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Autore: FloxWeasley    21/12/2015    3 recensioni
"Forse non dovrei chiamarti. Cioè, so che non dovrei chiamarti perché... perché ho bevuto un po' e sono... che ore sono da te, Addison? Non riesco a ricordare se ci sia differenza di fuso orario tra Seattle e Los Angeles..."
La donna nascose un sorrisino divertito dietro la mano e scosse la testa, lasciandosi scivolare a sedere sul divano.
"... e nemmeno se lì da te si festeggi il Natale... lo festeggiate il Natale in California, Addison?"
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Addison Montgomery Sheperd, Derek Sheperd
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Home for Christmas
capitolo tre: Kiss me on this cold december night (don't wake me please from this winter dream)

 

So please just fall in love with me this Christmas
There's nothing else that I would need this Christmas
Won't be wrapped under the tree
I want something that lasts forever
So kiss me on this cold December night.

[Cold December Night, Michael Bublè]

 

L'albero di Natale aveva osservato, silenzioso e benevolo, mentre a quel primo, lungo bacio seguivano molti altri: ogni volta che uno dei due si allontanava appena per riprendere fiato, subito l'altro tornava ad annullare la distanza tra le loro labbra, quasi l'idea che rimanessero lontane troppo a lungo fosse impossibile da prendere in considerazione.
E così ancora e ancora, le dita intirizzite che scivolavano tra i capelli fradici e le labbra che baciavano via i fiocchi di neve dal volto, incuranti del cielo che si faceva sempre più scuro e della neve che continuava a cadere leggera, inzuppando i vestiti di entrambi.
Solo quando si erano ritrovati a tremare violentemente l'uno nelle braccia dell'altro si erano decisi, a malincuore, a rialzarsi e rientrare nella roulotte; nessuno dei due avrebbe voluto spezzare quel momento magico, perché nella luce soffusa delle luminarie e immersi nel silenzio ovattato del bosco ricoperto di neve avevano la sensazione di stare in un sogno: abbandonare quell'atmosfera sarebbe stato un po' come svegliarsi.

Appena messo piede all'interno, quindi, non ci fu bisogno di parole perché le labbra tornassero a cercarsi con l'urgenza di chi non respira da troppo tempo, mentre le mani gelide correvano a spogliare l'altro dei vestiti zuppi come per liberarlo da una prigione sopportata per troppo tempo; dopo aver indugiato a lungo sulle forme che in quindici anni avevano imparato a memoria, gli sguardi di Addison e Derek si incontrarono di nuovo: specchiato negli occhi dell'altro potevano leggere lo stesso ardente desiderio e lo stesso sollievo nel riconoscere qualcosa di estremamente familiare. Il tempo di scambiarsi un sorriso complice, e la doccia troppo piccola che già una volta aveva dato prova di poterli ospitare entrambi conobbe l'impetuoso riscoprirsi di due corpi che non si erano mai dimenticati.

Don’t wake me up
If this is love
Please, let me be
Swept completely off my feet
This snow globe dream is telling me
This Christmas it all became real
Don’t wake me please
From this winter dream
[Winter Dream (Brandon's Song), Kelly Clarkson]


*

 

It's that time of year
Leave all our hopelessnesses aside
If just for a little while
Tears stop right here
I know we've all had a bumpy ride
I'm secretly on your side
[Just for now, Kelly Clarkson]


L'aveva lasciata che ancora si godeva l'acqua bollente sulla pelle, con un bacio fugace su una spalla nuda, dicendo che se non volevano morire di fame gli conveniva fare un salto al supermercato prima che chiudesse. Rientrando, le guance rosse per il freddo e le mani cariche di sacchetti di plastica, Derek aveva preso subito a chiacchierare allegramente di ciò che aveva comprato.

“Ho preso il latte, il preparato per la cioccolata calda, la panna montata...” cominciò, abbandonando i sacchetti sul tavolo e liberandosi del cappotto con un movimento fluido. “... la pasta, quel sugo piccante che piace a te... dell'insalata, dei pomodori e qualche cosa che possiamo scaldare per domani... la commessa mi ha guardato come se fossi un pazzo. Chi mangia cibo riscaldato a Natale?” ridacchiò l'uomo mentre si sfilava la sciarpa e si avvicinava alla camera da letto.
“Avrei voluto risponderle che c'è di peggio, perché chi mangia cinese scadente al Ringraziamento potrebbe benissimo farlo anche a Natale, ma non-”

L'uomo si era bloccato nel bel mezzo del suo sproloquio, interdetto dalla mancanza di reazioni della donna: Addison se ne stava seduta a gambe incrociate sul letto, infilata in una vecchia tuta di Derek che doveva aver indossato miliardi di volte in passato; sulle spalle i lunghi capelli rossi, ancora un po' umidi, le ricadevano in una morbida, ondulata cascata il cui profumo – quello del suo shampoo preferito – aveva riempito tutto l'ambiente. La sua espressione era estremamente seria.

“Addie. Che c'è?”

“Cosa stiamo facendo, Derek?” chiese lei in risposta, fissandolo con quei suoi occhi azzurri come se cercasse disperatamente di afferrare qualcosa di troppo difficile. L'uomo aprì la bocca per rispondere, ma si ritrovò ben presto a doverla richiudere senza aver emesso nemmeno un suono.

La verità era che aveva deciso di non rimuginare troppo su quella faccenda, perché viverla e basta era molto più semplice che analizzarne cause e conseguenze; ma Addison non gli aveva mai reso la vita semplice: lei voleva la verità, sempre e comunque, anche se era dolorosa – una cosa che lo aveva sempre fatto impazzire, quando c'era un problema e lui non avrebbe voluto fare altro che fuggire mentre lei lo obbligava a discuterne, anche a costo di litigare.

Quella scoppiò in una risata amara e scosse la testa, passandosi una mano tra i capelli rossi.
“Dio, non posso credere di esserci caduta ancora. Avevo una vita nuova, avevo ricominciato da zero. E poi tu... con le tue stronzate e il tuo romanticismo spicciolo da ubriaco... salti fuori dalla mia segreteria telefonica e butti tutto all'aria”
“Non erano stronz-”
“Ma quello che stiamo facendo – giocare agli innamorati per qualche giorno, fingendo di ignorare il nostro passato incasinato...” continuò Addison ignorandolo, fermandosi solo il tempo di lasciarsi andare ad un piccolo sospiro. “Non è sano, Derek. O almeno non lo è per me”.

“Che stai dicendo?” ribatté quello, confuso.
“Che non è stato facile cercare di dimenticarti una volta. Quando tutta questa farsa sarà finita e tu troverai il modo di tornare con Meredith-”

“Non ho intenzione di tornare con Meredith” la interruppe lui con decisione. Quella abbozzò un mezzo sorriso condiscendente, come se stesse parlando ad un bambino.
“Non avevi intenzione nemmeno di parlarmi, eppure siamo qui” replicò con aria pratica. “Non dubito che tu voglia passare il Natale con me, Derek, ma non confondere il desiderio di non rimanere solo con cose che non ci sono. Passate le feste non sentirai più il bisogno di avermi qui e questo per me...” Ci fu una piccola pausa, in cui Addison strinse le labbra per non lasciar trasparire la traccia di pianto che rischiava di incrinare la sua voce. “... non è sano. Non è sano e basta”.

Derek restò in silenzio per un po', ma quando infine parlò non si mosse: non spostò gli occhi dal volto della donna, non le si avvicinò né la strinse a sé come avrebbe voluto. Semplicemente, parlò. Come non era mai stato particolarmente bravo a fare.

“So di averti ferita l'anno scorso, a Natale. E so di averlo fatto di nuovo al ballo, e tutte le volte in cui avrei dovuto lottare per noi ma non ci ho nemmeno provato. Non so cosa non andasse in me... è vero, mi ero innamorato di Meredith, ma forse il vero problema era che ero troppo arrabbiato e ferito per ricordarmi di essere innamorato, sopra ogni altra cosa, di te”
“Derek, non eri innamorato di me da-”

“Lasciami parlare” la fermò lui con decisione. “Io e Meredith non ci siamo lasciati perché lei non era pronta o perché ha preferito il lavoro a me, trasferendosi a Boston – sono cose per cui avrei potuto aspettare, se avessi voluto. Certo hanno contribuito, ma il vero problema è che siamo in due fasi diverse della nostra vita. Dieci anni di differenza possono andare bene per una storiella ma lei... non voleva quello che volevo io. Io voglio quello che avevamo io e te, voglio quello che sognavamo insieme, voglio-”

“Abbiamo divorziato per un motivo, Derek! Non puoi cambiare il passato perché la tua storia non funziona come avresti voluto!” lo interruppe Addison, esasperata. “Non addolcire la pillola, il nostro matrimonio non era perfetto nemmeno quando-”
“Dannazione, Addie, perché non capisci? Certo che il nostro matrimonio non era perfetto, ma è quello che voglio!” esclamò l'altro, tirando un pugno al muro con frustrazione.

La donna ammutolì. Poi, con molta più calma di prima: “Non hai saputo scegliere una volta, chi mi dice che questa volta ne sarai in grado? Chi mi dice che, a un anno da qui, non mi dirai che 'A Natale viene voglia di stare con le persone che ami' e non ti ricorderai all'improvviso che non è il nostro assurdo, disfunzionale rapporto che vuoi ma una storia facile con Meredith?”
Derek lasciò andare un piccolo, doloroso sospiro e abbassò lo sguardo, restando a fissare con aria mogia le stesse calze di lana a righe di cui lei aveva riso poche ore prima. “So di aver perso la tua fiducia molto tempo fa” rispose piano. “E che qualunque cosa io ti prometta, per te sarà difficile credermi”.

Addison non intervenne: rimase quietamente in silenzio, in attesa che l'uomo continuasse a parlare. Gli occhi azzurri seguirono la linea del suo sguardo basso e lei non poté, nonostante tutto, impedire alle proprie labbra di piegarsi in un piccolo, soffice sorriso alla vista delle assurde calze variopinte di Derek. Entrambi le fissavano ancora intensamente, con un misto di speranza e nostalgia, quando l'uomo si decise a parlare di nuovo:

“Ma, Addie, quello che posso dirti è che non voglio stare con te perché è Natale, o perché mi sento solo, o perché abbiamo passato dei bei momenti insieme. Voglio stare con te perché sei l'unica donna con cui riesco ad immaginare di passare ogni Natale... e ogni altro giorno dell'anno” concluse, un sorriso genuino e innamorato sulle labbra e gli occhi luminosi.

Forse furono proprio gli occhi: il modo in cui scintillavano in quel momento, fissi nei suoi, la fecero sentire amata come avevano fatto tante volte negli anni. O forse furono quelle assurde calze di lana, o magari il fatto che ogni sua difesa fosse crollata da un pezzo.
Qualunque fosse il motivo, Addison non ebbe il tempo di posare i piedi per terra che già stringeva Derek a sé, il viso nascosto nell'incavo del suo collo e le braccia a cingergli la schiena quasi volesse, in quell'abbraccio, annullare qualsiasi distanza tra loro – passata, presente e futura.
Era la Vigilia di Natale, dopotutto: in quel momento, tra quelle braccia, ogni cosa sembrava possibile.

 

I've got a feeling
this year's for me and you
so happy Christmas
I love you baby
I can see a better time
when all our dreams come true
[Fairytale of New York – The Pogues and Kirsty MacColl]

 

Note dell'autrice
Cavolo, non posso credere di essere arrivata al terzo capitolo! Di solito mollo molto prima! Bravissima U.U *si pat-patta da sola*
Il prossimo dovrebbe essere l'ultimo, secondo le mie previsioni, e se tutto va bene verrà postato la Vigilia di Natale :3 (per regalare un po' di atmosfera Addek al vostro Natale!)
Che dire? Sono molto contenta di questa storiella, anche se i pareri che ricevo sono molto pochi u.u
(Lettori silenziosi, dico a voi: lasciate un commentino, non mordo mica!)
Scherzi a parte, leggere le recensioni mi rende sempre molto orgogliosa ma anche il semplice fatto di essere riuscita a buttare fuori i desideri confusi e le mille immagini che avevo per un Natale Addek in una storiella organizzata... beh, so' soddisfazioni!
Ci risentiamo tra qualche giorno su queste frequenze ;)
Baci,
Fra

PS: domani un ultimo sforzo e poi sono in vacanzaaaaa! Non è meraviglioso? *___*

 

 
  
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