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Autore: Silviax    22/12/2015    0 recensioni
Appena assaporo la nicotina in gola tiro quasi un sospiro di sollievo, riesco per qualche istante a sentirmi più tranquilla, anche se quella tranquillità passa subito vedendo la faccia di Castiel leggermente irritata davanti al mio mutismo.
-Puoi onorarmi delle tue parole o è chiedere troppo?-
-Smettila Castiel, lasciami un po' in pace-
Non parla. Non dice un parola, mi guarda e basta. Non riesco a sostenere il suo sgardo e guardo altrove, non ho bisogno della compassione di nessuno.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Kentin, Lysandro, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 18 – VIGILIA DI NATALE
 
Di solito andare a fare shopping è una cosa che mi fa impazzire ma oggi non ne ho nessuna voglia e non me ne so spiegare il motivo ma appena io e Rosalya varchiamo le porte dell’enorme centro commerciale ci sentiamo subito sommerse da un caloroso clima natalizio e ogni mia esitazione svanisce all’istante alla vista di tutte le vetrine sommerse da manichini con abiti stupendi.
Un’enorme albero addobbato con colori rosso e oro si trova subito all’ingresso lasciando poi posto a tutti le luci e agli addobbi di ogni singolo negozio. E’ la vigilia di Natale e un sacco di persone corrono da una parte all’altra dell’enorme centro commerciale alla ricerca dei regali dell’ultimo minuto.
Io e Rosa entriamo in ogni negozio d’abbigliamento ma usciamo da tutti leggermente sconsolate per non essere riuscite a trovare un abito che ci colpisca così tanto da volerlo acquistare ad ogni costo visto che tutte e due abbiamo optato per qualcosa di particolare da indossare l’ultimo giorno di quest’anno che mi ha portato grandi dispiaceri ma anche grandi gioie.
-Io non ce la faccio più- annuncia Rosa –Ho bisogno di comprare qualcosa-
La guardo per qualche secondo e poi mi spunta un leggero sorriso dall’angolo destro della bocca quando noto con la coda dell’occhio un negozio che nel quale non siamo ancora entrate ma che da fuori promette molto bene. Lo indico alla mia accompagnatrice e lei ha quasi un sussulto alla vista di tutti quei bellissimi abiti in vetrina.
Ci avviciniamo con fare deciso a quel piccolo negozio che non avevamo nemmeno notato e appena varchiamo la soglia notiamo che è proprio come ce lo aspettavamo. Un sacco di vestiti destinati all’ultimo giorno dell’anno sono appesi lungo tutta la parete alla destra della stanza, sotto di essi invece sono posizionate scarpe di ogni tipo: stivali, zeppe, decolleté.
Mentre guardo Rosa con un sorriso compiaciuto lei ha già tirato giù dalla parete mille abiti diversi e si avvia velocemente verso i camerini. Rimango sola a contemplare tutti gli abiti appesi quando finalmente uno riesce a catturare la mia attenzione: è tutto ricoperto di pizzo nero e forse eccessivamente corto per il mio stile eppure ha qualcosa che mi affascina un sacco. Nonostante il mio amore per il nero e per il pizzo sia qualcosa di inspiegabile i miei grandi occhi grigi sono attirati da un altro vestito, ancora più bello. Lo tiro giù dalla gruccia e mi avvicino al camerino, dove trovo Rosa intenta ad ammirarsi allo specchio con lo stupendo vestito che indossa. Ha lo scollo a cuore ed è avvolto da un tessuto nero trasparente che le copra una sola spalla e che dona al vestito sia la bellezza sia del colore rosso che del nero, proprio come il tema che aveva scelto lei stessa.
Dopo averle fatto molti complimenti sulla sua azzeccata scelta filo velocemente in camerino per assicurarmi che anche il vestito che ho scelto io faccia così tanta scena su di me. Una volta uscita da lì Rosa mi guarda con una faccia sbalordita mentre mi incita a guardarmi allo specchio. L’abito che indosso è nero e stretto sui fianchi mentre dalla vita in su è ricoperto di brillantini oro che danno un tocco di classe al vestito. Lo scollo a cuore, esattamente come quello di Rosa, noto che dona molto di più a me che a lei e la cosa mi fa leggermente piacere, un altro dettaglio simile è lo stesso tessuto nero trasparente sulle spalle, con la diversità che a me le copre tutte e due.
-Stai benissimo- ammette lei con un sorrisino compiaciuto sul viso mentre io arrossisco leggermente e torno in camerino a cambiarmi, seguita a ruota da lei.
Usciamo soddisfatte dal negozio con i nostri nuovi acquisti tra le mani e decidiamo di passare al bar a bere qualcosa, tutti questi giri tra le boutique ci hanno distrutte. Ci sediamo ad un tavolo vuoto davanti al bar e mentre aspettiamo il cameriere per le nostre ordinazioni iniziamo a pensare ad ogni possibile situazione che potrebbe presentarsi quel giorno.
Le continue battute di Rosa su ogni invitato alla festa mi mette addosso un incredibile buonumore, che insieme ad aver acquistato un vestito così bello, mi rendono immune a qualsiasi pensiero negativo e con un perenne sorriso sulle labbra. Questo sorriso però svanisce nell’esatto istante in cui Rosa tira fuori il tasto dolente: Castiel.
-Secondo me non la smetterà più di guardarti quando ti vedrà con quel vestito- ammette mentre soffoca una risata divertita alla vista della mia espressione corrucciata
-Smettila- affermo innervosita
-Dai Crystal, ti guarda sempre quando sei vestita normale- sorride divertita –Figurati con quel vestito addosso-
L’espressione divertita di pochi minuti fa mi muore in volto per lasciarne lo spazio a una visibilmente irritata ma nel frattempo anche molto imbarazzata. Non avevo mai fatto caso che Castiel mi guardasse, ho sempre pensato che mi ritenesse una scocciatura.
Mi passo una mano velocemente davanti alla faccia come per rimuovere quei pensieri dalla testa e, sorprendentemente, ci riesco. Torno a concentrarmi su Rosa che continua a parlare come se non si fosse nemmeno accorta che non la stavo più ascoltando.
 
 
-Ciao signor scorbutico- dico passando di fianco a Castiel che sta uscendo proprio in quel momento da casa insieme al suo inseparabile amico, Demon.
Nell’esatto momento in cui finisco la frase mi ricordo che anche io devo portare fuori la mia cagnolina per la passeggiata giornaliera. Nonostante abbiamo un enorme giardino in cui può passare tutto il tempo che vuole preferisco sempre portarla fuori a fare un giro ogni tanto.
-Ei Castiel- dico quando ormai lui ha già percorso più di metà del suo vialetto, si gira verso di me e mi fa cenno di continuare la frase –Mi aspetti?- chiedo infine
Il suo sguardo perplesso mi irrita leggermente così decido di lasciarlo stare e non dirgli più niente. Rientro in casa e poso i miei acquisti sul divano in pelle nera perfettamente in ordine, raggiungendo velocemente la porta d’ingresso per recuperare il collare e infilarlo alla mia cagnolina. Una volta uscita di casa credo di avere qualche allucinazione poiché Castiel si trova a metà del mio giardino con un’aria lievemente irritata. Appena mi vede mi lancia un’occhiataccia –Mi dici di aspettarti e poi ci metti così tanto?- chiede nel suo solito modo scorbutico ed a cui io ho ormai fatto abitudine.
-Non mi hai rispondo e l’ho preso come un no- rispondo secca, sperando di concludere lì la conversazione ed infatti è proprio così. Ci incamminiamo per il lungo viale ricoperto dagli alberi spogli che ormai sono leggermente tinteggiati dalla neve e per tutto il viaggio nessuno dei due dice una parola all’altro. Il vento gelido è pungente e la mano che tiene il guinzaglio sembra essere un ghiacciolo da quanto è fredda, dovrò comprarmi dei guanti oppure passerò tutto l’inverno col rischio di ritrovarmi la mano destra in ipotermia.
L’imbarazzante silenzio tra me e Castiel non mi va molto a genio, per ogni passo avanti che faccio lui in tutta risposta ne fa un altro indietro, portandomi sempre al punto di partenza con lui.
Sono io la prima a rompere il gelo che si è creato nuovamente tra di noi –Se ti può consolare non sei l’unico che festeggerà il Natale da solo- affermo, sperando che la mia uscita non lo irriti più del dovuto.
Dalla sua espressione mi accorgo che le mie parole non l’hanno toccato per niente, ormai sarà abituato a passare le feste da solo e la cosa mi da parecchio fastidio, i suoi genitori dovrebbero comportarsi meglio con lui.
-E con questa uscita cosa vorresti farmi intendere?- mi chiede dopo aver slacciato il guinzaglio a Demon per permettergli di godersi il parco innevato
-Che se vuoi potremmo passarlo insieme- le parole mi escono dalla bocca senza il mio consenso e mi ritrovo lo sguardo vigile di Castiel addosso, probabilmente non se lo aspettava nemmeno lui –Sempre se vuoi- aggiungo poi, ormai rossa in viso.
Sul suo viso si accendo il suo solito sorrisetto stupido mentre annuisce leggermente con la testa. Se lui era sorpreso per la mia proposta non volontaria io sono ancora più sorpresa per la risposta che mi ha appena dato.
-Però non so cucinare- lo avviso alla fine, accennano un sorriso. Non mi sono ancora ripresa bene dalle parole che ho pronunciato poco fa.
-Vorrà dire che ordineremo una pizza- risponde lui sorridendomi, è incredibile come il suo umore possa cambiare da un momento all’altro.
Lo guardo giocare con Demon e nel frattempo mi ripiombano in testa le parole di Rosa ‘ti guarda sempre quando sei vestita normale figurati con quel vestito addosso’. Lo fisso per un po’ e capisco quanto Rosa si è sbagliata a dire quella frase, Castiel non mi degna nemmeno della sua attenzione, non fa altro che darmi fastidio e prendersi gioco di me.
-Se vuoi possiamo berci qualcosa questa sera- afferma lui distraendomi all’instante da tutti i miei pensieri, ci metto qualche secondo per focalizzare bene la sua proposta ma poi rispondo di si e tra una battuta stupida nei miei confronti e qualche offesa nei suoi ritorniamo sui passi di casa.
 
Mi sveglio un fascio di luce proveniente dalla grande finestra ma decido di non aprire gli occhi, ho un mal di testa terribile. Non mi ricordo molto cosa è successo ieri sera, so che sono andata a bere qualcosa col mio vicino di casa molesto e che poi siamo finiti a casa sua a guardare un film ma tutti e due eravamo visibilmente un po’ brilli. Non mi ricordo nemmeno come ho fatto a tornare in casa ma poco mi importa perché le coperte calde del mio letto mi avvolgono dalla testa ai piedi. Eppure c’è qualcosa che non torna perché vicino a me sento il respiro di qualcuno.
Apri lentamente gli occhi impasticciati ancora dal sonno e tento di mettere a fuoco quello che ho intorno. Quando finalmente riesco a realizzare che le pareti marroncine non sono quelle della mia stanza mi alzo di scatto mettendomi a sedere e scopro di aver dormito per tutta la notte sul divano di Castiel, con lui proprio di fianco.
-Merda- dico quasi urlando per poi accorgermi che il rosso si è svegliato proprio per la mia imprecazione.
Si stropiccia una mano sugli occhi, non l’avevo mai visto così tranquillo, ma appena mi vede li apre di scatto e con un veloce gesto si mette a sedere anche lui sul divano, imitando i miei movimenti di pochi minuti prima.
-Cosa ci fai qui?- mi chiede visibilmente perplesso
-Non lo so- ammetto leggermente imbarazzata, non mi ricordo come ho fatto ad addormentarmi proprio qui, in casa sua –mi dispiace- aggiungo mentre mi alzo ancora indolenzita per la notte passata su quel divano
-Tranquilla- dice lui –Beh, se ti trovavo qui nuda era meglio però- aggiunge poi con un sorriso malizioso sulle labbra, anche la mattina ha un pessimo senso dell’umorismo.
In tutta risposta gli lancio addosso un cuscino preso dal divano che fino a poco fa credevo fosse il mio letto mentre lui soffoca una risata. Eppure io non ci trovo nulla da ridere.
-Vado a fare la doccia e torno- lo avviso mentre mi infilo velocemente il cappotto, voglio scappare da quella casa e non so se è una buona idea tornare dopo visto quello che è appena successo.
-Ce l’ho anche io un bagno- risponde prontamente con ancora il sorriso divertito sulle labbra –Potremmo farla insieme la doccia- propone infine, pur conoscendo già la risposta.
Lo incenerisco con lo sguardo per poi ribattere subito –Magari in una prossima vita- affermo infine sorridendogli per poi girare i tacchi e rientrare frettolosamente in casa mia, questa giornata non poteva incominciare peggio.

 
 
 
 ***
Premetto che mi scuso un sacco della mia sparizione, ma con l’avvicinarsi delle feste (e soprattutto delle ferie ahah) sono riuscita a ritagliare del tempo per la storia ed ecco qui il capitolo 18 appena finito di scrivere;)
Avevo annunciato che questo capitolo avrebbe parlato di Capodanno ma ho ribaltato tutto nei momenti in cui non riuscivo a trovare il tempo per continuare, così questo capitolo parla della vigilia di Natale mentre il tema del prossimo sarà, finalmente il Capodanno.
Spero di riuscire a concluderlo prima del 31 in modo da restare in tema però non vi assicuro niente, ma prima della fine delle feste pubblicherò anche il capitolo 20, ve lo prometto ahah
Un bacio grande!
   
 
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