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Autore: ElsBells    22/12/2015    3 recensioni
Faberry AU. Future fic. Rachel Berry è una star di Broadway di grande successo con una nuova coinquilina, la strana e ingenua Quinn Fabray. Tutto comincia con una nota sul frigo e uno scarabocchio frettoloso e infantile di un elefante. Tutti nascondono un po' di pazzia.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Quinn Fabray, Rachel Berry | Coppie: Quinn/Rachel
Note: AUOOC | Avvertimenti: nessuno
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Just Off The Key of Reason

Capitolo 12
What you said is ringing, ringing faster



I piedi di Rachel la stavano uccidendo. Non aveva mai saputo che si potesse camminare così tanto in uno zoo di soli sette acri. Beh, ora non stava propriamente camminando, stava ondeggiando come una sorta di ubriaca, mentre i suoi piedi dentro agli stivali probabilmente stavano sanguinando. Quinn però aveva continuato a portarla in giro, dai pinguini, al leopardo delle nevi, così Rachel aveva sorriso e si era lasciata condurre mano nella mano dalla fidanzata. Aveva camminato finché le sue gambe non avevano ceduto. Era inevitabile che succedesse prima o poi.

Il sole stava tramontando quando Quinn, davanti al recinto del panda rosso, finalmente si voltò verso di lei, chiedendole se era pronta ad andare. Rachel cercò di non dimostrare troppo entusiasmo a quelle parole, mosse i piedi negli stivali e Santa Madre di Dio, era la cosa più dolorosa che avesse provato.

“Sono pronta se tu sei pronta.” le disse debolmente, sorridendole.

Quinn annuì e Rachel le comprò sulla via del ritorno, un orso polare farcito, che chiamò lei chiamò Puffin.

“Stai bene, Rachel?” le domandò Quinn, quando iniziarono a dirigersi verso casa.

Decisamente no.

Rachel si rese conto che stava ondeggiando come una pazza ubriaca nei suoi stivali, mentre Quinn aveva un braccio sulle sue spalle.

“Mi fanno male i piedi.” ammise infine. Ed era un eufemismo. Avrebbe dovuto smettere di camminare, semplicemente non stava portando a niente di buono. Gli stivali non avrebbero dovuto far sentire le persone come se avessero le dita rotte.

“Vuoi che ti porti a porcellino?” le chiese Quinn completamente seria, chinandosi in avanti così che Rachel potesse salirle sulla schiena.


Rachel rise e scosse la testa. “No, tesoro, solo... fammi togliere le scarpe.” si chinò sulla spalla di Quinn per tenersi in piedi e, oh Dio, finalmente i suoi piedi erano liberi.


Finalmente era libera. Si sentiva come se fosse... nata. Rinata. Semplicemente fantastico.

Rachel sospirò di sollievo e cominciò a camminare con indosso le sue calze di lana. I suoi calzini di lana gialli con stampate sopra delle pecore. Sorrise alle persone che camminavano dal lato opposto come a dire: “Yeah, ti piacerebbe avere delle calze come queste.” Quinn la seguì osservando attentamente i suoi piedi.

Va meglio?” chiese Quinn. “Vuoi prendere un taxi?”

Rachel le prese la mano nella sua e la fece oscillare avanti e indietro. “Va molto meglio.” la rassicurò.

Quinn annuì e si morse un labbro. “Facciamo un gioco.” disse dopo che ebbero passato alcuni isolati.

Rachel la guardò e inarcò un sopracciglio. Stavano per camminare al punto che avrebbe rovinato i suoi calzini, lo sapeva. Quinn guardò intorno, davanti a loro e poi giù al marciapiede.

“Okay, il marciapiede e la strada sono lava. Devi rimanere sul bordo e sulle strisce pedonali per rimanere in vita.”

Oh merda. Sfida accettata. Rachel Berry non si sarebbe fatta sconfiggere dalla lava. Cominciò subito a mantenere l'equilibrio sul bordo del marciapiede, Quinn sembrò sorpresa che avesse accettato, ma poi sorrise e cominciò a saltare davanti a lei. Rachel mise le mani sul dietro della cintura del suo cappotto per bilanciarsi, mentre Quinn la guardava in caso avesse bisogno di una mano.

Rachel lasciò perdere solo quando il suo telefono vibrò, salto sulle strisce pedonali proprio dietro Quinn.

Kurt: Torni a casa presto? Credo che siamo in anticipo. E credo che Santana non sappia veramente come fare una torta. Quinn si sta divertendo? Verrai a salvarmi da queste persone, per favore?


Santana: BERRY, IL TUO CAZZO DI CANE E' FOTTUTAMENTE FOLLE. Come si fa a preriscaldare il forno?

Brittany: Rachel, Tubby ha attaccato il vostro cucciolo e ora non vuole uscire da sotto il letto.

Rachel strinse gli occhi continuando a bilanciarsi sul marciapiede e si preparò a rispondere a quelle folli persone che sarebbero dovute essere al suo appartamento a preparare a Quinn una torta. A quanto sembrava erano più propensi a dare fuoco alla casa e uccidere i loro cani.


Rachel: Kurt, siamo per strada. Assicurarti che S non ci avveleni, per favore. Sì e sì.

Rachel: Santana stai lontano dai miei cani! Ed il pomello è sulla destra.

Rachel chiese a Brittany se intendeva che Tubby era sotto il letto o era Cornelius, aveva bisogno di chiarire i pronomi. Rachel rispose ai messaggi come se fosse una spogliarellista appesa ad un palo, continuando a cercare di rimanere in equilibrio.

Sì, sembrava una pazza, ma almeno non stava morendo nella lava.

Rachel: Britt lascialo lì sotto, uscirà da solo.

Santana: Capito. Oh già, ho assaggiato quella merda vegana e ho vomitato un po', quindi la torta sarà per persone normali, okay? ;)


Rachel scese dal marciapiede quando un autobus arrivò alla fermata. Fanculo. Quello sembrava un percorso per la sopravvivenza.

Rachel: D'ACCORDO VORRA' DIRE CHE NON LA MANGERO'. ASSICURATI CHE ABBIA UN BUON SAPORE.

Santana: SMETTILA DI URLARE. E dhu, come si usa il frullatore?

Dio, cosa stava- no, calma. Rachel gemette e Quinn si voltò a vedere se la stava ancora seguendo. Si, la stava seguendo. Presto sarebbe stata investita probabilmente.

Rachel: QUALSIASI COSA TU STIA PIANIFICANDO, NON HAI BISOGNO DEL FRULLATORE. SAREMO A CASA IN CINQUE MINUTI, SE NON VENIVAMO INVESTITE O SE NON CI ARRESTANO PER UN INVOLONTARIO PARKOUR E TIENI BRITTANY LONTANO DAI MIEI CANI.


Santana: LoL, no ;)

Rachel raggiunse la porta del palazzo proprio dietro Quinn, dopo aver eseguito delle brillanti manovre da ginnasta per restare sul marciapiede e le strisce bianche. Era orgogliosa di se stessa. Anche Quinn era fiera e il bacio che le diede era un'indicazione piuttosto ovvia.

Davvero, tutta la frustrazione si sciolse. Smise di chiedersi perché Santana avesse dei problemi con gli apparecchi elettronici, per le calze e per i cani, lasciò solo che Quinn la baciasse.

“Ti amo.” disse Quinn con un sorriso timido, giocherellando coi capelli di Rachel.

“Ti amo anch'io, piccola.” rispose Rachel. “E ho un'altra sorpresa per te.”


Rachel non avrebbe detto alla gente che c'era una festa a sorpresa, ovviamente, ma... Quinn non era come gli altri. Quinn non era la gente. Quinn probabilmente si sarebbe buttata dalla finestra del salotto pur di evitare una cosa del genere.

“Che cos'è?” chiese Quinn, avvolgendo le mani intorno alla vita e guardandola con occhi luminosi.

Rachel le tolse qualche ciocca bionda dagli occhi. “Kurt, Santana, Brittany e Puck sono in casa.” la sentì irrigidirsi un attimo. “Ti stanno facendo una torta, ma non rimarranno a lungo, volevano solo darti i loro auguri.”


Quinn si rilassò e annuì. “Okay... m...mi piace la torta. Mi piacciono loro. E s-se l-loro vogliono rimanere un po' di più.”

Rachel alzò le sopracciglia. “Non ti dispiacerebbe?”

Quinn scosse la testa esitante. Rachel sorrise e si chinò a baciarla sulla guancia. “Un passo alla volta, mmh?” disse piano al suo orecchio.

Mentre uscivano dall'ascensore, Rachel fu contenta di non trovare una nube di fumo nel corridoio. O urla. O animali deliranti che correvano. Era tutto completamente silenzioso. Quinn si spostò dietro di lei mentre raggiungevano la porta d'ingresso e Rachel rimase sorpresa quando nessuno-


SORPRESA!!” urlò Brittany, saltando fuori dall'armadio nel corridoio, anche se l'aspettava, il suo cuore fece un balzo. “Buon compleanno, Quinn!” strillò ancora la ragazza.

Brittany aggirò Rachel per dare un veloce e stretto abbraccio a Quinn, prima di fare immediatamente un passo indietro, per darle il suo spazio. Rachel osservò, diagnosticandosi da sola un'aritmia cardiaca ormai permanente. Brittany era come un'animale intuitivo, sapeva esattamente come trattare le persone.

Kurt le raggiunse all'ingresso tenendo in braccio Cornelius, salutò Rachel con un abbraccio e Quinn con un dolce sorriso, prima di consegnarle il cane.

Oddio. Doveva aver distrutto qualcosa.


Gli sei mancata, festeggiata. Penso che Tubby lo stesse tormentando o si è innamorato di lui, che voglio dire diventerebbe un ridicolo circolo gay fra specie diverse, destinato chiaramente a non funzionare.”

Probabilmente no, ma era meglio che rimpiazzare i fili dietro il televisore quando Barnaby lì aveva mangiati tutti qualche mese prima.

Quinn si chinò a grattare la pancia di Barnaby e mise Cornelius sul pavimento e Rachel continuò a interrogarsi se non era il caso per lei di vedere un cardiologo. Trascinò Quinn in salotto, dove Puck la salutò con un gesto e un sentito: “Buon Compleanno.”

“Rachel, dov'è il colorante alimentare?” chiese Santana dalla cucina.

Rachel si mosse sul divano e roteò gli occhi. “Qualsiasi cosa tu stia facendo, non richiede il colorante alimentare.” le rispose.

“Tu non sai che cazzo sto facendo, Berry! Sii grata, ti piacerà. Ora dimmi dov'è il dannato colorante alimentare.”


Rachel vide Quinn giocare con gli elastici che aveva al polso e le prese le mani per farla fermare. “Santana, smettila di imprecare.”

Ovviamente, se Rachel aveva detto a Santana di non imprecare, automaticamente la ragazza avrebbe trovato il modo di costruire una frase composta probabilmente solo da parolacce. Era davvero ammirevole, ma Quinn non l'avrebbe apprezzato.

Te lo sto per l'ultima volta, Berry. Dov'è.Il.Colorante.Alimentare?

Rachel sospirò e Quinn la strinse fra le braccia. “Dispensa, ripiano superiore.”

Rachel sentì qualche altro borbottio dalla cucina, poi ci fu silenzio, a parte il programma televisivo: “I video più divertenti d'America” in sottofondo. Puck sosteneva, alla fine di ogni video, che lo stesso era successo a lui. Rachel lo trovò difficile da credere, sopratutto quando un ragazzo indossò un collare elettroshock e abbaiò volontariamente, lasciandosi fulminare. Sorrise e sentì Quinn ridacchiare nel suo petto.


Era concentrata nel guardare Kurt cercare di far ballare Barnaby come uno dei cani dello show, quando l'allarme antincendio scattò. Non il rivelatore di fumo, ma direttamente l'allarme, come un fottuto raid aereo. Il primo pensiero di Rachel fu che Santana aveva dato fuoco a qualcosa e non fu sorpresa di pensarlo.

Santana guardò attraverso la porta con le mani in alto, decretando la sua innocenza. Rachel non vide alcun fumo, quindi probabilmente proveniva da qualche altra parte, ma Dio era forte.

Quinn stava tremando, la mani premute contro le orecchie, così come Puck e Kurt, ma i suoi occhi erano serrati e istintivamente Rachel le strofinò la schiena.

“Dovremmo evacuare?” urlò a Puck, perché Kurt era troppo impegnato a sfuggire all'ira di un Tubby terrorizzato, ma non staccò gli occhi da Quinn nemmeno per un secondo.


Puck si strinse nelle spalle. “È il vostro appartamento!” rispose altrettanto forte.

Barnaby stava cercando di salire in braccio a Rachel e Quinn iniziò a piagnucolare, così Rachel si alzò in piedi e fece segno a tutti i corpi terrorizzati nella stanza di fare lo stesso. Brittany venne fuori dalla cucina, seguita da una Santana piuttosto arrabbiata e prese Tubby dalla braccia di Kurt, avviandosi alla porta. Puck mise il guinzaglio a Barnaby e Rachel prese Cornelius così che Quinn non si togliesse le mani dalle orecchie.

Dio, Santana era quella che aveva preparato una torta nel suo forno ed era stato qualcun altro a mandare a fuoco qualcosa. Ridicolo.

Rachel tenne la mano sulla base della schiena di Quinn, guidandola per il corridoio e fuori nella hall affollata. Dannazione, Rachel non aveva mai visto nemmeno la metà di quelle persone prima di allora. Vivevano davvero tutti lì? Avrebbe dovuto cominciare a fare attenzione. Sembravano tutti incazzati come lei, avrebbero potuto diventare benissimo migliori amici.


Rachel lasciò i suoi amici nel palazzo e portò Quinn a prendere una boccata d'aria. Lì sarebbe stato silenzioso e non sembrava come le stessero bombardando. Con una mano continuò a tenere il soffice cucciolo, mentre con l'altra prese la mano di Quinn ancora premuta sul suo orecchio.

Quinn la guardò e Rachel le annuì leggermente. “Va tutto bene.” le disse.

Quinn si tolse le mani dalle orecchie: si poteva ancora sentire l'allarme in sottofondo, ma almeno non rompeva più i loro timpani. Quinn prese un profondo e tremolante respiro e Rachel si sporse a scompigliarle i capelli, prima di porgerle Cornelius. Quinn prese il cane facendo correre le dita nel suo pelo bianco e nero, più e più volte.

“Beh...” iniziò Rachel. “Questo è-”


Peggio delle tubature.” sbottò Quinn lanciando uno sguardo alla hall affollata.

Rachel si chiese perché nessuno stesse evacuando. Erano idioti? Forse non avrebbe dovuto essere migliore amica con loro. Se ci fosse stato un vero incendio, sarebbero tutti morti solo perché fuori faceva freddo. Però poi convenne che nemmeno lei stessa aveva preso in considerazione di evacuare l'appartamento, perché, davvero... chi prendeva sul serio gli allarmi antincendio?

“Sì, sì, lo è.” convenne Rachel alla fine. Quinn strinse Cornelius e drappeggiò un braccio attorno alle spalle di Rachel.


Rachel le baciò il capo. “Va meglio?” Quinn annuì.


Rachel le prese la mano e la trascinò lungo la strada. Aveva speso un'eccessiva quantità di tempo a camminare coi suoi calzini per i marciapiedi newyorchesi. Si chiese perché ancora non si era tolta quell'ammasso di germi dai piedi.

Quinn la seguì, stringendo Cornelius al petto e assicurandosi che Rachel non finisse nel percorso destinato agli autobus in arrivo. Rachel non la lasciò andare finché non raggiunsero Midnight Cupcakes, un negozio di capcakes aperto tutta la notte. Si voltò e baciò Quinn dolcemente e successivamente anche il capo di Cornelius.


Aspettami qui un attimo, va bene, Quinn? Non lasciano entrare gli animali. Urla se hai bisogno di qualcosa.”

Certo, Rachel sarebbe stata a tipo, sei metri di distanza, ma era solo per sicurezza. Quinn annuì e lei entrò. Il posto era praticamente vuoto, ma aveva senso, visto che era pressoché specializzato in consegne. Chi era l'idiota che usciva di casa a mezzanotte per comprare dei cupcakes?


Pfff, Rachel naturalmente.

“Salve, come posso aiutarla?” chiese vivacemente una ragazza dietro il bancone.

Rachel sorrise. “Ciao, vorrei un cupcake vegano alla vaniglia, ripieno e glassa alle fragole; uno normale con burro d'arachidi, ripieno e con zucchero a velo. Puoi metterci degli orsetti gommosi in cima? Oh e per quest'ultimo una candelina, per favore e un anello di quelli di plastica.”


I cupcakes furono pronti qualche minuto dopo e Rachel smise di immaginare cuccioli che saltavano fuori dal lavandino per persuadere la ragazza ad accedere la candelina al suo posto, annunciandole che l'edificio dove viveva era in fiamme in quello stesso momento. C'erano alte probabilità che si trovasse in due edifici che prendevano fuoco lo stesso giorno. Un ragionamento inattaccabile.

Rachel iniziò a cantare non appena uscì dalla porta. Era tranquillo e fresco fuori, si sedette vicino a Quinn, cercando nel suo corpo un po' di calore.

Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri cara Quinn, tanti auguri a te.


Quinn la guardò sorpresa e felice e Rachel rise quando vide i suoi occhi illuminarsi alla vista degli orsetti gommosi prima di soffiare sulla candelina. Rachel appoggiò l'anello a forma di tigre sul palmo di Quinn e la ragazza trascorse un buon minuto a fissarlo con un sorriso.

Rachel morse il proprio cupcake e Dio, il ripieno sembrava essere stato fatto dagli angeli. Quinn sembrò pensare la stessa cosa riguardo il burro d'arachidi e il suo gemito glielo confermò.

“Spero ti sia piaciuto il tuo compleanno, Quinn.” disse Rachel con voce impastate, il capcake che si faceva strada nella sua gola. Era davvero come mangiare nuvole. E arcobaleni. Aveva bisogno di un litro d'acqua ed un po' di insulina dopo tutto quello.

“È il miglior compleanno che abbia mai avuto.” rispose Quinn, completamente seria, concentrando il proprio sguardo sulla glassa.


Rachel la vide prendere con un dito un po' di glassa e avvicinarla a Cornelius. Dio, avrebbe mai imparato? Quinn si rese conto che Rachel l'aveva vista e arrossì, facendola ridere di gusto. Rachel si sporse e baciò il burro d'arachidi dal volto di Quinn, con la sua bocca che sapeva di fragola, che si rivelò... una combinazione di sapori interessanti. Avrebbero dovuto provare di nuovo.

Quando tornarono a casa, l'atrio era vuoto e l'edificio era ancora in piedi, che di per sé, era un buon segno, no? Sperava che i suoi vicini avessero imparato quello che non si doveva fare quando suonava l'allarme antincendio.

Il forno di Rachel non era stato distrutto e i suoi animali, compreso Tubby, erano vivi e vegeti. Ah sì, e i suoi amici popolavano il suo appartamento come se non fosse successo niente.

Rachel e Quinn mangiarono altro dolce in loro compagnia, e Rachel non poté impedirsi di abbracciare Santana quando vide il leone fatto di glassa blu sulla cima della torta. Quinn ne fu entusiasta ed abbracciò spontaneamente Santana e paradossalmente non venne spinta via in malo modo come aveva fatto con Rachel. Quinn mangiò tutto il leone e poi rimase stesa sul divano a lamentarsi del fatto che aveva mangiato troppo.

Rachel si stava infilando sotto le coperte quando sentì un leggero bussare alla porta. “Entra, tesoro.” disse.

Quinn entrò nella stanza con una mano sullo stomaco e un broncio sul volto, orso Pooh in una mano e Barnaby e Cornelius trotterellanti dietro di lei. Dio, aveva portato tutta la maledetta flotta.


Rachel sorrise dolcemente e fece un segno a Quinn, e tutti gli animali che la seguivano come se fosse Noè, mentre si infilava nel letto. Quinn strinse immediatamente Rachel borbottando del suo stomaco dolorante e di leoni fatti di glassa.


Rachel si chiese brevemente perché diavolo avessero smesso di dormire insieme. Era perfetto. Non c'era nessun aspetto negativo: Quinn odorava di glassa zuccherata, Barnaby russava come un elicottero e Rachel poteva ancora sentire il sapore del burro d'arachidi sulle labbra.


****


Rachel Berry era sempre preparata. Per tutto. Sapeva cosa fare con un incendio, un terremoto, un maremoto che avrebbe potuto sorprendere New York, trascinando tutte le persone impreparate verso l'Adriatico. Dio, era addirittura pronta per un'apocalisse zombie. Sì, aveva tenuto una delle vecchie mazze da baseball di Puck nel proprio armadio. Non l'avrebbero più presa in giro quando sarebbe stata lei ad impugnarla, spazzando teste e salvando i loro culi flaccidi.

Rachel andava sempre a lavorare prima, aveva sempre qualche costume da sistemare e non voleva mai farsi trovare impreparata quando indossava i suoi tacchi. Sopratutto non da uno psicologo che aveva la salute mentale della sua fidanzata – non per essere troppo melodrammatica – nelle proprie mani.


Ma in realtà, Rachel Berry era melodrammatica.

Motivo per il quale Rachel aveva speso tutto il martedì a fare ricerche sui disturbi psicologici e cominciando a farsi enormi complessi al riguardo, perché Dio, era sicura di possedere ognuno di loro. Kurt l'aveva anche definita sociopatica al liceo.

Una persona con un comportamento estremamente antisociale e con assenza di coscienza. Assenza di coscienza.

Gesù.


Ma, no, Rachel avrebbe dovuto smettere di chiedersi cosa avrebbe pensato la gente se si fosse trasformata in un'assassina psicopatica, perché doveva concentrarsi su Quinn. Cose tipo, e se fosse stata Quinn a trasformarsi in un'assassina psicopatica?

Sarebbe stata in grado di rispondere a domande come: “Ti eri accorta che stava per accadere?” con un semplice: “No, pensavo solo che le piacessero gli orsetti gommosi e i cani.”

Ma Quinn era la più innocua, innocente creatura sulla faccia della terra, così essere indagate per omicidio non divenne una preoccupazione legittima di Rachel. Anche se la sua immaginazione continuava a portarla in quella direzione di tanto in tanto.

Lei non voleva etichettare Quinn o qualcosa del genere, non prima della loro prima sessione, ma la ragazza aveva elencato alcuni dei disturbi in quella semi-disastrosa – completamente disastrosa – cena qualche settimana prima, quindi... aveva cominciato a cercare i disturbi dell'ansia e...wow. Erano un sacco. Escluse il disturbo dell'ansia generalizzato nella sua mente, non aveva scritto niente su carta non voleva lasciare nessuna prova di quello che stava facendo.


Era una professionista. Niente prova su carta.

Attacchi di panico e disturbo di ansia sociale, sembravano i più probabili. Dannazione addirittura PTSD sembrava plausibile, Rachel non aveva idea di cosa Quinn aveva dovuto affrontare. Era in realtà molto eccitata per la sessione del giorno successivo, aveva davvero voglia di conoscere meglio Quinn.


Rachel era nel bel mezzo del diagnosticare a Barnaby una schizofrenia, quando Quinn attraversò la soglia di casa.

Rachel chiuse di scatto il computer presa improvvisamente da un panico irrazionale. Sì, esattamente quello che avrebbe fatto un porno dipendente, realizzò. Questo prima di ricordarsi che probabilmente la parola porno non esisteva nemmeno nella mente di Quinn.

Quinn non sembrava avere nessun pensiero riguardante il porno e Rachel cercò di capire perché la sua mente continuasse a focalizzarsi solo su quel concetto. Si ritrovò di nuovo d'accordo con i disordini psicologici che aveva esaminato in precedenza.


Quinn si lasciò cadere vicino a Rachel, sul divano, spingendo la testa all'indietro e chiudendo gli occhi stancamente. Rachel si chinò, baciandola dolcemente e sulle labbra di Quinn si dipinse un piccolo sorriso.

Stanca?” chiese Rachel, passandole le dita nei biondi capelli arruffati.

Quinn mormorò di apprezzamento. “Mal di testa.”

Rachel si imbronciò, appoggiando la testa sulla spalla di Quinn e continuando ad accarezzarle il collo.

Abbiamo dovuto fare l'inventario oggi.” continuò Quinn. “Contare tutto il cibo e le medicine... poi metterli nel computer e tutti i prezzi e...” sospirò. Rachel si sporse a baciarle la mandibola. “Non mi piace questa parte.” disse crucciata.

“Perché è noiosa?” chiese Rachel.


Quinn arricciò le labbra e scosse la testa. “Numeri.”

Ah, sì, Rachel poteva capire il suo punto di vista. Perché una persona doveva mettersi a litigare coi numeri, quando poteva giocare con i cuccioli?


Forse dovresti andare a letto presto stasera, invece di venire al mio show.” suggerì Rachel.

Rimase sorpresa di quanto velocemente la testa di Quinn si mosse per guardarla. Per l'amor del cielo donna, non spezzarti il collo. Dalla sua espressione sembrava che le avesse appena chiesto di tagliarsi un braccio.

No.” disse risolutamente Quinn, sussultando per il dolore che il movimento le aveva causato, Rachel le strofinò il collo amorevolmente. “Certo che verrò al tuo show, non me lo perderei mai.”

Rachel sorrise all'espressione determinata di Quinn, era bello avere qualcuno fra il pubblico tutte le sere. Sopratutto qualcuno che amava. Qualcuno a cui cantare. Qualcuno d'ancorare. Qualcuno che applaudiva in quelle notti in cui pensavi di essere la peggiore persona al mondo. Qualcuno che ti rassicurava che non sembravi vittima di un ictus quando avevi pronunciato la tua ultima strofa.


Quinn era sempre li col suo sorriso orgoglioso e Rachel non aveva intenzione di convincerla ad essere da qualche altra parte.

Come ti senti riguardo a domani?” chiese Rachel, il mento appoggiato alla spalla di Quinn e il naso premuto contro la sua guancia. Quinn scrollò le spalle, Rachel sorrise e le batté un dito sulla bocca. “Le parole, per favore, piccola.”

Quinn aprì un occhio e la fissò. Rachel era gelosa. Sembrava un'epilettica ogni volta che provava a fare un occhiolino. Semplicemente i suoi muscoli facciali non erano così collaborativi.

“Io...” cominciò Quinn, mordendosi l'interno della guancia. “Andrà bene.” terminò.


Okay, meno entusiasta di Rachel, ma era un inizio.

Rachel si mise a cavalcioni di Quinn e questa la strinse come se fosse un orsacchiotto.


Vuoi una tazza di thè?” le chiese dolcemente in un orecchio. Faceva sempre effetto per lei quando aveva mal di testa. Lo riempiva di cose dolci, come zucchero e miele. Cose come Quinn.

No.” mormorò Quinn, gli occhi chiusi e il volto nascosto nel collo di Rachel.

Aspirina?” domandò Rachel.

No.”

Minestra?”

No.”

Il restante della torta con la glassa blu?” glielo domandò con un sorriso sulle labbra, perché sapeva già quale sarebbe stata la risposta.

Quinn rimase in silenzio per un momento. “... sì.” disse con calma, non muovendo la testa, nè tanto meno aprendo gli occhi.

Rachel le baciò l'orecchio e si sciolse dalla sua presa per portare un po' di torta alla sua fidanzata.

Alcune persone non imparavano mai.




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Note Traduttrice:

Sì, lo so, sembra un miraggio o un miracolo di Natale, ho pubblicato in tempo, anzi, con un giorno d'anticipo, ma siccome domani probabilmente non avrò molto tempo per me, ho deciso di anticipare di un giorno!

Questo capitolo è dolcissimooooo! Nel prossimo finalmente si entrerà un po' nella testa di Quinn, ma non preoccupatevi, come dice Rachel più di una volta è fatta di zucchero filato :P

Ci si vede settimana prossima, lasciate qualche commentuccio, ve ne sarei immensamente grata!

See you soon! :)

ManuKaikan















  
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