Serie TV > Teen Wolf
Segui la storia  |       
Autore: Cici_Ce    23/12/2015    4 recensioni
Stiles sta ultimando il master a Yale, dove si è trasferito e studia da anni. Non fa più parte del branco di BH, così come anche Lydia, da quando un brutto evento ha cambiato ogni cosa e niente è più stato come prima. Ma anche se i rancori sembravano dimenticati, ritornano a galla nel momento in cui è costretto a fare una scelta: ritornare a Beacon Hills.
Questa storia partecipa alla seconda edizione del Teen Wolf Big Bang Italia
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Cora Hale, Derek Hale, Lydia Martin, Stiles Stilinski
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

EPILOGO 

 

Stiles si concesse un lungo momento per osservare la folla dinnanzi a sé. Dopotutto Scott aveva lo sguardo fisso sul corridoio centrale che divideva le file di invitati e non si sarebbe mai accorto se, per un attimo, il suo testimone non fosse stato concentrato quanto lui.

Il giorno del matrimonio di Scott. Scott che si sposava. Se Stiles avesse cercato di figurarselo, qualche anno prima, non ci sarebbe riuscito; erano lontani i tempi in cui erano i due sfigati della scuola, il nerd con le camicie a quadri e l’asmatico che si ostinava a voler far parte della squadra di lacrosse, quelli in cui le ragazze non li filavano di striscio e c’erano solo loro, Scott e Stiles contro il mondo.

Ora avevano un passato doloroso alle spalle che li aveva costretti a maturare e stavano ricostruendo, per certi versi lentamente e per altri più rapidamente del previsto, un rapporto ancora più saldo del precedente. E soprattutto non erano soli. Stiles lasciò che il suo sguardo indugiasse su Derek, seduto in prima fila accanto a suo padre, e gli sorrise.

Quella che stava pian piano risbocciando con Derek era una delle relazioni più belle che Stiles avesse mai osato immaginare. C’era eccitazione, c’era attrazione, e un rispetto reciproco che non avrebbe mai creduto possibile, visti i loro trascorsi. C’era rispetto di opinioni, rispetto della persona, rispetto dei sentimenti. Era un legame maturo, sotto tutti i punti di vista.

Stiles sogghignò: chi non lo avrebbe invidiato? Derek era magnifico, sexy da morire e consapevole di esserlo, anche se mai in eccesso, il che non faceva che ricordare a Stiles quanto fosse fortunato. Avevano e avrebbero avuto sempre i loro alti e bassi, certo, nemmeno a parlarne, ma se anche il passato fosse tornato  a fare capolino sarebbero stati in grado di superarlo.

E Scott aveva Kira. Stiles si era finalmente deciso a incontrare il branco, seguito da Cora, e tra di loro aveva conosciuto la futura signora McCall: una creatura deliziosa, tanto impacciata su un paio di tacchi quanto micidiale con una katana, ed era semplicemente perfetta per Scott. Stiles sorrise al ricordo della faccia che aveva fatto quando lui le aveva chiesto se era consapevole che le kitsune erano destinate a perdere l’immortalità una volta che si facevano una famiglia. Kira aveva sgranato gli occhi e Stiles le aveva rivelato di essere in procinto di diventare Emissario, solo per poi sentirsi rispondere che sì, Kira conosceva il funzionamento del suo corpo alla perfezione e, anzi, era stato un fattore determinante nella scelta di sposarsi: Kira non voleva veder invecchiare e morire l’uomo della sua vita mentre lei restava giovane ed era disposta a rinunciare all’immortalità pur di vivere la sua vita accanto a lui. Stiles l’aveva immediatamente adorata.

Se Kira e i vecchi membri del branco gli avevano dato un caloroso benvenuto, diversa era stata la reazione di Liam, il ragazzo che gli era stato presentato come il primo Beta morso da Scott. Stiles lo cercò tra la folla e lo osservò, per qualche istante. Liam si era da subito dimostrato ostile e non aveva cercato in nessun modo di conoscerlo meglio. Erica gli aveva raccontato di come Scott lo aveva morso e di come pian piano lo avesse aiutato a superare i suoi problemi con la rabbia; Stiles ipotizzava che tutta quell’ostilità fosse pura gelosia, e forse anche un po’ di risentimento per quanto Stiles avesse fatto soffrire il suo amato Alpha. Aveva però avuto una mezza idea che forse gli avrebbe dato la possibilità di guadagnarsi il suo favore e l’avrebbe sottoposta presto all’attenzione di Scott: Liam non era andato all’università per restare con il branco, il che era un peccato, a giudicare da quello che diceva Erica, ma con l’appoggio del branco di Morris se Liam avesse voluto ora ne avrebbe avuto l’opportunità.

Quel pensiero portò il suo sguardo qualche fila più indietro, dove faceva bella mostra al gran completo proprio il suo vecchio branco di passaggio. Lydia alzò una mano e lo salutò, ridacchiando appena, raggiante e come sempre elegante, seduta accanto a un compostissimo Bates. Stiles non poté fare a meno di rabbrividire quando notò uno scambio di occhiate tra i due che valeva più di mille parole, e cercò di non pensare a quanta esperienza aveva Lydia nell’imboscarsi alle feste. Mille immagini affollarono la sua mente e Stiles desiderò ardentemente di conoscere un incantesimo per cancellarsi la memoria. Accanto a loro, Morris sorrideva tranquillo e beato, le due figlie in braccio, una per ginocchio, che chiacchieravano con Cora. L’Alpha aveva viaggiato con l’intera famiglia, felice di quell’invito inatteso. Non solo, aveva anche mandato Mike in avanscoperta, per “studiare la situazione”. Naturalmente quella era solo la versione ufficiale, ma tutti, diretti interessati compresi, sapevano che Mike era lì per tutt’altro motivo.

Anche in quel momento, per esempio, la ragione era piuttosto palese: Mike era seduto accanto a Cora e la teneva per mano, le dita intrecciate alle sue e un sorriso ebete stampato in faccia. Dopo mesi passati a a parlarle al telefono o tramite il computer, Mike non aveva creduto vera la possibilità di rivederla ed era corso a Beacon Hills. Quando i due si erano visti si erano lanciati l’uno sull’altro scambiandosi un bacio che… beh, se non ci fosse stato Stiles a bloccare Derek, di Mike sarebbe rimasto ben poco. A quanto aveva capito, Cora era intenzionata a tornare a Yale e fare un altro Master, almeno finché anche Mike non avesse finito il suo, e poi chissà.

Una mano si sollevò, a pochi posti da dove erano seduti i due ragazzi, come a voler richiamare Stiles. Quando ebbe la sua attenzione Tara gli sorrise, spalancò gli occhi e con il dito gli mimò il cavallo dei pantaloni. Stiles abbassò lo sguardo e si rese conto con orrore di avere la lampo abbassata. Sentì le guance andare a fuoco e, mentre la tirava su, pregò ardentemente che nessuno se ne fosse accorto. Tara si concesse una risatina discreta coperta da una mano e Stiles scosse mentalmente la testa.

Stiles non avrebbe potuto essere più stupito dall’arrivo di Tara; nei quattro anni in cui era stato suo allievo, non l’aveva mai vista allontanarsi dal territorio del branco. Per quanto la sua sola presenza fosse sconvolgente, lo era stato ancora di più l’annuncio che lo considerava pronto a «intraprendere la carriera da solista», così come gli aveva detto. A Stiles si era fermato il fiato in gola.

«Vuoi dire che… che divento Emissario? Così? Non c’è un esame da superare, o che ne so, un cattivo da uccidere?»

Tara aveva scosso la testa divertita. Morris accanto a lei era proprio scoppiato a ridere.

Quel giorno era stato per pochi intimi: Stiles, gli Alpha, i loro bracci destri e Tara.

Il luogo dove Tara e Morris avevano radunato tutti era speciale, e Stiles, dopo averlo tanto studiato, era rimasto incantato dal poterne finalmente ammirare uno: un Nemeton. Uno vero, e anche se dell’albero rimaneva solo un tronco tagliato Stiles poteva chiaramente percepirne la potenza e la magia direttamente sulla pelle. Preso com’era a rimirare intorno, si era quasi perso l’annuncio.

«È giunto il momento di eleggere un nuovo Emissario per il branco che si è formato qui a Beacon Hills,» aveva iniziato Tara in modo solenne. «Il branco è rimasto già per troppo tempo senza un appoggio, senza un’ancora tra il mondo umano e quello soprannaturale. Alpha McCall.»

Scott si era fatto avanti, un filo nervoso, con Derek al suo fianco.

«In questo luogo sacro sancisco l’unione tra te, a rappresentanza del tuo intero branco, e il tuo nuovo Emissario. Accetta e accogli Stiles Stilinski, che giura di aiutare sempre, in ogni momento e modo, il tuo branco e di consigliarti ogni qualvolta ne avrai bisogno. In cambio, egli avrà il tuo aiuto e la tua protezione.»

Stiles, del tutto frastornato, si era fatto avanti fino ad accostarsi a Scott, che lo aveva guardato con gli occhi fuori dalle orbite. Poi lo aveva abbracciato, così come aveva studiato, da rito.

Era stata una scelta di Tara, quella di compiere il rito ai piedi del Nemeton, e Stiles non aveva potuto che esserle grato per quel dono. Ancora stentava a credere di essere davvero diventato Emissario, e per di più quello di Scott. Era davvero surreale, considerato quanto era stato contrario all’idea fino a che lui e Scott non si erano di nuovo confrontati faccia a faccia, questa volta senza lacrime, pioggia e spettatori.

Era successo parecchi giorni dopo il loro riappacificamento, giorni che si erano concessi per tranquillizzarsi un po’, per riprendersi dalle forti emozioni e mettere un filo di chiarezza nei rispettivi pensieri, ognuno per conto proprio, senza incontrarsi. Stiles era stato in tensione tutta la mattina, a pranzo non era riuscito a buttare giù nemmeno un bicchiere d’acqua e quando il campanello aveva suonato aveva fatto un salto sulla sedia degno di Gatto Silvestro. Se non altro si era tirato su di morale quando, all’arrivo di Scott, aveva notato che l’amico era teso quanto lui.

«Ho portato qualcosa da bere,» aveva esclamato Scott con un sorriso nervoso, alzando un pacco di birre.

Stiles aveva sbattuto le palpebre, preso alla sprovvista.

«Ti sei dato all’alcol? Non bevevamo Coca Coca, una volta? Per altro sei un licantropo, non ti fa nemmeno effetto.»

«Sì, ma ho pensato che fosse più simbolico.»

Stiles aveva ridacchiato e annuito, e un po’ di tensione si era stemperata.

Avevano parlato a lungo e non senza difficoltà, ma era stato bello, e giusto. Quando Stiles gli aveva rivelato di essere un apprendista Emissario, Scott aveva sputato fuori un’intera sorsata di birra.

«Stai scherzando?» aveva tossito, mezzo soffocato.

«L’alcol non ti fa sbronzare ma può ucciderti, noto. No, non sto scherzando,» ghignò, solo per poi farsi serio. «Quando me ne sono andato la prima cosa che ho fatto è stata cercare un altro branco. Non lo sapevo, all’inizio, ma quel branco aveva – ha – uno dei più esperti Emissari del continente. Ha accettato di prendermi come apprendista, ci studio insieme da quando sono là.»

«Emissario», aveva detto Scott, scuotendo la testa. «Non ci ho mai pensato. Non ho mai pensato che fosse un’opzione… ho avuto paura, riuscivo solo a pensare che avresti continuato a rischiare la vita,» mormorò affranto. «Mi dispiace, non ho usato il cervello, io–»

«E quando mai lo fai?» lo aveva interrotto Stiles.

Scott era arrossito, chinando il capo.

«Mi dispiace, abbiamo sbagliato. Ho sbagliato. Avrei dovuto pensarci, e invece…»

«Non parliamone, vuoi?»

Scott aveva annuito, ma non era rimasto zitto. Il suo viso si era illuminato di speranza, anche se Stiles aveva subito capito che si stava trattenendo, proprio come faceva Derek.

«Deaton se ne è andato…» aveva borbottato, senza guardarlo negli occhi.

Stiles aveva alzato al cielo i suoi, incrociato le braccia al petto e cominciando a battere convulsivamente un piede sul pavimento. «Te l’ha suggerito Derek?» Scott aveva scosso subito la testa. Stiles aveva assottigliato gli occhi. «Cora?» Altro diniego.

«Ho solo pensato… tu sei un Emissario, a noi ne manca uno… e vorrei avere la possibilità di sistemare le cose.»

Stiles aveva riflettuto per alcuni istanti, prima di parlare. «Cora e Derek ci hanno già provato, e ho detto di no. Aspetta,» lo aveva prevenuto, alzando una mano quando Scott aveva fatto per aprire bocca, con un’espressione colpevole. «È vero, non volevo avere niente a che fare con te, ma non è solo per questo. Ora noi, beh, diciamo che potremmo cercare di sistemare un po’ le cose, ma qui stiamo parlando del resto della mia vita. Non voglio essere l’Emissario di un branco che poi mi lascia a casa, o che architetta piani assurdi per tenermi lontano dal pericolo. Se diventerò un Emissario, voglio essere un Emissario vero. È per questo che mi sto addestrando, non voglio essere l’umano debole da proteggere, cavolo, non sono  l’umano debole da proteggere! Sono addestrato, ho studiato, mi sono fatto il culo.»

«Ma io voglio te!» aveva esclamato Scott senza riuscire a trattenersi, salvo poi abbassare di nuovo la testa e fissarsi i piedi. «Lo so che non ho il diritto di chiedertelo, ma rivorrei il mio migliore amico. Lo vorrei con me, accanto a me, al mio matrimonio, nel mio branco, sempre.» Questa volta era stato Stiles a tentare di interrompere, e Scott a fermarlo prima che potesse parlare. «Non ti lascerei mai indietro, ora. Quella volta eri… non eri addestrato, eri… dovevo proteggerti. Non eri in grado di farlo da solo, non sapevi combattere, non avevi poteri e rischiavi la vita ogni volta. Ti vorrei qui, con noi. Prometto che non ti lasceremo mai indietro, te lo giuro. Saresti in tutto e per tutto ciò che sei, un vero Emissario. Ho bisogno dei tuoi consigli, Stiles, e del tuo aiuto…»

Quando la voce di Scott si era affievolita, erano passati minuti che erano parse ore prima che Stiles si decidesse a parlare di nuovo. «E mi consulterai per qualsiasi umano venga in contatto con il branco.»

Scott aveva annuito con vigore e un enorme sorriso sulle labbra, che aveva coinvolto anche Stiles. Non che la cosa gli avesse impedito di “contrattare” il suo ruolo all’interno del branco, ma una volta presa la decisione tutto era stato più semplice.

La marcia nuziale iniziò e lo distolse dai suoi pensieri.

Gli invitati si alzarono in piedi quando le porte della serra in cui si trovavano si aprirono e Kira, a braccetto del padre, cominciò la sua avanzata lungo la navata floreale.

Stiles guardò Scott, emozionato e raggiante, e poi gli ospiti davanti a loro: la sua famiglia. Ripensò a come il senso di colpa l’avesse quasi ucciso dall’interno, a come le ferite, il rancore accumulato e la rabbia avessero quasi rischiato di fargli perdere l’occasione di essere felice. Certo, non erano rose e fiori e ci sarebbe voluto un bel pezzo perché lo diventassero, ma con il tempo tutto si sarebbe sistemato, Stiles ne era sicuro. Perché quella era la sua famiglia, era una famiglia allargata e meravigliosa, che lo aveva accolto e amato in tempi diversi e momenti diversi, ma con la medesima intensità.

Alla fine l’attenzione di Stiles tornò come sempre a Derek, e rimase su di lui anche quando Kira, raggiante, raggiunse l’altare. Derek ricambiò il suo sguardo e Stiles si sentì raggiante quanto la sposa: si prospettava un futuro pieno di sorprese e, questa volta, lui era pronto ad andargli incontro a braccia aperte, perché finalmente aveva trovato il modo di perdonarsi.

Era stato un percorso lungo, doloroso e difficile, perdonare gli altri e perdonare se stesso. Suo padre gli aveva detto che “errare è umano, perdonare divino”, ma lui non era d’accordo. Se perdonare fosse stato davvero solo divino, lui non ci sarebbe mai riuscito, e prima o poi avrebbe finito per soccombere sotto il peso di un senso di colpa che nasceva direttamente dal di dentro, un senso di colpa che le persone che gli volevano bene si erano limitate a usare per proteggerlo. Riuscire a perdonare i loro errori era stato l’unico modo per riuscire a perdonare anche i propri.

Errare era decisamente umano, ma perdonare lo era altrettanto.

 Fine

 


E siamo arrivati alla fine. Sinceramente, davvero non credevo che quest'anno ce l'avrei fatta; ci sono stati momenti di sconforto, altri di fatica, altri di meravigliosa condivisione. Ci tengo a ringraziare di nuovo e dal profondo del cuore due care amiche, Lori e Nykyo, perchè senza di loro questa storia non sarebbe qui ora, e anche io sarei molto meno contenta di quanto lo sono adesso.
Un ulteriore ma non meno importante grazie di tutto cuore lo rinnovo a Lizzie, che mi ha accompagnata in quest'avventura regalandomi meravigliosi disegni, che raggiungono il loro apice con quest'ultimo. E' in assoluto il mio preferito, meraviglioso, commovente, e non la ringrazierò mai abbastanza!
Ci tengo, infine, a sollecitare chiunque stia leggendo e che non ha partecipato a quest'iniziativa: leggete. Leggete le altre storie che hanno partecipato al BIgBang, andate alla collezione e leggetevele tutte, perchè sono tutte magnifiche, hanno opere artistiche che val la pena di ammirare e c'è voluto tanto impegno e passione da parte di ogni partecipante, per riuscire a preparare la propria opera. Non ve ne pentirete, ve lo prometto!
Grazie anche a chiunque abbia fatto insieme a me questo piccolo viaggio.
Alla prossima avventura!
Cici

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Teen Wolf / Vai alla pagina dell'autore: Cici_Ce