Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: Lizhp    26/12/2015    5 recensioni
SEQUEL DI YOU MADE ME.
-Perché ridi?- gli chiese il riccio, sorridendo leggermente.
-Perché tu sei completamente pazzo!- e così dicendo il biondo si alzò dalla sedia per controllare il cibo sui fornelli.
Mika osservò ancora per un attimo quella lettera, riflettendo di nuovo sulla proposta; Andy però, inconsapevolmente, gli aveva appena dato un ottimo motivo per accettare.
-Dici che è una cosa pazza, eh?- chiese quindi al biondo.
-Assolutamente sì- confermò il ragazzo, tornando a sedersi accanto a lui.
Mika alzò gli occhi alla ricerca delle iridi color del cielo del compagno e quando le incontrò sorrise.
-Allora se è una cosa pazza, la faccio!- dichiarò, prendendo infine la sua decisione con un’alzata di spalle.
Andy lo guardò, sbarrando gli occhi.
-Mika, ma davvero lo farai?-
-Sì!- confermò convinto il cantante, annuendo freneticamente con la testa –Perché non dovrei? Ho detto no a troppe cose in quest’ultimo periodo-
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mika prese una borsa e vi infilò due bicchieri e la bottiglia di vino che aveva preso in previsione della perdita della scommessa e poi fece segno a Melachi di seguirli.
Mika e Andy si imbacuccarono nei loro giubbetti, per poi aprire la porta e incamminarsi insieme per le viette sterrate che circondavano la casa.




Era notte inoltrata ormai. Il verde paesaggio di campagna intorno a loro contribuiva a costruire quel senso di tranquillità che invadeva i due ragazzi, insieme al cielo punteggiato di stelle luminose.
Le mani dei due ragazzi si erano intrecciate dal momento in cui avevano iniziato a passeggiare e nessuno dei due le aveva ancora sciolte. Regnava il silenzio tra loro; un silenzio niente affatto pesante, un silenzio che Mika avrebbe quasi osato definire magico.
I due ragazzi si fermarono ai piedi di una collinetta, osservandone per un attimo la cima. Si scambiarono uno sguardo d’intesa e, rivolgendo un sorriso a Mika, fu Andy il primo ad incamminarsi per la salita, sempre senza abbandonare la mano del compagno. Mika lo seguiva, tenendo gli occhi puntati sul terreno, ma, nonostante questo, non poté non inciampare in un sasso inchiodato al terreno che era sfuggito al suo sguardo, forse a causa del buio. Inciampando in avanti, andò a sbattere contro la schiena di Andy che, colto alla sprovvista, si sbilanciò a sua volta, atterrando nell’erba fresca, con Mika sulla schiena.
Le risate dei due ragazzi echeggiarono  nell’aria, che si riempì in questo modo di un suono che si accostava meravigliosamente alla perfezione di quel momento. Mika controllò il contenuto della sua borsa, accertandosi che fosse intatto, e lasciò una carezza a Melachi che si era avvicinata a loro.
Andy si avvicinò al volto del compagno, desideroso di sentire il sorriso radioso di Mika sulle sue labbra. I ragazzi si persero per un attimo in quel bacio, proprio mentre un leggero venticello iniziava a sfiorare i loro corpi. Quando si allontanarono, Mika portò gli occhi alla cima della collinetta, che ancora non avevano raggiunto.  Osservò per un attimo gli occhi azzurri di Andy, portando una mano sul suo volto, poi si alzò. Tese la mano al compagno e aiutò anche lui ad alzarsi.
Intrecciò nuovamente le dita a quelle del biondo, riprendendo a camminare.
Pochi minuti dopo, raggiunsero la cima e si sedettero sull’erba, ammirando lo spettacolo di luci confuse provenienti dalla città, abbastanza distante, mentre Melachi annusava qualsiasi cosa le capitasse sotto il naso. Mika portò un braccio attorno ad Andy, mentre il biondo appoggiava la testa alla sua spalla.
-Quando sono nervoso e voglio rilassarmi, immagino paesaggi simili a questo- confessò Mika in un sussurro, rompendo delicatamente quel silenzio così speciale che si era creato. Estrasse poi il cellulare e fece partire la riproduzione casuale, tenendo il volume molto basso di modo che restasse solo un lieve e piacevole sottofondo.
-Niente affatto male- commentò il biondo, portando lo sguardo ora sul cielo stellato, ora su Mika. Quest’ultimo estrasse i due bicchieri e vi versò il vino, passandone poi uno a Andy.
Fecero scontrare i rispettivi bicchieri, guardandosi negli occhi, senza bisogno di specificare per cosa stessero brindando: a loro, a quel momento che si stavano ritagliando mentre tutti gli altri guardavano un film, al fatto che finalmente potessero passare un po’ di tempo insieme. 
-Otto- disse solo Andy, dopo che ebbe bevuto un sorso di vino.
-Otto?- chiese Mika, non capendo a cosa si riferisse.
-E’ l’ottavo Capodanno che passiamo insieme- spiegò allora il greco, rivolgendogli un sorriso.
Mika annuì e si fermò per un attimo a pensare a quanto quel numero gli sembrasse importante in quel momento.
-Ne sono cambiate di cose dal primo- constatò poi il cantante, finendo il suo bicchiere e versandosene subito un altro, facendo lo stesso con Andy.
-Sì, per esempio qualcuno non c’era- rispose Andy ridendo, dato che Melachi aveva appena appoggiato il muso in mezzo alle loro spalle.
-Per esempio, sì- confermò Mika, lasciando un paio di carezze alla cagnolina, per poi tornare a guardare colui che era stato un po’ il protagonista della sua vita in quegli otto anni.
-Che c’è?- gli domandò Andy, notando che lo stava fissando, avvicinandosi di più a lui.
-Assolutamente nulla- rispose Mika, sinceramente. Si stava solo godendo il momento, si stava prendendo qualche secondo per osservare la sua metà in quel luogo, in quel preciso istante.
Gli sorrise e avvicinò il volto al suo, lasciandogli un bacio che per entrambi ebbe il sapore di vino; ma presto il sapore smise di essere la loro principale preoccupazione e si dedicarono solo alle labbra dell’altro, fino a quando Mika non si trovò con la testa appoggiata nell’erba.
-Tremi- gli fece notare Andy con un sorriso, allontanandosi leggermente da lui, senza perdere di vista quelle iridi nocciola così familiari.
-E’ Capodanno e sono steso a terra… si gela- confessò Mika, circondando però con le braccia il corpo del compagno per evitare che si allontanasse.
-Torniamo dentro, dai- propose allora Andy, riuscendo a liberarsi dalla sua stretta e chiamando a sé Melachi, che stava perlustrando un cespuglio vicino a loro.
-Torniamo a casa nostra, piuttosto- brontolò Mika, che non avrebbe proprio voluto tornare dentro insieme a tutti gli altri quella sera.
-Mika!- esclamò Andy, ridendo e scuotendo la testa.
-Che noia che sei- lo punzecchiò allora il libanese, sbuffando.
-Dai noia, alzati- e il biondo gli tese una mano, che Mika non esitò ad afferrare, intrecciandovi nuovamente le dita e percorrendo lo stesso percorso di prima per ritornare alla casa.
 
Le feste, veloci come erano arrivate, terminarono anche, e ormai era giunto il momento di tornare al lavoro. Per Mika, in quei mesi, ci fu anche la conferma di un importante progetto che aveva avviato con l’Orchestre Symphonique de Montréal: un concerto con più di cento musicisti, qualcosa che non aveva mai fatto in passato, che lo intrigava molto ma che lo spaventava allo stesso tempo. Si sarebbe tenuto a febbraio dell’anno successivo, ma Mika non poté fare a meno di sorridere soddisfatto quando gli dissero che avrebbe potuto dare l’annuncio ufficiale su twitter.
Era anche tornato per un po’ di tempo a Los Angeles, per continuare a scrivere il suo album, un lavoro che stava richiedendo davvero molto tempo e che, ovviamente, ci teneva a portare a termine con il massimo della precisione e della professionalità, come sempre.
Nei primi giorni di Aprile, finalmente, Mika e Andy riuscirono a passare più che qualche giorno insieme. Il biondo si era infatti ritagliato un po’ di tempo tra tutti i suoi impegni lavorativi e aveva raggiunto il compagno nella capitale francese, in cui avrebbero trascorso le successive due settimane, per poi rientrare finalmente a Londra che, nonostante tutti gli spostamenti obbligati, rimaneva comunque il loro posto sicuro, casa loro.
-Molto carino- commentò Andy, ridendo, quando Mika fece il suo ingresso trionfale nella sala, ben imbacuccato sotto la sciarpa, il cappello e gli occhiali da sole.
-Zitto- lo apostrofò il cantante, prendendo il portafoglio e infilandoselo nella tasca dei jeans chiari che indossava.
-Piove e fa caldo, proprio come non attirare l’attenzione- lo punzecchiò di nuovo Andy, godendosi la faccia scocciata del suo ragazzo al di là degli occhiali da sole.
-Non sta piovendo- borbottò Mika, sulla difensiva, osservando il cielo parigino.
-Non c’è nemmeno il sole- rispose prontamente il biondo, beccandosi l’ennesima occhiataccia.
-E allora mi levo tutto e camminiamo indisturbati per il centro di Parigi-
-No- replicò subito Andy, davvero poco ansioso di essere continuamente interrotto durante la loro passeggiata.
Finirono quella specie di gioco e si scambiarono un sorriso, prima di uscire e chiudere a chiave la porta di casa.
-Come mai usciamo così presto? Tua madre non ci raggiunge solo tra un paio d’ore?- chiese Andy, portandosi accanto a Mika e iniziando a camminare.
I due ragazzi avevano infatti bisogno del prezioso aiuto di Joanie per scegliere il regalo di compleanno per la figlia di Isabella, che avrebbe fatto gli anni di lì a poco. Mika ci teneva molto, era anche un modo come un altro per ringraziare la donna per l’ottimo lavoro che aveva fatto e stava ancora facendo con lui.
E per la pazienza.
Soprattutto per la pazienza.
-Tu seguimi e basta- rispose solamente il riccio, con un sorrisetto. Era l’ora di pranzo, così Andy immaginò che lo stesse portando in qualche locale di Parigi per mangiare un boccone: tuttavia, non capiva perché non gli volesse dire il nome.
Qualche minuto dopo invece capì: era un posto in cui non erano mai stati. Si pagava una quota fissa e si poteva mangiare tutto quello che si voleva, senza alcun limite.
-Vuoi che io esploda, è chiaro- constatò Andy, entrando nel locale dopo il compagno.
-Gara di cibo?- propose Mika, gli occhi luccicanti come quelli di un bambino che si apprestava a giocare al suo gioco preferito.
-Sei sicuro di voler fare ancora qualche gara o scommessa con me? Di solito non finiscono molto bene- rispose a tono il più giovane, ricordandogli la scommessa persa qualche mese prima e che lo aveva obbligato ad occuparsi dei bisogni di Melachi al suo posto. Andy ricordava che Mika aveva quasi sperato che lui fosse clemente e che alla fine non gli avrebbe fatto scontare la pena: speranze vane, il biondo infatti si era divertito molto ad indicare a Mika la porta di casa ogni qual volta che Mel prendeva la rincorsa, direzione giardino. In alcuni casi era stato costretto anche a spingerlo fuori di peso, tra una risata e l’altra, ma il patto era stato mantenuto.
Anche Fortuné aveva mantenuto la parola e un giorno si era presentato a casa loro con la scusa di dover chiedere a Mika consigli per un progetto: in realtà, sotto la giacca, nascondeva un enorme sacchetto di biscotti per cani e si era assicurato che Mel fosse nei paraggi, prima di farne cadere accidentalmente molto più che un paio a terra.
Mika sbuffò: -Come vuoi- e in quel momento arrivò il cameriere che li condusse al loro tavolo.
-Hai un talento per trovare posti appartati, sai. Quanto li paghi per questi tavoli lontani dagli sguardi della gente?- domando Andy, in realtà felice che il loro posto fosse esattamente dietro un’enorme colonna, in un angolino della sala.
-Mi informo prima di scegliere un posto- rispose Mika, sedendosi soddisfatto sulla sedia di fronte a quella del suo ragazzo e preparandosi all’abbuffata che li attendeva.
Mika aveva trascorso la sera precedente, mentre Andy era occupato a dormire come un ghiro, a cercare un posto carino in cui portarlo e poi si era informato su quel locale, leggendo le recensioni: era quindi pronto alla quantità incredibile di cibo che sarebbe arrivata tra qualche minuto.
Andy invece non era per nulla pronto: quando aveva letto, all’esterno del locale, “mangia finché ce la fai”, non aveva idea di quello che lo aspettava.
-Non puoi mangiare ancora- decretò infatti circa un’ora più tardi, quando Mika si stava di nuovo riempendo quello che doveva essere almeno il sesto piatto abbondante di cibo francese.
-Come no?- rispose il cantante, facendo cenno al cameriere di versargliene ancora un po’ e ringraziandolo -E c’è anche uno spazio bello grande per il dolce- affermò poi, avventandosi sul piatto.
-Vuoi un po’?- bofonchiò Mika, a bocca piena, porgendogli il piatto con uno sguardo giocoso.
-Ma anche no, ho raggiunto il limite. Tu non sei umano- rispose Andy, convinto che se avesse mangiato ancora qualcosa ne avrebbe pagato le conseguenze.
-Sono libanese- replicò il riccio -Tutto questo in confronto ai pranzi di mia madre, è nulla-
-E io ne so qualcosa- confermò il greco, ricordandosi delle grandi cene a casa Penniman, in cui Joanie, soprattutto quando c’erano ospiti, non badava certo al risparmio.
Uscirono quando Joanie scrisse a Mika che era arrivata, decisamente troppo pieni.
-Mi ci vorranno settimane per riprendermi- borbottò Andy, salutando poi la mamma del compagno con un sorriso.
-Ecco che ho fatto bene a portarmi gli occhiali da sole- dichiarò invece soddisfatto Mika, indicando con il pollice il cielo, in cui le nuvole stavano effettivamente lasciando un po’ di spazio a qualche timido raggio di sole.
La risposta di Andy fu un lieve sospiro, mentre Mika, arrendendosi al caldo, decise di lasciare almeno il giubbetto e la sciarpa in macchina, ben consapevole che il loro giro per negozi non sarebbe stato indisturbato. Si tolse anche il maglioncino grigio e se lo mise in spalla, per poi seguire sua madre insieme a Andy, alla ricerca del regalo per la bambina della sua insegnante di italiano.
Infilò gli occhiali rossi e si preparò a quel pomeriggio per negozi.
-Vi trovo bene- disse Joanie, osservandoli entrambi.
-Ci trovi ingrassati più che altro, mamma. Allora, dove andiamo?-
La donna li condusse in tutti i negozi per bambini che conosceva in quella zona, seguendoli pazientemente e lasciando che scegliessero qualcosa, dando poi i suoi esperti consigli.
Un paio d’ore più tardi, Andy accolse la porta di casa come una vera e propria salvezza: era distrutto. Di certo la camminata che avevano fatto dopo pranzo aveva permesso loro di smaltire tutto il cibo che avevano mangiato, ma le gambe iniziavano sul serio a far male.
Così, con un gesto poco delicato, il biondo si abbandonò sul divano di pancia.
-Sei poco allenato, sai- lo punzecchiò Mika, rivolgendogli un sorriso.
-Non sono abituato a saltare da una parte all’altra del palco cantando, sai- ribatté, lanciandogli un cuscino e colpendolo in pieno viso.
Sistemarono le cose che avevano comprato (lo shopping per la bambina aveva anche fatto sì che loro stessi avessero comprato un paio di cose) e poi Mika si diresse al pianoforte, desideroso di suonare qualcosa.
-Qualche nuova idea?- domandò Andy, vedendolo dirigersi nell’altra stanza.
-No, volevo solo suonare un pochino-
-Posso?- domandò allora il biondo: non era solito disturbarlo mentre componeva qualcosa di nuovo, ma dato che nulla gli frullava in testa, lo avrebbe ascoltato volentieri.
-Certo- e gli tese una mano, aiutandolo ad alzarsi dal divano e conducendolo poi di fronte al piano.
-Vado a prendere una sedia, aspetta- disse Andy, notando che oltre lo sgabello non vi era posto per sedersi.
-No, vieni qui- lo invitò invece Mika, facendogli spazio sullo sgabello e incitandolo a sedersi.
-Vuoi provare?- gli chiese poi, indicando il piano con un sorriso entusiasta.
-Non sono capace, lo sai- rispose Andy, che non era mai riuscito a capire davvero come il compagno potesse orientarsi tra quei tasti bianchi e neri.
-Ti insegno a suonare qualcosa, ti va?- propose allora Mika.
Andy gli sorrise, annuendo: -Va bene-.
Il cantante gli prese le mani e le appoggiò sul piano, posizionando le dita sui tasti giusti e iniziando a spiegargli quali avrebbe dovuto schiacciare.
Gli fece vedere molte volte, a rallentatore, fino a quando Andy non fu in grado di eseguire quel piccolo pezzo di una melodia che aveva riconosciuto, anche se suonata più lentamente.
-E’ la prima strofa di Origin Of Love, vero?- chiese, per conferma.
Lo vide annuire e gli sorrise di rimando, per poi tornare a concentrarsi sui tasti del pianoforte e su ciò che Mika gli aveva appena insegnato.
Tentò una volta, ma un suo dito andò a posizionarsi sul tasto sbagliato, lasciando fuoriuscire una nota decisamente sbagliata, di cui si rese conto anche lui.
-Riprovo- disse quindi, ridendo, e tornando con le mani sul pianoforte, sotto lo sguardo attento di Mika, che già prima che iniziasse allungò una mano sulle sue per spostare l’indice, posato erroneamente.
-Giusto- borbottò Andy, concentrandosi.
Nemmeno la seconda volta fu così fortunato e la terza non ebbe esito migliore.
-Ma come fai!- esclamò allora alla fine, rendendosi conto di quanto potesse essere difficile suonare quello strumento.
-E’ solo questione di allenamento- rispose Mika, sorridendo.
-Sì, certo. Me lo fai rivedere?- domandò poi Andy, osservando le dita sicure di Mika risuonare la melodia ad una velocità tale che lui potesse capirne i movimenti.
Ritentò più e più volte e solo verso sera riuscì finalmente ad eseguire quel pezzo di canzone correttamente.
-Uh!- esclamò il biondo, sorpreso di se stesso -Era giusto, vero?- chiese, osservando Mika.
-Sì, era giusto- confermò il ricciolo, ridendo per la felicità sul volto del compagno.
-Aaaaaaaah!- esclamò Andy, portando le braccia in alto, continuando a far ridere il ragazzo -Sono bravissimo- decretò poi, con finta aria di superiorità, voltandosi verso di lui e sorridendo radioso.
Mika approfittò di quell’attimo per porre fine alla loro breve lezione di pianoforte e far combaciare le loro labbra, in un bacio dapprima delicato e poi sempre più intenso.
Una nota aveva sbagliato, una piccola nota, ma Mika non gliel’avrebbe fatto notare, non in quel momento almeno.
 
Quando Mika terminò il suo lavoro a Parigi, i due ragazzi tornarono a Londra, accolti immediatamente da Melachi, felicissima di rivederli di nuovo entrambi.
Anche i due ragazzi si godettero il rientro e il fatto di essere di nuovo nella loro casa di Londra, la prima in cui avevano vissuto insieme: molto spesso, per loro, la parte bella del viaggiare era anche e soprattutto il ritorno a casa.
Andy riprese a lavorare, trascorrendo le sue giornate di fronte al pc a sistemare i video che aveva fatto tempo prima ad Atene per un altro documentario e anche Mika continuò il suo lavoro in studio, in cui stava scrivendo il suo quarto album.
Una sera di fine aprile, Mika rientrò a casa più abbattuto del solito. Al –Buonasera- entusiasta che Andy gli rivolse da dietro i fornelli, su cui stava preparando la cena per entrambi, il riccio rispose con un borbottato -Ciao-, per poi sparire nel suo studio, senza degnare di uno sguardo nemmeno Mel, che gli era corsa incontro con il suo osso di gomma tra i denti.
-Guai in vista- sussurrò il biondo alla cagnolina che, non avendo ricevuto attenzioni dal padrone più grande, era ritornata da Andy.
Il ragazzo pensò per un attimo di andare a vedere cosa fosse successo, ma anni di esperienza lo spinsero a rimanere in cucina e a lasciare che fosse Mika a parlare con lui.
-C’è pronto- disse quindi qualche minuto più tardi, bussando alla porta dello studio di Mika. La porta si aprì pochi secondi dopo e il ragazzo gli rivolse un sorriso.
-Grazie, Andy- gli disse, lasciandogli un bacio a fior di labbra e dirigendosi giù per le scale. Il greco rimase un attimo spiazzato dal cambiamento di umore del compagno e lo seguì in cucina.
Mangiarono in silenzio, cosa per loro molto strana.
-Qualcosa non è andato bene oggi al lavoro?- decise infine di domandare Andy, notando che lo sguardo pensieroso del suo ragazzo non accennava a sparire.
-No, no tutto a posto- rispose Mika, giocherellando con il cibo che gli era rimasto nel piatto.
Andy lasciò passare qualche secondo di silenzio, sperando che il compagno si accorgesse del suo sguardo scettico. Quando si rese conto che Mika era troppo concentrato sul piatto di spaghetti, attirò la sua attenzione.
-Mika?- lo chiamò, sperando di incitarlo a parlare.
La risposta fu un sospiro.
-Aspettami qui- disse poi, sparendo di nuovo su per le scale. Andy lo fissò con sguardo preoccupato, fino a quando non scese di nuovo i gradini e si sedette accanto a lui, guardandolo finalmente negli occhi.
-Mi dispiace- sussurrò poi, posando qualcosa davanti a lui.
Andy abbassò lo sguardo su ciò che Mika gli aveva messo davanti e sospirò, chiudendo gli occhi.


Buoooonasera :D 
Solo una cosa veloce veloce da dire: il tweet di Mika su Capodanno di quell'anno, a cui mi sono ispirata per la prima parte, è questo:

1 gen 14: happy new year! Starting it off eating in the countryside listening to music with a friend and my dog as everyone else watches a movie X!

Eeeeee niente, se avete seguito le interviste di Mika, il capitolo dovrebbe farvi un po' capire cosa ha mostrato Mika a Andy alla fine, altrimenti tutti tranquilli che il prossimo capitolo è già stato scritto, non passerà un mese ;)
Alla prossimaaaaa :D
 
   
 
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