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Autore: _Anaiviv    21/12/2015    1 recensioni
-Come ha potuto Leonardo permettere che la catturassero?-
-Non è stata una scelta dell'artista- disse il conte con il suo solito fare estremamente calmo -lei l'ha deciso.-
Lo guardai sbigottito, aspettando che continuasse a parlare.
-Ci siamo fronteggiati per parecchi anni, posso permettermi di dire che la conosco discretamente bene. E' sicuramente il guerriero più ardito che abbia mai visto. Ha sempre affrontato i suoi nemici con spavalderia, beffeggiandosi costantemente di loro, accompagnata dal suo sarcasmo pungente, e neanche sotto tortura ha mai ceduto. Forse questo suo comportamento è parecchi imprudente ed irritante, ma non si è mai piegata al volere di nessuno. Però, quando le hanno detto che era in ballo anche la tua vita, ho visto qualcosa cambiare nel suo sguardo, per la prima volta il suo viso si era rabbuiato, sapeva di essere in trappola. Eppure sapeva anche che con la sua astuzia avrebbe trovato una via di scampo, ma non l'ha fatto, ha preferito te. Vedo l'amore negli occhi di chi ama, e lei ti ama come non ha mai fatto in vita sua ed è pronta a sacrificarsi affinché tu sia salvo.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Leonardo da Vinci, Lorenzo Medici, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zoroastro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Riuscimmo appena in tempo a scorgere la folta chioma riccia di quella misteriosa ragazza prima che si addentrasse nel bel mezzo della folla.
Camminava molto veloce, quasi ci affaticammo per stare al suo passo, dovevamo proseguire a debita distanza per non farci scoprire (ed avevamo rischiato parecchie volte). Non solo era necessario tenere gli occhi ben aperti, ma bisognava esser pronti a recuperare il tempo perso a nasconderci nei vicoletti per non essere beccati.
Ma dopo all’incirca dieci minuti, la perdemmo di vista. Non volevo rassegnarmi all’idea di non poterla più vedere, anche perché doveva trattarsi sicuramente di una forestiera, perché insomma, un personaggio del genere doveva per forza risultare conosciuto da me o dal mio amico artista.
Decidemmo che la cosa migliore da fare sarebbe stata recarci alla dimora dei signori di Firenze, Lorenzo non amava i ritardatari.
Leonardo quel giorno avrebbe potuto finalmente presentare i nuovi progetti delle sue armi; aveva ottenuto quell’udienza con la scusa di dover dipingere il ritratto della favorita del Magnifico, Lucrezia Donati (e avrei potuto giurare che l’uso di quella scusa non gli dispiacque  affatto).
Così, una volta aver stipulato il contratto per la commissione del dipinto, egli avrebbe approfittato della vicinanza con Lorenzo per mostrargli le sue spingarde, geniale no?
Entrammo nell’edificio giusto un attimo prima che iniziasse a piovere. Non ho mai amato molto la pioggia.
Passò poco tempo prima che un servo comunicasse al mio amico che Lorenzo fosse pronto ad accoglierlo, così quando Leonardo si allontanò, andai alla ricerca di un posto dove sedermi, ero davvero stanco.
Nel frattempo vidi camminare poco distante da me quel bastardo di Ser Piero Da Vinci, padre di Leonardo, che come al solito mi osservò con disprezzo (beh in fondo guardava tutti così, persino suo figlio), senza preoccuparsi di darlo a vedere o meno. I suoi passi procedevano spediti, infatti in pochi secondi, fortunatamente, scomparve dalla mia vista, entrando in una stanza lì vicino. Ero quasi convinto che non gli fossi mai andato a genio per tanti motivi, anche l’avere origini turche veniva visto da lui come uno dei miei tantissimi difetti.
Poco importava, infondo quell’odio gli era ampiamente retribuito.
Sembrava esser passata un’eternità da quando Da Vinci era andato via, ma finalmente fece capolinea fuori dalla stanza in cui sembrava esser sparito.
Mi preoccupai quando vidi il suo volto cupo, pensavo che qualcosa fosse andato storto, così subito chiesi spiegazioni.
-Ha accettato!- esultò a voce bassa, con un sorriso vittorioso stampato sul viso. Per la miseria, perché considerava strettamente necessario farmi venire un colpo invece di darmi subito la vera e bella notizia?
Lo spinsi con una mano, facendolo barcollare per un istante, ma poi iniziammo a ridere entrambi. Non sapevamo, però, che l’avventura  che stavamo per iniziare, era ben più interessante delle nostre aspettative.
-Zoroastro guarda!- sussurrò il mio amico mentre mi tirava per la giacca dietro una colonna, mentre con lo sguardo mi indicava un punto sulla scalinata principale.
Completamente fracida, si accingeva a salire le scale, cercando si non scivolare sull’acqua che gocciolava dal suo stesso corpo, la ragazza che si era presentata alla bottega. A giudicare dalla sua espressione sembrava seccata, e anche parecchio buffa; sorrisi quando la vidi agitarsi nell’intento di scrollarsi un po’ d’acqua da dosso. Anche i suoi capelli erano zuppi, apparivano molto più lunghi e scuri.
Gli feci segno di seguirla quasi immediatamente, così, appena ne avemmo l’occasione, ci muovemmo per non perderla di vista di nuovo. Ci fermammo giusto in tempo, quando all’improvviso vedemmo che di fronte a lei c’era Piero. Leonardo divenne particolarmente curioso quando li sentì parlare. Dalla nostra posizione riuscivamo a vedere entrambi, ma lei ci dava le spalle. Beh, dovevo ammettere che aveva un fondoschiena formidabile.
-Che diamine ci fai qui!?- esordì l’uomo con fare minaccioso, dedussi quindi che già si conoscevano. Continuammo ad origliare.             
-Vi avevo detto di avvisare vostro figlio della mia visita! Vi avevo scritto una lettera!- la voce di lei era seria e pensai che, dal modo in cui pronunciava quelle parole, traspariva la stessa rabbia che vidi nei suoi occhi alla bottega di Leonardo.
-Sai benissimo che fine fanno le tue lettere, Alessandra.-
Anche la voce del padre era altrettanto seria, ma dal suo tono traspariva la più totale indifferenza.
Non avendo la possibilità di osservare il volto di lei all’udire di quelle parole, provai ad immaginare i muscoli del suo viso contrarsi per la rabbia.
-Siete uno stolto! Un vigliacco! Non avete il minimo rispetto neanche..- le parole furono interrotte bruscamente da un rumore. Piero le aveva appena dato uno schiaffo in pieno viso. Potevo sentire quasi il pizzicore, il dolore sulle mie stesse guance. Istintivamente portai una mano sulla gota, massaggiandola come se il ceffone l’avessi ricevuto io.
-Non posso prestare troppa attenzione ad una bastarda come te, te l’ho già spiegato troppe volte..- il suo tono di voce si abbassava man mano che parlava, e dopo una piccola pausa continuò -.. sono un notaio importante, io. Un uomo d’affari. Non lascerò che una figlia illegittima, quale sei, possa mettere a repentaglio la mia reputazione. E sta lontana dai Medici! Non bastava quello sciagurato di tuo fratello tra i piedi!-
-Non potete dirmi cosa fare! Se per voi sono la “figlia di nessuno” non siete autorizzato a darmi alcun ordine!-
La  conversazione si accendeva sempre di più, ma non prestai attenzione alle scottanti parole che si stavano scambiando i due nei corridoi del palazzo. Ero rimasto allibito da ciò che avevo sentito pochi istanti prima, e non posso neanche immaginare lo stupore di Leonardo all’udire di quei discorsi. Lui quasi sbiancò in volto. Si alzò repentinamente dirigendosi verso di loro, non feci in tempo a fermarlo per dirgli di pensare prima di agire. Ma non sembrava un limite che potesse fermarlo.
Non lo seguii, mi limitai a seguire la scena dalla posizione in cui mi trovavo.
-Padre…- iniziò lui. Era la prima volta che lo vidi parlare al padre con esitazione, immaginavo che la notizia l’avesse scosso parecchio. Era davvero sconvolto, come poche volte in vita sua. Piero guardò prima la ragazza, Alessandra, e poi tornò al suo primogenito. Certo che era una strana parola quella, pensavo che uno come il notaio non avrebbe mai e poi mai avuto un secondo figlio.
-Leonardo, sta fuori da questa faccenda!- gli intimò l’altro, avvicinandosi a lui.
-Queste vostre parole mi hanno mai fermato?- gli rispose il figlio scoppiando in una fragorosa risata, quasi a dispetto del padre, che tentava di non dare troppo nell’occhio. La sua aria sconvolta era scomparsa in un batter d’occhio.
-Ci mancava solo che due piaghe della società come voi si incontrassero!- sbottò Piero fissandoli entrambi. Ci fu qualche istante di pausa, sembrava si fosse incantato -E non posso sopportare che entrambi siate qui a rovinare tutto ciò che la mia famiglia ha ottenuto!-  
-Adesso che mi ci fate pensare, vi siete impegnato davvero tanto affinchè noi non ci incontrassimo, complimenti. Insomma, dopo la scomparsa della vostra schiavetta avete pensato bene di dividerci, nella speranza che non facessimo danno rilevante alla vostra magnifica ed importante persona. Secondo me avreste fatto a meno anche di Leonardo, ma vi serviva lo stesso qualcuno che prendesse in eredità i vostri beni, padre. E finchè quella poco di buono di vostra moglie non vi darà un legittimo erede…- la risposta del padre non tardò ad arrivare. Un secondo schiaffo fu dato alla ragazza, ancora più forte del primo. Mi irrigidii a quella vista, serrai i pugni cercando di contenere l’istinto di vendicarmi per lei. Anche Leonardo ebbe più o meno la stessa reazione, che manifestò spostandosi leggermente più avanti, come a voler proteggere la sorella. Che pensiero strano, Leonardo aveva una sorella!
-Tranquillo Leonardo, l’unica cosa che può fare è ricorrere alla forza.- gli disse ghignando, beffeggiandosi della dimostrazione di eccessiva rabbia da parte di Piero.
-Voi siete soltanto il frutto generato da una schiavetta nella qualche ho gettato un po’ del mio seme. Chiamarvi eredi sarebbe il colmo!-
Non solo erano fratelli, ma addirittura nati da uno stesso parto! “Separati dalla nascita” letteralmente, ecco perché il volto della fanciulla mi sembrava così familiare. Ma la loro somiglianza si limitava solo a qualche lineamento del viso. Se li avessi visti per strada non avrei mai pensato che potessero essere gemelli.
-Padre, ascoltate..-esordì infine Alessandra, con una calma disumana nella sua voce, anche se il ghigno persisteva sul suo volto – mi ha alquanto stancata questa infinita discussione. Quindi, se mai doveste vedermi al palazzo, e se mai questo dovesse darvi così fastidio.. fate finta di non conoscermi.- e un lieve inchino, si congedò lasciando suo padre a bruciare di rabbia.
 La guardai passarmi accanto, mentre i due uomini stavano ancora discutendo su quella questione. Ma ormai la mia attenzione era altrove.
Avanzò ancora di qualche metro, per poi voltarsi verso di me sorridente.
-Perdonatemi messere, per la spiacevole scena alla quale avete assistito.- era decisamente tranquilla, e l’ira era quasi completamente svanita.
-Madonna, non mi permetterei mai di impicciarmi dei fatti altrui, soprattutto se si tratta di una fanciulla come voi..- le risposi galante, altro metodo che con le donne funzionava sempre.
-Ah messere..-  si interruppe lasciandosi sfuggire una risatina quasi innocente -.. volete farmi credere che non ho visto voi e Leonardo appostati dietro la colonna?
Consapevole di aver fatto una figuraccia, mi presi un secondo per rimediare, avevo molti assi nella manica.
-Sta bene, mi avete scoperto. Una fanciulla come voi non può che destare la mia attenzione.- si! L’avevo fatta sorridere di nuovo! Ecco che tutto rientra nei miei piani di seduzione -Il mio nome è Zoroastro, e il vostro?
-Alessandra, ma diamoci del tu.- la cosa che più mi lasciava perplesso era che nonostante non indossasse un abito elegante, o i capelli acconciati perfettamente tra mille fermagli, apparisse così bella e.. ribelle? Selvaggia? Indipendente? Sono tanti gli aggettivi che potrei affiancarle, tutti fottutamente positivi. Più tempo passavo ad osservarla, e maggiore era la voglia di averla tutta per me, possederla, anche per una notte, come del resto facevo con le altre donne. Immaginavo che però lei fosse un’ardua sfida, ma nulla di impossibile per il sottoscritto.
-Incantato..- mi limitai a rispondere, facendole il baciamano.
In quell’istante Leonardo ci raggiunse, e soppresse una risata alla vista di quel mio comportamento galante.
-Alessandra..- iniziò lui tornando serio -immagino che io e te abbiamo molto di cui parlare. Che ne dici di vederci al “Cane abbaiante” stasera, al calar del sole?-
-Non vedo l’ora, fratello- disse lei sorridente, porgendogli la mano destra, a mo’ di presentazione. Di solito era sempre l’uomo che faceva questo gesto, un altro aspetto che dimostrava che Alessandra era ben diversa da.. tutte.
Detto questo, dopo avermi detto di raggiungerlo più tardi, si allontanò.
-Verrai anche tu stasera Zoroastro?- mi chiese dopo alcuni secondi.
-Se sarò libero, verrò volentieri.- le risposi avvicinandomi lentamente, inchiodando gli occhi nei suoi. Lei resse lo sguardo senza difficoltà.
-Allora, a stasera.- rispose sorridendo lievemente, quasi dando per scontato che non avessi impegni. Successivamente si congedò.
Angolino dell’autrice. (attenzione: SPOILER. Chi non ha visto dalla sesta puntata della terza stagione non continui a leggere queste note. Il resto della mia fic non conterrà spoiler.)
Spero di poter mantenere un ritmo costante nella pubblicazione dei capitoli, ma spero di esser partita con il piede giusto.
Mi vorrei soffermare su un aspetto molto importante per la trama. Questa storia, come ho già detto in precedenza, è già stata pubblicata da me in precedenza (con il nome “La figlia bastarda”) solo che ho attuato alcuni cambiamenti nella disposizione dei capitoli ed ho preferito rimandarne la divulgazione. È ormai tanto tempo che sto lavorando a questa storia, e non esagero se vi dico da quando è stata trasmessa la prima stagione nella serie. Quindi pensavo che creare un nuovo personaggio, ossia la sorella dell’artista, fosse un’idea originale, ma non solo nella serie Leonardo ha DAVVERO una sorella, mi è capitato di leggere un’altra storia che ha avuto la stessa idea.
Per questo ci tenevo a specificare che tutto ciò che troverete scritto qui è solo frutto del mio lavoro, e mi dispiacerebbe molto essere fraintesa.
Detto questo, se avete domande, rivolgetemi a me tranquillamente tramite messaggio, o lasciate una piccola recensione, così magari potrete aggiungere anche un vostro parere sulla storia!
Grazie mille a tutti e a presto :P 
  
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