Anime & Manga > Slayers
Segui la storia  |       
Autore: Tye Menkauhor    08/03/2009    2 recensioni
Ciao a tutti! Questa storia è ambientata qualche tempo dopo la serie try. Lina e Gourry hanno una loro meta, ma l'arrivo di due nuovi persoanggi sconvolgerà i piani di tutti, guidandoli verso i guai!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse, Personaggio originale, Amelia, Zelgadis Greywords
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 4

Capitolo 4

 

 

E

rano arrivati nel minuscolo villaggio di Feran appena in tempo: l’unica locanda stava per chiudere. Lina, con le sue buone maniere (consistenti in minacce di pestaggi e distruzioni tramite i suoi incantesimi), era riuscita a convincere l’oste a cucinare per loro, anche se la cucina era ormai chiusa da un paio d’ore. -Non ha resistito al mio fascino!- aveva commentato con un sorriso ed una strizzata d’occhi.

     L’oste-cuoco era tornato in cucina con la coda tra le gambe, dopo aver segnato tutte le ordinazioni. Doveva sbrigare un lavoro non indifferente, e tutto da solo! Alcuni di quegli stranieri (la ragazzina con i capelli rossi, e i due giovani dai capelli lunghi) avevano ordinato un vero e proprio banchetto, ma non si era potuto rifiutare, giacché la ragazzina dal seno piatto lo aveva minacciato con un incantesimo. “Mi sono ritirato in questo posto per evitare le persone strambe... che sfortuna!” pensò mentre si dava da fare ai fornelli.

     Quando la cena fu servita, Lina Gourry e Will rimasero in adorazione per una frazione di secondo, con gli occhi lucidi, poi si gettarono all’attacco dei piatti più succulenti. Zelgadiss, Ameria e Zirna li osservavano divertiti, mentre Xellos si era seduto un po’ in disparte, le gambe accavallate, sorseggiando il suo the verde, e sorridendo.

     Il combattimento gastronomico era già cominciato, e questa volta Will aveva preso parte attiva agli assalti. Nella locanda deserta e silenziosa, l’unico rumore era il tintinnio delle forchette che cozzavano tra loro.

     -Ehi Will! Non è giusto che ti allei con Lina!- disse Gourry, nel tentativo di difendere l’arrosto di cinghiale che si era appena guadagnato. Il principe e la maga, infatti, lo avevano attaccato contemporaneamente, mirando al prelibato pezzo di carne. -Mi dispiace Gourry!- rispose divertito il giovane. Attaccò i denti nell’arrosto nello stesso momento in cui lo fece Lina. Si guardarono con aria di sfida, e cominciarono a tirare, senza staccare i denti dalla carne.

     -Stiamo degenerando...- commentò Zelgadiss tristemente.

     -Mi domando che razza di principe si comporta così a tavola!- Ameria sembrava abbattuta quanto la chimera.

     La carne si ruppe nel mezzo: -Uno a uno!- disse felice Will, deglutendo il suo boccone. Aveva il viso completamente unto, e Lina non era messa meglio. Si guardarono e scoppiarono a ridere. Gourry ne approfittò, e cercò di rubare una grossa patata dal piatto dell’amica. Purtroppo il tubero scivolò, e schizzando via dal piatto finì dritto in fronte ad Ameria, che sbilanciata cadde all’indietro.

     -Ameria! Stai bene?- chiese Zelgadiss, cercando di rimanere serio. Ma non appena la ragazza si risollevò non si trattenne più e scoppiò a ridere: sulla fronte della principessa era comparso un grosso bernoccolo rosso. Quando al tavolo si smise di ridere, Will si accorse che la sorella, seduta di fianco a lui, si era addormentata sulla sedia, appoggiata allo schienale. -Shh!- fece agli altri, che fissarono la bianca ragazza.

     -Doveva proprio essere stanca per addormentarsi con il casino che abbiamo fatto!- sussurrò Gourry. Will si alzò, con l’intenzione di portarla di sopra, ma Xellos gli si avvicinò: -Non preoccuparti, la metto io a nanna. Voi finite pure di mangiare.-. Will lo squadrò un momento, incerto se fidarsi o meno, poi annuì col capo.

     -Will, sei sicuro di quello che fai? Xellos è un demone, potrebbe non esitare ad eliminarla!- disse Lina seria. Zelgadiss si era alzato in piedi, e guardava torvo il demone, che aveva sollevato la ragazza tra le braccia. Will fissò Lina con espressione serena: -Non c’è da preoccuparsi. Non le farà del male.-. Quando parlava a quel modo era difficile capire se la dolcezza che trapelava dalla voce fosse stupidità, o conoscenza di verità per gli altri nascoste. Lina annuì. -Ma Lina!- si preoccupò Zel.

     -State tranquilli. Il ragazzo è saggio.- disse semplicemente Xellos. Si girò, e si avviò verso le camere.

     -Perché avete lasciato che ci pensasse lui? Ha già provato ad ucciderla!- Zelgadiss non era per niente tranquillo. -Calma Zel. Will ha ragione, Xellos non le torcerà un capello. Se vuole capirci di più in questa storia non può permettersi di perdere una pedina importante come lei!- spiegò Lina.

     -Tu piuttosto- disse rivolta a Will, -non riesco a capire se sei tanto stupido, o tanto intelligente! Non ce la racconti giusta!- lo fissò seria. Will sorrise e socchiuse gli occhi. Portò un dito davanti alla bocca e sussurrò: -E’ un segreto!-.

 

     Xellos adagiò Zirna sul letto, prestando attenzione a non svegliarla. Scostò una ciocca di capelli che le si era fermata sul viso. Rimase per qualche tempo a guardare la giovane, il respiro regolare non gli faceva dubitare che stesse dormendo. “Oggi non mi avrebbe certo permesso di prenderla in braccio, come facevo quando era una bambina...”.

     -A vederti così, sembri quasi buona...- disse pensieroso. -Sei la mia più grande delusione Zirna... e sei stata la mia più grande speranza. Avevi ragione, la sorte è amara.-. Fece per andarsene, ma la ragazza si mosse nel sonno -Papà- bofonchiò. Il demone fece un passo verso di lei, allungando una mano per carezzarle la testa, ma si fermò. Ritrasse velocemente il braccio, si voltò, e scomparve.

 

     -Credo che Xellos non sia una presenza positiva per te...- commentò Lina, guardandolo con un sopracciglio alzato. -Oh andiamo Lina, stavo scherzando!- sorrise Will, grattandosi la testa.

     -Lina, secondo te perché oggi i demoni non hanno attaccato?- chiese Ameria, che si aspettava di trovare uno stuolo di creature infernali sulle loro tracce. -Ci ho pensato anch’io. L’unica spiegazione è che siano davvero intenzionati a catturare Will, non ad ucciderlo. Aspettano solo il momento più opportuno... capito Zel?- la maga non si era scordata perché il principe era rimasto solo per qualche minuto quel giorno. Zelgadiss fece finta di niente e continuò a sorseggiare il caffè.

     -Che si mostrino questi demoni!- disse fiero Will, -Ho delle guardie del corpo da far impallidire Whitnei Huston!-. Una goccia di sudore comparve sulle guance dei compagni.

     Xellos si materializzò dal nulla, di fianco al ragazzo in piedi: -Ecco fatto! Come direste voi umani: “dorme come un angioletto”!-.

     -Grazie.- gli sorrise Will.

     -Ehi... evita di fare il carino con me, mi infastidisci!- rispose il demone.

     -E perché? Ho solo cercato di fare la persona educata.- disse il ragazzo.

     -Ma come, non lo sai? I demoni si nutrono di odio e di sentimenti negativi! Se ti rivolgi a lui con gentilezza, affetto e amore, ne risente!- spiegò Ameria.

     -Ah, davvero?- il ghigno di Will non lasciava presagire nulla di buono, e Xellos cominciò a preoccuparsi. -Caaaro il mio demonietto! Vieni qui che ti abbraccio!- il principe cominciò a rincorrere il demone per tutta la locanda.

     -Noooo! Lasciami in paceee!- gridava Xellos tenendosi la testa.

     -Ehm... Ameria? Credo che il tuo promesso sposo abbia gusti... un po’ ambigui...- Lina seguiva con lo sguardo i due che continuavano a correre a destra e a sinistra. Ameria faceva lo stesso, totalmente sconcertata.

     Xellos, stanco di quel gioco, scomparve, e Will tornò dagli amici, ridendo come un matto.

-Che bello! Sembra proprio un’arma efficace contro i demoni! Dovrò allenarmi di più!-.

     Lina sbatté la testa sul tavolo: -Sei senza speranza!-.

     -Sarebbe stato molto più facile, se Xellos fosse stato una bella ragazza! Magari come te Lina!- aggiunse sorridendo allegramente. Lina sollevò la testa e arrossì completamente: ma volevano farla impazzire? Zel che l’abbracciava, Will che continuava a dirle che era carina, Gourry... ecco, Gourry poteva dire qualcosa, no? Insomma, un principe, un BEL principe, le faceva i complimenti, e lui se ne stava zitto? Ma cosa si aspettava da lui?

     -Sei impazzito?- disse lo spadaccino all’improvviso. Lina lo guardò “Oh, Gourry...”.

     -Come fai a dire che Lina è bella? Non vedi come è piatta?- disse poggiando una mano sul suo seno.

     -Oh-oh... fuori di qui!- gridò Ameria correndo via.

     -GOURRY...?- Lina si ergeva minacciosa. Zel afferrò Will per la treccia, e lo trascinò dietro il bancone della locanda, dove Ameria si era rifugiata, tenendosi le dita nelle orecchie.

     -GOURRY?????- stava per scoppiare. -L-Lina...?- disse l’amico con un filo di voce, facendosi piccolo piccolo.

     -Aaaarghhh!- l’urlo straziante dello spadaccino fece tremare i vetri della locanda. Da dietro il bancone videro Lina sbattersi le mani soddisfatta, mentre si dirigeva verso la sua camera. I tre misero fuori la testa: non sapevano cosa aspettarsi, dato che la maga non aveva scagliato incantesimi, e non si era sentito alcun botto.

     -V-vi p-prego... tiratemi giù....- chiese Gourry, tutto un livido, attaccato al soffitto per mezzo di forchette e coltelli.

     -Oh poverino!- disse Ameria volando ad aiutarlo, seguita da Zelgadiss. Non appena lo spadaccino fu a terra, sostenuto dalla chimera, Will con aria da saputello, gli fece il verso: -Un cavaliere non fa certe cose!-.

 

     “Quando fa così mi fa andare su tutte le furie! Ma come si permette di toccarmi? E di lamentarsi del mio seno!” si fissò il petto, mentre si infilava la camicia da notte, lunga fino ai piedi, ma sbracciata. Sospirò. “Cosa devo farci se il mio seno è piccolo?” pensò triste.

     Si mise a letto, sotto le lenzuola. -In questa zona fa un caldo assurdo... e pensare che la pioggia avrebbe dovuto rinfrescare l’aria-. Si rigirò nel letto, cercando la posizione più comoda per dormire. Qualcosa però continuava a ronzargli in testa, non capiva cosa. “C’è un elemento che mi sfugge...”. Infine si decise a pensare ad altro per potersi addormentare: una situazione rilassante come un bagno caldo alle terme l’aiutò, e cadde in un sonno profondo.

     Cominciò a sognare.

     Si trovava in un palazzo, assieme a lei c’erano i suoi tre amici. Ridevano allegri, ma non sentiva quello che stavano dicendo. Poi Gourry le cinse la vita con un braccio, avvicinandola a sé. “Ehi, ma che fa?”. Il suo io era esterno alla Lina che vedeva, era come un’ombra che assisteva ad una scena della sua vita. Non era il passato. Non ricordava quel palazzo... e nemmeno che Gourry la stringesse a quel modo con tale naturalezza! E lei non si era arrabbiata, anzi, aveva fatto lo stesso, stringendo lo spadaccino, e inclinando il capo di lato, appoggiandolo al petto dell’amico!

     Comparve dal nulla un uomo. Sembrava un religioso, ma il suo abbigliamento non le fece capire a che ordine appartenesse. All’improvviso tutto si oscurò. Il palazzo divenne un’immensa distesa di rovina in fiamme. Era sola, i suoi amici erano scomparsi.

     -Succederà questo se non combatterai sul serio... con tutte le armi in tuo possesso!-. L’uomo le era di fronte: corti capelli biondi, occhi nerissimi, un viso che non sembrava avere età. Un lampo di luce le fece chiudere gli occhi, e all’improvviso si senti gridare: -Noooooooo!-. Cominciò a piangere disperata. Lina cercò di capire il perché del comportamento della sua immagine, poi li vide. I suoi amici. Ameria aveva il ventre squarciato, infilzata su una stalattite di roccia, il sangue che colava fino a terra. Zelgadiss era piantato ad un albero, trafitto da decine di frecce magiche. Il suo abito era impregnato del suo sangue, dalla bocca dischiusa ne usciva un rivolo, mescolato alla saliva; i suoi occhi erano spalancati, ma vuoti.

     Si guardò intorno, tentando di trovare Gourry, ma  terrorizzata per ciò che poteva vedere, mentre la Lina del sogno era in ginocchio, e ancora gridava. Si avvicinò a se stessa. Per terra, di fronte a lei, la testa del biondo ragazzo era ricoperta di sangue. Il corpo giaceva lontano qualche metro. Il volto contratto, bocca e occhi spalancati... -Gourry! Gourry! Nooooooooooo!- le gambe cedettero, e finì in ginocchio, a fissare piangendo il capo dell’amico.

     -Succederà questo... ricorda!- di nuovo la voce di quell’uomo.

     Si svegliò di soprassalto, con il viso completamente bagnato dalle lacrime. Senza riflettere minimamente, si precipitò fuori della sua stanza, e bussò con violenza alla camera dell’amico.

     Gourry aprì la porta dopo qualche istante, con la spada in pugno. -Lina!... ma cosa...- si accorse che la maga stava ancora piangendo. -Che ti è successo? Stai male? Sei ferita?- lasciò andare la spada a terra, e cominciò a scuoterla leggermente per le spalle, cercando di ottenere una risposta. La sua voce e la sua espressione mostravano chiaramente la sua preoccupazione.

     Lei si portò lentamente le mani alla bocca, mettendo a fuoco l’amico tra le lacrime.

     -Lina!- Gourry continuava a guardarla, sempre più spaventato.

     Deglutì, e per quanto sapeva di fare un gesto stupido, allungò le mani sul collo del compagno:

-Sei tutto intero!- disse con un filo di voce.

     -Ma certo! Sei tu che mi sembri sconvolta! Cosa è successo?-.

     Lina scivolò piano a terra, in ginocchio. Prese a fare lunghi respiri, intramezzati di tanto in tanto da qualche singulto. Aveva smesso di piangere, rendendosi conto che si era trattato solo di un brutto, bruttissimo incubo. Gourry si inginocchiò di fronte a lei, la fissò preoccupato. Vedendo i grandi occhi dell’amica sbarrati dal terrore, cercò di rassicurarla: -Va tutto bene Lina...-. La abbracciò, stringendole forte le spalle. -Lina, è tutto ok... non preoccuparti.- sentì che l’amica ricambiava l’abbraccio, e affondava il viso nella sua spalla, ricominciando a piangere.

     Dopo qualche istante, scostò l’amico. -Ora sto meglio Gourry...- disse, ma non sembrò troppo convinta. Il giovane l’aiutò ad alzarsi: -Raccontami tutto, vieni dentro, sei congelata-. In effetti era vero: le sue braccia sembravano cubetti di ghiaccio, nonostante ci fosse un caldo pazzesco. Gourry infatti aveva indosso solo i pantaloni del pigiama, e la finestra della sua camera era spalancata. Non che entrasse molta aria... non c’era neanche una minuscola bava di vento. Si sedette sul letto, e Gourry la avvolse in una coperta. La fissò, attendendo una spiegazione.

     -Ho fatto un incubo terribile...- si interruppe, pensando di non farcela a raccontare ciò che aveva visto.

     -Non sei il tipo da spaventarsi per un incubo... non era normale, vero?- chiese Gourry, che da qualche giorno sembrava più intelligente del solito. Lo guardò: nel vedere il suo viso, incorniciato dalla lunga frangetta bionda, con gli occhi azzurri puntati su di lei, la colpì un flash della sua testa mozza. Fu percorsa da un brivido, che la fece tremare violentemente.

     -Se è troppo difficile riportare ciò che hai visto, spiegami almeno perché un incubo ti ha sconvolta così tanto. Non è da te piangere a quel modo Lina... mi stai facendo preoccupare.-.

     “Oh, Gourry, se tu sapessi...”. Sospirò profondamente. -Non era un sogno normale... credo che qualcuno abbia cercato di avvisarmi. Un chierico, o forse un monaco... non ho capito chi fosse, non l’avevo mai visto prima. Mi ha detto che se non combatterò con tutte le armi a mia disposizione, voi... voi...-, -No, non c’è bisogno che tu lo dica, ho capito.- la interruppe l’amico.

     -Era così reale, così vero...!- cominciò, con la voce che tremava.

     -Ora pensa a dormire. E’ ancora notte, sei sconvolta, e devi riposare.- disse sorridendole. Lina si alzò, con l’intenzione di tornare nelle sua camera. Appena fu in piedi, sentì di nuovo le gambe cedergli, e un altro flash degli amici massacrati le attraversò la mente. Gourry non la lasciò cadere, e in un attimo la sollevò tra le braccia: -Sicura di voler dormire da sola?- chiese, ma senza la più pallida ombra di malizia. La guardava ancora preoccupato. Se non si fosse sentita così impaurita e confusa, gli avrebbe lanciato qualche incantesimo mooolto doloroso, ma si limitò a guardarlo e ad annuire, senza lamentarsi di essere ricondotta in camera in braccio.

     -Lina, se dovessi avere ancora quell’incubo, o non ti sentissi tranquilla, non esitare a venire in camera mia. Non chiuderò la porta a chiave.- disse lo spadaccino, esitando per un momento, prima di posarla sul letto.

     La maga scostò il viso dalla spalla dell’amico, sorridendo incerta. -Va meglio ora... grazie Gourry. Spero di non rifare quell’incubo.-. Gourry la stese sul letto disfatto. Lina non accennò nemmeno a muoversi. A vederla in quello stato di shock, sentì una morsa intorno al cuore -Lina, non mi piace lasciarti in questo stato...- iniziò.

     -Smettila di preoccuparti per me! Io nel sogno ero viva e vegeta!- il suo tono aveva ripreso un poco della sua solita collera.

     Gourry la coprì, e le rimboccò il lenzuolo, aggiungendo una coperta, poiché non sembrava essersi ancora scaldata. Lina arrossì lievemente per quelle piccole attenzioni.

     -Cerca di dormire...- le disse dolcemente. Poi si chinò su di lei, e le diede un bacio in fronte. Lina si sentì arrossire violentemente, e rimase per un momento stordita e stupita. Gourry la guardò: non sembrava minimamente imbarazzato per ciò che aveva fatto!

     -Gourry! Ma che ti salta in mente?- tentò di gridare, esterrefatta, a bocca aperta. Non aveva la forza di reagire.

     -Bè, quando ero piccolo, e facevo incubi spaventosi, la mia mamma mi rimetteva a letto dandomi un bacio sulla fronte dicendo: ‘Il bacio ti proteggerà dai mostri degli incubi, ora non devi più aver paura!’- le sorrise. “Gourry, ma perché fai tutto senza riflettere? Come se ogni cosa fosse lecita?” si chiese la maga sospirando. Evitò di arrabbiarsi, anzi, in quel momento era davvero riuscito a tranquillizzarla. -Allora puoi stare tranquillo... non farò altri incubi. Torna a dormire anche tu, ci siamo stancati parecchio oggi.- ricambiò il sorriso.

     L’amico si avvicinò alla porta: -Buonanotte Lina. Se qualcosa ti turba, non farti scrupoli... ma non buttarmi giù la porta, intesi?- disse sorridendole e strizzandole l’occhio.

     -Cercherò di limitarmi!- rispose lei con un sogghigno.

     “Ne ho fatti tanti di incubi, ma questo non era sicuramente frutto del mio subconscio... era di sicuro il messaggio di qualcuno... ma di chi?” mentre ancora rimuginava sul nuovo sviluppo, e pensava che avrebbe ripreso sonno con molta fatica, si addormentò.

 

     Qualcosa lo aveva svegliato, ma tendendo le orecchie, non aveva sentito rumori sospetti. Rimase a fissare il soffitto per qualche tempo, poi, dato che il caldo non gli dava pace, decise di andare a fare un giro per quel ridicolo paesino. Zelgadiss si rivestì, e uscì dalla camera facendo pianissimo.

     Non appena ebbe fatto un passo fuori della porta della locanda, si accorse che una figura era seduta appoggiata al muro, alla sua destra. La fissò per un momento. Il Fantasma teneva le ginocchia abbracciate, e il viso nascosto, con la fronte appoggiata alle ginocchia. Una commistione di bianco e nero, di luce e tenebre: l’abito scuro, la pelle candida. Una creatura del bene e del male.

     Zirna volse di poco il viso, giusto per riuscire a vedere chi la sovrastava, poi tornò a nascondersi completamente. La chimera notò che l’occhio della ragazza era terribilmente arrossato: doveva avere pianto. Era stufo dei piagnistei di quei due strambi personaggi. Decise di andare a fare il suo giro, ma non riuscì a muovere un passo. Si sentiva stranamente in colpa. “Sembra così triste...” pensò, senza smettere di fissarla.

     La strada era deserta, non si sentiva nessun rumore, se non un lontano cicalìo. All’aperto l’aria sembrava meno pesante, ma una brezza fresca non avrebbe guastato. La luna era ormai troppo bassa all’orizzonte, ma le stelle erano così luminose che spandevano sulla terra una luce soffusa.

      La ragazza non si mosse nemmeno di un millimetro. “Perché non riusciamo a capirci? Eppure siamo così simili...” pensò triste Zel. Poi si sedette accanto a Zirna, senza fiatare. Forse un po’ di compagnia avrebbe potuto consolarla in qualche modo.

     -Non riesci a dormire?- domandò senza guardarlo. Zel sussultò lievemente: non si aspettava che la ragazza si mettesse a far conversazione. -No.- rispose semplicemente.

     -Per me è diventato molto difficile. Sogno sempre la morte dei miei genitori.-. Zel la fissò, un po’ incredulo. Si stava aprendo con lui! La ragazza continuava a tenere il viso nascosto. Le sue spalle però presero a sussultare: doveva aver ripreso a piangere. “Deve essere stato terribile assistere all’assassinio dei suoi genitori... e i demoni non devono avere avuto troppo tatto, non è nella loro natura.” pensò Zelgadiss, vergognandosi di aver pensato che fossero simili. No, non  lo erano... il suo scopo gli sembrava enormemente sminuito di fronte a quella ragazza, che si era vista trucidare i genitori sotto gli occhi, aveva dovuto trascorrere da bambina sette anni in mezzo ai demoni, e ora vedeva perfino il fratello minacciato. “Cosa posso fare io per lei?” si chiese.

     Volle tentare di tranquillizzarla, ponendole una mano sul braccio, ma nel preciso istante in cui lo fece, fu invaso da una girandola di terribili visioni: stragi, cadaveri, demoni... ed infine quelli che potevano sembrare i suoi genitori. Ritrasse la mano in fretta, e la guardò inorridito. Erano le sue vittime: aveva visto i massacri di cui era stata l’artefice. La luce e le tenebre...

     Zirna lo guardò di nuovo, con l’occhio sempre più arrossato. Il ragazzo di pietra fece appena in tempo a cambiare espressione: non sarebbe stato gentile continuare a fissarla a quel modo, quasi terrorizzato, tanto più che lei non sembrava essersi accorta di ciò che era successo. Si sentì lievemente in imbarazzo, e non poté dissipare una sensazione di inquietudine che gli cresceva dentro: essere fissato a quel modo non gli piaceva per niente.

     -Ti fa schifo toccare una come me?- chiese triste la ragazza. Zelgadiss rimase interdetto. -No, ma che vai a pensare?- rispose incredulo.

     -Hai allontanato la mano come se fossi un mostro...- fece una pausa, -...ma in fondo hai ragione: sono un mostro.-. “Ah! La mano!”. Inventò la prima scusa plausibile: -No! Pensavo che potesse infastidirti...- disse tutto d’un fiato.

     Sembrò funzionare: -Mmh- sollevò la testa per guardare le stelle. Zelgadiss fece lo stesso.

     -E’ tutta colpa mia.- La chimera non fiatò, la guardò incuriosito. -E’ colpa mia se i miei genitori sono morti. Volevano me. E ora vogliono Will... e io non sono in grado di proteggerlo.-. Un’ultima lacrima percorse il pallido volto, che non mutò espressione, perso in ricordi lontani e tristi.

     -No! Non devi nemmeno pensarlo! Non è tua la colpa di ciò che i demoni hanno fatto ai tuoi genitori. Sono loro i veri colpevoli! Giocano con le vite degli uomini come se non avessero alcun valore! Non devi assolutamente ritenerti la causa di tutto, ma devi lottare, e difendere tuo fratello per come ti è possibile!-. Si stupì da solo per quello che aveva detto: di solito era pessimista e negativo. Questo era tutto merito di Lina, della sua energia e della sua determinazione. Era riuscita ad intaccare la sua grigia visione del mondo.

     Zirna lo fissò. -Suppongo che tu abbia ragione. Vorrei poterti credere senza dubbi, ma non è così semplice. Comunque ti ringrazio per il tentativo. Tu e i tuoi amici siete davvero speciali... sono felice di avervi conosciuto.- sorrise alla chimera socchiudendo gli occhi. Zelgadiss rimase per un momento smarrito, poi le sorrise a sua volta.

     Rimasero seduti a fissare silenziosi le stelle ancora per qualche tempo, ma non si accorsero dell’ombra che si muoveva furtiva sui tetti, e sogghignava tra sé e sé.

 

     -Ma dove sarà il bagno? E dove si è cacciata Zirna? Ho un mal di testa incredibile... forse ho bevuto un po’ troppo questa sera- Will procedeva lentamente per il corridoio buio, con una mano premuta per metà sul volto e sulla testa, nel vano tentativo di evitare che pulsasse dolorosamente.

     -Eppure quando sono andato a dormire era nel suo letto... auch... se la testa non mi facesse così male, tenterei di contattarla, ma temo proprio che il cervello mi scoppierebbe all’istante!-.

     -Che fai tutto ssssssolo ragazzo?- disse una voce sibilante di fronte a lui.

     -Oh, mi scusi, sa dov’è il ba... oh-oh- terminò, guardando la figura attraverso le dita della mano. Era un’ombra scura, con occhi e denti bianchi e molto meno trasparenti del resto del corpo. Aveva un forma vagamente umanoide, con lame al posto delle dita. “Ma chi è? Jack lo Squartatore?” pensò il ragazzo con un brivido, togliendosi la mano dalla faccia, e cercando l’elsa della spada. Una miriade di goccioline comparvero sulla sua nuca “Merda! Ho lasciato la spada in camera!”.

     -Ti va di venire a fare un giro con me?- chiese il demone.

     -Mmh...- Will si puntò un dito in fronte, come per riflettere meglio, -... mi dispiace, ma mi è stato insegnato a non parlare con gli sconosciuti, a non accettare caramelle, a non seguirli se lo chiedono, e...-

     -Bassssta cossssssì! Insssssolente! Credi di prendermi in giro?- il demone era già infuriato “Come? Per così poco?”.

     Attaccò veloce, con le lunghe lame, ma Will riuscì ad evitarle, e fece un balzo indietro. O meglio, più di uno! Prima sulle braccia, poi sulle gambe, le braccia, le gambe, e... SDENG! IL MURO!!!!!! -Ohi ohi... ho calcolato male la distanza...- disse a terra, in una posizione alquanto innaturale. Si sedette, molto finemente, a gambe aperte, tenendosi la testa tra le mani: questa volta sembrava davvero scoppiare. Il demone si avvicinava minaccioso. Cosa poteva fare? Non aveva armi, la testa gli girava ancora per la botta, non sarebbe riuscito a fuggire. L’unica era usare la magia. Una mano si strinse attorno alla pietra bianca: sentì una scarica di energia muoversi inquieta tra le dita. Non poteva mettere tutti in pericolo... come doveva fare? Gridare! Sicuramente Lina o gli altri si sarebbero svegliati! Ma in effetti, perché non erano ancora arrivati? Il suo schianto contro il muro aveva fatto un fracasso pauroso. Mentre continuava a perder tempo pensando a tutte queste cose, non si accorse che il demone si era fermato. Quando lo notò, lo fissò con volto interrogativo, e poi ne seguì lo sguardo (se quelle due palle bianche potevano definirsi sguardo...): Xellos era accanto a lui! Non si era nemmeno reso conto della sua comparsa!

     -Che ci fai qui, Xellosssssss? Ti ssssssstanno cercando!- sibilò il demone.

     -Piuttosto, tu cosa sei venuto a fare qui?- chiese gelido Xellos, con uno sguardo agghiacciate.

     L’ombra sembrò esitare. -Lo ssssai benisssssimo! Devo fare il lavoro che tu non hai portato a termine! Devo uccidere il ragazzo!- disse arrabbiato.

     Il ghigno di Xellos fece accapponare la pelle a Will: -Risposta sbagliata!- il demone dall’aspetto umano si scagliò veloce contro l’altro, scomparendo e riapparendo ripetutamente.

     -Traditoreee!- riuscì a pronunciare l’ombra, prima di dissolversi, distrutta da Xellos con un solo colpo di bastone.

     -Va tutto bene ragazzo? Non ti ha fatto del male, vero?- il demone si era voltato, e si stava avvicinando a Will.

     -No, niente di rotto...- rispose mentre si alzava, con una mano sulla fronte, e l’altra appoggiata al muro. -Non dovresti preoccuparti per me, dopotutto hai appena tradito i demoni, e la tua situazione non penso che sia felice a questo punto.- gli disse, cercando di lasciare andare la testa, ma accorgendosi che ancora gli girava spaventosamente.

     -Oh, non c’è problema! Non intendo tradire il mio superiore, ed eliminando quell’infimo demone, ho solo tolto di mezzo un ostacolo!- gli sorrise in risposta Xellos.

     -Ah-ah, no caro! Non ti avvicinare!- Will riuscì a fare un paio di passi indietro.

     -Che ti prende, volevo solo farti passare il mal di testa!- rispose innocente, con un viso tutto acqua e sapone.

     -Non credermi così stupido Xel- lo sguardo di Will si fece serio e penetrante. -Non mi toccherai con la tua magia. Ricordati che sono un vulcano pronto ad eruttare, e risvegliarmi potrebbe costare la vita anche a te!-.

     Perché quella sensazione terribile? Nemmeno di fronte a creature potenti provenienti da altri mondi Xellos si era mai sentito così in pericolo... A quegli stupidi seguaci di Volfeed aveva persino sottratto l’arco di luce. Invece quel ragazzo rimaneva per lui un mistero...

     -Ma bene! Non ti facevo così istruito! Bravo! Sai perfettamente che se io usassi su di te la mia magia, il precario equilibrio che il sigillo mantiene si spezzerebbe, e non potresti più tenerti a freno... Complimenti!- disse compiaciuto e sorridente.

     -Modestamente, ho studiato parecchio!- Will gli fece l’occhiolino. -Ohi ohi... se solo mi facesse meno male... chiamerei Zirna... ma dove può essere finita?- sempre tenendosi la testa, il principe si incamminò nel corridoio, alla ricerca del bagno.

     “Mmh... telepatia...” rifletté Xellos, e scomparve.

 

     Il mattino seguente Lina si svegliò stranamente stanca. Le sembrava di avere dormito poco, o male. “Che strano... pensavo di non riuscire proprio a dormire dopo quell’incubo...” rabbrividì. Aveva ormai finito di rivestirsi. “Ora che ci penso, mi sono addormentata mentre cercavo di darmi delle risposte! Possibile? Non è da me appisolarmi nel mezzo delle mie riflessioni!” pensò, mentre si legava la sua inseparabile fascia attorno alla testa, e cingeva la spada.

     -Ne parlerò con gli altri. Ora che è passato un po’ di tempo, non dovrei avere problemi- la testa di Gourry rotolò straziata davanti agli occhi della sua mente. Scacciò l’immagine scuotendo il capo. -Basta! Una bella colazione mi rimetterà a nuovo!- gridò con un dito puntato al soffitto. Si mise a correre per raggiungere la sala da pranzo.

     I suoi amici erano già a tavola, ma tutti quanti, eccetto Will, avevano un’espressione allucinata, degli enormi calamari sotto gli occhi, e continuavano a sbadigliare. Perfino Zel non riusciva a contenersi!

     -Ehi... che avete?- chiese, mentre contagiata da loro, emetteva un sonoro sbadiglio.

     -Lina, non ho mai dormito così male! Certo, come un sasso, ma mi sento più stanca di prima!- disse Ameria, che aveva addirittura i lacrimoni agli occhi.

     -Già... io riesco a dormire ovunque, che strano...- commentò Gourry, lanciando un’occhiata un poco preoccupata all’amica. Lina annuì senza aprire bocca. “C’è qualcosa che non va...”.

     -Dato che avete dormito male, potevate almeno venirmi ad aiutare stanotte, no? Che razza di guardie del corpo siete?- Will sembrava davvero contrariato.

     -Aiutarti?- chiese Lina senza capire.

     -E tu Zirna, si può sapere dove eri?- rimproverò la sorella. Zirna, ingoiando uno sbadiglio, guardò di sottecchi Zelgadiss, arrossì, e a bassa voce cercò di giustificarsi: -Ehm... ero andata a fare un giro... ma non so perché, mi sono seduta un attimo qui fuori, e mi ci sono risvegliata questa mattina...-.

-Ti sei addormentata fuori dici... Will, sei stato attaccato?- chiese Lina preoccupata, dopo aver capito cosa era successo.

     -Già, e se era per voi, o ero fritto io, o mi scatenavo e facevo un macello!- le rispose il ragazzo, col muso lungo e le braccia incrociate.

     -Ma per fortuna c’ero io!- Xellos era comparso dal nulla, incautamente proprio dietro Lina. La maga fu svelta: lo afferrò per il collo e lo immobilizzò. -Ti ho già detto mille volte di non comparirmi alle spalle Xel! Ora mi hai proprio stancato!- scaraventò il demone dalla parte opposta della sala. -Flare arrow!- gridò Lina. Un’esplosione scosse l’intero edificio. Ameria, Zelgadiss e Zirna avevano sollevato uno scudo protettivo, temendo il peggio. Invece la potenza dell’incantesimo non era stata disastrosa, e nonostante i danni fossero notevoli, la locanda era ancora in piedi.

     -E’ impazzita?- chiese Ameria a Zel, a bassa voce per non farsi sentire dall’amica.

     -Ragazzi, temo che sia un po’ nervosa!- li avvisò lo spadaccino.

     -Xel, lo so che non ti ho colpito, vieni fuori immediatamente! E non ti azzardare a comparirmi alle spalle!- sbraitò la maga, agitando il pugno nell’aria.

     -Mi vedrò ben dal farlo da questo momento!- il demone era seduto nell’aria, sopra il punto in cui si era abbattuto l’incantesimo. -Non credi di avere esagerato?- le disse mentre scendeva, e la guardava. Lina si era seduta al tavolo, e aveva lanciato un’occhiata interrogativa agli amici, che tenevano ancora attivo lo scudo. Nessuno di loro badava al gestore, che piangeva disperato in un angolo, senza aver il coraggio di chiedere alla ragazzina un risarcimento per il disastro combinato.

     Mentre gli altri si riportavano cautamente a tavola, Lina fissò il demone: -Ci hanno addormentato.- era un’affermazione.

     -Sì Lina. E’ stato un demone ombra... anche se è un demone di basso livello, può utilizzare incantesimi subdoli. E’ per questo che nessuno si è accorto del casino che abbiamo fatto stanotte- sorrise a Will.

     -Allora, se ho ben capito, TU avresti salvato il nostro bell’addormentato?- chiese Lina incuriosita.

     -Che cosa avrei dovuto fare? Russavate come ghiri, e non potevo certo permettere che mi portassero via questa potenza della natura da sotto il naso, no?- sorrise Xellos con un’alzata di spalle.

     -Mi pareva strano che non ci fosse una spiegazione materiale al tuo gesto altruista- sogghignò Lina.

     -Non mi piace che continui a ronzare attorno a mio fratello, ma devo ammettere che sei stato provvidenziale.- sbuffò Zirna, palesemente poco felice che Will dovesse qualcosa a quel demone.

     -Su Zirna, non farne una questione...- Xellos si grattò la testa. -A proposito! Non mi avevi mai detto di essere telepatica!- l’affermazione del demone la colse di sorpresa. Ammutolì per un attimo: -Non credo che la cosa ti riguardi- disse seccata.

     -Oh, invece “la cosa” mi interessa molto!-.

     -Perché la fai così lunga Xel? Se ha doti particolari, credo che sia normale che sappia usare la telepatia.- disse Lina ingoiando una frittella strabordante di miele.

     -La telepatia può essere appresa con grande studio dagli esseri umani... bisogna avere una certa predisposizione, ed essere imbevuti di conoscenze di magia bianca. Le più portate sono le sacerdotesse. Ciò non toglie che solo pochissime siano in grado di utilizzarla a piacimento. Ma sembra che la nostra Zirna la usi come se fosse una cosa normale, o mi sbaglio?- chiese Xellos con un sopracciglio alzato.

     -Sì. Li abbiamo visti litigare, anche se lei non apriva bocca, Will le rispondeva come se sentisse le sue parole.- rifletté Lina per tutti. Zel e Ameria annuirono pensierosi, mentre Gourry si grattò il naso, e con una scrollata di spalle riprese a mangiare tranquillamente. -Continuo a non vedere dove stia il problema- commentò, rigirando distrattamente sulla forchetta un’altra frittella, in modo che il miele si spandesse su tutta la superficie.

     -Il problema sta nel fatto che anche Will è in grado di usarla. E ti posso assicurare che non è una cosa normale, dato che i suoi poteri sono fortemente sigillati da quel ciondolo.- terminò Xellos.

     Lina smise di far roteare la frittella. Per un istante fissò il vuoto. -Zirna... hai detto che i vostri poteri sono un’eredità dei nonni?- chiese lentamente, con gli occhi spalancati.

     -Bè, così mi avevano detto i miei genitori... ma cosa vi prende... è così importante che sappiamo usare la telepatia?-. Will fissava incuriosito la maga e il demone, apparentemente senza comprendere.

     -Hai già capito cosa significa, eh Lina?- chiese il demone sorridendo con viso sornione.

     -Vorreste spiegare anche a noi di cosa state parlando?- sbottò la chimera, seccato di saperne meno degli amici, e di non ricevere le dovute delucidazioni.

     -Se si tratta di una cosa genetica...- Lina fece una pausa e guardò i due fratelli come se li vedesse per la prima volta, -... significa che hanno sangue di elfo nelle vene!- rivelò.

     -Come? Sangue di ufo? Cos’è?- chiese Gourry ingenuo. Un calcio nello stinco da sotto il tavolo lo zittì all’istante.

     Sei paia di occhi si fissarono sul principe e la sorella. SEI? -Mi scusi signore... non credo che questo discorso la riguardi... le spiacerebbe portare altre frittelle e togliersi momentaneamente dai piedi?- le labbra di Lina erano tirate in un ghigno, una piccola palla di fuoco era comparsa tra le sue mani. Una grande goccia di sudore scese lungo la guancia del gestore. Tossicchiò -Con permesso... volevo solo portare via i piatti vuoti...- si allontanò indietreggiando con un sorriso imbarazzato, lo sguardo fisso sull’incantesimo che si contorceva pericoloso tra le mani della ragazza.

     -Vorresti dire che discendono da elfi? Elfi veri? Insomma, quelli con le orecchie a punta, grandi conoscitori della magia ancestrale?- sussurrò Ameria incredula. Zelgadiss era assorto in chissà quali pensieri: forse stava cercando di collegare l’incantesimo usato su di lui, alle reminiscenze dell’elfico studiato con Rezo.

     -Non diciamo assurdità! Per quel che ne so, gli elfi se ne sono andati da queste regioni, da questo mondo secoli e secoli fa! Prima quasi della lotta al gran demone!- Zirna era più sconcertata di loro. Will stranamente non aveva commenti: sul suo volto non c’era più il solito sorriso.

     -Bè, sostanzialmente è vero. I pochissimi elfi rimasti hanno pressoché dimenticato l’uso della magia, si sono isolati, hanno cercato di vivere in pace. Credo che fino ad un paio di generazioni umane fa, ne esistessero ancora piccole comunità, ma in luoghi difficilmente raggiunti dagli uomini.- spiegò Xellos. Lina annuì. -Ciò non toglie che uno di quegli elfi possa per un qualche strano motivo, aver sposato un essere umano... forse era un vostro nonno, o un vostro bisnonno. Potrebbe essere il motivo per cui tu, Zirna, sei in grado di usare magia bianca e magia nera senza problemi. Le tue capacità attingerebbero alla magia ancestrale elfica, che non aveva di queste distinzioni.- disse pensierosa, cominciando a mettere a fuoco la natura dei due compagni di viaggio. Gourry la fissava con espressione interrogativa. “Forse è meglio che non le dica ora che non ho capito molto di quello che ha detto...” pensò scuotendo il capo.

     -Quello che dici è incredibile... eppure, potresti avere ragione...- Zirna sembrava stupita, e soppesava le parole una ad una. Tutti la fissavano, ugualmente concentrati. Solo a Xellos non sfuggì l’impercettibile sorriso che si dipinse per un istante sulle labbra di Will: il sorriso di chi pensa che il suo segreto sia stato infine scoperto.

     -D’accordo!- Lina interruppe il silenzio, attirando su di sé l’attenzione. L’ombra di una nuvola oscurò per un momento il cielo, e i raggi del sole che entravano dalla finestra scomparvero dal tavolo. -Ora ne sappiamo un po’ di più su voi due, e se QUALCUNO non farà la spia,- guardò minacciosamente Xellos, - abbiamo un minuscolo vantaggio sui demoni che vi danno la caccia. E’ un’informazione che può tornare utile.- disse annuendo tra sé.

     -Bene!... ehm... che si fa?- chiese Gourry titubante.

     -Oh, Gourry, semplice: continuiamo ad andare a sud, alla ricerca del giacimento di pietre. E’ chissà che non scopriamo qualcosa anche su di esse! Devono in qualche modo essere collegate agli elfi, non vi pare?-.

     -Sì, a questo punto non c’è dubbio.- annuì pensieroso Zelgadiss.

     -Ma ora devo io chiedere qualcosa a voi- affermò Lina, fissando seria Zirna e il demone. Tornò a sedersi, per un momento rimase in silenzio, poi inspirò profondamente. -Questa notte, ho fatto un incubo. Sono certa che si sia trattato del messaggio di qualcuno. Un uomo, dai biondi capelli corti, gli occhi di un nero profondo, e lo sguardo di una persona senza età. Indossava vesti da religioso, ma non mi sembrava un monaco, né un chierico... Vi ricorda qualcuno?- chiese.

     Zirna rifletté per un momento, nel tentativo di mettere a fuoco la persona descritta: infine negò scuotendo la testa. Xellos sembrava pensare intensamente, il viso concentrato, le labbra tese. Il nome uscì carico di odio: -Ren!-.

     -Come?- domandò Zirna meravigliata.

     -Chi sarebbe questo Ren? Non ne ho mai sentito parlare!- intervenne Lina.

     Xellos, gli occhi a fessura aperti fissavano il vuoto, parlò come se stesse trovando una spiegazione per se stesso: -Il tirapiedi di Dolphin. E’ un demone ambizioso, non si accontenta di stare al suo posto, e le prova sempre tutte per guadagnare punti davanti ai Signori dei demoni. Non stento a credere che ci sia lui dietro tutto questo. Molto probabilmente fu lui a sottoporre Zirna agli esperimenti, e ora riesco anche a comprendere per quale motivo io non sia stato avvisato del fatto che lei e il Fantasma erano la stessa persona. Ren non mi sopporta, di sicuro ci ha messi l’uno contro l’altra affinché almeno uno di noi venisse eliminato: sarebbe stato un ostacolo in meno per lui!-.

     -Io... non avrei mai pensato a Ren! Mi trattava sempre con un certo riguardo...- la bianca ragazza scuoteva la testa, incredula.

     -Certo! Eri la sua creatura! Inoltre il fallimento deve essere stato per lui un duro colpo... per non parlare del fatto che i superiori ti affidarono alle mie cure, quando probabilmente avrebbe voluto occuparsi di te di persona!- Xellos la fissò, riflettendo.

     -Fermi tutti! E cosa c’entra questo Ren con il mio sogno? Cioè, perché mai un demone mi viene a dire che, se non utilizzerò tutte le armi in mio possesso, i miei amici faranno una brutta fine?- ragionò Lina, con una mano alzata per fermare il demone e la sua allieva. 

     -Una brutta fine?- chiese Ameria, mezzo spaventata e mezzo incuriosita.

     -Avrei dovuto immaginarlo... le raccapriccianti immagini che ho visto potevano essere opera solo di un demone...Ameria infilzata come su uno spiedino, Zel inchiodato ad un albero, Gourry...- esitò un momento, ricacciando il brivido, -... senza testa! Tipico gusto splatter da demoni!- si accorse che i tre amici la guardavano spaventati.

     -Mmh... è molto strano che Ren ti abbia inviato un sogno di questo tipo... Vuole che tu usi tutte le tue armi...- Xellos rifletteva grattandosi distrattamente il mento.

     -Non ha molto senso... se è un sottoposto di Dolphin, una volta chiamata a me la Laguna Blade, o addirittura il Giga Slave, sarebbe spazzato via... salverei i miei amici, come ha detto lui... ma perché dirmelo? Aaaahhhhh! Io non ci capisco più niente!- si scompigliò i capelli con le mani, in un gesto di isterismo.

     -Calmati Lina! Magari è un demone pentito, e ti ha voluto dire come eliminarlo!- suggerì Gourry.

     -O magari potremmo diventare amici!- sbraitò esasperata. -Non dire sciocchezze Gourry!-.

     -Forse è tutto un trucco, e vuole spingerti ad usare i tuoi incantesimi più potenti per qualcosa...-tentò Zelgadiss.

     -E cosa?- domandò Lina, sperando in una risposta. Una goccia di sudore scese lungo la guancia della chimera: -Non lo so...- sussurrò.

     -Visto che non stiamo facendo progressi, che ne dite di avviarci? Sono curioso di sapere qualcosa di più sulla mia natura elfica!- sorrise allegro Will alzandosi. Lo imitarono, e uscirono in strada mentre Zirna si attardava a pagare il conto.

     Xellos fissò per un momento Will, chiedendosi se non aveva male interpretato quel suo sorriso poco prima. In tutta risposta, il ragazzo lo guardò e strizzò, complice, l’occhio.

       

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slayers / Vai alla pagina dell'autore: Tye Menkauhor