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Autore: Em_    24/12/2015    9 recensioni
«Mi chiamo Oliver comunque.» si presentò.
«Felicity.» risposi a mia volta.
«Sopporta bene il dolore, non ha battuto ciglio.» gli feci notare. Non lo avevo neanche sedato eppure non aveva mosso un dito mentre lo medicavo.
«Mi dia del tu, la prego.» esclamò facendomi arrossire, guardandolo bene era davvero un bell’uomo «È solo che ci sono abituato, tutto qua dottoressa.»
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È una storia AU in cui Felicity Smoak è un medico e Oliver Queen un agente speciale del FBI, si conosceranno proprio in ospedale in seguito ad un piccolo incidente.
Questo incontro comporterà qualcosa nelle vite dei due protagonisti?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen, Sarah Lance, Tommy Merlyn, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Chapter one - Thank you





Oliver
Mi ero fatto sparare come un coglione, perché diamine non avevo indossato il giubbotto antiproiettile? Mi sarei beccato una ramanzina bella e buona dal mio capo e non sarebbe stato per nulla piacevole, nonostante avessimo un ottimo rapporto d’amicizia quando si trattava di regole e sicurezza John Diggle non ammetteva errori. Non avevo pianificato di farmi sparare ovviamente, avevo solamente agito d’istinto per salvare due giovani donne. Prima di perdere i sensi le avevo viste correre fuori da quella casa e qualche istante dopo era arrivata Sara a soccorrermi mentre con la coda dell’occhio avevo notato Tommy inseguire il killer, poi il buio. Mi ero risvegliato in ospedale, sanguinavo ma il proiettile non c’era più, sicuramente John me lo aveva estratto sul campo, era l’unico con delle competenze mediche e probabilmente aveva ritenuto opportuno tirare fuori dal mio corpo quel dannato proiettile.
«Dio, Oliver! Pensavo fossi morto!» sentii una voce decisamente familiare urlarmi contro.
«Sto bene, Sara. Ci vuole più di così per togliermi di mezzo.» le risposi.
«Idiota.» disse sedendosi accanto a me sul letto.
«Risparmiati la predica, ci penserà Dig a farmela.» ribattei.
«Per poco non facevi ammazzare anche Tommy! Possibile che non potevi aspettare i rinforzi?» 
«Aspetta, cosa? Tommy è qui? Sta bene?» chiesi in preda ad un attacco isterico. Non avevo idea che quell’uomo avesse ferito anche lui, credevo l’avessero arrestato.
«Non so niente, ho chiesto alla tua dottoressa di informarsi, dovrebbe tornare a breve.» rispose Sara sospirando.
«Ora mi sento veramente un cretino, dio, spero stia bene.» affermai passandomi una mano tra i capelli.
«È un osso duro, proprio come te. Andrà tutto bene.» mi disse abbracciandomi.
Sara era ormai da anni la migliore amica che avessi mai avuto, era una delle poche con cui non c’era mai stato niente e mai ci sarebbe stato. Ci eravamo conosciuti all’accademia del FBI due anni fa, lei mi aveva sempre dato del filo da torcere, era brava in tutto, intelligente, simpatica e la maggior parte dei ragazzi le morivano dietro, ma tra noi c’era solo una grande amicizia nonostante mi fossi preso una bella cotta per lei durante i primi mesi. Da quando la conoscevo non aveva mai avuto storie, era abbastanza riservata riguardo se stessa, insomma tutto il contrario di me che le raccontavo ogni volta tutti i particolari delle mie avventure sessuali.
«Oliver, ho notizie del tuo collega… Oh mio dio, scusate! Avrei dovuto bussare… Pensavo fossi solo, mi dispiace!» balbettò Felicity vedendo me e Sara abbracciati. Era così tenera, non sapevo perché mi attirasse tanto, forse per il suo modo impacciato di fare, o forse per i due bellissimi occhi che nascondeva sotto gli occhiali.
«Non preoccuparti, Sara è solo passata ad assicurarsi che non fossi morto.» le risposi sorridendo.
«Stavi dicendo che avevi notizie di Tommy?» chiese poi Sara.
«Oh, sì. Deve fare una TAC di controllo ma non è niente di grave, ha un paio di costole rotte però tutto sommato sta bene.» ci rassicurò lei.
«Per fortuna! Devo sempre salvare il culo ad entrambi.» mi rimproverò Sara «Ora se non ti dispiace vado ad urlare contro pure a lui.» mi dissi salutandomi con un bacio sulla guancia.
Rimasi da solo con Felicity che ancora sembrava scossa ad aver visto me e Sara abbracciati, chissà a che cosa stava pensando, avrei davvero voluto sapere cosa le passava per la testa. Lei alzò lo sguardo e lo puntò dritto sui miei occhi, mi sentivo un ragazzino del liceo alle prime armi, lei era un medico ed io non sapevo che dirle, volevo solo che rimanesse.
«Passerò più tardi a controllarti, d’accordo?» esclamò portando lo sguardo sulla cartella clinica che aveva in mano.
«No, aspetta!» la chiamai prima che potesse uscire.
«Va tutto bene?» domandò avvicinandosi.
«Sì, volevo solo… Chiacchierare.» risposi non trovando una scusa migliore. Da quando ero così imbranato con le donne? Solitamente cadevano tutte ai miei piedi senza problemi.
«Oliver, non credo sia il caso.» affermò rattristandomi.
«E perché?» chiesi osservandola.
«Io sto lavorando e tu sei un paziente.» 
«Ma sono un paziente speciale.» 
«Davvero, non posso. Ho un intervento tra mezz’ora, devo prepararmi.» continuò.
«Ed io che credevo di averti già inquadrata, non pensavo fossi addirittura un chirurgo.» replicai. Le mie doti di profiler con lei non servivano a molto ed ero ancora più attratto da tutto questo mistero. Ero abituato a persone che decifravo in cinque minuti e mi andava bene così, non volevo storie serie visto il lavoro che facevo, ma Felicity era diversa. L’avevo conosciuta da qualche ora eppure non volevo che se ne andasse da questa stanza.
«Sì, ho da poco superato l’esame dell’ultimo anno.» aggiunse arrossendo lievemente.
«Beh, congratulazioni. Spero verrai a visitarmi di nuovo i punti tirano parecchio, avrò bisogno di un monitoraggio costante.» dissi maliziosamente. Ero curioso di vedere come avrebbe reagito a delle potenziali avance.
«Sono cose che un’infermiera potrebbe benissimo fare da sola, sai, sono molto brave anche loro.» rispose ignorandomi.
«E se la mia fosse solo una scusa per vederti, accetteresti?» le domandai esponendomi un po’ di più.
Lei rimase a bocca aperta, poi si voltò e uscì dalla stanza senza dire assolutamente nulla. Avrei dovuto starmene zitto, ecco.

Felicity
Ero corsa fuori dalla stanza come una bambina di cinque anni, cosa mi prendeva? Non potevo semplicemente rispondere ad Oliver? Non era di certo la prima volta che un paziente ci provava con me eppure non mi era mai capitato di sentirmi così. Mi sentivo una sciocca, avrei dovuto dirgli che desideravo solo un normale rapporto medico/paziente, ma non l’avevo fatto. Passai velocemente in mensa per mangiare qualcosa prima dell’intervento, speravo di non combinare casini perché ero distratta o me ne sarei pentita per sempre. Mentre addentavo il mio muffin al cioccolato vidi arrivare Caitlin, volevo evitarla o mi avrebbe tempestata di domande a cui non volevo rispondere. Mi incamminai verso il reparto operatorio quando qualcuno mi bloccò per un braccio.
«Dove credi di scappare?» mi domandò la mia amica prima che potessi seminarla.
«Ho un intervento, Cait.»
«Sì, lo so. Ma nel frattempo puoi raccontarmi cos’è successo con il tuo amico agente federale.»
«Niente, l’ho solo informato sulle condizioni del suo collega.»
«Ed eravate soli?» ammiccò lei.
«No, c’era una sua amica.» risposi ripensando alla scena imbarazzante in cui mi ero trovata.
«Peccato, avresti potuto approfittarne! È sexy? Biondo? Moro? Occhi chiari o scuri? È gentile? Simpatico?» mi chiese a raffica facendomi inevitabilmente ridere.
«E poi? Vuoi anche l’indirizzo di casa, il codice fiscale e il conto bancario?» ribattei.
«Beh, non mi dispiacerebbe sai?» ridacchiò lei.
«Comunque, se ti dico due cose smetterai di tormentarmi?»
«Tre.»
«Okay, affare fatto. Mmm, vediamo… È biondo, occhi azzurri ed è un donnaiolo.»
«E da cosa l’hai capito?»
«Chiamalo sesto senso.» risposi alzando le spalle.
«È sexy almeno?»
«Ah, ah. Tre cose.» le ricordai.
«Non finisce qui, Smoak.» mi minacciò lasciandomi finalmente entrare in sala.
Sapevo bene che Caitlin non avrebbe mollato finché non le avessi raccontato ogni minimo particolare, anche se in realtà non c’era molto da dire. Sì, Oliver era un bel ragazzo, era simpatico e… Sexy, ma ciò non toglieva che ci conoscevamo da meno di dodici ore e di lui non sapevo niente. Cercai di distogliere i miei pensieri da lui per concentrarmi sul mio lavoro, fortunatamente era un intervento semplice, un’appendicectomia che al massimo in due ore l’avrei terminata. Avevo il pomeriggio libero dopo questa operazione e quasi mi sembrava un sogno, gli orari rispetto a quand’ero specializzanda s’erano dimezzati e questo significava che forse avrei potuto avere una qualche sorta di vita sociale. Conoscevo sì e no dieci persone al di fuori dell’ambito ospedaliero ed il che, mi rendevo conto, era molto triste.
Riuscii a terminare l’operazione in tempo da record, era andato tutto benissimo ed ero appena passata a controllare come stava la ragazza. Erano circa le tredici ed il mio turno era terminato, nonostante tutto ero reperibile e se si fosse verificata un’emergenza avrei dovuto correre in ospedale nuovamente. Passai in spogliatoio per cambiarmi e per riporre il camice quando il pensiero di Oliver mi invase ancora una volta la mente, ma perché continuavo ad avercelo in testa? Forse potevo andare a salutarlo prima di uscire, in fondo non avrei fatto male a nessuno. Mi infilai velocemente i jeans e il maglioncino color pesca e mi avviai verso la sua stanza. Questa volta decisi di bussare, non avevo intenzione di ritrovarmi di nuovo lui e la sua amica avvinghiati.
«Ciao, come ti senti? Sono passata a salutarti.» dissi avvicinandomi al suo letto.
«Wow, non ti avevo nemmeno riconosciuta! Stai molto bene così.» mi sorrise.
«Ti ringrazio.» arrossii per l’ennesima volta.
«Te ne vai?» mi domandò con un’aria delusa.
«Sì, ho finito per oggi. Ma se capita qualche disgrazia mi rivedrai in giro, sono reperibile.»
«Peccato, speravo di vederti ogni tanto durante la giornata.» rispose.
«Ci sarò domani mattina quando ti dimetteranno, promesso.» lo rassicurai.
«Non mi concedevo un giorno di vacanza da più di un anno.» 
«Stare in ospedale per te è essere in vacanza?» domandai aggrottando le sopracciglia.
«Sono sempre in giro per il Paese, vedo pochissimo la mia famiglia, non ci fermiamo quasi mai e starmene tranquillo per una giornata intera è strano ormai. Mi è andata bene tutto sommato no?»
«Sei stato fortunato, Oliver. Quel proiettile avrebbe potuto perforarti un polmone, il fegato o qualche altro organo essenziale.» gli feci notare.
«Ma non è successo, ed in più ho avuto la fortuna di trovare una dottoressa fantastica.»
«Non esagerare.» gli dissi sentendomi comunque lusingata.
Lo salutai con un sorriso e mi voltai per uscire «Felicity?» mi chiamò qualche istante dopo.
«Sì?» esclamai voltandomi.
«Grazie.» rispose.
«Per che cosa?» chiesi sorpresa.
«Per esserti presa cura di me.» affermò rivolgendomi un enorme sorriso.
Mamma mia, mi sentivo così impacciata con lui, con un semplice grazie mi aveva mandato il cuore in fibrillazione, mi tremavano le gambe e per fortuna che il turno era finito o avrei seriamente ucciso qualcuno oggi.
Tornai nel mio appartamento con un taxi e dopo una breve chiacchierata con mia madre decisi di mettermi finalmente in pari con le mie serie tv. Forse era anche per questo che avevo veramente poca vita sociale, a ventinove anni passavo ancora le serate davanti alla tv. Finora non avevo mai trovato nessuno per cui valesse la pena rinunciare a tutto, quindi non m’importava più di tanto. Ovviamente il mio pomeriggio da nerd non durò a lungo, circa due ore dopo il mio cerca persone squillò, mi alzai con calma e guardai cosa fosse, era un codice rosso che mi aveva mandato il primario in persona, si trattava di… Oliver.







Angolo autrice
A grande richiesta eccovi il primo vero capitolo! Sono davvero felicissima che il prologo sia piaciuto a così tante persone! *-*
Comunque, qui vediamo anche un POV Oliver dove scopriamo che lui e Sara sono migliori amici, ma niente di più! Quella che pensa male è Felicity quando entra nella stanza e li trova abbracciati ahahah :')
Diciamo che sia Oliver che Fel sono molto attratti l'uno dall'altra ma soprattutto Felicity cerca di mantenere le distanze visto che lui è suo paziente. Però mentre è a casa tranquilla viene richiamata dall'ospedale proprio perchè c'è un problema con... Oliver. Starà bene? Come si comporterà Felicity di fronte ad un'emergenza?

Vi ringrazio davvero per tutti gli inserimenti nelle seguite/preferite/ricordate e per le 16 recensioni, spero di vedere altrettanti pareri anche in questo capitolo! Mi raccomando ahah :)

Vi auguro buon natale in anticipo e mi raccomando non mangiate troppo... Scherzo xD

A presto!
Anna
   
 
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