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Autore: Road_sama    21/12/2015    3 recensioni
*Dal sesto capitolo*
-E’ così difficile, cazzo.- continuò Federico stringendo un po’ la presa su i polsi magri dell’altro.
-Non importa.- ripeté ancora Mika. Era vero tutto quello che stava dicendo Fedez, era tutto tremendamente vero ma lui non voleva pensarci: una nuova edizione di X Factor stava iniziando e nulla li avrebbe separati per i prossimi mesi. Avrebbero avuto modo di recuperare tutto il tempo perduto. Lui avrebbe avuto il tempo di farsi perdonare, lui avrebbe avuto il tempo di amare ed essere amato.
-La vita fa schifo.- disse Federico cercando di nuovo le labbra del più alto.
-The view is beautiful.-
//Midez/Fedez x Mika/Accenni a Giulia x Fedez/Mika x Andreas//
Genere: Angst, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Fedez, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12: The Origin of Love
 
 




Mika aveva aperto la porta del suo appartamento con le mani che gli tremavano. Aveva perso completamente la cognizione del tempo e si era dimenticato che Andreas sarebbe arrivato da lui. Glielo aveva detto al telefono qualche giorno prima e tutto sommato ne era stato felice perché a causa di X Factor non si vedevano quasi da un mese. E nonostante Federico, un po’ gli mancava. Inoltre gli aveva detto che avrebbe portato con lui Melachi e Amira, le sue due cagnoline (anche se di “-ine” non avevano proprio nulla), lui gli aveva risposto che gli avrebbe fatto piacere vederli. Gli aveva chiesto quanto sarebbe rimasto e Andy gli aveva detto che non poteva fermarsi poco più di una settimana. Michael, in quel momento aveva provato sentimenti contrastanti: da una parte non avrebbe potuto stare fuori fino a tardi con Fedez, dall’altra voleva che Andy si fermasse un po’ di più. In fondo, il suo era un atteggiamento più che normale, loro erano la sua famiglia e gli voleva bene. Era proprio per quel motivo che avrebbe voluto sprofondare quando aveva sentito qualcuno bussare alla porta. Se il suo fidanzato li avesse scoperti, lui avrebbe potuto dare di matto perché Andreas non sapeva nulla della sua relazione con Fedez e non lo avrebbe dovuto sapere
mai. Una parte di lui, ancora credeva che quella con Federico fosse solo una storiella, la parte più realista e responsabile di lui sapeva che la priorità era una relazione di nove anni e non una di qualche mese. Però, gli faceva male ammetterlo, era così egoista che voleva averli entrambi e si era sentito montare il disgusto verso sé stesso quando il rapper lo aveva guardato dalla strada con gli occhi feriti di chi sa di essere solo l’amante. Gli aveva chiesto scusa perché era il minimo che poteva fare in quel momento e poi era schizzato in casa alla ricerca di una giustificazione per il letto sfatto e il suo essere completamente in disordine. Si era spruzzato un po’ di profumo, nella fretta, perché sentiva ancora troppo intensamente l’odore di nicotina e di sesso che Fedez gli aveva impresso addosso come un marchio. Aveva nascosto un succhiotto sulla clavicola con una maglietta a collo un po’ più alto delle altre, poi aveva aperto la porta cercando di silenziare i sensi di colpa. Si, perché ogni fibra del suo corpo apparteneva a Federico ormai da tempo eppure si ostinava a tenere al dito quel dannato anello.
-Hi!- gli aveva detto lui abbracciandolo. Rispose a quell’abbraccio in modo quasi assente, come se il suo ragazzo fosse un estraneo. Gli lasciò un bacio sulle labbra, a stampo, e non la riconobbe quella bocca, non era calda e accogliente, ma solo una porzione di pelle fredda e strana. Melachi e Amira gli saltarono addosso sfilandolo dal quel bacio imbarazzante. Si abbassò su di loro e le accarezzò. Loro erano sempre le solite, non erano cambiate, non erano due estranee. I loro occhi erano calmi e sorridenti come sempre.
-Ci hai messo un po’…- constatò Andy entrando in casa. La voce che un tempo lo faceva sciogliere, ora gli graffiò le orecchie. Non aveva nulla a che fare con quella calda e profonda di Fedez.
-Si, mi ero addormentato.- inventò su due piedi e sperò che ci credesse. Andy gli sorrise e appoggiò la valigia vicino al divano.
-Tu lavori troppo.- ricambiò quel sorriso quasi con sollievo.
-Già. Hai fame?- l’altro annuì e si sedette sulla sedia sulla quale fin troppe volte c’era stato Federico.
-Preparo la cena, va bene?- Andreas annuì ancora una volta e lo guardò con lo stesso sguardo felice che si rivolge a chi si ama veramente. E Mika, non lo guardava così da troppo tempo.
 
Quel terzo Live trascorse con qualcosa di diverso dal solito. Tra lui e Fedez c’era qualcosa di strano e Mika non riusciva a capire cosa. O meglio, sperava che non fosse per quello che era successo a casa sua. Come se non bastasse Andy aveva insistito per seguirlo nel backstage e dopo le riprese, aveva avuto la fortuna di conoscere Giulia. Quell’incontro era stato parecchio imbarazzante perché poi si era aggiunto anche Federico e a quel punto era stato tutto come il peggiore dei loro incubi. Poteva benissimo vedere il disagio nei movimento di Federico e nei sorrisi di cortesia che rivolgeva ad Andy. Non riuscivano a guardarsi in faccia mentre i loro rispettivi fidanzati chiacchieravano in un mezzo inglese come se fossero due amici di vecchia data. Mika aveva continuato a guardare Fedez di sottecchi per tutto il tempo ma l’altro non aveva alzato gli occhi su di lui nemmeno una volta.
Mentre tornava nel suo appartamento con il fidanzato gli aveva mandato un messaggio. Gli aveva chiesto se andava tutto bene e il rapper gli aveva risposto con un semplice e secco si. Ma non andava per niente tutto bene e Mika lo sapeva: era colpa sua, un’altra volta. Dovevano parlarsi, ma lontano dalle loro case e dai loro fidanzati. Dovevano essere soli e solamente in quel modo, forse, Mika avrebbe potuto scaricare, almeno in parte, tutti i sensi di colpa che minacciavano di volerlo seppellire da un momento all’altro.
Si presentò davanti a casa di Federico proprio come qualche mese prima con l’unica differenza che questa volta non faceva per niente caldo. Era un pallido lunedì mattina, aveva appena accompagnato il suo fidanzato in aeroporto.  Lo aveva lasciato con un singolo bacio e un i love you poco convinto. Si strinse nel giubbotto, quel Novembre a Milano si stava rivelando parecchio freddo. Suonò un paio di volte e sperò vivamente che venisse ad aprirgli Fedez. Non avrebbe potuto sopportare una discussione con Giulia. Certo, lei era simpatica, nel backstage delle prove o alla fine dei Live riuscivano a scambiare qualche parola e non era difficile, in quei momenti, capire perché il rapper l’avesse scelta. Quello era un rapporto giusto e lui si sentiva il distruttore della loro armonia. Eppure, non poteva farne a meno.
Fece qualche passo avanti e indietro per riscaldarsi. Guardò l’orologio: erano le nove ed era da troppo tempo che aspettava lì fuori. Suonò un’altra volta sporgendosi un po’ per vedere se le finestre erano chiuse. Ovviamente, le persiane erano tirate completamente giù. Forse non c’erano, probabilmente non c’erano, però era troppo presto e Federico dormiva sempre fino a tardi quindi…
La porta si aprì di poco e ne spuntò la faccia assonnata del rapper. Portava un berretto nero in testa dal quale usciva un ciuffo disordinato di capelli. Michael gli rivolse un sorriso fin troppo luminoso.
-Ma che cazzo…?- chiese il più giovane strofinandosi gli occhi con le dita come se pensasse di non vederci bene. La voce roca di chi si è appena svegliato.
-Buongiorno, dormillione!- gli disse aprendo entrambe le braccia come se fosse un orsetto gigante. Fedez mugugnò qualcosa per poi dirgli che era un pazzo a venire da lui a quell’ora e che faceva un freddo cane là fuori.
-Entra, va’.- gli aprì il cancelletto e sparì dietro alla porta. Mika entrò in casa quasi correndo. Si chiuse la porta alle spalle strofinandosi le mani che si erano improvvisamente congelate. Fece qualche passo all’interno dell’abitazione, in quella penombra non riusciva a vedere quasi nulla, ma si ricordava di quelle pareti. Arrivò in salotto e si ritrovò a ridacchiare. Federico si era buttato a pancia in giù sul divano e da quello che riusciva a vedere, era a torso nudo. Dei pantaloni della tuta verdi gli ricadevano mollemente sulle gambe mentre il cappello gli ricopriva la testa e parte della nuca.
-Tu ancora vivo?- chiese aprendosi il cappotto. Federico mugugnò un si, o qualcosa che lo sembrava molto.
-Dov’è Giulia?- mosse qualche passo incerto guardandosi intorno.
-Boh, forse via.- la voce dell’altro gli arrivò ovattata dal cuscino in cui era immersa.
-Well, vestite. Andiamo fuori.- il ragazzo sdraiato un altro grugnito ma questa volta sembrava voler essere un no secco. Mika ricoprì lo spazio che li separava e appoggiò le sue mani ghiacciate sulla schiena del rapper. Quello sobbalzò mettendosi a sedere, per poco le loro teste non si scontrarono.
-Cazzo, porca troia, ma sei il ghiaccio!- gli rivolse un tono di voce più stridulo di quanto potesse permettersi causando una risatina in Michael.
-Daiii, muoviti, andiamo ad farre la colazione.- batté i piedi per terra come un bambino. Federico lo guardò stranito per un po’, poi si passò una mano sulla faccia cercando di darsi una svegliata.
-Mmm, vabbè, aspetta che recupero qualcosa da mettermi.-
Quel “recupero qualcosa da mettermi” aveva occupato venti minuti buoni. Mika si era trovato a doversi sedere malamente in quel divano che aveva lo stesso profumo di Giulia. Quindi, si era dovuto alzare per non starnutire, aveva cominciato a camminare intorno, decidendo di alzare le tapparelle e far entrare luce. Aveva urlato a Fedez qualche insulto in inglese tra cui un move that fuckin’ ass. A cui Federico aveva risposto con un non sono più abituato, di solito me lo muovi tu. Mika aveva arricciato le labbra in un sorrisetto compiaciuto subito dopo sostituito da un’espressione di terrore perché probabilmente i vicini di casa avevano sentito tutto. Quel teatrino era, quindi, finito con un Federico che fumava tranquillamente la sua sigaretta elettronica e lui che si rimetteva il giubbotto per uscire.
Avevano trascorso quasi in silenzio il tempo in macchina. Fedez che guardava fuori dal finestrino senza nemmeno degnarlo di uno sguardo e Michael che gli lanciava delle occhiatine di tanto in tanto. Improvvisamente si era ricordato di quello che si erano detti poco prima che bussasse Andy alla porta del suo appartamento. Fedez aveva sentito quella sua confessione e probabilmente era per quello che il giorno dopo si era svegliato da solo nel letto della sua stanza d’albergo. Per due settimane non gli aveva detto nulla, poi improvvisamente era saltato fuori con quel discorso ed in quel momento…beh, in quel momento entrambi sembravano tutto fuorché in grado di affrontare un discorso sull’amore. Così, Mika decise di rimandare il più possibile quella discussione e di riempire quel silenzio surreale con qualcosa, qualsiasi cosa.
-So, come sono andati questi ggiorni?- gli chiese picchiettando le dita sul volante.
-E tu sei stato bene con Andy?- lo sentì chiaramente il modo acido in cui aveva detto il suo nome. Strinse la mano sul volante quasi come se volesse aggrapparcisi. Come sempre, andava dritto al punto.
-Mi disspiace, avevo dimenticato.- Federico sbuffò e si abbassò il cappello sulla testa.
-Non hai risposto alla mia domanda, comunque.- lo disse in modo piatto, incolore che fece stringere lo stomaco a Mika. Quell’atteggiamento strafottente e irriverente gli dava sui nervi.
-Tu no’ hai risposto alla mia.- affermò con lo stesso tono acido e ferito che poco prima aveva usato l’altro ragazzo per enfatizzare il nome di Andreas. Questa volta il rapper sospirò e si rilassò un pochino addosso alla portiera della sua macchina. Il silenzio piombò di nuovo con prepotenza tra di loro.
-Forse, alla fine dei conti, l’inedito di Eva* non era poi così male.- disse all’improvviso, dopo lunghi minuti. Le parole di quella canzone gli risuonarono nelle orecchio trascinandosi i ricordi delle Audizioni, in cui tutto era così facile. In quell’occasione si era guardati, i loro occhi avevano parlato per loro e non avevano sentito il bisogno di dirsi altro. Sapevano che prima o poi la realtà li avrebbe chiamati per fare i conti.
Qualcuno al posto mio, ti sta tenendo il cuore. Qualcuno al posto mio, ti sta chiamando amore.
-Yeah.-
 
Arrivarono ad un bar semi vuoto che erano quasi le dieci. Lo stomaco di Michael richiedeva cibo visto che lui era in piedi dalle sette e mezzo e non aveva ancora mangiato nulla. In un qualche modo si erano chiariti, anche se non si erano detti niente, in pratica, avevano detto tutto. Si poteva dire che loro due si spiegavano così, cosa che sentiva naturale ma allo stesso tempo diversa dal momento che non l’aveva mai condivisa con nessuno. In ogni caso, si sedettero al loro tavolino scherzando sul fatto che lo stomaco di Mika era terribilmente rumoroso e che in realtà fosse tutta colpa di Fedez.
Dopo svariate risate e battutine, avevano deciso di ordinare. Federico aveva preso un cappuccino con molto zucchero e un muffin rigorosamente al cioccolato mentre il libanese, guardandolo in modo disgustato, aveva chiesto un tè e una brioches alla marmellata.
-Inglesi.- aveva commentato poi il più piccolo dei due guadagnandosi un coppino non così leggero.
-Il cafè bisogna prenderrlo dopo un hangover , il tè c’è semprre!- lo aveva detto con quel tono fiero e altezzoso di chi è orgoglioso della sua nazione, ovviamente, l’Inghilterra.
-Vabbè, vabbè, ho capito.- Fedez alzò le mani al cielo in segno di resa per poi bere un sorso del suo cappuccino. Un po’ di schiuma gli ricoprì le labbra e a Mika venne l’impellente desiderio di succhiargliela via con un bacio. Il rapper parve aver capito le sue intenzioni perché si leccò le labbra lentamente guardando gli occhi dell’altro con uno sguardo divertito. Michael si era riscosso dopo un po’, lanciandogli un’occhiataccia, poi aveva deciso di ripagarlo con la stessa moneta. Infilò in bocca la punta del suo cornetto osservandolo provocatorio. L’altro aveva boccheggiato un momento, prima di distogliere lo sguardo e mormorare un bastardo. Il più alto aveva ridacchiato sotto i baffi.
-Well, quando giramo il video di Beautiful Disaster?- chiese non appena ebbe finito il suo tè. Federico lo aveva fissato spiazzato, poi si era portato le dita al piercing sul sopracciglio cominciando a giochicchiarci.
-Mmm, che ne dici di mercoledì? Magari la mattina che poi abbiamo le prove.- il libanese aveva annuito soddisfatto.
-Hai già pensato cosa farre?- il ragazzo davanti a lui aveva sbuffato.
-Pensavo alla fine del mondo. Non so, che tipo tutte le persone fanno le cose che vogliono fare veramente fregandosene altamente che sia giusto o sbagliato perché tutto sta per finire.- lo disse tutto d’un fiato e Mika non poté fare a meno di sorridere. Quella canzone, fin dall’inizio, era stata lo specchio della loro relazione e fare un video del genere era proprio quello che loro avrebbero voluto nella realtà. Se ci fosse stata una fine del mondo, se solo avessero avuto la possibilità di spezzare quegli schemi, avrebbero potuto disfarsi della maschera di Fedez, il rapper italiano, e Mika, la star internazionale, per essere felici, per poter fare quello che volevano senza la paura di essere scoperti.
-Mi piacerrebe.- affermò puntando i suoi occhi in quelli scuri dell’altro. Già, quanto gli sarebbe piaciuto.
 
 
E alla fine era successo davvero. Fedez lo aveva chiamato martedì sera per dirgli luogo e ora dell’incontro. Aveva una voce estremamente eccitata mentre gli raccontava che aveva visto l’esibizione di alcuni artisti di strada che si esibivano con un pianoforte sopra cui volteggiava un ballerina. A Mika era sembrata un’idea assurda e terribilmente da Federico. E gli era piaciuta perché lui stesso era stravagante e assurdo. Aveva detto che sarebbe stato fantastico ed era veramente felice perché il pianoforte-ballerina lo avrebbe suonato lui. Quello sarebbe stato l’incontro tra i loro due mondi, tra i loro due generi musicali, quella sarebbe stata il loro ricordo più bello.
 
Quella mattina si era svegliato presto, stranamente non riusciva a dormire. Pensare che da lì a qualche ora avrebbe girato un video musicale con Fedez, lo rendeva nervoso. E lui solitamente non era nervoso, anzi. Solo che oltre a lui ci sarebbe stata anche la madre del rapper e avrebbero parlato ed in realtà sarebbe stata la prima volta che le avrebbe parlato da semi-fidanzato-di-suo-figlio. Per calmarsi si fece un tè e quando gli arrivò il messaggio di Federico in cui gli chiedeva se era pronto, se ne preparò un altro. Non ci aveva propriamente fatto caso, ma avrebbe passato una giornata intera (o quasi) insieme a lui dopo gli Home Visit.
Si vestì, facendo attenzione di mettere il completo che si era preparato due giorni prima, e nel giro di una decina di minuti fu pronto. Si infilò nella macchina nera che lo attendeva fuori dal suo appartamento e salutò cordialmente l’autista che lo avrebbe portato al luogo dell’incontro. Cominciò a guardare la città fuori dal finestrino, ogni volta gli sembrava la prima volta, ogni volta la associava al volto di Fedez.
Arrivò nel palazzo che erano le dieci e mezzo di mattina. Un’innumerevole quantità di fotografi, cameramen, truccatori e scenografi lo attendevano. Scese dall’auto e un vociare alquanto rumoroso lo disorientò per un attimo. Cercò tra quella massa di persone il rapper e quando non lo vide afferrò istintivamente il cellulare. Era perennemente in ritardo. Poi, come se lo avesse sentito, una mano si posò sulla sua spalla. Si voltò e una folata di fumo biancastro per poco non lo fece tossire.
-Speravi che fossi in ritardo, eh? Sono qui già da dieci minuti.- gli disse con un sorriso compiaciuto.
-Non è vero, siamo appena arrivati.- precisò Tatiana, la donna bionda che mollò una pacca affettuosa sulla spalla del rapper. Mika sospirò.
-Si, tu sempre in ritardo.- rivolse un sorriso d’intesa alla donna. Lei le fece l’occhiolino. Vide Fedez aprir bocca per protestare, ma la voce di un tecnico che li invitava a salire sul palazzo li interruppe.
-Cominciamo.-
 
Provarono per quattro ore. Non continuative perché, ovviamente, Fedez doveva andare in bagno, ma in ogni caso era stato sfiancante. Sopra a quel maledetto palazzo faceva abbastanza caldo, probabilmente era per il fatto che continuavano a fare dei mini passi di danza proprio come gli diceva lo scenografo. In più, Mika doveva ammettere, che Federico era proprio pessimo a ballare. Mentre cantava in playback faceva dei gesti con le mani che al posto di farlo sembrare un “duro” causavano svariati risolini in gran parte dei presenti.
Crollò su un divanetto rosso in pelle in cui poco prima c’erano stati dei costumisti e chi lo sa che tecnici. Chiuse gli occhi per un attimo massaggiandosi le tempie con le dita. L’ansia per il Live del giorno dopo cominciò a montargli in testa. Come se non bastasse, ad accentuare il tutto, c’era tutta quella stanchezza che si portava appresso nonché la forza che doveva trovare ogni volta per mentire ad Andy.
-Ti è spuntata una rughetta qua. Stai diventando vecchio.- le parole di Fedez gli arrivarono vicino all’orecchio, il suo dito piantato appena sotto l’occhio. Nemmeno si era reso conto che l’altro si fosse seduto accanto a lui.
-Non sono vechio!- disse offeso aprendo gli occhi di scatto per toccarsi il punto in cui il rapper aveva indicato.
-Ma hai le rughe.- insistette l’altro ridacchiando. Si divertiva un mondo a farlo andare in paranoia.
-Toca a tu, tra un po’.- Federico strabuzzò gli occhi.
-Tra un po’ tanto, tu rimani più vecchio.- Michael gli mollò un pugnetto sulla spalla.
-Stronzo.- l’altro rise di gusto e non appena si riprese si appoggiò del tutto allo schienale del divano.
-Ti piace la ballerina sul piano?-
-Si, lei più bela di come la immaginavo.- lo vide sorridere, come se fosse un complimento indiretto a lui, poi, prese la telecamera.
-Dai che devo finire il Daily.-
 
Altre due ore abbondanti di prove li avevano trattenuti agli studi di X Factor ma nonostante la stanchezza si era divertito molto. Non lo avrebbe mai detto a Fedez, ma stava sviluppando un amore incondizionato per le scelte di Tommasini. Aveva deciso di fargli fare Batman e Robin (e Mika era Batman, ovviamente) ovvero i personaggi dei fumetti più facilmente fraintendibili. Si sarebbero dati la mano, avrebbero sceso insieme le scale e poi avrebbero volteggiato sul palco come una coppietta perfetta. La prima volta che avevano provato il balletto era stato parecchio imbarazzante. Quel “Mika facciamo che tu provi a baciare Fedez e poi lui fa così” lo aveva un po’ destabilizzato. Innanzitutto, era davvero così palese il tipo di rapporto che c’era tra loro due? E in secondo luogo, Federico non si sarebbe mai ritratto ad un suo bacio. Punto. In ogni caso, il disagio era reciproco, perché il sorrisetto tirato del rapper e i suoi commentini del tipo “non posso farlo con Ilaria?” erano il suo tipico atteggiamento-sulla-difensiva che aveva sempre quando si sentiva braccato. Da un lato, gli dava fastidio, ma lo trovava un comportamento quasi adorabile. Anche se Mika aveva sempre avuto uno strano concetto di “adorabile”, in realtà. Si ritrovarono nei camerini degli studi. Il personale era interamente concentrato sul palco e il backstage era quasi vuoto, compreso il corridoio che portava ai loro camerini. Fedez se ne stava appoggiato con la schiena al muro, in una mano la sigaretta elettronica e nell’altra il cellulare. Non appena Mika lo vide non riuscì a trattenere un sorrisetto. Non sapeva spiegarsi come e perché, ma era felice di quell’X Factor. Lo guardò da lontano per un po’, poi il rapper alzò gli occhi sui i suoi regalandogli in un mezzo sorriso.
-Sembri il tipo di Shining, non è che adesso tiri fuori l’accetta?- buttò fuori una boccata di fumo.
-Wendyyy!- disse Mika avvicinandosi furtivo. Il sorriso di Fedez questa volta si accentuò. Ficcò il cellulare in tasca e si guardò intorno un attimo.
-Ma perché devo fare io la donna??- questa volta fu il turno di Michael di ridere. Alzò le mani in alto in un misero tentativo di fare la parte del cattivo.
-Ti prendo!-
-Ma che è??- la risata di Fedez gli accarezzò le orecchie, poi, lo vide girarsi e correre per il corridoio degli studi. Lo seguì ridendo con altrettanto slancio e con qualche falcata lo raggiunse. Sembravano due bambini a ricreazione, quello era un teatrino decisamente stupido, ma forse troppo divertente. Lo bloccò tra la parete e il suo corpo. Un leggero fiatone e qualche risata scuoteva i loro petti. Solo dopo una manciata di secondi notò che di fianco a loro c’era la porta con scritto “solo staff”. E come se fosse un ragionamento più che logico, gli venne in mente che era da quasi una settimana che non lo facevano. Fedez parve capire tutto perché lanciò un’occhiata alla porta e gli scoccò un’occhiata maliziosa. Si sentì prendere per un polso e trascinare dentro ad uno stanzino. Il buio li avvolse, ma fu questione di attimo perché subito le mani dell’altro erano andate a strattonare via la maglietta.
-You’re a dirty boy.- gli sussurrò in un orecchio mentre si liberava dell’indumento.
-E parla italiano cazzo.- un bacio carico di urgenza e desiderio gli bloccò la risata in gola.
 
 
Il tempo ricominciò a scorrere correttamente il 13 Novembre. Mika era appena tornato da Loft quando sentì la notizia degli attentati a Parigi ai telegiornali italiani. L’angoscia di quell’evento gli si scaricò addosso rischiando di opprimerlo. Una parte della sua famiglia viveva proprio in Francia e lui non poteva fare nulla per loro. Fece mille telefonate e tutti cercarono di rassicurarlo, ma lui non riusciva a calmarsi. Verso l’una di notte decise di prepararsi una piccola valigia e prendere il primo volo per Parigi. Solo in un secondo momento si accorse che effettivamente era troppo tardi, quindi si mise a letto. Riuscì a dormire solo dopo un’ora, ma il suo sonno rimaneva leggero e agitato.
Si svegliò alle cinque, quel mattino. Si preparò un tè veloce e afferrò la valigia che si era preparato poche ore prima. Chiamò un taxi e con l’ansia che gli attanagliava lo stomaco aspettò che arrivasse. Solo dopo essere salito e aver cominciato a picchiettare il tallone sui tappetini della macchina rischiando di consumarli, decise di mandare un messaggio a Fedez per dirgli che stava andando in Francia.
Arrivò in aeroporto alle sei di mattino, non c’era praticamente nessuno, ma decise di imbarcarsi lo stesso. Fu proprio nel momento in cui stava per fare i controlli di sicurezza che il cellulare gli squillò nella tasca.
Era Federico.
-Pron-
-Mika dove cazzo sei?- la voce del rapper gli arrivò fin troppo agitata.
-In aeroporrto. Tutto ok?- si chiese come mai fosse sveglio a quell’ora  e perché avesse chiamato proprio lui, poi però, si ricordò del messaggio che gli aveva appena scritto.
-Torna a casa.- lo disse subito, con una sicurezza che tradiva il suo tono di voce leggermente tremante. Un sorriso amaro si dipinse sulle labbra del libanese.
-I can’t, devo andare da i miei parenti. Parigi è come un mia secondo casa.- tentò di spiegare mordicchiandosi le unghie.
-Non me ne frega chi c’è o chi non c’è o che cazzo è Parigi. Tu non puoi andare, hanno appena fatto esplodere della gente. Tu non puoi andare.- il suo tono di voce era serio, quasi da far paura. Un po’ se lo immaginava: fuori, nel terrazzino di casa sua, in mano una delle sue sigarette perché quando era nervoso aveva bisogno di qualcosa di forte, che andava avanti e indietro, tenendo lo sguardo fisso davanti a sé. Una parte di lui voleva ascoltarlo, voleva tornare indietro perché effettivamente era rischioso. Una vocina dentro di lui gli diceva di non importarsi di Parigi, ma di andare da Federico e dirgli che doveva stare tranquillo, loro stavano bene. Ma quella parte di lui era irresponsabile, ingiusta verso gli altri.
-Everything is going to be ok, non preoccuparrti, tornerò presto.- cercò di rassicurarlo come meglio poteva, combattendo con l’istinto di chiudergli il telefono in faccia e spegnerlo per non farsi più rintracciare. Il silenzio che seguì alle sue parole gli raggelò il sangue nelle vene mentre le parole fragili di Fedez gli risuonavano nelle orecchie.
Tu non puoi andare.
-Se non torni per lunedì, giuro che vengo lì e rubo i cani.- una risatina nervosa uscì quasi come un verso forzato dalle labbra del cantante inglese.
-Te lo ho promesso.- mormorò sperando che il vero significato delle sue parole arrivassero a Fedez.
Un sussurro flebile gli arrivò dall’altro capo del cellulare, ma il brusio dell’aeroporto e le voci degli altri passeggeri lo sovrastarono.
-Cosa?-
-Nulla, sono stanco, ho sonno e tu devi prendere un aereo. Fatti sentire.- la chiamata terminò in quel modo. E a Mika, quel “nulla” un po’ spaventava.
 
“Just landed in Paris amidst all the confusion, bombings and attacks. It’s horrible.”**




*Parlo della canzone che canta Eva alle Audizioni. Se vi ricordate ad un certo punto c'è un'intense-eye tra Mika e Fedez e poi c'è Fedez che rovina il momento dicendo "a me non piace" (lel)
**E' un tweet di Mika pubblicato sabato, subito dopo l'attentato.



Angolo Autriciah:

Perdonate l'enormissimo ritardo ma la fine di X Factor mi ha ammazzata. Sul serio, quell'abbraccio...le cose che pubblica su twitter Fedez ultimamente...Beautiful Disaster  dal vivo.......Per non parlare del fatto che Efp sembra avercela con me e ogni volta che tento di pubblicare il capitolo mi dice che non posso (anche al sito fa schifo tutto lol).
In più questo capitolo è stato un parto, veramente. E quello che è venuto fuori non mi convince per niente. Si, disconosco questo capitolo ahaha non voglio più saperne dopo averlo pubblicato.
In ogni caso, vi avviso che questo è il terz'ultimo capitolo della storia. (SBAM)
Regalatemi un Mika plz.
Al (spero molto presto) prossimo capitolo,
Road
  
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