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Autore: Inevitabilmente_Dea    21/12/2015    1 recensioni
Elena si ritrova nella Radura. Sola. L'unica ragazza in mezzo ad un branco di Radurai. Non ricorda nulla del suo passato, se non il suo nome. Tuttavia inizia a fare sogni strani, che ogni notte puntualmente arrivano a spaventarla.
La ragazza stringerà amicizie, ma qualcuno sembra non volerla tra i piedi. Eppure ogni volta che lei avrà bisogno di conforto, Newt sarà al suo fianco. Amore o amicizia? Sta a voi scoprirlo...
Buona lettura.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minho, Newt, Nuovo personaggio, Thomas, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Cosa? E io cosa centro?" chiesi alzando gli occhi dal foglietto.
"Non so, dimmelo tu." ribattè impaziente.
"Cosa dovrei dirti?" chiesi scocciata. Non sapevano neanche loro di cosa mi stessero accusando.
"Inizia, per esempio, dicendomi se conosci Thomas o se ti sembra familiare." spiegò Alby perdendo visibilmente la pazienza.
"Io non..." ci riflettei su. Non mi sembrava un'ottima idea parlarne con Alby, soprattutto se i miei sogni erano veri e lavoravo veramente per la W.I.C.K.E.D. 
"Io non lo conosco." mentii cercando di essere il più credibile possibile.
"E perchè qualcosa mi dice che stai solo mentendo? Un mucchio di sploffate, ecco cosa stai dicendo." insistette Alby.
"Senti, Alby. Te l'ha già detto: non lo conosce. Anche lei è senza memoria, proprio come tutti noi. Non capisco perchè ti ostini tanto." mi difese Newt.
"Io so solo che c'è qualcosa che mi puzza in tutta questa storia." continuò Alby. "Insomma, prima arriva una ragazza nella Radura - cosa mai capitata -, poi arriva un nuovo Fagiolino con fottutissimo anticipo, in seguito Ben viene punto in pieno giorno e guarda caso cerca proprio di uccidere i due nuovi Fagiolini. Alla fine - come se non bastasse - Zart va via di testa e inizia a cercare di ucciderla. Non ditemi che sono solo io a sospettare qualcosa di strano in tutta questa sploffata."
"Alby stai esagerando a dare tutta la colpa a lei." intervenne Minho. "Se ti ricordi le cose hanno iniziato a diventare strane già prima che lei arrivasse qui. Devo per caso ricordarti quando io e Ben abbiamo assistito ad una lotta tra Dolenti? Si sono ammazzati tra di loro, ignorandoci completamente! Non mi sembra che anche questo sia normale." 
Cosa? Quindi sono veramente riuscita a modificare i comandi dei Dolenti? Pensai entusiasta. 
Avevo salvato le chiappe a Minho e a Ben e loro neanche lo sapevano.
Ora sicuramente io e Minho siamo pari. Pensai cercando di trattenere un sorriso. La poca soddisfazione che provavo fu soffiata via da un altro pensiero. Forse è per questo che Ben...
Lasciai la frase in sospeso, incapace di continuare. La morte di Ben era stata già programmata ed io, cambiando i comandi dei Dolenti, l'avevo sabotata. La W.I.C.K.E.D. aveva sicuramente dovuto rimediare e lo aveva fatto facendolo pungere dai Dolenti.
Quindi era tutto parte del piano?
La W.I.C.K.E.D. aveva già programmato che Ben mi avrebbe attaccato e aveva già ipotizzato che i Radurai l'avrebbero bandito?
Era una cosa orribile. Orribile, ma stupefacente.
"Andate a chiamare il Fagiolino. Se non me lo vuole dire lei, me lo dirà lui." disse Alby riportandomi alla realtà.
Gally uscì dalla stanza e un imbarazzante silenzio di attesa aleggiò per la stanza.
Guardai Newt e cercai di non far trasparire la mia preoccupazione.
Cosa sarebbe successo se fossero venuti a sapere dei miei sogni?
Newt mi fissò per qualche istante, il suo sguardo era pieno di preoccupazione e non cercava di nasconderlo.
Mi prese la mano, e gli fui grata per quel gesto, perchè mi restituì la stabilità che avevo perso.
Gally rientrò dopo qualche istante, trascinando per la maglietta Thomas.
"Fagio, siediti." ordinò Alby.
Thomas si guardò intorno spaventato, poi si sedette su una sedia accanto a me.
"Cosa succede?" mi chiese curioso.
Feci per rispondergli, ma Alby mi anticipò: "Lo ripeto per la seconda volta: voi due Fagio vi conoscevate già prima di arrivare alla Radura?"
Guardai Thomas nella speranza di incrociare il suo sguardo per capire se avesse intenzione di spifferare tutto, ma lui guardava fisso davanti a sè, incrociando senza paura lo sguardo di Alby.
Sperai con tutto il cuore che non nominasse i miei sogni.
Quando aprì la bocca per parlare trattenni il respiro e attesi il silenzio, ascoltando il mio cuore battere all'impazzata.
"No, non la conosco." spiegò calmo.
Dovetti trattenermi dal rilasciare un sospiro di sollievo.
"Neanche un pizzico di familiarità?" insistette Alby.
Thomas scosse la testa convinto e sostenne lo sguardo furente del ragazzo nero.
"Giuro che se mi state nascondendo qualcosa vi do in pasto ai Dolenti." 
Dovetti trattenermi dal lanciargli in faccia il bigliettino che tenevo ancora appallottolato tra le mani.
"Possiamo andare, ora?" chiesi scocciata da quell'interrogatorio insensato.
Alby mi fece segno con la mano di smammare e io fui più che felice di levarmi dai piedi.
"Ehi, Fagio." mi richiamò Alby. "Il biglietto."
Mi accorsi di tenerlo ancora stretto in mano e lo lasciai ricadere sul suo palmo aperto.
"Non fate parola con nessuno su quello che è successo." mi ammonì. "Gli altri non sanno."
Annuii e me ne andai verso le docce. Avevo bisogno di rilassarmi e lavare via la rabbia.
Avrei ringraziato Thomas dopo.
Feci velocemente la doccia e mi coprii con l'asciugamano. 
Stavo strizzando via l'acqua dai capelli, quando sentii dei passi davanti all'entrata delle docce.
Senza aspettare che la porta si aprisse, mi buttai contro la gelida parete della doccia più vicina e chiusi rapidamente la tenda.
Trattenni il respiro e cercai di non urlare per il dolore che mi ero appena causata alla schiena.
Vidi delle ombre proiettarsi proprio sulla tenda della mia doccia e sperai che non fossero Zart o Glader.
Poi le ombre sparirono, seguite da un rumore irregolare di passi e poi dal silenzio.
Feci sbucare prima la testa e poi uscii completamente: le docce erano deserte.
Che mi sia immaginata tutto? Pensai guardando verso la porta.
"Eli." sentii una voce alle mie spalle e poi qualcuno mi afferrò per la vita.
Sobbalzai e mi voltai di scatto, pronta a dare un calcio dove fa più male ai ragazzi.
Mi fermai di botto riconoscendo Newt.
Mi portai una mano al cuore e ripresi a respirare regolarmente.
"Mi hai spaventata, brutto pezzo di idiota!" esclamai colpendogli il petto.
Lui rise. Quanto adoravo la sua risata. Mi uccideva. Riusciva ogni volta a farmi sentire talmente leggera da poter volare.
"Come si vede che sei femmina." affermò lui.
Mi coprii istintivamente il seno con le braccia.
"No... Non intendevo quello, idiota." mi fece il verso. "Mi riferivo al fatto che ti fai la doccia ogni santo giorno."
Mi rilassai e lasciai ricadere le braccia lungo i fianchi.
Era ovvio che non intendesse quello. Pensai.
"Be', forse dovresti seguire il mio esempio." suggerii. "Puzzi."
"Allora forse..." si fermò per sorridermi maliziosamente. "Dovremmo farci una doccia insieme."
Mi bloccai all'istante, irrigidendomi, e sbarrai gli occhi incredula delle sue parole.
Non potevo vedere il mio volto in quel momento, ma ero sicura che fosse arrossato dall'imbarazzo.
Guardai attentamente il suo volto e arrossii ancora più violentemente. Mi stava letteralmente mangiando con lo sguardo.
Non potei fare a meno di guardarlo sbalordita.
"Dovresti vedere la tua faccia." mi schernì. "Sei tutta rossa. Stavo scherzando..."
"...forse." aggiunse poi alzando un sopracciglio.
"Smettila, faccia di caspio." dissi allontanandomi e cercando di coprirmi il volto.
"Non coprirti. Sei bella quando ti imbarazzi." 
"Grazie..." sussurrai sperando che la smettesse.
Ormai stavo assumendo tutte le tonalità esistenti del rosso e non credevo fosse possibile che le mie guance si infiammassero maggiormente.
"Allora... Cosa sei venuto a dirmi?" chiesi giocando con un ciuffo dei miei capelli.
Lui fece spallucce e poi disse: "Niente. Avevo voglia di vederti."
Risi e roteai gli occhi. Era ovvio che stesse mentendo. "Newt, ci siamo visti cinque secondi fa. Avanti, cosa c'é che non va?"
Lui guardó in basso per alcuni secondi poi alzó lo sguardo.
"É solo che sono preoccupato per quello che ha detto Alby. Insomma, come possono ritenerti colpevole di una cosa del genere?" spiegó.
"Il biglietto diceva che é colpa mia." 
"Non mi interessa cosa c'é scritto in quel caspio di biglietto. Io ti conosco e questo mi basta." disse prendendomi la mano.
"Tu conosci questa me, ma non quella passata. Potrei anche aver fatto cose orribili e non ricordarmene." 
"Perché continui a... A darti la colpa?" chiese corrugando la fronte.
"Io... Non ti ho detto una cosa." spiegai cercando di non guardarlo negli occhi. "Riguardo ai miei sogni."
Lui annuì e mi disse di vestirmi e poi uscire, mi avrebbe aspettato per parlare vicino alle Faccemorte.
Lui uscì velocemente ed io finii di asciugarmi.
Una volta vestita mi diressi verso il bosco. Un pesante masso mi opprimeva il petto.
Continuavo a creare frasi e discorsi nella mia testa, sperando di trovare il modo piú adatto per dirgli dell'ultimo sogno.
Quando lo raggiunsi presi un grosso respiro prima di cominciare.
"Newt, io forse... Forse lavoravo per la W.I.C.K.E.D." dissi. "Io vi guardavo attraverso gli schermi. Lavoravo per i Creatori."
In quel momento non lo guardai negli occhi, ma ero sicura che se lo avessi fatto avrei letto nel suo sguardo stupore mischiato alla delusione.
"C-Cosa?" mi chiese lui sbalordito.

*Angolo scrittrice*
Ehi bei Pive!
Come va?
Come vi sembra la storia fino ad ora?
Mi raccomando: passate delle buone feste e mangiate tanti dolci del/la vostra/o Mamma/Babbo Peeta!
Quando le vacanze finiranno credo che torneró a scuola rotolando come un panettone gigante.
Un bacio dalla vostra Inevitabilmente_Dea ❤

   
 
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