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Autore: Sanae77    21/12/2015    9 recensioni
Sinapsi
si•nà•psi
1. In neurofisiologia, la connessione funzionale tra due cellule nervose o fra una cellula nervosa e l'organo periferico di reazione.

E se questa connessione avvenisse anche tra due persone?
Svegliarsi e non sapere dove si è collocati.
Non ricordare come ci si è arrivati.
Essere da soli, ma essere coscienti che di solito accanto a noi c’è un'altra persona, che però non c’è.
Un percorso particolare per scoprire la vita della coppia più famosa di CT.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tsubasa

Il pomeriggio è trascorso tranquillo, alla fine siamo andati a mangiare tutti insieme, una volta che ci siamo ricongiunti al gruppo è stato praticamente impossibile eludere la loro compagnia e le loro domande. Tornare a casa, rivedere gli amici, il mio paese, LEI: è bellissimo!

Sono felice, immensamente felice, ho ancora una settimana di fronte e ho tutta l’intenzione di vivere ogni momento al massimo.

La cena si è conclusa e sto riaccompagnando Sanae a casa. Siamo soli finalmente, è tutta la sera che la osservo, è davvero diventata uno splendore.

Quando la sua bocca sorride mi perdo il quel semplice gesto.

Sono stata benissimo.” Ammette improvvisamente distogliendomi dai miei pensieri.

Mi dispiace solamente che non sono riuscito a liberarmi degli altri.”

Non importa, sono i nostri amici, è anche giusto così, poi scusa, volevi perderti Ryo mezzo ubriaco che ballava sul tavolo?”

Sorrido al pensiero di quel pagliaccio.

No, assolutamente no, ma toglimi una curiosità: da quando s’interessa a Yukari?”

Lo hai notato anche tu?” ammette maliziosamente.

Beh, difficile non notarlo, le è stato incollato tutta la sera…”

Già, sono troppo buffi e… credo che a lei non dispiaccia affatto.”

Sono contento per loro.”

Tra una chiacchiera e l’altra siamo arrivati al perimetro del muro che circonda il suo giardino, poco prima del cancello d’ingresso lontano da occhi indiscreti la blocco.

Mi avvicino, con due dita sollevo il suo mento e sulla sua bocca sussurro: “Allora ci vediamo domani?”

Annuisce, le sue braccia intrecciate dietro il mio collo, il suo corpo contro il mio, attraverso la stoffa sento il suo seno e no, lo scorso anno non era davvero così.

Sospiro, mentre le mie braccia le cingono la vita sottile. Facciamo due passi indietro, mi volto tirandola a me, adesso sono spalle al muro, il nostro abbraccio prosegue, le nostre bocche si sono finalmente trovate, è tutto il giorno che aspetto questo momento.

Non ricordavo che la mia Sanae fosse così buona, così profumata, così morbida, tenera, calda.

Questa maledetta distanza mi ha fatto dimenticare i suoi baci, mi torna in mente il bacio della sorella di Pepe e NO, decisamente no, adesso ne ho la certezza, quello che il mio cuore prova con lei, non lo prova con altre.

Il mio stomaco è in subbuglio, mentre sento crescere il calore dentro di me, ho caldo, tremendamente caldo.

Non riesco a tenere ferme le mani, mentre passo in rassegna la sua schiena con una mano, mentre con l’altra faccio scorrere le dita su e giù lungo il fianco.

Non mi era mai accaduto prima, perché prima il suo corpo non era così, non l’avevo toccata così, risalendo ho incontrato le rotondità del suo seno. Imbarazzato mi discosto da lei e tolgo subito la mano mormorando sulle sue labbra un: “Scusa”. Stiamo ansimando vistosamente.

Sorride. “Non mi ha dato fastidio…” lascia cadere la frase, mentre mormora queste parola sulle mie labbra e NO, decisamente non le ha dato fastidio.

La bacio nuovamente, poi mi distacco e le auguro la buonanotte dandole appuntamento a domani.

 

Sanae

Non riesco a capacitarmi del perché quando siamo insieme il tempo tiranno scorra così velocemente.

Domattina partirà di nuovo, abbiamo trascorso questa settimana in perfetta simbiosi, recuperando tutto il possibile, le cene, il cinema, le feste, la spiaggia, le gite. I baci, le carezze, le coccole.

Siamo in riva al mare seduti sul patino di salvataggio, stiamo osservando il tramonto, non parliamo, sono i vari sospiri e sbuffi a parlare per noi.

Domani è il fatidico giorno” mormoro piano.

Arriva sempre troppo in fretta” dichiara, si avvicina e passa un braccio intorno alle mie spalle facendomi aderire a lui. Mi sento al sicuro tra le sue braccia, contro il suo corpo, sempre più grande e forte, siamo cresciuti insieme e questi cambiamenti spesso ci imbarazzano.

Adoro sentirmi protetta da lui, vorrei che restassimo per sempre abbracciati come stasera, invece so, che non è possibile, ci rivedremo tra un anno, se tutto va bene. Se riesco a risparmiare sufficientemente da permettermi il viaggio.

Un anno, non è poi tantissimo, specialmente se siamo impegnati” ammetto, anche se non ci credo affatto.

Il segreto è trovare sempre qualcosa da fare e… io mi allenerò tanto, così riduco il tempo di permanenza in Brasile, non vedo l’ora di concludere e trovare una buona squadra.”

Sono sicura che ce la farai.” asserisco convinta, ho una fiducia totale nel mio capitano.

Hai sempre creduto in me.”

E continuerò a farlo.”

Ci guardiamo, ci abbracciamo, le mani sempre più audaci, mentre le nostre bocche si esplorano. La sua pelle è calda e liscia sotto le mie dita che si sono intrufolate sotto la sua maglia.

Sento le sue mani forti sfiorare il mio ventre, vengo percorsa da brividi inesistenti, ma che lui sa donarmi.

Inizio a capire sempre di più certi discorsi delle mie compagne di classe, che spesso mi fanno arrossire, ma che piano piano inizio a comprendere.

Il bacio cessa, le nostre fronti si sorreggono a vicenda, mentre i respiri non li controlliamo più.

Meglio andare.” esclama alzandosi e aiutandomi.

Già, meglio rientrare.”

Sulla porta di casa i baci non si sono risparmiati, visto che la prossima volta ci rivedremo tra circa un anno, se tutto va bene.

 

 

Tsubasa

Quattro mesi.

Sono già passati quattro mesi, da quando sono venuto via dal Giappone, da quando sono venuto via, da lei.

Fisso il computer nell’intento di farmi un minimo di coraggio nello scrivere a Ryo, per sapere se Kanda, ha più infastidito Sanae, ma spero vivamente che dopo il nostro colloquio si sia arreso.

Perché prima di venire via, nessuno lo sa ovviamente, ma sono passato dalla sua palestra per parlare con lui. So, che quel giorno ho rischiato grosso, ma dovevo subito mettere in chiaro le cose, non potevo partire e lasciare lei in balia di lui.

Quindi sono andato a cercarlo. Quando la porta della palestra si è chiusa alle mie spalle tutti si sono voltati a fissarmi. Certo non sono uno di loro.

Lui sul ring che si sta allenando.

Mi avvicino al quadrato circondato da corde, lui non si è voltato, anche se so, che mi ha visto dallo specchio che ha di fronte. Arrivo alle sue spalle, le altre persone hanno smesso d’interessarsi a me e sono tornate a fare i loro esercizi.

Ci guardiamo attraverso lo specchio, lui si ferma ed esclama: “Riprendo dopo l’allenamento, faccio una pausa” si toglie il casco, i guantoni e con un balzo esce dal ring.

Mi passa vicino, le nostre spalle si urtano, mentre quasi mi ringhia un: “Seguimi.”

Gli vado dietro, da uno stretto corridoio arriviamo a una porta di sicurezza, la spalanca deciso, la oltrepassa, io lo seguo deciso.

Arriviamo in un piccolo cortile interno tutto circondato dai palazzi, il rumore del motore dei condizionatori, mi infastidisce, più di quanto non lo sia già.

Cosa vuoi?” Mi chiede improvvisamente parandosi di fronte.

Incrocio un’altra volta le braccia al petto, devo tenere ferme le mani se non voglio passare subito dalla parte del torto, voglio cercare di farlo ragionare.

Vorrei capire le tue intenzioni, Kanda!”

Nessuna intenzione.”

Continui a infastidire Sanae, però; lo sai che è la mia ragazza, da molto tempo ormai.”

Se conti il ‘tempo’ – dice virgolettando con le dita la parola che tanto odio - che avete trascorso insieme, si riduce a una manciata di giorni.” Conclude in fretta.

Sento il mio corpo vibrare, vorrei saltargli letteralmente alla gola, ma non posso, devo riuscire a stringere una specie di accordo, per cercare di stare tranquillo e per riuscire a tenerlo lontano da lei.

Il problema è che quello che ha detto è la verità.

Non sono cose che ti riguardano, noi siamo felici così, devi lasciarla stare.”

Hai mai visto quando non ci sei com’è? L’hai mai vita la tristezza sul suo volto? La malinconia? Io, non posso vederla così, le voglio bene, caro Capitano e non posso vedere che soffre per colpa tua; che sei andato in Brasile dietro a un pallone.” Spiega risoluto.

Hai ragione da vendere, io non so com’è quando non ci sono, però so per certo che l’espressione sul suo volto quando è con te, non è certo di piacere. Con me sorride, con te è impaurita. Vuoi far paura a Sanae, se tieni tanto a lei, perché vuoi farle paura?”

Voglio farle aprire gli occhi, ha me, qua, adesso! Non prenderò un fottuto aereo tra due giorni, per poi abbandonarla per chissà quanti altri mesi.”

Io non l’abbandono, io sto raggiungendo il mio obiettivo, e dopo… e dopo lei farà parte della mia vita, tu non infastidirla, e se avrà un minimo di ripensamento la lascerò libera, non voglio certo vederla soffrire, la amo troppo.”

Mi blocco, le parole mi sono uscite con impeto, con foga. Ho appena detto che la amo, neppur a lei ho confessato questi sentimenti.

Kanda mi guarda stranito.

L’ami davvero?” Chiede fissandomi.

I miei occhi nei suoi, non sbatto neppure le palpebre, mentre sento che per la prima volta le guance non si colorano di rosso, poi rispondo: “Sì, la amo, più di ogni altra cosa al mondo.” Con voce alta, fiera, sicura.

Annuisce.

Si volta e io lo seguo, il nostro colloquio è terminato, spero di essere riuscito a convincerlo che i miei sentimenti sono seri.

***

Torno a guardare lo schermo e inizio l’email. Ma decido di non scomodare Ryo, per non farlo preoccupare, lui poveretto ha già preso la sua dose di botte, meglio non far degenerare la cosa.

Quindi decido l’unica cosa possibile, scrivo a lei, direttamente.

 

Mittente: Tsubasa Ozora

Destinatario: Sanae Nakazawa

Buongiorno,

Oggi è una splendida giornata, sto per andare a correre in spiaggia. Spero che l’interrogazione di ieri sia andata bene. Tra pochi giorni inizia il campionato, e sono davvero in forma per le partite che dovrò disputare, mi sento davvero bene.

Mamma mi ha detto che sei passata a trovarla, Daichi era molto contento, spero non ti abbia fatto ammattire. Ora è già tardi, leggerò l’email in serata, se Roberto non decide di massacrarmi e non sarò costretto ad arrivare al letto strisciando.

Una domanda: Kanda? Spero che non ti abbia più infastidito e se lo ha fatto… me lo diresti vero?

Vorrei tanto che tu fossi qua, mi manchi.

Tsubasa

Invio, spengo il PC e vado a correre.

Per tutta la giornata ho cercato di scaricare la profonda agitazione che aleggiava sul mio corpo. Ogni volta le immagini di Kanda, si ripropongono facendomi ribollire il sangue. Quel braccio, tirato indietro malamente, no! No, non deve permettersi di sfiorala in quel modo. Se le ha dato ancora fastidio prendo il primo volo e lo affronto una volta per tutte.

Non so perché, ma oggi proprio questa cosa non vuole uscire dalla mia testa, cavolo. Eppure sono passati già tanti mesi, allora perché solo ora?

Riesco anche a capire perché, sono notti che mi sveglio ripercorrendo all’infinito quel sogno, lui, lui che l’afferra in malo modo, e non mi piace, per niente.

Nel pomeriggio ancora allenamenti, sono distrutto quando varco la soglia di casa, mi butto sul letto, sto per addormentarmi, quando il cellulare, che avevo lasciato a casa, lampeggia indicando un'email.

Quindi accendo il PC e mi metto a leggere.

 

Mittente: Sanae Nakazawa

Destinatario: Tsubasa Ozora

Ciao,

Qua piove invece, immagino che il clima laggiù sia molto più favorevole. L’interrogazione è andata benissimo, ho preso un bel nove. Sono molto contenta che tu sia in forma per il campionato, ricordati che anche se non posso vederlo, mi tengo costantemente informata, quindi… non deludermi Capitano.

Daichi… Tsubasa, mi preoccupa… non credevo potesse esistere uno fissato con il pallone più di te. Invece, beh, tuo fratello è la prova vivente, sai che mi ha messo in porta e pretendeva che parassi come Genzo, ma ti pare possibile?

Spero che tu riesca a vedere questa email, prima di strisciare nel letto.

Kanda, è scomparso, più visto per fortuna e anche se lo avessi visto, gli sarei stata mooooolllttoooo lontana.

Sì, Tsubasa te lo direi non temere.

Mi manchi, è riduttivo, conto i giorni che ci separano facendo delle enormi X sul calendario.

Sanae

Sorrido, il tono dell’email mi sembra rilassato e abbastanza divertente. Riesco davvero a capire che cosa prova solo attraverso quello che scrive?.

No, è difficile, ma… voglio illudermi che sia così. Malinconia, l’ho avvertita solo nell’ultima frase, mi manchi… anche a me Sanae da morire.

Rispondo, spengo il computer e mi butto sul letto. Otto mesi e poi forse ci rivedremo, il calendario? L’ho gettato, non segno le X come lei.

Le imprimo direttamente nella mia testa.

Sento che il sonno sta per avvolgermi, la penso, la penso intensamente. Spero di sognarla, e spero che almeno in sogno possa toccarla, mi manca sentire la sua pelle e certe volte il sogno mi regala la sensazione del contatto, capisco dopo che non è vero, ma per ora me lo faccio bastare. Per ora anche solo immaginare avere la sensazione di… è bellissimo.

 

Sanae

“Tsubasa! Adesso capisco tutto! Ti sei incontrato con Kanda, non posso crederci!” sbotto guardandolo dritto negli occhi. È visibilmente imbarazzato.

“Amore, non potevo permettere che continuasse con questa storia, dovevo assicurarmi che non ti desse più fastidio.”

“Quindi hai pensato bene di affrontarlo di nuovo?” indago.

“Ehm, sì.” è paonazzo, sa perfettamente che non avrei mai acconsentito ad una cosa del genere. E se fosse degenerata come l’altra volta?

“Sei impazzito? Se avesse iniziato a picchiarti di nuovo? Eravate da soli in un vicolo senza scampo, Tsubasa… ti sei bevuto forse il cervello? Chi ti avrebbe aiutato? Forza dimmelo!” insisto.

“Sanae, l’avevo già battuto una volta, se fossimo arrivati alle mani un’altra volta sono certo che la rabbia per il suo comportamento nei tuoi confronti, sarebbe bastata per qualsiasi scontro!” ammette risoluto.

“Potevi farti male!” quasi gli grido.

“Ma non è successo, inoltre ha smesso d’infastidirti… e ricorda per te… questo e altro.”

E mi bacia come se fosse la prima volta, e io mi dimentico di tutto mentre ricordo soltanto il suo amore.

   
 
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