, il battito del cuore del tuo amico continua a riecheggiare nelle mie orecchie. Significa, per caso, che ho voglia di sangue?≫.
≪Sì≫.
≪E allora non dovrei berne ancora?≫.
≪No. Devi imparare a controllare la sete, così potrai stare insieme agli umani senza correre il rischio di ucciderli≫.
≪Non potrei mai uccidere qualcuno!≫. Erika era molto sicura di quell’affermazione.
≪All’inizio, tutti siamo convinti di ciò. Crediamo che per quanto possiamo essere affamati, non arriveremo mai a fare del male ai nostri amici... ai nostri famigliari. Ma lascia che ti metta subito in guardia: il vampirismo fa emergere la parte più oscura di noi. Quando siamo affamati, tutti i nostri ideali, le nostre convinzioni...e i nostri voleri non contano più nulla. Non riusciamo a trovare pace finché non ci nutriamo. Perciò, si, se non impari a controllarti, finirai con l’uccidere qualcuno. Ed è meglio evitarlo. Perché ora come ora, con le tue emozioni amplificate, il senso di colpa ti distruggerebbe≫.
Erika abbassò lo sguardo, spaventata come mai in vita sua. Tutto questo era così difficile da accettare. Per un momento, immaginò che non fosse reale, di essere prigioniera dentro un orribile incubo dal quale si sarebbe presto svegliata. Ma il costante sapore del sangue che permeava la sua bocca la riportò alla cruda realtà.
Alzò gli occhi per incontrare quelli di Harry. ≪Tu...puoi davvero insegnarmi a controllare la sete?≫.
≪Quanto meno ci proverò≫ rispose Harry, sospirando e passandosi una mano fra i capelli. ≪Ma prima, devi sapere un paio di cose≫. Fece cenno a Erika di mettersi comoda sul letto e intimò a Brendon di avvicinarsi. I due si guardarono negli occhi per qualche secondo, e i loro sguardi trasmettevano a uno i pensieri dell’altro senza il bisogno delle parole; sembravano molto in sintonia.
≪Dunque...≫ cominciò Harry, tornando a guardare Erika. ≪Prima di tutto, è meglio che tu sappia che non sei un vampiro comune≫.
≪Non capisco≫ disse Erika.
≪Vedi, in questo mondo, esistono due categorie di vampiri: i sanguepuro e i dampyr;≫.
≪Dampyr?≫ sussurrò Erika, sempre più confusa.
≪Sì! I sanguepuro sono i vampiri che possono essere definiti “completi”. I dampyr, invece, sono creature per metà umane e per metà vampire! Io e te...apparteniamo a questa seconda categoria...≫.
≪Mi stai dicendo...che noi siamo metà umani e metà vampiri?!≫.
≪Esatto. Noi siamo dei dampyr!≫.
≪E ci sono particolari differenze fra i dampyr e i sanguepuro?≫.
≪Molte≫. Con quella risposta, Harry si sedette sul bordo del letto, accanto a lei. ≪I sanguepuro hanno maggiore forza fisica, maggiore velocità, resistenza e, come se non bastasse, di notte, quando il loro potere è al massimo, possono trasformarsi in creature mostruose≫.
Erika rabbrividì, e la sua mente tentò di assimilare tutte queste informazioni. Poi alzò gli occhi al cielo e disse: ≪In poche parole...noi dampyr siamo gli “sfigati”≫.
Harry la guardò meravigliato, chiedendosi dove trovasse la voglia di scherzare, dato che lei faceva parte degli “sfigati”. ≪Beh, direi di sì≫.
≪Perfetto!≫ sbottò Erika, infastidita. ≪Sembra che anche come vampiro io sia una perdente≫.
≪Non mi sembra il caso di scherzare!≫ la rimproverò Harry, guardandola torvo. ≪Ora sei immortale! Sarai un dampyr per l’eternità. È una faccenda seria!≫.
≪Scusa...ma, se non ci rido un po’ su, non credo di riuscire a reggere tutta questa faccenda≫ disse Erika con voce malinconica, e lo sguardo severo di Harry si addolcì’ un po’.
Brendon, che fino ad ora non aveva aperto bocca, si intromise nel discorso e disse: ≪Scusa se ti interrompo, Harry, ma credo che dovresti rimandare ad un’altro momento le spiegazioni≫. Erika ed Harry lo guardarono. ≪Ora che questa ragazza è, più o meno, al corrente della situazione, credo che per noi sarà più facile trovare il nostro obbiettivo≫.
Harry sospirò e si alzò dal letto. ≪Hai ragione, Brendon≫ disse serio; poi si rivolse a Erika. ≪Ascolta, so che devi ancora abiurati alla tua nuova vita e che hai bisogno di tempo, ma devo chiederti di aiutarmi a risolvere una questione della massima importanza≫.
≪Di che si tratta?≫ domandò Erika, intimorita dalla voce di Harry, che si era fatta ancora più seria e fredda.
≪Del vampiro che ti ha aggredita nel bosco≫.
≪Elisabeth?≫
≪Sì, Elisabeth... Vorrei che mi aiutassi a trovarla e...a fermarla!≫.


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ANGOLO DELL’AUTORE:
Ciao a tutti, cari lettori.
Ecco il nuovo capitolo. Scusate il grande ritardo, ma in questo periodo di tempo per scrivere ne ho sempre meno. Come al solito, invito tutti quelli che hanno letto il capitolo a lasciarmi una recensione, anche piccola, per dirmi che cosa ne pensiate.
Grazie comunque a tutti e al prossimo capitolo, che cercherò di caricare in molto meno tempo di questo.  ;)
   
 
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