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Autore: agatha    24/12/2015    6 recensioni
L’idea di base di questa storia è una trilogia, che approfondisce il personaggio di Loki sotto diversi aspetti. Il primo è la figura di Loki in qualità di “figlio”, dove ho cercato di dare spazio al suo rapporto con Frigga. La storia inizia dopo gli eventi di “Thor 2: The Dark World” anche se ci saranno dei piccoli cambiamenti rispetto ai film Marvel. A causa di una promessa, Loki si ritrova su Midgard contro il suo volere, vittima dello stessa situazione in cui aveva incastrato suo fratello Thor tempo prima. Ho cercato di mantenere, come nei film Marvel, un po’ di drammaticità ma anche di momenti ironici.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dato che è la vigilia, ne approfitto per fare a tutti gli auguri di Buon Natale e Buon Anno Nuovo!
Grazie come sempre a chi ha voglia di leggere questa ff e a chi la commenta, è un piacere scambiare due chiacchiere con chi ha le mie stesse passioni.

** Auguri **


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Loki si era seduto comodamente sul divano, stendendo le lunghe gambe e apprezzandone la comodità. Era molto più rilassante della chaise longue di cui si era sempre servito nella sua camera o in prigione. Le comodità forse non fortificavano il carattere ma di certo rendevano più piacevole la lettura e il rilassamento. Voltò il capo, guardando in direzione della porta chiusa della mortale. Era entrata lì dentro quasi un’ora prima e non ne era ancora uscita. Si domandò quanto tempo avrebbe resistito prima di trovare il coraggio di uscire e affrontarlo, soprattutto dopo quello che aveva sentito. Doveva ammettere che quel colpo basso non se l’era aspettato da una faccia d’angelo come la sua. Sapeva riconoscere l’odio verso qualcuno, voler fare a tutti i costi una cattiva impressione per sconvolgere la persona che si aveva di fronte. D’altronde era un esperto in quel campo, dopo aver cercato di distruggere Jotunheim e aver cercato di assoggettare Midgard sotto il suo potere, provocando l’ira di Odino. Ma essere sfruttato come oggetto sessuale era una vera novità. Si lasciò sfuggire un sorriso, se ignorava il fastidio di essere stato manipolato, la faccenda poteva considerarsi divertente. La mortale non aveva risparmiato nessun colpo, usando sapientemente la malizia. L’ironia con cui aveva accennato al fatto che qualche volta parlavano, lasciando intendere che per la maggior parte del tempo si limitavano a fare sesso, era stato un colpo di genio. Per un momento si era aspettato che l’altra donna svenisse per terra, sconvolta da quelle parole, invece avevano rovinato lo spettacolo andandosene via poco dopo mettendo fine al divertimento.
Stava leggendo un libro sulla monarchia francese e sulla decapitazione dei sovrani, argomento che lo stava appassionando, quando finalmente aveva sentito la porta aprirsi ma non aveva nemmeno voltato la testa, restando concentrato sulla lettura. Poteva immaginarsela, appoggiata alla stipite, incerta su cosa fare. Poco dopo si avvicinò a lui, con la coda dell’occhio intravide le sue gambe ferme lì accanto. Posò con eleganza il libro in grembo, voltandosi a guardarla, come se le stesse concedendo udienza e aspettò che fosse la mortale a rompere il ghiaccio.
 
“Credo di doverti una spiegazione… Pizza?” domandò, accennando un sorriso sghembo.
Avrebbe voluto domandare a cosa corrispondeva quel termine mai sentito, ma finora il cibo midgardiano si era rivelato ottimo, per cui non trovava niente di male nell’assaggiare anche questa cosa sconosciuta.
“Va bene”
Beth rimase ad aspettare che lui le dicesse il tipo di pizza, ma Loki non aggiunse altro.
“Come la vuoi?”
Il dio la fissò senza rispondere perché, onestamente, non si aspettava quella domanda.
“Fai tu”
La ragazza sbatté gli occhi, fissandolo per una decina di secondi.
“Stai bluffando asgardiano… Non posso credere che tu non ricordi la pizza” affermò con troppa leggerezza.
Loki si alzò in piedi, sovrastandola e fissandola con uno sguardo gelido poiché non amava essere preso in giro, soprattutto da una mortale.
“Devo ricordarti di chi è la colpa?” replicò piccato.
A Beth morì il sorriso sulle labbra, nel ricordare che l’aveva quasi ucciso investendolo ed ora il suo cervello era in tilt.
“Va bene, ritiro quello che ho detto. Che ne dici di assaggiare il salame piccante?” gli domandò, anche se il tono era quello di una sfida.
“Piccante?” chiese Loki, abbassando le spalle e avvicinando il viso a quello di lei.
“Da sentirsi il fuoco in bocca” fu la risposta di Beth, che diminuì ulteriormente la distanza fra di loro.
Loki sorrise. Adorava le cose estreme.
“Mi piace” disse scandendo lentamente le parole, con voce roca.
 
Un’ora più tardi erano seduti a tavola con due ottime pizze fumanti. Con soddisfazione di Beth, a Loki era piaciuta quella pizza, le era sembrato buffo quando all’inizio aveva fatto delle smorfie e bevuto tutto d’un fiato l’acqua nel bicchiere, ma poi aveva assunto quell’espressione da bambino birichino e si era gustato il resto della pizza. Alla fine aveva alzato il bicchiere, in un silenzioso brindisi verso di lei.
“E’ l’ora della confessione mortale, ti ascolto”
Beth sospirò, sapeva che prima o poi sarebbe arrivato quel momento. Doveva ringraziare di essersi potuta gustare la cena tranquillamente.
“E’ vero, ti ho usato. Volevo ferire… No, difficilmente mia madre si lascia ferire, volevo scioccarla e scuotere un po’ il suo mondo perfetto e mi sono servita di te per farlo. Contento?”  disse tutto d’un fiato, senza addolcire la pillola o cercare scusanti.
“Non proprio. Non mi piace essere sfruttato e di solito non succede infatti. Sono curioso riguardo le tue motivazioni. Perché?” le chiese, inclinando il capo, come se volesse leggerle nella mente.
“Perché odio la mia famiglia” disse tranquillamente Beth, con una calma che colpì Loki perché la sentì molto familiare.
“Addirittura? Non ti hanno comprato la bambolina che volevi?” la prese in giro.
 
Beth non lo guardò, strinse le dita intorno al bicchiere con forza e sembrò persa a ricordare qualcosa. Poi si decise a parlare.
“I miei genitori hanno sempre dato più importanza al loro status sociale che ai miei sentimenti. Sono arrivati a farmi conoscere un ragazzo e convincermi che era quello adatto per me, spingendomi a sposarlo anche se non ero convinta, solo perché avrebbe portato molto prestigio a tutta la famiglia”
“E l’hai sposato?”
“Quasi. Sono rinsavita qualche giorno prima e ho mollato tutto scappando via. I miei non me l’hanno mai perdonato, dicendo che sono stata egoista e non ho pensato a loro”
“Che carini” ironizzò Loki, sempre più interessato.
“Vero? Sono diventata la pecora nera, la figlia ingrata che ha dato scandalo. Quello che mi fa più male è che mai una volta mi hanno chiesto scusa o sia venuto loro il dubbio di aver sbagliato – Beth prese la forchetta e tracciò delle linee sulla tovaglia – ovviamente bisogna mantenere le apparenze, per cui mi tollerano e mi invitano a casa per Natale. Agli occhi della società loro sono i buoni, che hanno perdonato la figlia disgraziata”
“Una storia con il lieto fine” commentò Loki, sempre ironico.
Beth fece una smorfia.
“Per questo, ogni volta che mi capita l’occasione, mi vendico cercando di scandalizzare mia madre” concluse, stringendosi nelle spalle.
 
Loki prese la bottiglia di vino e, con gesti fluidi, si riempì il bicchiere e se lo portò alle labbra. I suoi occhi parevano brillare di una luce oscura.
“Avevi programmato tutto fin da quando mi hai investito?”
“No! Ammetto di essere un tipo che si fa pochi scrupoli ma non fino a quel punto!”
“Allora quando? Dimmi quando hai deciso di inserirmi nel tuo piano diabolico” insisté Loki, perché dopo essere stato manipolato voleva almeno sapere tutto.
Beth prese il suo bicchiere e lo alzò verso Loki, in una muta richiesta di riempirlo, cosa che lui fece. Imitando l’asgardiano, anche la ragazza bevve un sorso prima di parlare.
“Sei stato tu a darmi l’idea. Quando ti sei autoinvitato a casa mia. Ho pensato che, se dovevo sdebitarmi, tanto valeva che ne ricavassi un vantaggio, no?” spiegò, pratica.
Loki era colpito, favorevolmente colpito. Quella mortale era piena di sorprese e, a differenza del suo aspetto, non era per niente dolce, non cercava di nascondersi dietro degli ideali cercando di apparire buona a tutti i costi. Era scaltra e non si faceva troppi scrupoli per raggiungere i propri obiettivi.
Un po’ come lui.
 
“Starai pensando che sono una persona ingrata e senza sentimenti”
“In realtà, no” rispose tranquillamente Loki, ed era la verità.
Beth fece una smorfia, guardandolo con espressione dubbiosa, non credendo alle sue parole.
“No? Dopo tutto quello che ti ho detto?”
Il dio dell’inganno si lasciò andare all’indietro, appoggiandosi alla spalliera della sedia e congiungendo i polpastrelli delle dita di entrambe le mani.
“Anch’io odio la mia famiglia. Ho sempre cercato di contrastare Odino e ogni occasione era buona per sbattergli in faccia la mia rabbia e provocare la sua ira. Provo un piacere perverso nel farlo”
“Non faccio fatica a crederlo”
Loki strinse le labbra in una linea sottile, seguendo il corso dei propri pensieri, prima di continuare a parlare.
“La soddisfazione non è nella mia natura, per cui credo che non smetterò mai di contrariare Odino e ricordargli che lo odio”
“Però non devi fare lo sbaglio di considerare la vendetta l’unico scopo della tua vita”
“Perché no?”
“Perché la vita è una sola e sarebbe un peccato sprecarla in quel modo. Continua a vendicarti dei tuoi, non sarò certo io a dirti il contrario, ma cerca di fare qualcosa per te, di essere felice. Costruire qualcosa di cui si va orgogliosi, dove la tua famiglia è esclusa, è una vendetta altrettanto efficace, fidati”
Loki parve colpito da quel discorso. Per lui era sempre esistita solo la vendetta, anche perché la sua aspettativa di vita era quasi eterna in confronto a quella dei mortali. Però il discorso di trovare una propria strada, realizzare qualcosa da cui Odino fosse totalmente escluso e non contasse nulla, era interessante e, si ritrovò a riconoscere, sensato.
“Non sei totalmente ottusa, fastidiosa midgardiana” commentò, sporgendosi verso il tavolo e alzando il bicchiere verso Beth.
Lei capì l’invito e fece altrettanto, facendo toccare i loro bicchieri in un silenzioso brindisi.
“E’ un onore ricevere un complimento così sincero da un presuntuoso asgardiano” gli rispose con ironico divertimento.
  
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