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Autore: manueos85    24/12/2015    3 recensioni
Hiroki e Nowaki sono alle prese con il loro nuovo ruolo di genitori, con tutta la dolcezza (ma anche i piccoli problemi...!) che questo comporta! Come se la caveranno? Scopriamolo in questa raccolta di one-shot!
Attenzione! Questo è un seguito della long "junjou in Trouble"! Se ne consiglia la lettura per capire come hanno fatto i nostri due eroi a diventare papà e conoscere alcuni nuovi personaggi che sono stati introdotti!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hiroki Kamijō, Nowaki Kusama, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 06: Questione di tempismo

 

Non aveva mai amato molto la parte burocratica del suo lavoro, ma nelle ultime settimane aveva preso a pesargli di più. Quando poi si sentiva sotto una lente d'ingrandimento come in quel momento, faceva veramente molta fatica a trattenere l'irritazione.

Terminò di scrivere la lettera di dimissione e archiviò la cartella insieme alle altre già completate prima di rivolgere un'occhiata di sbieco a Tsumori che, seduto a cavalcioni di una sedia con una lattina di caffè in mano, aveva passato l'ultima mezzora a studiarlo come fosse l'ultimo esemplare rimasto di una specie estinta.

“Tsumori-sensei” sbuffò, lasciando cadere la penna sul tavolo, “avremmo finito molto prima se mi avessi aiutato invece di perdere tempo in quel modo.”

L'altro gli rivolse un sorriso furbo. “E perché mai? Con le scartoffie sei molto più bravo di me. E poi, è molto più divertente osservare che finalmente anche tu sei diventato umano come tutti noi!”

“Che vuoi dire?”

Nowaki gli rivolse un'occhiata interrogativa, a cui il collega rispose sollevando la lattina mezza vuota come in un brindisi.

“Intendo dire che perfino il caro Kusama-sensei, l'uomo sempre perfetto e sorridente, alla fine sta perdendo la sua proverbiale pazienza. Che succede? Guai in paradiso?”

“Non so di cosa tu stia parlando” rispose Nowaki.

“Sì, certo. Come no! I pulcini vi fanno dannare? O il problema è mamma chioccia? Le hai arruffato troppo le penne e ti ha sbattuto fuori dal letto coniugale? Oppure adesso che ha scoperto le gioie della maternità è troppo impegnata per il suo gagliardo galletto? Diamine, se quello che nasconde sotto i vestiti è all'altezza di quel bel faccino, capisco bene che tu faccia fatica a tenere a posto le mani...”

“Tsumori-sensei!” intervenne scandalizzata l'anziana infermiera che, fino a quel momento, era rimasta in disparte a riordinare le cartelle cliniche. Diede uno scappellotto al medico con un'espressione di rimprovero sul viso. “La smetta di importunare Kusama-sensei!”

In un ospedale grande come quello, le notizie viaggiavano veloci e non ci era voluto molto prima che si venisse a sapere del lutto che aveva colpito il giovane pediatra tanto adorato dalle infermiere. Quando era rientrato a lavorare dopo la prima settimana, tutte gli avevano manifestato la loro simpatia per il momento difficile che stava passando, ma presto erano trapelate anche altre indiscrezioni. Tra i corridoi si vociferava che la defunta sorella gli avesse lasciato i figli, due neonati, in affidamento, ma questo particolare passò presto in secondo piano quando cominciarono a circolare voci molto più piccanti riguardo la sua vita sentimentale.

Qualche giorno più tardi, stanco di essere additato da tutti e dei bisbiglii alle sue spalle, Nowaki aveva deciso che ne aveva abbastanza. Di fronte alle infermiere riunite nello studio medici, aveva detto loro chiaro e tondo la verità. Aveva immaginato di suscitare reazioni scioccate ed era preparato a dover lasciare il proprio lavoro, ma loro lo avevano sorpreso stringendoglisi attorno in un fronte compatto e prendendo le sue difese contro chiunque osasse parlare male di lui, sia in sua presenza, ma soprattutto in sua assenza.

Da allora, capitava spesso che nei suoi giorni liberi portasse i bambini in visita all'ospedale. Le infermiere, soprattutto quelle più anziane, adoravano i piccoli non meno del loro padre adottivo e li coccolavano senza ritegno. In un paio di occasioni, era persino riuscito a convincere Hiro-san ad andare con lui. Ricordava ancora la prima volta. All'inizio erano rimaste tutte come paralizzate, incantate dal suo bell'aspetto nonostante le sopracciglia aggrottate come al solito. Si erano riscosse solo quando gli aveva passato un braccio attorno alla vita e lo aveva tirato più vicino al suo fianco con fare possessivo mentre lo presentava. In seguito, Hiro-san era stato passato ai raggi X dalla capo-infermiera, che lo aveva congedato al termine dell'interrogatorio con il severo ammonimento di prendersi cura a dovere del loro Kusama-sensei se non voleva passare dei guai. L'espressione stupefatta che si era dipinta sulla faccia di Hiro-san lo aveva fatto ridere per diversi minuti.

Fu riscosso da quei pensieri quando sentì l'esagerato triste sospiro di Tsumori. “Ma, Shizuki-san, non lo sto importunando!” si difese l'altro medico. “Siete sempre tutte dalla sua parte. Questo non è affatto giusto!”

“Se facesse anche lei la sua parte di lavoro, Tsumori-sensei, io non sarei costretta a rimproverarla tutte le volte” replicò lei. “E la smetta di ficcare il naso negli affari privati altrui!”

Nowaki le sorrise e la donna gli fece un occhiolino con fare complice prima di uscire dalla stanza. Ma se si era illuso che l'argomento fosse finito lì, si sbagliava di grosso.

Non appena la porta si chiuse alle spalle dell'infermiera, Tsumori-sensei tornò alla carica.

“Ho indovinato, vero? Cos'è? L'adorabile Hiro-san ha smesso i panni della mogliettina sexy e amorevole a favore della modalità mammina isterica sempre impegnata?”

“Hiro-san non è isterico, anche se è molto impegnato con il suo lavoro. Riusciamo a gestirci bene e abbiamo degli amici che ci aiutano.”

“Sì, certo. Lo immagino. Da quanto tempo non fate sesso?”

“Tsumori!” Nowaki arrossì furiosamente, lanciando un'occhiata scioccata al collega.

“Be'? Che male c'è? È normale che le occasioni diminuiscano quando arrivano dei bambini in famiglia. Dopo la nascita di nostra figlia, la mia ex moglie non mi ha guardato in quel modo per almeno sei mesi.” Tsumori fece una pausa ad affetto, prendendo un sorso di caffè. “Tu, mio caro Kusama, hai i chiari sintomi dell'astinenza.”

Nowaki stava ancora pensando alle parole del collega quando varcò la porta di casa un'ora più tardi. Onestamente, non poteva dirsi insoddisfatto della sua vita, ma era un fatto incontrovertibile che erano spesso entrambi troppo impegnati o stanchi per andare più in là di qualche semplice coccola e qualche abbraccio prima di crollare addormentati. Se voleva essere del tutto sincero con se stesso, Hiro-san gli mancava.

“Sono a casa” sospirò, togliendosi le scarpe nell'ingresso.

“Bentornato.”

Ma la voce che gli rispose non era quella che si aspettava di sentire. Pensava di trovare Misaki-kun impegnato a preparare la cena, ma fu Hiro-san ad affacciarsi alla porta della cucina. La sua giacca era abbandonata sulla spalliera di una sedia e indossava ancora camicia e cravatta, anche se si era arrotolato le maniche sugli avambracci.

“Sei già a casa, Hiro-san?”

“Ho finito prima del previsto, per fortuna.”

Hiroki ritornò in cucina, dalla quale proveniva l'allettante profumo del curry di Misaki, e Nowaki distinse i rumori che faceva il compagno nel preparare la vaporiera per cuocere il riso.

“Quindi Misaki-kun è già andato via?”

“Sì. Akihiko è venuto a prenderlo mezzora fa.”

Fece una rapida tappa in bagno per lavare le mani, poi tornò in soggiorno e si lasciò cadere sul divano con un sospiro stanco, appoggiando la testa e chiudendo gli occhi. “Com'è andata la conferenza?”

“Bene.”

“Anche oggi le infermiere mi hanno chiesto di portarti insieme ai bambini la prossima volta che ho un giorno libero. A quanto pare, hai fatto colpo su di loro.”

“Ma non ne hai abbastanza dell'ospedale? Ci devi andare per forza anche quando non lavori?”

Sentendo la voce di Hiroki molto più vicina di prima, aprì gli occhi solo per trovarselo in piedi davanti, con le braccia incrociate sul petto e le sopracciglia aggrottate. Sembrava irritato, ma anche così Nowaki non poteva non trovarlo bellissimo.

Sorrise senza rispondere, allungando lentamente una mano. I suoi occhi rimasero fissi in quelli color caramello del suo Hiro-san mentre le dita sfioravano il tessuto della cravatta, lo afferravano e tiravano leggermente verso di sé. L'altro lo assecondò, piegando la schiena e appoggiando le mani sulla spalliera del divano. Trattenne il respiro fino a quando non sentì le labbra di Hiro-san appoggiarsi sulle sue e schiudersi sotto l'invito della sua lingua.

Il bacio si fece più profondo. L'altra mano raggiunse la nuca di Hiroki, infilandosi tra i suoi capelli, mentre le dita che stringevano la cravatta risalirono fino al nodo e lo allentarono. La striscia di stoffa cadde a terra dimenticata mentre passava ad occuparsi dei primi bottoni della camicia. Gli accarezzò col pollice la pelle della gola, sorridendo tra sé nel percepire le sue pulsazioni farsi più rapide e il respiro leggermente affannato quando si staccò da lui.

Si guardarono per qualche istante, giusto il tempo perché Nowaki leggesse nelle iridi del compagno lo stesso desiderio che si sentiva scorrere con forza nelle vene.

Gli costò fatica rimanere immobile quando Hiroki gli si fece più vicino, appoggiando un ginocchio tra le sue, e abbassò lo sguardo su di lui. Non gli chiese il permesso per infilare a sua volta le dita fra i suoi capelli e tirarlo più vicino a sé per un bacio più appassionato del precedente, ma Nowaki non avrebbe obiettato comunque e rispose con pari ardore.

Fu in quell'esatto momento che il telefono squillò, mandando in frantumi le sue aspettative.

Hiroki gemette, accasciandosi e appoggiando la fronte sulla sua spalla per un momento prima di risollevarsi e andare a prendere il cordless.

“È mia madre!” esclamò esasperato, riconoscendo il numero sul display. “Di nuovo.”

“Dovresti risponderle.”

Hiroki abbassò lo sguardo sul telefono che squillava tra le sue mani, imprecando qualcosa a bassa voce.

Nowaki ricordava perfettamente la conversazione di quasi un mese prima, quando il suo Hiro-san aveva finalmente deciso di raccontare tutto alla madre. Il compagno aveva attivato il viva voce, così aveva potuto sentire ogni parola dello scambio tra la donna e il figlio, il quale le aveva raccontato, tra mille esitazioni, cos'era realmente Nowaki per lui e quali cambiamenti erano avvenuti nella loro vita in quell'ultimo periodo. Era rimasto in silenzio ad ascoltare, facendo forza a Hiroki con la sua semplice presenza e stringendogli la mano ogni volta che le domande della madre si facevano troppo imbarazzanti per rispondere senza arrossire. Non che lei si fosse opposta alla loro relazione, anzi! Non era rimasta turbata dallo scoprire che il figlio aveva una relazione con un uomo. A quel punto, considerata la reticenza di Hiroki ad uscire con una donna, le era venuto il sospetto di quella che poteva essere la verità ed era stata felice di scoprire che, dopotutto, anche suo figlio aveva trovato qualcuno in grado di convivere con il suo caratteraccio scorbutico. Lo aveva rimproverato soltanto per averle taciuto le cose per così tanto tempo, ma tutto era passato in secondo piano quando le avevano detto dei bambini. Era elettrizzata all'idea di essere diventata finalmente nonna ed era letteralmente scoppiata a piangere di gioia nel sentire gli strepiti di un affamatissimo quanto impaziente Hideki.

Da quella memorabile sera, Kamijo-sama telefonava ogni pochi giorni per avere notizie dei tanto sospirati nipotini.

“Parlale tu” gli disse Hiro-san, mettendogli in mano il telefono. “Se ti chiede di me, non sono ancora tornato dalla conferenza.” Dopodiché girò sui tacchi e scappò a rifugiarsi in cucina prendendo come scusa il riso da preparare.

Nowaki sospirò rassegnato.

Fu un'altra mezzora difficile. La madre di Hiro-san, pur non avendolo mai visto, lo adorava già e chiacchierava tanto quanto suo figlio era di poche parole. Quando alla fine riuscì a concludere la conversazione, era esausto.

Ripose il telefono prima di andare ad affacciarsi alla porta della cucina, appoggiandosi con la spalla allo stipite. Hiroki era impegnato a togliere il riso cotto dalla vaporiera e non si era accorto della sua presenza, così gli si avvicinò silenziosamente e gli circondò la vita con le braccia. Lui sussultò, facendo quasi cadere il cucchiaio.

“Nowaki!” esclamò.

“Sì, Hiro-san?”

“Ma ti diverte così tanto farmi spaventare?”

“Non è colpa mia se non mi senti quando sei così assorto in quello che fai.”

“Di questo passo, mi farai venire un infarto prima dei quarant'anni.”

“Sei in buone mani, sono un medico.”

“Sei un pediatra.”

“Dettagli.”

“Mmmm. Ora potresti anche lasciarmi andare.”

“No.”

Nowaki fece scorrere una mano verso l'alto attraverso il petto di Hiroki fino a incontrare i bottoni che era riuscito a slacciare prima di essere interrotti. Sorrise nel ritrovarli come li aveva lasciati, poi gli prese il mento tra le dita e glielo fece sollevare. Sentì Hiroki sospirare quando gli depositò un bacio sotto l'orecchio e tracciare con le labbra una scia fino alla spalla, scostando il colletto della camicia al suo passaggio.

“Nowaki? Che stai facendo?”

“Non si capisce, Hiro-san? Riprendo da dove siamo stati interrotti.”

Mordicchiò piano quella pelle delicata mentre con l'altra mano si avventurava più in basso. Superò l'ostacolo della cintura e si infilò più sotto, scivolando dentro i pantaloni e sotto l'elastico dei boxer. Hiroki gli si appoggiò contro, rovesciando la testa all'indietro sulla sua spalla. Il suo respiro era già più rapido e, quando iniziò ad accarezzarlo con gesti lenti, gli si spezzò in piccoli ansiti.

“Hiro-san...” sospirò Nowaki. Lo abbracciò più forte, premendosi contro la sua schiena. “Hiro-san, mi sei mancato...”

“Anche a me...”

Quelle parole mormorate gli fecero battere il cuore più veloce. Non riuscì neanche a dispiacersi troppo quando Hiroki gli allontanò la mano che si era intrufolata sotto i suoi vestiti perché un momento dopo si rigirò nel suo abbraccio per poterlo guardare negli occhi. Le sue braccia gli scivolarono dietro al collo e alzò il viso a offrire le labbra per un altro bacio.

Nowaki non si fece pregare. Se ne staccò soltanto quando l'umana necessità di respirare si fece troppo impellente per essere ignorata ancora.

“La cena sarebbe pronta...” mormorò Hiroki, con il fiato corto.

“Può aspettare...”

Tornò a baciarlo come se non ne potesse mai avere abbastanza. Gli accarezzò la curva della schiena, percependo il suo calore al di sotto del tessuto sottile della camicia. Le sue mani scivolarono ancora più in basso e i palmi modellarono per un momento i fianchi stretti del compagno prima di terminare la loro corsa sulla rotondità mascolina delle sue natiche, dove si strinsero e lo premettero di più contro di sé.

Hiroki si aggrappò di più alle sue spalle.

E in quell'esatto momento udì il primo gridolino provenire dalla stanza dei bambini, seguito immediatamente da un pianto irritato. Hideki si era svegliato, era affamato e non si faceva alcuno scrupolo nel farlo sapere ai genitori con tutto il fiato che aveva.

Fu Nowaki questa volta a gemere di frustrazione, appoggiando la fronte sulla spalla di Hiroki come poco prima l'altro aveva fatto con lui, rimanendo così per qualche secondo. Rialzò la testa quando Hiroki si sciolse dal suo abbraccio e gli diede una piccola pacca.

“Vai a prendere tuo figlio. Io intanto gli preparo il latte. E prendi anche Miyuki, che sicuramente sarà sveglia anche lei” gli raccomandò, con una spintarella d'incoraggiamento.

Ma non aveva ancora raggiunto il corridoio che la voce dell'altro lo richiamò indietro.

“Nowaki?”

“Sì, Hiro-san?”

Si girò indietro, sorpreso, ma lui gli dava le spalle e trafficava per accendere il fornello e scaldare l'acqua. Ciononostante, poté vedere lo zigomo di Hiroki rosso come un pomodoro quando si allungò per appoggiare un pentolino sulla fiamma.

“Gli diamo il latte e poi...”

Hiroki concluse la frase con un borbottio indistinguibile. Sapevano benissimo entrambi che, con il pancino pieno, i piccoli si sarebbero addormentati nel giro di pochi minuti come angioletti.

“... e poi, Hiro-san, sarai tutto per me” concluse per lui Nowaki.

Non gli servì una risposta. Sorrise mentre percorreva il corridoio fino alla cameretta dei bambini e accoglieva tra le braccia Hideki, che smise di piangere all'istante. Pur così piccolo, aveva già imparato che, quando uno dei suoi papà lo prendeva, presto la sua fame sarebbe stata soddisfatta.

“Ciao, giovanotto” gli disse.

Lui lo guardò in viso con i grandi occhioni spalancati, emettendo un gridolino contento quando Nowaki strofinò la punta del naso contro il suo.

Come aveva previsto Hiro-san, anche Miyuki era sveglia e il giovane medico spostò Hideki sul braccio sinistro prima di chinarsi di nuovo per prendere anche lei con l'altro libero. La bimba sgambettò e stirò le labbra in un sorriso enorme riconoscendo il papà. E come la prima volta, Nowaki si sentì scoppiare il cuore di gioia, completamente disarmato di fronte a quell'espressione della piccola.

“Ciao, principessa.” Diede anche a lei un bacio affettuoso prima di avviarsi di nuovo verso la cucina mentre Hideki riprendeva a scalpitare.

“La pappa è quasi pronta. Abbi pazienza soltanto un altro pochino, giovanotto” gli disse, ninnandolo per calmarlo prima che si rimettesse a piangere.

Ma non poté fare a meno di sorridere quando pensò che quelle parole avrebbe potuto dirle non soltanto al figlio, ma anche a se stesso. In fondo, rifletté, Tsumori poteva aver azzeccato il motivo della sua frustrazione in quelle ultime settimane, ma non aveva del tutto ragione. Lui e Hiroki avevano ancora la voglia e tante occasioni per godere della loro intimità. Le opportunità non mancavano. Era soltanto una questione di tempismo.





Angolino dell'autrice:
Oh, oh, oh! Buon Natale, cuoricini romantici!
In questa Vigilia, vi porto in regalo il nuovo capitolo di questa ff! Vi piace?!?
Faccio a tutti i miei auguri di un felice Natale e di un fantasmagorico Anno Nuovo! Ingozzatevi di pandoro o panettone, brindate alla grande con un buon prosecco alla mezzanotte del 31... 
ma vi aspetto di nuovo tutti qui dopo la Befana con un nuovo capitolo!
Ciao!
manueos85

  
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