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Autore: Road_sama    27/12/2015    4 recensioni
*Dal sesto capitolo*
-E’ così difficile, cazzo.- continuò Federico stringendo un po’ la presa su i polsi magri dell’altro.
-Non importa.- ripeté ancora Mika. Era vero tutto quello che stava dicendo Fedez, era tutto tremendamente vero ma lui non voleva pensarci: una nuova edizione di X Factor stava iniziando e nulla li avrebbe separati per i prossimi mesi. Avrebbero avuto modo di recuperare tutto il tempo perduto. Lui avrebbe avuto il tempo di farsi perdonare, lui avrebbe avuto il tempo di amare ed essere amato.
-La vita fa schifo.- disse Federico cercando di nuovo le labbra del più alto.
-The view is beautiful.-
//Midez/Fedez x Mika/Accenni a Giulia x Fedez/Mika x Andreas//
Genere: Angst, Generale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Fedez, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13: 21 Grammi

 



Fedez si morse la lingua mentre con il pollice un po’ indolenzito dal freddo chiudeva la chiamata con Mika. Non sapeva cosa gli era preso. Probabilmente era la stanchezza, non era più abituato a fare after e gestire gli impegni di X Factor contemporaneamente. In più quando Mika gli aveva mandato quel messaggio, proprio a lui, lui che si agita persino quando è in bagno, non ci aveva più visto. Aveva sentito la notizia di Parigi ed era rimasto basito, alla fine dei conti, si era verificata una strage di tale portata in un luogo veramente vicino a lui, poi però era arrivato Ax e non ci aveva pensato più di tanto. Dopo il messaggio di Michael si era letteralmente buttato giù dal divano di J Ax su cui stava agonizzante a causa di una nottata di birre (ma non troppe) e partite infinite alla wii. Stava per addormentarsi, sul serio, proprio come tutti gli altri ma dopo quel momento si era svegliato del tutto. Aveva rischiato di inciampare sulle masse informi che erano i corpi dei suoi amici, poi aveva preso il primo pacchetto di sigarette che aveva trovato sul pavimento (per una volta aveva ringraziato i suoi amici fumatori incalliti) e si era fiondato fuori dalla porta di casa. Se l’era accostata alle spalle e si era acceso la sigaretta. Le dita che quasi gli tremavano perché, solo dopo aver digitato il numero di Mika, si era reso conto che fuori faceva un freddo assurdo per la sua misera magliettina a maniche corte. Aveva aspettato e aspettato, e mentre il cellulare dell’altro squillava con due tiri era già arrivato a metà sigaretta. Dopo lunghissimi secondi gli aveva risposto, ma lui non era esattamente dell’umore ad adatto per starlo a sentire visto l’orario e in più, cosa molto importante, Michael gli aveva scritto via messaggio una cosa così seria. Non gli aveva lasciato il tempo di rispondere, lo aveva aggredito volutamente per fargli capire che stava sbagliando ma che allo stesso tempo lui, Federico Leonardo Lucia detto Fedez, era fottutamente preoccupato per la sua incolumità. La decisione di partire per la Francia non spettava più solo a lui, non era una cosa da prendere così alla leggera. La vita di Mika non era più solo affare suo, ma anche di Fedez dal momento in cui…beh, dal momento in cui si erano conosciuti lasciando indefinito il loro rapporto.

Ovviamente tutte queste considerazioni, il rapper, si premurò di tenersele per sé.

Alla fine aveva ceduto. Mika era testardo, estremamente testardo e da questo punto di vista erano molto simili. Quando si impuntava di fare una cosa, la faceva e basta. Si accese la seconda sigaretta tenendo il cellulare tra la spalla e l’orecchio.

Everything is going to be ok, gli aveva detto. E lui si fidava, sul serio, ma era spaventato. Cos’avrebbe fatto se nel peggiore dei casi Mika fosse stato coinvolto in un altro attentato? Cos’avrebbe potuto fare, lui che non poteva avere alcuna pretesa sull’altro perché…beh, lui teoricamente era solo un “collega” o solo un “amante”?

Era nel panico più totale perché quella sarebbe potuta essere l’ultima volta che si sentivano. Quella sarebbe potuta essere la sua ultima occasione di…

-Io credo di amarti, cazzo.-

-Cosa?- un momento di lucidità gli attraversò la mente. No, no. Mika non sarebbe morto, lui non credeva veramente di essere innamorato e tutta quella situazione era assurda.

-Nulla, sono stanco, ho sonno e tu devi prendere un aereo. Fatti sentire.-

Aspirò una boccata di fumo mentre con lo sguardo guardava lo schermo spento del suo cellulare. Per fortuna non lo aveva sentito.

Un applauso leggero lo fece sobbalzare, il telefono rischiò di scivolargli via  dalle mani. Sulla porta di casa sua se ne stava un J Ax con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.

-“Credo di amarti, cazzo” un libro di Federico Leonardo Lucia sui peggiori modi possibili per dire “ti amo”.- la voce gracchiante dell’amico gli giunse decisamente sarcastica alle orecchie.

-Vaffanculo.- disse girandosi dall’altra parte. L’altro rapper gli si avvicinò, prese una sigaretta dal pacchetto che aveva in mano Federico e se la accese con molta tranquillità.

-Vuoi parlarne?- chiese aspirando un po’ di fumo.

-Non lo so.- il silenzio calò per qualche attimo tra di loro. I primi raggi dell’alba li illuminarono causandogli un leggero dolore agli occhi stanchi.

-Non riesco a capire che mi succede, in realtà. Prima era semplice: si trattava di sesso occasionale e basta, né io né lui volevamo di più. Era un modo per scaricare la tensione, per stare bene. E poi lui mi ha detto I love you e io ho cominciato a pensarci veramente.- poteva sentire chiaramente la presenza dell’amico accanto a lui, ma stranamente non lo infastidiva.

-E non so, credo di essermi innamorato davvero, in qualche assurdo modo, grazie a qualche scherzo del destino, che cazzo ne so, forse è tutto un complotto di Signorini per la canzone che ho fatto.- J Ax ridacchiò accanto a lui.

-Sicuramente è colpa di Signorini, zio. Il suo secondo nome è ovviamente “Cupido”.- Fedez gli mollò una spallata leggera. Spense la sigaretta sul metallo del corrimano di quella specie di terrazzino.

-Il problema è che siamo solo degli schifosi amanti che tradiscono a vicenda.-

-Questo non vuol dire niente.- anche Ax spense la sigaretta, esalando l’ultima boccata di fumo.

-O forse vuol dire tutto.-

 

Si videro dopo cinque giorni. Furono i cinque giorni più lunghi della sua vita. Mika gli aveva scritto praticamente ogni dieci minuti e appena aveva un momento libero per stare da solo lo chiamava. Parlavano al telefono del nulla, la maggior parte delle volte. Si facevano delle battutine stupide, si punzecchiavano, parlavano esattamente come accadeva durante i Live. Era come se loro due fossero una coppia di sposini e Mika fosse momentaneamente via di casa per lavoro. Sembrava che quella casa che Fedez condivideva con Giulia in realtà fosse quella sua e di Michael. In quei giorni saggiarono cosa voleva dire avere una relazione a distanza. E in quei momenti, entrambi, si illusero che sarebbe potuta andare a finire così. Le loro menti, quasi in contemporanea, si erano messe a fantasticare sul loro futuro. Alla fine di X Factor Federico avrebbe fatto coming out e avrebbe lasciato Giulia mentre Mika avrebbe dovuto soltanto dirlo ad Andy. Poi, sarebbero andati a vivere da qualche parte e avrebbero continuato a fare le star, in giro per l’Italia e per il mondo con i loro tour. E quando non sarebbero stati insieme  si sarebbero sentiti per cellulare, o magari qualche videochiamata. Avrebbero potuto farcela così. Ogni cosa sarebbe andata come sentivano che dovesse andare. Fedez non era uno che sapeva esternare bene le sue emozioni, a parte quando si trattava di commuoversi per l’esibizione di un concorrente, quindi, quando aveva visto Mika alle prove gli era venuto l’impulso di abbracciarlo, lì davanti a tutto lo staff di X Factor. Solo in un secondo momento si era reso conto di quello che aveva pensato e si era dato dello stupido per una ventina di volte. Quel genere di persona tutta abbracci e arcobaleni era Michael, non lui. Lo aveva salutato con un sorriso a cui l’altro aveva risposto stancamente. Delle leggere occhiaie gli circondavano gli occhi e, vederlo così provato, fece male a Fedez. Mika era quello sempre allegro e instancabile, non era così.

Le prove erano volate via velocemente. Erano tutti troppo stanchi per fare qualsiasi cosa e ognuno era ritornato a casa propria quasi subito. Il giorno successivo ci sarebbe stato il Live con la “roulette russa” e già si sentiva il nervosismo dilagare negli studi.

 

 

Fedez alzò il bicchierino di plastica al cui interno si agitava un liquido ambrato.

-Ai LandLord! E che questi ragazzi possano continuare ad andare avanti.- la sua voce suonò indistinta sulle altre. La band se ne stava davanti a lui, circondato dai suoi amici, nel suo camerino, gli occhi gonfi per le lacrime e dei sorrisi tirati. Lo stesso sorriso che campeggiava sulle sue labbra. Arrivare al quinto Live con la squadra al completo lo aveva fatto affezionare a quei ragazzi. Lasciare andare qualcuno come loro era difficile. L’eliminazione dei LandLord era stata un duro colpo. E la birra che ora stava bevendo era  più amara del solito. Mischiata a quella sostanza c’era la sconfitta, il sapore acido della consapevolezza di non aver fatto abbastanza.

Si gettò sul divanetto insieme ad altri due suoi amici. Rise, affrontò quella situazione con un sorriso per celare la rabbia e la tristezza che invece aveva dentro. Troppa tensione, troppo nervosismo, troppa paura di essere scoperto, troppo tutto. E l’unica cosa che avrebbe voluto in quel momento era starsene da solo.

-Tutto bene?- Giulia gli si sedette sulle ginocchia. Lui la guardò e pensò a quello che aveva con lei. Immaginò la sua vita senza di lei. Come avrebbe vissuto? Come sarebbe stata viverla con Mika?

Annuì con un sorriso spento. Lei le accarezzò una guancia.

-Sei un po’ strano ultimamente.- gli disse tranquillamente tra la gente. Fedez puntò gli occhi nei suoi come se volesse cercare di capire se sospettasse qualcosa di lui e Mika.

-Non è niente…sono solo stanco.- si accese la sigaretta elettronica e distolse lo sguardo. Sperava che la conversazione morisse la. Sperò che lei smettesse di fargli domande perché lui già ne aveva troppe per conto suo.

-C’è un’altra?- e quella domanda per poco non lo fece strozzare con la sua stessa saliva. Sputò fuori il fumo piegandosi in due. Tutti gli occhi furono su di lui. Qualcuno gli chiese se stava bene, altri gli domandarono di non soffocarsi e nel giro di pochi istanti di nuovo il vociare nella stanza si fece intenso.

-Dobbiamo parlare di queste cose proprio ora? Sei paranoica.- Giulia si alzò dalle sue gambe e lo guardò con sguardo gelido, gli occhi azzurri che sembravano volerlo accusare da lontano.

-A casa non ci sei mai praticamente, passi le notti fuori la maggior parte delle volte, quando provo a parlarti scappi. Cosa dovrei fare?- lui si guardò intorno, nessuno sembrava averli sentiti, qualcuno stava addirittura andando via. Sbuffò sonoramente.

-Continuo a pensare che non sia il luogo adatto.- lei si ravvivò i capelli, bevve un sorso di birra.

-Continuo a pensare che tu sia strano. Rispondi a questa domanda: mi tradisci?- le lanciò un’occhiata stralunata. Quella situazione era assurda e ridicola. Lei era ridicola e lui si sentiva braccato, fin troppo. Giulia non doveva saperlo. Si alzò in piedi di scatto non interrompendo per un secondo il contatto visivo.

-Tu sei pazza.- abbandonò il bicchiere sul tavolino e prese la prima felpa comoda che aveva a portata di mano prima di uscire dal suo camerino sbattendo la porta. Rimase solo per un istante incerto su dove andare, poi, prestando attenzione a non farsi vedere, entrò nel camerino di Mika. Come al solito non c’era nessuno. Era vuoto e silenzioso proprio come avrebbe voluto che fosse il proprio. Le luci erano accese solo su modalità bassa, il che immergeva la stanza in una penombra alquanto rilassante. Solo dopo una decina di secondi dalla sua entrata, qualcuno si mosse sul divano. Due occhi stanchi e un po’ gonfi, gli occhi verdi della persona che amava lo guardarono. Rimase immobile sull’entrata ad osservarlo come se solo stare lì gli desse pace. Cosa che peraltro era vera.

-Che fai?- la sua voce gli giunse bassa alle orecchie.

-Sto in piedi.-

-Potresti venirre qui, se vuoi.- mormorò l’altro scompigliandosi i capelli. Nel momento in cui un ricciolo gli ricadde sulla fronte, lui decise di muoversi. Mika gli fece un po’ di posto accanto a lui. Federico non lo guardò nemmeno per un istante. Si mise a fissare un punto indistinto del muro davanti a lui.

-Sono usciti i LandLord.- lo disse completamente a caso, seguendo un suo filo di pensieri. Michael si appoggiò allo schienale del divano.

-Welcome in my club.- alle sue parole anche Fedez si appoggiò allo schienale.

-E’ un po’ triste.-

-Lo so.- sospirò Mika.

-Nessuno capisce.- disse continuando a tenere lo sguardo fisso davanti a lui. Entrambi avevano perso un concorrente quella sera, un concorrente a cui tenevano molto. Per Mika era già il secondo eliminato, ora avrebbe avuto solo Luca in squadra. Per lui era ancora più difficile.

-Lo so.- eppure andava avanti. Michael era forte. Riusciva a gestire la sua relazione con Andy da lontano e riusciva a non farsi scoprire. E invece lui scappava, Giulia sospettava di qualcosa e l’unica cosa che sapeva fare era scappare via. Tutta la sua vita era un casino da due anni a quella parte e non faceva altro che fingere, mentire, illudersi. Ma a lui piaceva stare con Mika, gli piaceva veramente e il tempo stava scivolando via e lui lo stava lasciando andare.

-Abbracciami.- il silenzio che seguì gli fece venire voglia di rimangiarsi tutto. Ma la verità era che era da tutta la sera che voleva starsene tranquillo, tra le braccia di qualcuno che non lo accusava di tradimento. Era probabilmente da una vita intera che aspettava di stare tra le braccia di qualcuno che lo capiva veramente. Ed era così stanco di aspettare, era così stanco di non poter stare insieme a lui, era così terribilmente stanco di nascondersi. Una braccio gli circondò le spalle sospingendolo un po’ di lato mentre una mano gli guidava la testa nella medesima direzione. Non ci volle molto per incontrare il corpo caldo e spigoloso di Mika. Non ci mise molto ad essere inondato del suo profumo. Il suo respiro gli accarezzava la fronte ed era così bello, era tutto perfetto, era tutto proprio come voleva. Le dita del riccio si infilarono tra i suoi capelli, le sentirono muoversi sulla sua testa, sulla sua guancia e poi sul suo collo e poi di nuovo su fino al mento. Chiuse gli occhi, rimanendo cullato da quelle carezze. Avrebbe voluto viverci dentro, a quelle mani. Avrebbe voluto passare il resto della sua vita tra quelle braccia. Michael appoggiò la guancia sulla sua testa, le carezze si fecero più lente e più leggere. La stanchezza sempre più pesante. I suoi tocchi cessarono del tutto e il suo rispero si fece regolare. Fedez si addormentò così in quella notte di Novembre. Di tornare a casa, proprio non aveva voglia.

 

 

Per caso (ma forse no) si ritrovò a girovagare per il quartiere in cui abitava Mika. Aveva appena dato le assegnazioni dei nuovi brani per il sesto Live, e prima di uscire per andare ad X Factor aveva litigato con Giulia. In pratica, non aveva voglia di tornare a casa e probabilmente, se ci avesse anche solo tentato, la sua ragazza gli avrebbe sbattuto la porta in faccia. Il problema era sempre quello: lei lo accusava di tradimento. Le donne avevano questo strano sesto senso grazie al quale riuscivano a capire se le sei fedele o no. A Fedez spaventava tremendamente questa situazione perché continuare così significava solo una cosa: lasciarsi. E lui era codardo, lui era un vigliacco che voleva andare sempre sul sicuro e non poteva immaginare una vita senza Giulia. Non poteva lasciarla, non aveva la forza né tantomeno il coraggio. Sperava che questa situazione si aggiustasse da sola, che Giulia cominciasse a credere alle sue bugie e che non venisse a sapere nulla di Mika. In fondo, lei gli aveva chiesto se ci fosse un’altra  e di tutto quello che lui Michael si lasciavano scappare ad X Factor non ci aveva nemmeno fatto caso.

Si fermò davanti alla casa del libanese. Il giardino perfettamente curato, il colore biancastro delle pareti, le tende che non lasciavano intravedere nulla di quello che succedeva all’interno, osservò ogni minimo particolare e provò ad immaginare come fosse vivere lì. Non doveva essere poi così male. Sfilò le mani dalle tasche strofinandole un po’ tra di loro perché anche se era solo il primo pomeriggio faceva un freddo terribile. Si avvicinò al suo campanello, non si premurò nemmeno di mandargli un messaggio per sapere se fosse in casa, non poteva essere da nessun’altra parte e sinceramente non gli importava perché non aveva altro luogo in cui andare. Sfiorò appena il pulsantino di plastica ma lo ritrasse quasi subito quando sentì la porta aprirsi. Un riflesso involontario lo fece abbassare di scatto per farsi coprire dal muretto che circondava la casa. La voce di Mika gli arrivò nitida alle orecchie, stava parlando inglese, il suo accento era inconfondibile, poi però sentì un’altra voce, che aveva sentito solo una volta per telefono e che probabilmente, molto probabilmente, apparteneva ad Andy. Si sporse un po’ di lato perché  voleva vedere ogni cosa di quei due. Ok, forse aveva cercato su google un paio di volte delle loro foto, ma quel ragazzo sembrava un fantasma e su di loro insieme c’era veramente poco materiale. Guardò nella direzione delle due voci e li incontrò lì, sul vialetto di casa di Michael, due figure tremendamente alte, che parlavano animatamente. Andreas se ne stava lì con i suoi capelli biondicci e con abbastanza barba, cosa che fece storcere il naso a Fedez perché lui quando vedeva che la sua raggiungeva una lunghezza preoccupante, decideva di radersela. Era magro, ma non troppo, sicuramente non ai livelli di Michael, probabilmente era robusto, ecco, e aveva il collo lungo, sembrava un tacchino. Si, anche la prima volta che l’aveva incontrato aveva pensato ad un tacchino biondiccio e con un marcato accento inglese. Federico ringhiò, come poteva piacere a Mika uno del genere? Non aveva nulla di particolare, era un patetico damerino inglese che con lo smoking probabilmente diventava un pinguino del cazzo. Il rapper cominciò a zampettare di lato quando li vide avvicinarsi al cancello. Il cuore che sembrava volergli scoppiare nel petto. Se Andy l’avesse beccato lì, avrebbe messo nei casini più totali sia Michael che lui e a lui, quelli più alti non piacevano perché automaticamente si sentiva inferiore. Fortunatamente trovò un cespuglio piuttosto rigoglioso oltre al muretto di casa di Mika, l’ideale per acquattarcisi dietro. Scavalcò facendo attenzioni a non farsi vedere né sentire e nel giro di qualche istante si ritrovò con le ginocchia affondate nel prato verde del giardino della star internazionale che, in quel momento, sembrava stesse pedinando. Spostò qualche ramo, giusto in tempo per vedere Andy che si prodigava a baciare in modo appassionato Mika. Una rabbia cieca cominciò a scorrergli nelle vene, la gelosia per quel bacio, per quelle mani che nel frattempo si erano avvolte attorno alla vita del riccio, per poco non lo fecero scoppiare. Aveva una voglia matta di uscire da quel cespuglio e prendere a pugni Andreas, sul serio, e magari, mentre lo stendeva a terra con uno dei colpi che aveva imparato a Boxe, aggiungere anche una frase del tipo lui è mio. Un cliché insomma.

Ma nel momento esatto in cui lui aveva formulato quell’ipotesi (alquanto plausibile per inciso) i due fidanzati si erano già lasciati, si erano sussurrati qualcosa che li aveva fatti ridacchiare entrambi e poi Andy se n’era andato.

Attese qualche istante prima di uscire allo scoperto, sia perché doveva sbollire la rabbia, sia perché doveva assicurarsi che Andreas fosse abbastanza lontano dalla casa. Proprio quando decise di saltare fuori Mika si stava girando per tornarsene dentro. Non appena notò la sua presenza si voltò nella sua direzione. Sulla sua faccia si alternarono espressioni sconcertate, piene di disagio e alquanto sorprese.

-Ehii.- fu l’unica cosa che Federico riuscì a dire mentre si ripuliva le ginocchia dal terriccio. Michael aprì la bocca, ma la richiuse subito dopo, inclinò la testa di lato ed emise un gridolino indistinto, proprio come quelli che faceva prima di commentare un’esibizione ad X Factor.

-What were you doing there?- gli chiese ad un certo punto guardandosi intorno con circospezione.

-Parla italiano, plis, non sei più con Andy.- disse sistemandosi meglio il giubbotto. Michael gli lanciò un’occhiataccia.

-Cossa facevi la?-

-Stavo controllando la salute di quel cespuglio, mi sembra parecchio giù di tono.- Fedez non era molto bravo in quelle situazioni, in più, era ancora arrabbiato, o meglio, ingelosito da quello che aveva visto ed era piuttosto scosso dal fatto che l’altro non gli avesse detto che a casa sua c’era Andreas. Il più alto dei due incrociò le braccia al petto e gli scoccò un’occhiata offesa.

-Idiotta.- disse un momento prima di girarsi e andare verso la porta di casa sua. Federico si morse la lingua prima di correre nella sua direzione per fermarlo. Lo prese per una spalla e lo costrinse a girarsi.

-Scusa…ero venuto a…uhm, trovarti, credo.- Michael sorrise vittorioso come se quello fosse stato tutto una semplice recita.

-Perché?- gli domandò a bruciapelo con uno sguardo saccente.

-Ho litigato ancora con Giulia.- dopo quell’affermazione il sorriso sparì dalle labbra di Mika e venne sostituita da un’espressione comprensiva.

-Dai, vieni dentri.-

 

Si sedette su una sedia al tavolo della cucina di Mika mentre quest’ultimo gli preparava una tisana. Si, perché Fede deve calmarsi e se lo diceva il padrone di casa, non si fiatava. Si guardò intorno e notò quasi con disgusto che c’erano tracce di Andy ovunque. La valigia vicino all’appendiabiti, i cuscini non perfettamente in ordine del divano, un paio di scarpe in più poco lontano dalla porta e poi c’era il suo odore mischiato a quello di limone e a quello di Michael. Sbuffò sonoramente mentre appoggiava il pacchetto di Malboro sul tavolo. Si era dimenticato, di nuovo, la sigaretta elettronica a casa e di stare senza fumare, dopo una sfuriata con Giulia, proprio non se ne parlava. Soppesò per un istante se fumare oppure no, però i suoi pensieri vennero interrotti da le due cagnoline del libanese. Le aveva viste per la prima volta ad X Factor 8 e non era stato in grado di astenersi dall’accarezzarle. Anche se erano un pochino troppo grandi per i suoi standard, lui li adorava i cani, di qualsiasi misura e razza. Sospinse la sedia all’indietro in modo da poter “giocare” con quella che, molto probabilmente, doveva essere Amira. Lei gli saltò sulle gambe, rischiando di farlo cadere all’indietro, ma fu solo per un istante perché poi, lui stesso cominciò d accarezzarla in modo piuttosto animato. Sentì il sospiro di Mika come qualcosa di lontano e alquanto assorto. Si voltò per un attimo e incontrò i suoi occhi verdi che lo fissavano. Lui se ne stava con le braccia incrociate al petto e appoggiato al piano cottura mentre aspettava che la tisana si scaldasse.

-Che c’è?- gli chiese schivando una leccata da parte di Amira. Il più altro stirò le labbra in un sorriso malinconico.

-Gli piacci.- mormorò ravvivandosi i capelli. Fedez sorrise prima di spostare di nuovo l’attenzione sulla cagnolina.

-Lo so.- sentì Michael ridacchiare e qualche istante dopo si trovò una tazza fumante davanti agli occhi.

-Perché hai litigati?- Federico bevve un sorso.

-Crede che la tradisca con un’altra ragazza.- vide il libanese stringere le dita attorno alla tazza fino a far sbiancare le nocche.

-E tu?-

-Beh, io le dico che non è vero, cosa dovrei dirle? Le passerà, come le sono passate le altre “paranoie”.- sbuffò prima di bere un altro sorso.

-Mi disspiace.- il sussurro di Mika gli arrivò come il più triste dei suoni. Alzò lo sguardo su di lui fino ad incontrare i suoi occhi tristi. Gli sorrise, perché vederlo così giù di morale rendeva triste anche lui.

-E di che? Anche tu non devi passartela bene visto come Andy ti viene a controllare.- gli strappò una risata.

-Andreas è qui per lavorro.- Federico bevve un altro sorso, quella tisana era davvero buona anche se lui era più tipo da cioccolata calda.

-Quando torna?- chiese nel modo più innocente possibile mentre un’idea gli si faceva largo in testa. L’altro parve pensarci per un po’.

-For dinner, penso.- il rapper finì del tutto la tisana, si alzò, scavalcando Amira e Melachi che gli si erano distese ai piedi, e andò verso a Mika. Gli sfilò la tazza dalle mani e poggiò entrambe sul lavandino, poi tornò a lui con un sorrisetto divertito.

-No, no, non può.- cercò di rimproverarlo il più grande dei due, ma invano perché Fedez tirò indietro la sedia e lo prese per i polsi dirigendolo verso la camera da letto.

-E se torna?- gli chiese mentre si sbottonava la camicia.

-Scappo dal terrazzino, tanto ho imparato.- Michael rise, rise in modo diverso da come aveva fatto poco prima con Andy, rise come faceva solo con lui. Fedez venne letteralmente buttato sul letto prima che l’altro gli gattonasse sopra.

-Je t’aime tant.- fu un sussurro appena, in quello che doveva essere francese, lui francese non lo aveva mai fatto eppure sapeva cosa significava…era la stessa cosa che aveva sulla punta della lingua anche lui.

Ti amo, ti amo, ti amo.

 

 

Era sera tardi quando si ritrovò a camminare per le strade di una Milano piuttosto fredda. Ma non gli importava, probabilmente per la prima volta non sentiva veramente freddo. Era felice e leggero. Si sentiva bene e in pace con sé stesso. Tra pochi minuti sarebbe stato a casa da Giulia e mentirle non sarebbe stato così difficile come pensava. L’unica cosa che ci voleva in quel momento era una buona sigaretta, poi sarebbe stato pronto per affrontare l’ennesima sfuriata della ragazza. Cercò nella tasca del giubbotto, ma non le trovò, allora si spostò in quelle dei pantaloni, ma non le trovò. Il sorriso si incrinò sulle sue labbra mentre come un pazzo si tastava ogni tasca di ogni indumento che aveva addosso. Delle sigarette neanche l’ombra.

Il sangue gli si gelò nelle vene quando il suono di un messaggio gli arrivò alle orecchie. E poi un altro suono, e un altro ancora. Gli parve di impazzire perché quel suono gli stava dando ai nervi. Quando lesse il nome del mittente i suoi peggiori sospetti vennero confermati.

“Cazzo”

“Dove hai lassciato tue sigarete?”

“Fuck”

“Andy lo sa”









Angolo autriciah:

E per la serie "chi è il cretino di turno" il premio va a *rullo di tamburi* Fedez! Che si dimentica le robe in giro con Andy nei paraggii! Evviva.

No, okay, povero Mika, amore mio, si ritrova tra le mani proprio Fede, e vabbe, si amano, cari miei.

Dunque, che ve ne pae come penultimo capitolo? Cosa pensate che succederà? Cosa combineranno maii?? Mah.

Spero di aver aggiornato abbastanza in fretta, sappiate che questo capitlo invece mi piace. Ahahaha, non lo disconosco come l'altro. 

Bene, la smetto di farneticare, solite cose: se ci sono errori segnalatemeli, è tardi, e boh leggete :')

A prestissimo (?),

Road

  
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