Capitolo
13: 21 Grammi
Fedez
si morse la lingua mentre con il pollice un po’
indolenzito dal freddo chiudeva la chiamata con Mika. Non sapeva cosa
gli era
preso. Probabilmente era la stanchezza, non era più abituato
a fare after e
gestire gli impegni di X Factor contemporaneamente. In più
quando Mika gli
aveva mandato quel messaggio, proprio a lui, lui che si agita persino
quando è
in bagno, non ci aveva più visto. Aveva sentito la notizia
di Parigi ed era
rimasto basito, alla fine dei conti, si era verificata una strage di
tale
portata in un luogo veramente vicino a lui, poi però era
arrivato Ax e non ci
aveva pensato più di tanto. Dopo il messaggio di Michael si
era letteralmente
buttato giù dal divano di J Ax su cui stava agonizzante a
causa di una nottata
di birre (ma non troppe) e partite infinite alla wii. Stava per
addormentarsi,
sul serio, proprio come tutti gli altri ma dopo quel momento si era
svegliato
del tutto. Aveva rischiato di inciampare sulle masse informi che erano
i corpi
dei suoi amici, poi aveva preso il primo pacchetto di sigarette che
aveva
trovato sul pavimento (per una volta aveva ringraziato i suoi amici
fumatori
incalliti) e si era fiondato fuori dalla porta di casa. Se
l’era accostata alle
spalle e si era acceso la sigaretta. Le dita che quasi gli tremavano
perché,
solo dopo aver digitato il numero di Mika, si era reso conto che fuori
faceva
un freddo assurdo per la sua misera magliettina a maniche corte. Aveva
aspettato e aspettato, e mentre il cellulare dell’altro
squillava con due tiri
era già arrivato a metà sigaretta. Dopo
lunghissimi secondi gli aveva risposto,
ma lui non era esattamente dell’umore ad adatto per starlo a
sentire visto
l’orario e in più, cosa molto importante, Michael
gli aveva scritto via
messaggio una cosa così
seria. Non
gli aveva lasciato il tempo di rispondere, lo aveva aggredito
volutamente per
fargli capire che stava sbagliando ma che allo stesso tempo lui,
Federico
Leonardo Lucia detto Fedez, era fottutamente preoccupato
per la sua incolumità. La decisione di partire per
la
Francia non spettava più solo a lui, non era una cosa da
prendere così alla
leggera. La vita di Mika non era più solo affare suo, ma
anche di Fedez dal
momento in cui…beh, dal momento in cui si erano conosciuti
lasciando indefinito
il loro rapporto.
Ovviamente
tutte queste considerazioni, il rapper, si
premurò di tenersele per sé.
Alla
fine aveva ceduto. Mika era testardo, estremamente
testardo e da questo punto di vista erano molto simili. Quando si
impuntava di
fare una cosa, la faceva e basta. Si accese la seconda sigaretta
tenendo il
cellulare tra la spalla e l’orecchio.
Everything
is going to be ok, gli aveva detto. E lui si
fidava, sul serio, ma era spaventato. Cos’avrebbe fatto se
nel peggiore dei
casi Mika fosse stato coinvolto in un altro attentato?
Cos’avrebbe potuto fare,
lui che non poteva avere alcuna pretesa sull’altro
perché…beh, lui teoricamente
era solo un “collega” o solo un
“amante”?
Era
nel panico più totale perché quella sarebbe
potuta
essere l’ultima volta che si sentivano. Quella sarebbe potuta
essere la sua
ultima occasione di…
-Io credo di amarti,
cazzo.-
-Cosa?-
un momento di lucidità gli attraversò la mente.
No,
no. Mika non sarebbe morto, lui non credeva veramente di essere
innamorato e
tutta quella situazione era assurda.
-Nulla,
sono stanco, ho sonno e tu devi
prendere un aereo. Fatti sentire.-
Aspirò
una boccata di fumo mentre con lo sguardo guardava lo
schermo spento del suo cellulare. Per fortuna non lo aveva sentito.
Un
applauso leggero lo fece sobbalzare, il telefono rischiò
di scivolargli via dalle
mani. Sulla
porta di casa sua se ne stava un J Ax con un sorriso a trentadue denti
stampato
in faccia.
-“Credo
di amarti, cazzo” un libro di Federico Leonardo Lucia
sui peggiori modi possibili per dire “ti amo”.- la
voce gracchiante dell’amico
gli giunse decisamente sarcastica alle orecchie.
-Vaffanculo.-
disse girandosi dall’altra parte. L’altro
rapper gli si avvicinò, prese una sigaretta dal pacchetto
che aveva in mano Federico
e se la accese con molta tranquillità.
-Vuoi
parlarne?- chiese aspirando un po’ di fumo.
-Non
lo so.- il silenzio calò per qualche attimo tra di loro.
I primi raggi dell’alba li illuminarono causandogli un
leggero dolore agli
occhi stanchi.
-Non
riesco a capire che mi succede, in realtà. Prima era
semplice: si trattava di sesso occasionale e basta, né io
né lui volevamo di
più. Era un modo per scaricare la tensione, per stare bene.
E poi lui mi ha
detto I love you e io ho
cominciato a
pensarci veramente.- poteva sentire chiaramente la presenza
dell’amico accanto
a lui, ma stranamente non lo infastidiva.
-E
non so, credo di essermi innamorato davvero, in qualche
assurdo modo, grazie a qualche scherzo del destino, che cazzo ne so,
forse è
tutto un complotto di Signorini per la canzone che ho fatto.- J Ax
ridacchiò
accanto a lui.
-Sicuramente
è colpa di Signorini, zio. Il suo secondo nome è
ovviamente “Cupido”.- Fedez gli mollò
una spallata leggera. Spense la sigaretta
sul metallo del corrimano di quella specie di terrazzino.
-Il
problema è che siamo solo degli schifosi amanti che
tradiscono a vicenda.-
-Questo
non vuol dire niente.- anche Ax spense la sigaretta,
esalando l’ultima boccata di fumo.
-O
forse vuol dire tutto.-
Si
videro dopo cinque giorni. Furono i cinque giorni più
lunghi della sua vita. Mika gli aveva scritto praticamente ogni dieci
minuti e
appena aveva un momento libero per stare da solo lo chiamava. Parlavano
al
telefono del nulla, la maggior parte delle volte. Si facevano delle
battutine
stupide, si punzecchiavano, parlavano esattamente come accadeva durante
i Live.
Era come se loro due fossero una coppia di sposini e Mika fosse
momentaneamente
via di casa per lavoro. Sembrava che quella casa che Fedez condivideva
con
Giulia in realtà fosse quella sua e di Michael. In quei
giorni saggiarono cosa
voleva dire avere una relazione a distanza. E in quei momenti,
entrambi, si
illusero che sarebbe potuta andare a finire così. Le loro
menti, quasi in
contemporanea, si erano messe a fantasticare sul loro futuro. Alla fine
di X
Factor Federico avrebbe fatto coming out
e avrebbe lasciato Giulia mentre Mika avrebbe dovuto soltanto dirlo ad
Andy.
Poi, sarebbero andati a vivere da qualche parte e avrebbero continuato
a fare
le star, in giro per l’Italia e per il mondo con i loro tour.
E quando non
sarebbero stati insieme si
sarebbero
sentiti per cellulare, o magari qualche videochiamata. Avrebbero potuto
farcela
così. Ogni cosa sarebbe andata come sentivano che dovesse
andare. Fedez non era
uno che sapeva esternare bene le sue emozioni, a parte quando si
trattava di
commuoversi per l’esibizione di un concorrente, quindi,
quando aveva visto Mika
alle prove gli era venuto l’impulso di abbracciarlo,
lì davanti a tutto lo
staff di X Factor. Solo in un secondo momento si era reso conto di
quello che
aveva pensato e si era dato dello stupido per una ventina di volte.
Quel genere
di persona tutta abbracci e arcobaleni era Michael, non lui. Lo aveva
salutato
con un sorriso a cui l’altro aveva risposto stancamente.
Delle leggere occhiaie
gli circondavano gli occhi e, vederlo così provato, fece
male a Fedez. Mika era
quello sempre allegro e instancabile, non era così.
Le
prove erano volate via velocemente. Erano tutti troppo
stanchi per fare qualsiasi cosa e ognuno era ritornato a casa propria
quasi
subito. Il giorno successivo ci sarebbe stato il Live con la
“roulette russa” e
già si sentiva il nervosismo dilagare negli studi.
Fedez
alzò il bicchierino di plastica al cui interno si
agitava un liquido ambrato.
-Ai
LandLord! E che questi ragazzi possano continuare ad
andare avanti.- la sua voce suonò indistinta sulle altre. La
band se ne stava
davanti a lui, circondato dai suoi amici, nel suo camerino, gli occhi
gonfi per
le lacrime e dei sorrisi tirati. Lo stesso sorriso che campeggiava
sulle sue
labbra. Arrivare al quinto Live con la squadra al completo lo aveva
fatto
affezionare a quei ragazzi. Lasciare andare qualcuno come loro era
difficile.
L’eliminazione dei LandLord era stata un duro colpo. E la
birra che ora stava
bevendo era più
amara del solito.
Mischiata a quella sostanza c’era la sconfitta, il sapore
acido della
consapevolezza di non aver fatto abbastanza.
Si
gettò sul divanetto insieme ad altri due suoi amici.
Rise, affrontò quella situazione con un sorriso per celare
la rabbia e la
tristezza che invece aveva dentro. Troppa tensione, troppo nervosismo,
troppa
paura di essere scoperto, troppo tutto. E l’unica cosa che
avrebbe voluto in
quel momento era starsene da solo.
-Tutto
bene?- Giulia gli si sedette sulle ginocchia. Lui la
guardò e pensò a quello che aveva con lei.
Immaginò la sua vita senza di lei.
Come avrebbe vissuto? Come sarebbe stata viverla con Mika?
Annuì
con un sorriso spento. Lei le accarezzò una guancia.
-Sei
un po’ strano ultimamente.- gli disse tranquillamente
tra la gente. Fedez puntò gli occhi nei suoi come se volesse
cercare di capire
se sospettasse qualcosa di lui e Mika.
-Non
è niente…sono solo stanco.- si accese la
sigaretta
elettronica e distolse lo sguardo. Sperava che la conversazione morisse
la.
Sperò che lei smettesse di fargli domande perché
lui già ne aveva troppe per
conto suo.
-C’è
un’altra?- e quella domanda per poco non lo fece
strozzare con la sua stessa saliva. Sputò fuori il fumo
piegandosi in due.
Tutti gli occhi furono su di lui. Qualcuno gli chiese se stava bene,
altri gli
domandarono di non soffocarsi e nel giro di pochi istanti di nuovo il
vociare
nella stanza si fece intenso.
-Dobbiamo
parlare di queste cose proprio ora? Sei
paranoica.- Giulia si alzò dalle sue gambe e lo
guardò con sguardo gelido, gli
occhi azzurri che sembravano volerlo accusare da lontano.
-A
casa non ci sei mai praticamente, passi le notti fuori la
maggior parte delle volte, quando provo a parlarti scappi. Cosa dovrei
fare?-
lui si guardò intorno, nessuno sembrava averli sentiti,
qualcuno stava
addirittura andando via. Sbuffò sonoramente.
-Continuo
a pensare che non sia il luogo adatto.- lei si
ravvivò i capelli, bevve un sorso di birra.
-Continuo
a pensare che tu sia strano. Rispondi a questa
domanda: mi tradisci?- le lanciò un’occhiata
stralunata. Quella situazione era
assurda e ridicola. Lei era ridicola e lui si sentiva braccato, fin
troppo.
Giulia non doveva saperlo. Si alzò in piedi di scatto non
interrompendo per un
secondo il contatto visivo.
-Tu
sei pazza.- abbandonò il bicchiere sul tavolino e prese
la prima felpa comoda che aveva a portata di mano prima di uscire dal
suo
camerino sbattendo la porta. Rimase solo per un istante incerto su dove
andare,
poi, prestando attenzione a non farsi vedere, entrò nel
camerino di Mika. Come
al solito non c’era nessuno. Era vuoto e silenzioso proprio
come avrebbe voluto
che fosse il proprio. Le luci erano accese solo su modalità
bassa, il che
immergeva la stanza in una penombra alquanto rilassante. Solo dopo una
decina
di secondi dalla sua entrata, qualcuno si mosse sul divano. Due occhi
stanchi e
un po’ gonfi, gli occhi verdi della persona che amava lo guardarono. Rimase immobile
sull’entrata ad osservarlo
come se solo stare lì gli desse pace. Cosa che peraltro era
vera.
-Che
fai?- la sua voce gli giunse bassa alle orecchie.
-Sto
in piedi.-
-Potresti
venirre qui, se vuoi.- mormorò l’altro
scompigliandosi i capelli. Nel momento in cui un ricciolo gli ricadde
sulla
fronte, lui decise di muoversi. Mika gli fece un po’ di posto
accanto a lui.
Federico non lo guardò nemmeno per un istante. Si mise a
fissare un punto
indistinto del muro davanti a lui.
-Sono
usciti i LandLord.- lo disse completamente a caso,
seguendo un suo filo di pensieri. Michael si appoggiò allo
schienale del
divano.
-Welcome in my club.-
alle sue parole anche Fedez si appoggiò allo schienale.
-E’
un po’ triste.-
-Lo
so.- sospirò Mika.
-Nessuno
capisce.- disse continuando a tenere lo sguardo
fisso davanti a lui. Entrambi avevano perso un concorrente quella sera,
un
concorrente a cui tenevano molto. Per Mika era già il
secondo eliminato, ora
avrebbe avuto solo Luca in squadra. Per lui era ancora più
difficile.
-Lo
so.- eppure andava avanti. Michael era forte. Riusciva a
gestire la sua relazione con Andy da lontano e riusciva a non farsi
scoprire. E
invece lui scappava, Giulia sospettava di qualcosa e l’unica
cosa che sapeva
fare era scappare via. Tutta la sua vita era un casino da due anni a
quella
parte e non faceva altro che fingere, mentire, illudersi. Ma a lui
piaceva
stare con Mika, gli piaceva veramente e il tempo stava scivolando via e
lui lo
stava lasciando andare.
-Abbracciami.- il
silenzio che seguì gli fece venire voglia di rimangiarsi
tutto. Ma la verità
era che era da tutta la sera che voleva starsene tranquillo, tra le
braccia di
qualcuno che non lo accusava di tradimento. Era probabilmente da una
vita
intera che aspettava di stare tra le braccia di qualcuno che lo capiva
veramente. Ed era così stanco di aspettare, era
così stanco di non poter stare
insieme a lui, era così terribilmente
stanco di nascondersi. Una braccio gli circondò le spalle
sospingendolo un po’
di lato mentre una mano gli guidava la testa nella medesima direzione.
Non ci
volle molto per incontrare il corpo caldo e spigoloso di Mika. Non ci
mise
molto ad essere inondato del suo profumo. Il suo respiro gli
accarezzava la
fronte ed era così bello, era tutto perfetto, era tutto
proprio come voleva. Le
dita del riccio si infilarono tra i suoi capelli, le sentirono muoversi
sulla
sua testa, sulla sua guancia e poi sul suo collo e poi di nuovo su fino
al
mento. Chiuse gli occhi, rimanendo cullato da quelle carezze. Avrebbe
voluto
viverci dentro, a quelle mani. Avrebbe voluto passare il resto della
sua vita
tra quelle braccia. Michael appoggiò la guancia sulla sua
testa, le carezze si
fecero più lente e più leggere. La stanchezza
sempre più pesante. I suoi tocchi
cessarono del tutto e il suo rispero si fece regolare. Fedez si
addormentò così
in quella notte di Novembre. Di tornare a casa, proprio non aveva
voglia.
Per
caso (ma forse no) si ritrovò a girovagare per il
quartiere in cui abitava Mika. Aveva appena dato le assegnazioni dei
nuovi
brani per il sesto Live, e prima di uscire per andare ad X Factor aveva
litigato con Giulia. In pratica, non aveva voglia di tornare a casa e
probabilmente, se ci avesse anche solo tentato, la sua ragazza gli
avrebbe
sbattuto la porta in faccia. Il problema era sempre quello: lei lo
accusava di
tradimento. Le donne avevano questo strano sesto senso grazie al quale
riuscivano a capire se le sei fedele o no. A Fedez spaventava
tremendamente
questa situazione perché continuare così
significava solo una cosa: lasciarsi.
E lui era codardo, lui era un vigliacco che voleva andare sempre sul
sicuro e
non poteva immaginare una vita senza Giulia. Non poteva lasciarla, non
aveva la
forza né tantomeno il coraggio. Sperava che questa
situazione si aggiustasse da
sola, che Giulia cominciasse a credere alle sue bugie e che non venisse
a
sapere nulla di Mika. In fondo, lei gli aveva chiesto se ci fosse un’altra
e di tutto quello che lui Michael si lasciavano scappare
ad X Factor non
ci aveva nemmeno fatto caso.
Si
fermò davanti alla casa del libanese. Il giardino
perfettamente curato, il colore biancastro delle pareti, le tende che
non
lasciavano intravedere nulla di quello che succedeva
all’interno, osservò ogni
minimo particolare e provò ad immaginare come fosse vivere
lì. Non doveva
essere poi così male. Sfilò le mani dalle tasche
strofinandole un po’ tra di
loro perché anche se era solo il primo pomeriggio faceva un
freddo terribile.
Si avvicinò al suo campanello, non si premurò
nemmeno di mandargli un messaggio
per sapere se fosse in casa, non poteva essere da
nessun’altra parte e
sinceramente non gli importava perché non aveva altro luogo
in cui andare.
Sfiorò appena il pulsantino di plastica ma lo ritrasse quasi
subito quando sentì
la porta aprirsi. Un riflesso involontario lo fece abbassare di scatto
per
farsi coprire dal muretto che circondava la casa. La voce di Mika gli
arrivò
nitida alle orecchie, stava parlando inglese, il suo accento era
inconfondibile,
poi però sentì un’altra voce, che aveva
sentito solo una volta per telefono e
che probabilmente, molto
probabilmente, apparteneva ad Andy. Si sporse un po’ di lato
perché voleva
vedere ogni cosa di quei due. Ok, forse
aveva cercato su google un paio di volte delle loro foto, ma quel
ragazzo sembrava
un fantasma e su di loro insieme c’era veramente poco
materiale. Guardò nella
direzione delle due voci e li incontrò lì, sul
vialetto di casa di Michael, due
figure tremendamente alte, che parlavano animatamente. Andreas se ne
stava lì
con i suoi capelli biondicci e con abbastanza barba, cosa che fece
storcere il
naso a Fedez perché lui quando vedeva che la sua raggiungeva
una lunghezza
preoccupante, decideva di radersela. Era magro, ma non troppo,
sicuramente non
ai livelli di Michael, probabilmente era robusto, ecco, e aveva il
collo lungo,
sembrava un tacchino. Si, anche la prima volta che l’aveva
incontrato aveva
pensato ad un tacchino biondiccio e con un marcato accento inglese.
Federico
ringhiò, come poteva piacere a Mika uno del genere? Non
aveva nulla di
particolare, era un patetico damerino inglese che con lo smoking
probabilmente
diventava un pinguino del cazzo. Il rapper cominciò a
zampettare di lato quando
li vide avvicinarsi al cancello. Il cuore che sembrava volergli
scoppiare nel
petto. Se Andy l’avesse beccato lì, avrebbe messo
nei casini più totali sia
Michael che lui e a lui, quelli più alti non piacevano
perché automaticamente si
sentiva inferiore. Fortunatamente trovò un cespuglio
piuttosto rigoglioso oltre
al muretto di casa di Mika, l’ideale per acquattarcisi
dietro. Scavalcò facendo
attenzioni a non farsi vedere né sentire e nel giro di
qualche istante si
ritrovò con le ginocchia affondate nel prato verde del
giardino della star
internazionale che, in quel momento, sembrava stesse pedinando.
Spostò qualche
ramo, giusto in tempo per vedere Andy che si prodigava a baciare in
modo
appassionato Mika. Una rabbia cieca cominciò a scorrergli
nelle vene, la
gelosia per quel bacio, per quelle mani che nel frattempo si erano
avvolte
attorno alla vita del riccio, per poco non lo fecero scoppiare. Aveva
una
voglia matta di uscire da quel cespuglio e prendere a pugni Andreas,
sul serio,
e magari, mentre lo stendeva a terra con uno dei colpi che aveva
imparato a
Boxe, aggiungere anche una frase del tipo lui
è mio. Un cliché insomma.
Ma
nel momento esatto in cui lui aveva formulato quell’ipotesi
(alquanto plausibile per inciso) i due fidanzati si erano
già lasciati, si
erano sussurrati qualcosa che li aveva fatti ridacchiare entrambi e poi
Andy se
n’era andato.
Attese
qualche istante prima di uscire allo scoperto, sia
perché doveva sbollire la rabbia, sia perché
doveva assicurarsi che Andreas
fosse abbastanza lontano dalla casa. Proprio quando decise di saltare
fuori
Mika si stava girando per tornarsene dentro. Non appena notò
la sua presenza si
voltò nella sua direzione. Sulla sua faccia si alternarono
espressioni
sconcertate, piene di disagio e alquanto sorprese.
-Ehii.-
fu l’unica cosa che Federico riuscì a dire mentre
si
ripuliva le ginocchia dal terriccio. Michael aprì la bocca,
ma la richiuse
subito dopo, inclinò la testa di lato ed emise un gridolino
indistinto, proprio
come quelli che faceva prima di commentare un’esibizione ad X
Factor.
-What were you doing
there?- gli chiese ad un certo punto guardandosi intorno con
circospezione.
-Parla
italiano, plis,
non sei più con Andy.- disse sistemandosi meglio il
giubbotto. Michael gli
lanciò un’occhiataccia.
-Cossa
facevi la?-
-Stavo
controllando la salute di quel cespuglio, mi sembra
parecchio giù di tono.- Fedez non era molto bravo in quelle
situazioni, in più,
era ancora arrabbiato, o meglio, ingelosito da quello che aveva visto
ed era
piuttosto scosso dal fatto che l’altro non gli avesse detto
che a casa sua c’era
Andreas. Il più alto dei due incrociò le braccia
al petto e gli scoccò un’occhiata
offesa.
-Idiotta.- disse
un momento prima di girarsi e andare verso la porta di casa sua.
Federico si
morse la lingua prima di correre nella sua direzione per fermarlo. Lo
prese per
una spalla e lo costrinse a girarsi.
-Scusa…ero
venuto a…uhm, trovarti,
credo.- Michael sorrise vittorioso come se quello fosse stato tutto una
semplice recita.
-Perché?-
gli domandò a bruciapelo con uno sguardo saccente.
-Ho
litigato ancora con Giulia.- dopo quell’affermazione il
sorriso sparì dalle labbra di Mika e venne sostituita da
un’espressione
comprensiva.
-Dai,
vieni dentri.-
Si
sedette su una sedia al tavolo della cucina di Mika
mentre quest’ultimo gli preparava una tisana. Si,
perché Fede deve calmarsi
e se lo diceva il padrone di casa, non si
fiatava. Si guardò intorno e notò quasi con
disgusto che c’erano tracce di Andy
ovunque. La valigia vicino all’appendiabiti, i cuscini non
perfettamente in
ordine del divano, un paio di scarpe in più poco lontano
dalla porta e poi c’era
il suo odore mischiato a quello di limone e a quello di Michael.
Sbuffò
sonoramente mentre appoggiava il pacchetto di Malboro sul tavolo. Si
era
dimenticato, di nuovo, la sigaretta elettronica a casa e di stare senza
fumare,
dopo una sfuriata con Giulia, proprio non se ne parlava.
Soppesò per un istante
se fumare oppure no, però i suoi pensieri vennero interrotti
da le due cagnoline
del libanese. Le aveva viste per la prima volta ad X Factor 8 e non era
stato
in grado di astenersi dall’accarezzarle. Anche se erano un
pochino troppo
grandi per i suoi standard, lui li adorava i cani, di qualsiasi misura
e razza.
Sospinse la sedia all’indietro in modo da poter
“giocare” con quella che, molto
probabilmente, doveva essere Amira. Lei gli saltò sulle
gambe, rischiando di
farlo cadere all’indietro, ma fu solo per un istante
perché poi, lui stesso cominciò
d accarezzarla in modo piuttosto animato. Sentì il sospiro
di Mika come
qualcosa di lontano e alquanto assorto. Si voltò per un
attimo e incontrò i
suoi occhi verdi che lo fissavano. Lui se ne stava con le braccia
incrociate al
petto e appoggiato al piano cottura mentre aspettava che la tisana si
scaldasse.
-Che
c’è?- gli chiese schivando una leccata da parte di
Amira. Il più altro stirò le labbra in un sorriso
malinconico.
-Gli
piacci.- mormorò ravvivandosi i capelli. Fedez sorrise
prima di spostare di nuovo l’attenzione sulla cagnolina.
-Lo
so.- sentì Michael ridacchiare e qualche istante dopo si
trovò una tazza fumante davanti agli occhi.
-Perché
hai litigati?- Federico bevve un sorso.
-Crede
che la tradisca con un’altra ragazza.- vide il
libanese stringere le dita attorno alla tazza fino a far sbiancare le
nocche.
-E
tu?-
-Beh,
io le dico che non è vero, cosa dovrei dirle? Le
passerà, come le sono passate le altre
“paranoie”.- sbuffò prima di bere un
altro sorso.
-Mi
disspiace.- il sussurro di Mika gli arrivò come il
più
triste dei suoni. Alzò lo sguardo su di lui fino ad
incontrare i suoi occhi
tristi. Gli sorrise, perché vederlo così
giù di morale rendeva triste anche
lui.
-E
di che? Anche tu non devi passartela bene visto come Andy
ti viene a controllare.- gli strappò una risata.
-Andreas
è qui per lavorro.- Federico bevve un altro sorso,
quella tisana era davvero buona anche se lui era più tipo da
cioccolata calda.
-Quando
torna?- chiese nel modo più innocente possibile
mentre un’idea gli si faceva largo in testa.
L’altro parve pensarci per un po’.
-For dinner, penso.-
il rapper finì del tutto la tisana, si alzò,
scavalcando Amira e Melachi che
gli si erano distese ai piedi, e andò verso a Mika. Gli
sfilò la tazza dalle
mani e poggiò entrambe sul lavandino, poi tornò a
lui con un sorrisetto
divertito.
-No,
no, non può.-
cercò di rimproverarlo il più grande dei due, ma
invano perché Fedez tirò
indietro la sedia e lo prese per i polsi dirigendolo verso la camera da
letto.
-E
se torna?- gli chiese mentre si sbottonava la camicia.
-Scappo
dal terrazzino, tanto ho imparato.- Michael rise,
rise in modo diverso da come aveva fatto poco prima con Andy, rise come
faceva
solo con lui. Fedez venne letteralmente buttato sul letto prima che
l’altro gli
gattonasse sopra.
-Je t’aime tant.-
fu un sussurro appena, in quello che doveva essere francese, lui
francese non
lo aveva mai fatto eppure sapeva cosa significava…era la
stessa cosa che aveva
sulla punta della lingua anche lui.
Ti amo, ti amo, ti amo.
Era
sera tardi quando si ritrovò a camminare per le strade
di una Milano piuttosto fredda. Ma non gli importava, probabilmente per
la
prima volta non sentiva veramente freddo. Era felice e leggero. Si
sentiva bene
e in pace con sé stesso. Tra pochi minuti sarebbe stato a
casa da Giulia e
mentirle non sarebbe stato così difficile come pensava.
L’unica cosa che ci
voleva in quel momento era una buona sigaretta, poi sarebbe stato
pronto per
affrontare l’ennesima sfuriata della ragazza.
Cercò nella tasca del giubbotto,
ma non le trovò, allora si spostò in quelle dei
pantaloni, ma non le trovò. Il
sorriso si incrinò sulle sue labbra mentre come un pazzo si
tastava ogni tasca
di ogni indumento che aveva addosso. Delle sigarette neanche
l’ombra.
Il
sangue gli si gelò nelle vene quando il suono di un
messaggio gli arrivò alle orecchie. E poi un altro suono, e
un altro ancora.
Gli parve di impazzire perché quel suono gli stava dando ai
nervi. Quando lesse
il nome del mittente i suoi peggiori sospetti vennero confermati.
“Cazzo”
“Dove hai lassciato
tue sigarete?”
“Fuck”
“Andy lo sa”
Angolo autriciah:
E per la serie "chi è il cretino di turno" il premio va a *rullo di tamburi* Fedez! Che si dimentica le robe in giro con Andy nei paraggii! Evviva.
No, okay, povero Mika, amore mio, si ritrova tra le mani proprio Fede, e vabbe, si amano, cari miei.
Dunque, che ve ne pae come penultimo capitolo? Cosa pensate che succederà? Cosa combineranno maii?? Mah.
Spero di aver aggiornato abbastanza in fretta, sappiate che questo capitlo invece mi piace. Ahahaha, non lo disconosco come l'altro.
Bene, la smetto di farneticare, solite cose: se ci sono errori segnalatemeli, è tardi, e boh leggete :')
A prestissimo (?),
Road