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Autore: Tefnuth    21/12/2015    1 recensioni
Georg è sempre stato diverso dagli altri: ha potenti poteri psichici che ha dovuto imparare a controllare sin da piccolo. Come lui anche suo fratello minore, Gustav, ha una capacità particolare: il suo corpo genera elettricità. Sarebbe stato tutto perfetto se una sera un mostro non fosse entrato nella loro casa e non avesse ucciso i loro genitori,una rigida sera d'inverno in cui le loro vite si incrociano con quelle di Bill e Tom, due gemelli dotati anche loro di capacità particolari (per di più sono figli del leggendario Hellboy). Da quella sera la vita di Georg e Gustav non sarà più la stessa, si popolerà di cacce ai demoni in un mondo in cui loro non sono i personaggi più strani e nemmeno i più pericolosi.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Se qualcuno avesse detto loro che avrebbero trascorso la loro vita a caccia di demoni, Georg e Gustav lo avrebbero sicuramente preso per un pazzo. Mai avrebbero potuto pensare che avrebbero combattuto contro creature di cui avevano sentito parlare solo nella mitologia (o nelle leggende urbane, che tanto stavano spopolando), che avrebbero vissuto con un demone rosso, la sua moglie pirocineta e i loro due figli che di umano ( a sentire Abraham e Nahila) avevano solo l’aspetto; invece, dopo anni, erano proprio lì. Nella loro nuova famiglia, Georg  Gustav impararono molto su loro stessi e sulle loro abilità (di certo potevano fare ben più che spostare oggetti o lanciare piccole scariche); gli anni di allenamento temprarono al meglio i loro corpi, trasformandoli da adolescenti a due giovani uomini con una muscolatura ben pronunciata che faceva girare la testa alle ragazze che li vedevano passare per strada.
Inoltre, passando ogni giorno assieme ai fratellastri, poterono veder sbocciare in loro i tratti demoniaci che nell’infanzia erano rimasti celati e che ora si intravedevano sul loro fisico che(ad eccezione dell’altezza, di un velo di barba e qualche pelo nella zona tra ombelico e pube) non era cambiato di molto (Abraham chiamava ciò “istinto di sopravvivenza genetico”, un camuffamento dei tipici tratti demoniaci per non attirare eventuali nemici): una sottile e leggera rete di glifi sulla pelle chiara, orecchie leggermente appuntite, occhi di un colore anomalo (rosso scarlatto per Tom e ghiaccio per Bill, una delle poche cose che li distingueva fisicamente) e una certa indifferenza di fronte a situazioni pericolose.

Anche Georg e Gustav, pur non essendo figli di un demone, avevano delle caratteristiche che li rendevano diversi dagli altri esseri umani: Georg aveva un lobo temporale più sviluppato (nel corso degli anni aveva scoperto di avere anche capacità telepatiche, come Abraham); Gustav invece aveva due sistemi bio-elettrici all’interno del suo organismo, il primario che regolava le normali funzioni corporee (e che non mutava mai) e il secondario (del tutto autonomo dal primo, cui contribuiva ogni singola cellula) che gli permetteva di generare l’elettricità che poi si riversava all’esterno attraverso la pelle.
Si erano allenati insieme giorno per giorno, all’inizio era stato difficile (molto difficile), tuttavia con pazienza e dedizione i risultati arrivarono presto tanto che un anno dopo il loro arrivo i due fratelli poterono già partecipare alle missioni che venivano affidate a Hellboy, Elizabeth e i gemelli. Nell’anno dei 19 anni di Georg (18 per Gustav, 17 per i gemelli) poterono finalmente compiere una missione senza il tutorato di Hellboy e costituire una squadra autonoma. Non c’era un vero leader nel gruppo, anche se solitamente Manning si rivolgeva a Georg perché di tutti era il più grande (questo quello che il pelato voleva far credere, in realtà era solo perché il moro era l’unico a non prenderlo in giro), avevano creato un rapporto talmente saldo tra loro da compensare le proprie lacune a vicenda e da chiamarsi “fratelli”.
 
Si era svegliato nel cuore della notte, sudato e con un terribile mal di testa, per non parlare della nausea che gli stava stringendo lo stomaco. Erano anni che non avvertiva questa terribile sensazione, l’ultima volta era stata la notte in cui una Chimera era entrata nella sua casa di Berlino e aveva ucciso i suoi genitori naturali. Conoscendo le conseguenze di quel brusco risveglio, ossia che non si sarebbe mai più addormentato, si alzò nel buio della camera che condivideva col fratello che ancora dormiva beato nel letto, dall’altra parte della stanza. Dopo aver controllato che lui stesse bene, un vizio che gli era rimasto sin dall’infanzia, aprì la porta ed entrò nella camera di Bill e Tom. I due gemelli stavano dormendo tranquillamente nei rispettivi letti, che a stento riuscivano a contenere l’altezza dei loro occupanti, ma forse nulla li avrebbe svegliati, se non qualcosa di estremamente pericoloso; durante la notte il corpo di Bill si ricopriva di un sottile strato di ghiaccio, mentre Tom emanava un’aura calda che Georg aveva imparato presto a percepire per evitare di entrare nella “zona di sicurezza” (non aveva ancora dimenticato quando lo aveva fatto e Tom si era svegliato di soprassalto spaventandolo a morte). Anche con loro Georg fece il suo giro di controllo, un abitudine che gli era sorta spontanea (forse perché dei quattro era il più grande) e che lo faceva stare bene. Tutto a posto, forse Tom era rientrato da poco perché il suo sonno non era profondo ma nulla di cui preoccuparsi .
Rientrò nella propria stanza, dive Gustav lo stava aspettando seduto sul proprio letto con l’orologio digitale tra le mani “Un po’ presto per una passeggiata” il biondo gli mostrò l’ora, erano le tre di mattina. Bastò uno sguardo del telecineta affinché l’orologio svolazzasse via dalle mani di Gustav per tornare al proprio posto sul comodino, sotto la lampada blu a neon “Allora?” Gustav pretendeva una risposta “Che dirti? Oggi sono mattiniero” rispose Georg facendo l’evasivo, non voleva che il fratello conoscesse il motivo della sua passeggiata “Certo sì, proprio tu. Mi piacerebbe sentirti dire il vero motivo, qualche volta” il biondo sapeva che il fratello gli stava nascondendo qualcosa “Visto che ormai siamo entrambi svegli, e visto che Red e Lyz non ci sono,… che ne dici di andare in palestra?” domandò Georg per cambiare argomento “Ah – sospirò il biondo – non cambierai mai. D’accordo, andiamo in palestra, ma non credere che mollerò l’osso”.

I fratelli si vestirono, lasciarono la loro camera per poi uscire dai loro alloggi passando dalla stanza di Hellboy  e Elizabeth (vuota, dal momento che i due erano fuori per una missione). Nonostante l’ora i corridoi del B.P.R.D. erano pieni zeppi di agenti che svolgevano il loro lavoro con assiduità; era sempre così, era raro che si riuscisse a passare senza rischiare di scontrarsi con qualcuno. Anche in palestra c’erano degli agenti che si stavano allenando: uomini e donne che, una volta terminato il turno (o prima di iniziarlo), scaricavano lo stress sugli attrezzi. Per Georg e Gustav quello era il luogo in cui tutti (dotati, umani e demoni) diventavano degli esseri alla pari, talvolta divertendosi facendo dei tornei a braccio di ferro; il primo giorno che i due erano entrati in palestra assieme ai gemelli, avevano visto una decina di uomini monopolizzati da Nahila,  che stava facendo sfoggio della sua incredibile elasticità muscolare tanto da far invidia ad una contorsionista.

“Ora che siamo qui, mi dici perché ti sei svegliato così presto?” domandò nuovamente Gustav mentre assisteva il fratello che, sdraiato sulla panca, stava facendo delle alzate con il bilanciere “Nulla di che, te l’ho detto, solo un brutto sogno” rispose Georg evasivo “Ho già sentito una cosa simile, e non è andata bene. Devo preoccuparmi di nuovo?” il biondo ricordava molto bene la sera in cui la Chimera aveva attaccato “Tranquillo, ho imparato la lezione: se avrò qualche presentimento ti farò sapere” il telecineta finì l’esercizio e posò il bilanciere sulle aste che lo sostenevano.  Una brezza leggera e fredda entrò nella palestra vincendo, per qualche istante, il riscaldamento della stanza: Bill era entrato e l’aria che aveva portato con sé aveva attirato l’attenzione, e le lamentele, di tutti; si vedeva che si era appena svegliato perché ancora portava i pantaloni del pigiama, l’unica cosa che usasse per dormire, lasciando in bella vista il fisico scultoreo tempestato di tatuaggi.

“Notte turbolenta eh, Georg?” il signore dei ghiacci si appoggiò ad una delle colonne di sostegno della stanza; non aveva messo un elastico per legare i lunghi capelli neri che, lasciati crescere nella sola parte centrale della testa, erano andati a coprire le zone laterali dove invece erano quasi rasati “Ma che cavolo! Non dorme nessuno oggi?” domandò il moro “IO stavo dormendo, è stato Tom a sentirti passeggiare in camera nostra. Sono venuto io perché non aveva voglia di alzarsi” rispose Bill prima di fare un sonoro sbadiglio senza curarsi di usare una mano per coprire la bocca e i denti bianchissimi “Che capriccioso. Com’è  che non ha alzato il suo bel culetto?” chiese Gustav mentre scaricava il bilanciere usato fino a poco prima dal fratello “Ha fatto le ore piccole: è stato fino a tardi al mercato dei troll. Sapete quanto gli piace partecipare alle lotte clandestine che si tengono là, anche se mamma e papà non sono d’accordo. Peccato che non voglia che venga anche io” il figlio di Hellboy fece comparire magicamente un elastico dalla tasca dei pantaloni e con quello si legò i capelli in un codino “ E tu lo lasci andare tranquillamente?” domandò Georg che, come Red e Lyz, non aveva mai approvato l’hobby del fratellastro “Che dovrei fare, legarlo a letto? Neanche io sono d’accordo, visto che mi sveglio sempre con i lividi – Bill fece vedere un piccolo ematoma violaceo che era magicamente comparso sul costato - , però se so che sta bene questo mi basta” “Non capirò mai come funziona questa cosa tra voi due” disse Gustav, forse un po’ invidioso “Nemmeno io, è sempre stato così, ma non mi ha mai dato motivo per pentirmene; inoltre così so sempre come sta e dov’è” gli occhi di Bill divennero fissi per qualche istante, poi lui si mise a ridere “Ora sta sognando” aggiunse “Cosa? Dai spara sono curioso” disse Gustav in trepidante attesa, sperava fosse qualcosa su cui avrebbe potuto scherzare in futuro, però Bill era riluttante nel rivelare i segreti del fratello “Forza ghiacciolo, siamo curiosi” disse Georg appoggiando la richiesta del biondo “E va bene ma la colpa è vostra, tanto lo sapete che mi becca: sta sognando una spiaggia assolata e delle bellissime ragazze, cazzo quanto sono gnocche” rispose il signore dei ghiacci, dalla faccia si poteva capire che avrebbe voluto essere nel sogno di Tom.

Di nuovo la porta della palestra si aprì, da come i presenti si girarono fermando i loro esercizi non fu difficile intuire che ad entrare era stata Nahila la quale, vestita col solito camice bianco da lavoro, aveva portato con se una busta rettangolare bianca “ Eccovi qua – disse lei avvicinandosi al trio - , vi ho cercato dappertutto. Ci sono state segnalazioni : i troll delle fondamenta non fanno altro che fare avanti e indietro per la metropolitana. Manning vuole che andiate a controllare il perché di tutti questi spostamenti; ha precisato inoltre che non vuole risse in strada” la donna diede la busta ai ragazzi, intanto teneva d’occhio un paio di agenti che non le staccavano gli occhi di dosso “Ci fa muovere per così poco?” domandò contrariato Bill “Che barba, speravo in qualcosa di più movimentato” aggiunse Gustav “Accontentatevi per questa volta. Manning vi aspetta su nell’hangar, credo voglia assicurarsi che non facciate nulla di strano come dice lui. Mi racconterete tutto al ritorno” Nahila finì di parlare e se ne andò, non prima di avvertire uno dei due agenti guardoni “Io starei più attenta se fossi in te, hai delle microfratture alla mano destra; se non ti metti un tutore te la romperai di sicuro”.
 
 

 
  
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