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Autore: Lady Warrior    21/12/2015    1 recensioni
Questa storia narra le vicende di Jill Shepard, dalla sua prima missione sulla Normandy alla sconfitta di Saren Arterius e la Sovereign mediante una narrazione introspettiva. Mi sono soffermata sui sentimenti e le emozioni della nostra Shepard in modo particolare. Il tutto è accompagnato, ad ogni inizio di capitolo, dalla canzone "Starlight" dei Muse.
Dal prologo:
"Shepard osservò le stelle brillare. Le sembravano così piccole ai suoi occhi da bambina, ma adesso era adulta e aveva scoperto che quel cielo stellato non era così bello, affascinante e liberatorio come aveva sempre pensato. Aveva promesso una volta al suo migliore amico che sarebbe diventata una marine e gli avrebbe portato della luce stellare, e se non la avesse trovata la avrebbe cercata per tutta la vita."
Genere: Introspettivo, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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N.A.: Mi scuso in anticipo per le diverse spaziature dopo i caratteri ' - ', ma per farla breve e concisa, ho avuto qualche problema con l'editor. Spero che la situazione non capiti di nuovo.





 
Capitolo 2: la Cittadella, parte 2
 
 
 
 
 
 
 
 
L’edficio era immenso. Il pavimento grigio si confondeva col colore delle pareti, e se non fosse stato per le piante posizionate in qua e in là, la torre non avrebbe avuto alcun tocco di colore. Come sempre, i custodi stavano davanti ai loro computer per mantenere attiva quell’enorme struttura che era la Cittadella. I Custodi erano una tra le razze, o meglio l’unica, più sconosciute e studiate della storia: quella specie apparteneva ad un’era anteriore alla scoperta della Cittadella, poiché erano già lì a sbrigare le loro funzioni quando fu messo piede per la prima volta all’interno della struttura, inoltre i Custodi non erano presenti in nessun altro pianeta scoperto, solo sulla Cittadella.
Ciò che attirò maggiormente l’attenzione di Shepard non furono quella specie di ragni verdi, come li definiva lei, ma due Turian. Uno indossava un’armatura blu, e aveva decorata la parte destra del volto del medesimo colore, inoltre portava sull’occhio sinistro un visore. Probabilmente era un cecchino. Shepard si avvicinò un poco ai due, facendo attenzione a non sembrare interessata al colloquio, cosa molto difficile, visto che verteva su fatti che la riguardavano molto da vicino.
- La prego, mi conceda altro tempo. Sono sicuro che Saren sia coinvolto in tutto questo!- stava dicendo il Turian col visore.
- Temporeggiare col consiglio? Non si può. La tua indagine è finita, Garrus.-, disse l’altro, prima di andarsene.
Garrus si voltò verso di loro.
-  Comandante Shepard, mi chiamo Garrus Vakarian. Ero a capo delle indagini della SSC su Saren. Non abbiamo trovato prove, ma nonostante questo… penso che Saren nasconda qualcosa. È difficile provarlo, è uno Spettro, e tutto ciò che fa è segreto per natura, ma non mi piace.
- Sembri intenzionato ad incastrarlo- osservò Shepard.
- Sì. non mi piace. Durante le indagini ho sempre trovato qualcosa di strano in lui. E poi, si dice che odi gli umani, e molto.
Shepard voleva ribattere, quando Alenko la avvisò che l’udienza sarebbe iniziata a breve, e sarebbe stato sconveniente ritardare. Così Shepard salutò Garrus fugacemente e salì i gradini in fretta. Anderson era già lì che la attendeva.
-  Forza, siamo già in ritardo.
 
Questa volta non si trovò di fronte gli ologrammi dei Consiglieri, bensì loro stessi in carne ed ossa. Il Turian pareva annoiato e in evidente ansia, speranzoso che quella sconveniente situazione terminasse il prima possibile, nonostante conoscesse già quale sarebbe stato l’esito di quel processo, che per Shepard pareva già perso in partenza.
-  Non abbiamo prove contro Saren- esordì il Salarian.
-  Ma avete la testimonianza di un testimone!-, protestò Udina, mantenendo stranamente un tono calmo per i suoi canoni.
- Purtroppo la testimonianza di un portuale shockato non rappresenta una prova attendibile- disse il Salarian.
- Respingo tutte le accuse-, disse l’ologramma di Saren, alla destra dei Consiglieri, -Io sono uno Spettro, il mio valore è la giustizia, il mio compito proteggere gli interessi della Cittadella. Nihlus era uno spettro, ma soprattutto un amico.
- Perciò ti è stato facile coglierlo alla sprovvista- lo accusò Anderson, sicuro di averlo incastrato.
-  Anderson… quando si tratta di accuse fasulle e insulti gratuiti, ci sei di mezzo tu. E quella chi è? Shepard, la sua protetta. Ma guarda, ha imparato bene dal suo maestro, per quanto concerne le false accuse, colei che ha distrutto la sonda.
- Tu la hai distrutta, e poi hai infangato le prove! Hai tentato di far esplodere tutto!-, protestò Shepard.
-Scaricare le proprie colpe sugli altri… tipico di Anderson. Ti ha insegnato proprio bene, i miei più sinceri complimenti. D’altronde, dagli umani non ci si può aspettare più di tanto.
-Saren odia gli umani!- esclamò Shepard
-  Voi umani dovete imparare a stare al vostro posto. Non siete pronti per entrare nel consiglio, né per un posto negli Spettri.
 --Stiamo tutti perdendo tempo, Consigliere- disse Saren.
-Saren sta usando il suo stato di Spettro per farla franca, dovete aprire gli occhi.
- A noi servono delle prove, che ahimè, non ci sono- disse il Salarian.
-  C’è un’altra cosa. La visione del comandante Shepard, forse è stata la sonda a procurargliela- disse Anderson.
- E da quando i sogni forniscono prove certe? Non siate ridicoli!- disse Saren.
- Purtroppo non ci sono prove di un coinvolgimento di Saren in ciò che è accaduto, e certo la visione di Shepard non può rappresentarne una. Certo, siamo allertati per l’attacco dei geth, ma per mancanza di prove l’accusa rivolta nei confronti di Saren è formalmente respinta- disse l’Asari.
- Giustizia è fatta- disse Saren, sorridendo.
Gli sconfitti si allontanarono un poco, e Udina sfogò tutta la sua irritazione contro Anderson, incolpandolo di tutto, perché, se non ci fosse stata la sua presenza, tanto detestata da Saren, tutto sarebbe andato meglio.
-  Sono le prove che vogliono, e oggettivamente noi non le abbiamo- ,disse Shepard, in difesa del superiore,- Mi dica cosa è accaduto con Saren. Perché lo odia così tanto?-
Anderson si voltò e incrociò le braccia. Iniziò a parlare qualche secondo dopo.
-  Abbiamo svolto una missione insieme, ma è finita male. non è il tempo né il luogo per raccontare tutto, ma ti basti sapere che Saren è pronto a tutto.
- Dovremmo pensare noi a lui.
- Ma come?-, scalamò Udina, -Saren è uno Spettro, è intoccabile, non lo incastreremo mai se non troveremo un modo sicuro.
- Prima abbiamo sorpreso un membro del SSC discutere con un suo superiore riguardo Saren. Pareva convinto della sua colpevolezza. Si chiamava Garrus Vakarian, se solo lo potessimo trovare…- propose Kaidan.
- Conosco un membro del SSC!-, disse Udina, moderando poco i toni, -potremo informarci da lui. Saprà certo dove si trova questo tizio. Si chiama Harkin-
- Neanche per idea-, disse Anderson, ripugnato, -Quel tipo è stato sospeso: ha bevuto in servizio. Non perderò tempo con quello squilibrato.
-  Non dovrà farlo. Lo farà Shepard, così il Consiglio non userà i dissapori tra lei e Saren per proscioglierlo.
-   Non potete tagliare fuori il Capitano dalle indagini!- protestò Shepard.
-  Udina ha ragione. È l’unico modo, la mia presenza è solo d’intralcio alle indagini.
- Beh, io me ne vado-, disse l’ambasciatore,-Anderon, mi raggiunga nel mio ufficio quando può.
- Harkin si starà ubriacando all’antro di Chora, un tugurio negli agglomerati- , disse Anderson, ancora più schifato,-va’ lì e sta certo che lo troverai.
-Non c’è davvero altro modo?
- Beh, potresti parlare con Barla Von, al quartiere finanziario. È un trafficante dell’Ombra, o almeno così dicono.
- Cosa?- chiese Ashley.
- Un trafficante di informazioni. Ma si vorrà far pagare profumatamente per questo.  Acquistare e vendere informazioni è un male necessario, purtroppo.
- Bene, la aggiornerò quanto prima. Ora dobbiamo fare presto- disse Shepard.
 
 
Harkin o Barla Von? Di certo il primo era affidabile tanto quanto il portuale su Eden Prime, forse anche peggio, ma d’altronde non gli avrebbe certo chiesto chissà quali grandi informazioni. D’altronde, Barla Von era molto più credibile, era un trafficante di informazioni. Chi più di lui poteva sapere qualcosa su Saren? Tuttavia, a quanto pareva, i suoi servigi costavano molto, e Shepard non era sicura di avere denaro a sufficienza. Probabilmente, la cosa migliore da fare, era parlare con entrambi e scegliere solo in un secondo momento: dubitava che Harkin le fornisse informazioni senza nulla in cambio, e non era certo che Garrus avesse le informazioni necessarie per incastrare Saren.
- Secondo voi come è meglio agire?
Voleva sapere l’opinione dei suoi commilitoni: anche loro erano coinvolti nella vicenda, e tutto ciò che stava accadendo li riguardava praticamente di prima persona.
- Barla Von è più affidabile. Costerà molto, è vero, le informazioni sono merce preziosa al tempo d’oggi, tuttavia non mi fido molto di un ubriacone-, rispose Ashley,- so che dovrà solo dirci dove si trova quel Turian che dice di avere delle prove, ma non mi fido. E chi ci dice che cercare quel Garrus ci sia d’aiuto? Non mi pareva particolarmente sveglio, probabilmente le prove che dice di poter trovare non riuscirà mai a recuperarle.
-  Al contrario, ritengo che il piano migliore sia fare prima una visitina al nostro Harkin. Se egli non saprà fornirci informazioni su Garrus o quest’ultimo non abbia le prove che dice di avere o poter trovare, possiamo benissimo rivolgerci all’agente dell’Ombra pagando profumatamente-, osservò Kaidan.
Shepard rimase in silenzio. Il tenente aveva espresso il un pensiero sim ile al suo, ma anche Ashley aveva ragione: se Garrus non fosse in grado di aiutarli, avrebbero perso solo tempo, e intanto Saren sarebbe stato libero di agire incontrastato. Tuttavia, non potevano lasciare niente al caso, non potevano tralasciare niente. Probabilmente avrebbero dovuto servirsi sia di Garrus che del trafficante di informazioni, iniziando dal primo, che avevano già conosciuto.
-  Faremo visita ad entrambi-, spiegò Shepard, -Parleremo sia con Garrus che con Barla Von. So che impiegheremo molto tempo, ma chissà che alla fine non ne venga qualcosa di buono.
Gli altri due annuirono senza commentare.
Scesero negli agglomerati, sempre affollati, poi si diressero verso l’antro di Chora, al quale si accedeva tramite un corridoio a forma di “u”. fu lì che trovarono una sorpresa poco gradita.
Non appena entrarono nel corridoio che conduceva al locale, li sorpresero due Turian armati con la chiara intenzione di ucciderli. Subito, Shepard e i suoi compagni, si ripararono dietro al passamano di ferro, mentre i nemici, armati di pistola, iniziavano a fare fuoco. Si trovavano dalla parte opposta e anche loro sembravano utilizzare il passamano come riparo. Uno dei due ad un certo punto corse temerariamente nella loro direzione. Shepard ordinò ai suoi compagni di tenere occupato l’altro Turian, mentre lei pensava a quello che si stava avvicinando a loro. celermente impugnò il fucile d’assalto e iniziò a sparare raffiche. Il bersaglio venne investito da decine di proiettili e si accasciò al suolo. L’altro, invece, rimaneva dietro il suo nascondiglio. Lentamente, Shepard gli si avvicinò con la pistola in mano. L’altro se ne accorse e iniziò a sparare nella sua direzione, scoprendosi. Ashley ne approfittò e iniziò a fare fuoco con la pistola. Il Turian, ferito ad una spalla, si riparò di nuovo, ma ormai Shepard era davanti a lui. Senza esitare gli puntò la pistola al volto, e prima che l’avversario potesse reagire, sparò. Il Turian morì sul colpo.
- Erano scagnozzi di Saren, ci scommetto- commentò Kaidan.
-Ovviamente. Nonostante non lo dia a vedere, ha paura di noi, perché sappiamo la verità- disse Ashley.
Entrarono nell’Antro di Chora. Era un locale  con al centro un bar circolare. Sulla pista da ballo, alcune ballerine danzavano in pose spinte e sensuali, e agli angoli alcune Asari intrattenevano su piccoli piedistalli i clienti, che le osservavano desiderosi bevendo alcolici.
Ashley lanciò un’occhiata sprezzante in giro ed espresse un pensiero che giuà circolava nella mente di Shepard.
- Ma tu guarda-, sbottò Ashley, -Siamo lontani anni luce dalla Terra, in un posto lontano, una stazione spaziale, e ancora si vedono uomini arrapati che sbavano davanti a donne praticamente nude e sculettanti, e donne che svendono il loro corpo e buttano all’aria la loro dignità.
- Suvvia, è un locale-, rispose Kaidan.
- Ah, quindi pure tu sei il tipo che guarda le tette e il culo alle ballerine nude? Voi uomini siete tutti uguali. Mi ripugnate.
-  Se voi donne non fareste ciò, noi uomini non ci atteggeremmo così-, osservò Kaidan.
Shepard stava per ribattere qualcosa in favore di Ashley, quando il gruppo si imbatté in una scena interessante.
Due Krogan stavano parlando tra loro, e di certo non parevano amici, anche se uno dei due pareva provare una sorta di compassione, sentimento sconosciuto a quella razza.
-  Fatti da parte Wrex, Fist ci ha ordinato di farti fuori. Se non lasci perdere saremo obbligati a ucciderti.
-  E allora? Cosa aspetti?-, chiese l’altro Krogan, molto più grande del primo e munito di tre vistose cicatrici sulla parte destra del volto, -Questa è l’unica occasione per Fist, fossi in lui la coglierei al balzo.
-  Non verrà qui fuori, Wrex, fine della storia.
Il Krogan chiamato Wrex guardò in direzione di Shepard, poi se ne andò, urtandola.
- Stanne fuori, umana. Sono cose che non ti riguardano- le sussurrò.
I tre lo guardarono andarsene.
-  Non lasciamoci coinvolgere- sussurrò Kaidan.
- Già. Dobbiamo trovare Harkin. Possiamo chiedere a quel tizio seduto di fronte a noi-, disse Shepard, poi si avvicinò a ll’uomo, -Buonasera. Conoscete per caso un uomo di nome Harkin?
- Harkin? Sono io.
-  Stiamo cercando un membro del SSC. So che tu potresti aiutarci, ne sei stato un membro, la persona in questione si chiama Garrus.
- Garrus, hm?-, chiese Harkin celando un sorrisetto di disprezzo, -oh, devi essere un membro dell’equipaggio del Capitano Anderson, eh? Sta ancora cercando di far fuori Saren, quel bastardo? Ah, ma chi lo sa dove è Garrus!
-  È una faccenda importante-, disse Shepard,-Ci devi aiutare.
-  Tz, tz-, fece Arkin, muovendo orizzontalmente il dito indice.
- Visto? Che ti avevo detto, Comandante? Venire qui a parlare con un vecchio, lurido, ubriacone è stata solo una perdita di tempo.
-  Ah! Ubriacone? Va bene, va bene, vi dirò dove si trova Garrus, ma prima rispondete alla mia domanda. Il Capitano Anderson vi ha svelato il suo grande segreto?
Segreto? Perché mai Anderson avrebbe dovuto celare qualcosa? Era un uomo retto, onesto e ligio al dovere.
- No. E sinceramente, non mi interessa-, rispose Shepard.
- Oh, quindi non ti interessa sapere che era uno Spettro, il primo Spettro umano? Non ti interessa sapere che la sua missione è andata a puttane e lui ha dato la colpa a Saren? Non ti interessa sapere che a causa di ciò hanno revocato il suo stato di Spettro?
Anderson, il primo Spettro umano? Shepard indietreggiò. Anderson le aveva varie volte dato la sua fiducia, la aveva sempre difesa e aveva sempre creduto in lei, eppure non le aveva mai detto nulla. Perché? “Sono cose private, probabilmente non ne va fiero”, pensò, “E poi, poi… non posso giudicarlo. Magari è stata veramente colpa di Saren. Magari si vergogna a dire cosa è successo, magari pensa di perdere la mia fiducia e quella dell’equipaggio. Devono essere solo questi i motivi per cui lo ha nascosto. Solo questi”.
-  Dov’è Garrus?-, chiese di nuovo Shepard.
- Oh, non ti interessava veramente. È alla clinica della dottoressa  Michelle. Ah, Garrus, è una testa calda, vuole ripulire il mondo dal male, ma tu pensa! L’esecutore lo manderà via a pedate, credimi!
- Sei ripugnante.
-   Lo so.
Shepard guardò Harkin di sottecchi, poi uscirono dal locale. La loro prossima destinazione era la clinica della dottoressa Michelle.
 
Erano davanti alla porta della clinica, e già Shepard pensava che tutto stava andando troppo bene. Se aveva capito qualcosa dalla sua carriera militare, era che nulla filava mai nel verso giusto. Mai. E fu così anche quella volta.
Quando aprirono la porta videro un Garrus che camminava accucciato, nel chiaro intento di non essere visto dall’uomo che stava minacciando una donna dai capelli rossi, chiaramente la dottoressa Michelle.
-  Non lo ho detto a nessuno, lo giuro!-, si stava lagnando. Aveva una voce squillante.
- Ci hai provato, dottoressa. Se Garrus si facesse vivo, tieni la bocca chiusa. Altrimenti…
L’uomo in questione non tardò a vedere Shepard, perciò lasciò la frase in sospeso, mise una mano intorno al collo della donna e puntò la pistola contro Shepard.
-  E tu chi sei?
Shepard impugnò la sua pistola e guardò l’uomo. Il lieve accenno di barba che gli contornava il viso squadrato e gli occhi profondi lo rendevano un uomo molto bello e affascinante. Se non fosse stato un criminale…
-  Lasciala andare.
Come fosse stato un tacito accordo, Garrus si mosse verso sinistra, uscì dal riparo e con un singolo, preciso colpo, uccise all’istante l’uomo. I suoi tre scagnozzi, che si trovavano accanto a lui, si misero sull’attenti e cercarono di ripararsi dietro le colonne, mentre Garrus si era posizionato dietro un vaso di ferro e la dottoressa si era rannicchiata da una parte.
- Adesso ci si diverte!-, esclamò Williams, -Al riparo!
Shepard si riparò dietro ad un altro vaso, vicino a quello di Garrus e sparò agli avversari, mentre Kaidan si dava da fare con le sue abilità biotiche e Ashley mitragliava incessantemente i nemici e i loro ripari. Uno di questi morì grazie a lei. Shepard si riparò dietro una colonna. Sapeva che dall’altra parte c’era il suo nemico, perciò doveva essere veloce e sicura. Lentamente si mosse finché non si trovò faccia a faccia con l’uomo, che non fece in tempo a spararle che cadde morto, ucciso da un colpo all’addome. Ne mancava solo uno, che venne freddato da Garrus.
- Non ce ne sono altri-, commentò Kaidan.
Garrus era uscito dal riparo e la dottoressa si era alzata. Pareva ancora shockata.
- Ottimo tempismo Shepard! Sei arrivata proprio in tempo!-, esclamò Garrus, indicandola,- Ah, ho avuto un’ottima occasione di fregare quel bastardo e mandarlo all’altro mondo. Solo grazie a te!
- Avrebbe potuto uccidere l’ostaggio-, osservò Shepard.
- Hai ragione, ma… non c’era tempo per pensare, dovevo agire! Non potevo fare altro. Come sta, dottoressa Michelle?
- Bene, grazie.
- Chi erano quegli uomini?- chiese Shepard.
- Scagnozzi di Fist.
- Fist? Ho già sentito quel nome.
-  Sì, lo ha pronunciato quel Krogan all’antro di Chora-, le ricordò Ashley.
- Voleva che tenessi la bocca chiusa riguardo alla Quarian-, spiegò la dottoressa.
La Quarian? Non era certo una cosa da tutti i giorni vedere un membro di quel popolo girare per la cittadella. I Quarian non appartenevano alle specie del consiglio, ma soprattutto vivevano su una flotta migrante, esiliati dai geth dal loro pianeta natale, che volevano riconquistare a tutti i costi, e difficilmente abbandonavano la flotta. Quella Quarian doveva sapere qualcosa, qualcosa di grosso, ma se non avesse riguardato Saren, loro sarebbero dovuti starne lontani.
- Quarian?-, chiese Shepard.
-  Sì, è venuta qui qualche giorno fa. Era ferita e spaventata, non ha voluto dirmi che le avesse sparato, ma mi ha chiesto di metterla in contatto con un agente dell’ombra perché aveva informazioni e voleva un nascondiglio sicuro. Allora l’ho mandata da Fist. È un agente dell’ombra
- Non più-, spiegò Garrus, -Ora lavora per Saren, e all’Ombra non è che piaccia molto la cosa.
- Tradire l’Ombra? Saren gli deve aver fatto davvero un’offerta eccellente!-, disse la dottoressa.
- La Quarian deve avere qualcosa che interessa a Saren-, ipotizzò Garrus.
- Forse delle prove contro di lui-, disse Shepard.
-  Ho pensato anch’io a questo. Ad ogni modo, dobbiamo trovare la Quarian. Inoltre, l’Ombra ha ingaggiato un cacciatore di taglie, tale Wrex. È un krogan. Se non vi dispiace, mi unisco a voi. Anche io voglio catturare Saren.
- Benvenuto, allora. Dobbiamo trovare Wrex.
-  Si trova all’accademia SSC. Lo abbiamo dovuto arrestare perché Fist lo ha accusato di minaccia. Se vi sbrigate potrebbe essere ancora lì.
 
 
Kaidan, Shepard e Garrus arrivarono presto all’Accademia SSC, mentre Ashley si era proposta per aiutare la dottoressa a riprendersi. Trovarono subito il Krogan in questione. Era in mezzo a due uomini, che parevano spaventati.
- Degli uomini ti hanno visto fare casino nel locale di Fist, stai lontano-, lo stava accusando il tipo davanti a lui con voce laconica.
-  Io non prendo ordini da te.
- Questo è il tuo ultimo avvertimento, Wrex.
- Allora dì a Fist che lo ucciderò.
-  Vuoi essere arrestato?
- Provateci pure-, li minacciò Wrex, -Ci conosciamo, noi due?-, chiese poi a Shepard.
- Sono il Comandante Shepard, ho un problema con Fist. Ti va di unirti a me?
- Comandante Shepard, per quanto io abbia sentito molto parlare delle tue gesta, Fist è roba mia. Devo ucciderlo io.
- Così sarà-, disse Shepard senza esitazione.
Il krogan rimase stupito.
- Posso fare anche da solo, perché dovrei unirmi a te?
- Perché più siamo più avremo probabilità di vittoria-, disse Garrus.
- Il nemico del tuo nemico è tuo amico, così si dice tra i Krogan. E va bene, affare fatto. Ma se non manterrete fede al patto, riverserò su di voi tutta la mia ira.
Shepard annuì.
- In quattro siamo in troppi, daremo nell’occhio. Serve qualcuno che rimanga qui a controllare. Magari può farsi quattro chiacchiere con Barla Von e vedere cosa dice-, propose Shepard.
- Me ne occuperò io-, disse Kaidan,- Voi pensate a fare fuori Fist.
 
Quello che trovarono nell’antro di Chora fu uno scenario alquanto singolare: praticamente tutti i dipendenti del locale, compresi barista e qualche ballerina, erano armati fino ai denti con la chiara intenzione di non lasciare nessuno dei tre vivo.
- Il nemico è dappertutto!- , gridò una ballerina.
-  Wrex emise un verso di guerra, poi si lanciò alla carica contro il povero barista, che venne massacrato. Garrus, nel frattempo, si era trovato un bel posticino da dove utilizzare indisturbato il suo fucile, mentre Shepard, fucile d’assalto in mano, cambiava riparo continuamente sparando finché l’arma non si surriscaldava. Le ballerine vennero uccise dopo il barista da Wrex, mentre Garrus eseguì alcuni colpi alla testa degni di lode. Shepard se la stava vedendo con un tipo molto temerario e anche convinto delle proprie cause, che si era nascosto dietro il bar e sbucava da lì molto sporadicamente per sparare con la pistola, e aveva una mira perfetta, visto che riuscì a colpire il Comandante, protetto dal giubbotto antiproiettile. Tuttavia, Shepard lo udì imprecare e poi qualcosa colpì il muro dietro di lei e andò in frantumi. Il suo avversario aveva l’arma completamente surriscaldata, e a quanto pareva si stava dando da fare a lanciare contro Shepard tutto ciò che trovava, compresi piatti, forchette, bicchieri e anche qualche cubetto di ghiaccio. Reprimendo a stento una risatina, il Comandante uscì dal riparo senza sparare. L’uomo ne approfittò per lanciarle contro un bicchierino di vetro, ma non fece in tempo, perché venne colpito alla gola da una serie di proiettili. Nel frattempo si stavano avvicinando altri due nemici. Velocemente, Shepard ne freddò uno con un colpo alla testa, poi si riparò a sua volta dietro il bar. Prese il cadavere e lo utilizzò come scudo, mentre continuava a sparare. Alla fine anche l’altro uomo cadde a terra esanime.
-  Qui abbiamo finito-, annunciò Wrex con aria annoiata.
Entrarono quindi nel magazzino, dove alcuni magazzinieri puntarono loro le pistole.
- Non ci posso credere-, commentò Garrus –Devono essere morte tutte le guardie.
- Fermi, o spariamo!
- Siete magazzinieri, non assassini. Abbassate le armi. Se sparate, ve ne pentirete. Uscite da qui e non preoccupatevi, non diremo nulla a nessuno-, disse Shepard.
I magazzinieri si guardarono negli occhi, poi fecero come era stato loro detto.
Nella stanza adiacente c’era Fist, che ovviamente non si arrese senza combattere. Ad aiutarlo c’erano ben due torrette, che dettero delle serie grane al gruppo. Shepard ne riuscì ad abbattere una grazie al fucile a pompa, ma incassò vari colpi da Fist. L’altra torretta venne distrutta da Garrus. Come pattuito, Wrex volle dare il colpo di grazia a Fist, che però si arrese prima che questo potesse fare nulla.
- Aspetta un attimo, Wrex-, disse Shepard, puntando la pistola contro l’uomo, -Dove è la Quarian?
-  Non è qui. Non so dove sia. Voleva dare informazioni direttamente all’Ombra.
- Impossibile, non si può fare-, disse Garrus.
 Nessuno può vedere l’Ombra, è vero, ma la Quarian non lo sapeva, così l’ho ingannata. Al posto dell’Ombra incontrerà gli uomini di Saren.
 Dove è l’appuntamento?
-  In un vicolo vicino al mercato. Fai ancora in tempo!
- Non farti più vedere.
-Tranquillo, non mi vedrai mai più!- disse Fist.
- Ehi, e il patto?-, esclamò Wrex.
-  È stato rispettato. Fist si è arreso, non possiamo ucciderlo. Anche le regole dell’onore dei Krogan lo vietano. O sbaglio?
Wrex emise un verso di stizza.
- Hai ragione. Mi hai ingannato, Shepard, o meglio, sei riusita a fregarmi. Sei la prima, complimenti. Fossi stata un'altra persona, ti avrei uccisa seduta stante. Eppure tu... mi hai colpito, Shepard. Ti aiuterò contro quel Saren, ti dò la mia parola.
Shepard emise un sospiro di sollievo: aveva temuto il peggio, ma non era nel suo stile uccidere le persone, persino quelle come Fist. Ora dovevano solo pensare alla Quarian.
Quando uscirono, trovarono sei scagnozzi di Saren ad aspettarli proprio all'Antro di Chora. Wrex, che non era riuscito ad uccidere Fist, scatenò tutta la sua ferocia repressa contro quei malcapitati, che poco potevano contro un avversario cotanto potente. Garrus usava solamente il fucile a pompa, non aveva ripari nè spazi adeguati per quello di precisione. Shepard, invece, optò per un altro approccio. Si era riparata in un corridoio, dietro lo stipite di una porta, in quelle condizioni non poteva essere precisa, mentre i nemici correvano in qua e in là. Era giunto il momento di rispolverare il buon vecchio fucile d'assalto, col quale giustiziò ben tre nemici. Vide un'espressione ammirata sul volto del Krogan, che pareva essere orgoglioso di essere al suo comando. Il resto dei nemici venne ucciso dagli alleati.
 
Trovarono la Quarian al mercato. La sorpresero parlare con un Turian e chiedergli dell'Ombra. Il Turian rise e la accarezzò, gesto non gradito dalla ragazza, che lo scacciò, si allontanò e gli lanciò contro una bomba a mano di scarsa fabbricazione. Alcuni assassini, ben nascosti, uscirono dai loro ripari.
Shepard e gli altri entrarono in azione, affiancando la Quarian e scoprirono che la fanciulla era molto abile nel combattimento, soprattutto pareva avere ampie e profonde conoscenze tecnologiche. Era riuscita a posizionare un drone in un lasso di tempo incredibilmente breve, cosa che Shepard non aveva mai visto fare durante tutta la sua intera carriera. Gli assassini avevano scelto un luogo perfetto, pieno di ripari, di certo erano stati molto astuti e avevano preso in considerazione ogni evenienza.
Tuttavia, non avevano considerato l'eventuale presenza di un tiratore scelto: Garrus salì in fretta su uno dei vari balconi che si affacciavano sul mercato e non visto, preparò l'arma. Il suo aiuto fu decisivo ai fini della riuscita del salvataggio.
- Fist mi ha tradita, sapevo che non potevo fidarmi!-, esclamò la Quarian.
- Non ti preoccupare. Non è più un problema, a lui abbiamo pensato noi. Piacere, sono il Comandante Shepard.
- Io sono Tali Zorah nar Rayya. Sono in debito con voi.
- Era il mio dovere. Tuttavia, ascoltami, se vuoi sdebitarti hai un'occasione. Sto cercando prove contro Saren, e so che tu le hai.
- Certo! Però questo non è un luogo adatto.
- So io quale è un luogo adatto-, disse Kaidan, appena giunto con Ashley, - L'ufficio dell'ambasciatore Udina.
 
- Lei, Shepard, mi sta complicando le cose. Sparatorie, massacri... no, non è così che uno Spettro inizia la sua carriera. E quella chi è? Che ci fa qui?-, chiese Udina, indicando Tali. Garrus e Wrex non erano entrati.
- Mi chiamo Tali. Tali Zorah nar Rayya. Ho prove contro Saren.
- Cosa? Parla, allora.
- Noi Quarian, al raggiungimento dell'età adulta, compiamo un pellegrinaggio. Dobbiamo portare indietro qualcosa di importante per la flotta per provare le nostre capacità. Io ho studiato un gruppo di geth, li ho inseguiti, e sono riuscita a disattivarne uno. Invece di ciò che cercavo, ho trovato nella sua memoria qualcosa. Qualcosa riguardante Saren. è stato lui ad inviare i geth su Eden Prime! Si è alleato coi geth! Non so perchè, ma lo ha fatto.
- Hai con te ciò che serve?-, chiese Udina.
- Ovviamente.
- Bene. Allora la fine di Saren è vicina, nonostante i vostri metodi.
- Aspettate, non ho finito. Potete udire voi stessi. Ho raccolto un database sonoro.
Tali armeggiò col suo factotum, poi la registrazione della voce di Saren si fece forte e chiara.
Quella su Edem Prime è stata una vittoria folgorante. Grazie alla sonda potremo finalmente trovare il condotto.
- È la voce di Saren-, commentò Anderson, -Ma cos’è il condotto?
- Non ne ho idea, ma ce lo spiegherà Saren stesso fra poco tempo-, rispose Shepard.
- C’è dell’altro: Saren non stava agendo da solo-, disse la Quarian.
E aprire la strada al ritorno dei Razziatori.
Quella era una voce femminile, sicura e decisa. Razziatori? Quelle macchine di cui narravano le leggende antiche? Shepard non poteva crederci, tuttavia quello non era il momento di pensarci. Dovevano indagare, cercare qualcosa.
- I geth vedono i Razziatori come delle divinità e non vedono l’ora di farli ritornare.
- Oh, al Consiglio saranno contentissimi-, disse Udina, sarcastico.
- I Razziatori sono una minaccia! Dobbiamo informare il Consiglio.
- Bene. Raggiungiamo la torre. Al processo saremo presenti solo io, te e Anderson, Shepard, gli altri rimarranno fuori, in attesa-, spiegò Udina. 
 
L’Ascensore della Torre aveva appena iniziato la sua lunga salita. Shepard era accompagnata da Wrex e Kaidan, e mentre Udina e Anderson erano già saliti da un pezzo, gli altri invece, compresa Tali che aveva deciso di unirsi a loro, erano in attesa,: benché la Cittadella fosse molto sviluppata, gli ascensori potevano trasportare solo poche persone.
- Pensavo ti fossi rivoltato per la questione di Fist-, disse Shepard a Wrex.
- Lo avrei fatto, ma mi hai sorpreso.
- È un bene. Wrex, posso chiederti una cosa?
- Se è opportuna.
- Ho visto come ti muovi in battaglia. Sei… non lo so, ti ho visto uccidere senza esitazione, sei bramoso di sangue, feroce e infallibile. Ma ho notato una cosa, Wrex: non ti sale l’adrenalina perché uccidi, no, ma perché rischi la vita. Allora ti chiedo: perché ti getti in battaglia senza tener conto dei rischi? Perché metti così a repentaglio la vita? Pare che non ti importi molto di vivere o morire.
- Ancora una volta mi stupisci. Vedi, molte razze pensano che i Krogan siano guerrieri spietati che provano piacere nell’uccidere. No, noi non traiamo alcun diletto nel togliere la vita, bensì nel rischiarla.
- E come diavolo è possibile?-, chiese Kaidan.
- Vedi, è nella nostra cultura Krogan. Abbiamo capito che quando la vita trascorre bene, quando non corri nessun pericolo e sei al sicuro, dai la vita per scontata. Non trai diletto nel vivere, né, soprattutto, ti senti vivo. Invece, è quando vedi che la vita può scivolarti di mano da un momento all’altro, quando sei un tantino così lontano dalla morte, quando ti rendi conto che forse non potrai più vedere questo bel mondo, ecco, allora ti senti vivo. Noi siamo anime che bruciano per sentirsi vive, Shepard, e abbiamo bisogno di un carburante, di qualcosa per farci incendiare. Fist mi ha dato l’occasione di infiammare la mia anima che morirebbe per sentirsi viva.
- È un controsenso-, osservò Kaidan.
- Per voi umani.
L’ascensore si aprì. Bene. È il momento della verità, Saren.
- Presto, Udina sta esponendo le prove contro Saren-, disse Anderson, che stava attendendo Shepard. 

Appena entrata nella sala, Jill Shepard udì la voce registrata di Saren che aveva fornito loro Tali.
- Volevate delle prove? Eccole!-, disse Udina, indicando i Consiglieri con un gesto teatrale.
- Beh, queste prove sono inconfutabili. Saren verrà privato dello status di Spettro, e faremo del nostro meglio affinchè paghi per ciò che ha fatto.
- La voce dell’interlocutrice appartiene alla Matriarca Benezia-, disse il Consigliere Asari, -Una matriarca è un’asari giunta all’ultimo stadio vitale. Le matriarche sono molto sagge e potenti, e Benezia in particolare è una potente biotica, che rappresenta per - aren un alleato importante-
- Invece io mi vedo interessato a questi… Razziatori. Cosa sono?-, chiese il Salarian.
- Antiche macchine, esseri sintetici che spazzarono via i Prothean e poi scomparvero nel nulla-, spiegò Anderson.
- Macchine, che i geth adorano come divinità e che farebbero di tutto per far ritornare-, completò Shepard.
- Saren sta cercando il condotto per farli ritornare.
- Sappiamo cosa sia e dove si trovi questo condotto?- , chiese il Salarian.
- Non ancora. Ma presto lo scopriremo-, rispose Shepard.
- Si rende conto di ciò che sta dicendo? Saren vorrebbe far tornare le macchine che un tempo devastarono la galassia?-, chiese il Turian, adirato.
A quel punto Shepard voleva fargli notare che lo aveva detto Saren stesso, e che lui lo aveva udito, ma rimase in silenzio.
- E che poi sono scomparse nel nulla? Se questi esseri esistessero, allora ne avremmo trovato tracce. Sono novelle per spaventare la gente comune, Shepard!-, continuò il Turian.
- Quando ho cercato di avvisarvi su Saren, avete negato la verità, non commettete lo stesso errore, vi prego, disse Shepard.
- Stavolta è diverso- ,affermò l’asari,- Saren sta cercando il condotto ma non sappiamo per quale ragione.
- I Razziatori sono solo una leggenda, Comandante, che serve a Saren solo a coprire i suoi misfatti. Nient’altro-, disse il Salarian.
- Non è vero! Saren non sapeva che avremmo mai trovato questo nucleo di memoria, quando ha pronunciato quella frase, e nemmeno la Matriarca Benezia! Se fosse solo una copertura, perché dirla a vuoto?-, chiese Shepard.
- Per continuare ad avere l’aiuto dei geth. Essi adorano i Razziatori come divinità, lo hai detto tu stessa-, disse l’asari.
- Ma se Saren trova il condotto e lo apre, se fosse vera la storia dei Razziatori, tutto si ripeterà!-, esclamò Shepard.
- Saren è uno Spettro rinnegato con una taglia sulla testa, non ha più le risorse di un tempo. Non dico che sarà semplice trovarlo, ma è certo più debole-, disse il Turian.
- Sapete bene che si nasconde nella Fascia? Inviate una vostra flotta!-, disse Udina, stringendo un pugno davanti ai consiglieri con fare teatrale. Forse non aveva ancora capito che quella non era una recita, ma una vera e propria udienza.
- Una flotta per un solo uomo? Uno spreco-, disse il Salarian.
- Ma la flotta potrebbe tenere al sicuro l’intera regione, impedendo ai geth di attaccare altre colonie-, propose Udina.
- Ma così rischieremo una guerra coi sistemi Terminus-, disse il Turian.
Ormai Shepard aveva capito. Non c’era modo per convincere il Consiglio dell’effettiva esistenza dei Razziatori, né tantomeno per convincerli a cercare Saren con le loro risorse.
- Non ci faremo trascinare in un conflitto galattico per un pugno di colonie umane-, continuò il turian, sprezzante.
- Ma certo-, si intromise Shepard, - Perché voi misurate le vite con due bilance e due misure, non è vero? Perché alla fine cosa importa se a morire sono gli umani? Cosa importa se i geth uccidono donne umane? Cosa importa se massacrano bambini - mani?-
- Moderi i toni, Shepard-, le disse il Turian.
- Non modero alcun tono. Non sono io a doverlo fare. Cosa importa se siamo noi a morire? Siamo solo una spina nel fianco, non è vero? Qualcosa di cui liberarsi. Finché Saren e i geth non attaccheranno le colonie Turian, Asari o Salarian, non è poi preoccupante, non è vero? Se lo farà invierete tutta la flotta della Cittadella contro di lui, non è vero?
- Non hai compreso il mio ragionamento.
- No, è lei a non aver capito nulla. ma non si preoccupi, non mi interessa. Continuiamo.
- Shepard ha ragione! Sono stufo del Consiglio e della sua politica antiumana!-, disse Udina, riprendendo la sua recita teatrale.
- Ambasciatore, ci sarebbe un’altra soluzione: un modo per catturare Saren che non implichi il dispiego di flotte ed eserciti, e che farebbe salire di importanza gli umani-, disse l’Asari.
- E quale sarebbe?
- No, è prematuro. L’umanità non è pronta ad accollarsi le responsabilità dell’entrata di un loro membro negli Spettri-, disse spaventato il Turian.
Shepard pensava. Pensava febbrilmente. Spettro. Lei? Di nuovo? Però, questa volta avrebbe potuto impedirlo. Eppure, si sentiva di doverlo fare, perché se lei non avesse catturato Saren, nessuno avrebbe potuto farlo, e poi nessuno si sarebbe curato dei Razziatori, cosa che lei aveva intenzione di fare.
- Così facendo voi non dovrete utilizzare una flotta, e l’Ambasciatore avrà il suo Spettro umano. È l’unica soluzione-, disse Shepard.
L’Asari lanciò un’occhiata esplicativa al Turian, che alla fine acconsentì con un gesto annoiato.
- Comandante Shepard, si avvicini-, disse l’Asari.
Shepard guardò Anderson, che con un sorriso paterno le fece cenno di avviarsi.
- Il Consiglio ha deciso di conferirle tutti i poteri e i privilegi previsti dal Dipartimento SPEcialisti taTTica e Ricognizione della Cittadella-, disse l’Asari.
- Gli Spettri vengono selezionati, non addestrati-, continuò il Salarian, incrociando le braccia, -Sono individui forgiati dal fuoco di mille battaglie, le cui azioni li elevano al di sopra di tutti gli altri.
- Gli Spettri sono un ideale, un simbolo. L’incarnazione del coraggio, della determinazione, della fiducia in sé. Sono il braccio destro del Consiglio, gli strumenti del nostro volere-, continuò l’Asari.
- Gli Spettri hanno un enorme responsabilità, sono i protettori della pace galattica, la nostra prima e ultima linea di difesa, spetta a loro preservare la stabilità e la sicurezza della galassia-, disse il Turian.
- Lei è il primo Spettro umano, comandante. Questo è un grande passo per l’umanità, e un grande onore.
- Grazie, Consiglieri-, disse Shepard, accennando ad un inchino.
- La invieremo nella fascia in cerca di Saren. È un fuggitivo, quindi può utilizzare ogni metodo per… per, beh, risolvere il problema-, disse il Salarian.
- Dichiaro chiusa l’udienza del Consiglio-, disse l’Asari.
- Complimenti, Shepard!- disse Anderson, stringendole la mano, - La vera avventura inizia qui-
   
 
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