Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: paneenutella    27/12/2015    15 recensioni
Fedez capisce, probabilmente solo in quel momento, perché lo sguardo del riccio lo abbia sempre messo in soggezione.
Mika lo guarda come se lo vedesse davvero.
« Quando sono nervoso mi sudano le mani » confessa il ragazzo, parlando troppo velocemente. Forse è colpa dell'alcool o forse è solo euforico.
« Non mi disturba » risponde Fedez.
« E mi vengono i crampi allo stomaco » continua l'altro, come se Fedez non lo sapesse.
« È carino ».
« E- E poi inizio a parlareparlareparlare e arroscisco spesso ».
« La trovo una cosa adorabile » ammette Fedez e gli sorride perché è vero. È così dannatamente adorabile.
« Sono un ragazzo » sussurra Mika, come se non fosse già abbastanza ovvio.
« Non mi importa ».
E poi succede tutto velocemente. Oppure a rallentatore.
Fedez non lo sa.
Non capisce più nulla dal momento in cui Mika, alto, elegante, snello, con i capelli sempre incasinati e quegli occhi enormi, si china verso di lui e lo bacia.
MikaXFedez // Urban Strangers
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fedez
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando Fedez sente un leggero chiacchiericcio e alcune risatine provenire dal salotto, capisce che quel giovedì mattina non potrà dormire fino a tardi.
Ne ha la certezza, quando il baccano si sposta, lentamente, in camera sua. All'inizio pensa che sia solo una sua impressione, quindi, si copre con il lenzuolo fin sopra la testa e spera semplicemente che – chiunque sia – smetta.
Ma ogni volta che Fedez desidera veramente qualcosa – in questo caso il silenzio – non la ottiene.
Le risate si fanno più vicine e il ragazzo riconosce quella cristallina di Mika.
Grandioso.
Poi, un sussurro: « Gennà, stai attento. Stavo per finirti addosso ».
« Stai attento tu, semmai. Madò, hai sempre la testa tra le nuvole ».
Se Fedez avesse gli occhi aperti, in questo momento li alzerebbe al cielo, probabilmente. Pensa che i tre idioti siano entrati in camera per cercare e prendere qualcosa (non gli interessa, comunque) e che se ne andranno presto.
Ovviamente si sbaglia.
« Shh ». E questo è decisamente Mika.
Passano pochi secondi, Fedez sente altre risatine, poi silenzio. Per un attimo il ragazzo tatuato è davvero convinto che sia tutto finito.
« Good morning, good morning » inizia Gennaro.
« We've danced the whole night through » continua Alessio.
E davvero? Sta succedendo veramente?
« Good morning, good morning to you » concludono, tutti e tre insieme.
Fedez fa un verso molto simile ad un grugnito ma, prima che possa alzarsi e mandare via tutti a calci nel sedere, Mika continua il loro improvvisato musical urlando: « Let it go, let it go, can't hold you back anymooooore » probabilmente fa un salto o una piroetta, visto che Fedez sente una specie di tonfo.
È ancora sotto la coperta, comunque. Magari succede come con i predatori. Se lui, preda, finge di essere morto, forse lo lasceranno in pace.
Non funziona neanche questo, visto che i tre amici scoppiano a ridere e si buttano sopra il suo materasso. Sopra di lui.
Fedez non pensa di poter reggere oltre. « Cosa c'è che non va in voi » dice, da sotto il lenzuolo, e non è una domanda, piuttosto un'affermazione che nasconde una buona dose di triste rassegnazione.
Gli altri, in risposta, ridono più forte, e non sembrano avere intenzione di muoversi da là sopra.
Fedez vorrebbe strozzarli.
Mika, poi, ha la brillante idea di alzarsi in piedi.
« Avete. Dei. Cazzo. Di. Problemi. » scandisce Fedez, mentre il riccio, rapidissimo, solleva la coperta e si sdraia accanto a lui, guardandolo negli occhi, con quello stupidissimo sorriso che si ritrova ancora stampato sulla faccia.
« Mentali » aggiunge Fedez, dopo una pausa probabilmente troppo lunga. Mika non sembra curarsene.
« Alex e Genn ci hanno invitato di andare a Liverpool con loro insieme, questa mattina » dice il riccio, mandando a quel paese tutte le regole della grammatica con una sola frase.
Non ce la può fare.
Fedez lancia un rapido sguardo ai due ragazzi, ancora sdraiati sopra di lui, che lo guardano con occhi speranzosi.
Si corregge mentalmente. Non ce la possono fare.
« Dai, vieni con noi! Il mondo è pieno di gente che vive nel mondo esterno, che esce, va in giro... l'esterno è bello» lo incoraggia Alessio.
« Se l'esterno è così bello, perché nelle ultime migliaia di anni l'uomo ha sempre cercato la sua dimora all'interno? » sbuffa Fedez; Gennaro ridacchia.
Gli basta un'occhiata di Mika, comunque. Un solo fottutissimo sguardo.
« E va bene » cede, alla fine, e si rende conto di non essersi fatto pregare neanche più di tanto.
Genn e Alex scendono dal materasso e si battono un cinque, soddisfatti. Fedez si chiede quanti anni abbiano, seriamente.
Mika, invece, gli stringe piano la manica del pigiama che sta indossando. « Grazie » gli sussurra e, se possibile, sorride ancora di più.
E Fedez vorrebbe cavarsi gli occhi, pur di non guardargli così insistentemente le labbra.
« Come - » si schiarisce la gola, « come avevate intenzione di andarci, a Liverpool? ».
« In realtà volevamo prendere un pullman, ma Mik ha detto che avremmo potuto usare la macchina dello zio ».
Fedez guarda il riccio, alzando le sopracciglia. Non gli sembra di star tirando troppo la corda, con Zack?
Come se gli avesse letto nel pensiero, Mika gli spiega: « Ci dividiamo tra noi i soldi della benzina ».
« Dobbiamo lavorare, subito dopo pranzo » gli ricorda, allora, Fedez e non vuole fare il guastafeste, solo… è più forte di lui.
« Torneremo per quell'ora » lo rassicura Alessio. « E ora sorgi, raggio di sole » scherza, e che cavolo? Ha davvero fatto una battutina così squallida?
Genn lo guarda, scuotendo la testa, come se avesse a che fare con un caso perso.
Fedez allunga il braccio per prendere il telefono e guardare l'ora. Sono solo le otto.
Solo le otto.
Sbuffa rumorosamente, poi si sdraia di pancia e nasconde la testa sotto il cuscino, ignorando le proteste di Mika che “Fede mi hai fatto quasi cadere dal letto, idiota ” e le risatine generali degli altri due imbecilli.
No, quello non è assolutamente un “buon giorno”.


Un'ora e mezzo dopo, lui e Mika sono davanti all'hotel in cui alloggiano gli Urban.
Fedez, comunque, muore dalla curiosità si sentirli cantare. Secondo lui, il loro stile è tipo indie/rock e lui adora l'indie/rock.
« Stanno scendendo » annuncia il riccio, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
« Come fai a - » chiede, ma si blocca quasi subito nel momento in cui vede Mika armeggiare con il telefonino. « E da quando hai il numero di Alessio, esattamente? » sbotta e davvero, non voleva che il suo tono risultasse così duro e irritato.
Mika solleva lo sguardo dallo schermo e gli fa un sorrisino. Sembra più un ghigno in effetti. « Sei geloso? ».
Fedez sgrana gli occhi. No, non è assolutamente geloso.
E odia Mika quando fa così, quando lo mette in difficoltà anche con una stupida frase.
« Dovrei esserlo? » dice, e forse non avrebbe dovuto dire neanche questo. Gli occhi del riccio luccicano per un secondo di una strana luce.
Un rumore improvviso alle sue spalle li fa sobbalzare entrambi. Gennaro è fuori dal pick-up, ha una maglietta a maniche corte di una taglia enorme – Fedez sta seriamente iniziando a pensare che Alessio gli presti i vestiti o roba simile – e picchietta insistentemente con il pugno sul vetro.
Il ragazzo tatuato è al posto di guida, ma scende lo stesso per salutare sia il biondo che Alessio.
Vista tutta la situazione, Fedez sa che Alex dovrebbe stargli almeno un po' sulle palle, ma non è così. Per quanto Fedez ci abbia provato, gli è impossibile farsi stare antipatico il bruno che, per inciso, gli sembra una persona troppo buona per essere vera.
« Ho portato un'amica » annuncia Alex, entusiasta, e, per un secondo, Fedez è davvero convinto che si tratti di una persona in carne ed ossa. Gli basta un'occhiata più attenta per capire.
« Hai portato una chitarra? » domanda, squadrando lo strumento che il bruno tiene in mano, al sicuro, dentro l'apposita custodia nera.
« Ho portato la chitarra ».
Fedez intercetta lo sguardo di Gennaro che si avvicina a lui sorridendo rassegnato. « Te l'avevo detto » commenta, solamente, anche se Fedez non è sicuro che il biondo sia davvero infastidito dalla cosa. Caricano tutto nel pick-up e partono.
Ovviamente, l'uscita a Liverpool si rivela essere una sorta di maratona dell'orrore. Infinita, per giunta.
In una sola mattina riescono a visitare un numero allucinante di posti; musei, piazze, cattedrali.
Alessio e Gennaro avevano già scelto alcune tappe, ma Mika ha la brillante idea di aggiungerne delle nuove e, quando Fedez gli ha chiesto come diavolo faccia a sapere tutte quelle cose, la sua unica risposta è stata: “L'ho googlato”.
Il ragazzo tatuato, inoltre, scopre che Gennaro ha una specie di fissazione per le foto. Ne scatta e se ne scattano tantissime (e proprio quest'ultimo dettaglio non rende Fedez molto felice, visto che lui odia farsi fotografie e – come se non bastasse – non è proprio fotogenico).
Alessio, probabilmente, capta il suo disagio, visto che, ad un certo punto, inizia a fare smorfie a caso e a rovinare tutte le possibili foto serie che Genn aveva intenzione di scattare.
La situazione raggiunge livelli estremi di degrado, tanto che, alla fine, si ritrovano, nella galleria del telefono, più foto oscene e imbarazzanti che altro.
Mika, invece, sembra un bambino iperattivo che ha mangiato troppi dolcetti. Non sta – come al solito – fermo un attimo, li trascina da un'attrazione all'altra e fa i capricci quando qualcosa non va come vuole lui.
« Non possiamo andare in Palm House » si lamenta, imbronciandosi.
Palm House.
« Se è un posto illegale in cui vendono erba, allora sono molto triste anche io » scherza Fedez, guadagnandosi un'occhiataccia dal riccio.
« È un enorme edificio in vetro. Dentro ci sono tipo tantissime piante tropicali, o roba simile » gli spiega Gennaro.
« Oh, ma non è solo l'interno » continua Mika, agitando le mani e parlando con quel tono di voce che usa quando qualcosa lo appassiona per davvero. « Attorno alla Palm House ci sono molte statue, bronzi, tante aiuole e ho letto su internet che si crea davvero un'atmosfera bellissima ».
Fedez sarebbe dispiaciuto per lui, se solo Mika non lo avesse, anzi, li avesse, fatti correre da una parte all'altra solo per vedere più cose nel minor tempo possibile.
« Non hai letto che per entrare devi prenotare mesi prima, però » lo prende in giro Alessio e, quando Mika si avvicina per spintonarlo, Fedez è costretto a guardare altrove, per non rischiare di lanciare qualche occhiata gelida – di cui poi si pentirebbe – a qualcuno in particolare.
Si accorge che Genn lo fissa cercando di trattenere una risata.
Fanculo.
Decidono, quindi, di andare alla Grand Central Hall. Forse, sarebbe meglio dire che Mika e Genn impongono loro di andare alla Grand Central Hall, ma pazienza.
Una volta parcheggiato lì vicino, Fedez rischia seriamente che la sua mascella tocchi il marciapiede. Quando gli hanno detto che sarebbero andati in un centro commerciale, non si era neanche lontanamente immaginato qualcosa di così immenso.
Ed eccentrico, per giunta.
Entrano dentro ed è tutto un miscuglio di colori e forme improbabili. Le scale sono verdi e decorate con motivi floreali, ogni parete ha un colore diverso. Lampadari a forma di sole pendono dal soffitto. L'effetto più bello, però, è creato dalle colonne che, sia per i colori che per la forma a spirale, ricordano vagamente dei marshmallow giganti.
A Fedez manca il respiro. Cammina e si sente un fottuto gufo, perché non riesce a smettere di girare la testa da una parte all'altra; vuole riuscire a cogliere tutti i più piccoli dettagli di quel posto.
Ci sono non solo negozi di vestiti, all'interno dell'edificio, ma anche librerie, negozi di fumetti e di dischi.
Fedez è parecchio attirato dagli ultimi due, in particolare. Anche Alessio sembra essere della stessa opinione, perché decide di seguirlo, mentre Mika e Gennaro entrano in un negozio di vestiti, per darsi allo shopping più sfrenato, probabilmente.
I prezzi sono davvero bassi, in questo posto. Ma Fedez non trova niente che gli piaccia abbastanza o che valga la pena acquistare. È da sempre un indeciso cronico e, ogni volta che vuole compare qualcosa – che sia un disco o una maglietta o qualsiasi cosa – ci pensa per un tempo infinito e, alla fine, la maggior parte delle volte non prende niente.
Alessio, invece, compra un cd dei Radiohead (Radiohead The Best Of) e a Fedez piacciono troppo per trattenersi dal commentare.
« Ti piacciono i Radiohead » si lascia sfuggire, rendendosi conto solo dopo di aver detto una cosa ovvia.
Alessio lo guarda, alzando le sopracciglia, ma, invece di prenderlo in giro, gli risponde: « Li adoro, ultimamente li ascolto di continuo. Volevo anche fare una loro cover per l'esibizione di sabato, ma Gennaro non ha voluto ».
« Come mai? ».
« Vuole portare “Rape me” dei Nirvana, hai presente? ».
Fedez si trattiene dal lanciare un urletto poco virile. Certo che ha presente. Annuisce. « Sì, sì. Mi piace quel pezzo » dice, cercando di controllarsi, « tu invece, cosa avresti voluto portare? ».
« “Creep”. Un classico ».
E Fedez, a quel punto, perde anche l'ultimo briciolo di contegno che gli era rimasto. « Oh, ti prego. Ti prego, portate quella la prossima volta, cazzo ».
Alex lo guarda per un paio di secondi, interdetto. Poi ridacchia, capendo di trovarsi davanti ad un fan – molto fan – dei Radiohead.
« Non avrei dovuto dirti neanche di “Rape me”, Genn voleva che fosse una sorpresa » gli spiega, divertito, mentre passano sotto un arco che, nella sua parte più alta, è decorato con un paio di enormi occhi scuri che sembrano fissarli.
Fedez adora questo posto. E adora anche Alessio, ora come ora.
Finiscono per parlare di musica – Nirvana, The Smiths, Blink-182, Red Hot Chili Peppers, ma soprattutto Radiohead – per tutto il tempo e davvero, Fedez non pensava fosse così facile.
Di Mika e Gennaro, invece, neanche l'ombra. Ormai è passata quasi un'ora e, mentre Alessio ne approfitta per andare in bagno, Fedez cammina vicino ad alcune vetrine, rimanendo comunque non troppo distante dal punto di ritrovo prestabilito. Il pavimento, nota il ragazzo, in questa parte della Grand Central Hall, è decorato con puntini gialli e verde scuro, a cui si aggiungono disegni di farfalle dorate.
Fedez è nascosto da una colonna colorata, quando sente una voce, in particolare. « All'inizio non mi parlava. È stato molto difficile e sinceramente… c'era un blocco ».
Nonostante il chiasso, la gente e tutto il resto, la voce acuta di Mika si sente comunque, mentre lui e Gennaro si avvicinano.
Fedez rimane immobile, di spalle, improvvisamente curioso. Non vuole che lo scoprano.
« Poi ho avuto la chance di conoscerlo davvero. È una persona abbastanza complicata, è un po' chiuso quindi è facile pensare che sia come appare. E invece è molto semplice ».
Sente la voce e i loro passi farsi più vicini e per un attimo è convinto che lo vedranno, in qualche modo, ma non succede.
« A Fedé piace fare musica. Lui ha ascoltato tutto, ha opinioni su tutto ed è un fan della musica e in questa cosa ci siamo ritrovati. Poi, un giorno, anni fa, siamo andati ad ubriacarci in un piccolo bar ».
Fedez si ricorda quella notte. Avevano sedici anni ed era stata la sua prima sbronza. Il giorno successivo si sentiva talmente male che non era riuscito a toccare il cibo tutto il giorno.
« E finalmente ho visto un ragazzo giovane che ha una passione, un sogno e che è davvero una bellissima persona ». Il resto del discorso è difficile da sentire, anche perché i due ragazzi si sono allontanati.
Fedez non sa quando o perché il suo cuore abbia deciso di battere così fastidiosamente forte e veloce.
Decide di aspettare qualche minuto, prima di raggiungerli al punto di ritrovo. Passa, senza rendersene conto, vicino ai bagni. Alessio – che caso – esce proprio in quel momento e gli viene incontro.
« Inghilterra, Italia, ma i fazzoletti in bagno non ci sono lo stesso » si lamenta, asciugandosi le mani nei jeans larghi. Fedez sorride.
Mika e Gennaro sono seduti su una panchina arancione. Il riccio li nota per primo, e si sbraccia per far sì che li vedano.
Idiota.
Gennaro ha i soliti occhiali scuri sul naso e sembra essere soddisfatto del suo acquisto.
Quando sono abbastanza vicini per sentirsi senza dover urlare, Alessio dice: « Guarda Fede, un'ora e mezzo e hanno comprato solo due buste ».
Fedez ridacchia, il biondo finge di non trovare quella battutina divertente e si limita a scuotere la testa, anche se è evidente il sorrisino che sta cercando di nascondere.
« Beh, cosa ci siamo persi? » chiede il bruno.
« Genn si è comprato una giacca » risponde Mika.
« La giacca più bella che abbia mai indossato in tutta la mia vita » precisa Gennaro e mostra ad Alex e Fedez il suo bottino.
È una semplice giacca scura, decorata con disegni a caso, verdi, arancio chiaro e celesti. Tra questi, Fedez riconosce quello di una tromba, di un ingranaggio, di un termosifone e di una borsa.
Questa giacca è un casino, però gli piace, deve ammetterlo.
« E poi, che altro? ».
Genn finge di pensarci su. « Ah. Mik ha raccontato la sua storia d'amore con Fede » scherza, e mentre il ragazzo tatuato si irrigidisce, Mika arrossisce leggermente, prima di dare uno schiaffetto sulla fronte del biondo.
« Ti ho preso una maglietta » dice poi il riccio, porgendo a Fedez la busta colorata che tiene in mano.
Cosa?
« Perché? » chiede, e si sente davvero molto stupido. « Cioè, non dovevi ».
Mika fa spallucce. « L'ho vista e ho pensato che potrebbe piacere a te ».
Fedez la tira fuori dalla busta. È una maglietta a maniche corte, piena di meduse verde acqua e fosforescenti che nuotano nello sfondo della maglia, quello che dovrebbe essere un profondo oceano nero.
« Ma è una ficata » si lascia sfuggire Fedez, « grazie Mik ».
Prima di salire di nuovo sul pick-up e raggiungere la loro ultima – fortunatamente – tappa, per quella mattina, mangiano alcuni panini in un bar vicino. Hanno ancora un'oretta di tempo, prima di rientrare a Holmes Chapel.
« Lo sapevate che la Grand Central Hall era una chiesta metodista, prima? » chiede Mika, mentre si dirigono al veicolo.
I tre scuotono la testa. « Cosa vuol dire metodist- ahia ». Fedez ha cercato di far capire a Gennaro di fermarsi, di non concludere la frase, ma il biondo non sembra averlo capito. Dargli un pizzico era l'unico modo, ma ormai è troppo tardi.
Infatti, Mika è già partito in quarta, con quella luce da psicopatico che ha negli occhi, ogni volta che qualcuno gli chiede qualcosa che riguarda storia dell'arte. « Deriva dal metodismo. È un movimento protestante portato avanti dal pastore anglicano Wesley. Praticamente lui aveva formato un'associazione di studenti, ad Oxford, che dividevano “metodicamente” » e qui mima le virgolette con le dita, « le loro giornate pregando, leggendo la Bibbia e aiutando i bisognosi e i carcerati. Da qui il nome metodisti, dato inizialmente dagli avversari, in senso digisprativo ».
« Vuoi dire “dispregiativo” » ridacchia Fedez.
« E io che ho detto » sbuffa Mika. « Comunque, questo Wesley voleva creare un movimento nuovo, all'interno della Chiesa anglicana, che portava a dedicare più attenzione ai problemi della Gran Bretagna, nel periodo della rivoluzione industriale- ».
« E stop » lo interrompe Fedez, ponendo fine a quella tortura. « Sono sicuro che un giorno, in futuro o magari in un universo parallelo, sarai un bravissimo docente di arte rompicoglioni. Ma ora risparmiaci, ti prego ».
Alessio e Gennaro ridono, mentre Mika lo spintona borbottando qualche insulto.
L'ultima tappa del loro felice tour è Everton Park.
La prima cosa che Gennaro dice appena arrivati è: « Sembra di essere in un episodio dei Teletubbies » e in effetti è così, visto che questo parco è per lo più formato da enormi prati verdi e fiori variopinti. Fedez, a dire il vero, non aveva mai visto così tanto verde tutto insieme.
Decidono di salire sulla collina più alta perché, secondo Alessio – che ha preso la chitarra dal pick-up e ora se la sta portando dietro – “da lassù la vista è migliore”.
Forse Fedez è stanco, o forse è solo fuori allenamento, ma la salita che deve fare prima di arrivare in cima alla collina gli sembra la più lunga della sua vita. Quando, finalmente, arriva su, è l'ultimo del quartetto. Mika e Gennaro sono in piedi, gli danno le spalle e si godono il panorama.
Manca Alessio.
Fedez si guarda intorno, per poi accorgersi che il bruno è poco più distante da lui. Cammina a gattoni finché non gli è abbastanza vicino. Oggi Fedez indossa un paio di pantaloncini, perciò sente l'erba strisciargli sulle ginocchia. Non gli importa molto, comunque.
Alex è accasciato sul prato, il fiato corto e la fronte sudata. La chitarra è lì, accanto a lui, alla sua destra.
« Che stai facendo? ».
« Cerco di non morire, non vedi? » dice, seccato, e Fedez non dovrebbe ridere, ma lo fa lo stesso.
« Vieni qua » dice, alzandosi in piedi e offrendogli una mano a cui aggrapparsi.
Alessio la guarda per qualche secondo, prima di stringerla e lasciare che Fedez lo aiuti ad alzarsi.
« È- è colpa della chitarra, mi pesava troppo » tenta di giustificarsi.
« Macché. Non è mica colpa della chitarra. È colpa di quel tizio laggiù » spiega il ragazzo tatuato, indicando il riccio. « Non è estenuante uscire con lui? Io lo chiamo Effetto Mika ».
Alessio gli sorride. Fedez nota il modo in cui le sue labbra si incurvano genuinamente verso l'alto ogni volta che qualcosa lo diverte per davvero. E visto che, la maggior parte delle volte, questa cosa succede per merito di Gennaro, si sente leggermente soddisfatto.
Quando guarda il panorama, però, si sente anche senza parole. Da lassù è possibile vedere tutta la città: il fiume, le case, i mulini a vento.
Vorrebbe che fosse notte, perché sicuramente quel posto è ancora più mozzafiato, illuminato solo dalle stelle e dalle luci dei lampioni.
« Questa vista è talmente bella da essere imbarazzante » commenta Alessio, e Fedez non può che dargli ragione.
Non vorrebbe esagerare dicendo che rifarebbe quella salita altre dieci volte, pur di trovarsi di nuovo là sopra, con Mika che gli avvolge un braccio intorno alle spalle e Gennaro e Alessio e-
« Vi va di suonare qualcosa? » chiede Alex, recuperando la chitarra.
Pochi minuti dopo sono seduti sotto un albero – che non è un salice, come aveva supposto il biondo in passato – però è comunque un albero.
C'è il sole ma, fortunatamente, non fa abbastanza caldo. Fedez chiede ad Alessio se può suonare lui, questa volta.
Il bruno sembra non essere particolarmente convinto; dopo una gomitata nelle costole da parte di Gennaro, però, gli cede la chitarra.
« Stai attento a non rovinarla » dice e basta, storcendo il naso.
« La tratterò come una figlia » giura il ragazzo tatuato, e questo basta a far distendere l'espressione di Alessio.
« La sai Wonderwall? » chiede Gennaro, tirandosi indietro il ciuffo. Fedez è sconcertato nel constatare che il biondo abbia una fronte.
« Certo » risponde e inizia a strimpellare alcune note.
È Alessio il primo a cantare e la sua voce è pulita e precisa e a Fedez piace già. « Today is gonna be the day, that they're gonna throw it back to you. By now you should've somehow realized what you gotta do ».
Poi si unisce anche Gennaro e le loro voci si armonizzano talmente bene insieme che Fedez potrebbe mettersi a piangere, sul serio. « I don't believe that anybody feels the way I do, about you now ».
Continuano a cantare e Fedez non può non notare alcune cose. Ad esempio, il modo in cui Alessio guarda spesso per terra e come a volte si passa una una mano sul braccio, come se non fosse totalmente sicuro di quello che sta facendo o di quanto sia bravo a farlo.
Gennaro, invece, cerca continuamente lo sguardo del bruno e, le poche volte in cui non lo fa, guarda dritto davanti a sé.
Fedez intercetta l'occhiata di Mika, che non si è ancora unito a Genn e Alex, probabilmente troppo sconvolto anche lui dalla loro bravura.
Il riccio gli mima una parola che Fedez riconosce come “cazzo”.
Poi, finalmente, canta anche Mika e, quasi come se quella cover fosse stata studiata e preparata per giorni, gli Urban gli lasciano fare quelle strofe da solo.
La voce di Mika è perfetta, come sempre, e Fedez si rende conto che un po' gli era mancato, sentirlo cantare così. « I don't believe that anybody feels the way I do about you now ».
Il fatto che il riccio stia cantando rivolto verso di lui – e Fedez sente il suo maledettissimo sguardo addosso – lo confonde a tal punto da fargli sbagliare un accordo.
Impreca mentalmente, mentre, con la coda dell'occhio vede quella merda di Mika sorridere.
Intanto Gennaro canta di nuovo e Alex batte il ritmo sulle sue ginocchia. « And all the roads we have to walk are winding ».
E poi è il turno di Mika. «And all the lights that lead us there are blinding ».
E di nuovo Alessio. «There are many things that I would like to say to you but I don't know how ».
Si aggiunge anche Fedez, alla fine, spinto più dalla foga del momento che altro, ma canta a bassa voce perché la sua di voce è fatta per rappare e non vuole rovinare tutto.
« Because maybe, you're gonna be the one that saves me. And after all, you're my wonderwall ».
A Fedez a quel punto, viene spontaneo lasciare la chitarra per iniziare a beatboxare. È convinto che gli altri scoppieranno a ridere, prendendolo in giro, invece Alessio inizia a rappare l'ultima strofa della canzone con un'abilità che il ragazzo non si sarebbe mai aspettato.
Attacca di nuovo Mika, prima di concludere: « I said maybe » e Gennaro ripete l'ultima parola, « you're gonna be the one that saves me. And after all, you're my wonderwall ».
L'ultima frase è di Genn e di Alex (che fa la doppia voce). « And after all, you're my wonderwall ».
Silenzio.
Fedez restituisce la chitarra ad Alessio, poi sbotta. « Porca. Puttana. È stato mistico ragazzi. Non vedo l'ora che sia sabato ».


E sabato arriva. Piuttosto in fretta, in realtà, come anche la folla di adolescenti e ragazzi pronti ad esibirsi.
Il bar di Zack è sempre lo stesso, fatta eccezione per un angolo della sala, vicino al televisore al plasma. Qui sono stati disposti microfoni, casse e altri strumenti utili – Zack non ha mai smesso di ringraziare il suo amico George, che glieli ha prestati – e un cavo HDMI per collegare il pc alla tv, utile per fare karaoke, ad esempio.
La tensione è alle stelle. Fedez può percepire l'ansia di tutti coloro che si dovranno esibire per la prima volta. C'è stato qualcuno anche il venerdì prima, il ragazzo si ricorda, in particolare, un ragazzo con i capelli a cespuglio che ha cantato un suo pezzo – My Soul Trigger, o una roba del genere, Fedez non ne è sicuro – ma il numero di gente non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello di questa sera.
Mika sembra essere più su di giri dei partecipanti. «Sabato prossimo, se riesco a provare abbastanza, io prova a esibirmi con una cover » annuncia, gonfiando il petto.
« E io sarò qui a supportarti » risponde Fedez, dandogli una pacca sulla spalla. La sua mano si sofferma lì un po' più del dovuto.
Sa che dovrebbero parlare di quello che sta succedendo, tra loro due, ma ogni volta che Fedez ha provato a introdurre l'argomento – e ci ha provato diverse volte, che cavolo – Mika è stato abilissimo nel cambiarlo o, le altre volte, neanche a farlo apposta, sono stati interrotti da qualcuno/qualcosa.
Quando gli Urban Strangers fanno il loro ingresso nel locale – muniti di chitarra e di tanta forza d'animo – Gennaro sembra più pallido del solito.
« Ciao » li saluta Mika, dal bancone.
« Cazzo, c'è davvero un sacco di gente » biascica Genn, guardandosi intorno allarmato, e Fedez punta il suo sguardo sul braccio di Alessio, avvolto intorno al fianco del biondo.
Alessio vede che lo sta fissando – che li sta fissando – ma non sembra neanche lontanamente intenzionato a spostare la mano che stringe Gennaro.
Non sa spiegarsi il motivo, Fedez, ma prova solo un puntino di invidia. Invidia perché gli sembra che Alessio riesca a dire e fare cose che lui non riuscirà mai a dire o a fare.
« Vedo che siete in grande forma! » li incoraggia Mika, mentre Fedez trattiene una risatina.
Gennaro sembra essere sul punto di svenire, mentre Alessio ha lo sguardo di uno che vorrebbe scappare, ma che non lo fa perché è troppo impegnato ad infondere coraggio al suo compagno di band.
In formissima, certo.
« Andrà tutto bene » continua il riccio, stringendo entrambe le spalle dei due ragazzi. « Io e Fede facciamo il tifo per voi, vero? » cerca di coinvolgerlo, guardandolo e alzando le sopracciglia in modo ambiguo e imbarazzante.
« Certo. Spaccherete tutto » dice Fedez e lo pensa davvero. Sono troppo bravi per andare male. Gli sembra anche fisicamente impossibile che possano fare un'esibizione pessima.
E forse è solo un pochino di parte o forse no.
« Mi sta cominciando a venire l'ansia da prestazione » ammette Gennaro e no, non si era per niente capito.
La battutina illuminante di Alessio, però, li spiazza tutti e tre. « Stai tranquillo Gennà, abbi Fedez ».
Mika si spiaccica una mano sulla fronte, Fedez soffoca una risata perché sì, effettivamente è divertente, e Gennaro gli dà un pizzicotto ma la sua espressione si fa leggermente meno tesa.
Alex sa quello che fa.
Comunque, tra poco sarà il loro turno – c'è così tanta gente che Skin ha dovuto organizzare una scaletta – e gli Urban decidono che è meglio avvicinarsi in fondo alla sala, dove si trova la maggior parte della gente.
Nel frattempo, Mika e Fedez continuano a servire ai tavoli e parlare con i clienti. Fedez sta diventando sempre più sciolto, con questa cosa del parlare in inglese e tutto il resto, però non ha davvero voglia di sentire i discorsi inutili della ragazza che si trova di fronte ora.
Capelli lunghi e rossi, trucco pesante e camicetta fin troppo sbottonata, non fa che toccargli il braccio e ripetergli quanto i suoi tatuaggi siano meravigliosi.
Lo so già, vorrebbe risponderle, ma non pensa che sarebbe molto carino dire una cosa del genere, in effetti.
« Ha fatto male, questo qua? » chiede la rossa e si sporge per sfiorare il disegno che Fedez ha sul collo. Le mani della ragazza sono piccole e gelide e Fedez più le guarda più pensa che ci sia qualcosa di sbagliato. In quelle mani, in quella ragazza, in quella situazione.
« Ha bruciato solo un po', ma nulla di insopportabile » dice, facendo spallucce. Prima che possa allontanarsi e allontanare lei, soprattutto, una mano si poggia sulla sua spalla.
« Fedè, Skin ti vuole al bancone » dice Mika, guardandolo in modo strano e facendo un sorriso tiratissimo.
D'accordo.
Leggermente sollevato, raggiunge Skin, che sta sistemando le tazzine da caffè nella mensola. La ragazza lo ignora per qualche minuto, poi, prima che Fedez possa anche solo chiederle qualcosa, gli dice, senza neanche sollevare lo sguardo: « Capisco che probabilmente io sia di una bellezza talmente sconvolgente da far perdere le facoltà mentali » scherza, « ma ti dispiacerebbe dirmi cosa diamine stai facendo qui, fermo come un baccalà? ».
Fedez è leggermente confuso. « Mik mi ha detto che ti servivo qua al bancone ».
Gli occhi di Skin cercano la figura del riccio. Si soffermano sul tavolo dieci, dove Mika sta ancora parlando con la ragazza rossa e le sue amiche.
« È la ragazza con cui stavi parlando prima? » chiede poi, indicandogli il tavolo con lo straccio che ora sta usando per asciugare i bicchieri.
Fedez annuisce. « Penso che volesse abbordarmi » confessa, facendo una smorfia.
« E lui è venuto a dirti che mi servivi proprio mentre lei ci stava provando? ».
Il ragazzo ci riflette un po', prima di rispondere. In effetti è stato un caso, che Mika lo abbia salvato da quella situazione imbarazzante. « Già, è successo proprio in quel momento…».
Skin si mette a ridere, scuotendo la testa. « Porca miseria, quanto siete idioti » dice, prima di fargli portare due boccali di birra ad un nuovo tavolo.
Nel momento in cui tocca agli Urban Strangers, fortunatamente né Fedez né Mika sono impegnati, quindi, possono godersi l'esibizione dall'inizio alla fine.
Come gli aveva detto Alessio – e come sta ripetendo anche adesso, al pubblico – canteranno “Rape me”. Le sue parole sono accompagnate da applausi di incoraggiamento e da urla isteriche di qualche ragazzina.
Non è male come inizio.
C'è qualche minuto di silenzio, giusto il tempo di sistemare i microfoni e controllare che la chitarra di Alessio sia accordata.
Poi iniziano a cantare ed è come se l'intero bar pendesse dalle loro labbra. Fedez pensa seriamente che sia così.
La voce graffiata di Gennaro fa venire i brividi. Il ragazzo chiude gli occhi, stringe il microfono e si rannicchia tutto, in un modo che a Fedez sembra adorabile e stupido allo stesso tempo. Sia lui che Alex cantano tenendo gli occhi chiusi, forse per cercare di dosare l'emozione e l'ansia, o forse solo per immergersi ancora di più nella canzone.
Alessio è preciso oltre i limiti dell'immaginabile, Fedez ne ha la certezza. Non sbaglia neanche una nota e la sua voce è bellissima, perché ha così tante sfumature e riesce a raggiungere le note più alte senza il minimo sforzo. E poi, si fonde in un modo troppo giusto con quella di Gennaro. A volte, sembra quasi che stia cantando una sola persona, non due.
Il suono della chitarra rende tutto ancora più perfetto. Fedez è senza parole, dopo questa esibizione le ha perse veramente tutte.
C'è la parte finale, ora, Gennaro è girato interamente verso Alessio.
« Rape me, my friend » canta, ma stavolta la sua voce è più bassa e c'è qualcosa di più intenso, rispetto a prima. Apre gli occhi, inclina la testa e avvicina la bocca al microfono.
Sembra quasi che stia cantando per Alessio. Ad Alessio.
Fedez è quasi convinto di essere diventato pazzo e di avere le allucinazioni.
« Rape me, rape me again » continua, Gennaro, stringendo la mano in un pugno e facendola strisciare sulla sua faccia.
Fedez lancia una rapida occhiata ad Alessio. Sembra apparentemente tranquillo, ma Fedez lo può intuire dal modo in cui sta suonando energicamente la chitarra, dalla sua voce leggermente meno controllata, mentre canta « I'm not the only one » che Alessio è tutto in quel momento, tranne che tranquillo.
Durante gli ultimi versi, in cui ripetono « Rape me » e non smettono di guardarsi, le loro voci somigliano sempre di più a delle urla. Riescono a farlo anche senza rovinare l'esibizione, Fedez non ci può credere.
All'ultimo « Rape me » Gennaro si tira dietro l'asta del microfono, inclinandola e lanciando un urlo che fa ammutolire il pubblico, se possibile, ancora di più.
« Bravi, cazzo! » urla Mika in inglese, e Fedez scoppia a ridere.
Tutto il bar li applaude, li acclama, li osanna. Alessio e Gennaro sono confusi, sopraffatti, sembrano ancora persi nel loro mondo, non totalmente consci dell'effetto che hanno avuto su tutte quelle persone.
Ringraziano, imbarazzati, poi si dirigono verso Fedez e Mika. Il ragazzo tatuato non capisce bene quello che sta succedendo finché non si trova avvolto in un abbraccio tra il riccio, Alex e Genn.
« Siete stati grandiosi, ragazzi » dice Mika, entusiasta.
« Se le mie orecchie potessero commuoversi, ora piangerebbero, ve lo giuro » aggiunge Fedez, facendoli ridere.
« Grazie » dicono, quasi in coro, ed è tenero il modo in cui, nonostante il loro evidente talento, riescano ad essere anche così umili.
« E ora andiamo ad ubriacarci! » esclama Gennaro, alzando un braccio in aria. « Mi ci vuole, dopo tutta questa ansia accumulata ».
Fedez scuote la testa e rifiuta, seppur a malincuore. « Stiamo lavorando, ragazzi ».
Alex e Genn si fissano, poi il biondo sbuffa. « Okay, sarà per un'altra volta. Ma noi andiamo a bere lo stesso. Ho bisogno di bere » dice, trascinando via Alessio per un braccio.
« Sei malato » ridacchia il bruno, ma non oppone resistenza.
« Ow, ed ecco che nasce un'altra coppia gay » commenta Skin, alle loro spalle, portandosi una mano sul petto, fintamente commossa. « Tante nuove ship canon, quest'anno ».
Fedez la guarda stralunato: non ha capito un accidente di quello che ha detto.
« Nave cosa? Traducimi perché non ho capito proprio un cazzo » sussurra nell'orecchio di Mika.
Il riccio lo guarda facendo spallucce, facendogli capire che è nella sua stessa situazione.
« Seguitemi, dai » sbuffa quindi Skin, « ci sono un sacco di clienti e tanto lavoro da fare! ».
Gli altri ragazzi che si esibiscono dopo gli Urban Strangers sono bravini, ma non reggono il confronto.
Alle quattro del mattino il locale è molto meno pieno, ma c'è ancora qualcuno – Alex e Genn – pronto a dare spettacolo.
In questo momento, un Gennaro completamente ubriaco cerca di convincere un Alessio – brillo ma non abbastanza – a cantare con lui una canzone di Grease.
Fedez è pronto a tirare fuori il cellulare e a filmarli, in caso il bruno dovesse cambiare idea.
« Forse dobbiamo smetterla di dare loro da bere » interviene Mika, avvicinandosi al ragazzo tatuato.
« Andiamo a parlare con quei ragazzi laggiù, invece » la voce di Alessio, che indica alcuni clienti che non conosce, si sente fin troppo chiaramente, mentre dice: « facilizzeremo socialmente ».
Fedez pensa che lo prenderà in giro per sempre.
In quel momento, comunque, Zack li raggiunge, sbattendo le mani sul bancone. « Ragazzi, per oggi è abbastanza. Ci sono solo pochi clienti e i vostri due amici. Ce la caviamo io e Skin, voi andate a divertirvi » annuncia, sorridendo.
« Andiamo a bere con loro! » urla Mika, dirigendosi verso il tavolo in cui si trovano Alex e Genn.
« Ma non avevi detto che- ».
« Appunto, Fedè. Io l'ho detto. È passato. Ed è bene lasciarsi il passato alle spalle ».
Fedez scoppia a ridere. « Sei proprio un coglione ».
E continua a pensarlo, anche quando il riccio alza le braccia al cielo e urla. « Apparecchiate le bocche, ragazzi, ora inizia il delirio ».


Ma chi cazzo me l'ha fatto fare.
A Fedez gira leggermente la testa. E poi devono smetterla di bere, altrimenti i suoi reni andranno definitivamente a puttane.
Alessio rutta rumorosamente, scatenando l'ilarità dei pochi presenti (il fatto che siano riusciti a sentirlo la dice lunga).
Si gratta la testa, senza provare il minimo imbarazzo. « Lo so che sono un porco, ma fa bene al mio corpo » recita, poggiandosi una mano all'altezza del cuore.
Fedez ride per dieci minuti buoni o, almeno, così gli sembra. Mika è andato in bagno e lui è seduto allo stesso tavolo di Gennaro e Alessio. È abbastanza deluso che il bruno non abbia ceduto, comunque, avrebbe davvero voluto sentire la cover di Grease.
« Ultimo shottino » esclama Genn, con aria solenne, bevendo il chupito insieme ad Alessio.
Fedez vorrebbe proprio sapere cosa passa nella mente di quei due.
Non è difficile provare ad immaginare ciò che in questo momento sta pensando Alessio, però. Ha gli occhi lucidi e uno sguardo da ebete e sembra proprio non riuscire a smettere di fissare gli occhi del biondo.
« I tuoi occhi sono azzurri » biascica Alessio, dondolando pericolosamente vicino al corpo di Gennaro.
A Fedez sembra quasi di origliare una conversazione privata, però non ha le capacità fisiche di allontanarsi, ora come ora.
Alex, dal canto suo, è come ipnotizzato. « Di un azzurro… molto azzurro ».
Gennaro gli fa un mezzo sorriso, sollevando solo un angolo della bocca. « E i tuoi capelli sono una schifezza, Alè » gli dice, allungando una mano per cercare di sistemarglieli.
Alessio non sa se tutto quello sia dovuto alla sua poca lucidità, ma il biondo gli sembra davvero troppo vicino.
Trattiene il fiato e non va bene.
Non va bene pensare cose che non vuole pensare, sentimenti che non vuole provare e sensazioni che non vuole sentire.
Deglutisce. « Va meglio? ».
Gennaro lo squadra per un paio di secondi, si mette una mano sotto il mento e assottiglia gli occhi. « No » dice ridendo, « per niente ».
E poi è ancora più vicino, gli occhi nei suoi. I loro nasi si sfiorano ed è fatta, pensa Alessio, è fatta.
Anche se non sa precisamente cosa sia “fatta”.
Chiude gli occhi, troppo preso a cercare di controllare il battito suo cuore, che ha deciso di schizzargli fuori dal petto, evidentemente.
Quando sente la testa di Gennaro poggiarsi sulla sua spalla riprende a respirare di nuovo. E l'ultimo pensiero razionale – o forse no – che riesce a formulare è che se Genn si fosse avvicinato ancora e ancora di più per baciarlo, maledizione, lui non avrebbe opposto resistenza.
Cosa stracazzo è appena successo?
Fedez decide che quello è assolutamente il momento giusto per alzarsi e andarsene, capacità fisiche presenti o no.
Per un attimo, l'idea di raggiungere Mika in bagno gli passa per la testa ma davvero, ha bisogno di prendere una bocca d'aria.
Fuori, seduta sui gradini che portano all'ingresso, c'è Skin che sta fumando una sigaretta.
Fedez si siede vicino a lei, sospirando pesantemente.
Lei ridacchia. « Dovreste smetterla di ridurvi così ogni volta ».
Il ragazzo la ignora, vuole solo essere lasciato un po' in pace.
« Ti dà fastidio? » chiede la ragazza, riferendosi probabilmente al fumo della sigaretta. Fedez scuote la testa.
Poi gli balena nel cervello un altro pensiero, non sa come o perché. Non vorrebbe neanche averlo detto ad alta voce ma l'ha fatto. « Come hai capito che- insomma… che ti piacevano le ragazze? ».
Skin sembra stupita, fa un ultimo tiro e lancia la cicca per terra. Poi lancia un'occhiata al ragazzo, indecisa se aprirsi a lui o meno, forse.
« Perché? » e per la prima volta, Fedez sente il tono della sua voce farsi serio, sembra quasi sulla difensiva.
« Ero curioso » tenta, cosciente che lei non se la berrà neanche un po' quella scusa. « E poi penso che Alex e Genn si piacciano o roba del genere » borbotta, sperando che sia sufficiente.
C'è un attimo di silenzio prima che Skin prenda parola: « Avevo sedici anni » inizia, distogliendo subito lo sguardo. « E lei era la mia compagna di banco… e la mia migliore amica. Ho sempre avuto un rapporto diverso con lei, sai, di quelli esclusivi. Mi facevo in quattro per lei, la aiutavo a scuola, le stavo vicino nei momenti difficili. C'ero per lei quando non c'era nessun altro ».
Fedez sente un groppo fastidioso salirgli in gola.
« E la cosa non mi pesava perché la verità è che avrei fatto di tutto, solo per vederla felice. Molti amici, in classe nostra, avevano iniziato a supporre che stessimo insieme e andava bene, nessuna ne è mai stata infastidita... » si interrompe per qualche secondo, cercando di dare un'ordine ai suoi pensieri. O ai suoi sentimenti, Fedez non saprebbe dirlo.
« Ho capito che mi piaceva, forse troppo, in terza liceo; accettarlo è stata la parte più difficile.
Non sono mai stata una tipa gelosa, ma avevo la costante paura che lei potesse trovare qualcun altro, magari migliore, e che mi sostituisse, o peggio, che capisse cosa provavo e mi allontanasse ».
Fedez tira su con il naso. Ma che cazzo gli prende? È solo un racconto.
Lui non dovrebbe sentirsi così coinvolto.
« Sai, non ho mai avuto pregiudizi nei confronti di chi ama persone del suo stesso sesso. Ma esserci dentro è un'altra cosa. Provare tutti quei sentimenti in prima persona è un'altra cosa. L'ho vissuta come una cosa sbagliata e orribile. Casualmente, l'anno della terza è stato quello in cui abbiamo legato di più, se possibile, e anche l'anno in cui i miei amici cercavano di farmi frequentare con altri ragazzi » ridacchia, ma è una risata priva di allegria.
A Fedez si stringe il cuore. « C-com'è andata a finire? ».
« Male. Lei ha iniziato ad uscire con un ragazzo che a me non piaceva, per niente. Ho cercato di farle capire, in modo goffo, che meritava di meglio e un sacco di altre stronzate a cui lei non ha dato ascolto. Ma ho capito seriamente di non avere speranze mesi dopo. Eravamo in un bar, con altri amici, ci stavamo ubriacando. Non ricordo come, siamo finiti a parlare di coppie gay » respira rumorosamente e Fedez può capirlo, quanto ancora sia un po' doloroso, nonostante siano passati anni. « Ricordo di aver detto che per me la sessualità è un qualcosa di plastico, che non puoi controllare e che può cambiare. E anche che, se avessi mai trovato qualcuno capace di rendermi una persona migliore e felice, allora non mi sarebbe importato, se quel qualcuno fosse stato una femmina ».
« E lei? Ha capito? ».
« Avrei voluto. Avrei voluto davvero tanto che capisse, ma non l'ha fatto. Ha solo ribattuto dicendo che mai e poi mai nella vita avrebbe potuto provare attrazione per una ragazza ».
« Mi dispiace » dice, e siccome Skin non sembra voler aggiungere altro, le chiede, ancora: « E poi tu che hai fatto? Lei l'ha mai scoperto? ».
La ragazza scuote la testa. « No, non gliel'ho mai voluto dire... Io? Ho cercato di farmi passare questa cosa, ammesso che si potesse far passare una cosa del genere. Ho conosciuto altri ragazzi, sono uscita con altri ragazzi, sperando di trovare quella stessa complicità che avevo invece con lei. Il suo fidanzato, che da allora penso sia sempre lo stesso, non si è rivelato essere così male come credevo io. La rendeva felice, come mai l'avevo vista, per giunta, perciò ho deciso di farmi da parte. Dopo il diploma mi sono rasata i capelli, ho fatto coming out e, com'era inevitabile che fosse, io e lei ci siamo piano piano allontanate ».
« Sei più uscita con ragazzi? ».
Skin scuote la testa, gli occhi improvvisamente lucidi. « No. Ho conosciuto una ragazza con cui sono stata insieme per diversi anni, e poi ho continuato a frequentare solo donne ».
« Se potessi tornare indietro, glielo diresti? Alla tua amica, dico ».
« Non lo so. Una piccola parte di me si è pentita, di non averci provato subito, di aver aspettato troppo tempo. Magari, se mi fossi fatta avanti prima che lei conoscesse Robert, le cose sarebbero state diverse… ».
« Potevi rischiare di rovinare un'amicizia » commenta Fedez e davvero, ora non sa più se si stia riferendo ancora a Skin o a se stesso.
È ancora un po' troppo brillo per pensarci su, in ogni caso.
« L'ho rovinata comunque » sorride la ragazza, tristemente, « e fidati, molto spesso sono le parole che non si ha avuto il coraggio di dire quelle che si rimpiangono di più ».
« Vi parlate ancora? » le chiede Fedez e giura, questa è l'ultima domanda inopportuna che le fa.
« Non più. Sono passati quanti? Dieci anni? E ancora mi fa quest'effetto, che palle » borbotta. Si alza in piedi e si congeda dicendo di dover andare a controllare la situazione dentro il bar.
Fedez è sopraffatto. Ci sono alcune parti del racconto di Skin in cui lui si è decisamente immedesimato. E questa cosa lo terrorizza.
Decide di entrare anche lui dentro il bar: deve assolutamente parlare con Mika.
Alex e Genn sono gli unici clienti rimasti. Se ne stanno andando e sono davvero in condizioni pessime.
Alessio ha le guance arrossate e Gennaro gli si è praticamente spalmato addosso, mentre camminano verso l'uscita.
« State bene? » ridacchia Fedez, prendendoli in giro, e un po' si sente in colpa a lasciarli andare in giro così.
« Alla grande » dice Gennaro, affondando il naso nel collo di Alessio. Il ragazzo stringe la presa sulla sua schiena.
Ma. Che. Cazzo.
« Sicuri di non voler dormire qua? » dice Zack, che sta pulendo il bancone con una spugna. « C'è il divano letto, ve l'ho detto ».
« Tranquillo walliò, torniamo a piedi. L'hotel è qua vicino » e Fedez deve affrettarsi a tradurre le parole di quel coglione di Alessio, troppo ubriaco persino per parlare in inglese.
« Dov'è Mika? ».
« Penso che sia tornato di nuovo in bagno » dice il bruno prima di salutarlo e allontanarsi insieme a Gennaro.
Okay.
Fedez fa un respiro profondo. Sente gli sguardi di Zack e Skin puntati addosso ma in questo momento non gli importa.
Devo parlare con Mik. Devo parlare con Mik.
Quando apre la porta del bagno lo trova lì, Mik, intendo a fare le smorfie davanti allo specchio e a ridere da solo.
« Dimmi che non sei ubriaco » si lamenta Fedez. Lui non è completamente lucido, certo, ma per lo meno è riuscito a mantenere un certo contegno, a differenza di qualcun altro.
« No. Non ho vomitato nemmeno una volta » gli dice Mika, fiero. Peccato che Fedez non gli abbia chiesto quello.
« Cosa stai facendo qui, allora? ».
« Passeggiavo. E mi dovevo lavarare la faccia » spiega il riccio, indicando il lavandino, come se fosse ovvio.
Ah.
Apre il rubinetto e si bagna il viso. Fedez si rende conto che è completamente andato, visto che non ha neanche la decenza di spostarsi il ciuffo dalla faccia. Si sta bagnando tutti i capelli.
Decide di intervenire, per impedire a Mika di peggiorare la sua situazione. Gli si avvicina e, con una mano, gli tiene su i ricci spiaccicati sulla fronte. Si muove piano, perché ha paura di fargli male, in qualche modo.
« Sei un disastro » ridacchia, quando Mika chiude il rubinetto e solleva la testa e tutte le goccioline d'acqua scendono sul suo collo, bagnandogli petto e maglietta.
C'è qualcosa di differente, ora. Nel suo sguardo, forse, o nel modo in cui Mika ha preso la mano di Fedez e l'ha allontanata dalla sua fronte.
Si avvicina, ma il ragazzo tatuato indietreggia: l'ha già vissuta questa situazione.
Finisce con le spalle al muro e no, questo non doveva succedere.
Dovrebbe essersi abituato ormai, a quella vicinanza, ma non è così. Anche perché ora è diverso. Quando Mika si china verso di lui chiude gli occhi, incapace di fermarlo.
Sente il suo respiro sul viso e poi sul collo. Lì si ferma, e poi il riccio inizia a lasciargli una scia di baci per poi fermarsi sulla giugulare.
Una mano di Mika è poggiata sul suo petto, l'altra sul muro. Poi, la destra, quella che stava sul suo petto, inizia a scendere giù, sempre più giù, fino ad arrivare al cavallo dei suoi pantaloni.
Fedez ansima e apre gli occhi. Si ricorda delle parole di Skin e inizia a sentire tante – troppe – cose.
Sente caldo, sente adrenalina, sente confusione ma, sopratutto, sente l'erezione di Mika, premuta sul suo stomaco.
E sa che non dovrebbero essere così vicini, sa che non dovrebbe sentire quello che sta sentendo e sa che non dovrebbe fissare le sue labbra in quel modo.
« Non guardarmi così » dice Mika, e sembra quasi una supplica. Fedez non ne è sicuro, al momento quasi tutta la sua attenzione è catalizzata sulle labbra del riccio e sulla sua mano, ancora premuta sul cavallo dei suoi jeans. Giusto per specificare.
« Così come? ».
« Come se mi volessi davvero ».
Qualcosa scatta in Fedez; non sa esattamente cosa. Allunga la mano, avvolge il collo di Mika e lo tira a sé, così almeno non deve alzarsi sulle punte, che cavolo.
È solo uno sfioramento di labbra, niente di più. Fedez vuole parlare, non fare altro.
Il riccio non sembra essere della stessa opinione, però, visto che ha ben pensato di iniziare a sfregare la mano sulla sua erezione.
Fedez la sente, la sua mano enorme, le sue dita affusolate.
Porca puttana.
Il tocco di Mika è veloce, esperto e il ragazzo tatuato vorrebbe dirgli di smetterla ma non ce la fa.
« Voglio morderti » dice il riccio ed è chiaro che i suoi pensieri siano totalmente sconnessi. Armeggia con la cintura dei pantaloni di Fedez, pronto a slacciargliela, ma è troppo ubriaco per riuscirci.
Il ragazzo tatuato riporta la mano di Mika sul cavallo dei suoi pantaloni perché stanno iniziando ad essere troppo stretti e non importa se c'è il tessuto di mezzo, va bene anche così.
Quando il riccio gli morde leggermente la mandibola Fedez gli artiglia un fianco, a corto di fiato.
Le mattonelle del bagno sono gelide, a contatto con la sua schiena, ed è buffo perché lui si sente andare a fuoco.
Cazzo.
Ma aspetta.
Un attimo di lucidità lo colpisce. Sono in un bagno pubblico, Zack e Skin potrebbero sentirli o entrare da un momento all'altro e sarebbe un problema.
E poi, lui e Mika devono parlare.
Gli ci vuole una buona dose di forza di volontà per stringere la mano del riccio e allontanarla da sé.
È così eccitato che fa quasi male. Impreca mentalmente.
« Domani cosa farai? Mi dirai di nuovo che è stato un “grande sbaglio”? » sputa, scimmiottando le parole usate dal riccio giorni prima.
Mika lo guarda, il respiro spezzato e lo sguardo di chi ha bisogno di un paio di minuti per recepire il concetto.
« Dimmi da quanto » si arrende Fedez, allora. « Dimmi solo da quanto va avanti questa cosa » dice indicando prima Mika e poi se stesso.
Il riccio tentenna, si allontana leggermente da lui, ma non lascia la sua mano. Fedez non aveva comunque intenzione di smettere di stringergliela.
« Ti ricordi quando hai picchiato Vasco? ».
Fedez se lo ricorda fin troppo bene. Aveva quasi rischiato la bocciatura quell'anno, visto che il suo voto in condotta si era abbassato, dopo la sospensione. Quindi, si era dovuto mettere a studiare seriamente tutte le altre materie, per evitare il peggio.




Il trillare della campanella aveva appena ricordato a Mika, Fedez e tutte le altre povere anime che studiavano in quel liceo, che la ricreazione si era conclusa e che il loro triste destino li attendeva nelle loro classi (in questo caso, nella 3D).
Mentre passeggiavano per i corridoi, Fedez aveva insistito per fare una veloce sosta alla macchinetta e prendersi un Bounty.
Perché c'è sempre abbastanza tempo o denaro per un Bounty, aveva detto al riccio.
Ciò che non si aspettavano, però, era di incontrare una delle personalità più insulse dell'intero liceo.
O dell'intero pianeta, secondo Fedez.
Vasco Fontana era un ventenne che stava ancora in terza, in una sezione diversa dalla loro, fortunatamente.
Avendo probabilmente il quoziente intellettivo di un'alga morta, Vasco si divertiva ad insultare pesantemente chiunque gli capitasse a tiro. Fedez aveva sempre cercato di stargli lontano, perché stare lontano da lui voleva anche dire stare lontano dai guai.
E poi il tizio in questione era una sorta di armadio a due ante, quindi, stare lontano da lui significava anche stare lontano dall'ospedale, probabilmente.
Le voci sulla sessualità di Mika avevano iniziato a girare, nel loro liceo, e, ovviamente, non potevano non arrivare anche alle orecchie di quel decerebrato.
« Guarda chi si vede » commentò Vasco, il vocione grosso e i bicipiti in bella vista.
Una testa di cazzo, avrebbe voluto dire Fedez ma si era trattenuto.
« Il rapper fallito e la checca isterica ».
Mika aveva stretto il braccio del ragazzo tatuato. Era ancora molto sensibile sull'argomento, in quel periodo.
« Lascia stare, Mik. Secondo la leggenda, ogni volta che ignori un coglione, da qualche parte nel mondo, uno di loro acquista un neurone » commentò Fedez, dando le spalle a Vasco e a tutta la sua inettitudine.
Alcuni ragazzi che si trovavano nello stesso corridoio avano ridacchiato silenziosamente. Non troppo, forse, vista la reazione del bulletto.
Aveva fatto alcuni passi e si era piazzato di fronte e Mika e Fedez, squadrandoli con sguardo truce.
« Sai cosa, Federico? Se tu avessi imparato a sceglierti gli amici giusti, ora faresti parte di un gruppo fico e non staresti con questo frocio di merda ».
Fedez non è mai stato un tipo violento, in effetti, in quel momento non gli sembrò neanche di essere lui. Piuttosto, visse la scena a rallentatore, quasi come se fosse lui lo spettatore.
C'era Fedez che si avvicinava a Vasco, molto più alto di lui, e che, con una calma gelida lo sfidava, stringendogli il polso con una forza che non credeva di avere: « Ripetilo ancora, testa di cazzo ».
E Vasco, a dirla tutta, non aveva neanche avuto la possibilità di ripeterlo, perché Fedez lo stava già prendendo a pugni.
Un'ora dopo erano entrambi fuori dall'ufficio del preside. Il ragazzo tatuato se l'era cavata solo con tre giorni di sospensione, per fortuna.
Davanti alla porta, seduto su una delle poltroncine rosse, c'era Mika. L'ansia nei suoi occhi si poteva percepire anche a metri di distanza.
« Com'è andata? » aveva chiesto preoccupato, alzandosi e venendogli incontro.
« Mi ha sospeso, ma va tutto bene, pensavo peggio » sorrise leggermente e, nel farlo, il labbro superiore iniziò a sanguinare per l'ennesima volta.
« Stai bene? ».
« Mi ha solo spaccato il labbr- » si era interrotto, perché il riccio aveva iniziato a passare il pollice proprio là, percorrendo lentamente il labbro inferiore per cercare di togliergli il sangue.
« Dovrei avere di fazzoletti, in tasca » disse, frugando nelle tasche dei suoi skinny jeans e porgendogli l'intero pacco.
Fedez ne prese uno per poi tamponarsi piano il labbro. « Sono a posto, comunque. Solo qualche livido qua e là, non preoccuparti ». Poi aggiunse, abbassando il tono di voce: « Vorrei poterti dire che gli ho fatto il culo, ma la verità è che sono riuscito solo a rompergli uno zigomo. Sono stato io ad averle prese, stavolta. E sono felice che la professoressa Chiesa sia arrivata in tempo ». Sperava di strappargli un sorriso, ma Mika continuava a fissarlo in quel modo e-
« Non dovevi farlo. Prendere botte per difendere me ».
« L'ho fatto e lo rifarei sempre » si era lasciato sfuggire Fedez, correggendosi subito dopo. « Qualcuno doveva pur pestarlo, quello stronzo ».




« Ma. È successo quasi tre anni fa » commenta Fedez, esterrefatto. Non se lo aspettava, non se lo aspettava proprio.
«Me ne sono reso conto solo allora » confessa Mika e Fedez ha paura di chiedere di cosa, si sia reso conto esattamente; se di essere attratto da lui o qualcos'altro.
Un brivido gli scorre lungo la schiena. « Perché non me l'hai mai detto? ».
« Sei- sei sempre stato attratto dalle ragazze, non volevo rovinare tutto. Non volevo metterti nella posizione di scegliere » balbetta e Fedez vorrebbe mettersi a piangere, perché ha cercato di nascondere questa cosa per anni, Mika, solo perché teneva troppo a lui e alla loro amicizia.
« Andiamo a dormire, è tardi ». Un po' si sente in colpa, perché è quasi come se avesse estorto al riccio la verità, approfittando della sua inesistente lucidità.
Quando escono dal bagno, Fedez evita accuratamente le occhiatine di Zack e Skin e aiuta Mika a salire le scale del ripostiglio.
Una volta in camera, Mika si butta letteralmente sul suo letto, facendo cigolare il materasso.
« Devi andare in bagno? » chiede Fedez. È abbastanza in sé per farsi una doccia, ora, prima di andare a dormire.
Mika scuote la testa. « Vai, io ti aspetta sveglio ».
Poco credibile, comunque.
La sensazione dell'acqua che scorre sul suo corpo è davvero piacevole. Fedez chiude gli occhi, respirando rumorosamente.
Se si mette a ricordare, con impegno, può ancora vedere l'espressione di Mika un secondo prima di baciarlo, sentire le labbra del riccio sulle sue e la sua mano, premuta contro la sua erezione.
Sa che è un po' squallido ma non gli importa. È un ragazzo e ha dei bisogni, che cavolo.
Inizia a muovere la mano su tutta la sua lunghezza, l'acqua facilita i suoi movimenti. Non è difficile immaginare le mani di Mika addosso a lui perché, in un modo o nell'altro, è una cosa che succede praticamente sempre.
Si sta masturbando pensando al suo migliore amico.
Mika.
Pensa a come dovrebbe essere farsi toccare da lui e questa cosa lo fa eccitare ancora di più.
Mik. Mik. Mik.
Continua a muovere la mano, sempre più velocemente, tenendo gli occhi chiusi e cercando di regolare il respiro, sempre più pesante.
Quando viene, tutto il suo corpo è scosso da un brivido e Fedez è costretto a mordersi le labbra perché non vuole fare troppo rumore. Non ci tiene ad essere sentito da Mika o, peggio, dallo zio.
Si poggia alle mattonelle della doccia, spegnendo il getto dell'acqua.
Quando esce fuori dal bagno, pigiama e tutto il resto, è ancora sopraffatto.
Il riccio, come previsto, si è addormentato. Fedez gli sfila piano le scarpe e lo copre con il lenzuolo. Poi si sdraia sul suo, di letto, cercando di dare un senso a quel macello che è diventato il suo cervello.
Non ci riesce.
Il cuore gli batte ancora fortissimo e no, quella non è stata assolutamente la sega migliore della sua vita.






Angolo dell'autrice
Allora, ho deciso di avere un debole per le recensioni lunghe. 
Adoro quelle in cui sclerate per i personaggi, li insultate e poi li psicoanalizzate. Ed è divertente perché il vostro lavoro di analisi è quasi più dettagliato del mio, a volte ahahah.
A proposito di recensioni. Nello scorso capitolo ce ne sono state ben 23.
Ma siamo fuori di testa, ma che gioco è mai questo.
Inutile dirvi quanto io sia felice perché tanto sono un'ansia e già lo sapete. Ed è inutile anche ringraziarvi ma questo lo faccio comunque perché sì.
(23 RECENSIONI OMMIODDIO).
Comunque, questo capitolo mi mette in agitazione.
A parte il modo adorabile in cui Mika descrive Fedez (che ho volutamente preso da una recente intervista) e alcune piccole altre cosette, non sono per niente convinta.
E' lungo e non succede niente di particolarmente emozionante.
Ho scelto di scrivere i testi delle canzoni che i personaggi cantano (Wonderwall degli Oasis e Rape Me); fatemi sapere se questa cosa vi dà fastidio durante la lettura del capitolo...
Altra piccola parentesi: ovviamente conosco il vero significato di "Rape Me" che, giusto per, è una canzone contro la violenza sulle donne e, magari, in questo caso, può essere ritenuta poco adatta o fuori luogo, visto che io l'ho scelta come "colonna sonora" della Gennex, praticamente.
E', appunto, una scelta egoistica e magari senza senso, ma quella cover è una delle mie preferite in assoluto degli Urban, e non ho saputo davvero resistere. Perciò volevo scusarmi con tutti i fan dei nirvana o, comunque, con tutte le persone a cui questa scelta possa aver dato fastidio.
Per il resto, macello.
Tra l'altro ci sono cose - tipo il discorso di Skin - dannatamente personali e questa cosa mi mette ansia.
La verità è che quando sono concentrata e ispirata, scrivo a raffica tutto quello che mi passa per la testa. A volte posso rimanere anche ore e ore e ore a scrivere, senza stancarmi.
Ed è anche per questo che è uscito fuori quel piccolo pezzettino interamente Gennex, descritto dal punto di vista di Alessio.
Ora, vorrei scusarmi con tutte le povere anime - e ce ne sono - che la Gennex non la shippano e che devono sorbirsi questa roba.
Chiudete gli occhi e proseguite, non lo so. Mi dispiace ahahah. Io ho cercato di trattenermi, ma la scena è venuta fuori così e amen.
Rileggendo il capitolo (è davvero lunghissimo, aiutO) mi sono accorta di aver fatto sembrare Fedez un po' troppo me, soprattutto quando ascolta gli Urban cantare.
Oppure anche Skin, quando parla delle coppie gay che ci sono al pub: ecco, quella sono sempre io, versione shipper accanita.
E vabe, pazienza ahahaha.
Comunque, a poco a poco, sto mettendo in pratica tutti i consigli che mi date:
- sono ufficialmente tornati i flashback;
- Mika geloso vs tipa che ci prova con Fedez;
- più spazio a Skin 
E sinceramente, non mi viene in mente altro ma ce la sto mettendo davvero tutta (e questo vale anche per gli aggiornamenti. Che poi, come al solito sto aggiornando all'alba, che incubo).
Se avete voglia di scrivere, per favore, fatemi sapere cosa pensate di questo nuovo capitolo. Se vi è piaciuto e, soprattutto, se dovrei cambiare qualcosa.
Quasi dimenticavo. Un ringraziamento speciale va anche alle ragazze che gestiscono la pagina fb sui Midez, perché ogni volta mi sopportano e mi fanno tanta, tanta pubblicità.
Grazie di tutto.


 
  
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