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Autore: MissSmoak    25/12/2015    1 recensioni
Sperò, semplicemente, che la lettera che le aveva promesso sarebbe arrivata presto, in modo che potesse leggerla a colazione, mentre sorseggiava una cioccolata calda con un po' di cannella e la panna, assieme ai suoi amici. Si sarebbe ritagliata un attimo soltanto per loro due, un attimo in cui le sue parole, vergate sulla pergamena, avrebbero risuonato nella propria mente con la sua voce, alternando il tono basso e vibrante che la faceva sempre rabbrividire, a quello inconsapevolmente più dolce, e lento. I ricordi si sarebbero rincorsi, sovrapposti, e le sarebbe sembrato di averlo vicino, seduto proprio accanto a sé, e di sentire il calore della sua mano poggiata sulla propria gamba.
A quel pensiero, Hermione sospirò.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Together”


 

I know to be there
When and where, I'll be there
You know what's to be said
We said out loud, we never said
My premonition of the world comes to me
A sun in your hands from the middle life
Says I'm alright

You said you don't have to speak
I can hear you
I can't feel all the things you've ever felt before
I said it's been a long time
Since someone looked at me that way
It's like you knew me
And all the things I couldn't say

Together, to be.

 

Ad Hogwarts, a Natale, nevicava sempre.
Era ancora poco chiaro se fosse opera di un incantesimo o meno, ma da quando gli studenti ne avevano memoria, non c'era stato un solo anno in cui il giorno di Natale i prati e pinnacoli del castello non fossero stati coperti da neve bianca e soffice.
Persino su Storia di Hogwarts il fenomeno non veniva menzionato, il che aveva irritato alquanto Hermione Granger, dato l'affidamento che faceva su quel libro. Era stato il primo tomo che aveva letto, dopo aver scoperto di appartenere al Mondo Magico, ed era il primo che consultava ogni qualvolta un dubbio la assaliva, un po' per abitudine, un po' perché era realmente approfondito e ben scritto.
Il fascino della nevicata di Natale, però, era rimasto intatto. Nessuna nozione aveva disturbato la magia di vedere quei fiocchi candidi volteggiare nell'aria e posarsi con delicatezza sui prati, sugli alberi, sulle pietre, ma anche sui vestiti e sui capelli degli studenti. Nessun libro aveva sciolto la curiosità di Hermione, e il mistero e l'ambiguità di quella coincidenza riempivano il fenomeno di una magia ancora più intensa.
Sin dal suo primo anno ad Hogwarts, il venticinque dicembre, alla buon'ora, Hermione Granger scendeva in punta di piedi le scale del suo Dormitorio, buttando il mantello sopra il pigiama. Attraversava la Sala Comune, ancora immersa nel silenzio e appena illuminata dalla luce fioca della mattina presto, e si dirigeva con il sorriso verso il Parco.
Sentiva un nodo allo stomaco mentre camminava, ma era una sensazione piacevole, di attesa, di eccitazione, come se ogni volta potesse ammirare uno spettacolo nuovo.
Quell'anno, ossia il suo settimo anno ad Hogwarts, era diverso.
Qualcosa di nuovo c'era davvero, e il nodo allo stomaco era così stretto che Hermione doveva prendere dei respiri più profondi rispetto al solito. Sebbene fosse immensamente felice, c'era un certo nervosismo a intorpidirle le gambe, coperte dai pantaloni leggeri del pigiama.
Ritrovandosi quasi a correre per i corridoi, si impose di tranquillizzarsi. In fondo, non c'era nulla di cui preoccuparsi, lei sapeva che tutto sarebbe andato bene, e che questo Natale sarebbe stato sì diverso, ma in modo così stupendo da spazzare via ogni pensiero negativo.
Hermione, prese qualche respiro profondo e riuscì a tranquillizzarsi appena. Continuò a camminare, più lentamente, e si impose di non aspettarsi più di quanto fosse lecito.
Non voleva che le facesse un regalo di Natale, in fondo era passato così poco tempo da quando il loro rapporto era cambiato, ma di certo le sarebbe piaciuto passare con lui quella giornata, godendosi il gelo frizzante dell'aria e l'atmosfera festosa. Eppure, era stato chiaro quando aveva detto che sarebbe dovuto tornare a casa, e che si sarebbero visti dopo Capodanno.
Sperò, semplicemente, che la lettera che le aveva promesso sarebbe arrivata presto, in modo che potesse leggerla a colazione, mentre sorseggiava una cioccolata calda con un po' di cannella e la panna, assieme ai suoi amici. Si sarebbe ritagliata un attimo soltanto per loro due, un attimo in cui le sue parole, vergate sulla pergamena, avrebbero risuonato nella propria mente con la sua voce, alternando il tono basso e vibrante che la faceva sempre rabbrividire, a quello inconsapevolmente più dolce, e lento. I ricordi si sarebbero rincorsi, sovrapposti, e le sarebbe sembrato di averlo vicino, seduto proprio accanto a sé, e di sentire il calore della sua mano poggiata sulla propria gamba.
A quel pensiero, Hermione sospirò. 

Non le sembrava possibile che le mancasse già così tanto. In maniera totale. Era un pensiero fisso, insistente, tanto presente che a volte Hermione si ritrovava a dover scuotere la testa per lasciarlo andare almeno per un minuto, spaventata dai suoi stessi sentimenti. Eppure, era così felice di averlo che a volte si ritrovava a sorridergli senza neppure rendersene conto, distraendosi da ciò che le stava dicendo. Lui, puntualmente, glielo faceva notare con tono offeso, ma poi la sfiorava sulla guancia, o sul collo, e riprendeva tranquillo il discorso.
Si erano formate delle abitudini, sia nell'una che nell'altro, in modo naturale e prevedibile. Chi aveva creduto che un rapporto normale tra loro non fosse possibile, però, aveva in un certo senso ragione: aveva qualcosa di speciale, il modo in cui si guardavano, che andava molto al di là degli sguardi innamorati tipici delle coppiette; c'era un'intensità nei loro tocchi, anche in quelli più leggeri e casti, che stupiva chiunque li osservasse; il modo in cui l'uno sembrava cercare perennemente l'altra, ritrovandosi senza che nessuno dei due si fosse accorto di essersi mosso...
Hermione si bloccò davanti al portone, aperto, che conduceva all'esterno. Poggiò una mano sulla pietra fredda e aspirò a polmoni aperti l'aria invernale, come a volerla assaggiare prima di uscire del tutto.
Poi, un profumo particolare le pizzicò il naso. Spalancò gli occhi e fece qualche passo in avanti, veloce, scandagliando la distesa bianca che si dilatava a perdita d'occhio.
Sembrava deserto.
Immensamente delusa, Hermione sospirò e avanzò sulla neve, fermandosi appena fuori dal portone. L'eccitazione, ad essere sinceri, era quasi del tutto svanita. Quella tradizione che da anni portava avanti, aveva sempre avuto il potere di renderla euforica, ed ora si ritrovava triste e nostalgica per colpa sua. Dunque, sbuffò.
Decisa a non farsi rovinare il Natale, comunque, la ragazza si slacciò l'alamaro del mantello e lasciò che cadesse a terra, producendo un rumore soffice non appena toccò il suolo innevato. Faceva freddo, ma le piaceva sentire quella freschezza pizzicarle la pelle, e poi sarebbe stato solo per qualche minuto, dopo di che sarebbe rientrata nel tepore del Castello.
Hermione chiuse gli occhi e alzò le braccia e il viso verso il cielo, prendendo respiri lunghi e profondi. Sentiva il freddo pungerle le guance, il naso, le palpebre chiuse, la fronte...
E poi, improvvisamente, il calore l'avvolse completamente.
- Stupida, così ti ammalerai.
Prima ancora che il cervello di Hermione fosse riuscito a realizzare cosa stesse succedendo, il suo corpo l'aveva percepito e si era mosso: gli gettò le braccia al collo con tanta foga che per poco non finirono entrambi per terra e si strinse così tanto a lui che per un istante le sembrò di essere assolutamente completa.
Draco Malfoy rimase immobile, continuando ad avvolgerla con il suo mantello invernale, le mani poggiate possessivamente sui fianchi. Dopo qualche secondo, abbassò appena la testa, in modo da appoggiare la fronte sulla spalla di lei. - Posso dedurre che tu sia... contenta di vedermi?
La domanda cadde nel vuoto. Hermione non sembrava avere alcuna intenzione di smettere di stritolarlo. Il cuore sembrava volerle uscire dal petto, incapace di contenere in quel minuscolo spazio tutta l'emozione che provava. La bocca era asciutta, incapace di spiccicare anche un'unica sillaba. Le braccia, ormai intorpidite per la forza con cui stavano stringendo il ragazzo, non sembravano voler demordere.
Ma stava bene. Immensamente bene.
Sentì una lacrima colarle giù dagli occhi, e decise che era meglio lasciarla fare, senza provare a trattenersi, perché altrimenti sarebbe senza dubbio esplosa.
Malfoy, però, era stanco di essere ignorato, perciò sbuffò. - Granger...
- Sì – rispose subito lei, allentando finalmente la presa; mantenne le mani poggiate sulle spalle del ragazzo e, quando anche lui ebbe alzato il viso, incontrò i suoi occhi con i propri. Erano esattamente come li ricordava, grigi, tempestosi ed estremamente luminosi. In mezzo al biancore accecante della neve, le sembravano ancora più profondi e intensi, e il primo istinto fu quello di trattenere il respiro, per poi rilasciarlo insieme ad un sorriso, - Sì, sono contenta di vederti.
Draco lasciò che la sua bocca si piegasse in un'espressione soddisfatta, che era quanto di più vicino ad un sorriso di gratitudine si potesse permettere. - Lo sapevo.
Per quanto fosse contenta, sfacciatamente contenta che lui fosse lì, Hermione non poteva certo permettergli di fare lo sbruffone, perciò inarcò un sopracciglio e chiese – Lo sapevi?
- Certo, ormai è ovvio: non puoi più fare a meno di me – continuò lui, compiaciuto, spostando le mani sulla schiena di lei per attirarla più vicina.
- Oh, sta' zitto Malfoy – lo rimproverò Hermione, il rossore che le saliva alle guance.
Il sorriso di lui si allargò, - Altrimenti?
- Altrimenti ti butto per terra.
Draco rise alla sola immagine di lei, così piccola, che tentava di farlo cadere. Ovviamente, Hermione non la prese bene e gli lanciò uno sguardo di sfida tutto Gryffindor, che finì per farlo ridere ancora di più. Lei sentì il petto del ragazzo muoversi contro il proprio per l'ilarità e non riuscì a resistere all'impulso di poggiarvi la guancia. Il battito del cuore di Draco era accelerato, la stoffa del maglione incredibilmente soffice, e senza neppure accorgersene Hermione chiuse gli occhi per godersi appieno la sensazione di pace che l'aveva travolta.
Lui la strinse a sé e lasciò che si aggrappasse a lui, immensamente soddisfatto. La risata si spense e lui sospirò. - Non ho molto tempo – l'avvertì.
- Quanto?
- Qualche ora.
Calò di nuovo il silenzio, che non era semplice assenza di parole, ma soltanto un modo per rendersi conto della presenza dell'altro in tutti i suoi aspetti.
Chiusa nel calore del mantello di Draco, Hermione alzò il viso e si mise in punta di piedi per poggiargli un bacio delicato sul collo. E poi un altro, un po' più su, e un altro ancora...
Sotto le sue labbra, la pelle dello Slytherin era soffice e liscia, mentre il battito del suo cuore aumentava velocemente. Aggrappandosi alle spalle di Draco, lo baciò sulla mascella, che si tese immediatamente. Gli occhi di lui erano serrati, mentre la bocca si dischiuse in un mormorio appena comprensibile - Hermione...
- Non ancora – disse lei, negando la richiesta sottintesa in quel sussurro; sorridendo accanto alle sue labbra, vi poggiò un altro bacio. Lentamente, spostò una mano sulla pelle nuda del suo collo, sfiorandone la lunghezza con un dito, come a voler ricordare esattamente la piega che portava alla spalla. Senza accorgersene, stavano entrambi trattenendo il fiato, temendo che anche solo un respiro potesse infrangere quel momento perfetto.
Hermione mosse l'altra mano, che era poggiata sul suo petto, verso il basso, fino ad incontrare l'orlo della camicia al di sotto del maglione. Quando le sue dita entrarono a contatto con la pelle di Draco, lo sentì rabbrividire appena; continuò a sfiorarlo delicatamente, risalendo dalla pancia, piatta e liscia, per poi spostarsi sulla linea del fianco ed aprire il palmo sulla sua schiena.
Lui si tese sotto il suo tocco ed espirò bruscamente. Stanco di aspettare, si mosse velocemente ed afferrò il volto di lei con entrambe le mani, prendendo finalmente possesso della sua bocca. La stava baciando con foga, senza troppa delicatezza, ed Hermione sentiva tutta la necessità e l'attesa nel modo in cui le piegava la testa per poter avere un accesso più profondo, o nel modo minuzioso ma frenetico con cui l'assaggiava.
Sembrava un primo bacio, e con lui sembrava sempre un primo bacio, in realtà.
Le mani di Draco scivolarono lungo il collo di lei e si immersero nei suoi capelli, mentre Hermione lasciava che lui dettasse le condizioni di quel bacio che non faceva che ribadirle che quei pochi giorni in cui erano stati lontani erano sembrati allo stesso tempo lunghi anni e pochissimi istanti.
Staccandosi appena da lei con un gemito basso, Draco appoggiò la fronte contro quella di Hermione, ansimando appena. - Mi sei mancata anche tu – le soffiò sul viso, la voce bassa e appena roca che le mandava sempre una scarica di brividi lungo la schiena. Malfoy, pensando che fossero causati dal freddo, le alzò appena il mento con due dita per guardarla con un'espressione di biasimo. - Finirai davvero per ammalarti.
- Non se ci sei tu a scaldarmi – rispose Hermione, con una dolcezza che non credeva le sarebbe mai appartenuta. Nel parlare si strinse forte contro di lui, assaporando con un sorriso il calore bruciante del suo corpo e il suo profumo fresco. Non le era sfuggito il rossore che tingeva le guance di Draco, sebbene non sapesse se attribuirlo a quella dichiarazione così semplice ma intensa, oppure al freddo pungente che li circondava.
Rimasero alcuni istanti completamente immobili, l'uno immerso nell'abbraccio dell'altro finché, con un movimento repentino ed inaspettato, Draco posizionò una mano dietro le ginocchia della ragazza e la tirò su con una grazia esemplare, strappando un gemito di sorpresa ad Hermione.
- Sta' buona – la rimproverò lui, - non sei esattamente un peso piuma.
Lei lo guardò truce, ma si aggrappò al suo collo per evitare di cadere nella neve fredda.
- Si può sapere cosa stai facendo?
- Ti sto portando dentro il Castello, mi pare ovvio.
Hermione sgranò gli occhi ed iniziò ad agitarsi: non era ancora pronta a lasciare il parco, non aveva ancora finito di guardare la neve, né di godersi quella tradizione con lui, per la prima volta.
- Mettimi subito giù!
Draco la ignorò e la strinse a sé con più forza, sbuffando – Stai solo rendendo le cose più complicate, come tuo solito.
- Malfoy, lasciami immediatamente! - urlò ancora, tentando di divincolarsi dalla sua presa ferrea, senza troppo successo. Dato che lui continuò bellamente a far finta di niente, Hermione decise che era ora di cambiare strategia: appoggiò la testa contro la sua spalla e alzò il viso per guardarlo con una preghiera negli occhi, - Fermati per un minuto, Draco. - disse, docile, - Per favore. Solo un minuto, poi potrai portarmi dove vuoi.
Lui si bloccò all'istante e la guardò confuso, poi la sua espressione si trasformò in un ghigno compiaciuto. - Dove voglio?
- Sì.
Il ragazzo annuì, ma non la lasciò andare; al contrario, la posizionò meglio tra le sue braccia e le sfiorò la fronte con le labbra.
Hermione portò una mano alla guancia di lui, accarezzando piano lo zigomo con la punta del pollice. - Sta per iniziare a nevicare – mormorò, tranquilla, - di nuovo.
Gli occhi nocciola della Gryffindor si spostarono sul viso di Draco, mentre osservavano affascinati piccoli fiocchi di neve poggiarsi sui capelli chiari e leggermente arruffati di lui; uno si impigliò tra le sue ciglia, un altro si posò delicato sul naso, e altri ancora cominciarono ad imbiancargli il mantello scuro.
Lei continuò ad accarezzarlo, senza riuscire a distogliere lo sguardo. Era di una bellezza imbarazzante, circondato da tutto quel candore che si abbinava così bene ai suoi occhi grigi, alla sua pelle pallida e ai ciuffi chiari che gli ricadevano intorno agli occhi. Sembrava una statua, gli zigomi alti e affilati che gli davano un'aria tremendamente importante e austera; le labbra, però, erano ancora rosse per quel bacio cruento, e senza pensarci Hermione spostò la mano per passarvi l'indice. A quel tocco, Draco socchiuse la bocca senza neanche accorgersene, continuando a fissarla a sua volta. L'intensità con cui le iridi metalliche di lui la scrutavano avevano un retrogusto che le ricordava il sapore dei suoi baci, e la passione bruciante con cui ogni volta si accendeva quando si ritrovavano da soli.
Le difficoltà che avevano dovuto affrontare per quell'unione venivano dimenticate con estrema facilità quando si rendevano conto di ciò che provavano l'uno per l'altra, senza riuscire mai ad esprimerlo con chiarezza a parole. Era ancora troppo poco il tempo che avevano passato insieme, ed esternare dei sentimenti così forti sembrava quasi fuori luogo; in maniera diversa, entrambi sentivano che era troppo presto per poter provare quelle emozioni, ritrovandosi confusi e quasi arrabbiati con se stessi per essersi permessi tanto. Ma tutto sembrava così giusto che quella confusione si perdeva nei loro sospiri, dimenticata prima che potesse danneggiare la loro vicinanza.
Draco chiuse gli occhi e si lasciò completamente trasportare dal tocco di Hermione, strofinandosi piano contro la sua mano e poggiando un bacio leggerissimo sulle sue dita.
- Andiamo – sussurrò la Gryffindor, gli occhi accesi ancora fissi su di lui, - portami dove vuoi tu.
Draco lasciò che gli allacciasse di nuovo le braccia al collo e, con un mezzo sorriso a piegargli le labbra, si incamminò verso l'ingresso del Castello.


***


Buon Natale a tutti/e!
Volevo lasciarvi un minuscolo pensierino, una breve oneshot, per celebrare insieme a voi questa giornata, che da agnostica mi limito a considerare come una stupenda occasione per rivedere i miei parenti, mangiare, giocare a carte e divertirmi. Che poi, tra l'altro, credo sia lo spirito giusto!
In ogni caso, spero che anche voi abbiate passato una splendida giornata, un bacio!

MissSmoak





 

   
 
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