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Autore: katyjolinar    27/12/2015    1 recensioni
Seguito di "Il veleno del Pungolo Orrendo". Moccicoso ha 5 anni, ora, e vive una vita normale, esattamente come i suoi coetanei. Questa è la storia di come crescerà e diventerà un uomo, seguito e amato dai suoi vecchi amici e dalla sua famiglia, senza mai dimenticare le tradizioni vichinghe.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Moccicoso, Testa Bruta, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il veleno del Pungolo Orrendo'
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Il mattino seguente, quando Hiccup si svegliò, la luce dell'alba filtrava attraverso le imposte socchiuse.
La prima cosa che percepì fu il respiro di Astrid vicino al suo volto, e il suo peso sopra di lui, nella stessa posizione in cui si erano addormentati la notte precedente. Con cautela la spostò, per potersi alzare, ma cercando di non svegliarla. Però la ragazza aprì gli occhi, fissandolo con aria assonnata.
"Scusa, non volevo svegliarti." si scusò il giovane, passandole una mano tra i capelli "È l'alba, puoi dormire ancora un po'."
"Ma vai a succhiare rocce!" borbottò la bionda, con la voce impastata dal sonno, afferrando il cuscino e girandosi dall'altra parte.
Il ragazzo sospirò, tornando a stendersi accanto a lei. Quel giorno non voleva litigare, quindi doveva cercare di tenerla tranquilla fin da subito; con delicatezza la fece girare nuovamente verso di lui, avvicinando il viso al proprio e posandole un bacio sulle labbra. Astrid lo lasciò fare, chiudendo gli occhi e accoccolandosi contro il petto del fidanzato.
"Oggi sarà una giornata lunga." disse il castano "Ci saranno un sacco di cose da fare... la cerimonia... i vari riti... e mamma vuole che balliamo durante il banchetto... e poi dobbiamo tornare qui, stasera..."
"Stasera te lo taglio, lo giuro..." si lamentò la giovane, sistemandosi meglio contro il petto dell'altro "Se provi anche solo a toccarmi ti taglio l'armamentario e lo do in pasto a uno Skrill..."
"Non farò nulla che non voglia anche tu." la rassicurò il ragazzo, alzandole delicatamente la testa per guardarla negli occhi e sorridendole.
La bionda lo fissò, con gli occhi socchiusi e assonnati, ma completamente persi in quelli di lui, e poi si sistemò meglio, stringendosi maggiormente al suo futuro marito, borbottando qualcosa di incomprensibile. Hiccup non la mollò e la baciò di nuovo, in modo fugace, ma che indusse lei a chiederne ancora, così che dovette accontentarla, baciandola in modo più audace e profondo, finché non la sentì abbandonarsi completamente a lui.
La giovane riuscì a svegliarsi completamente, ma non lo allontanò. Anzi quelle attenzioni, quelle coccole e quel bacio le stavano facendo dimenticare la rabbia verso il mondo e verso lo stesso ragazzo; il suo profumo, il calore delle sue labbra, il tocco incerto e dolce della sua lingua erano un anestetico per tutta la negatività che aveva in corpo, lasciandole solo sensazioni positive e un insistente desiderio che quell'atto durasse per sempre.
E, persi in quel tenero gesto, non si accorsero che la porta si era aperta e Testa Bruta e Moccicoso erano entrati nella stanza, per preparare i due sposi in vista della giornata che li attendeva. Appena videro i due giovani stretti in quel tenero abbraccio, intenti a coccolarsi, si scambiarono uno sguardo eloquente e decisero di uscire in silenzio e lasciare loro qualche altro minuto per coccolarsi ancora un po'.
I ragazzi si separarono, guardandosi negli occhi.
"Io ti odio... Non voglio sposarti..." si lamentò la giovane, con un filo di voce.
"Non siamo noi a decidere, lo sai." sospirò l'altro, facendole una carezza.
"Chiederò il divorzio." lo informò lei, decisa "Quello posso deciderlo io."
"Serve un motivo valido per farlo, conosci la legge." obiettò Hiccup, posandole un bacio sulla guancia e cercando di alzarsi per potersi preparare, ma la bionda lo trattenne. Alzò gli occhi al cielo, accontentandola e spostandosi sopra di lei, mentre la coinvolgeva in un bacio molto più audace dei precedenti; infine le parlò all'orecchio "Se continui così potrei cominciare a pensare che non mi odi poi così tanto..."
Astrid sembrò rendersi conto di quello che stava facendo e, con un movimento veloce, spinse via Hiccup, che cadde a terra facendo un gran fracasso, proprio nel momento in cui Moccicoso e Testa Bruta rientravano nella stanza.
Senza fare commenti, il moro aiutò il figlio ad alzarsi e lo accompagnò fuori, nell'altra stanza, dove lo avrebbe aiutato a prepararsi, mentre la moglie avrebbe aiutato la sposa.
I preparativi furono lunghi, e Hiccup venne accompagnato sul luogo della cerimonia solo in tarda mattinata, dove avrebbe dovuto aspettare la futura moglie ancora un po', poiché i preparativi, per lei, erano un po' più lunghi.
Quando, finalmente, la sposa si presentò con il suo seguito, tutti gli invitati non riuscirono a toglierle gli occhi di dosso. Indossava un lungo abito rosso, con un'ampia scollatura e le spalle scoperte, e il bustino, particolarmente aderente, metteva in risalto quelle forme che solitamente erano mascherate negli abiti di taglio maschile che era solita portare; i capelli erano sciolti, ma pettinati in modo che cadessero tutti sulla spalla sinistra, in modo da lasciare scoperta la nuca e la parte della schiena non fasciata dal bustino, e in testa aveva una tiara in argento su cui erano stati agganciati dei nastri dello stesso colore del vestito, che tenevano alcuni fiori, in un effetto che la faceva sembrare una Dea. Hiccup ne restò incantato, non l'aveva mai vista così e doveva ammettere che era proprio uno schianto.
Anche Astrid, mentre camminava, non riusciva a togliere gli occhi dal suo sposo. Lui vestiva completamente in nero, con un paio di pantaloni in pelle aderenti nei punti giusti e una camicia particolarmente fasciante, tanto che fu difficile, per non dire impossibile, per la ragazza, non creare nella mente un'immagine particolarmente allettante di cosa veniva nascosto da quei vestiti. Era affascinante, davvero molto affascinante, con quei capelli castani che non riuscivano a stare a posto, quegli occhi verdi dall'espressione di un drago fiero e altero, e la gamba di ferro tirata a lucido, quella gamba di ferro che aveva sempre avuto, da quando ricordava, ma i loro genitori non gli avevano mai detto come fosse successo, poiché sapeva che non era nato così.
E, quando lei arrivò all'altare, i loro occhi si incontrarono, e non si staccarono più fino alla fine della cerimonia.
Come per magia, esistevano solo loro, il resto del mondo non aveva importanza, era lontano. Seguirono ogni rito così come lo avevano imparato, ma tutto passò in un soffio e, prima che se ne rendessero conto, erano seduti al loro tavolo nella sala del banchetto.
Attorno a loro c'era festa, tutti bevevano e scherzavano, e un'orchestrina suonava una musica allegra.
Tutti i dissapori, tra loro, sembravano completamente spariti.
Hiccup si guardò intorno e, quando notò un cenno della madre, si alzò e porse una mano alla moglie, parlandole all'orecchio.
"Facciamo contenta la mamma." sussurrò "Concedimi un ballo, mia signora."
Astrid esitò per un momento, ma alla fine acconsentì, così il giovane la accompagnò sulla pista da ballo, dando inizio alle danze.
Il castano la strinse, eseguendo ogni passo e conducendola nella danza, senza mai abbassare lo sguardo dal suo volto e baciandola ogni volta che poteva.
Erano di nuovo solo loro, nel loro mondo, finché la musica non terminò, e Hiccup baciò la moglie per l'ultima volta, prima di tornare a sedersi, tra gli applausi degli invitati.
Tornati al loro posto, alcuni compaesani si avvicinarono per congratularsi con loro. Gli sposi li accolsero con sorrisi e ringraziamenti, senza eccezioni.
Ma la favola non poteva durare a lungo.
Oleg si avvicinò alla coppia, apparentemente anche lui per fare le congratulazioni alla coppia. Girò attorno al tavolo, tenendo il boccale di idromele tra le mani, e si fermò tra i due, guardandoli dall'alto, con un sorriso di scherno stampato in faccia.
"Wow! Gran bella festa!" esclamò "Certo, però, avrei scelto meglio i vestiti, tipo... invertendoli, sicuramente sareste stati meglio..."
Astrid sembrò improvvisamente svegliarsi, e scattò in piedi.
"Ma io ti ammazzo!" esclamò, prendendolo per il colletto, pronta a stampargli il suo pugno in faccia.
Hiccup la prese al volo, bloccandola.
"Okay, credo sia arrivato il momento di ritirarci, vero?" disse, con voce calma.
"Prima voglio fare a pezzi questo pallone gonfiato!" protestò la bionda, mentre il marito la portava via, trascinandola verso casa, dopo aver avvertito tutti della loro uscita di scena per quella sera.
Appena entrarono nella loro stanza, Astrid si fermò di fronte al letto, mentre Hiccup chiudeva la porta.
"È stata una lunga giornata." disse, poi, avvicinandosi alla moglie "Su, andiamo a dormire."
La bionda annuì, guardandosi intorno, finché il suo sguardo non si fermò sul marito, che stava per prepararsi per dormire. Lo guardò ancora, mentre si sbottonava la camicia, lasciando, finalmente, liberi i muscoli sottostanti, e si avvicinò, esitante.
Il ragazzo si fermò, quando se la trovò di fronte, molto vicina, e non si mosse, quando lei posò una mano sul suo petto, leggera, per poi abbassata e sbottonare un bottone alla volta.
Lo aveva già visto senza camicia, i giorni precedenti, ma non ci aveva mai fatto caso, non lo aveva mai guardato con attenzione, e ora che lo stava facendo dovette ammettere che era davvero ben messo. Altro che checca, Hiccup era un vichingo con i fiocchi e i controfiocchi!
Finalmente riuscì a liberarlo dal tessuto della camicia, così che la pelle del giovane fu completamente accessibile. Segnò, con le dita, tutte le linee dei muscoli, senza perdersene una, finché non sentì la mano del compagno posarsi sotto il suo mento per farle alzare la testa.
Quei profondi occhi verdi la ipnotizzarono all'istante, e il bacio che ne seguì quasi la fece svenire.
Si allontanarono, guardandosi di nuovo negli occhi, poi lei gli diede le spalle. Non ci volle molto a Hiccup per capire le sue intenzioni; passandole la mano sulla schiena allentò i lacci del corsetto, uno ad uno, finché il vestito non scivolò a terra.
Ora la pelle della ragazza era completamente libera e accessibile, e il giovane non resistette. Le sue mani si posarono sulla schiena della bionda, scendendo delicate, mentre le sue labbra disegnarono una linea immaginaria dalla spalla destra fino al collo, salirono fino al lobo dell'orecchio e poi deviarono verso le labbra di lei.
La guardò di nuovo, ricordandosi la promessa fatta quella mattina: non avrebbe fatto nulla che lei non volesse.
Lei voleva.
Non aveva detto una parola, ma glielo stava urlando. Il suo sguardo, le sue labbra, tutto il suo corpo voleva andare fino in fondo, voleva unirsi a lui.
Ed Hiccup decise di accontentarla.
La prese in braccio e la fece stendere sul suo letto di assi di pino, si liberò del resto degli abiti e si stese sopra di lei, riprendendo a baciarla, mentre le loro mani si strinsero, si intrecciarono ed esplorarono ogni lembo di pelle dei rispettivi corpi.
Si presero tutto il tempo di cui avevano bisogno, i baci non si sprecarono, e insieme scoprirono nuove sensazioni, finché non furono entrambi pronti a diventare un'unica entità.
Astrid non si aspettava un'esplosione di emozioni così intensa. Il suo cuore sembrò impazzire, talmente era veloce il suo battito, la pelle bruciava in ogni punto anche appena sfiorato dal suo amante, ma era un bruciore piacevole, che la faceva sentire in paradiso, e non riusciva a parlare, talmente era presa da quello che le stava succedendo, gli unici suoni che riusciva ad emettere erano dei profondi sospiri, che riempirono l'aria della stanza.
Hiccup si muoveva lento, non fece economia di baci, carezze e abbracci nei confronti della sua compagna. Non riusciva a pensare, in quel momento, preso come era da quell'antico rituale, e i sospiri della giovane riempivano le sue orecchie, svuotandogli ancora di più la mente.
Non c'era più odio, non c'era più rabbia, tutto era scomparso; tutte le liti, le frasi infelici erano temporaneamente dimenticate, durante la loro danza, che durò a lungo, ma quando giunse al termine li lasciò esausti ma sereni.
Il ragazzo, finalmente, si spostò, liberando la compagna dal suo peso, ma le loro mani restarono incrociate, e gli occhi persi gli uni negli altri.
Astrid si avvicinò al suo sposo, posandogli un ultimo bacio sulle labbra, poi si accoccolò sul suo petto, in cerca di un po' di calore umano, ma la sua mente stava tornando lucida, i suoi pensieri ripresero a circolare nella sua testa.
"Ti odio..." sussurrò, con un filo di voce "Il fatto che siamo sposati non cambia nulla."
"Shhh..." la zittì il castano, con delicatezza "Dormi, ora, non pensare a nulla."
Detto ciò le passò una mano sui capelli, leggero, continuando con quella carezza premurosa finché non la sentì addormentarsi.
Oramai erano sposati, la cosa migliore da fare era provare a darsi una possibilità, e Hiccup aveva appena deciso che lo avrebbe fatto, avrebbe cercato di essere un buon marito, ad ogni costo.
   
 
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