Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: paneenutella    22/12/2015    22 recensioni
Fedez capisce, probabilmente solo in quel momento, perché lo sguardo del riccio lo abbia sempre messo in soggezione.
Mika lo guarda come se lo vedesse davvero.
« Quando sono nervoso mi sudano le mani » confessa il ragazzo, parlando troppo velocemente. Forse è colpa dell'alcool o forse è solo euforico.
« Non mi disturba » risponde Fedez.
« E mi vengono i crampi allo stomaco » continua l'altro, come se Fedez non lo sapesse.
« È carino ».
« E- E poi inizio a parlareparlareparlare e arroscisco spesso ».
« La trovo una cosa adorabile » ammette Fedez e gli sorride perché è vero. È così dannatamente adorabile.
« Sono un ragazzo » sussurra Mika, come se non fosse già abbastanza ovvio.
« Non mi importa ».
E poi succede tutto velocemente. Oppure a rallentatore.
Fedez non lo sa.
Non capisce più nulla dal momento in cui Mika, alto, elegante, snello, con i capelli sempre incasinati e quegli occhi enormi, si china verso di lui e lo bacia.
MikaXFedez // Urban Strangers
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fedez
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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« Se Gennaro non si sveglia entro dieci minuti, giuro che lo butto fuori dal pick-up a calci nel sedere, me la sto facendo addosso da troppo tempo ».
Una risata, e poi: « Vi conoscete da un po' tu e lui, eh? »
« Quattro anni, grazie ad amici in comune. Abbiamo iniziato a suonare insieme da subito ».
Fedez si stropiccia gli occhi. Tutto quel chiasso gli sta facendo venire il mal di testa, che cavolo.
« Suonate insieme? Awww » sente, e spera davvero che quel verso imbarazzante non sia uscito fuori dalla bocca di Mika.
Fedez prova, inutilmente, a girarsi dall'altra parte, ma è incastrato tra il corpo di Mika e la portiera del pic-
Aspetta. Che cazzo?
Fa un grugnito, apre gli occhi e si trova davanti la schiena del riccio, la camicia della sera prima puzza terribilmente di birra e fumo.
È un attimo, poi si ricorda di quanto hanno bevuto.
Di Mika che vomita in un vicolo buio.
E di Gennaro e Alessio che, a quanto pare, hanno dormito in macchina con loro.
Tutto normale, insomma.
I suoi ricordi sono abbastanza incasinati, comunque, e la maggior parte sono dispersi nei meandri della sua mente.
« Ma che cazzo è successo ieri notte? » borbotta, passandosi una mano sulla faccia: ha un mal di testa terribile, decisamente.
« Buongiorno anche a te » lo prende in giro Mika, voltandosi verso di lui. Sembra stare bene ora, sicuramente meglio di qualche ora prima, quando era chinato a novanta e stava rimettendo sul marciapiede, fuori dal Pollaio.
Eppure c'è qualcosa che non va. È come se a Fedez stesse sfuggendo qualcosa.
« Ciao » lo saluta Alessio; si gratta la testa, leggermente imbarazzato.
L'attenzione di Fedez, però, si sposta di nuovo su Mika. Non sembra neanche avere i postumi della sbornia, il bastardo.
È lì davanti a lui, sorridente, con gli occhi grandi e neanche un filino di occhiaie. Quando il ragazzo tatuato, invece, si guarda nello specchietto del pick-up, gli sembra di essere uscito da un episodio di “The Walking Dead”.
In ogni caso, Mika risponde alla sua domanda, cercando di aiutarlo a sistemare il casino che ha in testa: « Abbiamo bevuto, tu hai quasi attaccato briga con Joseph- ».
« Io cosa?! » sbotta, scioccato « E poi, chi minchia è Joseph ».
« Il ragazzo del bar ».
Oh.
OH.
Quel particolare l'aveva completamente rimosso.
« Tranquillo, se lo meritava » lo rassicura Mika, agitando la mano, come ad evidenziare che, quanto successo, non abbia avuto troppa importanza. « E poi... » tentenna leggermente, indeciso se aggiungere o meno qualcosa, « E poi io mi sono sentito male e abbiamo incontrato questi due » indica Alessio e Gennaro che, inspiegabilmente, dorme ancora, « E questo è tutto quello che mi ricordo, più o mino ».
La labbra di Fedez si incurvano quasi automaticamente verso l'alto. « Beh, prima di partire devo andare a pisciare, chi si unisce a me? » propone, e Alessio è già pronto a seguirlo, quando la mano di Gennaro, probabilmente in dormiveglia, afferra il braccio del bruno e lo stringe leggermente.
« Alè, ma con chi stai parlando a quest'ora del mattino? » mugugna, la voce impastata dal sonno.
Fedez guarda l'ora sul telefono.
Quest'ora del mattino” sarebbero mezzogiorno e mezza, ma pazienza.
« Ho un mal di testa allucinante » continua il biondo e Fedez gli darebbe un abbraccio di solidarietà, se non fosse che Gennaro è troppo lontano da lui e che sarebbe fottutamente strano.
Beh, è già strano, in effetti.
Quando Genn apre gli occhi è divertente leggere nel suo sguardo la confusione, lo smarrimento e poi, la consapevolezza.
Fedez potrebbe giurare di sentire le sinapsi del suo cervello muoversi così velocemente da andare a fuoco.
« Oh mio Dio » dice solamente, sistemandosi il ciuffo sulla fronte. Il ragazzo tatuato pensa che sia più un gesto dettato dall'abitudine – e dal nervosismo, forse – che altro.
Quando lo sguardo del biondo incrocia il suo, Fedez nota come Gennaro abbia aumentato la stretta sul braccio di Alessio. « Ma l'hai riconosciuto? » dice, ed è ovvio che stia cercando di mantenere la calma.
Alessio si sporge un pochino, perché c'è Mika in mezzo e lui non riesce a vedere bene, probabilmente.
Gli bastano un paio di occhiate, poi sbianca. « Oh mio Dio » ripete, e Fedez per un attimo pensa che si siano decisamente rincoglioniti.
« Ma tu sei- »
« Fedez, il rapper che ha il canale su YouTube! » lo interrompe Gennaro.
Il ragazzo tatuato è abbastanza sconcertato, non gli era mai capitato che qualcuno lo riconoscesse. Certo, a Milano alcuni ragazzi del suo quartiere sanno delle sue canzoni e dei video caricati su internet, ma ora è diverso.
« Siamo tuoi grandissimi fan, davvero. “Si scrive schiavitù, si legge libertà” è un capolavoro » continua il biondo, gesticolando in maniera imbarazzante.
« E vogliamo parlare di “Ti vorrei dire”? ».
« E “Appeso a testa in giù”? Brividi ».
Fedez li guarda, ammutolito, troppo sorpreso per aggiungere una sola parola.
È diverso dal leggere commenti positivi sotto i suoi video, questi due ragazzi sono realmente impressionati e colpiti dalle sue canzoni.
Pezzi che ha scritto e pensato lui.
« E “Generazione Boh”? Spettacccolo! » aggiunge Mika, accentuando il suono della “c”.
Fedez si volta verso di lui, esterrefatto.
« Scusa, io- io mi sono lasciato trasportare » ammette il riccio, imbarazzato.
« Ahia » si lamenta Alessio, e Fedez sposta di nuovo lo sguardo verso i due ragazzi. Il bruno si sta massaggiando un braccio, dopo aver probabilmente ricevuto l'ennesimo pizzicotto da Gennaro.
« Te l'avevo detto che mi ricordava qualcuno » borbotta Genn, imbronciandosi.
Qualche minuto dopo sono tutti e quattro fuori dal pick-up per cercare un posto dove svuotare la vescica.
A Fedez e gli altri sarebbe bastato un fottuto vicolo lontano dalle strada principale, ma Mika ha insistito per andare in un bagno vero.
Neanche il ragazzo tatuato, con le sue estenuanti lamentele, è riuscito a fargli cambiare idea.
« Mik, ti prego, mi sto davvero pisciando ».
« Mik, mi fanno male le gambe ».
« Mik, i bar di Liverpool mi fanno paura. I baristi sono gente losca ».
« Smettila di fare l'idiota, dai. Siamo arrivati ».
Il bar è piccolo e, per fortuna, non particolarmente affollato. Sono tutti – eccetto Mika, ovviamente – in condizioni pietose, e quando Alessio e Gennaro ordinano due caffè, Fedez decide di raggiungere il riccio in bagno, sia perché deve fare pipì, sia perché l'odore del caffè gli sta facendo venire la nausea.
Fedez entra nel bagno degli uomini, apre uno dei rubinetti e si bagna la faccia con l'acqua gelida.
Mai più.
« Ciao » lo saluta allegro Mika, che ha appena aperto la porta del gabinetto.
Fedez guarda il suo riflesso nello specchio. « Ciao » mormora, e poi è un attimo, i ricordi della notte che hanno appena passato insieme gli colpiscono il cervello con tale forza da fargli quasi perdere l'equilibrio.
Il corpo di Mika vicino al suo, il suo sapore in bocca, le sue mani dappertutto.
Merda.
« Fedè, va tutto bene? »
Merda. Merda. Merda.
Ed era prevedibile che Mika si fiondasse accanto a lui, per poggiargli entrambe la mani sulle spalle e assicurarsi che sia tutto okay.
Solo che non è tutto okay.
Non è tutto okay, per niente.
Non riesce a guardarlo in faccia. Come è potuto succedere?
A lui poi, che sono sempre piaciute le ragazze?
Fedez odia tante cose. Odia svegliarsi presto la mattina, odia le persone maleducate, le bambole di porcellana e i lunedì.
Ma, sopratutto, odia il non riuscire a spiegarsi le cose. Non capisce ciò che è successo, non capisce perché è successo e - cosa ancora più terrificante - non sa se gli interessa saperlo, in questo caso.
Sa solo che si sente un minchione, mentre la nausea aumenta e lui è costretto a chiudere gli occhi e a fare respiri profondi.
Non si allontana da Mika. Non vuole farlo e non ne ha le forze. Sente le gambe cedere e una voglia improvvisa di piangere inizia a farsi strada dentro di lui.
Porca puttana.
Non fa neanche in tempo a chiedersi se il riccio ricordi qualcosa, che subito ha la risposta, non appena solleva le palpebre.
Gli occhi grandi di Mika lo squadrano, preoccupati, consapevoli e -
« È perché sono un ragazzo, o è perché sono io? ».
« Entrambe le cose » risponde Fedez, senza riuscire a trattenersi. Non ha il coraggio di guardarlo negli occhi però, mentre glielo dice.
Sente le mani di Mika scivolare sulle sue braccia, come se lo volesse lasciare. Ed infatti è quello che fa perché, prima che Fedez se ne renda conto, il riccio se n'è andato e lui è in bagno, da solo, il battito del cuore accelerato e con in testa troppe domande a cui non riesce a dare risposta.


Il viaggio di ritorno è stranamente tranquillo.
Alla fine, Mika è riuscito a convincere Alessio e Gennaro a farsi riaccompagnare in hotel. Quindi sono di nuovo in quattro, stretti in quel pick-up troppo piccolo per loro.
Alex e Genn – che insieme sono gli Urban Strangers – si confermano essere due ragazzi alla mano e simpatici.
Alessio, nota Fedez, sta andando parecchio d'accordo con Mika. In effetti, da quel che ha potuto constatare, sia il bruno che il riccio sembrano avere l'innata capacità di sorridere ventiquattro ore su ventiquattro e di straparlare.
Ma seriamente.
Non hanno smesso neanche un secondo, da quando sono partiti: hanno parlato di musica, del gruppo di Alessio e Gennaro, di come Genn volesse da secoli girare tutta l'Inghilterra – e così, infatti, hanno fatto e stanno facendo, spostandosi da un Bed&Breakfast (o un hotel) all'altro – di animali, di scuola, di cose totalmente inutili.
Fedez sa che non è molto carino da dire, ma ha smesso di ascoltarli da un pezzo.
Mika è alla guida e, da quando sono usciti dal bar – caffè, vesciche svuotate e tutto il resto – gli ha rivolto a mala pena la parola.
Fedez ha deciso di smettere di tormentarsi su ciò che è successo e su ciò che non sarebbe dovuto succedere.
I suoi buoni propositi, tuttavia, non sembrano portare a buoni risultati. Sono minuti interi che non riesce a smettere di fissare Mika.
Mika che ride con Alessio, Mika che canticchia canzoni dei Maroon 5 alla radio, Mika che si gratta inconsciamente il mento.
Fedez impreca mentalmente.
Per ora, ha deciso che il più simpatico tra i tre è sicuramente Gennaro.
Il biondo è seduto accanto a lui, alla sua destra, precisamente. E Fedez non si deve neanche sforzare di intavolare una stupida conversazione con il ragazzo, perché Genn è troppo impegnato a fare l'asociale, braccia conserte e cappuccio della felpa leggera tirato giù fino agli occhi.
Fedez pensa seriamente che potrebbero diventare amici.
C'è questo momento, in cui parte una canzone di Ed Sheeran alla radio e Alessio inizia a cantarla, cercando, inutilmente, di coinvolgere Gennaro.
Illuso.
« Non rompere » sbuffa il biondo, scacciando la mano del bruno dalla sua faccia.
Fedez vorrebbe congratularsi con il ragazzo perché lui, al posto del biondo, avrebbe già mandato Alessio a quel paese un paio di volte.
« Eddai, Gennà ma che hai? ».
« Sono stanco » si lagna, « e vorrei tanto tornare in hotel, per dormire nel mio letto almeno un giorno intero ».
Alessio lo guarda, poi si lascia sfuggire: « Madò. Magari. Io… nel tuo letto? ».
« Nel tuo letto » mugugna Genn, cercando di nascondere ancora di più il viso sotto il cappuccio.
« Tu nel mio e io nel tuo? ».
« Sì » risponde Gennaro, e sono le sue ultime parole prima di entrare in quello che sembra essere un letargo vero e proprio.
Eh?
Cos'è appena successo esattamente?
In situazioni come questa Fedez è il primo a fare battutine idiote, ma in quel momento non è davvero in vena.
Sbuffa sonoramente prima di prendere in mano il telefono e controllare se ha ricevuto nuovi messaggi. In realtà, sua madre che, per inciso, non ha mai smesso di tormentarlo su WhatsApp da quando hanno lasciato Milano, ha ben pensato di continuare la sua persecuzione anche quella domenica mattina.
Fedez si è ritrovato circa dieci messaggi da visualizzare negli ultimi tre minuti, tutti della madre che non ha ancora fatto molta pratica con i telefoni touch e “tutti quegli aggeggi infernali che usate voi giovani”, e quindi non fa che inviare lettere sbagliate e parole corrette erroneamente dal correttore del cellulare.


Da: Mamma
Ore: 12:45
E manda un bacione a Michael, ci sentiamo stasera


Il ragazzo guarda scioccato il numero esagerato di faccine che mandano bacini e cuori che seguono l'ultimo messaggio.
Ho una madre squilibrata.
E quando pensa a Mika, di nuovo, c'è un pensiero che gli balena in testa. Un pensiero che lo sconvolge e lo spaventa allo stesso tempo.
Fedez potrebbe accettare quella situazione (o almeno provarci). Tiene troppo a Mika e non importa come o perché, non vuole perderlo.




« Ricordami che io ti deve una cena » gli aveva detto un giovane Mika diciassettenne, passandogli un braccio intorno alle spalle.
Fedez si era leggermente irrigidito, prima di rilassarsi sotto il tocco dell'amico.
Il loro terzo anno stava quasi per concludersi, ormai, e, con esso – o almeno così speravano - anche la nomina dell'ennesima professoressa bastarda di matematica e fisica.
Giusto qualche ora prima, infatti, Fedez e Mika erano stati chiamati all'interrogazione – e ti pareva - visto che, com'era risaputo, non stavano molto simpatici alla docente.
Il ragazzo tatuato aveva studiato, non era molto nervoso. Non si poteva dire lo stesso di Mika, però. Le materie scientifiche non erano esattamente il suo forte - “fanculo, la odio questa mmmerda”, gli aveva detto esattamente quella mattina, mentre ripassava come uno psicopatico – quindi, anche una piccola verifica lo portava all'ansia più totale.
Fedez, una volta preso posto di fronte alla cattedra, si era ritrovato a poggiargli una mano sul ginocchio, per tranquillizzarlo.
In ogni caso, non era andata male. Lui aveva risposto a tutte le domande e anche Mika se la stava più o meno cavando, nonostante non avesse smesso neanche un secondo di muovere le mani nervosamente, anche quando la professoressa gli aveva chiesto di scrivere alcune formule su un foglio protocollo.
Non si poteva dire lo stesso degli altri due sfortunati compagni di classe che, più che altro, stavano facendo scena muta e, probabilmente, si erano seduti davanti alla cattedra, solo per evitare che la docente chiamasse all'interrogazione qualcun altro.
Stavano parando il culo ai compagni, insomma. Fedez apprezzava il loro coraggio.
Poi c'era stata la domanda. Non era particolarmente difficile, ma la professoressa l'aveva formulata in modo da risultare fraintendibile e complessa, confondendo Mika che, Fedez lo sapeva, conosceva benissimo quell'argomento.
Il riccio, infatti, non era riuscito a rispondere in modo preciso, perciò la prof – che mentre parlava con loro aveva il telefono in mano e stava palesemente messaggiando - aveva chiesto agli altri due; non avevano avuto più fortuna del riccio, comunque.
Nel frattempo, Fedez aveva spiegato, velocemente e sottovoce, quale fosse la risposta giusta ad un Mika completamente nel pallone.
La domanda era, quindi, passata nuovamente al ragazzo tatuato.
« Sai la risposta, Federico? ». Ogni volta che la donna apriva bocca, la sua voce sembrava ancora più stridula e irritante.
Allucinante.
Il ragazzo si trattenne dal lanciarle un'occhiataccia, finse di sorriderle cordialmente e le disse: « Prof, devo spiegare cos'è la caduta libera? ».
La sua era più un'affermazione, che una domanda. In realtà, voleva e sperava che la docente pensasse che lui fosse stato attento, nonostante non fosse il suo turno.
In questo modo, avrebbe potuto far scattare il suo piano.
La docente lo guardò, spense il telefono – finalmente – e lo poggiò sulla cattedra. « Esatto! Finalmente qualcuno che ha capito! »
Se non ti esprimi in maniera chiara, dubito che qualcuno possa farlo, aveva pensato Fedez, ma si era morso la lingua.
A quel punto, era stata questione di secondi e, davvero, gli era venuto spontaneo rispondere: « Mi scusi, prof ma- » Fedez di solito non era un tipo che cercava di ingraziarsi i docenti con moine e stupidate varie. Questa volta, però, era necessario. « Ma mi pare che a questa domanda abbia già risposto Michael, prima » disse, sicuro di sé, sperando che se la bevesse.
Poteva funzionare, perché, quando Mika aveva risposto, lei stava controllando il telefono e quindi era possibile che dicesse-
« Davvero? Scusami, evidentemente mi sono distratta. Michael, potresti ripetere? ».
Bingo.
Mika aveva colto l'occasione al volo e, ricordandosi il suggerimento lampo di Fedez di qualche minuto prima, era riuscito a spiegarle cosa diamine fosse la caduta libera e come si calcolasse, di conseguenza, la legge fondamentale della dinamica nel momento in cui si prende in considerazione un oggetto sottoposto alla sola forza di gravità.
Fedez aveva gongolato internamente quando la docente si era nuovamente scusata con il riccio e si era complimentata con lui, annotando qualcosa sul suo quadernino rosso, dove scriveva tutti i voti.
Quando il ragazzo tatuato si era girato a guardare Mika, sorridendogli senza sembrare troppo ovvio, quasi si era strozzato con la saliva.
Il riccio lo stava guardando in un modo talmente intenso, che cazzo.
C'erano un misto di gratitudine e ammirazione nel suo sguardo che avevano fatto sciogliere qualcosa nel petto di Fedez.
« I love you » gli aveva mimato con le labbra Mika e c'era davvero così tanto sentimento in quel suo gesto che, per un millesimo di secondo, il ragazzo tatuato aveva pensato che stesse dicendo sul serio.
E quella era stata la prima volta in assoluto in cui Fedez aveva seriamente temuto di mettersi a piangere davanti ad una docente, non per colpa dell'ansia o di un brutto voto, però.
« Ma sei pazzo » sbottò Mika, guardandolo accigliato e riportandolo al presente.
Avevano appena oltrepassato il cancello del loro liceo e la schiena di Fedez era decisamente a pezzi.
Stupidi libri.
« Se avessi risposto tu a quella domanda potevi alzare il tuo voto ».
Fedez arricciò il naso, nel sentire l'ennesimo congiuntivo mancato.
« Potevi prendere otto e mezzo! Invece hai aiutato me. Nessuno l'avrebbe fatto. Nessuno » continuò Mika, infervorato.
Fedez sorrise. Non gli importava niente di uno stupido otto e mezzo.
Non se Mika continuava a guardarlo così.
Comunque.
« Ma figurati, è solo un voto. Sono felice che tu abbia alzato il tuo di mezzo punto, te lo meritavi » gli disse, sincero. Aveva visto quanto il riccio si era impegnato ed era giusto così. « Quindi ora smettila di fare il cazzone e lasciami il braccio, dai » aggiunse ridendo, scansandosi da Mika che continuava a cercare di renderlo partecipe toccandogli il bicipite e la spalla.
« Andiamo a pranzare insieme, tu e me » gli propose allora l'amico, sorridendogli incoraggiante. « Ho voglia di hamburger e patatine fritte ».
Fedez aveva abbassato lo sguardo, visibilmente a disagio. « Non posso. Ho promesso a Giulia che sarei rimasto da lei tutto il giorno, oggi ».
« Da lei? In casa sua? ».
« I suoi non ci sono. Penso che voglia… fare qualcosa. Insomma » concluse, stizzito e leggermente in imbarazzo, sperando che Mika capisse da solo.
« Se lei vuole restare a casa, potete guardare un film. O magari giocare a Pictionary. C'è anche il gioco dei mimi, quello a me diverte un sacco- ».
« Sesso, imbecille! Penso che voglia fare sesso » lo aveva interrotto Fedez alzando la voce, per poi guardarsi intorno allarmato, sperando di non essersi fatto sentire troppo.
Non c'era nessuno, comunque, in giro, a quell'ora. La maggior parte degli studenti, probabilmente, era già arrivata a casa.
Loro no, perché, come la solito, Mika era una lumaca. Ci aveva messo dieci minuti buoni per sistemare penne ed evidenziatori nell'astuccio e poi, come se non bastasse, era dovuto persino andare in bagno.
Infatti, il genio, si era rifiutato di andare a pisciare durante la lezione perché non voleva perdersi la spiegazione.
Ovvio.
« Oh » aveva risposto, alla fine, dopo essere rimasto in silenzio un paio di secondi. Fedez avrebbe potuto giurare di vedere il suo sorriso spegnersi leggermente. Forse.
« Sei nervoso? ».
Che domanda di merda.
« Certo che sono nervoso, cazzo. Non l'ho… non l'ho mai fatto prima. Lei invece sì, quindi » aveva aggiunto, sottovoce.
« Andrà bene, stai tranquillo ».
« Com'è stata? La tua prima volta, intendo ». Fedez ha sempre odiato tirare fuori certi argomenti, davvero, e pensa sia inutile e stupido ma, in quel momento, aveva sentito il bisogno di parlare di questa cosa con qualcuno.
Mika aveva fatto sesso per la prima volta solo l'anno precedente, con il suo primo ragazzo, di due anni più grande. Non ne avevano discusso molto, in effetti, lui gliel'aveva detto e basta, il giorno successivo.
« Era stata strana. Ero un po' nervoso e impacciato. Un po' molto » sorrise leggermente, abbassando lo sguardo. « Però è andata bene ».
Fedez si accigliò. Conoscendo Mika e il suo lato schifosamente romantico si immaginava una descrizione un po'… diversa, ecco.
Tuttavia, il riccio e il ragazzo si erano lasciati solo qualche mese prima, perciò, probabilmente lo scarso entusiasmo di Mika era dovuto a quello.
« Non voglio fare un casino ».
« Non lo farai ».
« Facile per te, dirlo. Quando mi agito troppo succede sempre un macello, fanculo ».
Sono un disastro con le relazioni.
E Fedez sapeva che stava esagerando e che forse sarebbe stato il caso di frenare la lingua e pensare ma-
« Come fai a dire a qualcuno che non hai mai avuto una relazione seria? A chi cazzo potrebbe far piacere sentirlo, mh? ». Sospirò pesantemente, poi sbatté un paio di volte le palpebre, cercando di riprendere il controllo di sé e della sua voce. « E, soprattutto, dopo, chi vorrebbe rimare? » aggiunse, sconsolato.
« Io ».
Alzò la testa e puntò i suoi occhi in quelli di Mika, cercando il suo sguardo, confuso.
Il riccio sgranò gli occhi, assumendo la tipica espressione di chi si rende conto troppo tardi di aver detto ad alta voce qualcosa che in realtà si stava solo pensando.
« Cioè, se stessi con q-qualcuno che non avesse esperienza » si affrettò ad aggiungere. « Se quel qualcuno mi piacesse, non importerebbe ».




« Ecco. L'Hotel è proprio questo. Grazie per il passaggio, ragazzi » dice Alessio, riportando Fedez alla realtà. « Ci vediamo questo pomeriggio » continua, rivolgendosi a Mika.
Gennaro invece si allaccia la felpa - Fedez si chiede come faccia, visto che lui ha caldo ed è seriamente tentato di strapparsi via di dosso la camicia e si limita a salutarli con un cenno della mano.
Il ragazzo tatuato apre lo sportello del pick-up per far scendere prima il biondo e poi Alessio.
Di nuovo solo con il riccio, Fedez sente una strana ansia farsi spazio nel suo corpo. Dovrebbe parlare, dire qualcosa riguardo ciò che è successo tra loro, spiegargli di non preoccuparsi perché a lui non importa. A lui è piaciuto.
Questo pensiero gli fa congelare il sangue nelle vene. Ha passato il viaggio a tormentarsi e a dare la colpa all'alcool.
Era stato automatico pensare che essere così sbronzo gli avesse in qualche modo impedito di allontanarsi da Mika – e questo era comprensibile – ma come poteva spiegare il fatto che quella cosa che c'era stata gli fosse piaciuta così tanto?
No.
Questo è un problema.
« Sembrano bravi ragazzi » dice invece, ansioso di allontanare i pensieri che hanno iniziato a vorticargli nel cervello.
« Sì » lo asseconda Mika, irrigidendo le spalle. Sembra teso.
Fedez pensa che potrebbe essere infastidito da ciò che è successo o, peggio, che potrebbe essersi pentito.
« Vuoi venire con me e Alessio e, forse, Gennaro? ».
« Dove? »
« In paese. Noi faccimo un giro, dopo pranzo. Ne parlavamo fino a qualche minuto fa » lo rimprovera, come se fosse un po' idiota.
In effetti, forse lo è davvero.
« Scusami. Ero... sovrappensiero ».
Non appena fanno il loro ingresso al bar, comunque, fischi e urla li accolgono come se stessero tornando da una maratona, vittoria e medaglie comprese.
Fedez non fa neanche in tempo a chiedersi che diamine stia succedendo che subito li trova lì, Skin e Zack, una alla cassa e uno dietro il bancone, che come due idioti li osannano facendo casino e attirando l'attenzione dei pochi clienti su di loro.
La sera prima, Mika aveva avvisato lo zio per dirgli che sarebbero andati in un locale e che probabilmente non sarebbero rientrati a casa. Evidentemente, la notizia era giunta casualmente anche a Skin.
« Qualcuno si è sbronzato, uh! Sì, si è sbronzato! UH! Forse hanno vomitato nonono oggi dieta! » canticchia infatti e Fedez pensa seriamente che quella ragazza abbia qualcosa che non va.
Zack le batte un cinque, giusto per ricordare al ragazzo quanto entrambi i proprietari del bar siano dei disagiati.
« Mi sento un po' come in quella parabola del figliol prodigo » dice Zack e ovviamente Skin non può non dargli corda.
« Prima sbronza insieme. In Inghilterra. Che orgoglio, ragazzi. Stanno crescendo così in fretta ».
« Mi sembra ieri che li accoglievamo sotto la nostra ala protettrice » commenta Zack, facendo finta di asciugarsi una lacrima.
« La smettete di parlare come se non fossimo qui davanti a voi? » dice Mika, fingendosi infastidito, anche se in realtà riesce a malapena a trattenere una risatina.
Fedez si limita a stare zitto, osservando la scena tra il divertito e lo sconcertato.
« Secondo me, Fede ieri ha vomitato come pochi » lo prende in giro Skin, squadrandolo da capo a
piedi. « Insomma, guarda com'è conciato. Hai una pessima cera, amico, lasciatelo dire ».
Fedez è troppo impegnato a fulminare con un'occhiataccia Mika che ha osato ridere, per rispondere a tono alla ragazza.
« Comunque, ragazzi. Abbiamo una nuova notizia » dice Zack, mentre Skin porge loro due tramezzini.
Mika accetta volentieri il suo, Fedez decide di passare, ignorando lo sguardo della barista.
« Allora, in queste settimane avete davvero dato il massimo. Quindi, considerato che i clienti non sembrano essere particolarmente numerosi, di questi tempi, io e Zack... » inizia la ragazza, cercando lo sguardo dello zio di Mika.
«Io e Skin » continua l'uomo, e Fedez si chiede per quanto ancora abbiano intenzione di continuare con questo giochino. « Abbiamo deciso di licenziarvi ».
Momento. Momento. Momento.
Cosa?
Lancia uno sguardo allarmato a Mika, ma anche lui sembra totalmente destabilizzato. Prima che uno di loro due, però, possa aprire bocca e chiedere che cazzo sta succedendo, le risate di Skin e Zack riempono il locale.
Fedez vorrebbe schiaffeggiarli entrambi.
« Avreste dovuto vedere le vostre facce » esclama Skin che, evidentemente, quella mattina è convinta di essere molto simpatica.
Zack è il primo a darsi un contegno, schiarendosi la gola. « Scusateci. Dicevamo. Io e Skin, abbiamo deciso di suddividere le vostre ore di lavoro e darvi qualche giorno libero in più ».
Fedez può chiaramente vedere Mika spalancare la bocca, sorpreso.
Sembra tanto il personaggio di un cartone animato.
« Davvero? ».
« Certo » prende parola Skin, porgendo loro un foglietto con su scritti i giorni della settimana e i vari orari lavorativi. « Domenica e mercoledì sono i vostri giorni liberi. Lunedì e martedì lavorerete solo di mattina, giovedì solo di sera ».
« Venerdì e sabato, invece, vi voglio qui tutto il giorno. Il fine settimana c'è sempre molto movimento, come avrete potuto notare » aggiunge Zack, toccandosi nervosamente una tempia.
« Mi sembra perfetto » commenta Fedez. Mika annuisce, prima di buttare il fazzoletto che ha usato per pulirsi la bocca dalle briciole e precipitarsi su per le scale.
« Deve uscire con un amico, più tardi » lo giustifica Fedez, facendo spallucce.
« Sul serio? » chiede Skin, genuinamente curiosa. Zack, accanto a lei, ha appena poggiato i gomiti sul bancone e li guarda, improvvisamente più attento.
« Non sei geloso? » indaga la ragazza.
Fedez quasi cade dallo sgabellone su cui era seduto. « Perché dovrei esserlo? ».
Skin e Zack si guardano, apparentemente confusi, poi scoppiano a ridere.
« Tutto questo tempo. Abbiamo pensato che- che voi due… » dice Skin incredula, scuotendo la testa.
Cosa?
« Ma noi non stiamo insieme! » scatta Fedez. Di solito non avrebbe reagito in maniera così… brusca, ma gli avvenimenti delle ultime ventiquattro ore l'hanno leggermente mandando fuori di testa, che ci può fare.
Ed ecco spiegato il motivo di tutte quelle occhiatine sospettose, durante quelle poche settimane. Le loro scuse non servono, in ogni caso, perché il ragazzo è di nuovo entrato in crisi esistenziale.
« Perché non pensate a voi due, invece, come coppia » borbotta e gli sembra stupido e immaturo ma è tutto quello che il suo cervello riesce ad elaborare in quel momento.
Tra l'altro, si rende conto solamente troppo tardi di ciò che ha detto e, per un attimo, teme che Zack possa dare di matto, con la storia della tragedia che è capitata alla sua famiglia e tutto il resto.
Suda freddo per alcuni secondi, secondi che gli sembrano un'eternità – giusto per – almeno finché lo zio di Mika e Skin non scoppiano nuovamente a ridere.
« Non potrebbe succedere proprio. Sono lesbica » sghignazza la ragazza e Fedez decide che per oggi ha subito fin troppe umiliazioni.
Prima che possa salire le scale e andare a farsi una lunga doccia, Zack entra nel ripostiglio. Si guarda intorno, furtivo, prima di incatenare il suo sguardo al suo.
« Non è andata bene, vero? Ieri sera, con il padre ».
La cena. Fedez se n'era quasi scordato. Di nuovo, per giunta. « Non proprio, no » scuote la testa, sconsolato e si trattiene da dire cose tipo “è stato un macello, cazzo” o “quell'uomo è un uomo di merda”, perché non gli sembra proprio il caso. « Il signor Penniman è una persona- » si sforza di trovare l'aggettivo giusto, « complicata. Ed è sempre stato molto severo con Mik, da quando lo conosco, almeno ».
Zack annuisce e a Fedez, ora, sembra un uomo totalmente diverso da quello con cui stava scherzando pochi minuti prima, al bancone. « Grazie. Per esserti preso cura di lui tutto questo tempo ».
Fedez mentirebbe, se dicesse che quelle parole non l'abbiano colpito dritto al cuore.
Fa un po' male.



Un paio di ore dopo, è di nuovo giù al bar, sta aspettando, insieme a Mika, che arrivino Alessio e Gennaro (si sono dati appuntamento lì). Lui, comunque, non ha alcuna intenzione di unirsi alla loro piccola scampagnata.
È troppo impegnato a non fare niente. E poi è ancora stanco per colpa della notte passata e il suo stomaco continua ad essere fastidiosamente sottosopra.
Ha, quindi, deciso di starsene tranquillo al bar e di portarsi appresso il quaderno con i testi delle sue canzoni, nel caso gli venga in mente qualche verso per il nuovo pezzo.
Oppure, può sempre mettersi a lavorare, se Zack avrà bisogno di una mano.
Quando Alessio varca la soglia della porta, Mika si alza in piedi e lo raggiunge.
Fedez preferisce rimanere seduto al bancone.
« Vuoi qualcosa? Ovviamente offro io » propone Mika, facendogli strada e portando Alessio proprio dove si trova il ragazzo tatuato.
Magnifico.
Si salutano con un cenno, poi il bruno risponde: « No, grazie. Sono a posto. È carino qui, comunque. Non ci eravamo mai stati, io e Genn » dice ed è strano il modo in cui le sue labbra si curvino quasi automaticamente verso l'alto, ogni volta che pronuncia il nome del biondo.
« Che fine ha fatto, a proposito? Non dovevate andare tutti insieme? » chiede Fedez.
Alessio si gratta la testa, pensieroso. « Sì ma, questo pomeriggio, il cielo era nuvoloso, no? Quindi ne ho approfittato per andare a correre. Quando sono rientrato all'hotel lui era appena andato al supermercato. Mi ha detto che avrebbe sistemato la spesa e mi avrebbe raggiunto subito ».
« Non mangiate lì in hotel, di solito? » domanda allora Mika, sempre pronto a ficcanasare negli affari altrui.
« Di solito sì, ma a Gennaro piace mangiare schifezze. Penso sia andato proprio a comprare caramelle, cioccolati e porcherie varie ».
Neanche a farlo apposta, il biondo fa la sua mistica apparizione proprio in quel momento. Spinge la porta del bar e, muovendosi lentamente – come solo lui sa fare – li raggiunge al bancone.
« Ciao » li saluta, privo di entusiasmo. Ha un'enorme borsa a tracolla sulla spalla sinistra e indossa un paio di occhiali da sole scuri.
Fedez si chiede come mai, visto che non c'è poi così tanto sole lì (e sopratutto a quell'ora). Ha la sua risposta quasi subito, quando Gennaro si sfila gli occhiali e mette in mostra due occhiaie grandi quanto il suo appartamento di Milano.
Raccapricciante.
« Scusate il ritardo » aggiunge poi, mentre infila gli occhiali nella borsa e si appiattisce il ciuffo.
« Che è successo? » chiede Alessio, leggermente preoccupato.
Gennaro fa spallucce. « Ah, niente. È solo che non volevo venire ».
Fedez cerca di soffocare la sua risata, senza successo. « Grazie per queste emozioni, Gennaro, davvero » interviene, guadagnandosi un sorriso dal biondo e un'occhiataccia dagli altri due.
« Puoi restare qua, se vuoi. Tanto io mi devo mettere a… scrivere » propone Fedez, subito dopo. « Se per voi è okay » precisa, facendo un sorrisino angelico ad Alessio e Mika.
Durante la doccia, in ogni caso, il ragazzo tatuato ha riflettuto a lungo e ha finalmente deciso di affrontare l'argomento pomiciata – cristo, si sente davvero un coglione – quando il riccio tornerà al bar.
Si sente pronto e sicuro di sé.
Seh. In realtà se la sta facendo sotto dalla paura perché lui questi discorsi di merda non li sa fare, ma non vuole creare altri casini con Mika, quindi, preferisce risolvere ora piuttosto che passare un'altra settimana d'inferno in cui sono entrambi troppo impegnati ad ignorarsi a vicenda per chiarire.
Tanto lo sa che finirebbe così.
Comunque, le sue parole sembrano aver convinto tutti e tre, visto che, qualche minuto dopo, Mika e Alessio sono usciti e Gennaro e Fedez sono seduti allo stesso tavolo, immersi in un rilassante silenzio, interrotto solo dal vociare leggero di alcuni clienti e dalla musica della radio.
Il biondo ha il pc acceso, le cuffiette nelle orecchie e una pasta alla crema in mano, lo sguardo concentrato sullo schermo del portatile.
Non appena ha tirato fuori il computer dalla borsa, Fedez ha pensato che Genn avesse voluto dare buca ai suoi compari da subito ma, dopo una battutina, il biondo gli ha assicurato che, probabilmente, alla fine sarebbe andato con loro, per poi isolarsi e usare il pc, in caso di emergenza.
« Conoscendo Alessio, la serata si sarebbe conclusa cantando tutti insieme sotto un salice piangente, o roba del genere » dice, mangiando il dolce e sporcandosi di crema.
« Ma non aveva una chitarra o un altro strumento, con sé » osserva Fedez.
« L'avrebbe trovata ».
Fedez ridacchia.
Gennaro si pulisce la bocca con un tovagliolo, si sfila le cuffiette e lo guarda, con quei suoi enormi occhi a palla. « Tu ridi, ma non lo conosci. Io ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare ».
« Eddai, non esagerare. Non dev'essere così male, se fate musica insieme... » lo incita Fedez, sorridendo.
Improvvisamente ha voglia di parlare con quel ragazzo. Non sa se sia perché Gennaro è un po' asociale come lui o perché è un po' strambo come lui o entrambe le cose.
« Cerchiamo di fare musica » precisa, « però, forse, hai ragione. Lavoriamo insieme da alcuni anni, ormai » e la sua espressione si addolcisce, mentre pronuncia quest'ultima frase. « Alè vive in un mondo tutto suo. Però non nel solito modo in cui tu pensi» e ridacchia, mentre gioca con i fili delle cuffiette. « Lui è proprio strano. È distratto ma in modo anche divertente. Magari gli dici una cosa però lui non ti ascolta »
« Ah. È presente fisicamente ma non mentalmente » aggiunge Fedez e sorride perché gli ricorda maledettamente Mika, quindi sa cosa vuol dire e quanto possa essere irritante, a volte.
« Esatto! Ci sono dei momenti in cui c'è ma non c'è. Però è bello perché tu lo studi, ti fai delle domande e dici “ma è veramente così o sta scherzando?”. Beh, lui è veramente così ».
Fedez scoppia a ridere. « Avrà anche qualche pregio questo ragazzo, o no? ».
Gennaro finge di pensarci su, poi prende parola: « Il pregio di Alessio è… che è Alessio. A parte che è un mio amico e per esserlo dev'essere, insomma, una bella persona.
Perciò, abbiamo iniziato a lavorare insieme e, finalmente, avevo trovato qualcuno con cui non dovevo sforzarmi… di farmi capire bene.
Ognuno di noi ha delle qualità che l'altro non ha, sia a livello musicale, che di personalità. Siamo molto bilanciati ».
« A volte opposti » pensa Fedez, a voce alta.
Il biondo annuisce. « Immagino sia la stessa cosa per te e Michael » tira ad indovinare.
« Ci completiamo, in qualche strano e assurdo modo ».
« Avete mai pensato di lavorare ad un pezzo insieme? ».
« A volte ci aiutiamo, quando ad uno di noi manca l'ispirazione o magari c'è un concetto che non riusciamo a rendere bene in una frase. Hai presente...? ».
Lo sguardo di Gennaro si illumina. « Mi capita abbastanza spesso, ultimamente. Anche Mik scrive? ».
Di norma, Fedez sarebbe infastidito da questa confidenza che si sta creando, ma la verità è che non è turbato, forse perché Gennaro sceglie e utilizza le parole nel modo giusto.
« Sì, ma è più… riservato. Non gli piace rendere pubblici i suoi pezzi ».
Il biondo annuisce, pensieroso. « Tu li conosci, però ».
Non è una domanda, ma Fedez risponde comunque: « Sono- ».
L'eccezione.
« Una delle poche eccezioni » conclude, sorridendo. « Però non abbiamo mai pensato di cantare insieme in un pezzo, questo no ».
Il resto della serata scorre abbastanza velocemente, tra chiacchiere sulla musica e sulla loro vita in Italia.
Fedez sa di essere inopportuno, ma non riesce proprio a trattenersi quando chiede: « Posso ascoltare qualcosa di vostro? Degli Urban Strangers? ».
Gennaro strabuzza gli occhi, evidentemente non si aspettava una domanda del genere.
Sta per rispondere, quando una Skin praticamente su di giri si presenta al loro tavolo, un sorriso enorme stampato sulla faccia. « Indovinate a chi è appena venuta un'idea geniale? » esclama, sbattendo un pugno sul tavolo di legno.
Fedez la guarda, sconvolto. Genn trattiene una risatina.
« Hem… a te? ».
« Precisamente. Siccome voi adolescenti siete abbastanza fissati con la musica, le band e tutto il resto… ».
Il biondo apre la bocca, probabilmente per ribattere, ma Skin lo zittisce sollevando un dito in aria, intimandogli di fare silenzio con lo sguardo. « Io e Zack, in realtà sopratutto io, Zack mi ha solo dato il suo consenso- ».
« Ehi! Guarda che ti ho sentito! » urla lo zio di Mika dal bancone, facendola ridere.
Si sistema il grembiule nero, Skin, poi riprende il suo discorso: « Insomma, abbiamo pensato, il fine settimana, di organizzare una sorta di serata karaoke, sto già preparando i volantini da stampare. La gente viene qui, beve, canta, si diverte… che ve ne pare? ».
« Fede, mi sa che avrai la possibilità di sentire un pezzo degli Urban Strangers direttamente in live, sabato prossimo » commenta Gennaro, in inglese, con un sorriso che va da un orecchio all'altro.


Quando il biondo va via dal bar sono quasi le nove e mezza. Fedez invita sia lui che Alessio a cenare tutti insieme da qualche parte, ma Gennaro non vuole sentire ragioni.
« Grazie ma, per oggi, ho esaurito la mia dose di socievolezza, davvero ».
Fedez ride. Apprezza la sua sincerità, per lo meno.
Alle dieci, Mika non è ancora rientrato. Il ragazzo tatuato ha provato a mandargli un messaggio, ma il riccio non ha risposto.
Fedez si chiede dove diavolo possano essere andati lui e Alex.
È un paesino di merda, mica New York, che palle.
Comunque, ha davvero troppa fame, quindi decide di mettere in forno due cotolette di pollo e aspettare che cuociano. Il suo stomaco protesta come un disperato.
Alle dieci e un quarto, Mika non dà segni di vita, perciò, Fedez lo manda affanculo mentalmente e mangia da solo, nella cucina dell'appartamento di Zack, che improvvisamente gli sembra troppo piccola.
Si sposta sul divano, poi, come un automa, accende la tv ma non la guarda davvero mentre sente le palpebre farsi sempre più pesanti. Prima di addormentarsi in salotto – di nuovo, per giunta – come un bambino delle elementari, decide di infilarsi il pigiama e buttarsi sul letto.
Il cellulare vibra sul comodino.
Nella fretta di prenderlo rischia di scivolare giù dal materasso e cadere con il sedere per terra.
Sblocca lo schermo, sperando che sia Mika, invece è sua madre, che gli chiede se va tutto bene e gli dà la buonanotte.
Risponde in fretta, leggermente deluso e, proprio quando sta allungando il braccio per rimettere il telefono a posto, questo vibra di nuovo.
Che palle, mà, pensa, smettila di essere così apprensiva.
Invece stavolta è Mika per davvero. Apre il messaggio, convinto che il riccio gli abbia scritto che sta tornando, e una strana ansia mista ad agitazione inizia a farsi strada nel suo petto.
Il contenuto del messaggio, però, è totalmente diverso da ciò che Fedez si era aspettato.


Da: Mik
Ore: 22:38
Ci sto pensando tutto il giorno a questa cosa. Penso sia meglio dimenticare ciò che è successo stanotte, è stato un grande sbalio.


Sbalio?
Brutto coglione, non sai neanche scrivere decentemente, è il primo pensiero di Fedez.
Poi ecco che un'altra paranoia prende il sopravvento: si è pentito. Mika era ubriaco e si è pentito.


Da: Mik
Ore: 22:39
Io e Alex rimaniamo a cena fuori, non aspettarmi sveglio. Buonanotte


Vaffanculo.
E quando riesce ad addormentarsi, finalmente, due ore dopo, si sente arrabbiato, ferito e anche un po' un coglione.




Lunedì e martedì passano abbastanza velocemente. Fedez è uno che se la prende facilmente, ma poi riesce a sbollire la rabbia altrettanto in fretta.
Per questo è deciso a farsi passare questa specie di risentimento che nutre nei confronti di Mika. La cosa più fastidiosa, tra l'altro, è che non riesce a capirne bene neanche la ragione.
È risentito perché Mika non ha risposto ai suoi messaggi?
È risentito perché Mika è uscito a cena con Alessio mentre lui lo stava aspettando a casa come un povero idiota?
Oppure è risentito perché proprio nel momento in cui aveva deciso di accettare questi strani sentimenti che quel cazzone di Mika gli aveva fatto provare mandandogli a puttane il cervello, il riccio aveva deciso di tirarsi indietro e rinnegare ogni cosa?
Non gli importa, comunque.
Non gli importa affatto. Sono adulti e lui è assolutamente in grado di lasciarsi alla spalle quello che è successo.
Perché non ha significato niente.
E Fedez non si sente in nessun modo ferito o triste o deluso.
No, no, no.
Non è confuso e, sopratutto, non è una femminuccia del cazzo.
« Sei triste? » gli chiede Skin, mercoledì, dopo pranzo, quando lo vede scendere dalle scale dello sgabuzzino del bar con una cuffia nelle orecchie e il solito quaderno con i testi delle canzoni sottobraccio.
« Eh? ».
« Ti ho chiesto se sei triste » gli chiede, alzando le sopracciglia, preoccupata.
« In effetti, non sono molto in forma, oggi. Come… come l'hai capito? ».
La ragazza indica il telefono di Fedez. « Ascolti i Coldplay a tutto volume, quindi, o sei felicemente innamorato o sei triste e, a giudicare dalla tua faccia, non sembri per niente felicemente innamorato ».
Fedez la squadra come se stesse guardando un'allucinazione. Non capisce il collegamento logico, ma si affretta subito a cambiare canzone, maledicendo se stesso per aver permesso a Mika di mettere mano nella sua playlist.
Quella mattina, il riccio gli ha lasciato un bigliettino sul frigo, dicendo che sarebbe andato a correre con Alessio, per poi scrivergli che non sarebbe tornato per pranzare con lui.
E Fedez non si è sentito affatto abbandonato e risentito.
Assolutamente.
E non è assolutamente per ripicca che, quando Mika torna al bar, insieme – ovviamente – ad Alessio, e gli chiede di andare tutti insieme a giocare a bowling, dopo cena, lui risponde: « Non so, non ne ho molta voglia ».
Il bruno, sembra particolarmente entusiasta e cerca di convincerlo in tutti i modi. « Dai Fede! L'abbiamo visto mentre andavamo a correre. Si chiama tipo “Wilmslow Bowling Club”, si paga una fesseria per giocare ed è proprio qui dietro l'angolo ». Non gli lascia neanche il tempo di parlare, prima di aggiungere: « Ora chiamo Genn e convinco anche lui ».
Fedez è un attimo interdetto. Sicuramente non si aspettava che l'entusiasmo di quel ragazzo lo coinvolgesse così tanto.
« Oh » risponde il biondo dopo pochi squilli, in vivavoce. Sembra la voce di uno che si è appena svegliato, ed è così visto che aggiunge, con uno sbadiglio: « Che vuoi. Stavo dormendo, oh Alè ».
« Ma sono le tre del pomeriggio ».
« Appunto » si giustifica l'altro.
Mika ridacchia e Fedez è abbastanza vicino per notare la solita fossetta spuntare sulla sua guancia. Il riccio si è fatto la barba, Fedez non è più ubriaco ed è totalmente consapevole dei suoi pensieri, ora, ma è destabilizzante lo stesso, per lui, ritrovarsi a pensare cazzo, è bellissimo davvero.
Dopo aver propinato lo stesso discorso anche a Gennaro, c'è un attimo di silenzio dall'altro lato della cornetta. Poi, l'unica parola che proferisce il biondo è: « Perché ».
E non è neanche una domanda. Fedez scoppia a ridere, incapace di trattenersi.
« No, davvero, perché? Se sabato vogliamo esibirci da Zack, dobbiamo provare un sacco Alè, non abbiamo ancora scelto la canzone ».
« E zitto. Lo sappiamo tutti qui che è una scusa per spalmarti sul letto e fallire. Sto tornando in hotel, comunque, tanto ti convinco lo stesso ».
Si sente Gennaro sbuffare sonoramente, prima che la chiamata si interrompa.
Fedez sorride soddisfatto.
Genn, forse, è facilmente influenzabile – sopratutto se si tratta di Alessio – ma quello non è il suo caso.
Neanche Mika, con quegli occhioni grandi e quello sguardo da cucciolo che gli sta lanciando a tradimento, riuscirà a traviarlo.
Non funzionerà. Non questa volta.


« Siete sicuri di ricordare dove si trovi questa merda di posto? O devo attivare il navigatore?» chiede Fedez, di malumore, ore e ore dopo.
« Certo Fedè. Tu segua me e Alex ».
Facilmente influenzabile un par di palle.
Alla destra di Fedez il giovane Gennaro, occhiaie ed espressione alla mai una gioia sempre presenti. Cammina accanto a lui con il capo chino, il suo nuovo compagno di sventure.
Davanti a loro ci sono quei due decerebrati dei loro amici, incuranti dell'umidità e dei dieci minuti passati a muovere – inutilmente, a detta di Fedez – le gambe.
Quando arrivano al Wilmslow Bowling Club un coro di halleluja riecheggia nella mente del ragazzo tatuato.
« E smettila di fare l'asociale » borbotta Alessio prima di entrare dentro l'edificio e Fedez gli sta per rispondere in malo modo, prima di rendersi conto che il realtà il bruno si sta rivolgendo a Gennaro. « Ti prometto che domani proviamo la canzone, okay? Tanto lo so che sei così perché stai già in ansia » lo rassicura, abbassando la voce, ma Fedez lo sente lo stesso.
Guarda Mika e i suoi occhi non si scollano dalla sua figura neanche un secondo, né quando entrano, né quando paga anche per lui.
Si deve ricordare di rendergli i soldi dopo, comunque.
Si fanno dare dalla commessa le scarpe per giocare. La ragazza fa palesemente il filo a Gennaro che, però, non sembra darle troppe attenzioni, impegnato com'è a ridacchiare per qualche stronzata che Alessio gli ha sussurrato all'orecchio.
Il locale non è molto grande, di sicuro nemmeno lontanamente paragonabile a quello di Milano in cui Fedez è già stato, però ha un suo fascino.
Al ragazzo piacciono molto le pareti, decorate con graffiti colorati. Non c'è nessuno a parte loro e una coppietta, perciò possono scegliere la pista e iniziare a giocare.
« Vi avviso, sono una schiappa » annuncia Gennaro, alzando le braccia in aria, come a giustificarsi.
« Cazzate. Diceva sempre così, anche a Somma Vesuviana, e poi faceva il culo a tutti » dice Alessio, con un sorrisino.
E infatti è proprio quello che succede.
Gennaro è al primo posto, nella loro classifica, e ha totalizzato quasi sempre il massimo del punteggio.
Fedez è al secondo posto, Alessio al terzo e Mika all'ultimo.
Ora Mik è sulla pista, sta per tirare, e il ragazzo tatuato lo conosce talmente bene che sa che potrebbe reagire in due modi diversi e opposti: mettersi a ridere o dare di matto e lanciare la palla come se stesse giocando a basket. E distruggere tutto, ovviamente.
Decide di alzarsi dai divanetti blu su cui è rimasto seduto fino a quel momento.
« Tutto bene? » gli sussurra, come se gli altri potessero sentirlo poi.
Sono abbastanza lontani e la musica del Bowling Club fa da sottofondo nascondendo le sue parole.
« Sto per mandare tutto a puttane » sbotta.
Ecco, infatti.
« Dai, è solo un gioco. Se vuoi ti mostro i miei infallibili trucchetti da campione » propone Fedez, scherzando.
Lui non ha nessuna tecnica di gioco particolare; tira e basta, sperando di non fare troppo schifo.
« Vaffanculo ».
L'altro ridacchia e, pazientemente, si posiziona dietro il riccio. Mika ha le gambe leggermente piegate, perciò, Fedez è quasi alla sua altezza.
« Allora. Prima cosa: le spalle vanno sempre tenute parallele rispetto alla linea di lancio » e detto questo, poggia una mano sulle spalle del riccio, massaggiandogliele leggermente. «Mentre il braccio che effettua il lancio deve rimanere perpendicolare » aggiunge, spostando la mano destra sul braccio di Mika, in una furtiva carezza.
Afferra il suo polso e, davvero, non si era reso conto di essersi avvicinato così tanto finché Mika ha fatto un verso strozzato, cercando di mantenere il respiro.
Fedez non sa cosa lo spinga esattamente a stargli così appiccicato. Magari è il suo profumo o forse sta semplicemente diventando matto.
« E- e poi? » balbetta l'altro e la sua voce è spezzata ed è diventata più roca.
Fedez è come attirato dal corpo di Mika, neanche fosse una calamita. « E poi » sussurra, mettendosi un po' sulle punte, per arrivare meglio al suo orecchio. « E poi, nel momento in cui decidi di far rotolare la boccia, devi far uscire dal buco prima il pollice » e si avvicina di più al corpo del riccio, aderendovi perfettamente. Fedez lascia andare il polso di Mika, per poi far scorrere l'indice sulla mano dell'amico, sfiorando le falangi delle dita inserite nel tre fori della palla da bowling. « E poi sfili le altre due. Il palmo, invece, continua a essere rivolto verso l'alto e, al momento del lancio, si chiude a pugno ».
Fedez si spinge, se possibile, ancora più addosso a Mika, che sembra essersi dimenticato come si parla, o come si respira.
Il ragazzo tatuato afferra, di nuovo, il polso del riccio e inizia a far oscillare piano il suo braccio.
Avanti e indietro.
Avanti e indietro.
Il suo bacino va a sfregare perfettamente contro il sedere di Mika. Il ragazzo si sta eccitando e l'idea che Mika possa sentirlo gli sta facendo perdere il lume della ragione. « Ora » dice, continuando a muoversi piano, e la voce gli esce più bassa del previsto.
Il riccio si irrigidisce.
« Devi ricordare che l'elemento chiave per un buon tiro non è la potenza, ma la precisione. Mi segui? ».
« Mh-mh » mugugna Mika e decisamente Fedez sta andando fuori di testa.
C'è un attimo, un brevissimo secondo, in cui il ragazzo tatuato si allontana leggermente da Mika, respirando pesantemente sul suo collo.
Ed è davvero un attimo, perché prima che Fedez possa pensare a qualsiasi cosa, Mika spinge, quasi rapidamente, il suo sedere contro di lui.
Fedez non molla la presa sul suo braccio, che sta continuando ad oscillare, come continua a strusciare anche il cavallo dei suoi pantaloni sul sedere del riccio.
Il ragazzo sente il calore al basso ventre diventare insopportabile. Porca puttana, è eccitato ed è in una cazzo di pista da bowling con delle persone che probabilmente li stanno guardando.
Con Alessio e Gennaro che li stanno guardando.
Cazzo.
Cazzo.
Cazzo.
« Vado? » chiede Mika, con voce spezzata, girandosi appena verso di lui. Fedez può intravedere le sue guance, leggermente più rosee, e le labbra, ancora più rosse, probabilmente perché – Fedez ci scommette – le stava mordicchiando fino a quel momento.
Si schiarisce la gola. « Vai. Tieni lo sguardo fisso sulla pista » dice e si stacca piano da lui, lasciandolo andare.
Mika si passa veloce una mano tra i capelli, prende la rincorsa e lascia andare la palla che, tuttavia, colpisce solo un birillo.
Il ragazzo sospira, sconsolato. « Cosa ho sbagliato? » si lagna.
Fedez è ancora parecchio scombussolato, ma per fortuna interviene Alessio, che si avvicina a loro e gli spiega: « È perché hai tirato troppo lentamente. In questo modo non sei riuscito a controllare bene la traiettoria della boccia ».
« Mi sono distratto » dice Mika, lanciandogli un'occhiata.
Fedez vuole davvero morire.
È fottuto. È decisamente fottuto.
Quando arrivano ai divanetti, Gennaro sta gongolando perché crede di essere una specie di campione del bowling o roba simile.
Nel momento in cui Fedez gli si avvicina, però, lo prende per una spalla e gli dice, a voce bassa. « Fede, un consiglio. Non so cosa sia appena successo sulla pista, ma non farlo succedere mai più » ed è palese che stia cercando di mantenere un tono serio.
La domanda è proprio quella, in effetti: ma cosa diavolo è successo.
Gli indica con lo sguardo il cavallo dei suoi pantaloni, rendendo la situazione ancora più imbarazzante.
Se n'è accorto, porca puttana.
Se ne sono accorti.
« E non cercare di coprirti con la maglietta, è più evidente così » suggerisce, dandogli una pacca amichevole sulla spalla.
Fedez lascia andare il lembo della maglia, imprecando a destra e a manca.
Quando, a fine partita, conclusasi con il pareggio di Alessio e Gennaro – Fedez era decisamente troppo distratto per continuare a giocare in modo per lo meno decente – i quattro sono seduti sui divanetti, a bere coca cola e parlare di idiozie.
Gennaro fa una battuta squallida, che nessuno capisce. Il ragazzo sembra rimanerci parecchio male e chiede, alzandosi in piedi e cercando i loro sguardi: « Andiamo… nessuno? Solo starmi intorno dovrebbe rendervi più intelligenti per osmosi, che cavolo » si lamenta. « E ora vado a pisciare » aggiunge, stizzito, dirigendosi verso i bagni.
Mika, seduto vicino a Fedez, ridacchia.
« Mi sa che vado anche io, ragà » farfuglia Alessio. Fedez spera di non averlo traumatizzato o roba simile.
C'è qualche secondo di silenzio, in cui il ragazzo tatuato, seduto a gambe divaricate e con la lattina in mano, non osa incrociare lo sguardo del riccio. Sta aspettando che dica qualcosa, vuole sapere se ha definitivamente mandato a puttane tutto o-
« Sei un bravo insegnante, comunque » gli dice Mika, poggiando la mano pericolosamente vicino all'interno coscia dell'altro ragazzo.
Porca puttana.
« Ah, sì? » chiede Fedez, fingendo noncuranza. Decide che è il momento di smetterla di fare il cacasotto e solleva lo sguardo.
Sta impazzendo o gli occhi di Mika sembrano brillare, mentre lo guarda?
Sicuramente è l'effetto della luce. Sicuramente.
« Allora mi sa che dovremo fare più pratica ».
La presa sulla sua coscia si stringe leggermente.
Fedez ghigna.
Dimenticare ciò che è successo? Grande “sbalio”? pensa, prendendo mentalmente in giro Mika e il messaggio che gli ha inviato qualche giorno prima.
Grande sbaglio” un cazzo.






Angolo dell'autrice
Bene. Sono tornata qui dopo troppo tempo e in ritardo come al solito.
Tutto nella norma, insomma.
Sto lavorando a questo capitolo da un paio di giorni e mi pare sia il primo che mi tiene impegnata così tanto.
Per prima cosa (a grande richiesta ahahah) sono tornati i flashback!
O forse dovrei dire il flashback. Comunque.
Questo capitolo è infinito. La sua lunghezza, se devo essere sincera, un po' mi spaventa e spero che non vi annoi, più che altro, anche perché succedono un sacco di cose.
Il discorsetto che Gennaro fa su Alessio è dannatamente vero. Lo dice in un'intervista alla radio che dura una vita. Una roba tipo due ore e qualcosa.
Però quel "il pregio di Alessio è essere Alessio" mi ha uccisa dentro, non potete capire.
AH. E' vera anche quella conversazione strambissima, sempre tra Genn e Alex, in cui parlano dei letti in cui dormiranno.
Appena ho visto il video ero tipo "che cazzo sta succedendo".
Allibita, davvero.
In ogni caso, ho un'osservazione lampo da fare, per evitare fraintendimenti. Alessio non ci sta provando con Mika. Sono solo amici e vanno d'accordo perché sono due persone molto simili, caratterialmente. Quindi state calmI. Shippo troppo i midez e i gennex (e adoro troppo Alessio) per fare un casino del genere ahahaha!
Tra l'altro, da qualche mese a questa parte, ho sviluppato una specie di ossessione imbarazzante per l'accento napoletano.
La situazione mi è chiaramente sfuggita di mano, visto che un'amica della mia coinquilina mi ha addirittura detto che mi avrebbe fatto parlare con la mamma, che viveva a Napoli e che quindi il napoletano lo parla benissimo.
Tutto è iniziato qualche tempo fa, comunque, quando ero in stazione e ho visto/sentito un gruppo di napoletani parlare, mentre compravano i biglietti per il treno.
E' stato amore.
Ascoltare una persona napoletana parlare è un po' come guardare il tramonto, non so se mi spiego. I suoni, le parole, hanno una cadenza troppo bella, non ce la posso fare.
Ahahahaha ora la smetto.
Tornando allo scorso capitolo, è molto destabilizzante per me il fatto che abbia ricevuto ben 13 recensioni.
COSA.
Devo ancora rispondere a tutte, ma giuro che ci riuscirò, prima o poi.
Nel frattempo parto con i ringraziamenti perché ci stanno e perché ve li meritate.
Giusto per. Sono l' 1:16 del mattino e io sono qui a scrivere stronzate nel mio angolo dell'autrice.
E vabe. Quando la smetterò di aggiornare ad orari improponibili?
Grazie per la vostra pazienza. Davvero.
Non so quando potrò aggiornare di nuovo - spero presto - in caso contrario, buon Natale e buone feste!
Un bacione a tutti
  
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