Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Alins    26/12/2015    0 recensioni
Anastasia “Anya” Angeli è appena scampata alla morte, ma mentre lei e viva e vegeta i suoi genitori barcollano nel buio, tra la vita e la morte, loro sono in coma.
Anya e suo fratello minore Leon sono costretti ad andare a vivere dalla neo sposa zia Guadalupe o come la chiamano loro “Lupe”, sorella più piccola della madre, e da suo marito Greg, i due fratelli si prenderanno cura, tra l’altro anche della piccola Soledad, figlia della coppia e vero sole che illumina il buio.
Aaron fa parte di una famiglia da cui, secondo Lupe, Anya deve assolutamente stare lontana ma il fato vuole che il ragazzo si trasferisca accanto nella casa accanto, con alcuni suoi compagni di scuola.
I caratteri così simili e così diversi allo stesso tempo, li porteranno a scontrarsi inevitabilmente.
Riuscirà Anya a sconfiggere il mondo di ombre in cui si è rintanata magari con un aiuto speciale? E riuscirà Aaron ad abbattere il muro che la ragazza si è costruita?
Dal Testo:
- Va via - [ ... ]
- No, non posso. Non posso starti lontano, tu sei tutto ciò di cui ho bisogno -
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 Negli scorsi capitoli Joe e Brooke hanno intrapeso una "relazione" clandestina, all'insaputa degli amici, mentre Aaron ha dato un ultimatum ad Anya, nel frattempo si avvicina il compleanno di Anya, ma i suoi zii decidono di partire, dandole comunque il permesso per andare alla festa.




         Never say never
 
 << We’re falling apart
and coming together again and again
we’re coming apart
but we pull it together
pull it together, together again

Don’t let me go,
 Don’t let me go,
 Don’t let me go. >>
 
 
<< Ti ho già detto di no, Gill! >>
Anya gridò quelle parole con un tono infastidito, come se non avesse detto altro per un bel po’ di tempo, ed effettivamente era così.
Si stinse nella coperta di pile rosa con i gufi, di certo i suoi animali preferiti, con stizza, mentre fissava il grande caminetto di casa di sua zia scoppiettare.
<< Eh, dai, Anya. Pensaci almeno >> borbottò Gill, quasi supplichevole.
<< Lascia perdere, Gill. Questa volta non te la darà vinta >> borbottò a sua volta, Brooke, stanca delle discussioni tra quelle due.
Erano sedute nel salotto di Anya, intorno al caminetto, approfittando del fatto che fosse vuota, e sorprendentemente c’era anche Adrienne, con cui le cose sembravano essersi sistemate qualche ora prima.
Anya era seduta sul divano accanto a Brooke, avevano le teste vicine, e sentivano la musica proveniente dallo stereo, Brooke stingeva tra le braccia il peluche di un’orca, un tempo appartenuto alla madre di Anya, e che Brooke aveva denominato Dylan, come Dylan O’Brien, attore amato dalle due.
Nel altro divanetto, un po’ più piccolo, erano sistemate Adrienne e Gillian, che non avevano smesso di scattarsi selfie per tutta la giornata, in onore della loro amicizia ritrovata.
Anya ripensò a quella mattina, quando finalmente erano tornate tutte amiche, o perlomeno adesso sembrava che fosse tornato tutto come prima, ma non era esattamente così, e tutte e quattro ne erano consapevoli.
Adrienne ormai era sola, con Joe le cose sembravano completamente naufragate, ma in realtà non erano mai andate in porto, e lo sapevano entrambi, con Caleb ormai era anche inutile solo provarci, sapeva benissimo che Caleb non la voleva, almeno non quanto lei desiderava stare con lui.
Si era accorta di essere sola, senza le sue amiche, le uniche che contassero, quando si era trovata a mensa, seduta tra cheerleader e i giocatori di basket, ma non parlava con nessuno, era assente, non rideva, non toccava nemmeno il suo pranzo.
Si era resa conto se era quello il prezzo della sua popolarità, tanta solitudine, allora non ne valeva la pena.
In un baleno avrebbe voluto tornare al primo anno, era piccola ed insicura, e decisamente invisibile, ma non le importava, era felice, ed era con le sue amiche. Solo ora si rendeva conto di quanto le mancassero.
Quindi si era alzata dal tavolo ed era andata via.
Dopo era successo ciò che le aveva unite nuovamente.
Due nuove cheerleader, ovviamente si trattava di Dotty e Beth, avevano messo strane voci in giro su Adrienne, dicevano che forse era incinta, e che facile com’era non sapeva di chi fosse il bambino, o che era sotto l’effetto di droghe.
Il caso ha voluto che proprio in quel momento, si trovassero a passare di lì le tre moschettiere, come ormai tutte le avevano denominato, e sentendo ciò che dicevano su Adrienne non si erano trattenute, e Gillian le aveva perfino cacciate dalla squadra.
Adrienne era tornata a tutti gli effetti parte integrante del loro gruppetto esclusivo, e la rimpatriata lo dimostrava.
Ma non erano riunite lì solo per quello, ma anche per il semplice fatto che dovessero prepararsi per la festa di quella sera.
<< Per favore, Anya. Pensaci sarà tutto fantastico, i tuoi zii non ci sono e poi fai 18 anni! Non succede tutti i giorni! Organizzerò io una festa fantastica se tu non vuoi … tu dovrai solo sembrare felice >> continuò a supplicarla Gillian.
L’idea di Gillian consisteva nell’organizzare una festa fantastica per i 18 anni di Anya, non capendo che quest’ultima non era per niente in vena di festeggiare, e tantomeno di discutere di lei, non dopo essere tornate amiche.
Brooke le lanciò un’occhiataccia, come a dirle di non aggiungere altro, e quasi sperando che Anya, con la testa riversa sul cuscino e gli occhi chiusi, fosse addormentata e non avesse sentito nulla.
Ma purtroppo le sue speranze si rivelarono vane, come sempre.
Anya spalancò gli occhi e si voltò a guardarla.
<< Senti, Gill. Sai quanto io abbia fantasticato con te su questa festa quando avevamo 11 anni, ma adesso non ho per niente voglia di festeggiare, i miei sono in un letto d’ospedale, tra la vita e la morte, e metà della mia famiglia sembra essersi scordata del mio compleanno, quindi scusami tanto se non ho nessuna voglia di festeggiare e fingermi felice >>
Gillian la guardò e sembrò capire solo in quel momento.
Brooke le lanciò l’ennesima occhiataccia, come a dirle “ti avevo detto di lasciar perdere”.
Ma Anya non era veramente arrabbiata con lei, aveva fantasticato su quella giornata da anni, e Gill era la sua compagna di avventure, ma mai si sarebbe aspettata che le cose sarebbero precipitate in quel modo.
Per Gill l’essere quasi morta ma essere sopravvissuta implicava un motivo in più per festeggiare, ma non per Anya.
Doveva esserci lei al posto dei suoi genitori, ballare, divertirsi, festeggiare sembrava solo un insulto.
<< Okay, andiamoci a preparare, prima che si faccia troppo tardi >> sbottò Anya alzandosi bruscamente, non riuscendo più a subire gli sguardi di commiserazione delle sue amiche.
Fece cadere Dylan per terra e quasi Brooke non cadde sul tavolino di vetro per riprenderselo, in fratta e furia, facendo scoppiare a ridere tutte e rilassando un po’ quell’aria tesa che si era venuta a creare.
Adesso veniva la parte difficile: prepararsi in modo che Gill fosse sodisfatta, e Gill non si soddisfaceva molto facilmente.
 
                                      ***
<< Non mi piace, Anya! >> piagnucolò Gillian, osservando il vestito che la ragazza aveva scelto con la zia il giorno prima.
Anya fece un giro su sé stessa, anche lei dubbiosa.
<< Perché? >> chiese.
<< Non lo so, il vestito è bello, su questo non c’è dubbio, però mi sembra troppo cerimonioso >> sentenziò Gill, mentre Brooke si ritrovava ad annuire.
Anya si riguardò allo specchio, forse avevano ragione.
<< Ma non ti preoccupare, adesso ci penso io >>
Gill aveva ritrovato il suo tono allegro si alzò e cominciò a frugare nell’armadio di Anya, mentre quest’ultima alzava gli occhi al cielo, era impossibile che trovasse qualcosa di adatto, aveva cercato e ricercato ma non aveva trovato nulla.
<< Non troverai nulla, Gill >> le disse mentre faceva scendere la lampo e si sdraiava sul letto, proprio accanto a Adrienne, intenta a leggere una rivista di moda.
<< Tu lasciami fare >> commentò Gill, con la testa nell’armadio.
<< Lasciala fare >> le sussurrò Brooke, seduta sul divanetto.
Anya alzò le spalle e fissò il soffitto, mentre l’amica cominciava a frugare tra le sue cose, borbottando qualcosa di tanto in tanto.
Poi all’improvviso tirò un grido di vittoria, ed uscendo dall’armadio con un vestitino nero tra le mani.
<< Lo sapevo, lo sapevo! >>
Poi mostrò il vestito alle amiche, era un vestitino nero stretto, a forma di cuore senza maniche, Anya lo guardò dubbiosa, non si ricordava nemmeno di averlo.
<< Andiamo, Anya! Non dire che non te lo ricordi >> mormorò Adrienne, che finalmente aveva alzato la testa dalla sua rivista.
Quando lei alzò le spalle colpevole, Brooke sospirò.
<< Te lo abbiamo regalato noi, con quel completino intimo di pizzo, che non hai messo … ti ricordi, adesso? >>
Per il suo compleanno le avevano regalato quel vestito, insieme ad un completino intimo di victoria’s secret e una specie di sottoveste/vestaglia di seta nera. Mai usate. Per loro doveva essere anche un regalo per Joe, al tempo suo fidanzato, ma mai avrebbe immaginato che li avrebbe indossati per una festa di Aaron.
Anya alzò la testa di scatto.
Adesso ricordava, aveva promesso che mai lo avrebbe messo, ma adesso ci ripensava non era poi così succinto come pensava.
 Poi se lo provò, Gill le passò un paio di decolté alte con il tacco nere, Anya storse il naso con aria afflitta mente Gill sospirava teatralmente e le passava i suoi adorati stivaletti.
<< Aspetta! Aspetta! Mettiti questo >>
Brooke le passò il giubbotto di pelle nera e Anya se lo infilò.
Stava bene, proprio niente male.
Sorrise al suo riflesso.
<< Allora? Non ringrazi la tua guru della moda? >> chiese Gill indicandosi.
Anya scoppiò a ridere, e fece un inchino.
<< Grazie, oh mia grande guru della moda >> Anya rise e abbracciò Gill.
<< Hey, anche io ho avuto delle belle intuizioni >> si lamentò Brooke, incrociando le braccia al petto.
Risero tutte.
Poi la loro guru della moda personale si dedicò alle altre con altrettanta dedizione, sembrava che si fosse portata dietro tutta la sua casa.
Fece provare migliaia di vestiti a Brooke, mentre quest’ultima insistenza per jeans e maglietta, semplice e comoda, non si sa come ma Gill, con estrema destrezza e una buona dose di furbizia, era riuscita a convincerla ad indossare un vestiti corto color perla senza maniche.
Per Adrienne fu più semplice, era più che contenta che diventare la bambolina di Gill, che con lei poteva essere sempre stravagante.
Le fece indossare un vestito corto bianco e stretto, che nessuna delle due precedenti avrebbe accettato mai, e un paio di scarpe altissime, come se non fosse stata già abbastanza alta.
Per Gillian era abbastanza semplice scegliere, sua madre le aveva appena regalato un nuovo vestito per colmare le sue numerose assenze, era bianco e decisamente trasparente, non sembrava nemmeno che indossasse qualcosa.
<< Okay, pronte ad una grande serata? >> chiese una volta uscite.
In realtà nessuna di loro era pronta, Brooke non voleva affrontare Joe, Anya non voleva affrontare Aaron e Adrienne non voleva affrontare il mondo.
<< Sì, pronte >>
 
                                                ***
Erano appena le dieci e mezza, la festa non era nemmeno cominciata per davvero, ma ad Anya già scoppiava la testa, e stava desiderando ardentemente di essere rimasta a casa, ad aspettare il suo compleanno come un eremita.
Anya ricordava che fino all’anno scorso sua madre aspettava la mezzanotte con lei e poi le faceva spegnere le candeline su un pasticcino.
Sorrise, e poi si guardò intorno, e il suo sorriso divenne una smorfia.
Era lì da dieci minuti ma già sembravano tutti ubriachi, gemette, e Brooke, accanto a lei, le lanciò uno sguardo di comprensione.
<< Dai, su, andiamo in cucina. Lì ci sarà di certo qualcuno di interessante >> commentò Gill, che prese per mano Anya, trascinandola con lei nella cucina della casa, di solito riservata al piccolo club dei padroni di casa.
Brooke rise dell’espressione esasperata di Anya, stava per seguire le amiche in cucina, ma proprio mentre stava per marcare la soglia una mano spuntò dall’ombra e la trascinò in un corridoio poco lontano.
Brooke stava già per gridare, ma poi vide il sorriso familiare di Joe e si addolcì.
<< Sai che questa cosa di tenere questa relazione nascosta dovrebbe finire? >> le disse mentre le premeva le mani su fianchi e l’avvicinava sé.
Brooke rise, poggiando le mani sul petto di Joe.
<< Non trovi che sia tutto più … eccitante, così? >> gli chiese all’orecchio, tentando di imitare il tono che usava spesso e volentieri Gill.
Joe non rispose, ma prese a baciarla, spingendola delicatamente contro il muro.
<< E me lo chiedi anche? Brooke, lo sai che per me non ci sono problemi, ma io sono intenzionato a farti capire che faccio sul serio >> sentenziò il ragazzo, mentre si allontanava di mala voglia da lei.
La ragazza sospirò, mentre lo spingeva via, e si teneva a debita distanza per non rischiare di saltargli addosso.
<< Mi basta anche solo che tu insista per dirlo a tutti per sapere che sei intenzionato seriamente >>
<< Di cosa hai paura, Maddock? >> le chiese mentre lei ritornava alla festa.
<< Io? Di niente >>
Ma la verità era che era terrorizzata, come se ufficializzare quella cosa la rendesse stupida, lei, tanto intelligente, era caduta nella trappola del solito playboy.
 Il giudizio degli altri la spaventava a morte.
Ma Joe non si lasciò abbindolare, e la prese per il polso, costringendola a tornare accanto a lui.
<< Seriamente, Brooke >>
<< Sono seria >>
<< No, adesso me lo dici >>
Brooke sospirò.
<< Cosa penseranno di me? Che sono una stupida ed incoerente. Ecco cosa penseranno, e mi prenderanno tutti in giro >> piagnucolò, anche se si era ripromessa di non mostrarsi mai debole d’avanti ad un ragazzo, soprattutto se le piaceva così tanto.
Pensava che Joe scoppiasse a ridere o cominciasse a prenderla in giro, ma lui la fissò seriamente, poggiandole le mani sulle spalle, per costringerla a guardarlo negli occhi.
<< Ascoltami bene. Mai e poi permetterei a qualcuno di prenderti in giro o di ridere di te. Capito? Mai. Se è di questo che hai paura allora non temere, ci sono io con te. Sempre >>
Si avvicinò cautamente a lei, come se farle decidere se baciarlo o no.
 Ma dopo una dichiarazione del genere cosa avrebbe mai potuto fare?
Brooke gli gettò le braccia al collo, e lo baciò, come non aveva mai fatto.
Non le importava che ci fossero centinaia di persone intorno, e che la fissassero o giudicassero, contavano solo lei e Joe.
Contava solo Joe che l’avrebbe sempre protetta.
 
                                        ***
Quando Brooke e Joe rientrarono in cucina abbracciati nessuno si mostrò sorpreso, tutti sapevano, ma nessuno aveva detto nulla.
Anya sorrise ed Aaron, proprio di fronte a lei, ammiccò in direzione di quello che ormai era diventato suo fratello.
Nel frattempo però i due sopracitati non si erano ne parlati ne guardati neanche per sbaglio, e mentre Brooke e Joe tubavano come due colombi, Anya era stata attenta a non avvicinarsi a lui nemmeno per sbaglio.
La verità era che Anya si sentiva in costante imbarazzo, sapeva di essere cotta di Aaron, il problema però era un altro, come poteva spiegare come faceva a piacerle Aaron dopo averci litigato così tanto?
Ma sapeva che c’erano dei momento in cui Aaron era davvero lui, senza maschere, come quando l’aveva portata fino al ponte dopo l’allenamento, o quando l’aveva portata sulla spiaggia, o quando aveva detto che l’aveva sempre conosciuta, era sempre lei che non si era mai accorta di lui, oppure quando era entrato in camera sua e l’aveva baciata …
 Forse il suo interesse nei suoi confronti non era poi così strano come credeva.
<< Hey, Anya? >> la chiamò Gill, tirandole il braccio delicatamente, e strappandola dai suoi pensieri.
<< Sì? >>
<< Andiamo a ballare? Ti prego! >> la supplicò.
Anya roteò gli occhi ma annuì, poi Gill trascinò con lei anche Adrienne e strappò Brooke da Joe.
<< Andiamo piccioncini, te la riporto tra un paio di canzoni >> lo rassicurò mentre andavano via.
Joe sospirò ma poi si avvicinò al gruppetto formato dagli amici.
Aaron ascoltava attentamente le parole di Logan, senza ancora picchiarlo stranamente, e c’erano anche Caleb, Brandon e Cameron, la cosa non prometteva per niente bene.
<< Vi ho già detto che ormai e fatta, tempo fino a sta sera ed Anya sarà nel mio letto o io nel suo >> la dichiarazione di Logan fece fermare il tempo, Joe si apprestò a mettere una mano sulla spalla di Aaron, che strinse le labbra e stava per saltargli addosso.
<< Ma se non ti parla da un po’! >> borbottò Caleb stizzito.
<< Solo perché ha paura della reazione di Aaron >> disse sicuro di sé.
<< Non ti credo >> sbottò Aaron, piuttosto infastidito.
<< Non farlo, ma è così e presto ne avrai la prova >>
Logan non diede il tempo a nessuno di replicare e sparì oltre la porta della cucina, Aaron scagliò il suo bicchiere, per fortuna di plastica, per terra, e scappò via del tutto incurante di Joe che tentava di fermarlo.
 
La testa di Anya pulsò, erano le undici e mezza, era lì solo da un’ora ma voleva tornare a casa, prendere un’aspirina e mettersi a letto il più in fretta possibile.
Non sembrava tanto impossibile però, abitava nella casa accanto poteva fare due passi senza scorta.
<< Ragazze, io vado, mi sento poco bene >> annunciò mentre baciava la guancia a tutte e Gill le lanciava uno sguardo perplesso e Brooke preoccupato.
<< Come di già? >> chiese Gillian, con voce da bambina
<< Sono stanca, ci vediamo dopo >>
Si fece coraggio a salutò anche la cricca dei ragazzi, stava per saltare Aaron ma non lo fece, gli baciò la guancia, ma lui sembrava non volerla lasciare.
Dopo dieci minuti Logan salutò tutti dicendo di avere un impegno, ammiccando con un sorrisetto da schiaffi e facendo andare Aaron completamente fuori di testa.
 
                                       ***
La musica aveva invaso la stanza di Anya, come suo solito, si sentiva così strana, così irrequieta, ma non capiva il perché.
Logan aveva tentato di parlarle appena fuori casa, lo aveva liquidato con un gesto, non aveva molta voglia di parlare con lui, non si parlavano da giorni … perché insistere proprio in quel momento?
Chiuse gli occhi e nella sua mente si materializzò l’immagine nitida del viso di Aaron, i grandi occhi azzurri preoccupati, il viso teso, era come preoccupato, le braccia a cingerle la vita quando l’aveva salutato, e che indugiavano a lasciarla andare via.
Avrebbe voluto che non l’avrebbe mai lasciata …
Non pensava che si potesse ricordare qualcosa così nitidamente, ma quando si trattava di Aaron quella regola non valeva.
Ma si sbagliava evidentemente, le sembrava di vedere la faccia di Aaron fuori la finestra … ma non poteva essere, lo aveva lasciato un quarto d’ora prima alla festa, era la sua festa tra l’altro.
Ma poi bussò sul suo vetro, e Anya ci mise un bel po’ per capire che era sul serio Aaron quello sulla finestra.
Ricordava uno scenario molto simile …
E ricordava anche come era andata a finire, arrossì e poi si affrettò ad aprire la finestra.
Aaron atterrò sul pavimento della sua stanza agilmente, aveva i capelli umidi e lo sguardo preoccupato.
<< Cosa diavolo ci fai qui? >> strillò Anya, per niente intenzionata ad abbassare il volume della sua musica.
Lui non rispose subito, era sollevato di trovarla da sola.
Le poggiò le mani sulle spalle, e la costrinse a guardarlo negli occhi, sapeva che solo negli occhi poteva leggerle la verità.
<< Dimmi che non l’hai fatto ti prego >>
Quel tono, così disperato, fece ricredere Anya che smise di tentare di essere arrabbiata con lui.
<< Fatto che? >>
<< Dimmi che non sei andata a letto con Logan. Dimmi che non l’hai fatto, perché non lo potrei sopportare >>
Aveva un tono disperato, i suoi occhi erano disperati.
E poi tutto divenne chiaro nella mente di Anya, Aaron che non voleva lasciarla andare, Logan che la rincorreva …
<< Certo che no, chi diavolo te l’ha detto? Non potrei mai >> lo rassicurò la ragazza, con uno sguardo sincero negli occhi.
Sul viso di Aaron si dipinse un’espressione di gioia pura, era felice come un bambino a Natale.
Sorrise un attimo e si fiondò sulle labbra di Anya.
Lo fece avidamente, la baciò con passione tale da stravolgerla completamente, Anya non avrebbe mai potuto resistere, nemmeno se avesse voluto.
Anya intrecciò le mani dietro la sua nuca, mentre si alzava in punta di piedi per baciarlo meglio.
Aaron le baciò delicatamente il collo per poi risalire verso la bocca, lasciandole una scia di baci infuocati.
La baciò dolcemente, sollevandola da terra, e spingendola con delicatezza sul letto della ragazza, e sdraiandosi su di lei.
<< Solo tu, Anya, ci sei sempre stata solo tu per me >> le sussurrò sulle labbra, delicatamente, nessuno dei due però sapeva realmente quando verità ci fossero in quelle parole.
Anya afferrò delicatamente la catenina d’argento che lui portava sempre al collo, e lo attirò a sé, baciandolo.
<< Solo tu, Aaron >> ripeté lei, con una determinazione tale negli occhi che Aaron non poté fare a meno di baciarla ancora.
Fecero l’amore quella notte, e fu la cosa più vera e più dolce che avessero mai provato.
Non lasciami andare, Aaron, ti prego. non lasciami mai.
Quando finalmente si stavano per addormentare, Aaron le baciò piano i capelli.
<< Anya? >> chiamò.
<< Mm? >>
<< Buon compleanno >> le sussurrò.
Anya osservò l’orologio fluo appeso alla parete della sua stanza e sorrise. Era mezza notte e un quarto. Era il suo compleanno.
Si strinse di più ad Aaron.
<< Grazie >> sussurrò, prima di cadere in un sonno profondo e per la prima volta nella sua vita del tutto riposante.
Era finalmente davvero felice dopo tanto tempo.
    
                                            - Fine capitolo - 

Note dell'autrice:
Mi scuso per l'immenso ritardo ma per colpa della scuola il tempo per scrivere non c'era mai, e quindi ho dovuto scrivere tutto in un paio di giorni.
Vorrei ringraziare chi ha inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite e chi legge silenziosamente, e mi azzardo a sperare che qualcuno recencisca, per riuscire a capire cosa pensate della mia storia.
Il titolo è una canzone dei The Fray e dice:

Stiamo cadendo a pezzi
E tornando insieme ancora e ancora
Stiamo cadendo a pezzi
Ma li rimettiamo insieme
Li rimettiamo insieme, di nuovo insieme

Non lasciarmi andare,
Non lasciarmi andare,
Non lasciarmi andare,

Spero a presto.
Baci, Ali.

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Alins