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Autore: deborahdonato4    24/12/2015    3 recensioni
Nico di Angelo ha appena capito i suoi sentimenti nei confronti del solare Will Solace. Quando finalmente possono passare del tempo insieme, per conoscersi meglio... Arrivano gli altri spasimanti di Nico, per nulla felici di vederlo con Will.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jason/Nico, Nico di Angelo, Nico/Will, Percy/Nico, Will Solace
Note: OOC | Avvertimenti: Non-con
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Quando la brezza leggera gli accarezzò il volto, Nico alzò lo sguardo sul cielo blu, e rimase per un po' in contemplazione di quello spettacolo limpido. Era pomeriggio, ormai, e si chiese se sarebbe riuscito a vedere il tramonto sul Pugno di Zeus.

Se ci avesse portato Jason forse sarebbe stato romantico, ma non aveva intenzione di tornare indietro e riprenderlo. Aveva bisogno di solitudine.

Aveva appena perso la verginità, e la cosa non gli faceva né caldo né freddo. Si sentiva solo strano, con una sensazione di vuoto allo stomaco... ma presunse si trattasse solo di fame.

Nico si avviò a passo deciso verso la cabina 1, dove recuperò i suoi vestiti. Il braccialetto al suo polso brillava ai tiepidi raggi del sole, e Nico gli passò il polpastrello sopra. La voglia di sapere a chi appartenesse si faceva sempre maggiore.

Nico si diresse in mensa. La fame gli bruciava lo stomaco. Aveva così tanta fame che non si sarebbe fermato nemmeno se fosse risorta Gea di fronte ai suoi occhi.

Poi udì un urlo provenire dall'infermeria. Ed esitò.

 

Nico rimase qualche minuto a fissare la porta spalancata dell'infermeria. Infilò le mani in tasca, giocherellando con il ciondolo a forma di sole.

I suoi genitori gli avevano sempre detto di non andare in infermeria quasi al tramonto, soprattutto se urla spaventose ne uscivano fuori.

Poi Nico ricordò che sua madre era morta, e che suo padre era un dio greco, e che nessuno dei due gli aveva mai detto una cosa del genere.

 

Quando Nico entrò in infermeria, vide un lettino rovesciato, e Percy Jackson che dormiva addosso a Will Solace.

«Mmh. Ho interrotto qualcosa?» domandò, alzando un sopracciglio.

Will voltò la testa verso di lui, e Nico fissò quei grandi occhi celesti. Avevano un colore bellissimo.

«Nico.» sussurrò Will, guardandolo. Nico vide quei begli occhi azzurri riempirsi di lacrime.

«Ehi, tu, non piangere.» Nico gli si avvicinò, spostando via Percy che scivolò sul pavimento. Stava russando, e sbavava. «Davvero, non piangere, non sopporto le persone che piangono.»

Will distolse lo sguardo in fretta, e Nico si accorse del sangue sulla maglietta del dottore. La alzò, scoprendo la J quasi incisa.

«Porco Crono.» mormorò Nico, guardandolo. «Te l'ha fatto Percy?»

Will annuì lentamente, e Nico si voltò verso Jackson. Sentì una carica di odio attraversarlo. Fu tentato di afferrare il figlio di Poseidone e picchiarlo, ma sentì qualcosa di caldo nella sua mano, e si irrigidì.

Will strinse le sue dita attorno a quelle di Nico, e appoggiò la testa contro di lui.

«Mi sei mancato.» mormorò il biondo, chiudendo gli occhi.

«Non dormire.» disse Nico, togliendo le dita dalle sue e alzandosi in piedi. «Devo controllarti quella ferita.»

Nico lo afferrò per l'ascella e lo tirò in piedi, passandogli il braccio attorno alla vita per sostenerlo. Lo fece sedere sul letto più vicino, poi lo stese.

«Dimmi cosa devo fare.» disse Nico, guardando Will. Il figlio di Apollo lo stava già osservando.

«Là, prendi quella borsa.»

Nico obbedì. Quando gliela portò, Will frugò dentro ed estrasse una boccetta di disinfettate. Nico notò che stava usando solo la sinistra.

«Che hai fatto alla destra?» domandò Nico, strappandogli la boccetta dalle mani e disinfettandogli l'incisione. Notò di essere piuttosto bravo... Doveva averlo già fatto in passato, ma non si ricordava quando.

«Mi ha rotto il polso.»

«Oh.»

Nico si affrettò a disinfettare, e a mettere una garza sull'incisione. Poi si occupò del polso. Will si lasciò scappare un gemito di dolore mentre Nico toglieva la benda scoprendo dei brutti lividi.

Al figlio di Ade tornarono in mente le catene nella cabina di Zeus, e gli mostrò il braccialetto al polso.

«Questo è tuo, vero?» domandò.

Will aggrottò la fronte. «Credo... di sì. Non lo metto da un po'.»

«Era nella cabina di Zeus.»

«Non lo metto più da un paio di mesi.»

Nico alzò un sopracciglio, ma decise di non commentare.

Will passò le dita della mano sana sul ciondolo, e lasciò che Nico gli medicasse il polso rotto.

«Non so cos'altro si faccia in queste situazioni.» disse Nico, tastandogli piano il polso.

«Devo mettere il gesso. Ma non penso che ci sia tempo.» Will si mise seduto, afferrando Nico per il colletto e lo attirò a sé, baciandolo.

 

Nico sussultò quando sentì la mano di Will stringersi attorno al suo colletto. Si lasciò spingere contro il torace dell'altro, e quando Will premette le sue labbra calde contro le sue, Nico non si tirò indietro, sebbene la voglia di tirargli un pugno fosse tanta.

Will gli lasciò il colletto, schiudendo le labbra e quelle di Nico. Il figlio di Ade gli posò una mano sul ginocchio, in attesa e, quando la lingua del biondo lo sfiorò, la sua era pronto ad aspettarlo.

Will continuò a baciarlo, in attesa di un segnale che facesse tornare tutto al loro posto. Non voleva avere un'incisione sulla pancia, e non voleva che nemmeno Nico l'avesse. Voleva tornare solo alla sua vecchia vita. Nico nel letto con lui, Nico che voleva imparare da lui, Nico che lo baciava.

Nico gli lasciò le labbra e lo guardò negli occhi. Will ricambiò l'occhiata, vedendo solo un tunnel scuro.

«Wow.» mormorò Nico, accarezzandogli il ginocchio. «Devo ammettere che non è stato male.»

A differenza dei baci con Jason, questa volta Nico aveva provato qualcosa. Una sorta di calore nel petto.

Will abbassò le spalle. «Non ti ricordi di me?» chiese, mentre il polso ricominciava a dolere.

«Mi ricordo di te.» lo stupì Nico, guardandolo negli occhi. «Ricordo che abbiamo combattuto insieme contro Gea. Ricordo la tua frase del cazzo "ordini del dottore", ricordo di essere stato in infermeria per tre giorni prima di scappare.»

Will lo osservò con il cuore che gli batteva forte. «Nient'altro?»

«C'è dell'altro?»

I due si guardarono negli occhi per qualche minuto, poi Will scosse la testa. Nico abbozzò un sorriso.

«Allora non c'è quasi nulla da ricordare su di te.» Nico frugò nei cassetti e gli trovò un tutore da mettere al collo per tenergli il polso dritto. «Ti basta?»

«Credo di sì.»

Nico lo aiutò a metterlo, e subito dopo alzò il mento del biondino, sfiorandogli le labbra.

«Posso baciarti di nuovo?» chiese, guardandolo negli occhi. Erano così blu... Rischiò di perdersi dentro.

«Quando vuoi.» fu la risposta di Will, accarezzandogli la guancia.

Si spinsero di nuovo l'uno contro l'altro, baciandosi con passione. Nico sentì quel tepore nel petto, e desiderò non lasciare le labbra dell'altro. Era bello baciarlo, lo faceva sentire caldo. Forse non significava nulla, forse era solo il calore da figlio di Apollo che lo possedeva.

Quando si lasciarono, Will gli posò la mano sana sulla guancia. Nico aveva le guance rosse, e non se n'era nemmeno accorto.

«Cosa devo fare con te?» mormorò Will, accarezzandogli le labbra.

«Non so di cosa parli.» rispose Nico, piano, mordicchiandogli il dito.

Will fu tentato di dirgli tutto quanto, ma si appoggiò a lui. Nico lo strinse a sé, chiedendosi perché non gli venisse l'impulso di spingerlo via. Era diventato un tenerone, dopo Jason?

«Mi sei mancato.» sussurrò Will contro il suo collo. «Ogni giorno. Mi dispiace per tutto quello che ti hanno fatto.»

«Non mi hanno fatto niente.»

«Sei fortunato a non ricordartelo.»

Will si assopì contro di lui, e Nico gli accarezzò la schiena, prima di farlo stendere sul letto. Gli diede un altro bacio a stampo, poi si affrettò a riordinare l'infermeria. 

 

Nico trascinò Jackson in un'altra stanza, tirandogli qualche calcio nel mentre. Era arrabbiato con lui, per quello che aveva fatto a Will. Gli aveva rotto un polso e rovinato la pancia. Avrebbe dovuto soffocarlo con il cuscino, ma avrebbe atteso il suo risveglio, per un duello vero.

Nico lasciò Percy nella stanzetta, poi tornò da Will. Gli posò la mano sulla fronte, e scoprì che aveva la febbre. Gli portò del nettare e lo aiutò a bere, e Will cercò di riprendersi. Il dolore gli echeggiava nel corpo. Se avesse avuto la sua magia a disposizione, avrebbe già guarito il proprio polso. Ma così...

«Nico.» mormorò Will, mettendosi seduto con una smorfia, ignorando il dolore pulsante. «Devi sapere cos'è successo.»

«Me lo hai già spiegato.» disse Nico, passandogli un panno bagnato sul volto.

«No, non si tratta di Percy e di quello che ha fatto a me. Ma si tratta di ciò che hanno fatto a te. Percy, Jason, Leo. E... E gli dei.»

«Gli dei?» ripeté Nico, aggrottando la fronte. «Gli dei cosa mi avrebbero fatto?»

«Molto più di quanto tu creda.»

«Mmm...»

«Non vuoi credermi?»

«Se non mi dici cosa è successo, come posso crederti?»

Will annuì, cercando il suo sguardo. «Io e te stiamo insieme.» disse, e l'espressione di Nico si fece più confusa. «Abbiamo una relazione, e siamo felici. E gli dei... Cupido per primo... ci hanno fatto questo.»

«Questo cosa?» mormorò Nico, prendendogli la mano sana e stringendogliela. Non credeva molto a quello che stava dicendo. Assomigliavano molo ai deliri di un pazzo, o ai deliri causati dalla febbre alta. Lo avrebbe lasciato parlare, e avrebbe atteso paziente che si fosse addormentato.

«Prima...» Will deglutì. «Prima ti hanno tenuto nella tua cabina, legato al letto. E hanno usufruito del tuo corpo. Poi... Ti hanno fatto qualcosa ai ricordi, e hai dimenticato tutto. Di me, del nostro amore, di quello che ti hanno fatto loro.»

Nico lo fissò in silenzio.

Will riconobbe lo sguardo. «Non sono pazzo.» si affrettò a spiegargli. «È tutto vero.»

«E tu sai tutto questo perché mi hai stuprato anche tu?»

«Oh no. Leo mi ha raccontato tutto quanto.»

«Anche della V sulla pancia?» Nico si alzò la maglietta.

Will la sfiorò con le dita. «Anche di questa.» annuì, sentendo dolore al petto. «Te l'ha fatta perché... si era arrabbiato. Pensava che tu lo stessi usando.»

«Che lo stessi usando per cosa? Per un altro po' di stupro?»

«Con lui è stata una cosa complicata, Nico. Sei stato consenziente, lo hai spinto tu a farlo, perché non volevi che... che mi facessero del male.»

Nico non capiva molto quello che stava succedendo. Gli sembrava tutto troppo inverosimile.

«Jason ti ha fatto del male? Anche Percy? E Leo?» chiese, stringendo la mano dell'altro con uno spasmo. «Ti hanno fatto del male? Will, voglio sapere tutto quanto.»

E Will gli raccontò tutto quanto. Di come lo avevano legato nella cabina di Zeus. Della violenza di Jason. Dei pugni di Leo. Percy non era mai andato a trovarlo, Percy non gli aveva mai fatto niente, prima di quel giorno. Will continuò raccontandogli di quando si era ritrovato davanti Nico privo dei suoi ricordi, di ritorno dalla spiaggia. La sua fuga nel bosco, lo schieramento di Leo dalla sua parte, il fulmine di Jason dritto allo stomaco.

Nico guardò Will negli occhi per tutto il tempo, sentendo qualcosa di oscuro passargli nelle vene. Doveva essere l'odio, e il disgusto per sé stesso per quello che aveva fatto prima con Jason. Lo aveva sedotto, lo aveva baciato, aveva fatto sesso con lui di sua spontanea volontà...

«Come faccio a tornare normale?» chiese Nico, accarezzandogli la guancia e cancellando le lacrime del figlio di Apollo. «Come faccio a ricordarmi di te?»

Will scosse piano la testa. «Pensavo che una volta che ci fossimo baciati, tutto sarebbe tornato normale. Ma... non è successo.»

Nico lo baciò un secondo dopo, e Will ricambiò. Quando si separarono, non era cambiato nulla. Di nuovo.

«Se è vero che stiamo insieme, che proviamo qualcosa l'uno per l'altro... i nostri sentimenti torneranno come prima.» mormorò Nico, baciando Will sulla fronte bollente. «Dobbiamo aspettare.»

«Nico, ma cosa dobbiamo aspettare?» rispose Will, guardandolo.

«Se è vero che tutto quello che ci è successo è stato per colpa degli dei, deve arrivare un loro... un loro segnale di conclusione. Tutto questo non può continuare all'infinito.»

«Nico di Angelo... ti credevo meno sveglio.»

Will e Nico sussultarono e si voltarono verso la porta.

Jason li stava guardando sorridendo dalla soglia dell'infermeria. Ma dietro le lenti, i suoi occhi erano dorati.

«Sono il segnale di conclusione. Io sono Cupido.»


 

Buone feste :')

   
 
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