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Autore: Marina Swift    23/12/2015    3 recensioni
{ Fict ad Oc | ho tutti gli oc, grazie } { scritta quasi a quattro mani con la cara Riddle }
Chandelier City è una piccola isoletta di Oblivia, che ospita una delle scuole più importanti del Mondo Pokémon: la Talent's Academy, che da anni allena le migliori promesse nei campi di coordinazione, allenamento e ricerca pokémon.
Accademia che quest'anno avrà nuovi partecipanti, tra sfide emozionanti e all'ultimo respiro, amicizie indissolubili e anche un po' d'amore.
Dal prologo:
- Avete tra i quattordici e i diciotto anni? Volete migliorare le vostre tecniche di coordinazione o allenamento, o volete imparare qualcosa sulla ricerca e l'allevamento dei pokémon?
Vi aspettiamo numerosi al test di selezione il 22 settembre alle ore 17.30, qui nell'aula del Teatro.
Non ci sono restrizioni particolari, infatti anche i capopalestra possono partecipare, l'unica cosa è che i partecipanti dei corsi A e B devono avere rispettivamente o cinque fiocchi o cinque medaglie.
Aspettiamo le vostre partecipazioni! - concluse miss Lovely, strizzando un occhio alla telecamera.
Mancava solo da aspettare le richieste d'iscrizione

Enjoy!
Marina Swift
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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P.S. Oltre al capitolo, vi prego di leggere anche le note dell'autore che ci saranno alla fine, perché devo porvi una domanda. Detto questo, un bacio!
 
Capitolo 7: contest
 
Letika si svegliò alle nove meno un quarto, quando il sole le sfiorò il viso scuro, la vista ancora annebbiata e le coperte celesti quasi tutte per terra - aveva avuto un sogno agitato, a causa dell'agitazione per la gara. Andò in bagno e si pettinò i capelli color onice, per poi risedersi sul letto.
Si girò verso sinistra: Nozomi era sdraiata nel letto accanto a quello della ragazza di origini indiane, tutta attorcigliata in un groviglio di lenzuola, con le ginocchia portate al petto. Continuando a far girare lo sguardo color carbone attorno alla stanza, notò che tutte le sue amiche erano ancora lì; si ricordò, infatti, che Marina aveva insistito perché organizzassero una sorta di “pigiama party”, se così lo si poteva chiamare, in modo da poter ultimare i preparativi per quel grande giorno. La castana era, infatti, addormentata sul delizioso divanetto color cielo accanto alla porta, i boccoli castani sulle ginocchia di Akumi, addormentatasi seduta; l'allenatrice dagli occhi blu aveva utilizzato, infatti, l'amica come “cuscino”, giudicando la gonna di Akumi più morbida dei cuscini. Le facevano tenerezza quelle due, pensò Letika, mentre si alzava cercando di non fare troppo rumore; constatò di essersi addormentata vestita, come le altre, del resto, ma per la foga nessuna di loro aveva avuto tempo per cambiarsi e indossare un pigiama. 
Eva, nel frattempo, dormiva sul pavimento, sopra un materasso che si erano fatte portare lì dal sorvegliante delle camere, il braccio destro a penzoloni; ogni tanto borbottava parole in qualche lingua a lei incomprensibile. Dunque Eva vaneggiava davvero, nel sonno; tuttavia, Letika si ripromise di non farglielo notare, una volta che la ragazza si fosse svegliata. Notò, nel frattempo, che delle sette che erano rimaste lì quella sera, tuttavia, in stanza ce n'erano solo cinque, lei compresa. Veronica e Jay, infatti, erano scomparse. 
Stava giusto iniziando a domandarsi dove fossero finite le due, quando una delle due ricercatrici fece capolino da dietro la porta accompagnata da un uomo piuttosto grassottello che non doveva avere più di trnt'anni - il sorvegliante delle camere, Ronald Pivnosky -, un vassoio pieno di dolcetti in mano. Un profumo fragrante di croissant e di marmellata di baccapesca iniziò a propagarsi nella stanza, risvegliando un'affatissima Marina, che rotolò placidamente per terra, mentre anche Akumi apriva, lentamente, i suoi occhioni smeraldini.
– Buongiorno – mormorò l'allenatrice sdraiata sul parquet, mentre si alzava lentamente, stiracchiandosi un po'. Si girò, dunque, verso Veronica, ancora in piedi sulla soglia assieme al sorvegliante delle stanze – Hmm... grazie mille Vero-chan –
– Di nulla – sorrise cordiale la ricercatrice – Ma dovete ringraziare anche lui, che mi ha permesso di portarvi il cibo qui –
L'uomo aveva in mano un altro vassoio, con su delle tazze di ceramica bianca e ben tre brocche di vetro, due delle quali fumanti. Depositò, senza dire una parola, una tazza in mano ad ogni ragazza sveglia - Nozomi compresa, che si era appena destata per un raggio di sole che le aveva colpito il viso, accarezzandolo dolcemente - per poi versarci dentro una bevanda diversa a seconda della ragazza: succo di bacche per Marina, latte caldo per Akumi, caffè macchiato per Letika...
– Iniziate a mangiare senza di me? Non è molto educato da parte vostra– sbuffò Eva, la voce ancora impastata dal sonno. Neanche lei stava più dormendo, ed ora era seduta a gambe incrociate sul materasso che le aveva fatto da letto; Veronica mormorò un “oh!” e, presa una tazza di caffè nero, lo servì subito all'amica, che rispose con un “grazie”, mettendosi poi subito a sorseggiare la bevanda bollente.
– Allora, la gara inizia alle... dieci e un quarto, no? – domandò Marina, appoggiatasi ad un bracciolo del divano e sbocconcellando una brioche. Sbriciolò un po' per terra, ma nessuno ci fece caso - si potè notare un sospiro da parte di Ronald, ma ormai lui ci era abituato.
– Sì, certo – rispose Letika – Voi assisterete vero? –
– Certamente – annunciò Eva – Hanno sospeso le lezioni della giornata proprio per permetterci di guardare la competizione. Certo, anche se ci fossero state le avrei saltate, ma... –
– Inoltre noi non avremmo potuto fare nulla lo stesso – la interruppe Akumi – La gara cade nel periodo in cui il Teatro spettava a noi del corso B –
– Ahah, beh, scusateci – rise Letika.
– Beh, almeno abbiamo rimandato il test di lotta; meglio così – proferì Nozomi, cercando nel vassoio che Veronica aveva appoggiato sul suo comodino qualcosa al cioccolato; trovò dei biscotti al cacao e si mise a sgranocchiarli con foga.
La ragazza dai capelli neri, nel frattempo, continuava a chiedersi dove fosse finita Jay, ma la voce di Marina, che le ricordava che dovevano andare al Teatro per iniziare a sistemare le cose per la gara. Scesero dunque tutte dalle scale, ringraziando per un'ultima volta il sorvegliante; arrivarono in fretta davanti al Tatro e, quando erano prossime ad entrare, si misero a chiacchierare contente.
— Allora, pronta? — domandò Nozomi a Letika. Quest’ultima annì, contenta.
— Sono solo un po’ ansiosa — ammise.
Eva le tirò una vigorosa pacca in mezzo alle scapole.
— Ma va’! Tanto ce la farai sicuramente! Sei la migliore, no? — 
Letika scoppiò in una risata. — Speriamo di sì — 
Davanti all’entrata c’era ua ragazza tutta vestite di color magenta, che allungò a Marina un volantino. Questa spalancò gli occhioni blu, indignata, e lo abbassò subito, spingendo Letika nel Teatro affinché non ne leggesse il contenuto. Si avvicinò poi ad Eva, che trattenne un’imprecazione.
— Marina? — 
— Sì? — 
Andiamo a commettere un modellicidio. Ora — 
 
 
Anastasia stava seduta comoda nel suo camerino, rimirando il suo viso nello specchio, mentre quattro schiavette si apprestavano a sistemarla: la prima le arricciava i capelli color rubino con una piastra, la seconda la laccava le unghie di rosso e ledecorava con degli appositi strumenti, la terza le faceva una machera nutriente al viso e la quarta le lucidava le scarpe, dal tacco vertiginoso.
Oh, che cosa meravigliosa! Avrebbe sicuramente vinto la gara, ne era certa.  Oltretutto, aveva anche trovato un modo molto intelligente, a suo parere, per essere sicura che tutti tifassero per lei.
Era fatta così Anastasia, era maledettamente vanitosa: voleva sentire tutti gridare a gran voce il suo nome - invece che quello di Letika, che non sarebbe mai arrivata al suo livello -, pronunciando ogni lettera separata dalle altre. 
La “a”, poi la “n, poi di nuovo la “a”, fino ad arrivare all’ultima lettera del suo cognome. Ah… sarebbe stata una situazione perfetta!
— A-N-A-S-T-A-S-I-A  H-A-M-I-L-T-O-N — proruppe una voce in quel momento, facendola sobbalzare. Era sicura di starsi immaginando una cosa molto più carina e dolce, nella sua mente.
Eva, alquanto irata, stava sullo stipite della porta accanto a Marina, altrettando furibonda ma più moderata.
— Anastasia — iniziò l’allenatrice — Potremmo avere l’onore di sapere il perché di questo? — 
Le sventolò davanti il volantino ricevuto pochi minuti prima. La modella sorrise.
— Oh, quella? Un’ideuccia… mi è venuta stamattina in mente. Bella, non trovate? — 
Eva si lanciò all’attacco, pronta ad assestarle uno schiaffo sulla guancia, ancora coperta di crema al cetriolo, ma Marina la tenne ferma, preferendo continuare a discutere solo con le parole.
— Ti stai rendendo minimamente conto di ciò che hai fatto?! — sbottò dunque la ricercatrice, sempre più nervosa — Stai corrompendo il pubblico! — 
Per darle manforte, Marina si mise a leggere il contenuto del foglio.
Tifate tutti per Anastasia Hamilton alla gara di oggi! Chiunque faccia il tifo per lei vincerà un ingresso gratuito alle gare della modella per ben un anno e mezzo! — iniziò — Ti pare corretto? — 
Anastasia non si scompose di un millimetro, anzi, si voltò e lasciò che le venisse pulito il viso con una pezza calda, per togliersi la machera.
— Non hanno potere decisionale, quindi va bene se corrompo loro — rispose, in tono malizioso — Se avessi provato a fare lo stesso con Orthilla, sarebbe stato più scorretto… ma io sono sicura di vincere e non ne ho bisogno. Solo, voglio che tutti lo confermino — 
— Figlia di… — disse Eva piccata, per poi fermarsi e cercare di tornare razionale.
— Comunque abbiamo distrutto tutti i volantini… quindi solo poche persone lo hanno ricevuto… temo che alcuni spargeranno la voce, ma non essendoci nessuno a distribuirli, molti dovrebbero pensare ad uno scherzo — concluse Marina.
— Stronze — annunciò Anastasia.
— Ah, si, noi! — la zittì Eva — Marina, lasciamola nel suo brodo, va’ — 
Lei annuì. — Spero che un giorno tu riesca a capire — 
Si allontanarono tutte e due, dirette verso il camerino di Letika per aiutarla, mentre Anastasia, senza scomporsi, si faceva truccare gli occhi e la bocca. Scrollò le spalle, mentre si sistemava la scollatura dell’abito.
Tanto, trucchi o non trucchi, la migliore rimango io.
 
 
Tell, Touya e Lem erano stati i primi ad arrivare nel Teatro, alle nove, e avevano occupato i posti in prima fila, per gli altri ragazzi e per le ragazze; ci tenevano ad avere la visuale migliore della gara. Lem si mise subito a sistemare un’enorme telecamera.
Spighetto e Barry erano sopraggiunti verso le nove e mezza; il primo si era portato dietro un libro e iniziò a leggerlo con calma, mentre il seondo scribacchiava su quello che sembrava un taccuino per le multe.
Intanto, il Teatro iniziava a riempirsi: Gary arrivò alle nove e mezza con una bionda che, tuttavia, lo lasciò per andare dalle sue amiche.
Se sarebbe tornata o meno, a lui non interessava: aveva adocchiato un paio di ragazze  con cui avrebbe voluto uscire, esclusa la bella Anastasia che, uno di questi giorni, avrebbe provato a conquistare.
— ‘Giorno — salutò, stravaccandosi sulla poltroncina.
— Buongiorno — 
A rispondergli fu Akumi, che si accomodò su una delle poltroncine, la seconda a partire dal bordo esterno, accanto al capopalestra di Verdeauzzopoli. Quest’ultimo la salutò con un cenno e lei rispose, sorridendo timida.
— Eccoci! — esclamò Marina, arrivando. Contò le poltroncine e notò che il numero di poltrone, calcolando che sarebbero arrivati anche N e Jay, non sarebbero bastati per tutti. Scrollò le spalle e si sedette su Tell, com’era solita fare quando erano a casa e mancavano spazi. Tell non si scompose minimamente.
— Salve ragazze! — proruppe la voce di N, comparso dalla porta d’ingresso laterale.
— Ciao N — lo salutò Veronica — Come va’? —
— Presumo bene — rispose lui — Solo… me la togliete di dosso? — 
Si girò, e le ragazze videro Jay, aggrappata ai suoi fianchi, le ginocchia per terra, che veniva trascinata dal verdino. Tutte si guardarono, chiedendosi come diamine avesse fatto Jay ad arrivare fino alla camera di N.
— Me la sono trovata stamattina addomrntata davanti alla porta — spiegò N — E appena si è svegliata mi si è appiccicata addosso — 
Akumi e Veronica staccarono delicatamente la bionda dal ragazzo e l’appoggiarono su una sedia, dove lei si accasciò come se fosse stata di gelatina.
Intanto l’orologio indicava che a breve sarebbe iniziata la gara.
Orthilla, a cavalcioni del suo Alty, comparve sul palco.
— Bene ragazzi! — proruppe — Grazie per essere venuti! Spero che possiate divertirvi, ammirando i magnifici coordinatori che si sfideranno oggi —
Tutti si sistemarono meglio, mentre aspettavano che il primo coordinatore iniziasse la sua esibizione.
La gara comincia! 
 
Round 1
 
La prima fase della gara consisteva nel creare un'esibizione spettacolare, per catturare, già da subito, l'attenzione di Orthilla e degli spettatori. Due coordinatori sarebbero stati eliminati dalla competizione e ciò alimentava il desiderio di realizzare qualcosa di veramente magnifico.
Anastasia guardava, uno dopo l'altro, coloro che si esibivano prima di lei, annoiata. Ai suoi occhi critici, erano spettacoli davvero mediocri.
Sarebbe stata la penultima, e questo le piaceva molto poco; avrebbe gradito, di certo, essere l'ultima, per poter chiudere in grande il round, ma quella posizione privilegiata, con suo enorme disappunto, era capitata a Letika. Quest'ultima, invece, osservava da dietro le quinte tutte le mosse degli altri, ammirandole e cercando di carpire i punti di forza di chi si batteva in quella sfida. Intanto stringeva forte il suo Sableye, sfiorandolo con le sue dita scure. Accanto a lei, Gardevoir si stava preparando alla lotta, mangiucchiando una baccaliegia che le era stata data da Veronica nel camerino.
– Le cose si fanno emozionanti eh? – commentò intanto Eva, guardando il terzultimo sfidante che, assieme ai suoi due pokémon - un Milotic e un Raichu, una combinazione pericolosa ma perfettamente azzeccata - chiudeva l'esibizione, con tante gocce d'acqua che fluttuavano lievi nell'aria, assieme a scariche dorate elettriche, quasi invisibili, come una sorta di scia.
– Già – annuì Barry – Ah, mi sento esplodere di energia! Dovrei quasi partecipare anche io –
– Credo sia meglio di no, non ti vedo portato per la coordinazione – ridacchiò Gary, in tono vagamente maligno.
Eva si apprestò a tirargli uno schiaffo sul collo. – Non si insulta la gente –
– Non si picchiano i bei ragazzi – replicò lui.
– Peccato che io non ne veda, di bei ragazzi – concluse Eva, secca.
Intanto Lem, assieme a Nozomi, cercava di sistemare la telecamera, pronto a fare un video alla performance di Letika. Una Marina armata di iPhone tentava di fare lo stesso, in equilibrio stabile sulle gambe di Tell, che la teneva ferma per i fianchi per evitare di farla cadere.
Nel frattempo, il sipario si era chiuso, pronto a riaprirsi per permettere ad Anastasia di fare la sua prova; quando le tende di velluto si riaprirono, la modella era girata di spalle, mostrando il suo abito di scena, che le lasciava completamente scoperta la schiena chiara, senza alcun minimo tipo d'imperfezione e le gambe slanciate. Sarebbe sembrato volgare - e anzi, lo era quasi - ma Anastasia aveva davvero un bel fisico, e certe cose poteva permettersele.
– Che stragnocca – commentò Gary, in tono molto poco fine.
Eva pensò mentalmente un “che stra-idiota”, ma evitò di esprimere il pensiero ad alta voce, più che altro perché Veronica le aveva chiuso la bocca.
Nel frattempo, delle piccole fiamme, delicate come un soffio, si iniziarono ad accendere ai lati del palco, riscaldando con il loro lieve tepore chi stava in prima fila. Tutti si misero a guardare la scena, e a quasi tutti venne un semi colpo al cuore, quando le due fiamme esplosero, riempiendo l’intero palco di fuoco, assieme ad un’intensa luce rosata e avvolgendo completamente la modella.
Quando le fiamme iniziarono a diradarsi, Anastasia era girata verso la platea, seduta su una piattaforma rotonda che si era elevata dal pavimento, ancorata a terra da una sorta di grossa molla metallica.
— Davvero notevole, non pensi, Elena? — domandò Miss Lovely, tutta eccitata, mentre si sistemava con le dita i bei ricci dorati.
— Già — 
— Ma l’esibizione è solo iniziata — osservò miss Hazuiko, mettendole a tacere entrambe — Aspettiamo comunque la fine — 
Nel frattempo, sul palco erano apparsi i due pokémon che Anastasia aveva deciso di mettere in gara, Sylveon e Chimchar. La prima sprizzava scintille bianche e rosa, mentre il secondo si guardava intorno un po’ timido, la pelliccia ancora infuocata.
Anastasia ordinò a Sylveon il da farsi, e il pokémon si apprestò ad utilizzare Forza Lunare, facendo comparire dal nulla una piccola versione del satellite al centro del palco, poco sopra la ragazza dai capelli rossi; intanto lo starter della ragazza utilizzò il suo Lanciafiamme, creando una grande spirale che avvolse la torretta dove stava la coordinatrice, fino a giungere a metà della luna.
— Ora, Sylveon, usa Vento di Fata e tu, Chimchar, vai con Fuocopatto! — esclamò la ragazza mantenendo, comunque, un tono di voce suadente.
I pokémon si posizionarono, con un agile balzo, dietro la loro allenatrice, per poi utilizzare i loro attacchi: una enorme scia dalle sfumature fucsia, rosse, arancio e rosa comparve a mezz’aria, trascinandosi via la spirale infuocata che circondava Anastasia, facendo sembrare a lungo la finta luna di colore rosso, che iniziò ad innalzarsi ancora di più; attraversò il confine del palco e arrivò a toccare la porta d’ingresso: per chi guardava, fu come se una sorta di alba fosse comparsa nella sala.
— E’ fantastico — commentò Marina — Un po’ mi dispiace ammetterlo, ma è fantastico — 
Accanto a lei, Akumi, Tell e Veronica si trovarono ad annuire. Era brava, non c’era dubbio.
Partì uno scroscio di applausi, anche da parte di Orthilla in persona e dello staff dei professori; anche senza l’”incentivo” che la modella si era inventata quella mattina, tutto ciò sarebbe successo. Anastasia aveva talento, bisognava riconoscerlo.
— Ehi, conserviamo gli applausi per Letika — osservò Eva, seria — Mica possiamo rovinarci le mani qui e rischiare di non riuscire a batterle dopo — 
— Eva, quello che dici ha veramente poco senso — sbottò Gary, che invece aveva intenzione di consumarsele le mani, per Anastasia.
Spighetto, accanto a lui, cercò, come Veronica prima, di placare la lite.
— Beh, l’importante è comunque riuscire a sostenerla, no? E possiamo comunque applaudirle entrambe, se lo meritano. La gara di Anastasia è stata come un piatto piccante, cucinato alla perfezione: esplosivo ma perfettamente calibrato in ogni sua singola sfumatura —
— Beh, in effetti è stata brava — ammise Akumi, con un’espressione un po’ ebete.
— Bah — sbuffò Eva, risprofondando nel sedile. 
Tutti tacquero e si misero ad osservare Orthilla che, salendo sul palco, annunciava che il primo round stava volgendo al termine.
— E ora per ultima, ma non meno importante… abbiamo l’onore di presentarvi Letika Ganesh, di Petalipoli, che si esibirà a momenti! — trillò, con voce allegra.
La ragazza scivolò lentamente sul palco, celata dal sipario color porpora. Si sistemò con una mano i capelli corvini, e con l’altra si sistemò la gonna verde, ornata solo da un leggero bordino bianco; non era un costume da esibizionista come quello di Anastasia che aveva, inoltre, una bella scollatura sul davanti per mostrare il suo bel seno, ma a lei stava bene e ci si era affezionata. Strinse i polsi per allentare la tensione, poi estrasse dalla sua borsetta le due pokéball che le sarebbero servite per quel turno.
Non appena il sipario iniziò ad aprirsi, le lanciò entrambe in aria: la sua Gardevoir comparve poco dopo davanti a lei, e così il suo Sableye, che finì nelle "braccia" del pokémon abbraccio.
— Oh, che teneri! — esclamò miss Lovely, sempre più entusiasta — Quel Gardevoir mi fa venire voglia di abbracciarlo, a voi? — 
— Antonia, la prego, si concentri sulla gara — la redarguì, nuovamente, madame Hazuiko, sempre più convinta che la loro prof fosse più facilmente emozionabile di una bambina piccola.
— Uff… e va bene — e detto questo, si risiedette su uno degli scalini.
Letika inspirò profondamente; con voce gentile ricordò ai pokémon ciò che dovevano fare, ed essi si misero subito al lavoro.
Sableye si apprestò ad utilizzare Ombra Notturna, oscurando il palco e celando, parzialmente, la vista agli spettatori, che riuscivano solo a distringuere la silouhette dell’allenatrice e dei suoi due pokémon; poco dopo, lo starter di Letika utilizzò Fuoco Fatuo, creando delle piccole lanterne sospese in aria, che si mescolavano con i fiori appesi al soffitto, mentre la cortina di fumo si afflievoliva. Infine, lanciò una Pallaombra che finì direttamente sopra Gardevoir. Il pokémon di tipo psico lasciò andare il “compagno di esibizione”, e colpì la sfera scura sopra di lei con Psiconda, creando una sorta di arcobaleno dai colori sfumati, come se formati da morbide pennellate. Non appena le onde psichiche incontrarono il globo ombroso, da esso iniziò a diffondersi una potente luce bianca, che colpì Gardevoir come se fosse stata un riflettore. Gardevoir, infine, usò Canto, riempiendo la sala di una dolce melodia. Le “lanterne” formate dal precedente attacco di Sableye iniziarono a volteggiare avanti e indietro, come se fossero piccole fatine che si muovevano a passo di danza: sembrava quasi di stare nello scenario di una fiaba, ed era una cosa molto poetica.
Non appena Gardevoir finì di cantare, i fuochi fatui scomparvero, e Sableye concluse l’esibizione con Ombra Notturna, che colpì la Palla Ombra precedentemente lanciata, facendola esplodere e riempiendo l’atmosfera, ancora leggermente oscurata, di scintille luminosissime, alcune delle quali multicolori.
— Ora possiamo applaudire, Eva? — domandò Marina, ironica. Nozomi abbassò la telecamera, quasi commossa, e si rimise a guardare il filmato con Lem.
— Direi di sì — annunciò la castana, mettendosi a battere le mani vigorosamente assieme a Veronica e Akumi.
— Bravissima! — esclamò Barry, esplodendò in un forte grido — Sei la migliore, Letika! — 
— Un fantastico connubio tra la magia luminosa di Gardevoir e l’oscurità di Sableye — osservò Spighetto — Come in un piatto perfetto in cui si mescolano ingredienti contrastanti, ma che insieme danno vita ad una meravigliosa combinazione dal sapore sublime! Direi una scelta eccellente — 
Anastasia, da dietro le quinte, sorrideva compiaciuta. Di certo, quello spettacolino da quattro soldi non avrebbe emozionato la giuria più del suo capolavoro; ne andava fiera. Tuttavia, guardò il suo Chimchar, che teneva stretto tra le mani.
— Sei ancora troppo timido quando lotti; devo farti allenare molto più spesso — osservò, fredda.
Accanto a lei comparve poi Letika, che le sorrise calorosamente.
— Sei stata molto brava Anastasia, complimenti — le disse, allegra. Le allungò una mano che la modella, tuttavia, non strinse.
— Umpf. E’ ovvio che sia stata la migliore — annunciò, per poi sparire negli spogliatoi.
 
 
Round 2/3
 
Pochi minuti dopo aver annunciato chi aveva passato il turno - Letika constatò, con sua grande gioia, di essere passata e notò, senza stupore, che anche la rivale dai capelli rossi ce l’aveva fatta - Orthilla, sempre sul suo Alty, proclamò a gran voce l’inizio del secondo turno, ovvero una sfida tra i partecipanti, uno contro uno; in tutto ci sarebbero state quattro gare, essendo che i coordinatori erano rimasti in otto; finito questo primo giro, si sarebbe passato alle semifinali.
Letika sospirò di sollievo, quando notò che non era contro Anastasia, per quel turno. Non era paura o altro, solo aveva voglia di sfidarla solo una volta arrivata in finale.
Nel frattempo, estrasse dalla sua borsa di cuoio una pokéball, quella del suo Zweilous, al quale accarezzò entrambe le testoline nere. L’”idra” aveva in testa due fiocchi verdi e bianchi; era l’unico pokémon di Letika che apprezzava i costumi di scena, e le ragazze avevano pensato che sarebbe stato carino vestirlo in tinta con la sua coordinatrice, senza esagerare eccessivamente.
— Che bel pokémon — osservò N, affascinato dai tipi drago — Sembra anche molto calmo, a differenza di come ci si potrebbe aspettare dalla sua specie — 
— Già — sorrise Marina, rispondendogli sottovoce — Ed è eccezionale — 
Il verdino si tolse di dosso una Jay che stava continuando a giocare con la sua collana nera e azzurra, poi si rimise a fissare il palco. Intanto Eva e Veronica parlottavano insieme - anche se la prima, a dir la verità, diceva il novanta per cento delle perole -, scambiandosi opinioni su come sarebbe stata la gara.
Anastasia, intanto, aveva chiamato in gara il suo Steelix, che le si era avvolto attorno al corpo, quasi stritolandola - ma questo, nessuno pareva notarlo - e si era dichiarato, con uno strano verso, pronto a lottare. Sarebbe stata la prima, insieme al suo sfidante, un ragazzino dai ricci color carota, a ri-salire sul palco. Si preparò dunque alla lotta, che già immaginava come molto poco duratura. In effetti, ci volle relativamente poco a concludere la sfida: dando prova di un’eleganza innata e grazie ad un efficace combinazione di mosse roccia e acciaio, lo Steelix di Anastasia riuscì a far perdere un quantitativo notevole di punti all’avversario, pur senza mandare KO l’Empoleon nemico, oltretutto possessore di un notevole vantaggio di tipo. La barra dello sfidante della modella si azzerò ancora prima che scadesse il tempo limite e la potente Codacciaio di Steelix liberò in aria tutte le bolle del precedente attacco dell’altro pokémon, facendole esplodere e ricoprendosi del loro luccichio. Nel frattempo, la ragazza dai capelli rossi aveva perso solo pochissimi punti, che quasi non si notavano nella barra del punteggio.
— Wow — commentò Veronica — Insomma, non mi aspettavo che… che… — 
— Che un pokémon grosso e pesante come Steelix avesse una così grande abilità nella coordinazione? Neanche io — concluse Tell — E' qualcosa di fantastico — 
— Cos’altro vi potevate aspettare da Anastasia? Lei stessa è fantastica — annunciò Gary, saccente, ribadendo ancora una volta da che parte stava.
— Ci troviamo senza dubbio di fronte ad un’allenatrice di grande livello — osservò N — E’ una brava coordinatrice, non dimentichiamolo — 
Jay si accasciò ancora di più su di lui, inondandogli il viso di capelli biondi; il verdino rinunciò definitivamente a togliersela di dosso, reputando ogni tentativo invano.
La bravura è un concetto relativo — iniziò la ricercatrice — Insomma, coloro che a te possono sembrare bravi potrebbero non esserlo per Eva o per Veronica, e viceversa — 
Si stavano perdendo la gara successiva, ma non essendo il turno di Letika, non interessava a nessuno - anche gli altri spettatori, per quel turno, vociavano poco per tifare, a differenza della gara prima; tutti a parte miss Lovely, ma non c’era bisogno di dirlo. Le altre professoresse la guardavano imbarazzate, tranne Orthilla che le dava manforte, gridando esclamazioni di incoraggiamento a chi combatteva.
Intanto tutti nella prima fila si erano girati ad osservare Jay, con lo sguardo vagamente contrariato - anzi, contrariato non era esattamente il termine giusto, forse “stranito” andava meglio -. Tutte tranne Akumi, che faceva vagare lo sguardo smeraldino nella palestra.
La seconda gara si concluse e Letika salì sul palco, assieme al suo sfidante. Ammise mentalmente di essere un po’ spaventata: i due coordinatori sembravano stremati dal combattimento, segno che la gara era molto dura.
Invece Anastasia era così… rilassata! La preoccupava non poco un’avversaria come lei, ma decise di non darlo troppo a vedere. E poi, ciò le dava una spinta per migliorare sempre di più; voleva essere ottimista.
Il suo avversario, intanto, aveva schierato in campo un Castform: se lei avesse utilizzato un pokémon di tipo fuoco, acqua o ghiaccio sarebe stato un problema, data l'abilità del pokémon nemico di cambiare forma, ma avendo lei un tipo drago, ciò non le dava disturbo.
Iniziò dicendo al suo Zweilous di usare l'attacco Dragofuria; il pokémon si librò in aria per un attimo e poi colpì il terreno con la coda, frantumando il “pavimento” roccioso lì messo per la gara e sollevando una gran quantità di massi. Il Castform nemico non riuscì a schivarli tutti, ferendosi e perdendo punti: tuttavia riuscì ad usare Tifone, frantumando i massi e scagliando piccole schegge contro il pokémon di Letika; la barra del punteggio della coordinatrice si abbassò di poco. La gara durò ancora qualche minuto; il tempo stava per scadere e la ragazza decise di cercare una strategia vincente.
Ordinò al suo Zweilous un altro attacco: Oltraggio. Fasci di energia rossastra, assieme a nubi di vapore, fuoriuscirono dal terreno, colpendo il pokémon e creando uno spettacolare gioco di luci. Il Castform tentò di proteggersi con Bora, ma invano. L'attacco venne neutralizzato e il pokémon cadde a terra inerme. 
– Casform non è più in grado di lottare – annunciò miss Light – Letika vince la sfida –
– Evvai! – Marina battè il cinque a Tell e ad Akumi, mentre Eva sorrideva compiaciuta. Veronica si rese conto di essersi lasciata scappare un gridolino - se ne accorse quando Barry la guardò curiosamente, con il suo faccino tanto tenero - e arrossì, affondando le mani nel velluto della poltrona.
Dopo la sfida successiva, annunciarono le semi-finali: sempre con soddisfazione da parte di Letika, lei e Anastasia non erano contro.
Questa volta si esibì lei prima della rossa: decise di schierare in campo Golbat, contro il Clefairy dell'allenatrice contro di lei. Il pokémon avversario iniziò con una combinazione di mosse di tipo folletto, che avvolsero il pipistrello di raggi rosati. Golbat si scansò quell'aura di dosso sbattendo le ali, dando origine ad tanti piccoli turbini che parvero molto attirare l'attenzione di Orthilla, che battè le mani contenta.
Successivamente, ordinò al pokémon di utilizzare Etereolama: semisfere celesti squarciarono l'aria e i vortici, come se fossero fatti di cotone, e colpirono il Clefairy, che rovinò a terra; si rialzò goffamente e cercò di colpire Golbat con Magibrillo.
– Si farà male? – domandò Veronica, preoccupata.
– Nah. Non è neanche una mossa così forte – la rassicurò Nozomi.
– Già! Non ti preoccupare Vero! – esclamò Barry, tirandole una pacca sulla spalla.
Nel frattempo, il Golbat di Letika, con Attacco d'Ala, concluse la partita, portando la barra dell'avversaria quasi a zero, proprio mentre il timer si bloccava.
Anastasia, in tutto ciò, stava preparando la sua Emolga, uscita da sola dalla sua pokéball, alla gara. Era assolutamente iperattiva e continuava a volarle attorno, emanando lievi scariche elettriche dalle guance. Contro di lei c'era un Bellosom, che iniziò molto bene il turno con un'elegante combinazione di mosse di tipo erba e veleno. 
Emolga si mise a volare avanti e indietro sul palco, eludendo la mossa nemica e dirigendo il suo attacco contro l'altro pokémon, ricoprendolo di un'aura verde e viola, con le sottili sfumature dorate dell'elettricità. Continuò con una rapida combinazione di brillanti mosse elettriche, muovendosi nell'aria come se fosse stata un raggio di sole, attirando l'attenzione dei presenti.
– Arriverà in finale, non c'è dubbio – commentò N.
– Già – concluse Tell, rimettendosi a guardare la scena.
Bellosom aveva cercato di allontanare Emolga da sé con Verdebufera, ma invana: tutte le foglie venivano rapidamente incenerite dalle scariche elettriche, brillando e facendo rilucere il pokémon di tipo elettro ancora di più e, di conseguenza, il coordinatore contro Anastasia perse una gran quantità di punti. La sfida, dunque, si concluse proclamando la modella vincitrice.
Lei e Letika erano in finale.
 
Round 4
 
Letika si stava giusto preparando per la sfida: c'era un distributore nei camerini e ne aveva approfittato per bere del lemonsucco. Aveva deciso che il suo ultimo pokémon a combattere, quel giorno, sarebbe dovuto essere Lapras. La verità è che avrebbe volentieri scelto Lucario - era la sua scelta iniziale - ma era troppo aggressivo, e voleva un pokémon più elegante e “riflessivo2, contro Anastasia; era consapevole del fatto che il tipo acqua non era quello con cui riusciva a collaborare meglio, ma prima, nei camerini, Marina e Nozomi si erano permesse di darle qualche trucchetto per come entrare in sintonia con la sua Lapras. Era abbastanza sicura che ce l’avrebbe fatta. Salì sul palco e vide la modella davanti a lei, con uno Shinx tra le braccia.
Erano davvero un bel quadretto insieme, entrambi con la stessa espressione fiera e altezzosa nello sguardo, assieme ad un atteggiamento ed una posa molto regali.
D’altro canto la rossa accarezzò quello che, a tutti gli effetti, era lei versione pokémon, e lo fece scendere per terra, attendendo che la gara iniziasse.
Tutti nel palcoscenico fremevano d’impazienza e molti avevanio già inziato ad alzare cartelli d’incoraggiamento - molti per lei, ovviamente, dopo quello che aveva combinato quella mattina - ma, con stupore misto a soddisfazione, notò che le ragazze nella prima fila, Eva, Veronica e le altre, assieme ai ragazzi, non avevano preparato niente. Beh, strano. Ma in ogni caso, non le interessava.
Orthilla salì sul palco, afferrando il microfono bianco che, per l’ennesima volta in quella giornata, le veniva porto da un assistente di scena.
— Signore e signori, ragazze e ragazzi… è con mio grandissimo onore che vi presento le due finaliste, Anastasia Hamilton e Letika Ganesh! — disse, indicandole entrambe man mano che pronunciava i loro nomi.
Roteò di nuovo il braccio in aria, poi lo fermò improvvisamento, lasciandolo teso a  puntare il muro alla sua destra.
— E ora queste due rivali si sfideranno, tutte e due contro… — prese un nuovo respiro, e tutti credettero che avesse finito — Di me —
Le utime due parole sconcertarono chiunque fosse lì a guardare, prof esclusi che sapevano benissimo il funzionamento della gara.
— Eh?! — fece Eva, stranita — Nessuno mi aveva detto che sarebbe successa una cosa del genere! E’… completamente fuori programma! — 
— Già — concordò Nozomi, sgranocchiando una patatina, mentre riguardava l’ultimo video — Probabilmente volevano farci una sorpresa — 
Concordo… — mormorò Jay, ma nessuno pensò che fosse stata veramente attenta.
— Akumi, tu te l’aspettavi? — domandò Tell, girandosi verso la castana.
— Eh? — la ragazza cercò di afferrare il filo del discorso — No, credo di no — 
— C-come sarebbe a dire? — esclamò Anastasia, da sopra il palco.
Orthilla non si scompose, smontò dal suo Alty e affondò la mano nella sorta di “cotone” che lo avvolgeva, scuotendolo un po’, con il risultato di farlo gonfiare di più.
— Unirete le vostre forze contro di me — trillò — Voglio valutare il vostro gioco di squadra! — 
— Ma io non ho intenz... — Anastasia iniziò il discorso, ma s’interruppe quasi subito; l’avrebbero costretta comunque e sarebbe solo finita in cattiva luce. Non poteva permetterselo, di certo.
Cedette la sua postazione alla maestra della gare di Hoenn, per poi camminare, abbastanza frustrata, fino a Letika, seguita dal suo Shinx, che non si trattenne dal lanciare un’occhiata di superiorità a Lapras.
Fu così che iniziò quella sorta di incontro “due contro uno”.
Letika iniziò a muoversi per prima e la sua Lapras utilizzò la mossa Geloraggio, puntandola verso il terreno, che si ghiacciò all’istante, rendendo impossibile all’Altaria nemico di muoversi; esso infatti scivolò di primo colpo, per poi librarsi di qualche centimetro in aria. Probabilmente - o almeno, questo era il pensiero di Letika - volando si sarebbe stancato di più, risultando più goffo nei movimenti. Certo, stavano parlando di uno dei pokémon più coordinati del mondo, ma almeno avrebbe avvantaggiato la sua Lapras.
Intanto, Anastasia le gridò contro: anche il suo Shinx, come d’altronde ci si poteva aspettare, non era pratico a muoversi sul ghiaccio, quindi rischiavano di perdere punti utili. Per cercare di risolvere il problema, Shinx balzò sul guscio di Lapras, utilizzandola come base per i suoi movimenti. Procedette con l’attacco Scarica, avvolgendo sia sé stesso che Lapras in una cupola dorata, che sprizzava scintille del medesimo colore.
Letika ordinò al suo pokémon di usare Idropulsar, e una bolla d’acqua entrò in contatto con la semisfera elettrica creata dal pokémon della modella. Entrambi gli attacchi, mescolati in un equilibrio perfetto, andarono contro Altaria, che era prossimo ad essere colpito da quella sfera luminosa. Il pokèmon volante, tuttavia, si protesse con Cottoscudo: la nuvola bianca che lo ricopriva completamente si gonfiò ancora di più, fino ad avvolgerlo completamente: non appena l’attacco nemico ci impattò contro, esplose in una cascata di gocce dorate, che ricoprirono il cospo di Ataria come un elegante mantello. La barra del punteggio di Letika e Anastasia si abbassò pericolosamente.
— Wow — sospirò Lem, gli occhi incollati alla macchina fotografica — Orthilla è bravissima — 
— Non sarebbe la regina dei coordinatori, se non fosse così, no? — scrollò le spalle N (e Jay di conseguenza, visto che vi si era appoggiata).
La modella pokémon, tuttavia, non si scompose: il suo Shinx rapido riprese l’attacco con Sprizzalampo, saltando in aria. Letika capì al volo le intenzioni della modella; la sua Lapras si spostò, fulminea, in modo da essere dietro Shinx e, mentre il pokémon era ancora sospeso, caricandosi di energia elettrica, lo scagliò in direzione nemia con Idropompa. Tutta l’elettricità che Shinx stava emanando si concentrò in due fasci, somiglianti a due enormi ali e il pokémon si preparò a colpire Altaria. Quest’ultimo non provò neanche a proteggersi, ma partì subito al contrattacco, con Dragospiro: iniziò a roteare su sé stesso, avvolgendosi di un raggio fucsia e violetto che emetteva dal becco. Poi si girò verso Shinx e gli scagliò l’attacco contro, annullando l’attacco di Shinx, che cadde a terra: non riuscì, tuttavia, ad evitare completamente l’Idropompa di Letika e il suo bel manto si bagnò tutto, ammosciandosi e facendo perdere punti ad Orthilla.
Ci fu un successivo scambio di mosse, tra scariche e mosse dii tipo volant, drago e acqua che frantumavano il pavimento ghiacciato, sollevando una gran quantitàdi schegge: tuttavia, sebbene la bravura delle altre due coordinatrici e lo avantaggio numerico, fu sempre Orthilla, tramite Alty, a dettare i ritmi della gara. Quando mancava solo un minuto, si capiva già benissimo chi avrebbe vinto.
In quel momentò Marina richiamò l’attenzione prima di Akumi e poi di Eva, toccando loro le spalle con una mano.
— E’ il momento? — domandò.
— Direi di sì, aspetta… — annunciò Eva, sussurrando il nome di Nozomi, abbastanza forte perché lei la sentisse e si girasse verso di loro.
Poi Marina estrasse un grosso rotolo dalla borsa e ne passò un’estremità alla ragazza dagli occhi verdi che aveva accanto, la quale a sua volta la passò ad Eva e così via, fino ad arrivare a Nozomi; in quel momento il grande cartellone fu completamente srotolato e tenuto in alto dalla violetta e dalla ragazza dagli occhi blu, dall’altra parte. Quando la coordinatrice di Petalipoli si girò, riuscì bene a leggere bene, a caratteri cubitali in vari colori, la scritta “Letika, sei tutti noi!” che campeggiava davanti a lei. In quel momento le si scaldò il cuore e non riuscì a trattenere un grande sorriso. Accanto a lei, Anastasia sbuffò molto rumorosamente - se era gelosa, non lo diede troppo a vedere, ma sembrava molto stressata - e spostò nuovamente l’attenzione della corvina sulla gara: mancavano trenta secondi allo scadere del tempo limite, avevano il tempo per fare un’ultima mossa perfetta.
Shinx si preparò con Sottocarica: il suo corpo iniziò a brillare e il pokémon si caricò di una potente energia: riutilizzò Scarica, ma stavolta in una versione molto più potente, che invece di inglobare solo sé stesso e Lapras arrivò quasi ai piedi della sua allenatrice, raggiungendo in altezza il soffitto del palco. Per sostenerlo, Lapras intervenne con Purogelo, la sua mossa più potente: una nebbia azzurrina, accompagnata da varie schegge di ghiaccio, si alzò dal terreno, celando agli spettatori la visuale di lei e del suo compagno di gara. Poi, il colpo combinato partì all’improvviso, come un’esplosione, con una forza che avrebbe sicuramente mandato KO Altaria, se fosse andato a segno.
Orhilla non si scompose: ordinò al pokèmon di riutilizzare Cottonscudo, e intanto si toccò il fermaglio celeste che aveva in testa. La nuvola di cotone posta ad avvolgere il suo Alty si gonfiò sempre di più, ispessindosi fino a diventare di roccia, per poi frantumarsi di colpo, emanando una luce violacea. Quando essa smise di brillare, un Altaria megaevoluto stava sul palco, in tutto il suo splendore. Lanciò dunque il suo ultimo attacco, un violentissimo Dragospiro, che impattò contro la scarica di Shinx, facendo esplodere entrambi gli attacchi. Una densa nube giallo-violacea coprì tutto il palco, impedendo la visione a tutti. Ci fu um momento in cui tutti tennero il fiato sospeso.
Quando la nube di diradò, Alty stava a pochi centimetri da Orthilla e i due pokémon di Letika e Anastasia erano fermi a terra, inermi, senza capacità di muoversi. Il timer che indicava la fine della gara squillò in quel secondo.
— Shinx e Lapras non sono più in grado di lottare. Vince Orthilla!— esclamò miss Lovely, saltando sul palco tutta contenta di essere l’annunciatrice di quel turno.
Letika e Anastasia si chinarono a raccogliere i loro pokémon, facendoli rientrare nella pokéball.
— Complimenti! — esclamò Orthilla, avvicinandosi a loro — Mi avete tenuto testa bene. Mi piacete, ragazze, anche se purtroppo dovro scegliere solo una di voi. Beh… a fra poco! — 
Si avvicinò al palco, scansando via miss Lovely, che le cedette il posto.
— Grazie per averci seguito! — iniziò — E ora siamo al momento che tutti stavate aspettando! —
Le ragazze sedute davanti trattennero il fiato. Letika iniziò a torcersi nervosaemente le mani, sistemandosi per l’ennesima volta il bordo verde del top senza spalline e Anastasia si pettinò i capelli con le dita.
— Il vincitore, anzi, la vincitrice, della gara di oggi… — 
Le schiavette di Anastasia, da dietro le quinte, si stavano mangiucchiando ansiose le unghie smaltate.
Ci fu un attimo di silenzio, durante il quale Letika riprese il fiato.
— Verrà annunciato alla fine del’anno! — esclamò Orthilla.
Un boato si alzò dai presenti. Ad entrambe le cordinatrici venne un mezzo infarto: si girarono, credendo di aver sentito male.
— Come ho detto a loro — disse Orthilla, alludendo a Letika e Anastasia — Sono entrambe molto brave e io ho bisogno di pensare. E visto che domani parto per un tour di Unima, miss Lovely mi ha suggerito di annunciarvi il vincitore con la consegna dei diplomi. Quindi, adieu! E buon anno a tutti! — 
Scese dal palco senza dare altre spiegazioni, poi si diresse verso l’uscita dell’Accademia.
Letika ruotò meccanicamente la testa verso un’Anastasia alquanto frustrata. Le tese una mano che, questa volta, la modella strinse.
— Ci tocca aspettare — sbuffò.
La corvina si girò verso le sue amiche, che stavano tutte aspettando che scendesse per venire ad abbracciarla. 
Sorrise. — A quanto pare, sì. Ma non sarà un’attesa spiacevole — 
 
Angolino dell’autrice:
Ammiratemi. Ho aggiornato.
In ogni caso, ci sarebbero tante cose da dire, ma mi stanno gridando contro, quindi direi di iniziare subito. Mi scuso se ci sono ripetizioni o parti incongruenti, ma ho scritto il capitolo in un sacco di volte diverse. Comunque, inizio subito con le precisazioni:
1. Se non l’aveste notato, per le gare ho seguito lo schema dell’anime. Spero di averle rese bene, non sono pratica di queste cose
2. Il costume e le mosse di Anastasia le ho inventate io - potete notare come sono inesperta - così come quello di Letika, mentre le mosse di quest’ultima le ha inventate lei, quindi fate i complimenti a lei
3. L’idea dei volantini è di Coffee Pie, ringraziatela. Scusatemi se l’ho resa male, ma temevo che il capitolo si sarebbe dilungato troppo - come avrete potuto notare, è già di una lunghezza infinita.
4. Le mosse utilizzate dai pokémon in tutta la gara sono mosse che il pokémon impara o può apprendere tramite mp, mi sono documentata abbastanza per questo - unica eccezione è forze quando compare Bellosom, ma perché mi premeva usare quella mossa e non ho controllato se effettivamente potesse apprenderla, pardon - e per la loro realizzazione, mi sono ispirata a come appaiono nei videogiochi vari - soprattutto la sesta generazione.
Ah, concludo con una cosa importantissima!
Vorrei fare uno special di natale - che credo, purtroppo, che non uscirà per natale - e quindi vorrei che tutte voi mi diceste che regalo voleteche la vostra oc faccia a chi (vanno bene chiunque, ragazzi, ragazze e prof). E’ molto importante per garantire il funzionamento del prossimo capitolo, quindi attendo delle risposte - che vi pregherei di farmi per mp.
Detto questo vi saluto e, se non ce la facessi per il 25, vi auguro buon natale!
E si, spero che la gara vi sia piaciuta!
Un bacio,
Marina Swift <3
   
 
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