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Autore: Ladyoftherainbow    26/12/2015    3 recensioni
Comunicazione importante della W|C|K|D
Il test è finalmente terminato. Abbiamo la cura. I corpi dei membri ‘morti’ sono stati rimesti in azione. Sono già stati rimessi in comando della propria mente. Possiamo spedirli a Paradiso come era stato promesso.
Ava Paige.
E se in realtà i morti, non fossero morti? Se la tecnologia avanzata della W|C|K|D avesse fatto in modo di creare un corpo esattamente uguale al loro e controllarlo attraverso la loro mente, mentre loro erano tranquillamente vivi e vegeti in un laboratorio segreto della W|C|K|D?
THOMINEWT
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Minho, Newt, Nuovo personaggio, Thomas, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Mpreg
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Era ufficialmente il caos. Newt pregava che almeno Jeff si trovasse all’interno dell’infermeria, perché se no…

Si riscosse dai suoi pensieri, Minho che spingeva la sedia a rotelle di Thomas verso l’infermeria. Il ragazzo aveva il volto sudato, ma non per la fatica… più che altro per lo spavento. Non capita tutti giorni di avere il proprio fidanzato che annuncia che sta per partorire esattamente quando scoppia una guerra civile tra isolani. La tempistica era orrenda.

Thomas, al contrario, non sembrava spaventato. Il suo volto era ancora pallido per via della febbre, e stava sudando, ma più che spaventato il moro sembrava in ansia. Preoccupato, quasi.

Attraversarono l’isola di corsa, mentre la maggior parte degli isolani era o nascosta all’interno delle proprie capanne, o armata di lance e pronta a marciare verso il nemico.

Brenda era in davanti all’infermeria quando Minho, Thomas e Newt arrivarono. Era anche lei armata di lancia, e appena li vide apparire, aprì loro la porta. “Svelti!” gridò la ragazza, richiudendo la porta alle loro spalle.

Jeff, Clint e Halle erano all’interno dell’infermeria, grazie al cielo. I tre scattarono immediatamente all’attenti quando Minho entrò con la sedia a rotelle, quasi se lo stessero aspettando.

“Merda.” Borbottò Halle, afferrando immediatamente il proprio kit da medico. Clint si mise a mettere apposto il lettino dove avrebbero appoggiato Thomas, mentre Jeff si avvicinò ai tre.

“Thomas, cosa succede?” chiese il ragazzo, posizionandosi di fronte a Thomas, e mettendogli una mano sulla guancia. Newt e Minho erano troppo preoccupati per ingelosirsi.

“Mi si sono rotte le acque.” Spiegò il ragazzo con un filo di voce.

Jeff sorrise. “Hai una tempistica micidiale, eh, Thomas?” lo prese in giro il ragazzo. Thomas non rispose ma fece un sorriso a sua volta. Jeff era fantastico: riusciva sempre a mettere chiunque a suo agio, ad ogni costo.

Halle sorrise a Minho, mentre toglieva la sedia a rotelle dal suo controllo e la sospingeva verso il letto. Minho si volse verso di Newt, e gli mise una mano sulla spalla. “Hanno bisogno di aiuto, là fuori.” Disse. Ora che Thomas era sotto le mani dei medici, sembrava più tranquillo.

Newt annuì. “Sì, hanno bisogno di noi. Ma anche Tommy ha bisogno di noi.” Fece il biondo.

Minho gli lanciò uno strano sguardo, prima di prenderlo per mano e baciarlo dolcemente sulle labbra. Newt fu confuso per qualche secondo, prima di rispondere al bacio con altrettanta passione e dolcezza.

Minho si staccò e fece una smorfia a Newt. “Scusa, Newt.”

Newt avrebbe voluto chiedere di che cosa si stesse scusando, ma poi Minho lo spinse indietro e corse verso la porta. Solo quando Newt udì il familiare suono della serratura chiudersi, si rese conto che il ragazzo era andato verso la battaglia e gli aveva rinchiusi dentro. Per proteggerli, o qualcosa del genere.

Quella testa di caspio, si ritrovò a pensare Newt, con un misto di affetto, angoscia e rabbia, mentre cercava, invano, di aprire la porta della stanza.

“Solo Minho, io e Aris abbiamo la chiave della porta.” Fece Clint, senza volgersi verso di lui. “Ed io ho dato la mia chiave a Brenda.” Finì.

Newt prese un respiro profondo, mentre si avvicinava al lettino dove Jeff e Clint avevano poggiato Thomas. Il ragazzo era ancora dannatamente pallido, freddo e sudato, mentre Halle lentamente gli scambiava gli abiti che aveva indosso con una vestaglia più semplice ed adatta.

Thomas guardò Newt con espressione preoccupata. “Newt, non ti preoccupare, okay? Minho starà bene.” Lo rassicurò afferrando la sua mano nella sua.

La situazione era surreale. Thomas era sdraiato sul lettino, pronto a partorire e rischiare di farsi male sul serio, ed era lui che rassicurava Newt. Newt gli fece un sorriso, afferrando la mano di Thomas nella sua.

Halle guardò Thomas con un sorriso, appoggiando una mano sul suo ventre. “Okay, Thomas, ora ascoltami attentamente. Tra qualche minuto potresti cominciare a sentire dei leggeri dolori nella tua area bassa. È tutto naturale e sotto controllo quindi non ti stressare troppo, okay?”

Thomas annuì leggermente, mentre Clint gli sorrideva. “Non abbiamo alcun antidolorifico, purtroppo, e tu sei già di salute cagionevole quindi segui tutti i passaggi che diciamo con attenzione, okay? Se qualcosa ti fa male, non nasconderlo perché non vuoi spaventare Newt. Diccelo.” Lo spronò, mentre gli dava dei leggeri massaggi sulle gambe.

“Qualsiasi cosa succede, ricordati di respirare e spingere. Io e gli altri siamo qui per aiutarti, ma anche te, dai del tuo meglio.” Aggiunse Jeff, mentre armeggiava con dell’acqua calda.

“Stiamo parlando di Thomas, Jeff. Thomas da sempre del suo meglio.” Ridacchiò Clint. Newt stava cominciando a trovare molesto le continue risatine e sorrisetti dei MedJack, ma solo allora si rese conto che non stavano solo cercando di calmare Thomas: stavano cercando di calmare i nervi, e fare in modo che Thomas non cominciasse ad ascoltare attentamente i rumori provenienti da fuori. La battaglia era cominciata.

Thomas sembrava abbastanza tranquillo, mentre i MedJack armeggiavano con differenti attrezzi intorno a lui. Newt non capiva come il ragazzo fosse così calmo, ma ne era grato. L’ultima cosa che voleva era un Thomas nel bel mezzo di un attacco di panico.

“Uhm… Clint?” fece Thomas, qualche minuto dopo. Il MedJack si voltò verso di lui immediatamente, così come il resto della gente nella stanza. Thomas era ancora più pallido che all’inizio, e dall’espressione preoccupata di Halle, che aveva il termometro in mano, sembrava che la sua febbre si fosse alzata.

“Sta iniziando?” indovinò Clint, e Thomas annuì leggermente. Strinse più forte la mano di Newt.

“Okay, Thomas. Ora probabilmente sentirai il bisogno di spingere ma non farlo. Non adesso. Devi cominciare a spingere solo quando le contrazioni cominciano, okay?” chiese il MedJack, e Thomas annuì.

Newt osservò pazientemente mentre Halle passava una mano sullo stomaco di Thomas, mormorando parole di incoraggiamento mentre Jeff si muoveva vicino a Clint. Newt si morse il labbro, una linea di preoccupazione sulla fronte. Sapeva che stava per cominciare.

Halle alzò il volto e smise di massaggiare qualche secondo prima che Thomas mormorasse, “Contrazioni.” a bassa voce.

Clint scosse la testa in risposta alla domanda che vide negli occhi di Jeff. Newt sentiva il cuore battergli forte nel cuore. Clint parlò agli altri due medici. “8 centimetri. E non si muove più.”

Halle scosse la testa. “Non sono un’esperta, ma credo che questo sia il massimo. Ed è abbastanza.”

“Farà male.” Borbottò Jeff, e Clint annuì.

“Ma farà più male se succede qualcosa al bambino.” Gli ricordò, e Jeff annuì a sua volta.

Halle sorrise a Thomas. “Okay, Thomas. Hai tenuto il conto di quante contrazioni?”

Il moro annuì, mentre qualcosa di duro si sbatteva contro il muro dell’infermeria. Thomas strinse forte la mano di Newt. “Sei.”

Jeff gli strinse il ginocchio. “Ben fatto Thomas. Da uno a dieci, quanto ti ha fatto male l’ultima contrazione?”

Prima che potesse rispondere, Newt parlò. “Tommy… sii sincero.” Gli disse, e Thomas annuì.

“Otto.”

Halle annuì, e riprese a massaggiarli il ventre. “Ora… comincia a spingere.”

***

Era tremendo. Newt non sapeva quante ore la battaglia e il parto di Thomas durarono. Una? Due? 10? Non ne aveva idea.

Ad un certo punto, Thomas aveva cominciato a spingere, e Newt aveva dovuto ricordargli di respirare ogni tot secondi, per essere certi che il ragazzo non svenisse per mancanza di ossigeno. La sua fronte era imperlata di sudore, e la sua presa sulla mano di Newt era a vote troppo flebile ed altre troppo forte.

“Avanti, Thomas.” Fece Clint, e Newt voleva tirare un pugno al MedJack. Non vedeva forse che Thomas stava facendo del suo meglio? Non c’era molto che poteva fare se non spingere.

I respiri di Thomas si facevano sempre più difficili, e il ragazzo stava tenendo gli occhi chiusi dal dolore.

“Newt…” singhiozzò a bassa voce il moro, e il biondo si sentì il cuore spezzarsi.

“Buon giorno, Fagio. Il mio nome è Newt.”

Newt ricordava come se fosse ieri il giorno in cui Thomas era apparso nella Scatola. Lo sguardo pieno di emozioni contrastanti, e un paio di occhi color nocciola che seguivano tutti i movimenti nella radura.

Il modo in cui aveva immediatamente deciso di fidarsi di Newt e la sua affinità nel rompere qualsiasi regola all’interno della radura.

Il primo bacio con Thomas, Thomas e Minho nel labirinto, la prima notte insieme ai due… erano memorie che Newt custodiva con massima cura.

Tutto aveva portato a questo momento. Clint stava tenendo le gambe di Thomas separate l’una dall’altra e stava fissando Thomas con preoccupazione. “Puoi farcela, Thomas.”

La porta si spalancò all’improvviso, ma i MedJack non si mossero. Erano coraggiosi, i medici, non avevano intenzione di lasciar Thomas a morire.

Martin era in piedi davanti all’infermeria, una luce maligna negli occhi. Newt era pronto a scaraventarsi su di lui, ma prima ancora che potesse fare un passo, Martin cadde a terra.

Minho era in piedi dietro di lui, la lancia in mano, ferito ma non morto.

Newt si volse verso Thomas, che stava ancora spingendo e gli baciò la mano. “Tommy, va tutto bene. Anche Minho è qui.” Disse a bassa voce, solo per Thomas.

Il moro aprì gli occhi mentre Minho, che aveva finito di legare e chiudere a chiave la porta, si avvicinava di corsa alla sua sinistra. Newt era troppo sollevato per arrabbiarsi con l’Asiatico.

“Min…” mormorò Thomas, sorridendo leggermente al ragazzo. “Non piangere… adesso… ci siamo tutti…” fece Minho gli stringeva la mano.

Minho non si preoccupò nemmeno di asciugare le lacrime. “Siamo una squadra.” Disse guardando sia Newt che Thomas.

“Bravissimo Thomas! La testa è fuori. Un’ultima spinta!” lo spronò Halle.

Thomas strinse gli occhi e per qualche secondo non fece nulla. Silenzio più assoluto.

Poi il moro aprì gli occhi, stanco, ancora ammalato, ma calmo, e il pianto di un bambino risuonò nella stanza.

 

ANGOLO AUTRICE.

AAAH! AAAH! AAAH! AAAH! STO ANCORA URLANDO AH! UN’ULTIMO CAPITOLO E LA STORIA è UFFICIALMENTE FINITA! AAAH!

   
 
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