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Autore: lidyalinne    23/12/2015    14 recensioni
25 dicembre 1788: Natale e compleanno di Oscar. Sono alcuni mesi che il rapporto d'amicizia tra Oscar e Andrè si è raffreddato dopo il loro arruolamento nella Guardia Metropolitana. Oscar è stanca di sentire Andrè lontano e vuole recuperare l'amicizia, così decide di parlargli e dargli un regalo. Si rende conto che non sarà semplice per lei esprimere i suoi sentimenti ed è profondamente turbata. Un'imprevista sorpresa allenterà la tensione e riuscirà ad aprirgli il suo cuore e scoprire che......Una semplice storia natalizia per augurarvi un bellissimo Natale!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Noël

 
Albeggiava.
Macchie di luce contornavano le nuvole addensate nel cielo rendendole plumbee e grigie.
Fiocchi di neve fluttuavano lenti nell'aria posandosi lievemente sul viale alberato;  di tanto in tanto piccoli cumuli di neve scivolavano dai rami andando ad ammucchiarsi sul terreno. 
Non smetteva di nevicare dalla sera precedente e probabilmente avrebbe continuato ancora per un po '.
Oscar era già sveglia e vestita da alcuni minuti; si era preparata un tazza di tè nel silenzio in cui era immerso l'intero palazzo ed era ritornata in camera sua per sorseggiarlo in piedi, davanti la finestra, ed osservare il paesaggio.
Era il 25 dicembre del 1788...era Natale e anche il giorno del suo compleanno ma lei era disinteressata ad entrambi gli eventi.
La malinconia, che ormai da mesi albergava nella sua anima, aveva sbiadito tutte le cose che le erano sempre piaciute o che amava fare un tempo.
Chiedendo ad Andrè di non occuparsi più di lei si era condannata ad una vita solitaria e triste....
Ed anche se lui l'aveva seguita nel suo nuovo incarico tra i soldati della Guardia, arruolandosi, il loro rapporto era cambiato inesorabilmente.
Dopo l'iniziale arrabbiatura per il suo arruolamento, però, era stata ben contenta di averlo al suo fianco ma era diventato difficile riallacciare i fili della loro antica amicizia bruscamente strappati dalla sua dichiarazione d'amore e dal bacio rubatole mesi prima.
Non lo odiava per questo, nè provava fastidio per quella sera....ma non riusciva più a essere spontanea e serena con lui,  soprattutto perché egli stava rispettando il suo volere e non si occupava più di lei: non la cercava nei momenti liberi e a Palazzo tornava raramente.
Continuava a proteggerla e sorvegliare i suoi passi quando erano in missione o semplicemente a pattugliare la città. ...questo non riusciva proprio a evitarlo.
Oscar portò la tazza fumante alle labbra e una lacrima cadde nel liquido ambrato. ...
Lo stomaco si strinse in una morsa dolorosa e, senza alcun tentativo di fermarlo, si lasciò andare ad un pianto sommesso.
 
Ho sbagliato tutto. ....tutto. ....Ho lasciato che l'unica persona che conta veramente per me e che mi vuole bene come pochi, si allontanasse dalla mia vita....Io....io non sono me stessa senza te accanto, Andrè, senza sentirti ridere e scherzare come una volta. Sono vuota, spenta.....riesco solo ad essere un soldato. ...un soldato. ....ma io, che volevo solo essere un militare, ho scoperto che sono soprattutto una persona ....una donna. ...un'amica che vuole il suo amico. Ora lo so, Andrè. ....lo so. ...Voglio che torniamo ad essere quelli di sempre e lo devi sapere, oggi. Ti chiederò di perdonarmi e spero vorrai farlo.....
 
Oscar tirò su con il naso e con il dorso della mano sinistra allontanò le lacrime dagli occhi.
Posò la tazza sul comodino e tornò a scrutare il paesaggio oltre la finestra.
Poggiò la fronte e le mani sul vetro che si appannò con il suo respiro.
 
Non mi muoverò da qui finché non ti vedrò arrivare....
 
Oscar aveva dato due giorni di licenza ad Andrè per il Natale perché aveva deciso di parlargli e ritornare ad essere di nuovo amici, se lui avesse voluto.
 
 Cosa gli dirò….e come?
 
Scosse la testa, conscia delle sue difficoltà a esprimere sentimenti ed emozioni, specie dopo quei lunghi mesi trascorsi a scambiarsi solo poche parole inerenti il loro lavoro.
 
Intanto gli darò il regalo di Natale e poi…..
 
Oscar si voltò verso la poltroncina accanto al comodino e osservò un piccolo involto di carta velina, piuttosto stropicciato, con un nastro di velluto porpora legato con un nodo sbilenco.
 
Incartare i regali non è stato mai il mio forte…..
 
Sorrise mestamente, ricordando quando da piccola si impegnava a incartare i regali riuscendo solo a creare pasticci e suscitando l'ilarità di Andrè che la prendeva simpaticamente in giro.
Sospirò e tornò a scrutare oltre la finestra.
E fu dopo una decina di minuti che lo vide spuntare finalmente.
Andrè, in groppa al suo Alexander che procedeva tranquillamente, stringeva le redini con una mano mentre con l'altra sembrava tenere qualcosa contro il petto.
Forse della roba da far lavare alla nonna.
Vedeva Andrè avvicinarsi sempre più e insieme alla gioia di averlo di nuovo a casa, crebbe in lei un'insolita ansietà al pensiero di parlargli della loro amicizia e una strana emozione in petto le fece palpitare il cuore.
Si allontanò dalla finestra e pensò che non sarebbe riuscita a parlare serenamente con lui perché  un impensabile e insopportabile nodo che sentì stringerle lo stomaco le avrebbe impedito di correre da lui.
 
Non ce la faccio. ..non ce la faccio. ...che gli dico? Non so da che parte cominciare. ....Stupida. ..ecco quella che sei, un'irriducibile stupida che è stata capace di rovinare un'amicizia bellissima e nonostante il proposito di rimediare. ...non riesci nemmeno a parlargli. ....
 
Oscar si accasciò sul letto e si mise le mani tra i capelli.
Era nervosa e arrabbiata con se stessa per quel suo improvviso timore di parlare ad Andrè!
Sentiva di non avere il coraggio di farlo....e provò un’enorme tristezza.
La volontà di correre da lui era trattenuta da qualcosa che non sapeva spiegarsi.
Si sentiva come un uccellino in gabbia che ha tanta voglia di volare, di librarsi nel cielo libero e  infinito ma è imprigionato da implacabili sbarre di ferro…impossibile fuggire.
Si alzò e si sedette nuovamente, riprovò a  rimettersi in piedi ma così rimase, ciondolando tra il bordo del letto e la poltrona, le dita delle mani incrociate tra loro a tormentarsi, distendendosi e contraendosi.
 
- Tutta questa agitazione per Andrè? Sei pazza, forse? Neanche dovessi andare a riferire a tuo padre di una grave colpa commessa! Smettila Oscar! Hai deciso di parlargli e di dargli un regalo…fallo…adesso – Oscar parlò a se stessa accoratamente e respirando quasi a fatica – Cosa temi? Che ti respinga? Oh…io non credo….non Andrè…. -  cercò di darsi coraggio, poi afferrando il regalo, in un impeto audace, uscì dalla sua stanza per dirigersi in cucina,  certa che lo avrebbe trovato lì.
E doveva pure sbrigarsi perché il pranzo di Natale  si prospettava  lungo e affollato dato che ci sarebbero state le sue sorelle con le rispettive famiglie e sicuramente Andrè sarebbe stato precettato dalla nonna per dare una mano.
Scese le scale lentamente…erano le sette e, a parte i camerieri, dormivano tutti ancora; le sue sorelle e i nipoti di sicuro.
Giunse dabbasso con il cuore che le martellava in petto, in preda a un’emozione sconosciuta, ansiosa eppure bella…non sapeva spiegarselo…ma al di là di questa strana agitazione, sentiva….la speranza….la speranza di qualcosa di buono.
Arrivò in cucina dove vi era un viavai febbrile di camerieri e cuochi che si aggiravano intorno a grossi calderoni, al tavolo invaso da verdure di tutti i tipi e tagli di carne, alle credenze aperte e semi svuotate dei servizi di piatti e bicchieri…i primi odori di brodo e stufato che aleggiavano nell’aria.
Ma di Andrè neanche l’ombra….
Oscar rimase qualche istante ancora dinanzi l’uscio della cucina poi si diresse verso la stanza dell'amico.
Si fermò e si poggiò sulla parete qualche metro indietro la porta.
Sentì distintamente la sua voce: parlava con Nanny  ma non riusciva a capire i loro discorsi.
Si strinse il pacchetto contro il petto e pensò che non era il caso di andare da lui se c’era la nonna…
Indecisa sul da farsi, il capo chino, non si accorse di  Nanny che notandola, immediatamente la chiamò.
 
- Bambina! Mi cercavi?
 
Oscar si riscosse dai suoi pensieri incapace di proferire parola.
 
- Cercavi Andrè? – le suggerì – Comunque, tesoro, vai da lui…vedrai qualcosa che ti farà tanto piacere! – disse la donna battendo le mani  e sorridendo allegramente.
 
- Cosa? – si stupì lei.
 
- Vai….è una sorpresa! Intanto…auguri tesoro mio! – esclamò Nanny buttandole le braccia al collo -  Ti voglio tanto tanto bene!
 
- Nanny….grazie….a…anch’io – rispose Oscar con un sorriso intimidito.
 
- Io vado di là…se avete bisogno, chiamate, bambini miei! -  trillò la governante che si avviò solerte e briosa verso la cucina.
 
Che sarà mai questa sorpresa?
 
Incuriosita, Oscar si avvicinò alla porta della camera di Andrè, rimasta aperta, e si affacciò dall’uscio.
Il cuore le balzò in gola che sentì secca e asciutta, le mani le tremarono e sentì le gote avvampare….
 
Andrè era seduto sul letto, le gambe incrociate e teneva tra le braccia una coperta….gli occhi fissavano qualcosa che egli accarezzava delicatamente.
Sollevò lo sguardo e sorrise ad Oscar.
Un sorriso che le trafisse l’anima di un’emozione dolce e bella, semplicemente bella.
 
- Vieni a vedere Oscar… -  disse Andrè facendole con la mano il gesto di avvicinarsi.
 
Corrugando la fronte, Oscar si avvicinò, traendo un profondo respiro perché non riusciva a calmare il cuore che batteva così accelerato…
 
- Siediti…guarda…- Andrè battè la mano sul letto e Oscar si avvicinò.
 
- Cosa tieni tra le mani?
 
Andrè scostò la coperta ed emerse il tenero musetto di un gattino grigio di appena un mese o poco più che dormiva beatamente.
Gli occhi di Oscar si illuminarono e la bocca si aprì dallo stupore.
Lei amava da gatti…anzi lei e Andrè li amavano da sempre.
Incantata da quell’esserino delicato, sentì sorgere dentro di sé una grande pace e una gioia senza nome e corse a sedersi accanto ad Andrè.
Due dita si posarono delicatamente  sulla testolina del gattino in una accennata carezza; i lineamenti del volto di Oscar si distesero, la bocca si aprì in un sorriso….
Ogni traccia di ansietà, di malinconia, di imperturbabilità sparirono dai suoi occhi che si accesero e brillarono.
Abbassò il capo per osservare meglio quel visetto morbido, il nasino nero minuscolo così come la boccuccia, il corpicino che si sollevava ad ogni rapido respiro….era un amore…
Aprì la mano e percorse quei pochi centimetri di pelo soffice e un po’ arruffato fino a sfiorare le dita di Andrè che sorreggevano il micetto.
Un tocco che le diede i brividi e rapida ritrasse la mano….
 Attraverso un ricciolo che le era ricaduto davanti gli occhi, guardò in tralice Andrè che la scrutava con un sorriso e con tutto l’immenso amore che provava per lei.
Lo lesse chiaramente e un altro nodo si strinse nello stomaco.
 
 - L’ho trovato sul ciglio della strada mentre tornavo a casa…era infreddolito e solo. Se non lo avessi preso, sarebbe di certo morto. Chissà che fine ha fatto la madre…Tremava e miagolava come un forsennato e allora l’ho preso e l’ho riscaldato coprendolo con il mantello. La nonna se ne prenderà cura. Ha già sorseggiato del latte e si è addormentata di colpo. E’ una femminuccia….Non è carina, Oscar? -  disse Andrè in tono dolce e carezzevole.
 
- Andrè….è un tesoro! Quando si sveglierà, la voglio tenere. – rispose la ragazza con il suo caratteristico tono imperioso.
 
- Potrei rifiutarmi? -  domandò Andrè con una risata.
 
- Perché vorresti? -  lo rimbeccò lei accigliandosi fintamente.
 
- Certo che no, Oscar, no….scherzavo…
 
Gli occhi di Andrè erano sereni, rilucevano di bagliori verdi e il suo sorriso esprimeva amore  e affetto, tenerezza e complicità al di là di tutto, del loro momentaneo distacco, delle poche parole che ultimamente si dicevano e del poco tempo che trascorrevano fuori dagli orari di lavoro..nonostante tutto questo, lui le era vicino e lei lo comprese.
Comprese che la loro amicizia non era finita, che potevano ancora ritrovarsi e lei lo voleva con tutto il cuore….con tutto il cuore….
Questo suo cuore che non smetteva di fremere in battiti disordinati e lo stomaco che continuava a  contrarsi in tuffi di emozione….
 
- Andrè….io…io…sono felice di trascorrere questo Natale con te…In questi ultimi mesi…siamo stati un po’ lontani. Non voglio andare a ricercare i “perché”…mi importa che adesso siamo qui, come ai vecchi tempi. Io e te…quelli di sempre: è ancora possibile? -
 
Una emozione fortissima ghermì il cuore di Andrè che non si sarebbe mai aspettato quelle parole di Oscar anche se non aveva mai nutrito dubbi sul suo affetto …era stato lui a volersi mettere da parte per darle il tempo di rasserenarsi.
 Non avrebbe mai forzato il suo sentire.
Ora vedeva nel suo volto quell’espressione trepida negli occhi un po’ ritrosi, come fosse colpevole di qualcosa e volesse essere perdonata…ma non c’era nulla di cui doveva pentirsi.
E poi lesse anche dell’altro: affetto infinito per lui…sì, poteva anche sentirlo a pelle e ciò gli procurò brividi....
Non volle ragionare con se stesso, non poteva, non era il caso in quel magnifico momento perfetto e sentiva solo di voler esprimere in pieno le sue emozioni.
La mano che sosteneva la coperta, su cui dormiva beatamente la gattina, sgusciò lentamente e si posò lieve sulla guancia di Oscar che trasalì, lo sguardo incatenato a quello di Andrè…
 
- Davvero credevi che potesse cambiare il sentimento d’amicizia che ci lega?  Impossibile, Oscar…non dubitarne mai e non dubitare mai nemmeno dei miei sentimenti. Oscar…tu sai anche che io ti amo e so che non cambierà mai nemmeno questo amore per te ma io non pretendo niente da te…niente, stanne certa, ma non posso più tornare indietro. Per me va bene così e io…io ora sono felice che sia giunto finalmente il momento per riprendere serenamente la nostra antica amicizia. Sono felice Oscar….siamo sempre noi….E’ un Natale meraviglioso per me…davvero! E tanti auguri di buon compleanno! – Andrè indugiò con la carezza vedendo che lei non lo allontanava – Ho un regalo per te….è lì sul comodino, prendilo tu….
 
- Andrè….grazie di esserci ancora per me, nonostante il mio comportamento, la mia freddezza… - disse Oscar mentre gli occhi si riempivano di lacrime.
 
Le dita di Andrè raccolsero quelle calde lacrime e la esortò a sentirsi serena.
 
- Prendi il mio regalino, dai... – ripetè.
 
Oscar, ancora commossa ma tanto felice, si voltò e prese una piccola scatolina, la mente ancora a quelle parole di Andrè che le toglievano quasi il respiro. Voleva parlare, dire qualcosa e non ci riusciva….; si concentrò allora sul regalo e lo aprì: vi trovò una boccettina.
 
- E’ essenza di mughetto, la tua preferita. E’ da un po’ che non te lo sento addosso…allora ho pensato che l’avessi finito e….insomma…spero ti sia gradito.
 
Oscar stappò il piccolo tappo di sughero e ne aspirò il profumo.
Chiuse gli occhi e si lasciò inebriare da quel sentore tanto amato….
 
- Grazie Andrè…non dovevi davvero….Ah…ma anch’io ho un regalo per te! Un regalo di Natale….tieni, apri…-  disse prendendo il suo involto – Eh….ma non puoi aprirlo con la gattina in mano….
 
- Hai pensato a me…Oscar…sei stata un tesoro, grazie….sì, aprilo tu…
 
Oscar strappò la carta e gli mostrò un libro: era una raccolta di poesie di Catullo che Andrè amava in modo particolare.
 
- Oscar! Ma è un regalo bellissimo! Grazie, grazie davvero! -  la felicità era esplosa nel suo cuore.
 
- Prego Andrè…prego…sono felice che ti piaccia….- anche nel cuore di Oscar era scoppiata la felicità.
 
Andrè le tese la mano e lei gliela afferrò fortemente guardandosi negli occhi emozionati e frementi.
Quelle mani si strinsero ancora più forte e poi….poi Oscar gli si avvicinò e,  senza valutare e scandagliare le sue emozioni, si gettò tra le sue braccia e capì che quell’uomo era la sua vita, che solo lui riusciva a farla sentire viva e felice.

- Oscar….
 
- Andrè…. – il viso di Oscar era affondato sul suo collo e provò un immenso piacere nel sentire il suo profumo, il calore e la morbidezza della sua pelle…
 
Fu in quell’istante che la gattina si svegliò miagolando e stiracchiando le zampette.
Oscar si voltò a guardarla: aveva gli occhi verdissimi ed era di una dolcezza indescrivibile.
Senza pensarci un attimo, Oscar prese tra le mani l’animale e lo sollevò fino ai suoi occhi.
La gattina intensificò il suo miagolìo  mentre muoveva le zampette nell’aria e Oscar la trovò adorabile; l’avvicinò alla sua guancia e se la strofinò leggermente.
 
- Sei un amore…. – le disse Oscar rapita dalla tenerezza di quella gattina.
 
Andrè la guardava stregato: sembrava essere ritornata una bambina per come giocherellava con la gattina, sollevandola in alto e poi portarsela alla guancia, stringendola al petto e accucciandola tra le mani….
La gattina inizialmente miagolò infastidita per quei piccoli voli nell’aria ma quando Oscar la cullò, si calmò e iniziò a fare le fusa, soddisfatta e paga.
 
Andrè rise sereno…la sua Oscar non era cambiata per niente, per lui almeno, che la conosceva fin dentro l’ anima.
Che potesse passare periodi da musona, arrabbiata, scostante, confusa, incerta o….impaurita dai suoi stessi sentimenti, lei rimaneva un’inguaribile ragazzina entusiasta della vita, nonostante la sua fosse difficile, attratta dalla natura, dagli animali e dalla necessità di avere lui come amico…..
Un’altra scarica di felicità corse nelle sue vene.
Era di nuovo il tempo….loro.
E non gli importava che i sentimenti di Oscar per lui non fossero uguali ai suoi…no, davvero….o quasi.
Ma sentiva di essere in cammino, semplicemente….prima o poi lei lo avrebbe amato…
Aggrottò le sopracciglia in risposta ai suoi stessi pensieri.
 
Come sei bravo a illuderti, Andrè…..ma sì, credici! Oggi è Natale…magari i miracoli esistono davvero…Oggi, voglio sperare….
 
Sorrise a se stesso.
 
- E’ tanto tenera! -  cinguettò Oscar voltandosi a guardare l’amico sorridente.
 
E vide nel suo sguardo qualcosa che non parlava ai suoi occhi ma proprio al cuore che riprese ad agitarsi nel petto…
Deglutì inutilmente perché la gola era secca, il respiro si spezzò, un calore le si accese nelle guance fino a diffondersi in tutto il corpo….
 
Oh, mio Dio….che mi succede…
 
Il corpo parlò alla sua coscienza e capì, capì finalmente.
 
Amore…tanto amore si era liberato nella sua anima…per lui…solo per lui….
 
La consapevolezza delle emozioni di Oscar divenne chiara pure per  Andrè che fu scosso da un tremito indomabile….
 
Si guardarono per lunghi istanti…
 
- Andrè….io…. – gli occhi esitanti, il fiato corto, l’inedita sensazione di sentire il fuoco scorrerle nelle vene….
 
- Non dire niente…Oscar… - le sussurrò sorridendo e profondamente emozionato lui stesso….- Io…ho capito e….
 
E inclinando il capo verso di lei, allungò il mento trovandosi così a un soffio dalle sue labbra…i loro respiri concitati si mischiarono e accrebbero il calore che stava esplodendo in loro…
Attimi a crogiolarsi nei loro sospiri trattenuti pieni di tutto, pieni di loro…poi Andrè si decise e sfiorò appena le sue labbra con le proprie e volò dritto in Paradiso….
Lei non lo respinse questa volta e così, dopo averla osservata imbambolata con gli occhi lucidi , riprese a baciarla  con dolcezza, in tocchi sempre lievi ed esitanti.
 
- Oscar….tu…tu vuoi questo?
 
Lei on rispose e rimase a fissarlo, rapita da lui, dalla sua bellezza, dalla sua dolcezza, dal profumo della sua pelle e sentì che voleva sostare in quel magico momento per sempre.
 
- Come potrei non volerlo? Potrei mai respingere la mia stessa vita?
 
E tenendo con la mano sinistra la gattina che protestava, zampettando e miagolando, posò la mano destra sulla guancia di Andrè e riavvicinandolo a sé,  fu lei a baciarlo, prima timidamente poi con maggiore decisione finchè non portò Andrè a baciarla appassionatamente.
E lei si perse…mutò, divenne un’altra, dimenticò tutti i mesi trascorsi nella solitudine e nella malinconia, nella convinzione che sarebbe stato difficile riconquistare l’amicizia di Andrè, che la sua fosse solo una vita vuota, inutile….
Tutto cancellato….
Era un miracolo di Natale? O la sua anima, nei suoi instancabili tentativi di trovare la felicità, era riuscita a squarciare la paura di non avere più speranze?
Oscar non seppe rispondersi e lasciò vincersi da quell’amore travolgente che deflagrò di colpo nel suo cuore per Andrè…
Si baciarono con ardore e a lungo, fin quando la gattina non decise di protestare con maggiore veemenza e con i suoi minuscoli artigli graffiò la mano di Oscar.
 
- Ahi….-  Oscar staccò le labbra da quelle ubriacanti di Andrè e guardò la micia – Ho capito, sai? Andrè, qualcuno richiede maggiori attenzioni di te…
 
- Un tradimento così rapido credo non si sia mai verificato nel mondo! – rise Andrè.
 
Oscar guardò Andrè con occhi un po’ impacciati…sentiva le guance infuocate e le labbra ancora umide dei suoi baci; sistemò la gattina tra le mani, l’accarezzò a lungo e la calmò.
 Un’improvvisa timidezza si impossessò di lei e rimase zitta, incapace di rivolgere lo sguardo ad Andrè e parlargli.
Il giovane capì che toccava a lui ritrovare la magica spontaneità di poco prima, così le prese il volto tra le mani e la fece voltare.
 
- Ti amo, Oscar….sei stupenda….
 
Oscar arrossì, poi però si lasciò andare a un sorriso incantevole.
 
- Oh, Andrè….anch’io! Mi sei mancato così tanto! Scusa….
 
- Shhhh….- Andrè l’abbracciò e lei si accucciò a lui insieme alla gattina.
 
- Come la chiamiamo? – le domandò Andrè posando una carezza alla micetta.
 
- Noël….- rispose Oscar – Come questo splendido Natale, Andrè….
 
- Sono d’accordo amore mio…Buon Natale, Oscar e anche a te,  Noël! – esclamò Andrè grattando il mento della gattina che sollevò beata il muso e facendo le fusa.
 
Oscar poggiò la testa sulla spalla di Andrè e insieme accarezzarono Noël e su lei le loro mani si  sfiorarono continuamente in carezze reciproche; quando la gattina si addormentò, Oscar continuò a tenerla stretta tra le mani ma le sue labbra cercarono quelle di Andrè e con il sottofondo tenue del respiro sereno di  Noël, si donarono reciprocamente la loro dichiarazione d’amore.

ANGOLO DELL'AUTRICE
E con la mia piccola storiella di Natale, vi auguro un Felice Natale! Vi abbraccio tutte!
Sandra

 
  
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