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Autore: fennec    24/12/2015    4 recensioni
Piccola one-shot a tema in cui Remus, Dora e il piccolo Teddy festeggiano insieme il Natale che non hanno mai potuto festeggiare.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Tonks, Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Teddy Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Un Natale molto fortunato
Un Natale molto fortunato
 
 
 
 
 
 
25 dicembre 2001
 

- Mamma, quando posso andare da papà? È tardissimo! - per l’ennesima volta il bambino la supplicò mettendo il broncio, i capelli di un inusuale viola, e per l’ennesima volta Dora si ritrovò a rispondergli allo stesso modo:
- Te l’ho già detto, Teddy, lo sai: papà non sta bene e ha bisogno di riposare per tutto il tempo che gli serve -
- Ma quanto gliene serve ancora? Non ha già dormito abbastanza? -
Considerando che la notte prima c’era stata luna piena e che il sole era sorto da poco più di un paio d’ore… beh, poteva giurare su Merlino che suo marito non aveva sicuramente dormito abbastanza, ma qualsiasi ragionamento, per quanto logico fosse, non avrebbe mai convinto suo figlio, soprattutto quando questi era sveglio e vispo dalle sei del mattino e non desiderava altro che festeggiare con la sua famiglia il giorno di Natale.
- Teddy, quando papà si sveglierà vorrà dire che avrà dormito abbastanza ed ora torniamo in salotto e finiamo di spacchettare i regali, non vorrai mica rischiare di disturbarlo -
- Sono già sveglio - una voce stanca li raggiunse dalla camera da letto e la Metamorfomaga imprecò mentalmente.
- Ecco, appunto -
- Papà! - gridò il bambino, catapultandosi nella stanza e balzando sul lettone, i capelli improvvisamente di un azzurro acceso.
- Teddy, per favore, fai piano! -
- Buon Natale, papà! - disse ancora, sordo agli ammonimenti della mamma, abbracciando forte l’uomo ancora mezzo addormentato.
- Buon Natale anche a te, Teddy! - rispose questi con un sorriso, ma a Tonks non sfuggì la smorfia di dolore che aveva fatto quando il bambino gli si era letteralmente lanciato addosso.
- Ora calmati, Teddy - disse, avvicinandosi al marito e posandogli una mano sulla fronte, scottava, come al solito - L’ultima cosa di cui ha bisogno papà è che lo stanchi con le tue chiacchiere -
- Ma Teddy non mi sta stancando affatto! - rispose l’uomo, tutt’altro che collaborativo. Il bambino annuì soddisfatto, come a dire “Visto?”, e Dora li fulminò entrambi con lo sguardo.
- Il mio orsacchiotto ha funzionato, papà? Ti ha tenuto compagnia? - gli chiese il bambino.
- Certo! - disse Remus - Teddy mi è stato davvero di grande aiuto -
Tonks sorrise guardando il pupazzo che il figlio aveva regalato a suo papà la sera prima. Doveva essere il suo regalo di Natale, ma visto che avrebbe dovuto tenergli compagnia durante la luna piena non aveva potuto fare altro che consegnarglielo la Vigilia. Il lupo mannaro l’aveva chiamato subito Teddy perché, come il bambino stesso aveva detto, dato che lui non avrebbe potuto stare con il papà quella notte, l’avrebbe fatto l’orsacchiotto. Era un orsacchiotto piuttosto bruttino, in realtà, suo figlio, dall’alto delle capacità artistiche di un bambino di tre anni e mezzo, lo aveva voluto costruire personalmente mettendo insieme con un po’ di Magic Scotch e di Colla Magica piccole stracci e indumenti che aveva trovato per casa: Tonks era riuscita ad individuare qualcuno dei calzini di Teddy, una cravatta di Remus, qualcuno dei suoi fazzoletti e, con orrore, anche lo strofinaccio che le aveva regalato sua madre... chissà se Andromeda avrebbe apprezzato? Ma quello che era importante è che Remus ne era stato a dir poco entusiasta e, per quanto quell’orsacchiotto fosse tutt’altro che bello, l’aveva sistemato subito sul suo comodino, quasi commosso.
- E tu? - la Metamorfomaga venne distolta dai suoi pensieri dalla voce del marito - Ti sono piaciuti i tuoi regali? -
E mentre il bambino si lanciava in una descrizione esaltata di tutti i regali che aveva ricevuto e che non aveva ancora finito di spacchettare (il primo premio andava di sicuro alla scopa giocattolo di Harry), Andromeda entrò in camera portando un vassoio.
- Ho pensato che un po’ di brodo caldo poteva farti piacere, Remus -
- Ti ringrazio - le disse il licantropo, con un sorriso - ma non ho molta fame -
- Sciocchezze! - lo rimbrottò la suocera - Qualcosa dovrai pur mangiare, specialmente il giorno di Natale -
- La nonna ha ragione, papà! - rincarò Teddy - Non puoi non mangiare il giorno di Natale! Dai, se ti sforzi un pochino, ti prometto che ti lascerò giocare con le Gobbiglie che mi ha regalato Ron -
- Oh, beh - fece l’uomo con un sorriso - Quando l’offerta è così allettante, come posso dire di no? - e così dicendo prese qualche cucchiaiata di brodo.
- Vedo che anche quest’anno Molly non ha saputo resistere all’impulso di lavorare a maglia - disse il licantropo guardando i maglioni che la moglie e il figlio indossavano ancora sopra il pigiama.
- Sì! - disse il bambino ridacchiando - Ne ha fatto uno anche per te, ma dev’essersi sbagliata: a mamma lo ha fatto rosa e a me azzurro, perché abbiamo i capelli così, ma a te lo ha fatto verde… non deve vederci più tanto bene, Molly! -
- O forse è un modo per dirmi che mi vorrebbe con i capelli verdi - disse Remus, facendo scoppiare a ridere Teddy - Ma, aspetta un attimo… avete già aperto i miei regali? -
I capelli del bambino virarono di colpo a un intenso blu oltremare: - Beh, giusto qualcuno - rispose, distogliendo lo sguardo, ma poi nei suoi occhi tornò a brillare una luce malandrina - Sai, per toglierti questa fatica! -
- Ah, capisco - fece il padre - Allora mi sa che ti devo ringraziare -
- Insomma, Remus! - la voce di Andromeda tuonò un po’ minacciosa - Ti vuoi decidere a prendere quel brodo? Altrimenti diventerà troppo freddo! -
 
Era stata una giornata piacevole, nel complesso.
Benché Dora avesse insistito perché rimanesse a letto il più possibile, nel pomeriggio si era alzato e vestito, quanto meno per accogliere con una parvenza di decenza Harry e Ginny, che erano passati a fare gli auguri e a distribuire gli avanzi del pranzo di Natale di Molly, che praticamente avrebbero potuto sfamare un intero esercito a digiuno da mesi, e avevano ricordato loro che, se Remus fosse stato un po’ meglio, l’indomani erano tutti invitati a casa Potter per festeggiare insieme.
Sì, era stata davvero una giornata piacevole e, nonostante quella sera, ancora un po’ malfermo sulle gambe e con la sensazione di avere le ossa rotte, si fosse accasciato sul divano alla ricerca della posizione meno scomoda possibile, il licantropo si disse che non avrebbe mai pensato di essere così fortunato.
- Come stai? - senza che se ne fosse accorto, Tonks si era seduta accanto lui. Era incredibile come quella donna non riuscisse ad entrare in una stanza silenziosamente e poi lo sorprendesse così, ma dopotutto era un’Auror e aveva dovuto pur passare l’esame di segretezza.
- Mai stato meglio - le rispose con un gran sorriso, mentre lei sbuffò scettica.
- E voi come state? - le chiese mettendole una mano sul pancione. A fine gennaio sarebbe arrivata la loro secondogenita, una bambina, “un dono nel dono” aveva detto Remus quando l’aveva annunciato a tutti.
- Mai state meglio! - disse Dora, i capelli più rosa che mai e il viso luminoso e, stringendo la mano che il marito le aveva messo sulla pancia, lo baciò.
- Ehi, ci sono anch’io! - una voce squillante li raggiunse alle spalle e una frazione di secondo dopo una scheggia dai capelli azzurri si fiondò sul divano tra mamma e papà.
- Ma certo che sì! - fece Tonks, scompigliandogli affettuosa i capelli - Come dimenticarsi dell’ometto di casa che tra poco sarà un fratello maggiore?! -
- Ma sono già un fratello maggiore! - disse orgoglioso Teddy - E quando verrà fuori la sorellina, glielo spiegherò subito… anche se sarà un ancora troppo piccola per capire! Gli insegnerò un sacco di cose: a saltare sul letto, a fare le capriole, a fare le battaglie coi cuscini, a sapere a memoria tutti i nomi dei giocatori delle Holyhead Harpies… -
- Merlino aiutaci, non so se nonna Andromeda sopporterà un’altra peste pestifera che le corre per casa! - ridacchiò Dora.
- Ma sì, si abituerà! Non è vero, piccolina? - chiese il bambino al pancione della mamma. Per tutta risposta Tonks sobbalzò: la bambina le aveva appena tirato un calcio.
- Ehi, hai visto?! - esclamò Teddy, eccitato.
- Più che altro ho sentito - disse la mamma, massaggiandosi la pancia.
- È il suo modo per dire che è d’accordo con me! -
- Eh sì, temo proprio che sia così, anche se preferirei che prendesse da tuo padre e fosse un po’ più tranquilla -
Remus scoppiò a ridere: - Beh, ti ricordo, tesoro, che sono stato un Malandrino, fossi in te non sarei troppo speranzoso! -
- Ahimè, mi sa che i capelli verdi verranno presto ad Andromeda! -
E tutti e tre si misero a ridere, le loro mani intrecciate sulla pancia da cui presto sarebbe nata un’altra piccola Lupin.
Sì, si disse Remus, quello era stato senza dubbio un Natale molto fortunato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice
Ta-daaaaaan! Come promesso, ecco qui la one-shot natalizia allegra di cui avevo parlato.
Che dire? Inizialmente era nata come un esperimento: era da tanto che desideravo scrivere di Remus, Dora e Teddy finalmente (anche se ahimè irrealisticamente) insieme, quindi con il Natale alle porte a ispirarmi per qualcosa di gioioso mi sono “imposta” di scrivere questa fanfiction… tuttavia, nonostante questo inizio non molto promettente, man mano che scrivevo mi venivano fuori nuove idee e nel complesso mi sento abbastanza soddisfatta di averla scritta.
Sarò sincera: il titolo non mi convince granché. All’inizio avevo pensato a “Un Natale pieno come la luna”, ma poi ho optato per l’attuale, che riprende e si oppone al capitolo “Un Natale molto gelato” del sesto libro. Voi che dite? Sono in cerca di idee migliori!
Qualche precisazione sulla figura di Andromeda: nella mia personale versione, nonostante all’inizio Remus e Dora si fossero trasferiti a casa Tonks per stare vicino a lei dopo la morte di Ted, dopo qualche tempo sono ritornati a vivere per conto loro, perché, diciamocelo, una suocera come Andromeda Black (senza offesa per il personaggio!) in giro per casa non penso sia una presenza facile con cui convivere, soprattutto perché me la sono sempre immaginata abbastanza restia ad accettare il genero. Volevo spiegare questa cosa nella one-shot, ma poi non ho trovato uno stratagemma convincente e così questo personaggio compare forse un po’ troppo sullo sfondo… ah, naturalmente in questa fanfiction è a casa Lupin perché è Natale, ma soprattutto per aiutare la figlia a prendersi cura del marito.
Un’ultima precisazione anche sulla piccola Lupin: io me la immagino molto simile a Remus, non è una Metamorfomaga, ma non ha nemmeno ereditato la licantropia. Come nome avevo pensato ad Aurora e mi era venuta in mente anche una scenetta divertente in cui Remus cercava di convincere la moglie a chiamarla così, ma poi… boh, non ho trovato l’occasione per inserirla.
Ok, direi che a momenti è più lungo il commento della one-shot, sigh! Visto che sono più che in perfetto orario (oltre che in tema), auguro a tutti voi un felice Natale e un sereno anno nuovo!
Che ne dite? Come regalino mi lasciate una piccola recensioncina? È vero che a Natale sono tutti più buoni, ma accetto molto volentieri critiche e commenti negativi se non si limitano agli insulti.
E ora la pianto davvero. Alla prossima,
fennec

  
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